domenica 30 novembre 2008

Tombolillo si autosospende dal PD, protesta contro la politica ambientale

IL MESSAGGERO
Consigliere provinciale e sindaco
Tombolillo shock:
si dimette dal Pd
per protesta contro
la politica ambientale

Domenica 30 Novembre 2008 di CHRISTIAN CAPUANI

Il consigliere provinciale Eligio Tombolillo si autosospende dal Partito democratico. La clamorosa e inaspettata decisione del sindaco di Pontinia arriva dopo l’ennesima assenza della Regione al tavolo ministeriale dell’istruttoria Aia-Ippc per la centrale turbogas e a seguito del via libera della commissione di valutazione d’impatto ambientale (Via) al progetto della centrale a biomasse, due impianti da realizzare nell’area industriale di Mazzocchio e che l’autorità regionale giudica tra loro compatibili. Durante l’incontro di lunedì scorso ad Aprilia tra i dodici sindaci pontini interessati alla questione delle due centrali turbogas (Campo di Carne e Mazzocchio) Tombolillo aveva già espresso forti critiche per l’atteggiamento “menefreghista” della classe politica locale sul tema energetico-ambientale.
Il primo cittadino di Pontinia ha reso nota la sua decisione con una comunicazione inviata ai rappresentanti del partito ai vari livelli - ai coordinatori comunale Feudo, provinciale Bevilacqua, regionale Morassut - e al capogruppo del Partito democratico in Consiglio provinciale (del quale Tombolillo fa parte) Domenico Guidi. «Ciò - spiega lui - perché, anche e sopratutto in veste di sindaco del Comune di Pontinia, non vedo nel Partito democratico la volontà di dichiarare né di costruire una seria politica ambientale e produttiva. In questa fase così cruciale per l’intera area pontina e per il mio Comune, preso d’assalto da industrie altamente inquinanti in fase di avanzato iter autorizzativo, non c’è stato a monte alcun confronto politico-istituzionale e gli esponenti del Pd, a parte qualche rara eccezione, non hanno mai dimostrato interesse al tema e non hanno risposto agli inviti che ho rivolto loro nel tempo per l’analisi delle problematiche connesse».

la centrale a biomasse, la beffa della VIA e Zaratti

Alla fine di maggio 2007, su invito dell’amministrazione comunale di Pontinia, l’assessore regionale all’ambiente, esponente storico dei verdi, Filiberto Zaratti, è stato ricevuto dal Sindaco, dagli assessori e dai cittadini e poi ospite di un pubblico dibattito. (vedere http://pontiniaecologia.blogspot.com/2008/11/zaratti-ricevuto-pontinia-da-sindaco-ed.html).
La preoccupazione dell’amministrazione di Pontinia espressa in quell’occasione e in tante altre ufficiali, erano le centrali a turbogas e quella a biomasse per l’elevato, nocivo e pericoloso impatto devastante sul territorio, sull’economia, sulla salute pubblica.
L’assessore regionale all’ambiente suggeriva al Sindaco di chiedere la VIA (valutazione di impatto ambientale) della centrale a biomasse all’apposito ufficio della Regione Lazio, presso l’assessorato all’ambiente, delega dello stesso Zaratti.
In questo modo Zaratti avrebbe garantito una serie di ostacoli per rendere inattuabile l’ennesima sciagura.
Fissata poi la conferenza di servizi per la procedura AIA-IPPC, presso la competente amministrazione provinciale di Latina, in data 30 agosto arrivava il parere contrario della Regione Lazio.
Comunque l’esito della conferenza della procedure di autorizzazione integrata ambientale (AIA-IPPC) era disastroso per il progetto della centrale a biomasse che veniva rispedito al mittente (vedere http://pontiniaecologia.blogspot.com/2008/11/insufficiente-e-lacunoso-il-progetto.html e il verbale inviato al Ministero dell’ambiente, procedura AIA –IPPC per il progetto della turbogas di Mazzocchio, ma anche all’assessorato regionale all’ambiente
http://pontiniaecologia.blogspot.com/2008/07/osservazioni-centrale-biomasse-turbogas.html).
A questo punto l’approvazione della valutazione di impatto ambientale del progetto delle biomasse avvenuto proprio da parte dello stesso assessorato all’ambiente della Regione Lazio con delega al verde Filberto Zaratti è una beffa, se non una sconfessione dell’assessore, che, pensiamo, non ne fosse nemmeno al corrente.
L’area di valutazione impatto e danno ambientale della Regione Lazio, ha inviato la nota con prot. 204085 del 19 novembre 2008, pervenuta al comune di Pontinia in data 24 novembre 2008, indirizzata anche alla Ditta proponente, alla Provincia di Latina e alla Direzione regionale all’ambiente avente per oggetto:
“ pronuncia di verifica sull’applicabilità della procedura di V.LA. resa ai sensi dell’art. 32, parte II del D.Lgs. 152/06 sul progetto di “Centrale termoelettrica a biomasse della potenza di 20 Mw elettrici”- comune di Pontinia provincia di Latina – località mazzocchio – a seguito della richiesta inoltrata dalla Pontinia Rinnovabili srl. Registro elenco progetti n. 221/2007.”
Comprensibile l’amarezza del sindaco di Pontinia, dottor Eligio Tombolillo, che si è sospeso dal PD.
Pontinia 30 novembre 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

insufficiente e lacunoso il progetto delle biomasse

Stralcio del comunicato del 30 agosto 2007 a proposito della conferenza dei servizi presso l'amministrazione provinciale di Latina che ha bocciato il progetto della centrale a biomasse.
Secondo la dottoressa Valle, responsabile del procedimento il progetto è risultato molto carente, denota notevole superficialità e deve inquadrare il contesto territoriale. Non si possono utilizzare dati tecnici ed analisi riferiti ad altri comuni, oppure dati e sistemi generali riferiti all'intera provincia. Quando i dati mancano gli stessi devono derivare da appositi studi, ricerche, analisi condotte sul territorio e non altrove. Addirittura il bacino idrico è sbagliato si è confuso l'Amaseno con l'Ufente, segnale evidente che chi ha redatto la documentazione non conosce affatto Pontinia e probabilmente non la rispetta nemmeno. La carta di uso del suolo vegetazionale è generica dell'agro pontino, nel progetto non c'è alcuna considerazione o analisi dei siti SIC e ZPS, né dell'interferenza con il progetto proposto. Non c'è l'analisi della qualità dell'aria. Come da me fatto notare non c'è alcun collegamento con il progetto della turbogas né con le altre industrie insalubri di prima classe (come è quello per le biomasse) o a rischio di incidente rilevante che comunque insistono sulla zona. Non c'è quindi alcuna analisi sulla somma degli impianti e degli effetti, sulle aree di rispetto. Secondo la dottoressa Valle è quindi necessario indagare meglio il territorio. Sempre come da me osservato, manca l'analisi geologica e mancano le documentazioni, oltre che le domande che sono escluse dall'AIA relativa alle opere idrauliche e alla risorsa idrica. Poi sono state ricordate in materia geologica il mancato riferimento alle informazioni scientifiche e alla bibliografia, manca la documentazione relativa ai beni archeologici. Mancano gli studi relativi agli effetti dell'emissioni degli scarichi nei 2 corsi d'acqua (il fosso di San Carlo e il fosso adiacente). Manca gli studi sulla portata, lo studio della qualità dell'acqua nei corsi d'acqua e nelle falde, manca lo studio del suolo. Non vi sono gli studi sullo sprofondamento e sulla sub sidenza nonostante siamo in una zona geologica particolare. Manca l'indagine vegetazionale, lo studio sulla messa a dimora del verde e sulla fauna circostante. Il bosco Polverino tutelato non viene assolutamente trattato. Come ho fatto notare la documentazione sulle foto aree è sbagliata. Sempre in base alle mie osservazioni la descrizione sull'approvvigionamento delle biomasse è stato ritenuto insufficiente e generico. Inoltre manca lo studio e la proposta della riduzione di CO2 con azioni virtuose che la Pontinia Rinnovabili ha completamente trascurato. Altre osservazioni sugli schemi delle materie prime, sui flussi di entrata ed uscita, sul programma di emergenza, sulle emissioni per durata e frequenza. Addirittura comica sulle altre autorizzazioni: come da me rilevato sono riferite sono riferite ad un altro progetto, sito, impianto e società..... La giustificazione della Pontinia Rinnovabili? Dalle altre parti gli va bene così....
Il carico finale di affossamento del progetto l'ha espresso il Sindaco Tombolillo che parlato anche per conto delle amministrazioni di Priverno e Sonnino: Questi tipi di impianti qui non li vogliamo. Preghiamo la Ditta proponente di prenderne atto, chiediamo il rispetto del desiderio e della volontà delle comunità locali. In relazione alle conoscenze aggiornate sulle dinamiche territoriali, agricole, economiche ed ambientali abbiamo riconsiderato i pareri espressi.
La dottoressa Valle in apertura di seduta ha letto la nota dell'assessorato della Regione Lazio appena giunto che comunica che la VIA per l'impianto non è stata proposta dalla ditta proponente e quindi va riformulata.
In base alla comunicazione della Regione era opportuno riconsiderare il progetto.
Tra l'altro l'amministrazione provinciale aveva chiesto alla ditta Pontinia Rinnovabili,dopo la presentazione delle osservazioni, in data 25/7/7 per la quale non ha ancora avuto risposta, che essendo modificata nel contempo la normativa, qualsiasi procedura non aveva senso senza la VIA.
La Pontinia Rinnovabili ha informato che provvederà a riformulare il progetto e la documentazione in quanto toglierà dal progetto il combustibile derivante dai rifiuti, in questo modo non c'è bisogno di VIA.
Secondo la dottoressa Valle probabilmente, a questo punto, la procedura ripartirà ex novo e l'attuale progetto sarà accantonato.
La dottoressa Valle ha infini ricordato che comunque il parere del comune se contrario è vincolante.
Erano presenti per l'amministrazione provinciale di Latina la dottoressa Valle, gli ingegneri Ottocento e Disenso; per la Pontinia rinnovabili l'ing. Cicerone, Carboni, Marco Romani e Gennaro Gigli, il sindaco di Pontinia dottor Eligio Tombolillo, gli assessori Battisti e Subiaco, il responsabile del procedimento ing. Corradi, il consigliere comunale di Priverno Fusilli, il vice sindaco di Sonnino Migliori, Del Monte dell'associazione di Capocroce, la Rete di Pontinia, oltre al sottoscritto. Assenti Regione Lazio, AUSL, Arpa, Vigili del Fuoco, Albo Gestori.
Ho chiesto al sindaco Tombolillo: dov'è la tua opposizione quella che ti denuncia al prefetto se non convochi il consiglio? Se non si interessano, se non sono presenti, di cosa ti chiederanno in consiglio comunale? Perché sono assenti tutti e 6?
Ancora una volta i Cittadini hanno difeso i loro interessi, come contro il dissesto, visto che le mie osservazioni hanno centrate le carenze notevoli di un altro progetto che potrebbe nuocere.

