Depositati i tre quesiti alla Corte di Cassazione. Dal 24 aprile si inizia
con la raccolta firme per "modificare le norme in materia di servizio idrico"
Acqua, referendum nel 2011
Rodotà: "E' un bene comune"
Il professore: "Il servizio idrico non rientra nelle logiche del pubblico
e neanche in quelle del privato. Ecco la novità: ripartire dalla cittadinanza"
di GIULIA CERINO
Manifestazione contro la privatizzazione dell'acqua
ROMA - "Avete mai pensato di privatizzare vostra madre? Privatizzando l'acqua è come se voi lo faceste". Non scherza, padre Alex Zanotelli, ma parla seriamente a nome del Forum italiano dei movimenti per l'acqua. Il coordinamento che oggi ha presentato, alla Corte di Cassazione di Roma, tre quesiti referendari. L'obiettivo è "modificare le attuali norme in materia di servizio idrico" approvate con il decreto Ronchi e, in passato, dal governo Prodi, per governare e gestire le risorse idriche attraverso un soggetto di diritto pubblico, possibilmente a livello territoriale.
I quesiti. A partire dal 24 aprile inizierà la raccolta delle firme. Se si raggiungeranno le 500mila, nella primavera del 2011, scatterà il referendum. Ecco i tre punti: abrogare l'art 23 bis che prevede che le società, per poter fornire servizi idrici, si debbano trasformare in aziende miste con capitale privato al 40%; abrogare l'articolo 150 del decreto legislativo 152/2006 che prevede, come unico modo per ottenere l'affidamento di un servizio idrico, la gara e la gestione attraverso società per azioni; abrogare l'articolo 154, nella parte in cui si impone al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% in più. Una specie di "cavallo di Troia", questo, che ha dato il via alla gestione dei servizi idrici da parte dei privati.
La storia. Si tratta di una battaglia politica iniziata nel 2007 con la presentazione di una legge di iniziativa popolare sottoscritta da 400mila cittadini e messa nel cassetto dal governo Prodi. Una richiesta rilanciata poco dopo il 19 novembre 2009, quando alla Camera dei deputati si approvava, con ricorso alla fiducia, il decreto Ronchi che, all'articolo 15, rilanciava il processo di privatizzazione dei servizi pubblici locali, la dismissione della proprietà pubblica e delle relative infrastrutture. Il Forum da oggi ci riprova. "Nonostante la raccolta delle firme, il governo non ha ascoltato". E se la corsa politica è ancora aperta, quella culturale è già stata vinta. "Chi privatizza, oggi, non può più farlo rivendicandolo ma è costretto a smentire se stesso e a mascherarsi dietro la privatizzazione della sola gestione", spiega Marco Bersani, rappresentanto del Forum. Dietro ai quesiti referendari c'è qualcosa di più della mera protesta.
"L'acqua, un bene comune". E a spiegare in profondità i perché del referendum, ci pensano gli estensori dei quesiti: professori di diritto pubblico, privato e costituzionale. Come Stefano Rodotà che prende la parola: "Prima di passare al privato bisognerebbe cercare di correggere le anomalie del pubblico. Ecco la novità. L'acqua - spiega il professore - non è un bene pubblico. E' un bene comune". Un qualcosa che non può rientrare in nessuno degli argomenti fallaci che ruotano attorno alle dicotomie pubblico-privato, proprietà-gestione. "Piuttosto, per l'acqua - continua Rodotà - si tratta di trovare una forma di gestione comune, come scritto nell'articolo 43 della Costituzione, perché c'è stato un passaggio. Il pubblico, in questo caso, non è più il pubblico tradizionale". Per il professore, il punto è un altro. Tutto culturale. "Il principio è che si possa ripartire da un ruolo attivo della cittadinanza. Il referendum rappresenta uno strumento per riabilitare la politica in un momento di stanchezza".
Una coalizione vastissima. Un segno di ripresa c'è già. E infatti, il Forum italiano dei movimenti dell'acqua rappresenta la più vasta coalizione associativa formale mai esistita. Cento comitati locali, sessanta associazioni, i cattolici, gli ambientalisti, i sindacati. E i partiti, che svolgono una funzione di supporto. Non tutti militanti di professione, però. Piuttosto, molti di loro si dichiarano parte degli "astenuti" alle regionali del 2010. "E' l'estensione del movimento che conta. E' questo che dà prova del cambiamento culturale", ricorda il professor Gianni Ferrara. Lo scopo del coordinamento è quello di vincere. E usare le istituzioni con intelligenza. Oltre a muoversi "contro", il Forum si muove "per". E avanza delle alternative: "Uscire dalla logica attuale, identificare l'acqua come bene comune, escludere il mercato dalla sua gestione, e, essenziale, indicare i soggetti incaricati di gestirla", spiega Rodotà.
I numeri. Andare avanti è possibile perché i riscontri concreti di quanto nocivo sia privatizzare la gestione dell'acqua ci sono già. Da quando è cominciata l'escalation qualcosa è peggiorato. Ecco i numeri: il prezzo dell'acqua è salito del 68% a fronte del 22% registrato dal dato sull'inflazione. Gli investimenti privati nel settore idrico sono calati (da 2miliardi a 700mila euro l'anno) mentre l'occupazione nel settore idrico è diminuita del 30% e lo spreco annuo è aumentato di più del 20%. Non solo teoria, dunque.
"Hasta la victoria siempre". E a chi accusa il Forum di "essere contro Berlusconi", risponde padre Alex Zanotelli: "I tre quesiti sono volti ad abrogare il decreto Ronchi, approvato dall'attuale governo di centrodestra. Ma non solo. Il secondo e il terzo quesito intervengono su delle norme approvate dal governo Prodi. Dei provvedimenti "che andavano nella direzione di considerare l'acqua una merce e la sua gestione finalizzata a produrre profitti". Avvolto in una sciarpa a strisce rosse, arancioni e viola, e con una croce di perline variopinte al collo, padre Alex ricorda che solo il 3% dell'acqua del mondo è potabile. Ma di questa, il 2% è usata a fini agricoli o industriali. "E se l'acqua è - come spiega Ciro Pesacane, presidente del Forum ambientalista - una parte del ciclo della terra e appartiene all'umanità", ha ragione padre Alex a dire che una società in cui non c'è più nulla in comune, non è una società. "Ecco perché dobbiamo batterci". E conclude: "Facciamo come in Uruguay, come in Bolivia. Lì ce l'hanno fatta. Ce la faremo anche noi. Hasta la victoria siempre".
© Riproduzione riservata (31 marzo 2010) www.repubblica.it
Pontinia (LT) dall'ambiente, alla difesa dei diritti civili e sociali, dalla politica alla tecnica. Si riportano stralciriportandone autori. Nota: qualora si ritenga la pubblicazione (o i commenti) siano lesivi o notizie superate si prega di comunicarlo con mail giorgio.libralato@gmail.com e saranno rimossi. Oppure allo stesso modo si può esercitare il diritto di replica. Qualora si ritenga che una pubblicazione o parte di essa ledano i diritti di copyright o di autore saranno rimossi
mercoledì 31 marzo 2010
martedì 30 marzo 2010
acqua in Bolivia Italia finanzia gestione pubblica
ACQUA: IN BOLIVIA ITALIA FINANZIA GESTIONE PUBBLICA
(ANSA) - ROMA, 29 MAR - In Bolivia il ministero degli Affari Esteri italiano finanzia un progetto di cooperazione internazionale per il ritorno alla gestione pubblica dell'acqua. Lo annuncia l'organizzazione non governativa Centro di Volontariato Internazionale (Cevi) che, insieme ad altre due Ong italiane - Associazione di Cooperazione Rurale in Africa e America Latina (Acra) e Centro Volontari Cooperazione allo Sviluppo (Cvcs) - promuove l'iniziativa in Bolivia. Il progetto e' detto 'Yaku al Sur' (Yaku significa acqua in lingua quechua), e' cofinanziato dal ministero degli Esteri italiano insieme con il comune di Udine e durera' fino al 2012. Lo scopo e' garantire l'accesso all'acqua agli oltre 200 mila residenti a sud della citta' boliviana di Cochabamba, attualmente non raggiunti dalla rete idrica dell'impresa pubblica Semapa. Il progetto mira inoltre a realizzare una gestione comunitaria dei servizi di erogazione idrica, facendovi partecipare i cittadini dei 70 Comitati d'Acqua riunitisi nell'associazione Asica Sur. Il lavoro delle Ong italiane per il ritorno alla gestione pubblica si pone in un rapporto di continuita' con le istanze delle popolazioni indigene che nel 2000 sono sfociate nella 'Guerra dell'acqua', la rivolta popolare contro la privatizzazione della risorsa che, dopo pochi anni, ha portato alla presidenza della Repubblica Evo Morales, il primo presidente indio. A 10 anni dalla rivolta per l'acqua pubblica, si svolgeranno a Cochabamba due eventi mondiali: la prima edizione della 'Feria Internacional del Agua', dal 15 al 18 aprile, organizzata dai movimenti per l'acqua boliviani e internazionali, e la Conferenza Mondiale dei Popoli sui Cambiamenti Climatici e i diritti della Madre Terra (19-22 aprile), organizzata dal Presidente della Bolivia Evo Morales. Oltre alle tre ong responsabili del progetto Yaku al Sur, in Italia gli eventi di Cochabamba sono sostenuti dall'associazione Yaku di Roma, dal Comitato Italiano per il Contratto Mondiale dell'Acqua di Milano e da tutto il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua. (ANSA). Y03-GU
29/03/2010 09:01
© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati
(ANSA) - ROMA, 29 MAR - In Bolivia il ministero degli Affari Esteri italiano finanzia un progetto di cooperazione internazionale per il ritorno alla gestione pubblica dell'acqua. Lo annuncia l'organizzazione non governativa Centro di Volontariato Internazionale (Cevi) che, insieme ad altre due Ong italiane - Associazione di Cooperazione Rurale in Africa e America Latina (Acra) e Centro Volontari Cooperazione allo Sviluppo (Cvcs) - promuove l'iniziativa in Bolivia. Il progetto e' detto 'Yaku al Sur' (Yaku significa acqua in lingua quechua), e' cofinanziato dal ministero degli Esteri italiano insieme con il comune di Udine e durera' fino al 2012. Lo scopo e' garantire l'accesso all'acqua agli oltre 200 mila residenti a sud della citta' boliviana di Cochabamba, attualmente non raggiunti dalla rete idrica dell'impresa pubblica Semapa. Il progetto mira inoltre a realizzare una gestione comunitaria dei servizi di erogazione idrica, facendovi partecipare i cittadini dei 70 Comitati d'Acqua riunitisi nell'associazione Asica Sur. Il lavoro delle Ong italiane per il ritorno alla gestione pubblica si pone in un rapporto di continuita' con le istanze delle popolazioni indigene che nel 2000 sono sfociate nella 'Guerra dell'acqua', la rivolta popolare contro la privatizzazione della risorsa che, dopo pochi anni, ha portato alla presidenza della Repubblica Evo Morales, il primo presidente indio. A 10 anni dalla rivolta per l'acqua pubblica, si svolgeranno a Cochabamba due eventi mondiali: la prima edizione della 'Feria Internacional del Agua', dal 15 al 18 aprile, organizzata dai movimenti per l'acqua boliviani e internazionali, e la Conferenza Mondiale dei Popoli sui Cambiamenti Climatici e i diritti della Madre Terra (19-22 aprile), organizzata dal Presidente della Bolivia Evo Morales. Oltre alle tre ong responsabili del progetto Yaku al Sur, in Italia gli eventi di Cochabamba sono sostenuti dall'associazione Yaku di Roma, dal Comitato Italiano per il Contratto Mondiale dell'Acqua di Milano e da tutto il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua. (ANSA). Y03-GU
29/03/2010 09:01
© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati
state of the world presentato a Roma da wwf Italia
STATE OF THE WORLD,EVITARE COLLASSO CIVILTA' UMANA
(ANSA) - ROMA - Si deve ''evitare il collasso della civilta' umana'' sostituendo gli attuali modelli consumistici con modelli 'naturali' incentrati sulla ''sostenibilita'''. E' questo, in sintesi, il senso del rapporto 'State of the world' del Worldwatch institute organizzato dal Wwf Italia e da edizioni Ambiente - in collaborazione con la cattedra di Sociologia del lavoro della Facolta' della comunicazione dell'universita' La Sapienza - e presentato oggi a Roma. L'edizione italiana del rapporto, curata da Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia, e' particolarmente attuale: ''Per evitare il collasso della civilta' umana - si legge nel rapporto - e' indispensabile una profonda trasformazione dei modelli culturali dominanti'' per ''superare il consumismo'', che sta provocando ''una situazione drammatica, dal punto di vista ambientale e della giustizia sociale'', sostituendolo ''con un nuovo contesto culturale'' incentrato ''su una rivalutazione della comprensione del 'naturale'''. Questo, dice il Worldwatch institute, comporterebbe ''scelte individuali e sociali con danni ambientali ridotti o minimi o che rimetterebbero in sesto i sistemi ecologici della Terra, oggi profondamente deteriorati''. Secondo il presidente del Worldwatch Institute, Christopher Flavin, ''un tale mutamento - qualcosa di piu' fondamentale rispetto all'adozione di nuove tecnologie o di nuove politiche governative - a livello globale, rimodellerebbe il modo di concepire e di agire dell'uomo alla radice''. Per reindirizzare le istituzioni chiave della formazione culturale ci ''vorranno decenni'' e bisognera' toccare alcuni campi fondamentali: ''Istruzione, economia, governo, media e anche i movimenti sociali e le tradizioni umane consolidate''.
30/03/2010 11:23
© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati
(ANSA) - ROMA - Si deve ''evitare il collasso della civilta' umana'' sostituendo gli attuali modelli consumistici con modelli 'naturali' incentrati sulla ''sostenibilita'''. E' questo, in sintesi, il senso del rapporto 'State of the world' del Worldwatch institute organizzato dal Wwf Italia e da edizioni Ambiente - in collaborazione con la cattedra di Sociologia del lavoro della Facolta' della comunicazione dell'universita' La Sapienza - e presentato oggi a Roma. L'edizione italiana del rapporto, curata da Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia, e' particolarmente attuale: ''Per evitare il collasso della civilta' umana - si legge nel rapporto - e' indispensabile una profonda trasformazione dei modelli culturali dominanti'' per ''superare il consumismo'', che sta provocando ''una situazione drammatica, dal punto di vista ambientale e della giustizia sociale'', sostituendolo ''con un nuovo contesto culturale'' incentrato ''su una rivalutazione della comprensione del 'naturale'''. Questo, dice il Worldwatch institute, comporterebbe ''scelte individuali e sociali con danni ambientali ridotti o minimi o che rimetterebbero in sesto i sistemi ecologici della Terra, oggi profondamente deteriorati''. Secondo il presidente del Worldwatch Institute, Christopher Flavin, ''un tale mutamento - qualcosa di piu' fondamentale rispetto all'adozione di nuove tecnologie o di nuove politiche governative - a livello globale, rimodellerebbe il modo di concepire e di agire dell'uomo alla radice''. Per reindirizzare le istituzioni chiave della formazione culturale ci ''vorranno decenni'' e bisognera' toccare alcuni campi fondamentali: ''Istruzione, economia, governo, media e anche i movimenti sociali e le tradizioni umane consolidate''.
30/03/2010 11:23
© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati
la rivolta dei piccoli azionisti Acea
RICORSO AL TAR SULLO STATUTO di Giovanna Lantini il fatto quotidiano 30 marzo 2010
Entro domani al massimo, l'associazione dei piccoli azionisti Acea impugnerà d’urgenza davanti al Tar le modifiche statutarie approvate il 22 marzo e in base alle quali la nomina degli amministratori della concessionaria dell’acqua della capitale avverrà in proporzione alle quote azionarie, lasciando spazio solo per i 5 consiglieri del Comune (51 per cento), i 2 del socio Gdf-Suez (9,981 per cento) e i 2 di Francesco Gaetano Caltagirone (8,94 per cento). Fuori piccoli risparmiatori e dipendenti. Se il Tribunale dovesse accogliere la richiesta di urgenza, si potrebbe arrivare entro 10 giorni a una sospensione degli effetti della modifica in attesa di entrare nel merito. Non è quindi scontato che il nuovo meccanismo di nomina del consiglio possa essere utilizzato per l'assemblea del 30 aprile, quando è previsto il rinnovo del cda di Acea che, nelle intenzioni del Comune, dovrebbe traghettere la società verso la privatizzazione. Non è escluso poi che sulla vicenda intervenga anche la Consob, alla quale oggi verrà presentato un esposto, anche se i suoi poteri sul tema sono limitati alla moral suasion.
Entro domani al massimo, l'associazione dei piccoli azionisti Acea impugnerà d’urgenza davanti al Tar le modifiche statutarie approvate il 22 marzo e in base alle quali la nomina degli amministratori della concessionaria dell’acqua della capitale avverrà in proporzione alle quote azionarie, lasciando spazio solo per i 5 consiglieri del Comune (51 per cento), i 2 del socio Gdf-Suez (9,981 per cento) e i 2 di Francesco Gaetano Caltagirone (8,94 per cento). Fuori piccoli risparmiatori e dipendenti. Se il Tribunale dovesse accogliere la richiesta di urgenza, si potrebbe arrivare entro 10 giorni a una sospensione degli effetti della modifica in attesa di entrare nel merito. Non è quindi scontato che il nuovo meccanismo di nomina del consiglio possa essere utilizzato per l'assemblea del 30 aprile, quando è previsto il rinnovo del cda di Acea che, nelle intenzioni del Comune, dovrebbe traghettere la società verso la privatizzazione. Non è escluso poi che sulla vicenda intervenga anche la Consob, alla quale oggi verrà presentato un esposto, anche se i suoi poteri sul tema sono limitati alla moral suasion.
domenica 28 marzo 2010
Scatta l’ora legale, il governo al lavoro per abrogarla?
Scatta l’ora legale, il governo al lavoro per toglierla?
Fantapolitica?
Dopo aver cercato di togliere tutta una serie di leggi (falsi in bilancio, intercettazioni, collegamento esterno alla mafia, depenalizzare una serie di reati, condono preventivi sulla normativa dell’affissione abusiva elettorali), attuato leggi e decreti (legittimo impedimento, sospendere o annullare tutti i processi contro le più alte cariche dello stato, solo per salvarne una), inventando inutili decreti interpretativi postumi (sulla presentazione delle liste per riparare evidenti errori che secondo la loro parte politica varia da incapaci a dilettanti allo sbaraglio,solo per citare i commenti più buoni), aver tentato di togliere informazione (con i programmi di discussione e approfondimento politico), falsificandola (con il TG1 che volutamente scambia assoluzione con prescrizione), usandola contro politici o giornali inventando notizie (come sul caso Boffo), non ci resta che qualche redazione, la rete internet e la satira.
Proprio secondo la satira, entrando nella fantapolitica (o politica?) pare che qualcuno stia cercando di eliminare anche l’ora legale per non dare messaggi “comunisti” o di “sinistra” o da magistrati, in quanto persone che cercano ancora e nonostante tutto di applicare le leggi e di far celebrare i processi.
Poi pare ci siano pronti 4 ricorsi al TAR, uno al consiglio di stato, uno alla consulta, l’altro alla corte costituzionale perché l’aver indetto le elezioni proprio il giorno del ritorno all’ora legale potrebbe influenzare il voto contro il governo…..
Il prossimo anno, con un decreto interpretativo verrà chiamata anziché ora legale, l’ora della destra….
Ma è solo fantapolitica…..
Fantapolitica?
Dopo aver cercato di togliere tutta una serie di leggi (falsi in bilancio, intercettazioni, collegamento esterno alla mafia, depenalizzare una serie di reati, condono preventivi sulla normativa dell’affissione abusiva elettorali), attuato leggi e decreti (legittimo impedimento, sospendere o annullare tutti i processi contro le più alte cariche dello stato, solo per salvarne una), inventando inutili decreti interpretativi postumi (sulla presentazione delle liste per riparare evidenti errori che secondo la loro parte politica varia da incapaci a dilettanti allo sbaraglio,solo per citare i commenti più buoni), aver tentato di togliere informazione (con i programmi di discussione e approfondimento politico), falsificandola (con il TG1 che volutamente scambia assoluzione con prescrizione), usandola contro politici o giornali inventando notizie (come sul caso Boffo), non ci resta che qualche redazione, la rete internet e la satira.
Proprio secondo la satira, entrando nella fantapolitica (o politica?) pare che qualcuno stia cercando di eliminare anche l’ora legale per non dare messaggi “comunisti” o di “sinistra” o da magistrati, in quanto persone che cercano ancora e nonostante tutto di applicare le leggi e di far celebrare i processi.
Poi pare ci siano pronti 4 ricorsi al TAR, uno al consiglio di stato, uno alla consulta, l’altro alla corte costituzionale perché l’aver indetto le elezioni proprio il giorno del ritorno all’ora legale potrebbe influenzare il voto contro il governo…..
Il prossimo anno, con un decreto interpretativo verrà chiamata anziché ora legale, l’ora della destra….
Ma è solo fantapolitica…..
venerdì 26 marzo 2010
la Polverini e il nucleare
4 febbraio 2010:
"Una centrale nucleare non è un problema ideologico, ma un´opportunità da valutare."
11 febbraio 2010:
"Ritengo che nel Lazio non ci sia bisogno di installare nuove centrali nucleari."
(dal Blog di Renata Polverini)
Polverini gioca allo scarica-barile nucleare: appoggia il piano nucleare del Governo ma dichiara che non c´è bisogno di realizzare una centrale nel Lazio. E dove allora?
http://www.greenpeace.it/nuclearlifestyle/candidati.html
VUOI UN FUTURO NUCLEARE? LO DECIDI TU ALLE ELEZIONI REGIONALI!
Ciao giorgio,
Il momento di scegliere il futuro della tua Regione è arrivato. Domenica 28 e lunedì 29 ci saranno le elezioni regionali. Se non vuoi ritrovarti con una centrale sotto casa, è importante votare tenendo in considerazione la posizione sul nucleare dei differenti candidati. Bisogna stare attenti ai candidati nucleari, quelli che appoggiano o non si sono opposti con chiarezza ai piani nucleari del governo.
Contro un Governo che vuole imporre il nucleare, le Regioni e i loro futuri governatori avranno, infatti, un ruolo determinante. "Forza Regioni contro il nucleare" è il messaggio che questa mattina i nostri attivisti hanno aperto sulla facciata dell’edificio della Regione Puglia, mentre dalla Rainbow Warrior sono partiti due gommoni con lo striscione “Nuclear Emergency”.
Abbiamo scelto simbolicamente la Puglia perché - rifiutando il nucleare con una legge regionale - ha dimostrato di avere una visione illuminata del suo futuro energetico. Tutte le Regioni devono seguire questo percorso.
Nei giorni scorsi abbiamo consegnato le 75.000 firme contro il nucleare che abbiamo raccolto anche grazie al tuo contributo. Ci restano poche ore soltanto per aumentare la nostra pressione. Ti chiediamo di diffondere quanto più puoi le informazioni sul nostro sito www.nuclearlifestyle.it. Informa amici e parenti sui candidati nucleari! Perché queste elezioni regionali rischiano davvero di cambiare il nostro stile di vita!
Continua a seguirci e a presto!
Andrea Lepore
Responsabile Campagna Nucleare
SCOPRI I CANDIDATI NUCLEARI
Il Governo italiano ha deciso di imporre il nucleare in Italia.
La legge 99/2009 e il recente decreto legislativo del 10 febbraio 2010 hanno lo scopo di impedire alle Regioni di poter scegliere sul nucleare. Contro questo decreto tredici Regioni hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale.
È importante che i candidati alla carica di futuri Governatori prendano posizione contro il nucleare, prima delle elezioni del 28 e 29 marzo.
Molti candidati - appoggiando o non opponendosi chiaramente e con fermezza ai piani nucleari del governo - collaborano a riportare il nucleare in Italia: sono i candidati nucleari!
"Una centrale nucleare non è un problema ideologico, ma un´opportunità da valutare."
11 febbraio 2010:
"Ritengo che nel Lazio non ci sia bisogno di installare nuove centrali nucleari."
(dal Blog di Renata Polverini)
Polverini gioca allo scarica-barile nucleare: appoggia il piano nucleare del Governo ma dichiara che non c´è bisogno di realizzare una centrale nel Lazio. E dove allora?
http://www.greenpeace.it/nuclearlifestyle/candidati.html
VUOI UN FUTURO NUCLEARE? LO DECIDI TU ALLE ELEZIONI REGIONALI!
