giovedì 12 settembre 2013
Svolta nel dibattito sulla discarica di Borgo Montello Il giallo del pozzo sospetto che nessuno ha controllato
DETTAGLI
A GIUGNO RILEVATI
DATI SOSPETTI
PER LE FALDE
ACQUIFERE
POI NESSUN
INTERVENTO
DI TUTELADI GRAZIELLA DI MAMBRO
P
oche settimane prima
che l’ex boss Carmine
Schiavone ritirasse
fuori la storia dei rifiuti tossici nascosti dai casalesi a
Montelo (e altrove) era già
successo qualcosa in quella
discarica. A giugno sono
state riscontrate le prime
irregolarità sui pozzi da parte dell’Arpa e su uno in
particolare, dal quale sarebbero emersi dati più che
scoraggianti sui livelli di
percolato e la loro contaminazione delle falde acquifere. Attorno a questo pozzo
nelle settimane successive
si è sviluppato un «piccolo»
giallo perché proprio quel
punto di rilevamento sarebbe risultato chiuso ad un
successivo esame da parte
della polizia provinciale. Il
corpo che si occupa di igiene e tutela del territorio per
conto dell’amministrazione
provinciale a fine luglio ha
fatto una seconda ispezione,
a caccia di elementi utili a
capire quale fosse l’origine
dei cattivi odori che si registrano nella discarica, ma
questo secondo verbale, pur
inviato alla Procura, non ha
prodotto alcun effetto sul
piano della tutela delle falde
o dei cittadini residenti. E’,
invece, un tassello ulteriore
nella nebbia fitta che copre
le informazioni sullo stato
reale delle due discariche di
Borgo Montello nonché
sulle condizioni delle falde
soggiacenti. Chi verifica
cosa c’è negli invasi in coltivazione e cosa accade attorno a quelli chiusi? E’ un
compito che in teoria spetta
all’Arpa Lazio e alla Polizia
provinciale le quali, ad oggi, risultano beffate o quantomeno superate dagli
eventi. Da circa una settimana, per esempio, uno dei
due invasi che riceveva i
rifiuti pre trattati è chiuso in
quanto si ritiene che il materiale in entrata non sia
conforme a quanto prescritto dalla normativa vigente.
Eppure una reale, credibile,
radiografia su Montello non
è stata ancora fatta. Nonostante già tre mesi fa ci
fossero tracce di un possibile nuovo inquinamento in
danno delle falde. E intanto
ieri è arrivata la nota della
Rida Ambiente, società che
si occupa di pre trattare i
rifiuti che fino a giovedì
scorso andavano nel sito di
EcoAmbiente. «La correttezza della nostra gestione -
scrive la Rida in un comunicato - e del trattamento
cui vengono sottoposti i rifiuti conferiti dai Comuni
della provincia di Latina è
comprovata dai verbali relativi a vari sopralluoghi effettuati da Arpa Lazio e
Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri su delega
del Ministero dell’Ambien -
te» Latina Oggi 12 settembre 2013
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