Zaratti ricevuto a Pontinia da Sindaco ed assessori

Come promesso nell'incontro del 10 maggio, presso l'aula consiliare dell'amministrazione provinciale nell'ambito delle iniziative di presentazione del programma regionale ambientale, l'assessore regionale all'ambiente è venuto a Pontinia.
Dapprima un incontro con il sindaco e la delegazione decisa durante la riunione del tavolo tecnico di venerdi 25/5 in tema di turbogas e poi nel teatro parrocchiale nell'incontro promosso dalla Rete No Turbogas.
Il tavolo tecnico del 25/5 doveva servire, proseguendo il precedente incontro del consiglio comunale allargato del 10 aprile, ad individuare la strategia anti turbogas, con particolare riferimento alla procedura IPPC - AIA e alla comunicazione del 3 aprile 2007.
Un'altra comunicazione arrivata il 23 maggio, di cui dava notizia il sindaco nell'incontro del 25/5 riportava ulteriori aggiornamenti da parte del Ministero dell'Ambiente, del commissario coordinatore dottor Iacomelli e dell'Apat.
Nel documento redatto nella riunione del 23 aprile tra il commissario, coordinatore, l'Apat e il ministero dell'ambiente venivano chieste ulteriori adempimenti e precisazioni alla ditta proponente l'impianto turbogas.
Nel tavolo tecnico del 25/5 oltre al sindaco erano presenti l'assessore provinciale all'ambiente Massimo Giovanchelli, la dottoressa Nicoletta Valle, funzionario ambientale della provincia, nonché commissario per la provincia insieme al dottor Perotto per l'AIA, per il comune di Pontinia 4 assessori, 4 consiglieri comunali (2 di minoranza), la rete no turbogas, il presidente del consiglio comunale di Terracina, alcuni cittadini, la stampa ed un esperto consigliato dal dottor Stefano Montanari.
Su richiesta di alcuni cittadini prima, della rete no turbogas che inizialmente aveva indicato il dottor Armaroli, il sindaco faceva contattare il dottor Stefano Montanari che dichiarava l'impossibilità ad essere presente ad incontri con preavvisi inferiori ai 60 giorni, quindi indicava un esperto in zona.
Sia la dottoressa Valle che l'esperto, confermavano quando dichiarato dal sindaco in materia di errori procedurali commessi in sede di procedura IPPC -AIA dal ministero dell'ambiente, nonché le grosse opportunità di bloccare l'iter della turbogas, se questa era la volontà del consiglio comunale.
Volontà che veniva confermata all'unanimità da tutti i rappresentanti dell'amministrazione senza incertezza alcuna.
Gli esperti presenti invitavano la Rete e i cittadini presenti ad intervenire nella procedura, ma questa opportunità non veniva colta, veniva anzi chiesto la nomina di un legale oltre a trattare il tema delle biomasse. Il sindaco dava inoltre notizia dell'aggiornamento della vicenda Sep.
Martedì 29 il comune inviava poi il nominativo degli esperti - commissari nella procedura AIA, contestando l'ultima comunicazione del 23 maggio per alcuni errori di metodo, anche grossolani, tra i quali l'invio della comunicazione a 2 privati cittadini residenti in viale Italia, anziché al comune o al commissario.
Veniva inoltre ribadita la netta contrarietà al progetto del comune di Pontinia, nonché dei consigli comunali di Bassiano, Roccasecca, Priverno, Sonnino e dell'amministrazione provinciale.
Nell'incontro presso l'ufficio del sindaco lo stesso ribadiva all'assessore regionale all'ambiente la netta contrarietà dell'intero consiglio comunale di Pontinia, della popolazione, nonché dei comuni limitrofi.
Filiberto Zaratti confermava la netta contrarietà alla turbogas a Pontinia per i motivi già esposti e riportati nella nota relativa all'incontro del 10/5.
Il sindaco informava del problema bio masse, della raccolta differenziata, poi ripresa dall'assessore comunale all'ambiente Valterino Battisti, del sito industriale di Mazzocchio che produce compost.
Zaratti concordava con Tombolillo una delibera di richiesta della VIA per l'impianto a bio masse.
L'assessore regionale all'ambiente si recava poi presso il teatro parrocchiale per ribadire quanto già affermato sui vari temi, compreso l'elettrosmog

turbogas
Sollecitato da Giovanchelli (che affermava il tavolo della salute sulla turbogas si sia espresso affermando che le valutazioni sull'impatto devono essere solo posteriori alla costruzione dell'impianto) e da Migliori (consigliere provinciale di maggioranza, che faceva affermazioni sbagliate e di parte sulla turbogas e chiedeva che i finanziamenti per l'acqua pubblica fossero erogati solo all'ATO, anziché ai singoli comuni), Zaratti dicendo forte e chiare le motivazioni di contrarietà dell'assessorato e dei verdi alle turbogas, come al carbone.
Contestava il "parere tecnico favorevole" espresso da Giovanchelli e dall'amministrazione provinciale di Latina alla costruzioni delle centrali a turbogas di Aprilia e Pontinia.
Zaratti ricordava a Giovanchelli che le attuali tecnologie e strumentazioni consentono di studiare un piano di qualità dell'aria informatico, con il quadro ben preciso del danno che recheranno le centrali a turbogas di Pontinia ed Aprilia: "i progetti sono sbagliati e lo abbiamo dimostrato con dati tecnici."
Se le valutazioni di impatto ambientale dicono espressamente che, essendo progettate entrambe in area a forte inquinamento atmosferico, le stesse potrebbero rimanere attive solo per 4/5 ore al giorno.
Questo significa:
- l'impianto non è economicamente conveniente, quindi conviene che nessun imprenditore lo realizzerà a queste condizioni;
- considerato che spegnimento e riaccensione provoca un inquinamento ancora peggiore (come ricordava la rete no turbogas di Pontinia) abbiamo l'equazione che questi impianti non saranno mai realizzati.
Poi ricordava che sulla salute e sull'ambiente non si tratta, né esistono "ordini di maggioranza" o "voto di fiducia" che tenga, visto il patto sottoscritto in campagna elettorale come programma controfirmato da partiti e candidati e dagli impegni precisi in campagna elettorale.
Quindi il no a Civitavecchia, come quello sulle turbogas, sugli inceneritori è stato il primo voto contrario in sede di giunta regionale dopo 7 anni.
Evidenziava la discrasia tra quanto affermato dagli studiosi, dalle testate, dai politici (citava Al Gore e il suo film) e dagli economisti mondiali, di cui si legge ogni giorno con i pericoli e gli effetti in atto per il cambiamento climatico:
"O sbaglia la comunità europea, e bisogna avere il coraggio di dirlo, quando afferma che occorre ridurre le emissioni in atmosfera di CO2 del 20%, oppure sbagliano la Regione Lazio, il governo nazionale approvando la realizzazione delle centrali a turbogas, che aumentano queste emissioni". "nessuno ci può venire a millantare che c'è necessità di ulteriore produzione di energia elettrica nel Lazio".
Zaratti ricordava che, l'attuale amministrazione regionale, così come l'attuale governo nazionale si sono ritrovati i "regali" di:
- decreto Marzano sblocca centrali che, di fatto, approva gli impianti qualunque sia l'emissioni e il danno ambientale e sulla salute certo;
- l'approvazione di 12 centrali a turbogas nella Regione Lazio che già produce il doppio dell'energia di cui ha bisogno, con queste centrali diventerebbe il triplo;
- l'approvazione delle VIA sia per la centrale di Aprilia che per quella di Pontinia, firmata dal ministro "per" (contro) l'ambiente Matteoli di AN;
- l'approvazione della centrale a carbone di Torre Valdaliga Nord a Civitavecchia.
Zaratti citava il suo voto contrario che è giunto anche per le compensazioni territoriali, essendo appunto contrario alle turbogas.
L'assessorato all'ambiente, che oltre ai rifiuti non ha la delega per l'energia, si è comunque attivato per la redazione del piano energetico regionale (attualmente inesistente) che, regole e buon senso, vorrebbero anteporre all'approvazione delle stesse centrali.
Sempre in tema di programmazione del territorio approvava quanto affermato dal rappresentante del Sindaco di Pontinia, da Migliori e dalla rete no turbogas di Pontinia, in quanto non si può pensare né all'agricoltura di qualità (settore trainante dell'economia nella pianura pontina) e del turismo che rimane l'unico settore che può svilupparsi se vengono realizzate le turbogas.
Zaratti ha dato la disponibilità richiesta dal Sindaco di Pontinia a riceverlo nel suo ufficio per concordare la strategia comune anti turbogas, con particolare riferimento all'autorizzazione integrata ambientale, arrivata il 4 aprile, per la quale sono rimasti pochi giorni per opporsi.
L'assessore regionale all'ambiente verrà anche a Pontinia a partecipare agli incontri sui temi ambientali.
Contro le turbogas intervento tecnico di Paolo Cima di Pontinia, che ricordava il grosso sforzo informativo, oltre agli studi e sopralluoghi, presso la centrale di Termoli, accalorato quello di Gianfranco Iencinella della rete no turbogas di Aprilia. Cima ribadiva l'errore commesso dalla destra con l'approvazione del decreto Marzano.
Antenne telefonia mobile
Al rappresentante del Sindaco di Pontinia che chiedeva regole certe e notizie sull'iter della proposta di legge in materia di elettrosmog, ubicazione delle antenne per la telefonia mobile, approvata oltre un anno fa dalla giunta regionale, Zaratti affermava che l'iter si sta concludendo con il lavoro dell'apposita commissione. L'assessore intanto chiede ai comuni l'approvazione di un regolamento certo, favorendo i cittadini, anziché i gestori che comunque hanno il loro guadagno certo. In questo regolamento vanno previste zone di localizzazione e di delocalizzazione delle antenne non in regole con le norme ed il regolamento stesso.
Giorgio Libralato 31 maggio 2007

a proposito di zone sic e zps tranquillamente devastate

Alla Gentilissima, onorevole, Monica Frassoni parlamentare europeo dei Verdi,

oggetto: a proposito di zone SIC e ZPS tranquillamente attraversate da opere devastanti