Ciao giorgio,
Il momento di scegliere il futuro della tua Regione è arrivato. Domenica 28 e lunedì 29 ci saranno le elezioni regionali. Se non vuoi ritrovarti con una centrale sotto casa, è importante votare tenendo in considerazione la posizione sul nucleare dei differenti candidati. Bisogna stare attenti ai candidati nucleari, quelli che appoggiano o non si sono opposti con chiarezza ai piani nucleari del governo.
Contro un Governo che vuole imporre il nucleare, le Regioni e i loro futuri governatori avranno, infatti, un ruolo determinante. "Forza Regioni contro il nucleare" è il messaggio che questa mattina i nostri attivisti hanno aperto sulla facciata dell’edificio della Regione Puglia, mentre dalla Rainbow Warrior sono partiti due gommoni con lo striscione “Nuclear Emergency”.
Abbiamo scelto simbolicamente la Puglia perché - rifiutando il nucleare con una legge regionale - ha dimostrato di avere una visione illuminata del suo futuro energetico. Tutte le Regioni devono seguire questo percorso.
Nei giorni scorsi abbiamo consegnato le 75.000 firme contro il nucleare che abbiamo raccolto anche grazie al tuo contributo. Ci restano poche ore soltanto per aumentare la nostra pressione. Ti chiediamo di diffondere quanto più puoi le informazioni sul nostro sito www.nuclearlifestyle.it. Informa amici e parenti sui candidati nucleari! Perché queste elezioni regionali rischiano davvero di cambiare il nostro stile di vita!
Continua a seguirci e a presto!
Andrea Lepore
Responsabile Campagna Nucleare
SCOPRI I CANDIDATI NUCLEARI
Il Governo italiano ha deciso di imporre il nucleare in Italia.
La legge 99/2009 e il recente decreto legislativo del 10 febbraio 2010 hanno lo scopo di impedire alle Regioni di poter scegliere sul nucleare. Contro questo decreto tredici Regioni hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale.
È importante che i candidati alla carica di futuri Governatori prendano posizione contro il nucleare, prima delle elezioni del 28 e 29 marzo.
Molti candidati - appoggiando o non opponendosi chiaramente e con fermezza ai piani nucleari del governo - collaborano a riportare il nucleare in Italia: sono i candidati nucleari!
curriculum giudiziario di berlusconi(fino al 1998)
curriculum giudiziario di berlusconi(fino al 1998)
marzo 17, 2010 di ifarabutti
Traffico di droga
Nel 1983 la Guardia di finanza, nell’ambito di un’inchiesta su un traffico di droga, aveva posto sotto controllo i telefoni di Berlusconi. Nel rapporto si legge: «È stato segnalato che il noto Silvio Berlusconi finanzierebbe un intenso traffico di stupefacenti dalla Sicilia, sia in Francia che in altre regioni italiane. Il predetto sarebbe al centro di grosse speculazioni edilizie e opererebbe sulla Costa Smeralda avvalendosi di società di comodo…». L’indagine non accertò nulla di penalmente rilevante e nel 1991 fu archiviata.
Falsa testimonianza sulla P2
La prima condanna di Silvio Berlusconi da parte di un tribunale arriva nel 1990: la Corte d’appello di Venezia lo dichiara colpevole di aver giurato il falso davanti ai giudici, a proposito della sua iscrizione alla lista P2. Nel settembre 1988, infatti, in un processo per diffamazione da lui intentato contro alcuni giornalisti, Berlusconi aveva dichiarato al giudice:”Non ricordo la data esatta della mia iscrizione alla P2, ricordo che è di poco anteriore allo scandalo”. Per questa dichiarazione Berlusconi viene processato per falsa testimonianza. Il dibattimento si conclude nel 1990: Berlusconi viene dichiarato colpevole, ma il reato è estinto per l’intervenuta amnistia del 1989.
Tangenti alla Guardia di finanza
Berlusconi è accusato di aver pagato tangenti a ufficiali della Guardia di finanza, per ammorbidire i controlli fiscali su quattro delle sue società (Mondadori, Mediolanum, Videotime, Telepiù). In primo grado è condannato a 2 anni e 9 mesi per tutte e quattro le tangenti contestate, senza attenuanti generiche. In appello, la Corte concede le attenuanti generiche: così scatta la prescrizione per tre tangenti. Per la quarta (Telepiù), l’assoluzione è concessa con formula dubitativa (comma 2 art. 530 cpp). La Cassazione, nell’ottobre 2001, conferma le condanne per i coimputati di Berlusconi Berruti, Sciascia, Nanocchio e Capone (dunque le tangenti sono state pagate), ma assolve Berlusconi per non aver commesso il fatto, seppur richiamando l’insufficienza di prove.
Tangenti a Craxi (All Iberian 1)
Per 21 miliardi di finanziamenti illeciti a Bettino Craxi (Ë la pi˜ grande tangente mai pagata a un singolo uomo politico in Italia), passati attraverso la società estera All Iberian, in primo grado è condannato a 2 anni e 4 mesi. In appello, a causa dei tempi lunghi del processo scatta la prescrizione del reato. La Cassazione conferma.
Falso in bilancio (All Iberian 2)
Berlusconi Ë stato indagato (anche sulla base di una voluminosa consulenza fornita dalla Kpmg) per la rete di 64 società e conti off shore del gruppo Fininvest (Fininvest Group B) che, secondo l’accusa, ha finanziato operazioni “riservate” (ha scalato societý quotate in Borsa, come Standa e Rinascente, senza informare la Consob; ha aggirato le leggi antimonopolio tv in Italia e in Spagna, acquisendo il controllo di Telepiu’ e Telecinco; ha pagato tangenti a partiti politici, come la stecca record di 21 miliardi di lire data a Craxi attraverso la societý All Iberian). La rete occulta della Finivest-ombra ha spostato, tra il 1989 e il 1996, fondi neri per almeno 2 mila miliardi di lire. Per questo Berlusconi Ë stato chiamato a rispondere di falso in bilancio. Ma nel 2002 ha cambiato la legge sul falso in bilancio, trasformando i suoi reati in semplici illeciti sanabili con una contravvenzione e soprattutto riducendo i tempi di prescrizione del reato (erano 7 anni, aumentabili fino a 15; sono diventati 4). CosÏ il giudice per le indagini preliminari nel febbraio 2003 ha chiuso l’inchiesta: negando l’assoluzione, poichÈ Berlusconi e i suoi coimputati (il fratello Paolo, il cugino Giancarlo Foscale, Adriano Galliani, Fedele Confalonieri) non possono dirsi innocenti; ma decidendo di prosciogliere tutti i 25 imputati, poichÈ il tempo per il processo, secondo la nuova legge, è scaduto. La procura ricorre in Cassazione, che all’inizio di luglio 2003 applica per la prima volta il “lodo Maccanico”, decidendo la sospensione del processo per Berlusconi.
Caso Lentini
Berlusconi è stato rinviato a giudizio per aver deciso il versamento in nero di una decina di miliardi dalle casse del Milan a quelle del Torino calcio, per l’acquisto del calciatore Gianfranco Lentini. Il dibattimento di primo grado si Ë concluso con la dichiarazione che il reato Ë prescritto, grazie alla nuova legge di Berlusconi sul falso in bilancio.
Medusa cinematografica
Berlusconi è accusato di comportamenti illeciti nelle operazioni d’acquisto della società Medusa cinematografica, per non aver messo a bilancio 10 miliardi. In primo grado è condannato a 1 anno e 4 mesi per falso in bilancio. In appello, assoluzione con formula dubitativa, confermata in Cassazione.
Terreni di Macherio
Berlusconi è accusato di appropriazione indebita, frode fiscale e falso in bilancio per l’acquisto dei terreni intorno alla sua villa di Macherio. In primo grado è assolto dall’appropriazione indebita e dalla frode fiscale. Per i due falsi in bilancio contestati scatta la prescrizione. In appello è confermata l’assoluzione per i due primi reati; è assolto per uno dei due falsi in bilancio, per il secondo si applica l’amnistia.
Lodo Mondadori
Berlusconi è accusato di aver pagato i giudici di Roma per ottenere una decisione a suo favore nel Lodo Mondadori, che doveva decidere la proprietà della casa editrice. Il giudice dell’udienza preliminare Rosario Lupo ha deciso l’archiviazione del caso, con formula dubitativa. La Procura ha fatto ricorso alla Corte d’appello, che nel giugno 2001 ha deciso: per Berlusconi è ipotizzabile il reato di corruzione semplice, e non quello di concorso in corruzione in atti giudiziari; concesse le attenuanti generiche, il reato dunque è prescritto, poiché risale al 1991 e la prescrizione, con le attenuanti generiche, scatta dopo 5 anni. Il giudice ha disposto che restino sotto processo i suoi coimputati Cesare Previti, Giovanni Acampora, Attilio Pacifico e Vittorio Metta.
Toghe sporche-Sme
Berlusconi è accusato di aver corrotto i giudici durante le operazioni per l’acquisto della Sme. Rinviato a giudizio insieme a Cesare Previti e Renato Squillante. Il processo di primo grado si è concluso (con condanne per Previti e Squillante) a Milano, dopo che la Cassazione ha respinto la richiesta di spostare il processo a Brescia o a Perugia, per legittimo sospetto, reintrodotto appositamente per legge nell’ottobre 2002. Un’altra legge, il “lodo Maccanico“, votata con urgenza nel giugno 2003, ha imposto la sospensione di tutti i processi a cinque alte cariche dello Stato, tra cui il presidente del Consiglio, ma è stata bocciata dalla Corte costituzionale perché incostituzionale. Stralciata la posizione di Berlusconi dal processo principale, il Tribunale di Milano ha ritenuto provati i fatti di corruzione, ha prosciolto per prescrizione sui soldi pagati a Squillante e assolto per il resto, ma con il richiamo all’insufficienza di prove.
Spartizione pubblicitaria Rai-Fininvest
Berlusconi era accusato di aver indotto la Rai, da presidente del Consiglio, a concordare con la Fininvest i tetti pubblicitari, per ammorbidire la concorrenza. La Procura di Roma, non avendo raccolto prove a sufficienza per il reato di concussione, ha chiesto l’archiviazione, accolta dal Giudice dell’udienza preliminare.
Tangenti fiscali sulle pay-tv
Berlusconi era accusato di aver pagato tangenti a dirigenti e funzionari del ministero delle Finanze per ridurre l’Iva dal 19 al 4 per cento sulle pay tv e per ottenere rimborsi di favore. La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione, accolta dal Giudice dell’udienza preliminare.
Stragi del 1992-1993
Le procure di Caltanissetta e Firenz, indagano da molti anni sui «mandanti a volto coperto» delle stragi del 1992 (Falcone e Borsellino) e del 1993 (a Firenze, Roma e Milano). Le indagini preliminari sull’eventuale ruolo che Berlusconi e Marcello Dell’Utri possono avere avuto in quelle vicende sono state formalmente chiuse con archiviazioni nel 1998 (Firenze) e nel 2002 (Caltanissetta). Continuano però indagini per concorso in strage contro ignoti e i decreti d’archiviazione hanno parole pesanti nei confronti degli ambienti Fininvest.
Mafia
La procura di Palermo ha indagato su Berlusconi per mafia: concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco. Nel 1998 l’indagine Ë stata archiviata per scadenza dei termini massimi concessi per indagare. Indizi sui rapporti di Berlusconi e Dell’Utri con uomini di Cosa nostra continuano a essere segnalati in molte sentenze. Dell’Utri, infine, è stato condannato a Palermo a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, e questo getta ombre pesantissime su Berlusconi, che sarebbe stato messo da Dell’Utri nelle mani della mafia fin dal 1974.
Telecinco in Spagna
Berlusconi, Dell’Utri e altri manager Fininvest, responsabili in Spagna dell’emittente Telecinco, sono accusati di frode fiscale per 100 miliardi e violazione della legge antitrust spagnola, per avere detenuto occultamente il controllo di Telecinco, proibito dalle leggi antimonopolio. Sono ora in attesa di giudizio su richiesta del giudice istruttore anticorruzione di Madrid, Baltasar Garzon Real. Il giudice Garzon ha chiesto di processare Berlusconi in Italia o di poterlo processare in Spagna. Di fatto, il processo Ë sospeso.
Milano: la corruzione dei giudici c’è stata
Palermo: la mafia sempre al fianco di B.
A Milano la sentenza Sme su Berlusconi assolve e prescrive, ma riafferma che la corruzione dei giudici romani, con soldi usciti dai conti di Berlusconi, c’è stata. A Palermo la sentenza Dell’Utri certifica che accanto a Berlusconi c’è sempre stata, fin dal 1974, la presenza di un imbarazzante partner: Cosa nostra. Ora, finiti i processi, il Paese si interroghi: può essere governato (e per giunta male) da un uomo che ha permesso la corruzione di giudici e, come imprenditore e come politico, ha convissuto per trent’anni con la mafia?
Milano, 10 dicembre 2004. Sentenza del processo Sme, stralcio con unico imputato Silvio Berlusconi. È già miracoloso, innanzitutto, che si sia arrivati a una sentenza, dopo un processo lunghissimo che gli imputati e i loro avvocati-parlamentari hanno tentato di frenare e bloccare in ogni modo. Prima tentando di depistare le indagini. Poi disertando le udienze e allungando il calendario del dibattimento. Infine confezionando leggi su misura: quella sul legittimo sospetto, per spostare il processo altrove e arrivare alla prescrizione (tentativo bloccato dalla Cassazione); quella sull’improcessabilità delle cinque più alte cariche dello Stato (lodo Maccanico-Schivani, bocciato dalla Corte costituzionale).
La sentenza, comunque, è finalmente arrivata. Ecco che cosa dice.
1. Per il pagamento di 500 milioni di lire uscite dai conti di Berlusconi e arrivate al giudice Squillante, attraverso i conti diPreviti:
la sentenza afferma che il fatto è avvenuto, ma il reato è “corruzione semplice” (negli anni in cui è stato commesso, una distrazione del legislatore, poi corretta, non ha previsto il reato di “corruzione in atti giudiziari” per chi paga i giudici. Così la pena è più blanda e soprattutto la prescrizione scatta in soli 7 anni e mezzo (e non in 15). Così, riconoscendo all’imputato Berlusconi le attenuanti generiche, scatta la prescrizione.
2. Per i pagamenti ai giudici effettuati da Barilla:
assoluzione, ma con riferimento al secondo comma dell’articolo 530, dunque per insufficienza di prove. E con la formula “per non aver commesso il fatto”, che lascia intuire (lo sapremo dalle motivazioni) che il fatto però è stato commesso (dunque la corruzione c’è stata).
3. Per i pagamenti ai giudici visti da Stefania Ariosto (al circolo Canottieri Lazio, nel garage…):
assoluzione piena (è l’unico caso, su quattro); ma anche qui con la formula “per non aver commesso il fatto”, che lascia intuire (ma lo sapremo solo dalle motivazioni) che il fatto è però stato commesso ( e dunque anche in questo caso la corruzione c’è stata).
4. Per il pagamento al giudice Verde per la sentenza Sme:
assoluzione perché “il fatto non sussiste” (è l’unico caso sui quattro); però anche qui si richiama il secondo comma dell’articolo 530, dunque l’insufficienza di prove (mentre nel processo principale Verde e Previti erano stati assolti, per questi pagamenti, con formula piena).
Palermo, 11 dicembre 2004. Sentenza al processo in cui Marcello Dell’Utri era imputato di concorso esterno in associazione mafiosa: condanna a 9 anni. Dunque il tribunale ha riconosciuto che il braccio destro (o sinistro) di Berlusconi è stato ed è uomo a disposizione di Cosa nostra. Fin dal 1974, quando fu chiamato a Milano da Berlusconi per risolvere (“privatamente”) il problema delle minacce d’estorsione e di rapimento che Berlusconi aveva ricevuto. Allora Dell’Utri si portò dietro, a Milano, un mafioso, Vittorio Mangano, che divenne la “garanzia” di Cosa nostra in casa Berlusconi.
Così Dell’Utri ha messo Berlusconi nelle mani della mafia. Fino agli anni Novanta, in cui nasce Forza Italia, vista da Cosa nostra, dopo la stagione delle stragi e la dissoluzione della Dc, come il nuovo referente politico delle famiglie siciliane.
La condanna è personale e riguarda Marcello Dell’Utri (con il suo coimputato Tanino Cinà, condannato a 7 anni). Ma chiama pesantemente in causa Silvio Berlusconi: questo sarebbe stato messo da Dell’Utri nelle mani della mafia, fin dal 1974; e Forza Italia sarebbe stata spinta da Cosa nostra e salutata come una soluzione dai boss in difficoltà dopo l’esaurirsi della strategia stragista.
Che cosa succederebbe, a questo punto, in un Paese normale? Chiuso il capitolo giudiziario, che cosa risponderebbe una politica sana e una società civile sveglia?
http://ifarabutti.wordpress.com/2010/03/17/curriculum-giudiziario-di-berlusconi/
marzo 17, 2010 di ifarabutti
Traffico di droga
Nel 1983 la Guardia di finanza, nell’ambito di un’inchiesta su un traffico di droga, aveva posto sotto controllo i telefoni di Berlusconi. Nel rapporto si legge: «È stato segnalato che il noto Silvio Berlusconi finanzierebbe un intenso traffico di stupefacenti dalla Sicilia, sia in Francia che in altre regioni italiane. Il predetto sarebbe al centro di grosse speculazioni edilizie e opererebbe sulla Costa Smeralda avvalendosi di società di comodo…». L’indagine non accertò nulla di penalmente rilevante e nel 1991 fu archiviata.
Falsa testimonianza sulla P2
La prima condanna di Silvio Berlusconi da parte di un tribunale arriva nel 1990: la Corte d’appello di Venezia lo dichiara colpevole di aver giurato il falso davanti ai giudici, a proposito della sua iscrizione alla lista P2. Nel settembre 1988, infatti, in un processo per diffamazione da lui intentato contro alcuni giornalisti, Berlusconi aveva dichiarato al giudice:”Non ricordo la data esatta della mia iscrizione alla P2, ricordo che è di poco anteriore allo scandalo”. Per questa dichiarazione Berlusconi viene processato per falsa testimonianza. Il dibattimento si conclude nel 1990: Berlusconi viene dichiarato colpevole, ma il reato è estinto per l’intervenuta amnistia del 1989.
Tangenti alla Guardia di finanza
Berlusconi è accusato di aver pagato tangenti a ufficiali della Guardia di finanza, per ammorbidire i controlli fiscali su quattro delle sue società (Mondadori, Mediolanum, Videotime, Telepiù). In primo grado è condannato a 2 anni e 9 mesi per tutte e quattro le tangenti contestate, senza attenuanti generiche. In appello, la Corte concede le attenuanti generiche: così scatta la prescrizione per tre tangenti. Per la quarta (Telepiù), l’assoluzione è concessa con formula dubitativa (comma 2 art. 530 cpp). La Cassazione, nell’ottobre 2001, conferma le condanne per i coimputati di Berlusconi Berruti, Sciascia, Nanocchio e Capone (dunque le tangenti sono state pagate), ma assolve Berlusconi per non aver commesso il fatto, seppur richiamando l’insufficienza di prove.
Tangenti a Craxi (All Iberian 1)
Per 21 miliardi di finanziamenti illeciti a Bettino Craxi (Ë la pi˜ grande tangente mai pagata a un singolo uomo politico in Italia), passati attraverso la società estera All Iberian, in primo grado è condannato a 2 anni e 4 mesi. In appello, a causa dei tempi lunghi del processo scatta la prescrizione del reato. La Cassazione conferma.
Falso in bilancio (All Iberian 2)
Berlusconi Ë stato indagato (anche sulla base di una voluminosa consulenza fornita dalla Kpmg) per la rete di 64 società e conti off shore del gruppo Fininvest (Fininvest Group B) che, secondo l’accusa, ha finanziato operazioni “riservate” (ha scalato societý quotate in Borsa, come Standa e Rinascente, senza informare la Consob; ha aggirato le leggi antimonopolio tv in Italia e in Spagna, acquisendo il controllo di Telepiu’ e Telecinco; ha pagato tangenti a partiti politici, come la stecca record di 21 miliardi di lire data a Craxi attraverso la societý All Iberian). La rete occulta della Finivest-ombra ha spostato, tra il 1989 e il 1996, fondi neri per almeno 2 mila miliardi di lire. Per questo Berlusconi Ë stato chiamato a rispondere di falso in bilancio. Ma nel 2002 ha cambiato la legge sul falso in bilancio, trasformando i suoi reati in semplici illeciti sanabili con una contravvenzione e soprattutto riducendo i tempi di prescrizione del reato (erano 7 anni, aumentabili fino a 15; sono diventati 4). CosÏ il giudice per le indagini preliminari nel febbraio 2003 ha chiuso l’inchiesta: negando l’assoluzione, poichÈ Berlusconi e i suoi coimputati (il fratello Paolo, il cugino Giancarlo Foscale, Adriano Galliani, Fedele Confalonieri) non possono dirsi innocenti; ma decidendo di prosciogliere tutti i 25 imputati, poichÈ il tempo per il processo, secondo la nuova legge, è scaduto. La procura ricorre in Cassazione, che all’inizio di luglio 2003 applica per la prima volta il “lodo Maccanico”, decidendo la sospensione del processo per Berlusconi.
Caso Lentini
Berlusconi è stato rinviato a giudizio per aver deciso il versamento in nero di una decina di miliardi dalle casse del Milan a quelle del Torino calcio, per l’acquisto del calciatore Gianfranco Lentini. Il dibattimento di primo grado si Ë concluso con la dichiarazione che il reato Ë prescritto, grazie alla nuova legge di Berlusconi sul falso in bilancio.
Medusa cinematografica
Berlusconi è accusato di comportamenti illeciti nelle operazioni d’acquisto della società Medusa cinematografica, per non aver messo a bilancio 10 miliardi. In primo grado è condannato a 1 anno e 4 mesi per falso in bilancio. In appello, assoluzione con formula dubitativa, confermata in Cassazione.
Terreni di Macherio
Berlusconi è accusato di appropriazione indebita, frode fiscale e falso in bilancio per l’acquisto dei terreni intorno alla sua villa di Macherio. In primo grado è assolto dall’appropriazione indebita e dalla frode fiscale. Per i due falsi in bilancio contestati scatta la prescrizione. In appello è confermata l’assoluzione per i due primi reati; è assolto per uno dei due falsi in bilancio, per il secondo si applica l’amnistia.
Lodo Mondadori
Berlusconi è accusato di aver pagato i giudici di Roma per ottenere una decisione a suo favore nel Lodo Mondadori, che doveva decidere la proprietà della casa editrice. Il giudice dell’udienza preliminare Rosario Lupo ha deciso l’archiviazione del caso, con formula dubitativa. La Procura ha fatto ricorso alla Corte d’appello, che nel giugno 2001 ha deciso: per Berlusconi è ipotizzabile il reato di corruzione semplice, e non quello di concorso in corruzione in atti giudiziari; concesse le attenuanti generiche, il reato dunque è prescritto, poiché risale al 1991 e la prescrizione, con le attenuanti generiche, scatta dopo 5 anni. Il giudice ha disposto che restino sotto processo i suoi coimputati Cesare Previti, Giovanni Acampora, Attilio Pacifico e Vittorio Metta.
Toghe sporche-Sme
Berlusconi è accusato di aver corrotto i giudici durante le operazioni per l’acquisto della Sme. Rinviato a giudizio insieme a Cesare Previti e Renato Squillante. Il processo di primo grado si è concluso (con condanne per Previti e Squillante) a Milano, dopo che la Cassazione ha respinto la richiesta di spostare il processo a Brescia o a Perugia, per legittimo sospetto, reintrodotto appositamente per legge nell’ottobre 2002. Un’altra legge, il “lodo Maccanico“, votata con urgenza nel giugno 2003, ha imposto la sospensione di tutti i processi a cinque alte cariche dello Stato, tra cui il presidente del Consiglio, ma è stata bocciata dalla Corte costituzionale perché incostituzionale. Stralciata la posizione di Berlusconi dal processo principale, il Tribunale di Milano ha ritenuto provati i fatti di corruzione, ha prosciolto per prescrizione sui soldi pagati a Squillante e assolto per il resto, ma con il richiamo all’insufficienza di prove.
Spartizione pubblicitaria Rai-Fininvest
Berlusconi era accusato di aver indotto la Rai, da presidente del Consiglio, a concordare con la Fininvest i tetti pubblicitari, per ammorbidire la concorrenza. La Procura di Roma, non avendo raccolto prove a sufficienza per il reato di concussione, ha chiesto l’archiviazione, accolta dal Giudice dell’udienza preliminare.
Tangenti fiscali sulle pay-tv
Berlusconi era accusato di aver pagato tangenti a dirigenti e funzionari del ministero delle Finanze per ridurre l’Iva dal 19 al 4 per cento sulle pay tv e per ottenere rimborsi di favore. La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione, accolta dal Giudice dell’udienza preliminare.