Gentilissima, onorevole, Monica Frassoni parlamentare europeo dei Verdi,

ricevo puntualmente la sua newsletter e la ringrazio delle attente e precise informazioni che vi sono contenute.
Nell’ultima (http://www.monicafrassoni.it/data/File/MonicaFrassoniEuroNews65.pdf) numero 65 del 28 novembre, a pag. 2, a proposito del convegno “Consumo del suolo e cementificazione del
territorio: le alternative degli ambientalisti. Conclusioni della presidenza del convegno”, al punto 4. così riporta: “Tutela integrale per le aree protette: parchi, riserve, aree UNESCO riconosciute patrimonio dell’umanità, Siti di Interesse Comunitario (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS)”.
Non so se ricorderà ma negli ultimi 2 anni Le ho scritto più volte a proposito di una delle tante sciagure che si stanno per abbattere nel territorio pontino, nel comune di Pontinia (LT), la centrale a turbogas di Mazzocchio interessa proprio queste zone SIC e ZPS.
Sono interessate non solo dall’impatto delle nocive e terribili emissioni in atmosfera, ma addirittura da elettrodotto e metanodotto attraverseranno i Laghi del Vescovo-Gricilli, appunto zona Sic e Zps.
In una zona che, per di più, non è nemmeno stabile dal punto di vista geologico, come ha più volte certificato l’apposito ufficio della Regione Lazio.
Nessuna costruzione, né opera d’arte è possibile e se realizzata, potrebbe mettere in pericolo l’incolumità delle persone.
Ma questo non basta né per scongiurare tale opera nefasta (la turbogas), né l’impossibile posa in opera di queste opere che metteranno a rischio, in barba alle norme della sicurezza del lavoro, la vita degli stessi operatori che li dovranno installare.
Abbiamo (cittadini, amministrazioni comunali di Pontinia, Priverno, Roccagorga, Roccasecca, Sezze, Sonnino, Terracina, amministrazione provinciale di Latina) rivolto richieste di ascolto con delibere all’unanimità dei vari consigli competenti, senza nessuna risposta significativa e concreta né dalla Regione Lazio, né dal governo nazionale.
E’ chiaro che quando non c’è il rispetto della volontà popolare, della programmazione territoriale locale, quando vengono calpestati leggi e costituzione italiana, le motivazioni di queste scelte scellerate vanno cercate sicuramente in altri ambiti.
Non mi aspetto da Lei una risposta che ha sicuramente impegni e problemi più importanti da affrontare, se non li abbiamo da Roma, dai vertici dei verdi, di cui ero presidente provinciale prima di dimettermi, perché, allora, non capivo la scarsa sensibilità di un partito che si dichiarava ambientalista che però non difende a sufficienza un territorio.
Se poi lo desidera Le posso rimandare tutta la documentazione in materia.
Saluti e buon lavoro.
Pontinia 30 novembre 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

sabato 29 novembre 2008

a proposito della centrale a biomasse di Pontinia

http://www.altracitta.info/images/stories/Ambiente/Rifiuti/impianto%20a%20biomasse.pdf
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diritto
Lo scopo finale del WWF è fermare e far regredire il degrado dell’ambiente naturale del nostro pianeta e contribuire a costruire un futuro in cui l’umanità possa vivere in armonia con la natura.
A proposito della centrale a biomasse progettata nel comune di Pontinia Il WWF non si oppone in maniera acritica e ideologica ad una centrale che usi combustibile
alternativo a quello di origine fossile, anzi ha sempre sostenuto il passaggio alle fonti rinnovabili assimilando ad esse anche il risparmio e l’efficienza energetica. Non capisce, comunque, ritenendola ingiustificata, questa espansione del mercato dell’energia che non si adegua alle necessità, ma sovradimensionandosi comporta un consumo eccessivo di territorio e di risorse fino a far nascere, nel caso dell’uso di biomasse, una competizione tra il territorio per l’energia e territorio per il cibo. In provincia di Latina è plateale questa tendenza dell’imprenditoria del settore con i progetti delle centrali a turbogas di Aprilia e di Pontinia e, in
quest’ultima città, di una centrale a biomasse.
Per quanto riguarda la strategia della combustione delle biomasse, la prima regola in assoluto è quella di bruciare solo legno vergine e secco, cioè legno trattato soltanto meccanicamente.
In assenza di linee guida nazionali, da tempo sollecitate dal WWF, occorre riferirsi al DPCM 8.3.02, che ha apportato un importante cambiamento in quanto considera come combustibile, oltre alla legna tal quale (come intesa dall’abolito DPCM 02/10/95), anche altro materiale che in precedenza era considerato e classificato dal D.M. 05/02/98 n°72 come rifiuto non pericoloso.
In particolare, secondo il D.P.C.M. 08/03/02 si definiscono come biomassa combustibile le seguenti categorie:
1. Materiale vegetale prodotto da coltivazioni dedicate;
2. Materiale vegetale prodotto da trattamento esclusivamente meccanico di coltivazioni agricole non dedicate;
3. Materiale vegetale prodotto da interventi selvicolturali, da manutenzioni forestali e da potatura;
4. Materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di legno vergine e costituito da cortecce, segatura, trucioli, chips, refili e tondelli di legno vergine, granulati e cascami di sughero vergine, tondelli, non contaminati da inquinanti, aventi le caratteristiche previste per la commercializzazione e l’impiego;
5. Materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di prodotti agricoli, avente le caratteristiche previste per la commercializzazione e l’impiego.
Rimangono esclusi gli scarti di lavorazione del legno trattato.
Inoltre, nel caso in cui si utilizzi legna in pezzi, la caratterizzazione merceologica del prodotto è la legna da ardere e può essere quindi commerciata da utilizzatori del bosco iscritti alla Camera di Commercio come produttori di legna da ardere.
La strategia corretta delle dimensioni delle caldaie è quella di forni di piccola taglia perchè l’impianto si localizza dove si genera la biomassa e si evitano i trasporti e le importazioni da altre regioni o addirittura dall'estero. Assolutamente è da evitare l’importazione di legna dai Paesi in via di sviluppo che incentiverebbe ulteriormente la deforestazione in atto abbassando notevolmente il tenore di vita delle popolazioni locali..
Occorre dimensionare bene l'autonomia delle forniture che deve essere coperta in poche decine di chilometri di raggio (anche il petrolio per i veicoli di trasporto, e non solo, fra qualche anno finirà e comunque sarà estremamente costoso). Questa pianificazione del rifornimento di energia rinnovabile locale di biomasse (scarti sottobosco, segherie, silvicoltura dedicata, residui agricoli, etc) è la cosa più importante e difficile
perchè il territorio per l'energia entra in competizione col territorio per il cibo. Non si può non far notare che in qualche mese il prezzo del grano si è raddoppiato e quello dei prodotti alimentari in genere continua ad aumentare da mesi molto di più dell’inflazione, tanto che si parla ormai apertamente di Agflazione (inflazione
generata da costi dei prodotti per l’alimentazione umana ed animale).
Per la combustione occorre dedicare particolare attenzione agli scarti di mobilifici, all'erba e alle siepi verdi, alle potature delle viti e dei frutteti non di agricoltura biologica. Questi ultimi sono trattati da dieci a quindici volte con fitofarmaci, in prevalenza idrocarburi clorurati, i quali se bruciati in presenza di sostanze
organiche, sia in modo controllato, vedi inceneritori, che incontrollato, vedi fuochi all'aperto o piccoli forni, possono emettere diossine. A questo proposito in Trentino ci sono state recentemente due sentenze di condanna di agricoltori colti a bruciare potature considerate nel dispositivo rifiuti a tutti gli effetti.
Per la biomassa di scarto come le potature, non va scartata l’opzione del compostaggio perchè durante il processo anche i residui dei fitofarmaci e dei diserbanti sono degradati e non, come nella combustione, trasformati in diossine, inquinanti e CO2. Il compost salvifica il terreno che è in buona parte già
desertificato per mancanza di humus (meno del 2%) dovuto all'uso decennale di concimi chimici.
L'organizzazione della raccolta delle potature può avvenire tranquillamente usando i Centri Ecologici per la Raccolta Differenziata (CERD) comunali ampliati, o CERD dedicati con cippatura periodica e conferimento ai centri di compostaggio. Il cippato da potatura è molto ricercato dai centri di compostaggio. Sarebbe opportuno
obbligare al conferimento i produttori di potature, che ormai non sono più contadini a ciclo chiuso ma imprenditori a ciclo aperto di un'industria intensiva normalmente monoculturale.
Il WWF, quindi, propone di puntare su filiere corte di produzione locale, sul modello dei distretti agroenergetici, con impianti tarati sulle reali disponibilità della risorsa in loco per evitare che il consumo energetico del trasporto sia maggiore della produzione ed in modo che le eccedenze energetiche prodotte
entrino in rete in modo più diffuso e quindi più sicuro.
L’associazione chiede che per ogni progetto per colture bioenergetiche su estensioni superiori a 100 ettari venga fatta la valutazione di impatto ambientale per valutare i rischi di erosione, di riduzione della biodiversità, di aumento della diffusione di malattie delle piante a causa della semplificazione operata, causati dal prelievo dei residui forestali a scopo energetico che potrebbe impoverire eccessivamente i suoli. Il tutto coinvolgendo le comunità locali.
L’impianto che si sta progettando a Pontinia va in direzione opposta a quanto sopra affermato. Si parla, infatti, di 22 MW elettrici ottenuti bruciando 275 mila tonnellate di legno vergine prodotto in un’area molto ampia intorno al sito. Tale produzione necessiterebbe di oltre 16.000 ettari di terreno agricolo, se risponde al vero quanto affermato nella relazione tecnica allegata al progetto secondo la quale un ettaro di pioppeto rende 17 tonnellate all’anno di legna. Considerando l’estensione dell’intero territorio comunale che si aggira sui 12.000 ettari si evince che il progetto non risponde alla prima delle condizioni di un impianto
ecosostenibile, in collegamento armonico e stretto con la realtà locale. La produzione, poi, di tanta biomassa, se a coltivazione forzata convenzionale, ha bisogno di acqua e protesi chimiche pesanti e questo porterà ulteriormente a confliggere con le necessità dell’agricoltura sana destinata all’alimentazione. E’ da notare che la provincia pontina è spesso in difficoltà per la carenza di acqua.
Non prendiamo nemmeno in considerazione la possibilità di bruciare nell’impianto del Combustibile Da Rifiuti (CDR); le comunità della provincia, in contrasto con quanto auspicano certi amministratori, sono consapevoli dei rischi sanitari cui andrebbero incontro e si mobiliterebbero per garantire un ambiente sano per le proprie famiglie.
Il WWF, quindi, non si oppone a una centrale a biomasse, e quindi alternativa all’uso dei combustibili fossili, bensì contesta le carenze di questo progetto, le sue dimensioni assolutamente fuori scala, la scarsa considerazione del pregio dei terreni della ex palude che verranno certamente sottratti all’agricoltura per la
produzione della biomassa necessaria ad alimentare l’impianto stesso.
Roma, 25 agosto 2007 Il Presidente del WWF- Lazio Raniero Maggini

altre informazioni sulla centrale a biomasse
http://pontiniaecologia.blogspot.com/2008/07/turbogas-e-biomasse-oggi-commissione.html
http://pontiniaecologia.blogspot.com/2008/07/osservazioni-centrale-biomasse-turbogas.html

bocciato anche il ponte sullo stretto di Messina

ECONOMIA Intervista a Remo Calzona, il supertecnico che presiede
il comitato per la verifica di fattibilità
"Caro e anche pericoloso"
Bocciato il ponte sullo Stretto
di ANTONELLO CAPORALE
L'UOMO del Ponte si chiama Remo Calzona. Al dipartimento di ingegneria strutturale e geotecnica della Sapienza di Roma tutti lo conoscono. E anche a Reggio Calabria. Decine e decine di sopralluoghi tra Scilla e Cariddi e viaggi in tutto il mondo. Figura illuminata a cui prima l'Anas (1986) poi il governo (2002) hanno affidato la presidenza del comitato tecnico-scientifico per la verifica della fattibilità della grandiosa opera del Ponte sullo Stretto.

"La soluzione progettuale mi appare oggi assai costosa e per nulla immune da crisi strutturali".

Ahi, casca il Ponte?
"Bellissima domanda alla quale rispondo con Popper (ho rubato al suo pensiero il titolo del mio ultimo lavoro): La ricerca non ha fine".

L'uomo è fallibile.
"In Danimarca il ponte sullo Storebelt ha patìto il fenomeno del cosiddetto galopping. Il nastro d'asfalto si è andato deformando, tecnicamente è una deformazione ortogonale alla direzione del vento".

Su e giù, come fosse un grosso serpente.
"Esattamente così. Una deformazione, dovuta al fluido dinamico che impone di bloccare per motivi di sicurezza il passaggio di cose e persone. Ma il ponte si realizza proprio per permettere il transito ininterrotto".

Se soffia il vento a Scilla, ponte chiuso.
"Anche cento giorni all'anno".

Lei propone di ridurre l'ampiezza delle campate da 3300 a 2000 metri.
"Ci siamo accorti che la riduzione azzera quel fenomeno".

Ma nel 2002 era di diverso parere.
"Bellissima considerazione: mi viene in aiuto ancora Popper. La scienza misura i suoi passi sui propri errori".

I ponti si costruiscono ma ogni tanto cadono.
"Hai voglia se cadono! Nel secolo scorso abbiamo conosciuto il collasso provocato dalla fatica dei materiali".

Come un asinello che si stanca e stramazza al suolo.
"Carichi ripetuti sulla medesima struttura, fatica sviluppata fino al punto di insostenibilità".

Crash.
"Con la crisi del ponte di Tacoma, sopra Los Angeles, ci siamo accorti di un altro elemento destabilizzante, chiamato fletter. Sempre causato dal vento".

Il vento eccita, maledetto lui.
"Eccita".

Adesso siamo di fronte al galopping.
"Fare un ponte e spendere tanti quattrini per vederlo chiuso che senso ha?".

Ne ha parlato con la società dello Stretto di Messina?
"Pensi che l'amministratore delegato, l'ingegner Ciucci, mi ha persino diffidato a pubblicare il libro che documenta le mie nuove ragioni".

E perché?
"E che ne so! Uno gli dice che si può fare un ponte con meno della metà dei soldi e più sicuro e si sente trattato in questo modo".

Lo deve dire a Gianni Letta.
"Io scrivo e riscrivo. Soprattutto a Letta: guarda che così non va".

Ma Impregilo, la ditta costruttrice, ha il suo progetto. Chiederà penali.
"Chiamassero me: la metterei in ginocchio".

Professore: e se tra tre anni, o cinque o dieci lei scova qualche altro errore?
"Bellissima domanda: rispondo ancora con Popper. Lavoriamo sugli errori e sull'esperienza per fornire una soluzione progettuale che riduca il rischio di collasso della struttura entro limiti convenuti".

Limiti convenuti.
"Io non sono un mago".


(29 novembre 2008) http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/economia/ponte-messina-inchiesta/tecnico-boccia-ponte/tecnico-boccia-ponte.html

venerdi 5 a Roma in difesa dei beni comuni protesta alla Regione

Venerdì 5 dicembre protesta in Regione dei cittadini impegnati a difesa dei beni comuni.
29-11-2008

Alla manifestazione, parteciperà il “Coordinamento No Inceneritore Albano”, la Rete No Turbogas di Aprilia, l’Assemblea Permanente No Fly, il comitato del “No al Corridoio Roma-Latina”...

Venerdì 5 dicembre dalle 10.30 alle 13.30 presso la sede della Regione Lazio, in Piazza Oderico da Pordenone, a Roma, si terrà un’imponente manifestazione della rete dei cittadini impegnati a difesa dei beni comuni. “Nel Lazio si continua a parlare di gassificatori, turbogas, nuovi aeroporti, corridoi stradali di ogni tipo, centrali a carbone e nuove discariche. – dicono i cittadini - Vorremmo che il presidente Marrazzo cominci a confrontarsi seriamente con le nostre ragioni e le nostre proposte, anziché rimanere subalterno e quindi ostaggio dello scontro in atto tra poteri forti che vorrebbero scaricare sulla collettività i conti in rosso delle varie aziende o s.p.a. in mano alle lobby di costruttori e imprenditori senza scrupoli”. Alla manifestazione, parteciperà il “Coordinamento No Inceneritore Albano”, la Rete No Turbogas di Aprilia, l’Assemblea Permanente No Fly, ed il comitato del “No al Corridoio Roma-Latina”, del Comitato Malagrotta e quello contrario alla bretella Cisterna-Valmontone.

“Noi non vogliamo essere sudditi di nessuno! – dicono - Noi vogliamo riprendere voce e decidere sul nostro futuro! Noi vogliamo una nuova politica che difenda e rafforzi i beni comuni, basata sulle energie rinnovabili, sui processi di ripubblicizzazione dell'acqua, su una gestione dei rifiuti basata solo sulla differenziata e il porta a porta, su una viabilità improntata all'incentivazione del ferro e alla riduzione delle emissioni di gas. Oggi il tempo delle parole e delle promesse è finito. Oggi pretendiamo atti concreti dalla Giunta Marrazzo, in difesa della salute e dell'ambiente, contro chi specula e avvelena! Per questi motivi nella mattinata del 5 dicembre manifesteremo davanti agli ingressi della Regione Lazio a Roma, zona Garbatella.

www.studio93.it/news/read_news.php?news=24824&category=6

65 mila posti di lavoro nell'eolico

ENERGIA RINNOVABILE
Lavoro, la promessa dell'eolico"Oltre 65 mila posti nel 2020"
Uno studio congiunto di produttori e Uil svela le potenzialità occupazionali del settore di VALERIO GUALERZI
ROMA - Tanti posti di lavoro e dove servono di più. Se è vero, come ha denunciato recentemente il segretario della Cgil Guglielmo Epifani, che in Italia sull'occupazione si sta per abbattere una valanga, a tenerla almeno in parte indietro potrebbe pensarci il vento. Il potenziale occupazionale del settore eolico è infatti enorme: da qui al 2020 i lavoratori, tra diretti e dell'indotto, potrebbero arrivare a toccare quota 66 mila, quintuplicando i numeri attuali. A ribadire la grande opportunità rappresentata dallo sviluppo delle rinnovabili è uno studio congiunto realizzato da Uil e Anev, l'associazione che raccoglie le aziende che operano nell'eolico. "Lo sviluppo delle fonti di energia pulita - spiega il segretario del sindacato Luigi Angeletti - non è solo finalizzato al rispetto dell'ambiente, ma può innescare processi produttivi rilevanti e conseguenti risultati occupazionali positivi". Al momento gli addetti all'eolico in Italia, tra diretti e indiretti, sono 13.630. Le potenzialità del vento sono però sfruttate solo in minima parte, mentre entro il 2020, tenendo anche conto dei numerosi vincoli ambientali e paesaggistici, si potrebbe arrivare ad installare impianti per una potenza totale di 16.200 MW in grado di fornire 27,2 TWh di elettricità, pari al 6,7% dei consumi. Obiettivo che una volta raggiunto significherebbe impiegare complessivamente oltre 66 mila addetti. Ma il vento, si sa, soffia più forte sulle isole e lungo le coste. Per questo, secondo le proiezioni di Uil e Anev, a beneficiare maggiormente dello sviluppo eolico sarebbero la Puglia (11.714 posti di lavoro totali), la Campania (8.738), la Sicilia (7.537) e la Sardegna (6.334). Lo studio fornisce anche i dettagli dell'occupazione per l'intera filiera, precisando le cifre mobilitate dagli studi di fattibilità, dalla costruzione delle macchine, dalla costruzione degli impianti, dall'installazione e dalla manutenzione.
GUARDA LA TABELLA "Lo sviluppo dell'eolico - aggiunge Angeletti - può creare più occupazione, ma anche più qualificata, per questo abbiamo sottoscritto con Anev un protocollo d'intesa per la realizzazione di corsi di formazione con criteri di periodicità". Anche se, sottolinea Luigi De Simone, amministratore delegato del gruppo specializzato nelle rinnovabili Icq Holding, le professionalità più elevate in Italia mancano: "Soffriamo un grave gap tecnologico nella progettazione delle turbine e una dipendenza dall'estero che difficilmente riusciremo a colmare". "Il presupposto per creare occupazione qualificata - precisa il presidente dell'Anev Oreste Vigorito - è completare il quadro normativo mettendo gli operatori in grado di realizzare nuovi impianti". Unitamente allo scetticismo dell'attuale governo, il vero scoglio per far decollare le rinnovabili in Italia, e l'eolico in particolare, è infatti proprio questo. La situazione attuale è un'autentica giungla dove gli agguati sono sempre dietro l'angolo. Il repertorio è vastissimo: la centrale di Scansano, in Toscana, è finita davanti al Consiglio di Stato dopo una battaglia tra associazioni ambientaliste pro e contro. A decidere sull'offshore progettato in Molise, dopo lo stop della Regione, sarà la Corte costituzionale. Nelle Marche due progetti nella zona di Camerino, inseriti nel Piano energetico regionale, sono stati bloccati dalla sovrintendenza dopo aver ottenuto la Valutazione di impatto ambientale regionale. "Noi pensiamo che i maggiori colpevoli di questa situazione insostenibile siano proprio le regioni", denuncia Andrea Perduca, responsabile del settore eolico per Sorgenia. "La legge - aggiunge - prevede che gli iter autorizzativi vadano concessi entro un massimo di 180 giorni, ma noi in Campania, Marche e Molise attendiamo da oltre mille giorni e in Puglia da 600. Malgrado la crisi congiunturale, abbiamo pronti investimenti nel vento per 500 milioni di euro, ma ci troviamo nella paradossale impossibilità di spenderli". "E pensare - rincara De Simone - che le royalties per la produzione di energia vanno proprio alle comunità locali, quasi sempre piccoli centri montani colpiti da spopolamento e invecchiamento demografico, risanando bilanci in difficoltà. Spesso siamo costretti a fare i conti con dei 'professionisti' del dissenso". "Oltre a questa situazione, anche la crisi del credito attualmente non ci aiuta - conclude De Simone - Ma io resto comunque ottimista: il mondo, e anche l'Italia, sono pronti per passare a un uso massiccio dell'energia pulita".
(28 novembre 2008) Tutti gli articoli di Scienze e Ambiente
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restituzione di tessera elettorale

AL SIGNOR SINDACO DEL COMUNE DI PONTINIA
Oggetto: restituzione di tessera elettorale
Signor Sindaco il diritto al voto popolare è stato raggiunto, così come la libertà, la dignità, la democrazia, la parità, il rispetto dei diritti civili e sociali, dopo millenni di storia umana, guerre, rivoluzioni, soprusi.
A questi diritti non bisognerebbe mai e per nessuna rinunciare altrimenti vorrebbe dire che il genere umano non è più in grado di accettare e riconoscere questi principi che andrebbero scritti con la lettera maiuscola.
Gli stessi diritti che vengono, purtroppo, quotidianamente calpestati in Italia, come nella nostra provincia, i telegiornali, le trasmissioni di intrattenimento sono diventati un bollettino di guerra e di cronaca nera, quando non sono esibizioni di falso e di vanità.
Dal raggiungimento della maggiore età ho partecipate a tante iniziative di sensibilizzazione e di difesa di questi diritti credendo nelle istituzioni e nel ruolo dei rappresentanti di queste in favore dei cittadini, in particolare di quelli più deboli.
Leggendo il parere favorevole alla valutazione di impatto ambientale (l’ennesimo che grida vendetta contro la ragione e la dignità) a favore dell’ennesima aggressione del nostro territorio, contro il parere della popolazione e soprattutto contro il voto dei suoi rappresentanti, il consiglio comunale, rilasciato da chi, a parole, dichiara di voler difendere e tutelare valorizzandone economia e storia, ambiente e società, esprimo tutta la mia amarezza da chi si sente preso in giro.
Ho riscritto più volte questa lettera sostituendo ciò che penso, anzi ciò che pensiamo in tanti, anzi ribadendo ciò che Lei stesso ha dichiarato con coraggio e coerenza presso gli uffici dove siamo stati inutilmente visti i risultati, per chiedere di essere ascoltati.
Quello che pensiamo non può essere scritto per ovvi motivi.
Gli stessi motivi per i quali le riconsegno la mia tessera elettorale visto che non serve a nulla.
O meglio serve a chi ci strumentalizza, a chi usa il potere per motivi molto lontani dal mandato che noi cittadini abbiamo loro conferito.
Non faccio distinzione tra destra e sinistra o peggio il centro, né tra le coalizioni o (la parola in certi momenti diventa difficile pure da pronunciare) i partiti.
Se il mio pensiero, la mia volontà conta qualcosa chieda, per favore, a tutti coloro che glielo chiederanno di avere almeno il pudore di non venire più a Pontinia se non per chiedere scusa, né per le inaugurazioni, né tantomeno a parlare di inutili e dannose campagne elettorali a qualsiasi livello.
Abbiamo la nostra dignità, se ci volete prendere in giro, fatelo quando siete lontani da noi.
Credevo e credo nella nostra costituzione, per arrivare alla quale sono morti in milioni, anche nostri parenti.
Basta rileggere i primi cinque articoli per capire come questa viene calpestata.
Le riconsegno con dolore la mia tessera elettorale fino al momento nel quale qualcuno ci venga a chiedere scusa, ma non con le parole.
Pontinia 29 novembre 2008 Giorgio Libralato
Art. 1.
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2.
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 4.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Art. 5.
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.