Stragi del 1992-1993
Le procure di Caltanissetta e Firenz, indagano da molti anni sui «mandanti a volto coperto» delle stragi del 1992 (Falcone e Borsellino) e del 1993 (a Firenze, Roma e Milano). Le indagini preliminari sull’eventuale ruolo che Berlusconi e Marcello Dell’Utri possono avere avuto in quelle vicende sono state formalmente chiuse con archiviazioni nel 1998 (Firenze) e nel 2002 (Caltanissetta). Continuano però indagini per concorso in strage contro ignoti e i decreti d’archiviazione hanno parole pesanti nei confronti degli ambienti Fininvest.
Mafia
La procura di Palermo ha indagato su Berlusconi per mafia: concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco. Nel 1998 l’indagine Ë stata archiviata per scadenza dei termini massimi concessi per indagare. Indizi sui rapporti di Berlusconi e Dell’Utri con uomini di Cosa nostra continuano a essere segnalati in molte sentenze. Dell’Utri, infine, è stato condannato a Palermo a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, e questo getta ombre pesantissime su Berlusconi, che sarebbe stato messo da Dell’Utri nelle mani della mafia fin dal 1974.
Telecinco in Spagna
Berlusconi, Dell’Utri e altri manager Fininvest, responsabili in Spagna dell’emittente Telecinco, sono accusati di frode fiscale per 100 miliardi e violazione della legge antitrust spagnola, per avere detenuto occultamente il controllo di Telecinco, proibito dalle leggi antimonopolio. Sono ora in attesa di giudizio su richiesta del giudice istruttore anticorruzione di Madrid, Baltasar Garzon Real. Il giudice Garzon ha chiesto di processare Berlusconi in Italia o di poterlo processare in Spagna. Di fatto, il processo Ë sospeso.
Milano: la corruzione dei giudici c’è stata
Palermo: la mafia sempre al fianco di B.
A Milano la sentenza Sme su Berlusconi assolve e prescrive, ma riafferma che la corruzione dei giudici romani, con soldi usciti dai conti di Berlusconi, c’è stata. A Palermo la sentenza Dell’Utri certifica che accanto a Berlusconi c’è sempre stata, fin dal 1974, la presenza di un imbarazzante partner: Cosa nostra. Ora, finiti i processi, il Paese si interroghi: può essere governato (e per giunta male) da un uomo che ha permesso la corruzione di giudici e, come imprenditore e come politico, ha convissuto per trent’anni con la mafia?
Milano, 10 dicembre 2004. Sentenza del processo Sme, stralcio con unico imputato Silvio Berlusconi. È già miracoloso, innanzitutto, che si sia arrivati a una sentenza, dopo un processo lunghissimo che gli imputati e i loro avvocati-parlamentari hanno tentato di frenare e bloccare in ogni modo. Prima tentando di depistare le indagini. Poi disertando le udienze e allungando il calendario del dibattimento. Infine confezionando leggi su misura: quella sul legittimo sospetto, per spostare il processo altrove e arrivare alla prescrizione (tentativo bloccato dalla Cassazione); quella sull’improcessabilità delle cinque più alte cariche dello Stato (lodo Maccanico-Schivani, bocciato dalla Corte costituzionale).
La sentenza, comunque, è finalmente arrivata. Ecco che cosa dice.
1. Per il pagamento di 500 milioni di lire uscite dai conti di Berlusconi e arrivate al giudice Squillante, attraverso i conti diPreviti:
la sentenza afferma che il fatto è avvenuto, ma il reato è “corruzione semplice” (negli anni in cui è stato commesso, una distrazione del legislatore, poi corretta, non ha previsto il reato di “corruzione in atti giudiziari” per chi paga i giudici. Così la pena è più blanda e soprattutto la prescrizione scatta in soli 7 anni e mezzo (e non in 15). Così, riconoscendo all’imputato Berlusconi le attenuanti generiche, scatta la prescrizione.
2. Per i pagamenti ai giudici effettuati da Barilla:
assoluzione, ma con riferimento al secondo comma dell’articolo 530, dunque per insufficienza di prove. E con la formula “per non aver commesso il fatto”, che lascia intuire (lo sapremo dalle motivazioni) che il fatto però è stato commesso (dunque la corruzione c’è stata).
3. Per i pagamenti ai giudici visti da Stefania Ariosto (al circolo Canottieri Lazio, nel garage…):
assoluzione piena (è l’unico caso, su quattro); ma anche qui con la formula “per non aver commesso il fatto”, che lascia intuire (ma lo sapremo solo dalle motivazioni) che il fatto è però stato commesso ( e dunque anche in questo caso la corruzione c’è stata).
4. Per il pagamento al giudice Verde per la sentenza Sme:
assoluzione perché “il fatto non sussiste” (è l’unico caso sui quattro); però anche qui si richiama il secondo comma dell’articolo 530, dunque l’insufficienza di prove (mentre nel processo principale Verde e Previti erano stati assolti, per questi pagamenti, con formula piena).
Palermo, 11 dicembre 2004. Sentenza al processo in cui Marcello Dell’Utri era imputato di concorso esterno in associazione mafiosa: condanna a 9 anni. Dunque il tribunale ha riconosciuto che il braccio destro (o sinistro) di Berlusconi è stato ed è uomo a disposizione di Cosa nostra. Fin dal 1974, quando fu chiamato a Milano da Berlusconi per risolvere (“privatamente”) il problema delle minacce d’estorsione e di rapimento che Berlusconi aveva ricevuto. Allora Dell’Utri si portò dietro, a Milano, un mafioso, Vittorio Mangano, che divenne la “garanzia” di Cosa nostra in casa Berlusconi.
Così Dell’Utri ha messo Berlusconi nelle mani della mafia. Fino agli anni Novanta, in cui nasce Forza Italia, vista da Cosa nostra, dopo la stagione delle stragi e la dissoluzione della Dc, come il nuovo referente politico delle famiglie siciliane.
La condanna è personale e riguarda Marcello Dell’Utri (con il suo coimputato Tanino Cinà, condannato a 7 anni). Ma chiama pesantemente in causa Silvio Berlusconi: questo sarebbe stato messo da Dell’Utri nelle mani della mafia, fin dal 1974; e Forza Italia sarebbe stata spinta da Cosa nostra e salutata come una soluzione dai boss in difficoltà dopo l’esaurirsi della strategia stragista.
Che cosa succederebbe, a questo punto, in un Paese normale? Chiuso il capitolo giudiziario, che cosa risponderebbe una politica sana e una società civile sveglia?
http://ifarabutti.wordpress.com/2010/03/17/curriculum-giudiziario-di-berlusconi/
il voto disgiunto favorirà Marzia Marzoli?
Il voto disgiunto favorirà Marzia Marzoli?
Oggi termina l’ennesima brutta campagna elettorale che chi è nervoso e in particolare difficoltà, tenta, ancora una volta, con proclami ad effetto forte della massima concentrazione e controllo degli organi di informazione, di salvare i propri evidenti interessi di parte. Questa parte politica è riuscita solo in parte a nascondere o a tamponare scandali e inefficienza, mancanza di risposte ai problemi reali che diventano sempre più forti e difficili, tentando di far dimenticare promesse di miracoli che non si avvereranno mai. E’ sempre difficile fare previsioni sull’esito, comunque se i sondaggi non vengono più sbandierati vuol dire che non sono favorevoli e che la maggioranza degli elettori ha tolto la fiducia a chi non ha mantenuto programmi e impegni. Il tutto aumentato da errori grossolani anche nella presentazione delle liste e nei vari adempimenti burocratici, ricorsi e leggi ad listam compresi. Sentendo alcuni sostenitori (ammesso che dicano il vero) di una certa parte politica che è stanca di questo modo di fare sembra che voteranno il candidato in consiglio regionale di riferimento ma indicheranno un altro candidato a presidente. Siccome i candidati sono 3 e non voteranno mai per i radicali il ragionamento porta a votare per Marzia Marzoli. Idem per l’altra parte politica che non si sente rappresentata dalla leader radicale. Ma come ho detto, prima di fare annunci e previsioni sarà meglio aspettare l’apertura delle urne. Io comunque spero che siamo in tanti noi cittadini stanchi di questa casta e di questo modo di amministrare che ci ha portato in una crisi profonda non solo economica, ma anche sociale, etica e civile ad andare a votare e a votare per Marzia Marzoli. Giorgio Libralato
Oggi termina l’ennesima brutta campagna elettorale che chi è nervoso e in particolare difficoltà, tenta, ancora una volta, con proclami ad effetto forte della massima concentrazione e controllo degli organi di informazione, di salvare i propri evidenti interessi di parte. Questa parte politica è riuscita solo in parte a nascondere o a tamponare scandali e inefficienza, mancanza di risposte ai problemi reali che diventano sempre più forti e difficili, tentando di far dimenticare promesse di miracoli che non si avvereranno mai. E’ sempre difficile fare previsioni sull’esito, comunque se i sondaggi non vengono più sbandierati vuol dire che non sono favorevoli e che la maggioranza degli elettori ha tolto la fiducia a chi non ha mantenuto programmi e impegni. Il tutto aumentato da errori grossolani anche nella presentazione delle liste e nei vari adempimenti burocratici, ricorsi e leggi ad listam compresi. Sentendo alcuni sostenitori (ammesso che dicano il vero) di una certa parte politica che è stanca di questo modo di fare sembra che voteranno il candidato in consiglio regionale di riferimento ma indicheranno un altro candidato a presidente. Siccome i candidati sono 3 e non voteranno mai per i radicali il ragionamento porta a votare per Marzia Marzoli. Idem per l’altra parte politica che non si sente rappresentata dalla leader radicale. Ma come ho detto, prima di fare annunci e previsioni sarà meglio aspettare l’apertura delle urne. Io comunque spero che siamo in tanti noi cittadini stanchi di questa casta e di questo modo di amministrare che ci ha portato in una crisi profonda non solo economica, ma anche sociale, etica e civile ad andare a votare e a votare per Marzia Marzoli. Giorgio Libralato
manca un giorno all'ora della Terra
Ci siamo, è arrivato il momento di partecipare all'evento planetario per chiedere ai Leader del Pianeta un accordo sul clima efficace e vero. Il 27 marzo alle 20.30, spegni la luce per un'ora. Se vivi su questo Pianeta non puoi mancare. Facci sapere che anche tu parteciperai e riceverai l'esclusivo sfondo per il tuo pc dedicato all'Ora della Terra 2010. Clicca qui >> http://www.wwf.it/oradellaterra/registrati.aspx
Farai parte di quel gruppo di persone che chiede ai governi di impegnarsi seriamente per affrontare la crisi del clima, solo in Italia siamo quasi 9000 e il numero cresce minuto dopo minuto. Guarda se c'è un evento nella tua città (http://www.wwf.it/oradellaterra/partecipanti.htm) oppure in un' Oasi WWF (http://www.wwf.it/oradellaterra/news_scheda.aspx?idnews=23988) vicino a te>>
RICORDA: l'appuntamento al buio è per il 27 marzo dalle 20.30 alle 21.30.
Non dimenticare di testimoniare la tua adesione con una fotografia, poi inviacela (http://www.wwf.it/oradellaterra/foto.aspx) e noi la caricheremo sul sito.
http://www.wwf.it/oradellaterra/index.aspx
Farai parte di quel gruppo di persone che chiede ai governi di impegnarsi seriamente per affrontare la crisi del clima, solo in Italia siamo quasi 9000 e il numero cresce minuto dopo minuto. Guarda se c'è un evento nella tua città (http://www.wwf.it/oradellaterra/partecipanti.htm) oppure in un' Oasi WWF (http://www.wwf.it/oradellaterra/news_scheda.aspx?idnews=23988) vicino a te>>
RICORDA: l'appuntamento al buio è per il 27 marzo dalle 20.30 alle 21.30.
Non dimenticare di testimoniare la tua adesione con una fotografia, poi inviacela (http://www.wwf.it/oradellaterra/foto.aspx) e noi la caricheremo sul sito.
http://www.wwf.it/oradellaterra/index.aspx
giovedì 25 marzo 2010
io voto per Marzia Marzoli
Anche se molti organi di informazione lo nascondono ci sono 3 candidate alla presidenza del Lazio, oltre alla destra, alla candidata radicale, c’è anche Marzia Marzoli.
In molti mi dicono e mi scrivono che questa volta proprio non potranno votare.
Delusi da una parte che pensa solo a difendersi o a difendere dagli arresti, dalla inchieste, dalle sentenze, dai processi, trascurando di prendere le giuste misure verso il lavoro, la famiglia, la casa, oppure quando le prende distrugge scuola, sanità, oltre al territorio devastato, distrutto e dissestato.
Delusi dall’altra parte incapace di svolgere il giusto e obbligatorio ruolo di opposizione, denuncia, di alternativa anche chiedendo il rispetto delle regole, delle norme e delle leggi che loro stessi, liberamente si danno.
Delusi da chi esibisce scandali e corruzione, concussione e prostituzione fisica e morale, nasconde la verità e l’informazione con cadenza giornaliera, è amica oppure fa affari o semplicemente difende che vince gli appalti per la sanità magari fornendo protesi, dispositivi medici deteriorati, scaduti o non funzionali.
Oppure impone file e aspettative lunghissime per alimentare il mercato privato.
Delusi dagli amici o presunti tali della delinquenza di ogni genere, da chi calpesta la dignità delle persone mercificando i diritti civili e sociali come l’acqua.
Da chi impone progetti inutili, incompatibili e devastanti, da chi pensa solo agli affari propri, della famiglia, delle aziende, addirittura ripresentandosi a qualsiasi elezione.
Però questo mi pare che non andare a votare o votare scheda bianca oppure annullando la scheda sia solo una contestazione che, ancora una volta, legittima o potrebbe legittimare di fare ancora una volta, solo gli interessi di parte.
Se va a votare il 70% degli elettori, se di questi il 20 non esprime una preferenza, se un buon 20% non viene rappresentato in parlamento e se quelli che governano sono votati dal resto di circa il 30% degli aventi diritti al voto non mi pare sia un vanto, né di essere scelti dal popolo.
Siccome non mi arrendo a questo degrado civile e morale, alla svendita dei diritti e della dignità, al permettere alle “aziende” o agli “imprenditori” amici (quando non ai familiari) di continuare a devastare il proprio territorio alle elezioni regionali andrò a votare la candidata dalla rete dei cittadini Marzia Marzoli.
Non voglio essere responsabile dei danni che faranno o che potrebbero fare chi governerà nei prossimi 5 anni ritrovandoci nel 2015 a parlare ancora e sempre della sanità, della gestione dell’acqua e della sua mercificazione, dei trasporti pubblici sempre peggiori e indegni di un paese civile, delle strade e della necessità della messa in sicurezza e della manutenzione, di progetti incompatibili con il territorio e della distanza incolmabile tra chi ci amministra e i problemi della gente e delle aziende.
Non governeranno nel mio nome persone che oggi scrivono “con te”, “con voi”, ma che già da lunedì alle 14 si saranno dimenticati di chi li ha eletti e del territorio se ne ricorderanno, forse, solo per concedere di devastarlo.
In molti mi dicono e mi scrivono che questa volta proprio non potranno votare.
Delusi da una parte che pensa solo a difendersi o a difendere dagli arresti, dalla inchieste, dalle sentenze, dai processi, trascurando di prendere le giuste misure verso il lavoro, la famiglia, la casa, oppure quando le prende distrugge scuola, sanità, oltre al territorio devastato, distrutto e dissestato.
Delusi dall’altra parte incapace di svolgere il giusto e obbligatorio ruolo di opposizione, denuncia, di alternativa anche chiedendo il rispetto delle regole, delle norme e delle leggi che loro stessi, liberamente si danno.
Delusi da chi esibisce scandali e corruzione, concussione e prostituzione fisica e morale, nasconde la verità e l’informazione con cadenza giornaliera, è amica oppure fa affari o semplicemente difende che vince gli appalti per la sanità magari fornendo protesi, dispositivi medici deteriorati, scaduti o non funzionali.
Oppure impone file e aspettative lunghissime per alimentare il mercato privato.
Delusi dagli amici o presunti tali della delinquenza di ogni genere, da chi calpesta la dignità delle persone mercificando i diritti civili e sociali come l’acqua.
Da chi impone progetti inutili, incompatibili e devastanti, da chi pensa solo agli affari propri, della famiglia, delle aziende, addirittura ripresentandosi a qualsiasi elezione.
Però questo mi pare che non andare a votare o votare scheda bianca oppure annullando la scheda sia solo una contestazione che, ancora una volta, legittima o potrebbe legittimare di fare ancora una volta, solo gli interessi di parte.
Se va a votare il 70% degli elettori, se di questi il 20 non esprime una preferenza, se un buon 20% non viene rappresentato in parlamento e se quelli che governano sono votati dal resto di circa il 30% degli aventi diritti al voto non mi pare sia un vanto, né di essere scelti dal popolo.
Siccome non mi arrendo a questo degrado civile e morale, alla svendita dei diritti e della dignità, al permettere alle “aziende” o agli “imprenditori” amici (quando non ai familiari) di continuare a devastare il proprio territorio alle elezioni regionali andrò a votare la candidata dalla rete dei cittadini Marzia Marzoli.
Non voglio essere responsabile dei danni che faranno o che potrebbero fare chi governerà nei prossimi 5 anni ritrovandoci nel 2015 a parlare ancora e sempre della sanità, della gestione dell’acqua e della sua mercificazione, dei trasporti pubblici sempre peggiori e indegni di un paese civile, delle strade e della necessità della messa in sicurezza e della manutenzione, di progetti incompatibili con il territorio e della distanza incolmabile tra chi ci amministra e i problemi della gente e delle aziende.
Non governeranno nel mio nome persone che oggi scrivono “con te”, “con voi”, ma che già da lunedì alle 14 si saranno dimenticati di chi li ha eletti e del territorio se ne ricorderanno, forse, solo per concedere di devastarlo.
La difesa della vita e la campagna elettorale
E’ giusto che la Chiesa interferisca nella campagna elettorale?
E se lo fa deve difendere e sostenere solo una delle parti in campo?
E deve dare tutte le informazioni oppure solo quelle che possono favorire una delle parti?
I Cristiani stanno e votano un solo partito?
Non era una delle Missioni della Chiesa quella di accogliere il “figliol prodigo” (Vangelo 14 marzo)?
E’ compito della Chiesa condannare o perdonare (Vangelo del 21 marzo)?
Non c’è scritto di separare lo Stato dalla Religione (date a Cesare quel che è di Cesare Marco 12, 13-17)?
Quale vita va difesa solo quella da concepire o anche quella che viene maltrattata, umiliata e offesa, respinta quando è in pericolo e chiede aiuto solo perché è clandestina? Non vale più la parabola del Buon Samaritano?
Non va forse difesa la famiglia dai cattivi insegnamenti di personaggi politici che pur avendo più mogli ostentano le proprie amanti?
Non va difeso il Creato, la natura, la vita delle piante e degli animali, oltre che degli uomini, dalle aggressioni continue e speculative da “imprenditori”, “aziende”, “personaggi politici” quando propongono, impongono corrompendo e mentendo impianti inutili e devastanti, che provocano cancro, malattie, leucemie?
Non vanno difesi i diritti civili e sociali delle Persone, di tutte le Persone, quali il diritto all’acqua potabile?
Se sta scritto date da mangiare agli affamati…. Perché non si difende la dignità della vita nelle mense scolastiche?
Qualcuno è venuto per svelare ai poveri di spirito la Lieta Novella, perché il servizio di informazione pubblica (o meglio che dovrebbe esserlo) nasconde la verità oppure la cambia a seconda del proprio vantaggio?
Giorgio Libralato
E se lo fa deve difendere e sostenere solo una delle parti in campo?
E deve dare tutte le informazioni oppure solo quelle che possono favorire una delle parti?
I Cristiani stanno e votano un solo partito?
Non era una delle Missioni della Chiesa quella di accogliere il “figliol prodigo” (Vangelo 14 marzo)?
E’ compito della Chiesa condannare o perdonare (Vangelo del 21 marzo)?
Non c’è scritto di separare lo Stato dalla Religione (date a Cesare quel che è di Cesare Marco 12, 13-17)?
Quale vita va difesa solo quella da concepire o anche quella che viene maltrattata, umiliata e offesa, respinta quando è in pericolo e chiede aiuto solo perché è clandestina? Non vale più la parabola del Buon Samaritano?
Non va forse difesa la famiglia dai cattivi insegnamenti di personaggi politici che pur avendo più mogli ostentano le proprie amanti?
Non va difeso il Creato, la natura, la vita delle piante e degli animali, oltre che degli uomini, dalle aggressioni continue e speculative da “imprenditori”, “aziende”, “personaggi politici” quando propongono, impongono corrompendo e mentendo impianti inutili e devastanti, che provocano cancro, malattie, leucemie?
Non vanno difesi i diritti civili e sociali delle Persone, di tutte le Persone, quali il diritto all’acqua potabile?
Se sta scritto date da mangiare agli affamati…. Perché non si difende la dignità della vita nelle mense scolastiche?
Qualcuno è venuto per svelare ai poveri di spirito la Lieta Novella, perché il servizio di informazione pubblica (o meglio che dovrebbe esserlo) nasconde la verità oppure la cambia a seconda del proprio vantaggio?
Giorgio Libralato
il costo della casta
Alessandro Ferrucci
Il costo della Casta
BIO 24 marzo 2010
Via le malignità. Basta con le cattiverie. Stop al qualunquismo. Anche in Italia c’è un posto di lavoro dove le regole di sicurezza vengono rispettate. Tutte. E non esistono morti bianche. Guarda un po’. Dove è disponibile un medico; dove la mensa non serve piatti vecchi o riciclati. Anzi, vengono effettuati continui controlli sanitari. Dove anche la cura dell’immagine diventa un valore, pari a 307 mila euro l’anno di foto. Sì, esiste, basta farsi eleggere alla Camera dei Deputati, piazza Montecitorio, Roma. Quindi ecco uno stipendio di quasi 20 mila euro al mese, altri 7 mila per i collaboratori, 2 mila per i viaggi e 5 mila per un affitto. Più tanto, tanto altro.
Per scoprirlo è stato necessario lo sciopero della fame di Rita Bernardini, deputata radicale, tenace nel mettere alle corde i tre questori della Camera ("riluttanti a consegnare quanto richiesto, nonostante il regolamento", racconta la stessa) e a strappare l’appoggio del presidente della Camera "che mi ha scritto: 'Sarà lo sciopero della fame più breve della storia. Domani avrai quel che chiedi, giustamente. Con stima Gianfranco Fini'".
Così è stato. Ed ecco consegnata al popolo una lista lunga 17 pagine, con su scritti tutti i fornitori, i servizi erogati e i prezzi pagati. Risultato? I radicali quantificano in altri 9.000 euro al mese il costo impiegato per ogni deputato "nemmeno al Grand Hotel un ufficio costerebbe così tanto!" incalza la Bernardini. Ecco alcune delle voci: quasi 7 milioni di euro per la ristorazione, comprensivi anche del "monitoraggio alla qualità dei servizi" (126 mila euro); oltre 600 mila per il noleggio delle fotocopiatrici; 400 mila per "agende e agendine", 292 mila per la somministrazione cartoncini, carte e buste personalizzate, 300 mila per i corsi di lingue.
Fino al vero "gruzzolo", composto da oltre 51 milioni per le locazioni: "Sono gli uffici a disposizione per ognuno di noi – continua la radicale. Sono dislocati attorno a Montecitorio, e lì abbiamo a disposizione tutto quanto è necessario". E di più, ancora. "Non solo, dentro il personale svolge lo stesso ruolo dei commessi della Camera, ma con uno stipendio, e benefit, decisamente inferiori: 800 euro al mese. Li vedo arrivare la mattina presto vestiti con tuta e armati di strofinacci per le pulizie. Quindi si cambiano, indossano gli abiti ufficiali, ed ecco la rappresentanza. Assurdo. Soprattutto perché gli uffici vengono utilizzati pochissimo".
Già, la Camera lavora tre giorni la settimana, dal martedì al giovedì, e molti deputati arrivano da fuori, quindi non restano a Roma durante il periodo di inattività. Comunque, protagonista alla voce "canone di locazione" è la società Milano 90 srl, con ben quattro lotti assegnati per la cifra complessiva di circa 45 milioni. "Fa capo all’imprenditore Scarpellini, prosegue la Bernardini. È un costruttore romano, impegnato nella realizzazione di un quartiere alla Romanina e dello stadio della Roma calcio. Ah, comunque, le posso dire anche un’altra cosa: i lavoratori suddetti, nonostante lo stipendio da fame, sono segnalati dai partiti stessi. Insomma, c’è una sorta di lottizzazione. Nella lista consegnata ci sono anche altre voci interessanti".
Vero. Sotto la categoria "manutenzioni" finiscono le punzonatrici: per la loro efficienza, solo per quella, la cifra è di quasi 4 mila euro; o 99 mila per l’arredo verde dei terrazzi, giardini e cortili. E ancora un milione e 200 per le tappezzerie e falegnameria. Nonostante tutto questo "il bilancio della Camera – conclude la deputata radicale – è omertoso, l’ho detto in aula e lo ripeto: in virtù del principio di autonomia costituzionale, la Camera è esente da qualsiasi controllo contabile e gestionale esterno". "Il controllo interno – ricordano i Radicali in un documento – dovrebbe essere esercitato dai questori (...) supportati dal Servizio per il controllo amministrativo, gerarchicamente subordinato al segretario generale, cioè al soggetto che dovrebbe essere controllato. Dunque è lecito dubitare della reale efficacia della funzione di controllo, comunque esclusivamente formale, dato che l’assenza della contabilità analitica non permette di istituire controlli sull’efficienza e l’efficacia della gestione".
Un giro di parole per dire, semplicemente, che chi detta le regole, si giudica; chi emette o assegna un lotto, si auto-controlla. Chi ci guadagna, invece, sorride.
il fatto quotidiano 24 marzo 2010
Cara Italia ti scrivo
Alla cortese attenzione del Responsabile dei contenuti del sito.
Gentile Responsabile,
quest'anno la Giornata FAI di Primavera compie 18 anni! Organizzata dal FAI - Fondo Ambiente Italiano, come sempre sotto l'alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana, sabato 27 e domenica 28 marzo 2010 porterà all'apertura di 590 monumenti in tutte le Regioni italiane.
590 straordinari beni, spesso inaccessibili e segreti, completamente a disposizione del pubblico, che potrà così scoprire in visite a contributo libero splendidi palazzi, castelli, chiese, giardini, conventi, biblioteche, aree archeologiche, teatri e persino paesaggi da attraversare in bicicletta o sorvolare con il parapendio.
Un'occasione imperdibile per assaporare l'orgoglio di essere italiani attraverso la riscoperta di quel patrimonio di arte e natura che rende il nostro Paese una realtà unica a livello mondiale.
Novità di quest'anno, il concorso online "Cara Italia ti scrivo.": chi si scrive online al FAI, fino al 31 marzo 2010 può vincere un volo per New York!
Per questo rivolgiamo a Lei, come responsabile di un sito sensibile a questo tipo di iniziative, la nostra richiesta di pubblicazione di una notizia e/o di un banner, che illustrino l'evento secondo le modalità e i tempi che riterrà più opportuni.
In allegato trova maggiori informazioni sulla giornata FAI di Primavera e di seguito il link che rimanda al minisito dedicato all'evento: www.giornatafai.it dove è possibile trovare anche l'elenco completo di tutti i beni aperti.
La ringraziamo anticipatamente per ciò che potrà fare, restiamo a disposizione per qualsiasi chiarimento e necessità e in attesa di un Suo cortese riscontro.
Cordiali saluti
Chiara Mazzatorta - Ufficio Internet FAI
c.mazzatorta@fondoambiente.it
Gentile Responsabile,
quest'anno la Giornata FAI di Primavera compie 18 anni! Organizzata dal FAI - Fondo Ambiente Italiano, come sempre sotto l'alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana, sabato 27 e domenica 28 marzo 2010 porterà all'apertura di 590 monumenti in tutte le Regioni italiane.
590 straordinari beni, spesso inaccessibili e segreti, completamente a disposizione del pubblico, che potrà così scoprire in visite a contributo libero splendidi palazzi, castelli, chiese, giardini, conventi, biblioteche, aree archeologiche, teatri e persino paesaggi da attraversare in bicicletta o sorvolare con il parapendio.
Un'occasione imperdibile per assaporare l'orgoglio di essere italiani attraverso la riscoperta di quel patrimonio di arte e natura che rende il nostro Paese una realtà unica a livello mondiale.
Novità di quest'anno, il concorso online "Cara Italia ti scrivo.": chi si scrive online al FAI, fino al 31 marzo 2010 può vincere un volo per New York!
Per questo rivolgiamo a Lei, come responsabile di un sito sensibile a questo tipo di iniziative, la nostra richiesta di pubblicazione di una notizia e/o di un banner, che illustrino l'evento secondo le modalità e i tempi che riterrà più opportuni.
In allegato trova maggiori informazioni sulla giornata FAI di Primavera e di seguito il link che rimanda al minisito dedicato all'evento: www.giornatafai.it dove è possibile trovare anche l'elenco completo di tutti i beni aperti.
La ringraziamo anticipatamente per ciò che potrà fare, restiamo a disposizione per qualsiasi chiarimento e necessità e in attesa di un Suo cortese riscontro.
Cordiali saluti
Chiara Mazzatorta - Ufficio Internet FAI
c.mazzatorta@fondoambiente.it
cosa vuol dire incontro ufficiale tra candidati
Il racconto della RETE. Cosa vuol dire andare a un incontro ufficiale tra candidati.
di Luca Castrichella, candidato consigliere
Ieri, 22 marzo, a Latina, organizzato dal Giornale Latina Oggi si e’ svolto un incontro tra i candidati alla carica di consigliere Regionale.
Erano presente un ammasso gelatinoso composto da Di Resta , Galetto DIGiorgi, Forte, Moscardelli, Deamicis, Bartolomeo, e, come ogni grande torta, sopra c’era la ciliegia: CIARRAPICO!
Noi eravamo presenti oltre che con me, anche con Ornella Pistolesi.
Ero molto teso, sudavo, ma ero carico. Arrivati nella sala l’aumentare delle cravatte dei super telefonini e delle segretarie, mi faceva diminuire la salivazione ed ho veramente rischiato il crollo emotivo.
La conferenza/dibattito ha inizio e con l’aumentare degli interventi la mia tensione si scioglie : le banalità’, il qualunquismo la pochezza mista ad errori grammaticali mi rasserena. E come un un romanzo di Dostoevskij, comincio a provare pena per questa classe politica sulla quale, con il mio intervento, riverserò il disprezzo di aver rovinato un paese ed una cultura.
La domanda per me era sulle Rinnovabili. Ho detto che parlare di Rinnovabili oramai va di moda e che mi sottraggo a questo. Ho detto: “Quello che voglio dirvi e’ che secondo noi questa classe politica non e’ in grado di esprimer un progetto sano e credibile per il nostro paese. Questa politica e’ alla fine di un ciclo e quello che la Rete dei Cittadini propone non e’ l’adozione delle rinnovabili, ma e’ un nuovo modo di fare politica, che riporti al centro gli interessi dei cittadini in un necessario modo di ripensare il territorio ed il suo sfruttamento in un rapporto di equilibrio che deve alzare per forza il nostro livello di coscienza e cultura. Per quanto riguarda le rinnovabili: pensare ad una Green Economy (grazie Federico Fincato) che decentralizzi la produzione dell’energia per il fabbisogno degli edifici e che compensi, laddove il territorio ne abbia bisogno, con la creazione di piccole centrali ad hoc di nuova tecnologia.
Questo per sottrarre a questa regione e a questa politica l’idea che i cancro – mostri risolvano i problemi e per restituire la vocazione Turistica ed Agricola al Lazio.”
Ho parlato di ricerca che supporti questo progetto con le Università’ laziali. Ho parlato di lavoro di qualità restituito ai giovani grazie a questo volano.
Bene, secondo me i gelatinosi non capivano nemmeno cosa stavo dicendo. Chiudo ricordando i nostri fondamenti costituenti: ogni tipo di progetto si deve basare sui due assunti della LEGALITA’ e della TRASPARENZA. Legalità’ e corruzione sul territorio, abusi della politica che oramai giustificano tutto, persino la privatizzazione di un bene come l’acqua. Trasparenza perché il nostro concetto di Democrazia e’ partecipata e diretta, dove il cittadino e’ coinvolto e partecipe delle scelte e del progetto (Grazie Rufo), ho parlato anche di bilancio partecipato .
Chiudo invitando chi crede nell’idea che hanno di futuro queste persone a non stare in ansia perché sono di nuovo tutte li a dx e a sx, ma se invece qualcuno pensa che un ciclo si stia concludendo allora l’alternativa noi l’abbiamo creata: La Rete c’e', ora tocca a Voi. Il nostro Presidente del Lazio si chiama Marzia Marzoli .
Signori e’ stato bellissimo. Poi Dx e sx si sono accusati a vicenda. La sx diceva che la dx voleva il nucleare e che questo era nocivo alla salute dei cittadini, io ho ribadito che la sx ha autorizzato la costruzione del “termovalorizzatore” di Albano e non ha impedito la costruzione della centrale turbogas di Aprilia. E all’improvviso, il colpo di scena! Il rappresentate del centro sinistra dice: “la politica dei no non porta da nessuna parte . la crisi dei rifiuti di Napoli ci ha insegnato che per risolvere il problema i rifiuti vanno inceneriti!” Eccoli là: l’altra faccia della medaglia.
Ornella interviene parlando di cultura, di fondamentali della vita e sui rapporti. Rivendica un ruolo delle donne, non solo perche’ garantito dalla legge ma perché le donne, in questa società maschilista , possono per loro natura essere portatrici del cambiamento. Chiude dicendo che dietro le privatizzazioni ci sono i comitati di affari che si sono spinti fino all’immaginabile. Noi pensavamo che il limite fosse l’acqua, ma a Latina sono andati oltre: hanno privatizzato pure i CIMITERI!
Chiudo lasciandovi con le parole di Maurizio Patarini di Resistenza Attiva di Latina: “Luca noi dobbiamo essere interpreti di una rivoluzione che e’ in atto perché’ questa politica si sta esaurendo: non ha più’ né idee né progetti, alimenta solo se stessa. Voglio creare una Rete dei Cittadini per Latina e sperare che ne sorgano delle altre, e federarci tutti insieme per partecipare addirittura alle elezioni Nazionali, per creare come diceva ieri Alessandra Lombardi, un nuovo modo di fare ed essere politica”.
Beh, ora credo sia possibile. Il contesto e’ favorevole , ora sta a noi .
Luca
retedeicittadini.it
di Luca Castrichella, candidato consigliere
Ieri, 22 marzo, a Latina, organizzato dal Giornale Latina Oggi si e’ svolto un incontro tra i candidati alla carica di consigliere Regionale.
Erano presente un ammasso gelatinoso composto da Di Resta , Galetto DIGiorgi, Forte, Moscardelli, Deamicis, Bartolomeo, e, come ogni grande torta, sopra c’era la ciliegia: CIARRAPICO!
Noi eravamo presenti oltre che con me, anche con Ornella Pistolesi.
Ero molto teso, sudavo, ma ero carico. Arrivati nella sala l’aumentare delle cravatte dei super telefonini e delle segretarie, mi faceva diminuire la salivazione ed ho veramente rischiato il crollo emotivo.
La conferenza/dibattito ha inizio e con l’aumentare degli interventi la mia tensione si scioglie : le banalità’, il qualunquismo la pochezza mista ad errori grammaticali mi rasserena. E come un un romanzo di Dostoevskij, comincio a provare pena per questa classe politica sulla quale, con il mio intervento, riverserò il disprezzo di aver rovinato un paese ed una cultura.
La domanda per me era sulle Rinnovabili. Ho detto che parlare di Rinnovabili oramai va di moda e che mi sottraggo a questo. Ho detto: “Quello che voglio dirvi e’ che secondo noi questa classe politica non e’ in grado di esprimer un progetto sano e credibile per il nostro paese. Questa politica e’ alla fine di un ciclo e quello che la Rete dei Cittadini propone non e’ l’adozione delle rinnovabili, ma e’ un nuovo modo di fare politica, che riporti al centro gli interessi dei cittadini in un necessario modo di ripensare il territorio ed il suo sfruttamento in un rapporto di equilibrio che deve alzare per forza il nostro livello di coscienza e cultura. Per quanto riguarda le rinnovabili: pensare ad una Green Economy (grazie Federico Fincato) che decentralizzi la produzione dell’energia per il fabbisogno degli edifici e che compensi, laddove il territorio ne abbia bisogno, con la creazione di piccole centrali ad hoc di nuova tecnologia.
Questo per sottrarre a questa regione e a questa politica l’idea che i cancro – mostri risolvano i problemi e per restituire la vocazione Turistica ed Agricola al Lazio.”
Ho parlato di ricerca che supporti questo progetto con le Università’ laziali. Ho parlato di lavoro di qualità restituito ai giovani grazie a questo volano.
Bene, secondo me i gelatinosi non capivano nemmeno cosa stavo dicendo. Chiudo ricordando i nostri fondamenti costituenti: ogni tipo di progetto si deve basare sui due assunti della LEGALITA’ e della TRASPARENZA. Legalità’ e corruzione sul territorio, abusi della politica che oramai giustificano tutto, persino la privatizzazione di un bene come l’acqua. Trasparenza perché il nostro concetto di Democrazia e’ partecipata e diretta, dove il cittadino e’ coinvolto e partecipe delle scelte e del progetto (Grazie Rufo), ho parlato anche di bilancio partecipato .
Chiudo invitando chi crede nell’idea che hanno di futuro queste persone a non stare in ansia perché sono di nuovo tutte li a dx e a sx, ma se invece qualcuno pensa che un ciclo si stia concludendo allora l’alternativa noi l’abbiamo creata: La Rete c’e', ora tocca a Voi. Il nostro Presidente del Lazio si chiama Marzia Marzoli .
Signori e’ stato bellissimo. Poi Dx e sx si sono accusati a vicenda. La sx diceva che la dx voleva il nucleare e che questo era nocivo alla salute dei cittadini, io ho ribadito che la sx ha autorizzato la costruzione del “termovalorizzatore” di Albano e non ha impedito la costruzione della centrale turbogas di Aprilia. E all’improvviso, il colpo di scena! Il rappresentate del centro sinistra dice: “la politica dei no non porta da nessuna parte . la crisi dei rifiuti di Napoli ci ha insegnato che per risolvere il problema i rifiuti vanno inceneriti!” Eccoli là: l’altra faccia della medaglia.
Ornella interviene parlando di cultura, di fondamentali della vita e sui rapporti. Rivendica un ruolo delle donne, non solo perche’ garantito dalla legge ma perché le donne, in questa società maschilista , possono per loro natura essere portatrici del cambiamento. Chiude dicendo che dietro le privatizzazioni ci sono i comitati di affari che si sono spinti fino all’immaginabile. Noi pensavamo che il limite fosse l’acqua, ma a Latina sono andati oltre: hanno privatizzato pure i CIMITERI!
Chiudo lasciandovi con le parole di Maurizio Patarini di Resistenza Attiva di Latina: “Luca noi dobbiamo essere interpreti di una rivoluzione che e’ in atto perché’ questa politica si sta esaurendo: non ha più’ né idee né progetti, alimenta solo se stessa. Voglio creare una Rete dei Cittadini per Latina e sperare che ne sorgano delle altre, e federarci tutti insieme per partecipare addirittura alle elezioni Nazionali, per creare come diceva ieri Alessandra Lombardi, un nuovo modo di fare ed essere politica”.
Beh, ora credo sia possibile. Il contesto e’ favorevole , ora sta a noi .
Luca
retedeicittadini.it
la verità è un'altra storia
siamo pare abituati a che le verità di fatto siano trattate sullo stesso piano delle opinioni, consentendo al potere di piegarle alle necessità della rissa politica del momento.
E' successo anche nel corso di questa campagna elettorale, come abbiamo documentato a proposito della vicenda delle liste.
Su una scala più ampia, e dunque più tragica e pericolosa, è avvenuto in occasione della guerra in Iraq, uno degli eventi più drammatici che tuttora segnano l'inizio di questo millennio.
E' ora di far coincidere la lotta per una alternativa al degrado morale e civile, sociale e politico del nostro paese con quella contro il disastroso occultamento della verità tuttora perpetrato su tutta la vicenda irachena.
Al contrario di Bush e Blair, Silvio Berlusconi non è stato mai chiamato a testimoniare sul suo ruolo nella guerra. Eppure si è reso protagonista di una scelta opposta rispetto agli impegni solennemente assunti di fronte al Parlamento. Si è reso protagonista della menzogna più grande degli ultimi decenni, la più grave per numero di morti. Un crimine ormai documentato da testimonianze e documenti ufficiali, secondo i quali l'unica vera alternativa alla guerra, rappresentata dalla possibilità concreta che il dittatore iracheno andasse in esilio, è stata attivamente boicottata per poter procedere all'intervento militare.
http://www.boninopannella.it/verita
La verità non potrà riportare in vita le 100.000 vittime della guerra irachena, né ridare una casa ai 4 milioni e 700 mila rifugiati, e forse non riuscirà neanche a porre un argine ai danni politici inferti alla causa della democrazia e della libertà nel mondo arabo.
Potrà però ristabilire la fiducia nella possibilità del ritorno - negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in tanta parte del mondo - al rispetto dello stato di diritto, della democrazia, del rispetto del proprio paese e della parola data.
Potrà rendere note all'opinione pubblica internazionale le alternative alla guerra, perché un domani non si riproponga come unica soluzione per rimuovere un dittatore dal potere o fronteggiare minacce alla sicurezza internazionale.
Il Partito radicale ha raccolto in questi anni prove inconfutabili sulle responsabilità del conflitto iracheno. Aiutaci a trasformarle in un'istruttoria internazionale. Finanzia con una donazione questa campagna:
http://www.boninopannella.it/verita
Nelle prossime settimane una delegazione del Partito radicale dovrà recarsi in alcuni Paesi arabi per istruire il procedimento di accusa. Anche un piccolo sostegno potrà contribuire a questo ambizioso obiettivo.
Grazie,
Marco Pannella
E' successo anche nel corso di questa campagna elettorale, come abbiamo documentato a proposito della vicenda delle liste.
Su una scala più ampia, e dunque più tragica e pericolosa, è avvenuto in occasione della guerra in Iraq, uno degli eventi più drammatici che tuttora segnano l'inizio di questo millennio.
E' ora di far coincidere la lotta per una alternativa al degrado morale e civile, sociale e politico del nostro paese con quella contro il disastroso occultamento della verità tuttora perpetrato su tutta la vicenda irachena.
Al contrario di Bush e Blair, Silvio Berlusconi non è stato mai chiamato a testimoniare sul suo ruolo nella guerra. Eppure si è reso protagonista di una scelta opposta rispetto agli impegni solennemente assunti di fronte al Parlamento. Si è reso protagonista della menzogna più grande degli ultimi decenni, la più grave per numero di morti. Un crimine ormai documentato da testimonianze e documenti ufficiali, secondo i quali l'unica vera alternativa alla guerra, rappresentata dalla possibilità concreta che il dittatore iracheno andasse in esilio, è stata attivamente boicottata per poter procedere all'intervento militare.
http://www.boninopannella.it/verita
La verità non potrà riportare in vita le 100.000 vittime della guerra irachena, né ridare una casa ai 4 milioni e 700 mila rifugiati, e forse non riuscirà neanche a porre un argine ai danni politici inferti alla causa della democrazia e della libertà nel mondo arabo.
Potrà però ristabilire la fiducia nella possibilità del ritorno - negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in tanta parte del mondo - al rispetto dello stato di diritto, della democrazia, del rispetto del proprio paese e della parola data.
Potrà rendere note all'opinione pubblica internazionale le alternative alla guerra, perché un domani non si riproponga come unica soluzione per rimuovere un dittatore dal potere o fronteggiare minacce alla sicurezza internazionale.
Il Partito radicale ha raccolto in questi anni prove inconfutabili sulle responsabilità del conflitto iracheno. Aiutaci a trasformarle in un'istruttoria internazionale. Finanzia con una donazione questa campagna:
http://www.boninopannella.it/verita
Nelle prossime settimane una delegazione del Partito radicale dovrà recarsi in alcuni Paesi arabi per istruire il procedimento di accusa. Anche un piccolo sostegno potrà contribuire a questo ambizioso obiettivo.
Grazie,
Marco Pannella
mercoledì 24 marzo 2010
turbogas, rifiuti, privatizzazione acqua, cambia statuto Acea
Potere romano di Giovanna Lantini il fatto quotidiano del 23 marzo 2010
Con il nuovo statuto dentro Acea i piccoli azionisti non contano più
Primi posizionamenti nella guerra per l'acqua romana, con la concessionaria del servizio idrico della capitale, Acea, che fa un passo avanti verso la strada della privatizzazione. E lo fa proprio nella giornata dedicata dall'Onu alla preziosa risorsa blu, 48 ore dopo la manifestazione romana per “l’acqua libera”. I piccoli azionisti di Acea, ieri, con una modifica dello statuto, si sono visti di fatto esclusi dalla gestione della società di cui sono grandi azionisti il Comune di Roma (51 per cento), il costruttore-editore Francesco Gaetano Caltagirone (8,94 per cento) e il gigante francese dell'energia e dell'ambiente Gdf-Suez (9,981 per cento).
In base alle norme varate ieri, infatti, la nomina dei consiglieri di amministrazione della società avverrà in base ai voti ottenuti dalle liste e, quindi, in proporzione alle quote azionarie. Meccanismo che verrà applicato per il rinnovo del consiglio della società, in calendario per il 30 aprile. In pratica, grazie alla modifica statutaria, la prossima riunione dei soci, in barba agli azionisti di minoranza assoluta (piccoli risparmiatori e dipendenti) potrà eleggere cinque rappresentanti del Comune di Roma, due di Gdf-Suez e due di Caltagirone. Con il precedente sistema, invece, fermi restando i cinque consiglieri del Comune, la seconda lista che si aggiudicava più voti aveva diritto a due consiglieri, mentre i restanti due posti andavano ai primi candidati della terza e della quarta lista. Infatti l'Associazione dei piccoli azionisti (Apa) ha contestato l'operazione: “Presenteremo un esposto alla Consob sui criteri di salvaguardia delle liste di minoranza”. Clatagirone, suocero del leader dell'Udc Pier Fendinando Casini, festeggia. E’ evidente che, con un consiglio che possa fare “scelte societarie coese che vadano nella direzione di tenere in considerazione chi effettivamente investe con numeri importanti nella società” (come spiegato ieri dal presidente di Acea, Giancarlo Cremonesi), tutto diventa più facile. Ancor più nell'ipotesi in cui si proceda sulla via di una privatizzazione accelerata perché giustificata dalla crisi e dal difficile momento vissuto dagli azionisti pubblici. Secondo quanto previsto dal decreto Ronchi da poco approvato dal governo, infatti, le quote degli enti locali nelle aziende di gestione delle risorse idriche dovranno progressivamente scendere per arrivare sotto la soglia del 30 per cento entro il 2015. Tuttavia le intenzioni del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, sarebbero quelle di anticipare i tempi. Il sindaco di Roma, nel corso di un acceso consiglio comunale di qualche settimana fa, aveva dichiarato che “per una realtà come Acea, che ha la concessione per la gestione del servizio idrico fino al 2032, una graduale privatizzazione è certamente meglio di una gara aperta che susciterebbe appetiti internazionali”.
Anche se, per ora, i francesi sono ancora titolati ad assistere a Roma all'esatto contrario di quanto avvenuto a Parigi dove, dal primo gennaio di quest'anno, il Comune guidato da Bertrand Delanoë ha ripreso in mano la gestione dell'acqua attraverso la regia municipale dell'Eau de Paris.
Con il nuovo statuto dentro Acea i piccoli azionisti non contano più
Primi posizionamenti nella guerra per l'acqua romana, con la concessionaria del servizio idrico della capitale, Acea, che fa un passo avanti verso la strada della privatizzazione. E lo fa proprio nella giornata dedicata dall'Onu alla preziosa risorsa blu, 48 ore dopo la manifestazione romana per “l’acqua libera”. I piccoli azionisti di Acea, ieri, con una modifica dello statuto, si sono visti di fatto esclusi dalla gestione della società di cui sono grandi azionisti il Comune di Roma (51 per cento), il costruttore-editore Francesco Gaetano Caltagirone (8,94 per cento) e il gigante francese dell'energia e dell'ambiente Gdf-Suez (9,981 per cento).