gli inceneritori ci accorciano la vita di 9 mesi

Da un medico del lavoro
Scritto da Roberto Topino
venerdì 28 novembre 2008
Testo di Roberto Topino
I termovalorizzatori sono responsabili della diffusione di idrocarburi aromatici policiclici, di policlorobifenili (PCB), di metalli pesanti, quali piombo, zinco, rame, cromo, cadmio, arsenico, mercurio e di furani; inoltre, come qualsiasi processo di combustione, rilasciano nell'aria polveri sottili, la cui quantità emessa aumenta al crescere della temperatura (specialmente il particolato ultrafine PM<2,5).A proposito di mercurio, la maggioranza degli studiosi sostiene che è pressoché impossibile escogitare sistemi efficaci per abbatterne con sicurezza l'emissione; ricordiamo che il mercurio provoca gravissimi danni al sistema nervoso centrale. Per quanto riguarda le polveri fini PM2,5 e quelle ultrafini (da PM2,5 a PM0,1) di tipo inorganico, va innanzitutto detto che non esistono filtri efficaci, per cui un limite alla loro emissione non sarebbe attuabile al momento, se non vietando il funzionamento degli impianti di incenerimento. Le nanopolveri o particolato ultrafine, cioè quelle a PM<2,5, sono responsabili, secondo dati OMS

del 2005, di un calo di vita medio di 8,6 mesi in Europa e di 9 mesi in Italia (morti cardiovascolari e respiratorie).

L'azione mutagena e cancerogena degli idrocarburi aromatici policiclici e del policlorobifenile è fin troppo nota, mentre per quanto riguarda il cadmio, questo ha mostrato un danno genotossico da stress ossidativi con accumulo nel sistema nervoso centrale, renale ed epatico e inoltre è causa di malformazioni fetali e cancerogenesi a carico di diversi tessuti.

La verità sulla termovalorizzazione si basa su leggi scientifiche esatte, nulla si crea e nulla si distrugge: se brucio una tonnellata di rifiuti produco una tonnellata di altre cose, in questo caso, più pericolose, che vengono disperse nell’ambiente.

Sono fatti che nessuno può contestare.

Cordialmente

Dott. Roberto Topino

Specialista in Medicina del Lavoro

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Marrazzo: "Attendiamo chiarimenti dall'Ato4"

Marrazzo: "Attendiamo chiarimenti dall'Ato4"
28/11/08 - La Regione intende garantire i diritti dei cittadini e degli utenti di Acqualatina. Per questo motivo la Giunta Regionale ha dato incarico oggi al direttore del Dipartimento Territorio di chiedere chiarimenti all’Ato 4 sulle anomalie riscontrate nella gestione del servizio idrico integrato in provincia di Latina.L’indagine amministrativa avviata nel gennaio dello scorso anno e condotta dagli uffici regionali ha infatti evidenziato violazioni di legge tali da rendere necessario un intervento regionale per il ripristino delle legittime condizioni di esercizio del servizio. Su queste anomalie attendiamo i dovuti chiarimenti entro quindici giorni, poi ci sarà l’esame da parte della Giunta con l’eventuale adozione dei provvedimenti necessari.Il lavoro svolto nei confronti dell’Ato 4 ha infatti evidenziato criticità che meritano una riflessione approfondita sull’opportunità di una modifica della normativa attualmente esistente. Lo stesso tipo di verifiche la Regione intende estenderlo a tutte le strutture che gestiscono la distribuzione dell’acqua potabile con l’obiettivo di assicurare ai cittadini oltre che la qualità delle risorse idriche anche il corretto funzionamento delle strutture che gestiscono il servizio idrico integrato.
sala stampa Regione Lazio

venerdì 28 novembre 2008

pianura pontina a tutto turbogas con la Colossella

Da una parte la Regione Lazio annuncia che dall’11 dicembre arriverà sulle tavole l’annunciata “Colosella”, dall’altra stanno per arrivare 2 centrali a turbogas (Aprilia e Pontinia), 1 a biomasse (Pontinia), almeno 1 inceneritore (ma forse anche di più, ancora Pontinia in gara con Borgo Montello e Cisterna).15 caseifici laziali, di cui 11 della provincia di Latina, forniranno formaggi e mozzarelle per la Colossella a tutto gas, anzi turbogas, condite con emissioni e polveri sottili, delle turbogas e se siamo fortunati con la diossina degli inceneritori.La mozzarella di bufala arriverà addirittura da 18 comuni della provincia di Latina tutti turbogasati.Non se queste vicende sono tra loro collegate, se c’è una regia o se succedono a caso, per fortuita coincidenza.Di certo nessuno ne dà una spiegazione razionale, anche perché una ragione non c’è.Mentre a livello nazionale si parla di leggi sull’eutanasia, qualcuno forse la vuole applicare all’economia della pianura pontina?Di certo il prossimo impianto pericoloso quello che ancora nessuno osava pensare sarà anche questo posizionato nell’area industriale di Mazzocchio.Se la fortuna è cieca l’occhio dell’inquinatore ci vede benissimo.Pontinia 27 novembre 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

conferenza sindaci 1 dicembre e la gestione dell'acqua

COMITATO PROVINCIALE DIFESA ACQUA PUBBLICA

COMUNICATO STAMPA

Conferenza sei Sindaci di lunedì 1 dicembre: siamo alla “prostituzione” politica.

C’è qualcosa che ci fa provare una profonda vergogna, oltre che rabbia e indignazione, nei 9 punti inseriti nell’o.d.g. da A. Cusani, per convocare l’assemblea dell’Autorità (autorità sulla carta) dell’ATO 4; la cosiddetta conferenza dei Sindaci.
Degli atti che verranno posti in approvazione, ovviamente consegnati come al solito all’ultimo momento, al fine di non consentire a nessuno di approfondire la documentazione e le implicazioni derivanti, uno si staglia su tutti (già di per se vergognosi oltre ogni limite). La “proposta” di deliberazione dell’atto n. 8 che riguarda un “Accordo diretto con gli Enti Finanziatori del S.I.I. dell’ATO 4 meridionale”. Vale a dire l’atto con cui la Depfa Bank diventa la proprietaria di fatto di Acqualatina.
L’accordo dovrebbe essere stipulato tra l’ATO 4, Acqualatina e Depfa e viene proposto “per consolidare e meglio specificare il flusso informativo tra i tre soggetti”, ma in realtà è un mostro giuridico che non si era mai visto. Tutto l’atto è infarcito, come al solito di buoni propositi, apprezzamenti, miglioramenti, ecc. Ma la realtà è un’altra.
Partendo dal fatto che il 23 maggio dello scorso anno, a Londra, Acqualatina e Depfa hanno sottoscritto l’ormai famoso contratto di finanziamento per 114.500 € in “project financing” (il cuore di questo gigantesco inganno), viene specificato, solo adesso, che contemporaneamente è stato sottoscritto un atto di cessione dei crediti in garanzia. Questi crediti, derivanti dalla famosa Convenzione di Gestione (che da sempre denunciamo essere stata “taroccata appositamente”), sono di natura sia risarcitoria che “restitutoria”. L’atto di cessione dei crediti sarebbe stato notificato all’Autorità d’Ambito in data 18 giugno 2007 e da questa accettata con atto del 24 luglio 2007. Atti di cui nessuno è a conoscenza visto che ufficialmente l’Autorità d’Ambito non è stata più convocata dall’ormai lontano 8 maggio 2007 (quindi prima che si mettesse in moto il tutto).
Tra quei crediti c’è anche il debito di 14,7 milioni di euro che l’ATO si era impegnato a riconoscere in favore del gestore a seguito della perdita di esercizio nel bilancio 2004. Vale a dire che una volta approvato l’accordo, già da martedì prossimo, la Depfa Bank (inguaiata fino al collo a seguito del crisi finanziaria), potrà chiedere di saldare immediatamente quel “conto”. Ed infatti viene specificato nell’accordo un apposito numero di conto corrente istituito presso una banca di Latina. Non solo. L’accordo è “costruito” in modo che nessuno più decidere niente senza l’accordo della banca. L’autorità d’Ambito viene esautorata da ogni potere decisionale: non può rescindere il contratto con Acqualatina; dovrà attivare la procedura del riequilibrio economico – finanziario (quello derivante dall’art. 17 bis “aggiunto” appositamente nella Convenzione di Gestione); dovrà “correggere le tariffe” in base alle necessità di rientro della banca dal finanziamento; non potrà “indebitarsi” con nessun altro e addirittura non potrà nemmeno intraprendere un contenzioso per la risoluzione di quella vergognosa Convenzione di gestione.
Non contenti, sempre al fine di sgombrare il campo da qualsiasi rischio nel rientro del finanziamento, hanno deciso che tutti gli altri 8 documenti che verranno messi in votazione lunedì debbano esclusivamente assecondare questo fine (altroché realizzazione degli investimenti).
La Carta del Servizio e il Regolamento (già modificato “al volo” due anni fa a seguito dell’Ordinanza del Giudice A. Lollo che ha dichiarato vessatorie alcune clausole), che sono parte integrante del contratto di fornitura, diventano una barzelletta. L’odiata Regione Lazio ora torna buona amica visto che ha finanziato alcune opere con un apposito protocollo d’intesa. Si prende a scusa l’aumento del costo del petrolio (che nel frattempo è diminuito - che avrebbe comportato un aumento dell’energia elettrica e quindi maggiori costi operativi per la società), per giustificare l’ennesimo aumento delle tariffe (oltre allo scatto “automatico” previsto ogni anno fino al 2014). Si approva il 1 dicembre il conto consuntivo della Segreteria Tecnica Operativa del 2007 (354.056,80 euro di spese dei quali 160.000 andati all’Ing. S. Giovanetti essenzialmente per fare il “passa-carte”), oltre a quello “preventivo” del 2008 (senza alcun pudore). Inoltre si cerca di scavalcare la Regione (qui torna nemica), rea di aver commissariato l’ATO nel contenzioso tra Acqualatina e i Consorzi di Bonifica. Addirittura si “riformula” la sentenza del Consiglio di Stato che ha dato ragione ai Comuni di Amareno e Cori sulla non ratifica della Convenzione di gestione: con una arroganza inimmaginabile si parla di “erroneità evidente in tali decisioni”, di “improprietà emergente”, ecc., in un delirio di autocelebrazione giuridica.
Ma non è finita. Per l’ennesima volta si cambia il piano degli interventi, già modificato (anche se giuridicamente ciò non può avvenire perché quel piano è stato proposto in fase di gara) nel 2004 e nel 2006. Incredibilmente (ma guarda caso diciamo noi), ora gli interventi (almeno sulla carta) vengono concentrati tra il 2008 e il 2011, mentre una buona parte sarebbero già stati realizzati (sempre sulla carta). In un momento di crisi finanziaria ed economica è logica una cosa del genere? Apparentemente no, ma se si và a guardare l’andamento dei “prodotti finanziari derivati” (gli swaps) costruiti sulle obbligazioni emesse dalla banca sul prestito ad Acqualatina e rivendute a terzi, ci si accorge che la cosiddetta “protezione dall’incremento dei tassi di interesse” (una sorta di assicurazione interna al prodotto derivato), crescerà da qui al 2014 (lo stesso anno in cui terminano gli adeguamenti automatici della tariffa), quando la copertura toccherà l’astronomica cifra di circa 95 milioni di euro, ed avrà il maggior incremento proprio tra il 2009 e il 2011.
Tutta l’operazione quindi serve a garantire la Depfa e coloro che hanno comprato le sue “obbligazioni spazzatura” dal rientro del finanziamento ad Acqualatina, che a sua volta deve garantire la copertura delle obbligazioni. Tutto il resto conta zero: la banca potrà fare come gli pare.
Il bene indispensabile per ogni comunità (i Comuni e i loro rappresentanti sono nati proprio per gestire collettivamente tali beni), verrà utilizzato come “leva finanziaria” al servizio di speculatori mai domi.
Lunedì verrà rappresentata, in anteprima assoluta questa “sceneggiata”. Facciamo un applauso preventivo e anticipatorio agli attori, al regista e agli sceneggiatori di questa tragica farsa.