In base alle norme varate ieri, infatti, la nomina dei consiglieri di amministrazione della società avverrà in base ai voti ottenuti dalle liste e, quindi, in proporzione alle quote azionarie. Meccanismo che verrà applicato per il rinnovo del consiglio della società, in calendario per il 30 aprile. In pratica, grazie alla modifica statutaria, la prossima riunione dei soci, in barba agli azionisti di minoranza assoluta (piccoli risparmiatori e dipendenti) potrà eleggere cinque rappresentanti del Comune di Roma, due di Gdf-Suez e due di Caltagirone. Con il precedente sistema, invece, fermi restando i cinque consiglieri del Comune, la seconda lista che si aggiudicava più voti aveva diritto a due consiglieri, mentre i restanti due posti andavano ai primi candidati della terza e della quarta lista. Infatti l'Associazione dei piccoli azionisti (Apa) ha contestato l'operazione: “Presenteremo un esposto alla Consob sui criteri di salvaguardia delle liste di minoranza”. Clatagirone, suocero del leader dell'Udc Pier Fendinando Casini, festeggia. E’ evidente che, con un consiglio che possa fare “scelte societarie coese che vadano nella direzione di tenere in considerazione chi effettivamente investe con numeri importanti nella società” (come spiegato ieri dal presidente di Acea, Giancarlo Cremonesi), tutto diventa più facile. Ancor più nell'ipotesi in cui si proceda sulla via di una privatizzazione accelerata perché giustificata dalla crisi e dal difficile momento vissuto dagli azionisti pubblici. Secondo quanto previsto dal decreto Ronchi da poco approvato dal governo, infatti, le quote degli enti locali nelle aziende di gestione delle risorse idriche dovranno progressivamente scendere per arrivare sotto la soglia del 30 per cento entro il 2015. Tuttavia le intenzioni del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, sarebbero quelle di anticipare i tempi. Il sindaco di Roma, nel corso di un acceso consiglio comunale di qualche settimana fa, aveva dichiarato che “per una realtà come Acea, che ha la concessione per la gestione del servizio idrico fino al 2032, una graduale privatizzazione è certamente meglio di una gara aperta che susciterebbe appetiti internazionali”.
Anche se, per ora, i francesi sono ancora titolati ad assistere a Roma all'esatto contrario di quanto avvenuto a Parigi dove, dal primo gennaio di quest'anno, il Comune guidato da Bertrand Delanoë ha ripreso in mano la gestione dell'acqua attraverso la regia municipale dell'Eau de Paris.
Prima riunione del comitato Contro il Nucleare e per le Energie Rinnovabili
Prima riunione del comitato Contro il Nucleare e per le Energie Rinnovabili
Latina 27 marzo 2010, ore 17:30 c/o sede del Circolo Arcobaleno di Legambiente Latina
Car* amic*,
in conseguenza della proposta lanciata in occasione del Treno Verde di costituire un Comitato sul tema del No Nucleare e per le energie rinnovabili e per dare seguito all'incontro avuto con Rosa di Latina Sostenibile si è pensato di proporre un appuntamento operativo in cui far confluire tutti coloro interessati a collaborare concretamente a tutta una serie di iniziative da realizzare a Latina.
Prima di tutto vorrei precisare che questo è un invito aperto a tutti coloro che, con sano spirito democratico, intendano mettere assieme le proprie energie su questa duplice ed unica battaglia per contrastare la politica del ritorno al nucleare in Italia e sul nostro territorio e promuovere con forza le scelte energetiche ad essa alternative.
La scelta della forma del "comitato", ritengo, rappresenti quella maggiormente inclusiva e partecipativa in virtù del fatto che ad esso fondamentalmente aderiscono i soggetti, portando con loro, chiaramente e necessariamente, appartenenze ed identità. Non, quindi, un'aggregazione di sigle, bensì una sinergia di menti, cuori, braccia e gambe a cui sarà gradito veder affiancate organizzazioni strutturate come associazioni, sindacati e formazioni politiche. A queste si chiede, nel caso la scelta di partecipazione al comitato sia sentita e fortemente condivisa al loro
interno, di esprimere ufficialmente la loro volontà di partecipazione attraverso un comunicato stampa da divulgare entro la data prevista dell'incontro e preferibilmente entro venerdì mattina.
Operativamente il primo appuntamento è sabato prossimo 27 marzo alle ore 17:30 presso la sede del Circolo Arcobaleno di Legambiente, occasionalmente libera da altre iniziative.
L'incontro ha l'intento di condividere da subito alcune azioni concrete su cui si sta già lavorando ed in particolare si affronterà concretamente la proposta dell'ass. Latina Sostenibile di realizzare una serie di banchetti informativi da dislocare in diversi punti della Città. Si sta, a tal proposito, predisponendo un
questionario ed un calendario.
Tutti i partecipanti sono invitati ad elaborare proposte in relazione a quesiti interessanti che possano essere proposti ai cittadini di Latina per invogliarli e "costringerli" a ragionare con noi sul tema del Nucleare e delle Rinnovabili.
Colgo, inoltre, l'occasione per lanciare altre due proposte di azioni ed iniziative.
Come Legambiente volevo organizzare per il 25 o 26 Aprile la proiezione di alcuni documentari sul disastro di Cernobyl di cui ricorre l'anniversario.
Per la metà di aprile , invece, volevo provare ad aggregare quanta più gente possibile in una Critical Mass, ossia (traduco) una "biciclettata" da fare per le vie cittadine e, perché no, fino a B.go Sabotino quale emblema di partecipazione e di coinvolgimento e metafora di un'inversione di rotta nelle scelte collettive attraverso il cambiamento dei costumi individuali.
Per concludere, vi invito a diffondere quanto più possibile questa comunicazione.
un abbraccio
Alessandro
Latina 27 marzo 2010, ore 17:30 c/o sede del Circolo Arcobaleno di Legambiente Latina
Car* amic*,
in conseguenza della proposta lanciata in occasione del Treno Verde di costituire un Comitato sul tema del No Nucleare e per le energie rinnovabili e per dare seguito all'incontro avuto con Rosa di Latina Sostenibile si è pensato di proporre un appuntamento operativo in cui far confluire tutti coloro interessati a collaborare concretamente a tutta una serie di iniziative da realizzare a Latina.
Prima di tutto vorrei precisare che questo è un invito aperto a tutti coloro che, con sano spirito democratico, intendano mettere assieme le proprie energie su questa duplice ed unica battaglia per contrastare la politica del ritorno al nucleare in Italia e sul nostro territorio e promuovere con forza le scelte energetiche ad essa alternative.
La scelta della forma del "comitato", ritengo, rappresenti quella maggiormente inclusiva e partecipativa in virtù del fatto che ad esso fondamentalmente aderiscono i soggetti, portando con loro, chiaramente e necessariamente, appartenenze ed identità. Non, quindi, un'aggregazione di sigle, bensì una sinergia di menti, cuori, braccia e gambe a cui sarà gradito veder affiancate organizzazioni strutturate come associazioni, sindacati e formazioni politiche. A queste si chiede, nel caso la scelta di partecipazione al comitato sia sentita e fortemente condivisa al loro
interno, di esprimere ufficialmente la loro volontà di partecipazione attraverso un comunicato stampa da divulgare entro la data prevista dell'incontro e preferibilmente entro venerdì mattina.
Operativamente il primo appuntamento è sabato prossimo 27 marzo alle ore 17:30 presso la sede del Circolo Arcobaleno di Legambiente, occasionalmente libera da altre iniziative.
L'incontro ha l'intento di condividere da subito alcune azioni concrete su cui si sta già lavorando ed in particolare si affronterà concretamente la proposta dell'ass. Latina Sostenibile di realizzare una serie di banchetti informativi da dislocare in diversi punti della Città. Si sta, a tal proposito, predisponendo un
questionario ed un calendario.
Tutti i partecipanti sono invitati ad elaborare proposte in relazione a quesiti interessanti che possano essere proposti ai cittadini di Latina per invogliarli e "costringerli" a ragionare con noi sul tema del Nucleare e delle Rinnovabili.
Colgo, inoltre, l'occasione per lanciare altre due proposte di azioni ed iniziative.
Come Legambiente volevo organizzare per il 25 o 26 Aprile la proiezione di alcuni documentari sul disastro di Cernobyl di cui ricorre l'anniversario.
Per la metà di aprile , invece, volevo provare ad aggregare quanta più gente possibile in una Critical Mass, ossia (traduco) una "biciclettata" da fare per le vie cittadine e, perché no, fino a B.go Sabotino quale emblema di partecipazione e di coinvolgimento e metafora di un'inversione di rotta nelle scelte collettive attraverso il cambiamento dei costumi individuali.
Per concludere, vi invito a diffondere quanto più possibile questa comunicazione.
un abbraccio
Alessandro
Anm dal premier aggressione sconcertante
Silvio Berlusconi a "Uno Mattina": "Nessun dialogo con questa opposizione". Bersani: "Vuole zittire tutti"
"Non sono un monarca, nel Pdl c'è democrazia". Frenata sul presidenzialismo: "Decideranno i cittadini"
Berlusconi attacca i giudici: "Sono un partito"
Anm: "Dal premier aggressione sconcertante"
ROMA - "Dialogo? Impossibile con questa opposizione". i giudici? sono un partito". Silvio Berlusconi, intervenendo telefonicamente a "Uno Mattina", ripropone, punto per punto, i cavalli di battaglia della sua campagna elettorale: nessun dialogo con l'opposizione, "complotto" dei giudici e riforma della giustizia. Garantendo che il Pdl gode di ottima salute. Con buona pace di Gianfranco Fini che invece il partito, così com'è, proprio non lo gradisce.
Giudici. Nella campagna elettorale per le Regionali "il partito delle Procure è entrato pesantemente in campo. Hanno inventato una Tangentopoli che non c'era e non c'è - dice il premier -. Poi hanno cercato di distruggere il miracolo che abbiamo fatto a L'Aquila e buttato fango su Bertolaso e la Protezione Civile. Poi si sono inventati il rigetto delle nostre liste a Milano e Roma, quando i nostri delegati non avevano nessuna colpa, e infine un'inchiesta risibile, basata su intercettazioni al presidente del Consiglio, e che si risolve in un nulla". Accuse che l'Associazione nazionale magistrati rigetta: "E' sconcertante che in campagna elettorale venga aggredita quotidianamente un'istituzione dello Stato - dice il presidente Luca Palamara - noi non siamo un partito ma in uno Stato di diritto il nostro compito è quello di applicare la legge".
Dialogo. "Il Pdl vuole zittire tutti". Si consuma così l'ultimo scontro tra Silvio Berlusconi e Pierluigi Bersani. Con il premier che rilancia la sua intenzione di andare avanti mettendo da parte ogni tentazione di rapporto con l'opposizione e con il Pd che torna a sottolineare le tentazioni "assolutistiche" del Cavaliere. Poi tocca al dialogo. O meglio al dialogo che non c'è. "Nessuna possibilità di confronto e dialogo con una sinistra che insulta, offende, deride, delegittima, calunnia - dice Berlusconi - Ho detto che sarebbe meglio farle con l'opposizione, ma se vorrà cambiare e dialogare seriamente. Cosa che finora non è accaduta". Per il premier sarà possibile un confronto "quando l'opposizione diventererà credibile e capiremo con chi parlare se con i riformisti o con gli agitatori di piazza". La replica di Bersani è immediata. "Berlusconi sa solo zittire tutti - dice il segretario del Pd - Con cento voti in più in parlamento in venti mesi ha messo la fiducia per 28 volte e fatto 58 decreti zittendo sia l'opposizione che la maggioranza: questo è il suo modo. Non accetta i confronti elettorali, intende la politica come un comizio continuo e il governo come un decreto continuo, questo è il suo modo di dialogare"
Presidenzialismo. "E' una proposta presente nel nostro programma elettorale. Abbiamo tre anni di tempi, e dobbiamo rivolgerci ai cittadini e sentire da loro qual è la cosa che preferiscono, se vogliono andare verso l'elezione diretta del presidente della Repubblica o del premier. Abbiamo sempre fatto così, il Pdl nasce dal basso e coinvolge sempre i cittadini" dice Berlusconi. In realtà il premier prima aveva annunciato la sua volontà presidenzialista, poi era stato frenato da Bossi e Fini. Adesso, invece, rimanda tutto al volere "dei cittadini".
"Non sono un monarca". "Il popolo della libertà si chiama proprio così perchè è fatto dalla gente, è nato dal basso. E' un partito assolutamente democratico che assume ogni decisione non da parte di un monarca, che sarei io, come indicato da qualcuno. E' esattamente il contrario". Il premier replica così, senza citarlo, a chi come Fini mette in discussione lo stato di salute del Pdl. "Certo tutto si può migliorare ma io sono assolutamente contento e soddisfatto degli organi che ci siamo dati e del modo in cui hanno lavorato quest'anno e penso che potranno lavorare ancora meglio del futuro". taglia corto il Cavaliere.
Giustizia e intercettazioni. "Presentermo la riforma subito dopo le elezioni". Berlusconi riafferma la volontà di mettere mano alla giustizia. Un tema per lui fondamentale: "Serve la parità fra accusa e difesa e la terzietà del giudice". Il premier parla anche di intercettazioni: "Esiste al mondo un altro paese, che non siano gli Stati di polizia o le dittature, in cui un cittadino non possa parlare liberamente, anche di cose private, senza veder intercettate e sbattute sui giornali le sue parole, distorcendole e utilizzandole per screditarlo, per renderlo ridicolo? Cambieremo questa situazione, al più presto. E' urgente e indispensabile".
Bersani. Il segretario del Pd commenta le parole del presidente della Cei Cardinale Bagnasco che ieri aveva invitato a votare per chi si schiera contro l'aborto. "La destra strumentalizza quelle parole. Io non sottovaluto che questo richiamo avviene in piena campagna elettorale e la risposta tocca alla politica e ai candidati".
(23 marzo 2010) www.repubblica.it
"Non sono un monarca, nel Pdl c'è democrazia". Frenata sul presidenzialismo: "Decideranno i cittadini"
Berlusconi attacca i giudici: "Sono un partito"
Anm: "Dal premier aggressione sconcertante"
ROMA - "Dialogo? Impossibile con questa opposizione". i giudici? sono un partito". Silvio Berlusconi, intervenendo telefonicamente a "Uno Mattina", ripropone, punto per punto, i cavalli di battaglia della sua campagna elettorale: nessun dialogo con l'opposizione, "complotto" dei giudici e riforma della giustizia. Garantendo che il Pdl gode di ottima salute. Con buona pace di Gianfranco Fini che invece il partito, così com'è, proprio non lo gradisce.
Giudici. Nella campagna elettorale per le Regionali "il partito delle Procure è entrato pesantemente in campo. Hanno inventato una Tangentopoli che non c'era e non c'è - dice il premier -. Poi hanno cercato di distruggere il miracolo che abbiamo fatto a L'Aquila e buttato fango su Bertolaso e la Protezione Civile. Poi si sono inventati il rigetto delle nostre liste a Milano e Roma, quando i nostri delegati non avevano nessuna colpa, e infine un'inchiesta risibile, basata su intercettazioni al presidente del Consiglio, e che si risolve in un nulla". Accuse che l'Associazione nazionale magistrati rigetta: "E' sconcertante che in campagna elettorale venga aggredita quotidianamente un'istituzione dello Stato - dice il presidente Luca Palamara - noi non siamo un partito ma in uno Stato di diritto il nostro compito è quello di applicare la legge".
Dialogo. "Il Pdl vuole zittire tutti". Si consuma così l'ultimo scontro tra Silvio Berlusconi e Pierluigi Bersani. Con il premier che rilancia la sua intenzione di andare avanti mettendo da parte ogni tentazione di rapporto con l'opposizione e con il Pd che torna a sottolineare le tentazioni "assolutistiche" del Cavaliere. Poi tocca al dialogo. O meglio al dialogo che non c'è. "Nessuna possibilità di confronto e dialogo con una sinistra che insulta, offende, deride, delegittima, calunnia - dice Berlusconi - Ho detto che sarebbe meglio farle con l'opposizione, ma se vorrà cambiare e dialogare seriamente. Cosa che finora non è accaduta". Per il premier sarà possibile un confronto "quando l'opposizione diventererà credibile e capiremo con chi parlare se con i riformisti o con gli agitatori di piazza". La replica di Bersani è immediata. "Berlusconi sa solo zittire tutti - dice il segretario del Pd - Con cento voti in più in parlamento in venti mesi ha messo la fiducia per 28 volte e fatto 58 decreti zittendo sia l'opposizione che la maggioranza: questo è il suo modo. Non accetta i confronti elettorali, intende la politica come un comizio continuo e il governo come un decreto continuo, questo è il suo modo di dialogare"
Presidenzialismo. "E' una proposta presente nel nostro programma elettorale. Abbiamo tre anni di tempi, e dobbiamo rivolgerci ai cittadini e sentire da loro qual è la cosa che preferiscono, se vogliono andare verso l'elezione diretta del presidente della Repubblica o del premier. Abbiamo sempre fatto così, il Pdl nasce dal basso e coinvolge sempre i cittadini" dice Berlusconi. In realtà il premier prima aveva annunciato la sua volontà presidenzialista, poi era stato frenato da Bossi e Fini. Adesso, invece, rimanda tutto al volere "dei cittadini".
"Non sono un monarca". "Il popolo della libertà si chiama proprio così perchè è fatto dalla gente, è nato dal basso. E' un partito assolutamente democratico che assume ogni decisione non da parte di un monarca, che sarei io, come indicato da qualcuno. E' esattamente il contrario". Il premier replica così, senza citarlo, a chi come Fini mette in discussione lo stato di salute del Pdl. "Certo tutto si può migliorare ma io sono assolutamente contento e soddisfatto degli organi che ci siamo dati e del modo in cui hanno lavorato quest'anno e penso che potranno lavorare ancora meglio del futuro". taglia corto il Cavaliere.
Giustizia e intercettazioni. "Presentermo la riforma subito dopo le elezioni". Berlusconi riafferma la volontà di mettere mano alla giustizia. Un tema per lui fondamentale: "Serve la parità fra accusa e difesa e la terzietà del giudice". Il premier parla anche di intercettazioni: "Esiste al mondo un altro paese, che non siano gli Stati di polizia o le dittature, in cui un cittadino non possa parlare liberamente, anche di cose private, senza veder intercettate e sbattute sui giornali le sue parole, distorcendole e utilizzandole per screditarlo, per renderlo ridicolo? Cambieremo questa situazione, al più presto. E' urgente e indispensabile".
Bersani. Il segretario del Pd commenta le parole del presidente della Cei Cardinale Bagnasco che ieri aveva invitato a votare per chi si schiera contro l'aborto. "La destra strumentalizza quelle parole. Io non sottovaluto che questo richiamo avviene in piena campagna elettorale e la risposta tocca alla politica e ai candidati".
(23 marzo 2010) www.repubblica.it
chi è Marzia Marzoli
CHI E’ MARZIA MARZOLI?
Mi chiamo Marzia Marzoli e sono nata a Roma il 20 Luglio 1966.
Nel 1976 la mia famiglia decise di trasferirsi a Tarquinia, precisamente nel borgo delle Saline, per vivere in modo più sano e con ritmi meno frenetici di quelli imposti dalla grande città.
La riserva delle saline, con i suoi scorci di grande interesse naturalistico e di forte spiritualità, mi ha permesso di crescere in un luogo magico, come nella favola di Pinocchio.
Dopo i primi esami sostenuti presso la facoltà di scienze politiche, sono stata costretta ad abbandonare gli studi perché sempre più assorbita dal lavoro che tuttora svolgo nel campo turistico ricettivo. Sono sposata ed ho un bambino di sei anni.
Tarquinia, ricca di testimonianze artistiche etrusche e medioevali, ha un territorio meraviglioso che si estende tra mare, boschi e zone agricole che, grazie ad una terra generosa, offrono produzioni agricole e zootecniche di grande pregio. Inoltre la naturale predisposizione verso attività di carattere turistico legate alla cultura e alla balneazione, fa di Tarquinia un gioiello ancora tutto da scoprire.
Proprio per difendere questo territorio, nel 2005 ho iniziato la logorante lotta contro la riconversione a carbone di Torre Valdaliga Nord a Civitavecchia, nel nome della legalità e contro l’ingiusta schiavitù energetica che grava su tutto il comprensorio ormai da più di 50 anni.
Questa esperienza è stata vissuta all’inizio con una grande fiducia nelle istituzioni,
che partecipavano alle manifestazioni di piazza prospettando azioni ferme, fianco a fianco con i cittadini. Di quelle promesse ora non rimane che una triste realtà frutto delle nefaste scelte di sindaci e presidenti di regione. Sono stati vicini ai cittadini solo per calcolo: il loro vero scopo era alzare il prezzo delle compensazioni economiche legate alla riconversione a carbone.
Questo tradimento, anziché togliere motivazione alla lotta affrontata da semplice cittadino, mi ha
chiarito un concetto semplice ma fondamentale: “Non possiamo delegare ai dipendenti della politica il futuro dei nostri territori”.
Penso che la Rete dei Cittadini possa amplificare questo concetto, offrendo un’opportunità di scelta per tutte quelle persone che amano la propria terra, le proprie radici, che non vogliono sfuggire al proprio destino, ma costruire un futuro per le nuove generazioni lottando da cittadini, a fianco di altri cittadini, per tutti i cittadini. Le lotte di potere le lasciamo agli altri.
per immagini e informazioni http://retedeicittadini.it/
Mi chiamo Marzia Marzoli e sono nata a Roma il 20 Luglio 1966.
Nel 1976 la mia famiglia decise di trasferirsi a Tarquinia, precisamente nel borgo delle Saline, per vivere in modo più sano e con ritmi meno frenetici di quelli imposti dalla grande città.
La riserva delle saline, con i suoi scorci di grande interesse naturalistico e di forte spiritualità, mi ha permesso di crescere in un luogo magico, come nella favola di Pinocchio.
Dopo i primi esami sostenuti presso la facoltà di scienze politiche, sono stata costretta ad abbandonare gli studi perché sempre più assorbita dal lavoro che tuttora svolgo nel campo turistico ricettivo. Sono sposata ed ho un bambino di sei anni.
Tarquinia, ricca di testimonianze artistiche etrusche e medioevali, ha un territorio meraviglioso che si estende tra mare, boschi e zone agricole che, grazie ad una terra generosa, offrono produzioni agricole e zootecniche di grande pregio. Inoltre la naturale predisposizione verso attività di carattere turistico legate alla cultura e alla balneazione, fa di Tarquinia un gioiello ancora tutto da scoprire.
Proprio per difendere questo territorio, nel 2005 ho iniziato la logorante lotta contro la riconversione a carbone di Torre Valdaliga Nord a Civitavecchia, nel nome della legalità e contro l’ingiusta schiavitù energetica che grava su tutto il comprensorio ormai da più di 50 anni.
Questa esperienza è stata vissuta all’inizio con una grande fiducia nelle istituzioni,
che partecipavano alle manifestazioni di piazza prospettando azioni ferme, fianco a fianco con i cittadini. Di quelle promesse ora non rimane che una triste realtà frutto delle nefaste scelte di sindaci e presidenti di regione. Sono stati vicini ai cittadini solo per calcolo: il loro vero scopo era alzare il prezzo delle compensazioni economiche legate alla riconversione a carbone.
Questo tradimento, anziché togliere motivazione alla lotta affrontata da semplice cittadino, mi ha
chiarito un concetto semplice ma fondamentale: “Non possiamo delegare ai dipendenti della politica il futuro dei nostri territori”.
Penso che la Rete dei Cittadini possa amplificare questo concetto, offrendo un’opportunità di scelta per tutte quelle persone che amano la propria terra, le proprie radici, che non vogliono sfuggire al proprio destino, ma costruire un futuro per le nuove generazioni lottando da cittadini, a fianco di altri cittadini, per tutti i cittadini. Le lotte di potere le lasciamo agli altri.
per immagini e informazioni http://retedeicittadini.it/
martedì 23 marzo 2010
confronto candidati rete cittadini palacultura a Latina
Martedi 23 marzo ore 17 confronto al palacultura di Latina dei candidati alla regione Lazio della rete dei cittadini Ornella Pistolesi e Marco Finotti di Aprilia, con Elena Scopelliti, Enrico Viciconte, mentre sempre di Aprilia, nel listino è candidato Gianni Ruotolo tutti della rete dei cittadini no turbogas. La candidata a presidente è Marzia Marzoli.
lunedì 22 marzo 2010
libera acqua in libero stato no alla privatizzazione
Cronaca | Paola Zanca
"Libera acqua in libero stato: no alla privatizzazione"
21 marzo 2010
Contro corteo a Roma: "Caro-tariffe del 64%"
Di azzurro, qui c’è solo l’acqua. Dipinta sulle guance, disegnata sui rubinetti di cartapesta. Sono quelli che il governo ha deciso di chiudere. A tutti quelli che non pagano. Ieri, per le strade di Roma, una gran folla di persone - 200mila secondo gli organizzatori - è venuta a dire che per l'acqua soldi non ne vuole dare: perchè è un bene di tutti. Chiedono un referendum per abrogare il decreto approvato dal governo (con tanto di fiducia) che stabilisce che entro dicembre 2011 la gestione del servizio idrico dovrà aprirsi al mercato, con quote del 40% di capitale privato. "Sindaco, svegliati, l’acqua non è più tua", gridano i manifestanti. Di sindaci, in piazza, ce ne sono tanti. Agliana, Modica, Vittoria, Melilli, Lanuvio, alcuni dei gonfaloni in testa al corteo. Bengasi Battisti il sindaco lo fa a Corchiano, un paese in provincia di Viterbo. É del Pd. "Il mio partito non ha aderito alla manifestazione – dice – ma io sono qui lo stesso". Battisti è uno dei 200 primi cittadini – alcuni anche del Pdl – che fanno parte del Coordinamento enti locali per l’acqua pubblica. Tutti hanno votato ordini del giorno o inserito nello statuto comunale il principio per cui l’acqua è un bene comune, privo di rilevanza economica ed è un diritto dell’uomo.