Latina, 27 Novembre 2008.
Il Comitato Provinciale per l’Acqua Pubblica.

giovedì 27 novembre 2008

Colossella? si potrà gustare dall'11 dicembre

IL MESSAGGERO
Giovedì 27 Novembre 2008
di CHRISTIAN CAPUANI“Colossella”, il marchio voluto dalla Regione per tutelare i prodotti del comparto bufalino laziale, comparirà nelle prossime settimane sui banchi dei supermercati. A Roma le mozzarelle di bufala con il logo del Colosseo saranno in commercio dall’11 dicembre. L’ha annunciato l’assessore regionale all’agricoltura Daniela Valentini: «Il marchio Colossella è nato alcuni mesi fa come risposta concreta alla crisi subita dai nostri allevatori dopo lo scandalo del latte alla diossina in Campania. Questa mattina - spiega l’assessore - abbiamo incontrato, insieme al presidente del consorzio Colossella Salvatore Rinna, i rappresentanti delle catene Gros e Sidis, i quali hanno messo a disposizione 78 punti vendita per la promozione dei prodotti Colossella». In una prima fase il marchio sarà adottato solo per le mozzarelle di bufala; in seguito potranno vantarsi del marchio Colossella anche tutti gli altri formaggi del Lazio, sia del comparto bovino che ovicaprino. Dei quindici caseifici laziali aderenti al consorzio Collossella ben undici sono dell’area pontina. La produzione di mozzarella di bufala coinvolge gli stabilimenti di diciotto comuni della provincia di Latina. «Il marchio - sottolinea l’assessore regionale Valentini - nasce per certificare la genuinità e la qualità del latte delle aziende laziali e per dare maggiore sicurezza e garanzia ai nostri consumatori». www.ilmessaggero.it

mercoledì 26 novembre 2008

Di Carlo, garantisce Fontana: è onesto e trasparente

www.notizieverdi.it
martedì 25 novembre 2008

Archivio

Lazio. Fontana: Di Carlo e' onesto e trasparente (25 novembre 2008)

“Con coerenza e in maniera trasparente Mario Di Carlo ha deciso di restituire la delega ai rifiuti. Lo conosco da trenta anni e sono certo della sua onesta' e correttezza. Leggo commenti in cui l'opposizione di centrodestra si scatena e qualcuno prefigura addirittura commissioni di inchiesta o rese dei conti nella maggioranza. Nulla di tutto cio'. Quello dell'amico Di Carlo e' stato un grave infortunio e lui fa bene a fare un passo indietro". Lo ha detto Enrico Fontana, capogruppo dei Verdi al consiglio regionale del Lazio.
Econews è a cura di Rosamaria Mutarelli (r.mutarelli@verdi.it).

Dal sito di Enrico Fontana
Rifiuti Lazio, trasmissione ReportPubblicato il: Lunedì, 24 novembre 2008 @ 20:35:05 CET da redazione
“Prendiamo atto della decisone dell’Assessore Di Carlo di restituire la delega in materia di rifiuti, che è comunque un atto dovuto. Quanto accaduto è oggettivamente incompatibile con un incarico istituzionale delicato e importante”. E’ quanto si legge in una nota congiunta del gruppo federato ‘La Sinistra’ (Prc, Verdi, Sd) al Consiglio regionale del Lazio e degli assessori regionali al Bilancio Luigi Nieri, al Lavoro Alessandra Tibaldi, alla Cultura Giulia Rodano, all’Ambiente Filiberto Zaratti e dai segretari regionali di Prc, Verdi, Sd.“Chi governa - si legge nella nota - deve assicurare ai cittadini imparzialità rispetto agli interessi economici in campo. Ma non solo. La Regione Lazio ha investito importanti risorse per la filiera che va dalla raccolta differenziata al riciclaggio dei rifiuti e deve essere chiaro che questa è la vera priorità della maggioranza di centrosinistra. E’ ora di avviare una gestione pubblica e trasparente dei rifiuti, come da tempo la Sinistra sostiene. Esperienze come quella di Berlino ci dimostrano che non si tratta di utopismi ma di buone pratiche in grado di produrre risultati concreti e vantaggi per i cittadini e per l’ambiente”.La SinistraPrc - Verdi - Sd

come sarà la manifestazione?

Dalle informazioni sui giornali si sa che sarà il 14 dicembre in piazza Indipendenza, ma non una manifestazione, una sorta di esposizione e dimostrazione dei prodotti tipici locali.
Quindi l'obiettivo non sarà quello dichiarato durante gli incontri pubblici nè quello di altre manifestazioni della storia recente locale. Dal corridoio tirrenico, all'inceneritore, dall'acqua pubblica alla turbogas di Aprilia. Continuerà quindi il filo conduttore finora già tracciato per la turbogas di Pontinia.

turbogas, manifestazione 14 dicembre Il Messaggero

IL MESSAGGERO Turbogas di Mazzocchio manifestazione il 14 dicembre
Martedì 25 Novembre 2008
di CHRISTIAN CAPUANI
Una manifestazione per dire no alla turbogas di Mazzocchio. A organizzarla la Rete dei cittadini di Pontinia, che il prossimo 14 dicembre scenderà in piazza per contestare il progetto dell'Acea Electrabel. «La minaccia è reale - avverte il presidente della “Rete” Paolo Cima - è stato già avviato il procedimento d'esproprio dei terreni dove passeranno le opere accessorie, il gasdotto e l'elettrodotto». Contro la centrale termoelettrica che brucerà gas il comitato civico oppone ragioni di incompatibilità ambientale: «Siamo contrari perché questo tipo di industrie hanno un fortissimo impatto sul territorio limitrofo in termini di ricaduta al suolo di inquinanti chimici, di variazioni del microclima, di contaminazione dell'aria e dell'acqua. Se la turbogas di Pontinia verrà autorizzata causerà gravissimi danni economici e d'immagine alla produzione zootecnica e agrolimentare. I nostri prodotti (ortaggi, mozzarella di bufala, carni) sono prodotti tipici d’eccellenza esportati in tutto il mondo, e devono essere assolutamente salvaguardati». La Rete “No turbogas” di Pontinia chiede di tutelare cittadini e consumatori e ricorda, poi, che il Lazio produce già più energia di quanta ne consuma e che il nuovo impianto non porterà benefici occupazionali o economici per la comunità locale. «Si tratta di una servitù - afferma il presidente Cima - l'ennesima che noi dobbiamo subire per dare energia alle Regioni che ne producono di meno, come ad esempio la Toscana o la Lombardia. Come al solito, sulla questione si stanno spendendo troppe parole: bisogna passare tempestivamente dalle dichiarazioni ai fatti concreti. Noi abbiamo deciso di non piangerci addosso ma di provare a fare qualcosa di costruttivo».
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turbogas manifestazione 14 dicembre, Latina Oggi

TURBOGAS NO GRAZIE a dicembre una giornata in piazza con i prodotti agricoli Latina Oggi
TURBOGAS e prodotti tipici del territorio, un binomio impossibile. Perché non può esistere un'agricoltura sana, attenta al territorio e che produce pensando soprattutto al consumatore se poi deve fare i conti con una centrale elettrica che brucia 500 mila tonnellate ogni anno di gas naturale.
«E' questa la ragione principale per cui dovremmo opporci - spiega Paolo Cima, presidente della rete dei Cittadini contro al Turbogas -. Temiamo il forte calo d'immagine che subirà il nostro territorio quando sarà costruita questo impianto ». Per questo la Rete dei cittadini ha indetto per il 14 dicembre una giornata particolare. L'appuntamento è in Piazza Indipendenza, perché durante quella domenica si scoprirà e si valorizzerà il territorio. «Ci saranno i nostri prodotti tipici ma anche tante altre iniziative, ludiche e culturali - continua Cima -. I cittadini di Pontinia e dei paesi limitrofi vedranno e capiranno quali sono i rischi reali che corre la nostra economia. Già ora le nostre aziende agricole, che sono l'asse portante del comparto produttivo di Pontinia, non se la passano bene. E con la Turbogas le cose potranno solamente andare peggio».
Anche perché qui nell'Agro Pontino, gli agricoltori non hanno grandi proprietà. La loro è un produzione che punta sulla qualità dei prodotti più pregiati, come gli ortaggi ad esempio, che vicino l'area montana ha il suo centro principale di produzione.
«Questo è un problema che riguarda anche i consumatori - sottolinea Cima -.
Si punta molto oggi al consumo di prodotti agricoli coltivati nelle immediate vicinanze dei mercati. Ma la nostra campagna e il suo ambiente è in pericolo. I benefici di questa Turbogas sono insignificanti rispetto a quello che perderemo». Alla manifestazione del 14 dicembre hanno già aderito i principali partiti e politici locali, così come le organizzazioni sindacali.
Iniziando dalla Coldiretti ad esempio, da sempre contraria a questi impianti. O il Cra, i Comitati riuniti agricoli. «Saremo in piazza anche noi quel giorno - dice Danilo Calvani dei Cra -.
Porteremo i frutti della nostra terra che qualcuno vuole avvelenare e distruggendo ulteriormente le nostre aziende. Sottolineeremo ancora una volta la nostra contrarietà a questa centrale».
Andrea Zuccaro

martedì 25 novembre 2008

turbogas, posso scrivere?

Chissà se posso ancora scrivere della turbogas, forse sì, ci riprovo.
Dunque archiviata la VIA il 5 dicembre 2005 (un consigliere comunale mi ha detto che non posso scrivere che l'ha firmata un ministro dell'UDC, quindi non lo scrivo) firmata dal ministro (per o contro non so) all'ambiente di AN. Allora gli unici interventi registrati dagli organi di informazione sono state di Bonelli (anche assessore regionale all'ambiente) e del presidente provinciale dei verdi (una vita fa) Giorgio Libralato, entrambi contrari senza se e senza ma alla turbogas. Gli altri favorevoli, indifferenti, distratti, in altre faccende affacendati. Ma era così già nel 2002/3, con il parere favorevole di AN, UDC, FI, rifondazione (compreso qualcuno che poi si è pentito passando per LeAli e la rete), DS, margherita, SDI. Nel 2003/2005 arriva in comune a Pontinia un pò di corrispondenza in materia, giunta di destra, AN, FI, UDC, favorevoli, indifferenti, distratti? sicuro non contrari. Nel luglio 2005 il centro sinistra (ds, margherita, sdi, verdi) è contro le centrali, biomasse e turbogas, gli altri non pervenuti, favorevoli, indifferenti. Aprile 2006 nel corso delle trattative e del programma per la più lunga campagna elettorale del comune di Pontinia grazie ai ricorsi contro tutti, perfino contro il Prefetto, di Mochi chiedo al candidato sindaco Tombolillo di chiarire la posizione sulle centrali ribadendo la mia contrarietà. Agosto si ricomincia a parlare di turbogas e arrivano i miei primi comunicati che riporteranno notizie e dati che saranno poi ripresi da tutti. Settembre la richiesta di convocazione del consiglio comunale, novembre la discussione con la richiesta di sospensione e gli accordi con altri cittadini per un convegno al Max per informare e chiedere l'annullamento del parere precedente. Poi "grazie" ad Aprilia la questione acquista rilevanza negli organi di informazione, nasce la rete no turbogas (poi diventata solo rete) che avrà il grande merito di informare, organizzare riunioni, raccogliere, preparare, divulgare materiale di vario tipo informativo grazie alla disponibilità e all'impegno della rete. Arrivano eventi eclatanti un consiglio comunale aperto e la consacrazione della rete che ciascun amministratore o aspirante tale tenta di mettere, inutilmente, sotto la propria ala. Grazie alla rete l'argomento diventa, purtroppo, familiare. Poi arrivano consigli comunali, provinciali chiaramente contrari e contemporaneamente spunta la procedura AIA-IPPC. Chiedo al professore Montanari se è disposto ad assumere l'incarico, lui ringrazia e declina indicando un esperto locale al quale viene preferito quello proposto dalla rete. Dopo un anno e mezzo di tavoli tecnici, comunali, provinciali, regionali, incontri, assemblee, lettere la situazione non è molto cambiata se non in peggio. L'AIA-IPPC è già scritta con il parere favorevole alla turbogas. Qualcuno può, a questo punto, pensare che sono soddisfatto? Oppure si chiede se nella procedura, come scrive anche la rete, AIA-IPPC si poteva e si doveva fare di più e meglio? E' ovvio che quando ci sono persone tanto diverse con esperienze, sensibilità e capacità che più lontani non potrebbero essere a stabilire e concordare le azioni si possano avere opinioni articolate. Non ritengo certo che ci siano colpe o meriti. Si tratta di chiedersi se il progetto può essere ancora contrastato con quali argomenti, mezzi, in quale sede amministrativa, legale, politica, con manifestazioni o con atti. Da qui partono ragionamenti sulle proposte concrete. Non risponderò nè alle polemiche, nè a questioni di parte o private.

Enio, 51 anni Pontinia

Enio racconta:
Dal 1992 sono presidente del Motoclub Pontino, fondato nel 1985 è il primo club nato della provincia di Latina e nel 2007 è stato premiato per leggere tutto

http://www.regione.lazio.it/web2/main/storie/storie_dettaglio.php?id=278
DI PONTINIA DICONO CHE:
La sua superficie ha forma trapezoidale frutto dei tracciati operati per la sua fondazione. Il centro abitato non ha una collocazione centrale rispetto alla estensione del suo territorio comunale, ma si trova nei margini di sud-ovest verso il mare, compreso tra il fiume Sisto ed il canale Botte.
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http://www.regione.lazio.it/web2/main/storie/storie_dettaglio.php?id=278

turbogas Pontinia e le mezze dimissioni di Di Carlo

Lunedì scorso la delegazione del comune di Pontinia era stata ricevuta a Roma dall’assessore all’energia Mario Di Carlo con un impegno a contrastare quel progetto che nessuno, a parole, sembra volere la turbogas di Mazzocchio.Lo stesso assessore è stato uno dei protagonisti della trasmissione di ieri sera su Rai3 Report e, stando alle notizie che allego di seguito, in seguito alla stessa abbia ritenuto necessario dimettersi da assessore (ma solo sui rifiuti conservando altra delega) regionale.Non volendo fare alcuna considerazione sulla trasmissione e sulla gestione dei rifiuti, né sull’opportunità delle mezze dimissioni, penso che i cittadini del Lazio in generale e di Pontinia in particolare si pongano qualche dubbio.Dalla segreteria di Marrazzo, quando un mese fa io e Tombolillo siamo andati a chiedere, per l’ennesima volta, l’incontro con il presidente regionale e la sua partecipazione ad una pubblica assemblea nel nostro comune, per capire se la Regione era contro la turbogas e a favore di Pontinia e dei suoi cittadini (o il contrario) l’incontro con Di Carlo era stato ritenuto un passaggio necessario.Adesso cosa cambia?Quale altro passaggio e con quale altro amministratore della Regione Lazio occorrerà andare a parlare prima di avere una semplice risposta sì o no, contro o a favore?Che manchino dei tasselli importanti è noto, dall’approvazione in consiglio regionale del piano energetico regionale, alla nomina sempre più improbabile di un rappresentante nella commissione AIA-IPPC per finire alla posizione per un eventuale intesa con il ministero.Pontinia 24 novembre 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralatohttp://www.studio93.it/news/read_news.php?news=24699&category=6Differenziata bluff nel Lazio. La trasmissione Report, di Rai Tre, svela i segreti di Malagrotta. 24-11-2008Il giornalista Paolo Mondani ha realizzato un servizio sulla discarica di Malagrotta, andato in onda ieri sera, attaccando il magnate romano dei rifiuti Manlio Cerroni e coinvolgendo l’assessore regionale Mario Di Carlo.Attacco frontale di Report, il programma di Rai Tre, di Milena Gabanelli verso la pessima gestione dei rifiuti nel Lazio. Il giornalista Paolo Mondani ha realizzato un servizio sulla discarica di Malagrotta, andato in onda ieri sera, attaccando il magnate romano dei rifiuti Manlio Cerroni e coinvolgendo l’assessore regionale alla Casa e ai Rifiuti, Mario Di Carlo che dopo la trasmissione ha dichiarato di volersi dimettere. L’inchiesta ha portato alla luce il danno ambientale che l’impianto di Malagrotta, la più grande d’Europa, arreca al territorio. Secondo il piano rifiuti approvato dal presidente Marrazzo, il 24 giugno scorso, la discarica in questione entro il 31 dicembre 2008 dovrà essere chiusa e la Regione Lazio dovrà individuare un nuovo sito per poterne realizzare una nuova e più piccola, che rispetti l’impatto con l’ambiente. Proprio qui è stato cruciale l’intervento dell’assessore Di Carlo. Il terreno individuato dalla pubblica amministrazione per realizzare una nuova discarica appartiene ad un privato, e proprio a Manlio Cerroni. L’assessore ha dichiarato a Report che “sarebbe meglio che il terreno fosse pubblico, ma nessuno impedisce all’Ama di fare proposte, nessuno impedisce a chiunque altro di fare proposte, ma di solito le fa Cerroni e allora…”. Durante il servizio si evince che Di Carlo sarebbe amico “intimo” di Cerroni tanto che qualcuno l’ha indicato come il suo “figlioccio”. Non stupisce, quindi, che sia anche assessore regionale ai rifiuti.L’assessore regionale Mario Di Carlo, dopo la trasmissione Report, ha deciso di riconsegnare la delega ai rifiuti (e non quella alla casa, quindi non ha deciso di dimettersi ndr) al presidente della Regione Piero Marrazzo. Dopo essersi visto in televisione, l’assessore si sarebbe scoperto “troppo ingenuo” per affrontare un tema complesso come quella della gestione dell’immondizia sul territorio. “Per questo motivo – ha annunciato l’ex Margherita – oggi alle 17.30 riconsegnerò al presidente Marrazzo la delega si rifiuti”. "La situazione - ha aggiunto - non permette che deleghe così importanti siano gestite da un ingenuo". Le dimissioni potrebbero venir respinte dal governatore del Lazio, e l'assessore salvo sorprese resterà al suo posto. Ma con il suo gesto Di Carlo ha voluto “denunciare la presunta manipolazione mediatica” messa in atto dalla trasmissione Report. Secondo Di Carlo, che in passato è stato anche uno dei massimi dirigenti di Legambiente, il servizio "mi dipinge come un volgare maneggione probabilmente anche corrotto". Ecco il link del filmato pubblicato su Youtube e quello della pagina del sito della trasmissione “Report” dove si può consultare il testo integrale della puntata andata in onda ieri sera:http://it.youtube.com/watch?v=XCLcNiNPnxYhttp://www.report.rai.itTagliente il commento finale di Milena Gabanelli: “Non si sottovaluti assessore Di Carlo, lei è tutt’altro che idiota, come non lo sono i suoi colleghi, e siete anche utili, quando fate il mestiere per cui siete pagati. La differenziata a Roma è un bluff, ma adesso c’è un nuovo piano rifiuti della Regione che prevede entro 3 anni di arrivare al 50%. Auguri!. Noi però ci crediamo quando lo vediamo visto che negli ultimi anni è stato annunciato come un obiettivo da raggiungere per ben due volte. Oggi, quello che il politico sa dire è, per fortuna che c’è Cerroni, se non ci fosse lui, altro che Campania! Cioè potendo scegliere tra Napoli e Berlino abbiamo optato per Cerroni. Io mi vergognerei, almeno un po’, ma non avendo mai mangiato la coda alla vaccinara, forse non faccio testo”. “Prendiamo atto della decisone dell’Assessore Di Carlo di restituire la delega in materia di rifiuti, che è comunque un atto dovuto. Quanto accaduto è oggettivamente incompatibile con un incarico istituzionale delicato e importante” commenta il gruppo federato “La Sinistra” al Consiglio Regionale in una nota congiunta firmata anche dagli assessori regionali al Bilancio Luigi Nieri, al Lavoro Alessandra Tibaldi, alla Cultura Giulia Rodano e all’Ambiente Filiberto Zaratti. “Chi governa – hanno detto - deve assicurare ai cittadini imparzialità rispetto agli interessi economici in campo. E’ ora di avviare una gestione pubblica e trasparente dei rifiuti”. “Quanto andato in onda è la conferma di ciò che abbiamo sempre denunciato: – commentano invece i Verdi dei Castelli Romani il puntuale e reiterato boicottaggio delle politiche virtuose in tema di rifiuti, come raccolta differenziata, recupero e riciclaggio, con l’unico obiettivo di ingrassare le discariche gestite in gran parte da un monopolista privato, facendo piombare il Lazio in una crisi irreversibile. Per questo ci siamo opposti fin dall'inizio al progetto del gassificatore di Albano, perché oltre che inutile e dannoso costituirebbe la definitiva affermazione di questa strategia”."I servizi andati in onda ieri sera durante la trasmissione Report fotografano una situazione inquietante sulla gestione del ciclo dei rifiuti nella nostra Regione, la cui crisi è destinata a sprofondare il Lazio verso una deriva senza ritorno” hanno detto Andrea Tupac Mollica, Coordinatore dei Verdi dei Castelli Romani e Claudio Fiorani, Portavoce dei Verdi di Albano.“Ed inoltre le dichiarazioni del gestore dell'impianto di Berlino non lasciano dubbi circa i nostri allarmi: la tecnologia utilizzata per Malagrotta ed Albano è obsoleta e pericolosa. Sui rifiuti -concludono Fiorani e Mollica - sembra proprio che qualcuno lavori per far crescere l'emergenza. Siamo di fronte ad un passaggio cruciale, che solo una politica improntata alla responsabilità e al senso civico può evitare si trasformi in una deriva scellerata, arrivati al fondo della quale potrebbero trovare dimora anche poteri e interessi criminali”.“Nella serata di ieri una bella pagina di giornalismo e finalmente uno squarcio di chiarezza sulla gestione del ciclo dei rifiuti a Roma e nel Lazio” ha dichiarato Raniero Maggini, Presidente del Wwf del Lazio. “Le dimissioni dell’assessore Di Carlo sono dovute, ma non sufficienti se si vuole cambiare registro nella politica per la gestione del ciclo dei rifiuti nel Lazio. Tanti gli elementi emersi nell'arco della trasmissione e certo tra questi eclatanti sono i ritardi sulla raccolta differenziata”.http://www.stefanomontanari.net/ Mario facce ride (Ore 13) Ultima ora: Di Carlo si dimette, rimettendo la delega ai rifiuti.Curioso che Mario Di Carlo non entri nella sostanza ma si soffermi solo alla figuraccia mediatica che ha rimediato (vedi secondo commento al post).Come spiega, il Nostro, la sua ignoranza sugli effetti e sulle conseguenze dell’incenerimento? Come spiega il lampante conflitto d’interessi in cui naviga? Come spiega la sua incapacità di dotare Roma e il resto della regione che dovrebbe amministrare per il bene comune di un piano di raccolta porta a porta come si fa nelle città civili? Come mai si dimette solo ora e non dopo aver preso accordi con Cerroni come onestà comandava? Come mai nessuno è intervenuto, visto che questo accordo era tutt’altro che segreto? Come mai i laziali gli hanno dato il voto? E, infine, come mai nessuno si è accorto che lui di trattamento dei rifiuti non sa nulla? Chi si farebbe operare da un chirurgo che non conosce nemmeno l’anatomia elementare? Riesumando Cicerone e rivolgendomi a quelli che continuiamo a voler credere siano politici: fino a quando la vostra follia si prenderà gioco di noi?Attenzione, però: l’esserci tolti di torno Di Carlo che, se non altro, un sussulto di dignità l’ha avuto, non è affatto la soluzione del problema. Controllate che chi lo sostituirà non sia peggiore di lui. E, magari, tanto per curiosità antropologica, date un’occhiata a dove Di Carlo andrà a prestare la sua opera, sempre che la dignità arrivi fino in fondo e si scolli dalla poltrona.Ho già cominciato a ricevere le prime mail. Non disturbatevi a scriverne altre: io non sono stato interpellato per il servizio RAI sulla ormai famigerata discarica di Malagrotta e sulla gestione dei rifiuti romani per due motivi. Il primo è che, nel rispetto della libertà di ognuno, nessuno è obbligato ad interpellarmi, e il secondo è che io sono sgradito agli organi d’informazione, quelli di regime in primis.Ieri sera la trasmissione Reporthttp://it.youtube.com/watch?v=JxNSQkCxvZI e http://it.youtube.com/watch?v=jV7oV6WFo6I del terzo canale RAI ha mostrato una minima parte della farsa romana a tema rifiuti. Tutte cose notissime a chi se ne interessa da tempo, ma indubbiamente ignote ai più. Va da sé che nessun accenno è stato fatto al problema cruciale che è quello legato alla salute, come se il tutto si risolvesse in un cumulo di leggi di cui le istituzioni si prendono tradizionalmente gioco, nel solito magna magna italico, o nell’altrettanto solito ed altrettanto italico affidare un aspetto così importante della conduzione di un territorio a qualcuno che mi limiterò a definire inadatto.Tralasciando commenti ormai ripetuti fino all’esasperazione, ho trovato particolarmente comica la comparsata dell’assessore regionale all’ambiente Mario Di Carlo e certo qualche telespettatore si sarà chiesto se si trattasse d’improvvisazione o se qualche genio gli avesse preparato il copione. Posso assicurare tutti che il genio è Commenta (7 Commenti) Leggi tutto