Hanno ben chiaro in testa che cosa significa privatizzazione: "Diminuiscono gli investimenti da 2 miliardi a 700 milioni di euro – spiega il sindaco – Si perde il 30% dei posti di lavoro, aumentano del 20% le perdite d’acqua e le bollette lievitano del 64%". Numeri che parlano da soli. E infatti, dice Battisti, "su questo, la gente è con noi". La gente, per esempio, è Gianni Fabiani. Settantaquattro anni, pensionato, iscritto alla Cgil, viene da Treviso. "La vede questa goccia?", dice indicando il blu che ha dipinto sulla guancia. "Se la diamo in mano agli strozzini ce ne lasceranno un po’ o dovremo pagare tutto?". Quando gli chiedi la differenza tra questo corteo e quello del Pdl fa la faccia scura: "Quelli hanno un interesse forte per loro, noi per la comunità. Ma siamo vigili, non passeranno". Vigile, e parecchio arrabbiata, è anche Antonella Renzullo, 54 anni da Portici. È a Roma con il Comitato beni comuni della sua città, a sostenerli c’è anche la parrocchia. "Per molti di noi – racconta – questo viaggio è come un pellegrinaggio: il mondo è pieno di persone assetate dalle multinazionali, noi rischiamo di fare la stessa fine".
Colpa dell'arroganza del governo: "In Parlamento c’è depositata una proposta di legge di iniziativa popolare, sostenuta da 500mila cittadini, che definisce l’acqua bene comune e dice che va gestita senza profitto. E il governo che fa? Mette la fiducia su un decreto che impone tutto il contrario". E gli italiani in piazza per il Pdl? "Ognuno è libero di manifestare per chi crede. Ma c’è chi è venuto qui a proprie spese e chi per arrivare a Roma ha preso i soldi. Il potere economico compra anche le coscienze". "Lucrare sui bisogni primari – le fa eco Elena, 28 anni, di Capannori, provincia di Lucca – è l'apice di una politica che è solo tutela dell'interesse privato e non della collettività". I numeri sono strani. In tanti (nemmeno troppi) a difendere uno. In pochi (nemmeno troppi) a pensare a tutti.
Da il Fatto Quotidiano del 21 marzo
"Libera acqua in libero stato: no alla privatizzazione"
21 marzo 2010
Contro corteo a Roma: "Caro-tariffe del 64%"
Di azzurro, qui c’è solo l’acqua. Dipinta sulle guance, disegnata sui rubinetti di cartapesta. Sono quelli che il governo ha deciso di chiudere. A tutti quelli che non pagano. Ieri, per le strade di Roma, una gran folla di persone - 200mila secondo gli organizzatori - è venuta a dire che per l'acqua soldi non ne vuole dare: perchè è un bene di tutti. Chiedono un referendum per abrogare il decreto approvato dal governo (con tanto di fiducia) che stabilisce che entro dicembre 2011 la gestione del servizio idrico dovrà aprirsi al mercato, con quote del 40% di capitale privato. "Sindaco, svegliati, l’acqua non è più tua", gridano i manifestanti. Di sindaci, in piazza, ce ne sono tanti. Agliana, Modica, Vittoria, Melilli, Lanuvio, alcuni dei gonfaloni in testa al corteo. Bengasi Battisti il sindaco lo fa a Corchiano, un paese in provincia di Viterbo. É del Pd. "Il mio partito non ha aderito alla manifestazione – dice – ma io sono qui lo stesso". Battisti è uno dei 200 primi cittadini – alcuni anche del Pdl – che fanno parte del Coordinamento enti locali per l’acqua pubblica. Tutti hanno votato ordini del giorno o inserito nello statuto comunale il principio per cui l’acqua è un bene comune, privo di rilevanza economica ed è un diritto dell’uomo.
Hanno ben chiaro in testa che cosa significa privatizzazione: "Diminuiscono gli investimenti da 2 miliardi a 700 milioni di euro – spiega il sindaco – Si perde il 30% dei posti di lavoro, aumentano del 20% le perdite d’acqua e le bollette lievitano del 64%". Numeri che parlano da soli. E infatti, dice Battisti, "su questo, la gente è con noi". La gente, per esempio, è Gianni Fabiani. Settantaquattro anni, pensionato, iscritto alla Cgil, viene da Treviso. "La vede questa goccia?", dice indicando il blu che ha dipinto sulla guancia. "Se la diamo in mano agli strozzini ce ne lasceranno un po’ o dovremo pagare tutto?". Quando gli chiedi la differenza tra questo corteo e quello del Pdl fa la faccia scura: "Quelli hanno un interesse forte per loro, noi per la comunità. Ma siamo vigili, non passeranno". Vigile, e parecchio arrabbiata, è anche Antonella Renzullo, 54 anni da Portici. È a Roma con il Comitato beni comuni della sua città, a sostenerli c’è anche la parrocchia. "Per molti di noi – racconta – questo viaggio è come un pellegrinaggio: il mondo è pieno di persone assetate dalle multinazionali, noi rischiamo di fare la stessa fine".
Colpa dell'arroganza del governo: "In Parlamento c’è depositata una proposta di legge di iniziativa popolare, sostenuta da 500mila cittadini, che definisce l’acqua bene comune e dice che va gestita senza profitto. E il governo che fa? Mette la fiducia su un decreto che impone tutto il contrario". E gli italiani in piazza per il Pdl? "Ognuno è libero di manifestare per chi crede. Ma c’è chi è venuto qui a proprie spese e chi per arrivare a Roma ha preso i soldi. Il potere economico compra anche le coscienze". "Lucrare sui bisogni primari – le fa eco Elena, 28 anni, di Capannori, provincia di Lucca – è l'apice di una politica che è solo tutela dell'interesse privato e non della collettività". I numeri sono strani. In tanti (nemmeno troppi) a difendere uno. In pochi (nemmeno troppi) a pensare a tutti.
Da il Fatto Quotidiano del 21 marzo
i voti delle cosche e le minacce di La Russa
Cronaca | Redazione Il Fatto Quotidiano
I voti delle cosche e le minacce di La Russa
20 marzo 2010
La ‘ndrangheta e l’appoggio ai candidati Pdl: consensi in cambio di appalti
di Gianni Barbacetto e Davide Milosa
"Una non-notizia, una vergognosa strumentalizzazione". Così Ignazio La Russa ha reagito all’articolo pubblicato ieri dal Fatto Quotidiano sui voti della ’ndrangheta a candidati del Pdl. "Tu devi votare Ignazio e Fidanza...quello sarà il nostro futuro!": così diceva al telefono (intercettato) Michele Iannuzzi, consigliere comunale del Pdl a Trezzano sul Naviglio e procacciatore d’affari per la Kreiamo spa, una società ritenuta il braccio finanziario delle cosche calabresi impiantate nell’hinterland milanese. Iannuzzi è stato poi arrestato nel corso dell’inchiesta "Parco sud", come gli altri uomini della Kreiamo, il presidente Alfredo Iorio e il vicepresidente Andrea Madaffari. Nella primavera del 2009, il loro gruppo aveva deciso di convogliare i voti per le europee su tre candidati: il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il consigliere comunale di Milano Carlo Fidanza e Licia Ronzulli, imposta in lista da Silvio Berlusconi in persona. "Io sto facendo votare La Russa, Ronzulli, Fidanza", dice al telefono Iorio, l’immobiliarista della Kreiamo. Il progetto del gruppo era quello di far pesare, dopo le elezioni, il sostegno concesso ai tre candidati, chiedendo qualcosa in cambio sul terreno degli affari. Iannuzzi lo dice esplicitamente: "Prepariamo un elenco di tutti i vari comuni dove noi abbiamo portato dei voti, così li vanno a verificare. Poi con la lista della spesa andiamo da lui".
"Lui" è Marco Osnato, consigliere Pdl al Comune di Milano, cognato di La Russa e uomo Aler, l’azienda delle case popolari su cui il gruppo puntava per ottenere appalti. Le intercettazioni, contenute nei rapporti della Dia, la Direzione investigativa antimafia di Milano, dimostrano che il gruppo della Kreiamo si è dato da fare elettoralmente per sostenere alcuni politici. Non provano, naturalmente, che questi politici fossero d’accordo con quel gruppo. La Russa ieri ha convocato una conferenza stampa in cui si è scagliato contro il Fatto. "Credevo che un certo giornalismo avesse già toccato il fondo, ma mi sono dovuto ricredere, perché al peggio non c’è mai fine", ha dichiarato il ministro. "È una vergognosa strumentalizzazione, perché dopo il titolo manca la notizia. Per questo, penso di sporgere querela proprio sul titolo, perché si lancia il sasso, ma si nasconde la mano".
Il titolo in prima pagina era: "'Ndrangheta: votate Pdl". E poi: "Inchiesta della Dia: nel 2009 uomini legati alle cosche puntavano a Milano su La Russa, Fidanza e Ronzulli", che è esattamente quello che emerge dalle relazioni della Dia. A pagina 3, il titolo era: "La Russa è il nostro futuro", cioè le parole pronunciate al telefono da Iannuzzi, uno degli arrestati nel corso dell’inchiesta "Parco Sud".
La Russa in conferenza stampa ha detto di non conoscere neppure di vista il consigliere comunale di Forza Italia Michele Iannuzzi. Ma ha ammesso di conoscere abbastanza bene l’altro suo supporter a Trezzano, l’ex consigliere di An Andrea Pasini. Era proprio Pasini ad avere rapporti stretti con il giovane boss calabrese Domenico Papalia, latitante, a cui Pasini inviava sms. Il ministro ha poi rivelato di aver ricevuto minacce dalla mafia: "Tre mesi fa sono stato costretto ad aumentare il livello di protezione personale, per minacce di morte riferite da un pentito, che mi ha indicato come uno dei più intransigenti avversari della mafia. Mi sono guardato bene dal farmi pubblicità, ma ora lo dico. Io non ho mai denunciato un giornalista in vita mia, ma ora sono fortemente tentato dal farlo. L’unica spiegazione che mi posso dare è che la scorsa settimana avevo chiamato quel quotidiano il Ratto e forse di questo si sono offesi. Ma immaginare che si possano poi scrivere cose del genere su di me è fuori dal mondo. Non ho mai avuto e non mai avrò rapporti con persone che possano chiedere cose al di fuori della legalità, né tanto meno con esponenti della criminalità organizzata".
La Russa era già stato sfiorato da una vicenda con protagonisti mafiosi. Con il suo fedelissimo Massimo Corsaro, oggi deputato Pdl, era infatti socio di un’azienda proprietaria di alcuni locali, tra cui il Gibson bar di via Castel Morrone, a Milano. In cattiva compagnia: il Gibson bar era infatti controllato da Sergio Conti, un imprenditore condannato per estorsione con l’aggravante del metodo mafioso, per aver fatto fare recupero crediti al gruppo mafioso di Giuseppe Onorato, padrino della 'ndrangheta di Reggio Calabria.
Da il Fatto Quotidiano del 20 marzo
I voti delle cosche e le minacce di La Russa
20 marzo 2010
La ‘ndrangheta e l’appoggio ai candidati Pdl: consensi in cambio di appalti
di Gianni Barbacetto e Davide Milosa
"Una non-notizia, una vergognosa strumentalizzazione". Così Ignazio La Russa ha reagito all’articolo pubblicato ieri dal Fatto Quotidiano sui voti della ’ndrangheta a candidati del Pdl. "Tu devi votare Ignazio e Fidanza...quello sarà il nostro futuro!": così diceva al telefono (intercettato) Michele Iannuzzi, consigliere comunale del Pdl a Trezzano sul Naviglio e procacciatore d’affari per la Kreiamo spa, una società ritenuta il braccio finanziario delle cosche calabresi impiantate nell’hinterland milanese. Iannuzzi è stato poi arrestato nel corso dell’inchiesta "Parco sud", come gli altri uomini della Kreiamo, il presidente Alfredo Iorio e il vicepresidente Andrea Madaffari. Nella primavera del 2009, il loro gruppo aveva deciso di convogliare i voti per le europee su tre candidati: il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il consigliere comunale di Milano Carlo Fidanza e Licia Ronzulli, imposta in lista da Silvio Berlusconi in persona. "Io sto facendo votare La Russa, Ronzulli, Fidanza", dice al telefono Iorio, l’immobiliarista della Kreiamo. Il progetto del gruppo era quello di far pesare, dopo le elezioni, il sostegno concesso ai tre candidati, chiedendo qualcosa in cambio sul terreno degli affari. Iannuzzi lo dice esplicitamente: "Prepariamo un elenco di tutti i vari comuni dove noi abbiamo portato dei voti, così li vanno a verificare. Poi con la lista della spesa andiamo da lui".
"Lui" è Marco Osnato, consigliere Pdl al Comune di Milano, cognato di La Russa e uomo Aler, l’azienda delle case popolari su cui il gruppo puntava per ottenere appalti. Le intercettazioni, contenute nei rapporti della Dia, la Direzione investigativa antimafia di Milano, dimostrano che il gruppo della Kreiamo si è dato da fare elettoralmente per sostenere alcuni politici. Non provano, naturalmente, che questi politici fossero d’accordo con quel gruppo. La Russa ieri ha convocato una conferenza stampa in cui si è scagliato contro il Fatto. "Credevo che un certo giornalismo avesse già toccato il fondo, ma mi sono dovuto ricredere, perché al peggio non c’è mai fine", ha dichiarato il ministro. "È una vergognosa strumentalizzazione, perché dopo il titolo manca la notizia. Per questo, penso di sporgere querela proprio sul titolo, perché si lancia il sasso, ma si nasconde la mano".
Il titolo in prima pagina era: "'Ndrangheta: votate Pdl". E poi: "Inchiesta della Dia: nel 2009 uomini legati alle cosche puntavano a Milano su La Russa, Fidanza e Ronzulli", che è esattamente quello che emerge dalle relazioni della Dia. A pagina 3, il titolo era: "La Russa è il nostro futuro", cioè le parole pronunciate al telefono da Iannuzzi, uno degli arrestati nel corso dell’inchiesta "Parco Sud".
La Russa in conferenza stampa ha detto di non conoscere neppure di vista il consigliere comunale di Forza Italia Michele Iannuzzi. Ma ha ammesso di conoscere abbastanza bene l’altro suo supporter a Trezzano, l’ex consigliere di An Andrea Pasini. Era proprio Pasini ad avere rapporti stretti con il giovane boss calabrese Domenico Papalia, latitante, a cui Pasini inviava sms. Il ministro ha poi rivelato di aver ricevuto minacce dalla mafia: "Tre mesi fa sono stato costretto ad aumentare il livello di protezione personale, per minacce di morte riferite da un pentito, che mi ha indicato come uno dei più intransigenti avversari della mafia. Mi sono guardato bene dal farmi pubblicità, ma ora lo dico. Io non ho mai denunciato un giornalista in vita mia, ma ora sono fortemente tentato dal farlo. L’unica spiegazione che mi posso dare è che la scorsa settimana avevo chiamato quel quotidiano il Ratto e forse di questo si sono offesi. Ma immaginare che si possano poi scrivere cose del genere su di me è fuori dal mondo. Non ho mai avuto e non mai avrò rapporti con persone che possano chiedere cose al di fuori della legalità, né tanto meno con esponenti della criminalità organizzata".
La Russa era già stato sfiorato da una vicenda con protagonisti mafiosi. Con il suo fedelissimo Massimo Corsaro, oggi deputato Pdl, era infatti socio di un’azienda proprietaria di alcuni locali, tra cui il Gibson bar di via Castel Morrone, a Milano. In cattiva compagnia: il Gibson bar era infatti controllato da Sergio Conti, un imprenditore condannato per estorsione con l’aggravante del metodo mafioso, per aver fatto fare recupero crediti al gruppo mafioso di Giuseppe Onorato, padrino della 'ndrangheta di Reggio Calabria.
Da il Fatto Quotidiano del 20 marzo
manifestazione di libera contro la mafia a Milano
Cronaca | Antonella Mascali
La piazza di Libera contro le mafie
21 marzo 2010
A Milano 150mila persone, assenti tutte le istituzioni
Da non credere. Milano, la città dove c’è una resistenza istituzionale a dire che la mafia – anzi soprattutto la ‘ndrangheta – qui c’è, ieri è stata invasa da 150 mila persone che hanno partecipato alla “Giornata dell’impegno e in memoria delle vittime delle mafie”, promossa da Libera e Avviso pubblico. 500 pullman e due treni speciali da tutta Italia, rappresentanti di Ong del resto d’Europa e dell’America latina, “ma soprattutto tanti milanesi e lombardi” come ha detto rincuorato Lorenzo Frigerio, referente diLibera in Lombardia. Alla fine del corteo, Piazza Duomo e le vie laterali erano stracolme di gente. Quando i manifestanti sono passati dalla vicina Piazza Fontana c’è stato un lungo applauso per le vittime della strage. A sfilare anche i gonfaloni del Comune e della Provincia di Milano, ma non c’erano né il sindaco Letizia Moratti, né il presidente Guido Podestà. Assenti il prefetto Gian Valerio Lombardi, che ha detto che a Milano la mafia non esiste, e il governatore uscente Roberto Formigoni: per rispettare “la richiesta, fatta direttamente a me dagli organizzatori che nessun simbolo e nessun candidato fosse presente in piazza”.
Veramente don Luigi Ciotti, durante la conferenza stampa a cui aveva invitato Formigoni, (che ha mandato il sottosegretario Giammario), aveva solo lanciato un appello ai politici di non portare simboli di partito. Senza bandiere, c’erano gli altri candidati a presidente della Regione: Filippo Penati, Vittorio Agnoletto e Savino Pezzotta. Mischiati tra la folla Di Pietro, Veltroni, Lumia, De Magistris, Fava, Ferrero, Fiano. In prima fila oltre 500 familiari delle vittime delle mafie. Alcuni di loro avevano la foto del loro caro ucciso. Come Pinuccio e Lella Fazio, genitori di Michele, 16 anni, ammazzato per errore a Bari Vecchia, il 12 luglio del 2001, durante una sparatoria tra clan rivali: “A nessuno deve succedere quello che è accaduto a Michele e a noi. Ringraziamo Libera per il suo impegno a favore della legalità. Un impegno che deve essere di tutti”.
Qualche metro dopo incontriamo Claudia Loi, sorella di Emanuela. Era una poliziotta di 24 anni morta insieme a Paolo Borsellino e ad altri 4 agenti di scorta, il 19 luglio del ’92. Claudia Loi fa molta fatica a parlare: “Ogni anno in questa giornata la ferita fa ancora più male, ma allo stesso tempo vedere tanta gente mi dà la forza per andare avanti”. Claudia Loi riprende fiato e poi dice: “Qualcuno dello Stato sa tutta la verità sulla strage, ma non parla. Vogliamo sapere”. Franca Evangelista, vedova di Gaetano Giordano, il commerciante ucciso a Gela il 10 novembre del ’92, partecipa alla manifestazione per il terzo anno. “Prima ho dovuto metabolizzare il dolore. Ora sono impegnata nell’associazione antiracket intitolata a mio marito. La politica non dà l’esempio, dobbiamo costringerla noi, con la nostra battaglia come cittadini a cambiare”. Mentre parliamo, dal palco comincia la lettura dei nomi delle 900 vittime di mafia. Quelle accertate. Durerà quasi un’ora. Impressionante. A cominciare Elisabetta Caponnetto, la vedova del giudice che è stato il capo del pool di Falcone e Borsellino. Ci sono anche Nando dalla Chiesa, presidente onorario di Libera, che ha voluto fortemente la manifestazione a Milano, la sorella Simona, il procuratore Giancarlo Caselli, il procuratore aggiunto Antonio Ingroia, Anna Ambrosoli e Benedetta Tobagi, che come familiare di una vittima del terrorismo vuole che non ci siano differenze con i morti di mafia. “Sono stati uccisi tutti per la democrazia”.
Don Ciotti, parla della crisi in Italia, che “prima di essere economica è innanzitutto crisi dei diritti e della politica. C’è una concentrazione di potere e di conflitti d’interesse ”. Dice che “la scelta dei candidati non si fa solo in base alle inchieste giudiziarie ma anche in base alle frequentazioni e ai comportamenti”. Il presidente di Libera si appella per “non lasciare soli i magistrati e le forze di polizia” e sottolinea l’importanza di una magistratura autonoma e una informazione senza censure. La mobilitazione esiste, grazie a Libera, ogni 21 marzo (quest’anno anticipata perché oggi è domenica) ma non è istituzionalizzata.
C’è una legge che lo ha proposto, a firma di Beppe Giulietti dell’Idv e di Fabio Granata del Pdl, ma è bloccata in commissione Affari costituzionali da ex forzisti tra cui Jole Santelli ed Enrico La Loggia che vogliono cambiare giorno, perché insofferenti verso Libera e don Ciotti, troppo indipendenti. La Loggia ha cercato di usare la data del 30 aprile, giorno in cui, nell’82, fu ucciso a Palermo il segretario siciliano del Pci, Pio La Torre. Il figlio Franco non è cascato nella strumentalizzazione: “La data giusta, ci dice, è il 21 marzo perché è il giorno di tutti e non di una singola vittima. C’è da 15 anni ed è un giorno già nel cuore degli italiani”.
da il Fatto Quotidiano del 21 marzo
La piazza di Libera contro le mafie
21 marzo 2010
A Milano 150mila persone, assenti tutte le istituzioni
Da non credere. Milano, la città dove c’è una resistenza istituzionale a dire che la mafia – anzi soprattutto la ‘ndrangheta – qui c’è, ieri è stata invasa da 150 mila persone che hanno partecipato alla “Giornata dell’impegno e in memoria delle vittime delle mafie”, promossa da Libera e Avviso pubblico. 500 pullman e due treni speciali da tutta Italia, rappresentanti di Ong del resto d’Europa e dell’America latina, “ma soprattutto tanti milanesi e lombardi” come ha detto rincuorato Lorenzo Frigerio, referente diLibera in Lombardia. Alla fine del corteo, Piazza Duomo e le vie laterali erano stracolme di gente. Quando i manifestanti sono passati dalla vicina Piazza Fontana c’è stato un lungo applauso per le vittime della strage. A sfilare anche i gonfaloni del Comune e della Provincia di Milano, ma non c’erano né il sindaco Letizia Moratti, né il presidente Guido Podestà. Assenti il prefetto Gian Valerio Lombardi, che ha detto che a Milano la mafia non esiste, e il governatore uscente Roberto Formigoni: per rispettare “la richiesta, fatta direttamente a me dagli organizzatori che nessun simbolo e nessun candidato fosse presente in piazza”.
Veramente don Luigi Ciotti, durante la conferenza stampa a cui aveva invitato Formigoni, (che ha mandato il sottosegretario Giammario), aveva solo lanciato un appello ai politici di non portare simboli di partito. Senza bandiere, c’erano gli altri candidati a presidente della Regione: Filippo Penati, Vittorio Agnoletto e Savino Pezzotta. Mischiati tra la folla Di Pietro, Veltroni, Lumia, De Magistris, Fava, Ferrero, Fiano. In prima fila oltre 500 familiari delle vittime delle mafie. Alcuni di loro avevano la foto del loro caro ucciso. Come Pinuccio e Lella Fazio, genitori di Michele, 16 anni, ammazzato per errore a Bari Vecchia, il 12 luglio del 2001, durante una sparatoria tra clan rivali: “A nessuno deve succedere quello che è accaduto a Michele e a noi. Ringraziamo Libera per il suo impegno a favore della legalità. Un impegno che deve essere di tutti”.
Qualche metro dopo incontriamo Claudia Loi, sorella di Emanuela. Era una poliziotta di 24 anni morta insieme a Paolo Borsellino e ad altri 4 agenti di scorta, il 19 luglio del ’92. Claudia Loi fa molta fatica a parlare: “Ogni anno in questa giornata la ferita fa ancora più male, ma allo stesso tempo vedere tanta gente mi dà la forza per andare avanti”. Claudia Loi riprende fiato e poi dice: “Qualcuno dello Stato sa tutta la verità sulla strage, ma non parla. Vogliamo sapere”. Franca Evangelista, vedova di Gaetano Giordano, il commerciante ucciso a Gela il 10 novembre del ’92, partecipa alla manifestazione per il terzo anno. “Prima ho dovuto metabolizzare il dolore. Ora sono impegnata nell’associazione antiracket intitolata a mio marito. La politica non dà l’esempio, dobbiamo costringerla noi, con la nostra battaglia come cittadini a cambiare”. Mentre parliamo, dal palco comincia la lettura dei nomi delle 900 vittime di mafia. Quelle accertate. Durerà quasi un’ora. Impressionante. A cominciare Elisabetta Caponnetto, la vedova del giudice che è stato il capo del pool di Falcone e Borsellino. Ci sono anche Nando dalla Chiesa, presidente onorario di Libera, che ha voluto fortemente la manifestazione a Milano, la sorella Simona, il procuratore Giancarlo Caselli, il procuratore aggiunto Antonio Ingroia, Anna Ambrosoli e Benedetta Tobagi, che come familiare di una vittima del terrorismo vuole che non ci siano differenze con i morti di mafia. “Sono stati uccisi tutti per la democrazia”.
Don Ciotti, parla della crisi in Italia, che “prima di essere economica è innanzitutto crisi dei diritti e della politica. C’è una concentrazione di potere e di conflitti d’interesse ”. Dice che “la scelta dei candidati non si fa solo in base alle inchieste giudiziarie ma anche in base alle frequentazioni e ai comportamenti”. Il presidente di Libera si appella per “non lasciare soli i magistrati e le forze di polizia” e sottolinea l’importanza di una magistratura autonoma e una informazione senza censure. La mobilitazione esiste, grazie a Libera, ogni 21 marzo (quest’anno anticipata perché oggi è domenica) ma non è istituzionalizzata.
C’è una legge che lo ha proposto, a firma di Beppe Giulietti dell’Idv e di Fabio Granata del Pdl, ma è bloccata in commissione Affari costituzionali da ex forzisti tra cui Jole Santelli ed Enrico La Loggia che vogliono cambiare giorno, perché insofferenti verso Libera e don Ciotti, troppo indipendenti. La Loggia ha cercato di usare la data del 30 aprile, giorno in cui, nell’82, fu ucciso a Palermo il segretario siciliano del Pci, Pio La Torre. Il figlio Franco non è cascato nella strumentalizzazione: “La data giusta, ci dice, è il 21 marzo perché è il giorno di tutti e non di una singola vittima. C’è da 15 anni ed è un giorno già nel cuore degli italiani”.
da il Fatto Quotidiano del 21 marzo
Sei soddisfatto del lavoro fatto dal governo negli ultimi anni
1. Il 2010 è stato designato dall’ONU come “Anno Internazionale della Biodiversità”. Sei soddisfatto del lavoro fatto dal governo negli ultimi anni per salvaguardare la biodiversità?
Si, mi sento soddisfatto (0) 0%
No, il governo non ha attuato nessuna politica di conservazione. (20) 65%
È stato fatto poco a riguardo, si poteva fare molto di più. (11) 35
http://www.ep-empower.eu/epetitions/it/Home.aspx
Si, mi sento soddisfatto (0) 0%
No, il governo non ha attuato nessuna politica di conservazione. (20) 65%
È stato fatto poco a riguardo, si poteva fare molto di più. (11) 35
http://www.ep-empower.eu/epetitions/it/Home.aspx
siamo tutti osservatori alle elezioni, basta brogli
Il gruppo "La dignità dei giornalisti e il rispetto dei cittadini"
fa suo l'appello dello scrittore sulla regolarità del voto
"Siamo tutti osservatori"
Insieme sul web con Saviano
di CARMINE SAVIANO
ROMA - "Alle prossime elezioni siamo tutti osservatori. Raccogliamo idealmente l'appello di Roberto Saviano a non arrendersi e a denunciare tutti i tentativi di inquinamento del voto" . Dopo l'articolo dello scrittore su Repubblica (Per un voto onesto servirebbe l'Onu http://www.repubblica.it/politica/2010/03/20/news/per_un_voto_onesto_servirebbe_l_onu-2777263/), in migliaia si candidano, in nome dell'onestà e del coraggio, a controllare le prossime elezioni. Mettendo "a disposizione del Paese le forze della società civile" per impedire distorsioni e condizionamenti. L'iniziativa è stata lanciata da Arianna Ciccone, organizzatrice del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia e fondatrice del gruppo Facebook "La dignità dei giornalisti e il rispetto dei cittadini". Lo stesso che nelle scorse settimane aveva raccolto adesioni per chiedere al Tg1, diretto da Augusto Minzolini, la rettifica per le notizie false date sul caso Mills.
Clicca qui per aderire a "Siamo tutti osservatori".http://www.facebook.com/login.php
Una decisione presa perché "non è accettabile oggi far passare sotto silenzio, con una alzata di spalle, una denuncia come quella di Roberto Saviano", dice Arianna Ciccone. Che ha raccolto e rilanciato in rete parte dell'articolo apparso ieri su Repubblica. In cui si legge: "E' necessario che il nostro Paese chieda un aiuto. Lo dico e non temo che mi si punti il dito contro, per un'affermazione del genere. Chi pensa che questa sia un'esagerazione, sappia che l'Italia è un paese sotto assedio. In Calabria su 50 consiglieri regionali 35 sono stati inquisiti o condannati. E tutto accade nella più totale accondiscendenza. Nel silenzio. Quale altro paese lo ammetterebbe?". Un articolo che nelle ultime ore è stato ripreso, pubblicato e discusso da tante persone.
"Ci indigniamo con lui perché siamo stanchi di una politica che è gestione di potere e non cura del bene comune", continua la Ciccone. E propone una forma attiva di cittadinanza lontana da partiti e schieramenti. "Perché crediamo - continua - che i principi per cui ci siamo mobilitati siano patrimonio della destra e della sinistra". Valori che vengono prima di "qualsiasi appartenenza e sono a fondamento del nostro stare insieme come società civile". Da oggi sarà attivo il sito www. valigiablu. it, sul quale sarà possibile aderire all'iniziativa. E sul gruppo Facebook iniziano già a comparire i primi commenti. C'è che scrive: "Dobbiamo vivere, partecipare e vegliare da osservatori della legalità. Per la dignità e il rispetto". 21 marzo 2010 Riproduzione riservata
http://www.repubblica.it/politica/2010/03/21/news/il_gruppo_la_dignit_dei_giornalisti_e_il_rispetto_dei_cittadini_siamo_tutti_osservatori_gruppo_web_con_saviano-2806036/
fa suo l'appello dello scrittore sulla regolarità del voto
"Siamo tutti osservatori"
Insieme sul web con Saviano
di CARMINE SAVIANO
ROMA - "Alle prossime elezioni siamo tutti osservatori. Raccogliamo idealmente l'appello di Roberto Saviano a non arrendersi e a denunciare tutti i tentativi di inquinamento del voto" . Dopo l'articolo dello scrittore su Repubblica (Per un voto onesto servirebbe l'Onu http://www.repubblica.it/politica/2010/03/20/news/per_un_voto_onesto_servirebbe_l_onu-2777263/), in migliaia si candidano, in nome dell'onestà e del coraggio, a controllare le prossime elezioni. Mettendo "a disposizione del Paese le forze della società civile" per impedire distorsioni e condizionamenti. L'iniziativa è stata lanciata da Arianna Ciccone, organizzatrice del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia e fondatrice del gruppo Facebook "La dignità dei giornalisti e il rispetto dei cittadini". Lo stesso che nelle scorse settimane aveva raccolto adesioni per chiedere al Tg1, diretto da Augusto Minzolini, la rettifica per le notizie false date sul caso Mills.
Clicca qui per aderire a "Siamo tutti osservatori".http://www.facebook.com/login.php
Una decisione presa perché "non è accettabile oggi far passare sotto silenzio, con una alzata di spalle, una denuncia come quella di Roberto Saviano", dice Arianna Ciccone. Che ha raccolto e rilanciato in rete parte dell'articolo apparso ieri su Repubblica. In cui si legge: "E' necessario che il nostro Paese chieda un aiuto. Lo dico e non temo che mi si punti il dito contro, per un'affermazione del genere. Chi pensa che questa sia un'esagerazione, sappia che l'Italia è un paese sotto assedio. In Calabria su 50 consiglieri regionali 35 sono stati inquisiti o condannati. E tutto accade nella più totale accondiscendenza. Nel silenzio. Quale altro paese lo ammetterebbe?". Un articolo che nelle ultime ore è stato ripreso, pubblicato e discusso da tante persone.
"Ci indigniamo con lui perché siamo stanchi di una politica che è gestione di potere e non cura del bene comune", continua la Ciccone. E propone una forma attiva di cittadinanza lontana da partiti e schieramenti. "Perché crediamo - continua - che i principi per cui ci siamo mobilitati siano patrimonio della destra e della sinistra". Valori che vengono prima di "qualsiasi appartenenza e sono a fondamento del nostro stare insieme come società civile". Da oggi sarà attivo il sito www. valigiablu. it, sul quale sarà possibile aderire all'iniziativa. E sul gruppo Facebook iniziano già a comparire i primi commenti. C'è che scrive: "Dobbiamo vivere, partecipare e vegliare da osservatori della legalità. Per la dignità e il rispetto". 21 marzo 2010 Riproduzione riservata
http://www.repubblica.it/politica/2010/03/21/news/il_gruppo_la_dignit_dei_giornalisti_e_il_rispetto_dei_cittadini_siamo_tutti_osservatori_gruppo_web_con_saviano-2806036/
domenica 21 marzo 2010
impianti fotovoltaici, tra zona industriale e agricola
Pontinia ha una superficie di 112,2 km (= 11.200 ha) quadrati dei quali nell’area del consorzio industriale di Mazzocchio (gestiti dal consorzio per lo sviluppo industriale Roma-Latina) 445 ha.; la superficie industriale è di circa 259 ha. La superficie per servizi è di 24 ha., quella per aree verdi è di 26 ha.; la superficie per strade, parcheggi e fasce di rispetto è di 136 ha. Quindi la superficie che il comune di Pontinia ha ceduto in gestione al consorzio industriale è pari al 4% (3,9732 per la precisione). Sappiamo che nel comune di Pontinia è esplosa la mania dei mega impianti per la produzione di fotovoltaico in zona agricola (quindi esclusi tutti i fabbricati e le loro coperture che per buon senso, sensibilità ambientali e leggi che dovrebbero essere attuati andrebbero coperti) per arrivare al 2% del territorio. In una normale programmazione territoriale, economica, ambientale si sarebbe data la precedenza alla realizzazione degli impianti sulle copertura dei fabbricati esistenti e in particolari di quelli di proprietà pubblica e a quelli comunali (di cui si ha qualche vaga notizia). Dopo di che si sarebbe passati alla copertura dell’area industriale e artigianale. Comunque dividendo la superficie del consorzio industriale di Mazzocchio per 8 (i mq necessari per produrre un Kw) avremmo una produzione annua di 556 MW cioè superiore alle 2 inutili e incompatibili centrali progettate. Se anche i cittadini di Pontinia fossero così fessi da non impiantare sulla propria copertura un impianto fotovoltaico, considerando circa 14 mila abitanti e una media (per difetto) di 2 persone a famiglia, un consumo di 3 Kw avremmo la produzione necessaria di 21 Mw che è meno del 4% dell’energia che si potrebbe produrre nell’area del consorzio industriale. Dalle notizie che emergono negli organi di informazione pare che questi mega impianti fotovoltaici abbiano diversi aspetti negativi, lo smaltimento (con il rischio che chi ne affitta i terreni debba pagare più del compenso) e la conseguente improduttività a scopo agricolo per diversi anni. Rivelandosi un affare che si sgonfia strada facendo (dai 5 mila euro l’anno stiamo scendendo a 2 mila) ma che non è nemmeno comprensibile dal punto di vista ambientale sottrarre terreni coltivati o coltivabili dalla produzione di prodotti alimentari. Il tutto poi diventa ancora più incomprensibile se si pensa che proprio il consorzio per lo sviluppo industriale, come si legge nel comunicato congiunto con la Regione Lazio, vuole proprio favorire l’installazione (nell’area consortile) dei pannelli fotovoltaici. Ancora una volta si nota questa dissonanza tra gli enti territoriali (comune e consorzio Asi in questo caso) che non è certo facilmente comprensibile. Come poco si comprende che nell’ordine del giorno del consiglio comunale di Pontinia sia stata inserita la terza proposta di variante al relativo regolamento. Pontinia 21 marzo 2010 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
LATINA, 20 MARZO 2010 - “Esprimiamo tutta la nostra soddisfazione per l’ approvazione da parte del C.d.A. del Consorzio Industriale Roma-Latina del “Regolamento sulla installazione di impianti fotovoltaici e di produzione di energia alternativa”, frutto di un impegno congiunto di Regione Lazio e Consorzio Industriale.
Con il nuovo Regolamento si consentirà alle imprese che ne hanno fatto richiesta, ed a quelle che intendono presentarne, di installare impianti per la produzione di energia solare ed alternativa in genere con “oneri consortili” pressoché a zero ( soli 60 centesimi al metro quadro ), e si favorisce dunque la seguente tipologia di interventi:
A)Siti industriali liberi
Agevolazioni ai privati che intendono realizzare Impianti fotovoltaici su siti industriali liberi (siti, capannoni industriali non ancora utilizzati da imprese .
B) Siti ed opifici industriali già utilizzati
Produzione per autoconsumo industriale e/o artigianale, ed altresì per la produzione finalizzata alla “produzione per terzi” ( vendita di energia elettrica da fotovoltaico )
Agevolazioni sia fiscali che burocratiche alle Imprese che intendono realizzare impianti fotovoltaici per autoconsumo: gli oneri sono stabiliti alla cifra simbolica di 60 centesimi di euro al metro quadro, ed è sufficiente presentare una D.I.A. ( anziché un progetto per conseguire poi la Concessione Edilizia ).
L’approvazione di questo importante Regolamento trae origine da un proficuo rapporto tra Regione Lazio ( che aveva approvato le due deliberazioni n. 658 e 659 del 29 febbraio 2000 ed ha completato l’iter con altri successivi provvedimenti sulle energie pulite e rinnovabili ) e Consorzio Industriale Roma-Latina, che ha completato il quadro normativo accantonando i diversi orientamenti politici nel Consiglio di Amministrazione, con il contributo di tutto il C.d.A., del Presidente e del rappresentante della CC.I.AA. di Roma, e con l’unico interesse di creare alternative produttive alle Aziende pontine e nuovi posti di lavoro.
Il Regolamento rende altresì praticabile una politica di “Riconversione Industriale” dei siti dimessi, sempre nell’ottica di una spinta all’occupazione.
Questo provvedimento si aggiunge ai molteplici interventi della Regione Lazio in favore del Risparmio energetico ( vd. tra gli altri, gli Indirizzi all’ATER per le modalità di costruzione degli edifici residenziali pubblici secondo gli standard di contenimento dei consumi energetici ).
Soprattutto è il segno di come la nostra politica sia indirizzata al sostegno reale alle Imprese, creando nuove occasioni di occupazione attraverso lo sviluppo di energie pulite e rinnovabili, invece di inseguire il passato salendo sul carro costoso e superato del Nucleare, che osteggiamo ed osteggeremo perché destinato a moltiplicare le cifre sulle bollette dei cittadini e ad offrire prospettive incerte e rimandate al 2030 o al 2040, con costi per i privati, pregiudizio alla vocazione turistica della provincia di Latina, e inconsistenti garanzie in termini di sicurezza”.
LATINA, 20 MARZO 2010 - “Esprimiamo tutta la nostra soddisfazione per l’ approvazione da parte del C.d.A. del Consorzio Industriale Roma-Latina del “Regolamento sulla installazione di impianti fotovoltaici e di produzione di energia alternativa”, frutto di un impegno congiunto di Regione Lazio e Consorzio Industriale.
Con il nuovo Regolamento si consentirà alle imprese che ne hanno fatto richiesta, ed a quelle che intendono presentarne, di installare impianti per la produzione di energia solare ed alternativa in genere con “oneri consortili” pressoché a zero ( soli 60 centesimi al metro quadro ), e si favorisce dunque la seguente tipologia di interventi:
A)Siti industriali liberi
Agevolazioni ai privati che intendono realizzare Impianti fotovoltaici su siti industriali liberi (siti, capannoni industriali non ancora utilizzati da imprese .
B) Siti ed opifici industriali già utilizzati
Produzione per autoconsumo industriale e/o artigianale, ed altresì per la produzione finalizzata alla “produzione per terzi” ( vendita di energia elettrica da fotovoltaico )
Agevolazioni sia fiscali che burocratiche alle Imprese che intendono realizzare impianti fotovoltaici per autoconsumo: gli oneri sono stabiliti alla cifra simbolica di 60 centesimi di euro al metro quadro, ed è sufficiente presentare una D.I.A. ( anziché un progetto per conseguire poi la Concessione Edilizia ).
L’approvazione di questo importante Regolamento trae origine da un proficuo rapporto tra Regione Lazio ( che aveva approvato le due deliberazioni n. 658 e 659 del 29 febbraio 2000 ed ha completato l’iter con altri successivi provvedimenti sulle energie pulite e rinnovabili ) e Consorzio Industriale Roma-Latina, che ha completato il quadro normativo accantonando i diversi orientamenti politici nel Consiglio di Amministrazione, con il contributo di tutto il C.d.A., del Presidente e del rappresentante della CC.I.AA. di Roma, e con l’unico interesse di creare alternative produttive alle Aziende pontine e nuovi posti di lavoro.
Il Regolamento rende altresì praticabile una politica di “Riconversione Industriale” dei siti dimessi, sempre nell’ottica di una spinta all’occupazione.
Questo provvedimento si aggiunge ai molteplici interventi della Regione Lazio in favore del Risparmio energetico ( vd. tra gli altri, gli Indirizzi all’ATER per le modalità di costruzione degli edifici residenziali pubblici secondo gli standard di contenimento dei consumi energetici ).
Soprattutto è il segno di come la nostra politica sia indirizzata al sostegno reale alle Imprese, creando nuove occasioni di occupazione attraverso lo sviluppo di energie pulite e rinnovabili, invece di inseguire il passato salendo sul carro costoso e superato del Nucleare, che osteggiamo ed osteggeremo perché destinato a moltiplicare le cifre sulle bollette dei cittadini e ad offrire prospettive incerte e rimandate al 2030 o al 2040, con costi per i privati, pregiudizio alla vocazione turistica della provincia di Latina, e inconsistenti garanzie in termini di sicurezza”.
è sempre battaglia legale
delibera n. 45 della GIUNTA MUNICIPALE di Pontinia dell'11 marzo 2010
TAR LAZIO - SEZ. DI LATINA - RICORSO SIGG. ANITORI G., BOTTONI C., CINQUE MAURIZIO, EMILIOZZI ROMEO C/COMUNE DI PONTINIA AVVERSO E PER ANNULLAMENTO DELIBERA N.72/CC/2010. NOMINA LEGALE DI FIDUCIA.
VISTO che i sigg. Anitori Giuseppe, Bottoni Carlo, Cinque Maurizio e Emiliozzi Romeo hanno proposto ricorso al Tar Lazio – Sez. di Latina c/Comune di Pontinia – registrato al protocollo generale dell’Ente al n. 4174/2010, avverso e per l’annullamento della deliberazione del Consiglio comunale n. 72 del 15.12.2009 avente ad oggetto “Controdeduzioni alle osservazioni del piano attuativo zona B sottozona B1 area compresa tra fiume Sisto, Canale Botte, Via Migliara 47 ½ e Via Migliara 48. Adozione” ed ogni altro atto comunque connesso e/o presupposto alla stessa compresa la delibera di Consiglio comunale n. 37 del 10.8.2009 “Piano attuativo zona “B” sottozona “B1” – Area compresa tra fiume Sisto, canale Botte, Via Migliara 47 ½ e Via Migliara 48;
CONSIDERATO che questa Amministrazione intende resistere al predetto ricorso, per la difesa e tutela degli interessi dell’Ente;
VISTA la convenzione per il conferimento di incarichi legali e di consulenza tecnico-amministrativa approvata con deliberazione di G.M. n. 131 del 2/8/2007;
VISTA il bilancio per c.e.f. in avanzato stato di elaborazione;
VISTO il D. Lgs. n. 267 del 18/8/2000;
Con voto unanime, reso nei modi di legge,
DELIBERA
1) di dare mandato al Sindaco di costituirsi nelle forme e nei modi di legge;
2) di individuare nella persona dell’Avv. Francesco Di Ciollo - con sede in Latina – Via Carducci, 7 –C.Fisc: DCLFNC57S06F616T, il legale da incaricarsi per la difesa degli interessi e delle ragioni del Comune di Pontinia nel contenzioso sopra illustrato;
3) di demandare al competente Responsabile di Servizio i conseguenti adempimenti gestionali, con particolare riferimento agli impegni contabili;
4) di dichiarare, con separato voto unanime, la presente deliberazione immediatamente eseguibile ai sensi dell’art. 134, comma 4 del D. Lgs n. 267/2000.
TAR LAZIO - SEZ. DI LATINA - RICORSO SIGG. ANITORI G., BOTTONI C., CINQUE MAURIZIO, EMILIOZZI ROMEO C/COMUNE DI PONTINIA AVVERSO E PER ANNULLAMENTO DELIBERA N.72/CC/2010. NOMINA LEGALE DI FIDUCIA.
VISTO che i sigg. Anitori Giuseppe, Bottoni Carlo, Cinque Maurizio e Emiliozzi Romeo hanno proposto ricorso al Tar Lazio – Sez. di Latina c/Comune di Pontinia – registrato al protocollo generale dell’Ente al n. 4174/2010, avverso e per l’annullamento della deliberazione del Consiglio comunale n. 72 del 15.12.2009 avente ad oggetto “Controdeduzioni alle osservazioni del piano attuativo zona B sottozona B1 area compresa tra fiume Sisto, Canale Botte, Via Migliara 47 ½ e Via Migliara 48. Adozione” ed ogni altro atto comunque connesso e/o presupposto alla stessa compresa la delibera di Consiglio comunale n. 37 del 10.8.2009 “Piano attuativo zona “B” sottozona “B1” – Area compresa tra fiume Sisto, canale Botte, Via Migliara 47 ½ e Via Migliara 48;
CONSIDERATO che questa Amministrazione intende resistere al predetto ricorso, per la difesa e tutela degli interessi dell’Ente;
VISTA la convenzione per il conferimento di incarichi legali e di consulenza tecnico-amministrativa approvata con deliberazione di G.M. n. 131 del 2/8/2007;
VISTA il bilancio per c.e.f. in avanzato stato di elaborazione;
VISTO il D. Lgs. n. 267 del 18/8/2000;
Con voto unanime, reso nei modi di legge,
DELIBERA
1) di dare mandato al Sindaco di costituirsi nelle forme e nei modi di legge;
2) di individuare nella persona dell’Avv. Francesco Di Ciollo - con sede in Latina – Via Carducci, 7 –C.Fisc: DCLFNC57S06F616T, il legale da incaricarsi per la difesa degli interessi e delle ragioni del Comune di Pontinia nel contenzioso sopra illustrato;
3) di demandare al competente Responsabile di Servizio i conseguenti adempimenti gestionali, con particolare riferimento agli impegni contabili;
4) di dichiarare, con separato voto unanime, la presente deliberazione immediatamente eseguibile ai sensi dell’art. 134, comma 4 del D. Lgs n. 267/2000.
confermati i costi dei servizi a domanda
comune di Pontinia delibera di giunta n. 50 dell'11 marzo 2010 TARIFFE SERVIZI PUBBLICI A DOMANDA INDIVIDUALE. DETERMINAZIONI:
LA GIUNTA COMUNALE
RITENUTO che, per il combinato disposto:
- dell’art. 42, comma 2, lettera f) del T.U. 18 agosto 2000, n. 267, che, relativamente ai servizi, riserva alla competenza del Consiglio Comunale la “disciplina generale delle tariffe per le forniture dei beni e servizi”;
- dell’art. 48 dello stesso T.U. n. 267/2000 che demanda alla competenza della Giunta Comunale “tutti gli atti che non siano riservati dalla legge al Consiglio”
compete al Consiglio Comunale:
a) la istituzione e la disciplina generale delle tariffe dei singoli servizi;
b) la ricognizione degli atti e la definizione della misura percentuale di copertura dei costi complessivi di tutti i servizi nonché la imputazione dei costi di cui al comma 5, art. 6, del D.L. n. 55/1983;
rientrando così nella competenza della Giunta Comunale le sole variazioni delle singole tariffe nei limiti fissati dal Consiglio Comunale;
PREMESSO che:
- con deliberazione commissariale n. 37 in data 28.06.2004, esecutiva, venivano determinate le tariffe e/o contribuzioni dei servizi pubblici a domanda individuale per l’anno 2004;
- con deliberazione consiliare n. 97 in data 11.07.2006, esecutiva, venivano individuati i servizi di cui trattasi, i relativi costi di gestione nonché la percentuale di copertura dei costi stessi per l’anno 2006;
RICHIAMATE:
la deliberazione di giunta n. 53 del 10/4/2007 con la quale venivano confermate le tariffe relative ai servizi a domanda individuali;
la deliberazione di giunta n. 71 del 13/5/2008 con la quale venivano confermate le tariffe relative ai servizi a domanda individuali, riguardanti la colonia marina e l’illuminazione votiva disponendo invece l’adeguamento del ticket relativo al servizio di refezione scolastica;
la deliberazione di giunta n. 48 del 09/03//2009 con la quale venivano confermate le tariffe relative ai servizi a domanda individuali;
VISTO l’art. 243, commi 2 e 3, del T.U. 18 agosto 2000, n. 267;
RITENUTO, per quanto precede, di dover confermare le tariffe di servizi pubblici a domanda individuale atteso che sono assicurati gli equilibri di bilancio nel rispetto delle norme dettate dall’art. 193 del T.U. n. 267/2000;
CON VOTO unanime,
DELIBERA
1. DI CONFERMARE per l’anno 2010 le tariffe e/o contribuzioni di cui alle su richiamate deliberazioni:
2. DI DARE ATTO che a seguito della ricognizione dei costi e della tariffa dell’anno 2009 , la percentuale di copertura dei costi dei vari servizi è così determinata:
TIPOLOGIA DEL SERVIZIO ENTRATE COSTI TASSO DI COPERTURA
REFEZIONE SCOLASTICA 205.000,00 468.900,14 43,72%
COLONIA MARINA 30.994,00 32.556,00 95,20%
ILLUMINAZIONE VOTIVA 35.000,00 18.026,95 194,15%
-------------- --------------
TOTALE € 270.994,00 € 519.483,09
Per cui la misura dei costi complessivi che è stata finanziata da tariffe o contribuzioni ed entrate specificatamente destinate è stata la seguente:
270.994,00 x 100
--------------------------------- = 52,16%
519.483,09
3. DI DARE ATTO che la percentuale di copertura dei costi dei vari servizi per l’anno 2010 è così determinata:
TIPOLOGIA DEL SERVIZIO ENTRATE COSTI TASSO DI COPERTURA
REFEZIONE SCOLASTICA 210.000,00 476.812,66 44,04%
COLONIA MARINA 35.000,00 35.000,00 100,00%
ILLUMINAZIONE VOTIVA 38.000,00 15.500,00 245,16%
-------------- --------------
TOTALE € 283.000,00 € 527.312,66
Per cui la misura dei costi complessivi che è stata finanziata da tariffe o contribuzioni ed entrate specificatamente destinate è stata la seguente:
283.000,00 x 100
--------------------------------- = 53,6 7%
527.312,66
4. DI DARE ATTO, altresì, che, ricorrendone i presupposti, la determinazione delle tariffe dovrà avvenire, in ogni caso , conformemente a quanto prescritto dagli artt. 242 e 243 del D. Lgs. n. 267/2000;
DI ALLEGARE copia del presente atto alla deliberazione del Consiglio Comunale di approvazione del Bilancio di previsione dell’esercizio finanziario 2010, così come disposto dall’art. 172, comma 1, lett. e), del D. Lgs. 18.08.2000 n. 267.
LA GIUNTA COMUNALE
RITENUTO che, per il combinato disposto:
- dell’art. 42, comma 2, lettera f) del T.U. 18 agosto 2000, n. 267, che, relativamente ai servizi, riserva alla competenza del Consiglio Comunale la “disciplina generale delle tariffe per le forniture dei beni e servizi”;
- dell’art. 48 dello stesso T.U. n. 267/2000 che demanda alla competenza della Giunta Comunale “tutti gli atti che non siano riservati dalla legge al Consiglio”
compete al Consiglio Comunale:
a) la istituzione e la disciplina generale delle tariffe dei singoli servizi;
b) la ricognizione degli atti e la definizione della misura percentuale di copertura dei costi complessivi di tutti i servizi nonché la imputazione dei costi di cui al comma 5, art. 6, del D.L. n. 55/1983;
rientrando così nella competenza della Giunta Comunale le sole variazioni delle singole tariffe nei limiti fissati dal Consiglio Comunale;
PREMESSO che:
- con deliberazione commissariale n. 37 in data 28.06.2004, esecutiva, venivano determinate le tariffe e/o contribuzioni dei servizi pubblici a domanda individuale per l’anno 2004;
- con deliberazione consiliare n. 97 in data 11.07.2006, esecutiva, venivano individuati i servizi di cui trattasi, i relativi costi di gestione nonché la percentuale di copertura dei costi stessi per l’anno 2006;
RICHIAMATE:
la deliberazione di giunta n. 53 del 10/4/2007 con la quale venivano confermate le tariffe relative ai servizi a domanda individuali;
la deliberazione di giunta n. 71 del 13/5/2008 con la quale venivano confermate le tariffe relative ai servizi a domanda individuali, riguardanti la colonia marina e l’illuminazione votiva disponendo invece l’adeguamento del ticket relativo al servizio di refezione scolastica;
la deliberazione di giunta n. 48 del 09/03//2009 con la quale venivano confermate le tariffe relative ai servizi a domanda individuali;
VISTO l’art. 243, commi 2 e 3, del T.U. 18 agosto 2000, n. 267;
RITENUTO, per quanto precede, di dover confermare le tariffe di servizi pubblici a domanda individuale atteso che sono assicurati gli equilibri di bilancio nel rispetto delle norme dettate dall’art. 193 del T.U. n. 267/2000;
CON VOTO unanime,
DELIBERA
1. DI CONFERMARE per l’anno 2010 le tariffe e/o contribuzioni di cui alle su richiamate deliberazioni:
2. DI DARE ATTO che a seguito della ricognizione dei costi e della tariffa dell’anno 2009 , la percentuale di copertura dei costi dei vari servizi è così determinata:
TIPOLOGIA DEL SERVIZIO ENTRATE COSTI TASSO DI COPERTURA
REFEZIONE SCOLASTICA 205.000,00 468.900,14 43,72%
COLONIA MARINA 30.994,00 32.556,00 95,20%
ILLUMINAZIONE VOTIVA 35.000,00 18.026,95 194,15%
-------------- --------------
TOTALE € 270.994,00 € 519.483,09
Per cui la misura dei costi complessivi che è stata finanziata da tariffe o contribuzioni ed entrate specificatamente destinate è stata la seguente:
270.994,00 x 100
--------------------------------- = 52,16%
519.483,09
3. DI DARE ATTO che la percentuale di copertura dei costi dei vari servizi per l’anno 2010 è così determinata:
TIPOLOGIA DEL SERVIZIO ENTRATE COSTI TASSO DI COPERTURA
REFEZIONE SCOLASTICA 210.000,00 476.812,66 44,04%
COLONIA MARINA 35.000,00 35.000,00 100,00%
ILLUMINAZIONE VOTIVA 38.000,00 15.500,00 245,16%
-------------- --------------
TOTALE € 283.000,00 € 527.312,66
Per cui la misura dei costi complessivi che è stata finanziata da tariffe o contribuzioni ed entrate specificatamente destinate è stata la seguente:
283.000,00 x 100
--------------------------------- = 53,6 7%
527.312,66
4. DI DARE ATTO, altresì, che, ricorrendone i presupposti, la determinazione delle tariffe dovrà avvenire, in ogni caso , conformemente a quanto prescritto dagli artt. 242 e 243 del D. Lgs. n. 267/2000;
DI ALLEGARE copia del presente atto alla deliberazione del Consiglio Comunale di approvazione del Bilancio di previsione dell’esercizio finanziario 2010, così come disposto dall’art. 172, comma 1, lett. e), del D. Lgs. 18.08.2000 n. 267.
determinazione tariffe Tarsu 2010
delibera di giunta comunale n. 51 dell'11 marzo 2010
LA GIUNTA COMUNALE
VISTO il vigente Regolamento Comunale per l’applicazione della Tassa Smaltimento Rifiuti solidi urbani interni ed assimilati, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n°29 del 28 febbraio 1996 e successive integrazioni e modificazioni;
VISTO
• il capo III del D.Lgs 15/11/1993 n.507;
• l’art.65 del D.Lgs. 507/93, in base al quale il Comune determina le tariffe per ciascuna categoria e sottocategoria omogenea di utenti sulla base del grado di copertura dei costi del servizio prescelto entro i limiti di legge;
DATO ATTO che con deliberazione del Consiglio Comunale n. 22 del 29 marzo 1999:
• sono state stabilite le categorie di produttori di rifiuti per gruppi omogenei;
• sono stati approvati i coefficienti di produttività quantitativa specifica per gruppo di attività omogenee e gli indici di qualità specifica dei rifiuti conferiti;
• è stata approvata la classificazione delle categorie tassabili dei locali e delle aree ai fini dell’applicazione della Tassa Smaltimento rifiuti solidi urbani interni ed assimilati;
VISTO l’art. 27- comma 8 – della Legge 28/12/2001 n.448 con il quale è stato stabilito che il termine per l’approvazione delle tariffe è quello fissato dalle norme statali per la deliberazione del bilancio di previsione;
VISTO le tariffe in vigore approvate con deliberazione di Consiglio Comunale n.37 del 28 giugno 2004, esecutiva ai sensi di legge;
ESAMINATO il prospetto dei costi, predisposto dal competente responsabile, le cui risultanze finali sono di seguito riportate:
Tipologia dei costi (conto consuntivo 2008)
a) gestione smaltimento rifiuti cap. 1264/1 € 116.389,68
b) raccolta e trasporto rifiuti solidi urbani cap.1268 € 437.147,76
c) tributo speciale deposito discarica cap.1278/1 € 119.523,20
d) canone annuo smaltimento discarica cap.1278/2 € 497.331,35
e) contributo ristoro economico Latina cap.1278/3 € 49.733,19
f) costi per la raccolta differenziata cap. 1278/4/5/6 € 78.034,00
g) contributo provinciale raccolta differenziata cap.1282/1 € 30.000,00
h) interessi passivi e oneri finanziari diversi cap.1286 € 23.724,66
i) compenso all’esattore per la riscossione cap. 190/3 € 20.000,00
Totale € 1.371.883,84
l) a detrarre:
- costo dello spazzamento dei rifiuti giacenti su strade ed aree pubbliche nella misura del 5% come da vigente regolamento............
- recupero materie prime (art.61 c. 3 D.lgs.507/93)…………..............
- agevolazioni di cui all’art.67, c. 1 D.lgs.507/93 per:
• esenzioni totali……………………………………................
• riduzioni (SEP)………………………..........……..................
€ 68.594,20
€ 8.287,12
Costo netto del servizio copribile con i proventi della tassa € 1.295.002,52
CONSIDERATO che il gettito complessivo della tassa non deve superare il costo di esercizio del servizio smaltimento rifiuti solidi urbani interni e non deve essere inferiore al 50 per cento del costo stesso, secondo quanto previsto dagli artt.61, comma 1, e 69, comma 2, del D.Lgs 15 novembre 1993, n.507;
RITENUTO, per motivi di equilibrio di bilancio, di dover assicurare la copertura dei costi nella misura del 100% e conseguentemente prevedere, sulla base dei ruoli dell’anno precedente e delle presunte variazioni, un provento complessivo di € 1.295.002,52;
VISTO l’art.14 del vigente Regolamento Comunale per l’applicazione della tassa rifiuti, per quanto riguarda le riduzioni ed esenzioni;
RICHIAMATO l'art. 42 – comma 2 – lettera f) – del D.Lgs, 18.8.2000, n. 267, in ordine alla competenza a deliberare;
VISTI i pareri espressi ai sensi dell’art. 49 del D.Lgs. n. 267 del 18.8.2000, come da allegato;
D E L I B E R A
1) DI FISSARE nella misura del 100% il rapporto di copertura del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani interni, ai sensi dell’art. 61 del D.lgs n° 507/1993;
2) DI CONFERMARE, per l’anno 2010, le tariffe della tassa smaltimento dei rifiuti solidi urbani interni determinate ai sensi dell’art 65 D.lgs n° 507/1993 approvate con deliberazione consiliare n° 37 del 28 giugno 2004, nei valori unitari indicati di seguito a fianco di ogni categoria omogenea:
________________________________________________________________________________
categoria tariffa per unità di superficie
Euro per mq
________________________________________________________________________________
Locali ed aree adibiti a musei, archivi, biblioteche, attività di istituzioni culturali, politiche e religiose, sale teatrali e cinematografiche scuole pubbliche e private, palestre, autonomi depositi di stoccaggio e depositi di macchine e materiale militare:
A1 musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto € 0,88
A2 cinematografi e teatri € 0,65
A3 autorimesse, magazzini, rimessaggi € 0,65
________________________________________________________________________________
complessi commerciali all’ingrosso, o con superfici espositive, aree ricreative turistiche quali campeggi, stabilimenti balneari ed analoghi complessi :
B1 campeggi, distributori di carburanti, impianti sportivi € 1,12
B2 stabilimenti balneari e termali € 0,76
B3 esposizioni ed autosaloni € 0,75
________________________________________________________________________________
Locali ed aree ad uso abitativo per nuclei familiari, collettività e convivenze, esercizi alberghieri:
C1 abitazioni ad uso domestico di residenti € 1,63
C2 abitazioni uso domestico non residenti € 1,63
C3 alberghi con ristorazione € 1,97
C4 alberghi senza ristorazione € 1,58
C5 case di cura e riposo, carceri € 1,62
C6 ospedali € 1,86
________________________________________________________________________________
Locali adibiti ad attività terziarie e direzionali diverse da quelle di cui alle lettere b) c) f) circoli sportivi e ricreativi:
D1 uffici, agenzie, studi professionali € 1,69
D2 banche ed istituti di credito € 1,03
________________________________________________________________________________
Locali ed aree ad uso di produzione artigianale, industriale o di commercio al dettaglio di beni non deperibili:
E1 negozi di abbigliamento, calzature, librerie, ferramenta ,cartoleria e
altri beni durevoli € 1,62
E2 edicole, farmacie, tabaccai, plurilicenze € 2,04
E3 negozi particolari quali filatelie, tende e tessuti, tappeti,
cappelli ecc. € 1,20
E4 banchi di mercato di beni durevoli € 2,33
E5 attività artigianali tipo bottega I: parrucchiere, barbiere,
estetista € 2,19
E6 attività artigianali tipo bottega II: falegname, fabbro,
idraulico, elettricista € 1,48
E7 carrozzeria, autofficina, elettrauto € 1,86
E8 attività industriali con capannoni di produzione (stabilimenti) € 1,03
E9 attività artigianali di produzione di beni specifici € 1,12
________________________________________________________________________________
Locali ed aree adibite a pubblici esercizi o esercizi di vendita al dettaglio di beni alimentari o deperibili
F1 ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie € 11,15
F2 mense, pub, birrerie, amburgherie € 7,24
F3 bar, caffè, pasticcerie € 8,09
F4 supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi,
generi alimentari € 3,26
F5 plurilicenze alimentari e/o miste € 3,26
F6 ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio € 12,77
F7 ipermercati di generi misti € 3,58
F8 banchi di mercato di generi alimentari € 9,45
F9 discoteche e night club € 2,19
3) DI STIMARE che, in base alle superfici tassate nel 2009 e presunte tassabili nel 2010, le tariffe suddette assicureranno un gettito di € 1.295.002,52, da iscriversi nel bilancio annuale di previsione dell’esercizio finanziario 2010, e, pertanto il tasso di copertura dei costi è in misura pari al 100% (cento per cento);
4) DI INVIARE copia della presente deliberazione al Ministero delle Finanze, Dipartimento per le politiche Fiscali, Ufficio federalismo fiscale, entro trenta giorni dalla intervenuta esecutività, così come prescritto dall’art. 69, comma 4, del D.lgs 15 novembre 1993 n° 507;
5) DI DICHIARARE la presente deliberazione immediatamente eseguibile, ai sensi dell’art. 134, comma 4, del D.lgs 18 agosto 2000 n° 267.
LA GIUNTA COMUNALE
VISTO il vigente Regolamento Comunale per l’applicazione della Tassa Smaltimento Rifiuti solidi urbani interni ed assimilati, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n°29 del 28 febbraio 1996 e successive integrazioni e modificazioni;
VISTO
• il capo III del D.Lgs 15/11/1993 n.507;
• l’art.65 del D.Lgs. 507/93, in base al quale il Comune determina le tariffe per ciascuna categoria e sottocategoria omogenea di utenti sulla base del grado di copertura dei costi del servizio prescelto entro i limiti di legge;
DATO ATTO che con deliberazione del Consiglio Comunale n. 22 del 29 marzo 1999:
• sono state stabilite le categorie di produttori di rifiuti per gruppi omogenei;
• sono stati approvati i coefficienti di produttività quantitativa specifica per gruppo di attività omogenee e gli indici di qualità specifica dei rifiuti conferiti;
• è stata approvata la classificazione delle categorie tassabili dei locali e delle aree ai fini dell’applicazione della Tassa Smaltimento rifiuti solidi urbani interni ed assimilati;
VISTO l’art. 27- comma 8 – della Legge 28/12/2001 n.448 con il quale è stato stabilito che il termine per l’approvazione delle tariffe è quello fissato dalle norme statali per la deliberazione del bilancio di previsione;
VISTO le tariffe in vigore approvate con deliberazione di Consiglio Comunale n.37 del 28 giugno 2004, esecutiva ai sensi di legge;
ESAMINATO il prospetto dei costi, predisposto dal competente responsabile, le cui risultanze finali sono di seguito riportate:
Tipologia dei costi (conto consuntivo 2008)
a) gestione smaltimento rifiuti cap. 1264/1 € 116.389,68
b) raccolta e trasporto rifiuti solidi urbani cap.1268 € 437.147,76
c) tributo speciale deposito discarica cap.1278/1 € 119.523,20
d) canone annuo smaltimento discarica cap.1278/2 € 497.331,35
e) contributo ristoro economico Latina cap.1278/3 € 49.733,19
f) costi per la raccolta differenziata cap. 1278/4/5/6 € 78.034,00
g) contributo provinciale raccolta differenziata cap.1282/1 € 30.000,00
h) interessi passivi e oneri finanziari diversi cap.1286 € 23.724,66
i) compenso all’esattore per la riscossione cap. 190/3 € 20.000,00
Totale € 1.371.883,84
l) a detrarre:
- costo dello spazzamento dei rifiuti giacenti su strade ed aree pubbliche nella misura del 5% come da vigente regolamento............
- recupero materie prime (art.61 c. 3 D.lgs.507/93)…………..............
- agevolazioni di cui all’art.67, c. 1 D.lgs.507/93 per:
• esenzioni totali……………………………………................
• riduzioni (SEP)………………………..........……..................
€ 68.594,20
€ 8.287,12
Costo netto del servizio copribile con i proventi della tassa € 1.295.002,52
CONSIDERATO che il gettito complessivo della tassa non deve superare il costo di esercizio del servizio smaltimento rifiuti solidi urbani interni e non deve essere inferiore al 50 per cento del costo stesso, secondo quanto previsto dagli artt.61, comma 1, e 69, comma 2, del D.Lgs 15 novembre 1993, n.507;
RITENUTO, per motivi di equilibrio di bilancio, di dover assicurare la copertura dei costi nella misura del 100% e conseguentemente prevedere, sulla base dei ruoli dell’anno precedente e delle presunte variazioni, un provento complessivo di € 1.295.002,52;
VISTO l’art.14 del vigente Regolamento Comunale per l’applicazione della tassa rifiuti, per quanto riguarda le riduzioni ed esenzioni;
RICHIAMATO l'art. 42 – comma 2 – lettera f) – del D.Lgs, 18.8.2000, n. 267, in ordine alla competenza a deliberare;
VISTI i pareri espressi ai sensi dell’art. 49 del D.Lgs. n. 267 del 18.8.2000, come da allegato;
D E L I B E R A
1) DI FISSARE nella misura del 100% il rapporto di copertura del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani interni, ai sensi dell’art. 61 del D.lgs n° 507/1993;
2) DI CONFERMARE, per l’anno 2010, le tariffe della tassa smaltimento dei rifiuti solidi urbani interni determinate ai sensi dell’art 65 D.lgs n° 507/1993 approvate con deliberazione consiliare n° 37 del 28 giugno 2004, nei valori unitari indicati di seguito a fianco di ogni categoria omogenea:
________________________________________________________________________________
categoria tariffa per unità di superficie
Euro per mq
________________________________________________________________________________
Locali ed aree adibiti a musei, archivi, biblioteche, attività di istituzioni culturali, politiche e religiose, sale teatrali e cinematografiche scuole pubbliche e private, palestre, autonomi depositi di stoccaggio e depositi di macchine e materiale militare:
A1 musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto € 0,88
A2 cinematografi e teatri € 0,65
A3 autorimesse, magazzini, rimessaggi € 0,65
________________________________________________________________________________
complessi commerciali all’ingrosso, o con superfici espositive, aree ricreative turistiche quali campeggi, stabilimenti balneari ed analoghi complessi :
B1 campeggi, distributori di carburanti, impianti sportivi € 1,12
B2 stabilimenti balneari e termali € 0,76
B3 esposizioni ed autosaloni € 0,75
________________________________________________________________________________
Locali ed aree ad uso abitativo per nuclei familiari, collettività e convivenze, esercizi alberghieri:
C1 abitazioni ad uso domestico di residenti € 1,63
C2 abitazioni uso domestico non residenti € 1,63
C3 alberghi con ristorazione € 1,97
C4 alberghi senza ristorazione € 1,58
C5 case di cura e riposo, carceri € 1,62
C6 ospedali € 1,86
________________________________________________________________________________
Locali adibiti ad attività terziarie e direzionali diverse da quelle di cui alle lettere b) c) f) circoli sportivi e ricreativi:
D1 uffici, agenzie, studi professionali € 1,69
D2 banche ed istituti di credito € 1,03
________________________________________________________________________________
Locali ed aree ad uso di produzione artigianale, industriale o di commercio al dettaglio di beni non deperibili:
E1 negozi di abbigliamento, calzature, librerie, ferramenta ,cartoleria e
altri beni durevoli € 1,62
E2 edicole, farmacie, tabaccai, plurilicenze € 2,04
E3 negozi particolari quali filatelie, tende e tessuti, tappeti,
cappelli ecc. € 1,20
E4 banchi di mercato di beni durevoli € 2,33
E5 attività artigianali tipo bottega I: parrucchiere, barbiere,
estetista € 2,19
E6 attività artigianali tipo bottega II: falegname, fabbro,
idraulico, elettricista € 1,48
E7 carrozzeria, autofficina, elettrauto € 1,86
E8 attività industriali con capannoni di produzione (stabilimenti) € 1,03
E9 attività artigianali di produzione di beni specifici € 1,12
________________________________________________________________________________
Locali ed aree adibite a pubblici esercizi o esercizi di vendita al dettaglio di beni alimentari o deperibili
F1 ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie € 11,15
F2 mense, pub, birrerie, amburgherie € 7,24
F3 bar, caffè, pasticcerie € 8,09
F4 supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi,
generi alimentari € 3,26
F5 plurilicenze alimentari e/o miste € 3,26
F6 ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio € 12,77
F7 ipermercati di generi misti € 3,58
F8 banchi di mercato di generi alimentari € 9,45
F9 discoteche e night club € 2,19
3) DI STIMARE che, in base alle superfici tassate nel 2009 e presunte tassabili nel 2010, le tariffe suddette assicureranno un gettito di € 1.295.002,52, da iscriversi nel bilancio annuale di previsione dell’esercizio finanziario 2010, e, pertanto il tasso di copertura dei costi è in misura pari al 100% (cento per cento);
4) DI INVIARE copia della presente deliberazione al Ministero delle Finanze, Dipartimento per le politiche Fiscali, Ufficio federalismo fiscale, entro trenta giorni dalla intervenuta esecutività, così come prescritto dall’art. 69, comma 4, del D.lgs 15 novembre 1993 n° 507;
5) DI DICHIARARE la presente deliberazione immediatamente eseguibile, ai sensi dell’art. 134, comma 4, del D.lgs 18 agosto 2000 n° 267.