lunedì 24 novembre 2008

dimissioni dalla turbogas

AL SIGNOR SINDACO DEL COMUNE DI PONTINIA
Oggetto: dimissioni dalla turbogas
Signor Sindaco con la presente rassegno le dimissioni dagli incarichi, nomine e deleghe, riunioni, assemblee, tavoli tecnici, manifestazioni e rappresentazioni teatrali varie, che mi sono state conferite in materia di centrali turbogas.
Dichiaro di devolvere in beneficenza i compensi spettanti in favore di tutti i politici e gli amministratori presenti, viventi e aspiranti tali.
Se dopo 4 anni è arrivata una sentenza che ammettendo l’inesistenza del dissesto, dichiara che lo stesso è stato originato da un errore di calcolo o di metodo contabile, quindi dandomi ragione, mi condanna a pagare le spese, Le dico che preferisco avere torto, tanto il dissesto non ce lo toglie nessuno.
Ugualmente Le dico che non mi interessa avere ragione tra 4 o tra chissà quanti anni sulla turbogas, ma ritrovandomi una centrale che a parole nessuno vuole, ma che usa metodi, documenti, strategie che non condivido, per avere, nel futuro, una centrale, per errori di calcoli o di metodo, ma che comunque sempre ci dovremmo tenere.
Umilmente perdonatemi.
Giorgio Libralato

la democrazia malato terminale, arriva l'eutanasia?

Il libro Da giovedì in libreria «Il guastafeste» dove il leader dell'Italia dei valori ricostruisce la sua esperienza di magistrato e poi di politico
Di Pietro: Berlusconi è come Hitler Gardini? Forse avrei potuto salvarlo
L'ex pm nella sua autobiografia: da nazista volere i giudici in manicomio
Berlusconi accostato a Hitler. Veltroni «ingenuo». Il Pd giunto «alla resa dei conti tra lupi». E parole mai sentite su Tangentopoli. Come quelle che Antonio Di Pietro affida al suo intervistatore Gianni Barbacetto, nell'autobiografia Il guastafeste che Ponte alle Grazie pubblicherà giovedì, e che il Corriere ha letto in bozze: «Provo un grande rammarico per la vicenda di Raul Gardini, perché forse avrei potuto salvarlo... ma quello che ho fatto l'ho fatto per mantenere la parola data. È anche per questo che Gardini oggi non c'è più».
per leggere tutto http://www.corriere.it/politica/08_novembre_23/cazzullo_dipietro_berlusconi_4d2752c8-b941-11dd-9465-00144f02aabc.shtml
«Villari, Situazione kafkiana». la Replica del diretto inteREssato: io personaggio reale
Berlusconi: insulti e bugie dalle tv«Letta al Quirinale? Sarebbe giusto»
Rai: «Passaparola tra i conduttori contro di me». Poi lancia il sottosegretario al Colle. Affondo sui giudici per leggere tutto http://www.corriere.it/politica/08_novembre_23/berlusconi_obama_abbronzato_passaparola_conduttori_sinistra_74a54546-b953-11dd-aa17-00144f02aabc.shtml

domenica 23 novembre 2008

no alla turbogas aPontinia

Finalmente è nato il blog http://noturbogaspontinia.blogspot.com/
Speriamo sia l'iniziativa tanto attesa che consenta un coordinamento sereno e costruttivo tra coloro che, senza altri secondi fini, vogliono impedire la realizzazione del temuto progetto della centrale a turbogas.
Di fronte al prossimo parere positivo della procedura AIA-IPPC, l'ennesima occasione persa, all'incertezza della Regione Lazio, c'è bisogno, finalmente, di attuare un percorso serio per impedire l'ennessima aggressione e servitù per il territorio.
Buon lavoro al comitato contro la turbogas di Pontinia.
Giorgio Libralato

Aprilia il 14 dicembre contro la turbogas manifestazione nazionale

Il Messaggero.it
Domenica 23 Novembre 2008
La Rete anti turbogas di Aprilia indice un’altra manifestazione di piazza. Si svolgerà il 14 dicembre. E, come spiegano gli organizzatori, avrà una dimensione nazionale. Sono stati invitati tutti i movimenti delle aree di crisi ambientale: Chiaiano, Vicenza, Ciampino, Albano. Nell’affollata assemblea svolta l’altro giorno al centro Sada sono state inoltre annunciate una serie di iniziative legali: ricorso al Tar per richiedere una immediata sospensiva dei lavori; richiesta di fissazione del giudizio di merito per la causa ancora pendente al Tar Latina che sta valutando la competenza o meno del Sindaco a emettere la compatibilità territoriale; ricorso alla giustizia europea contro l’autorizzazione del ministero dello Sviluppo Economico. Nel corso dell’assemblea il consigliere regionale Enrico Fontana ha annunciato che entro la metà di dicembre verrà svolto il consiglio regionale e che richiederà al ministero dello Sviluppo l'apertura di un tavolo sulla gestione di tutte le centrali che si intendono costruire nella Regione.

dissesto chi ha sbagliato pagherà?

La recente sentenza del consiglio di Stato sulla richiesta di revocazione della sentenza del dissesto, ancora una volta, non entra nel merito se vi erano le condizioni contabili per dichiarare il dissesto.Anzi si riporta:“Deducono i ricorrenti che, in sede di riaccertamento intervenuto nei primi mesi del 2007, è emerso un notevole avanzo di amministrazione alla data del 31 dicembre 2004 (pari a oltre un milione e 375mila euro) e che, contrariamente a quanto disposto dal Consiglio comunale di Pontinia nel 2004, non sussistevano le condizioni per la declaratoria dello stato di dissesto finanziario.”Di questo non vi è smentita né ci poteva essere considerati gli atti amministrativi inequivocabili.Inoltre la sentenza continua: “solo l’ipotesi (che esigenze di economicità del giudizio escludono di approfondire) che le valutazioni del Consiglio comunale di Pontinia del 2004 in ordine alla vicenda avrebbero potuto essere forse diverse ove si fosse usata un’altra metodologia per valutare le poste del bilancio. Un errore contabile, sempre (si ripete) a tutto concedere, ma non certo una contraffazione o una alterazione anche solo ideologica dei dati del reale” .Dal ciò si deduce che:- poteva essere usata un’altra metodologia per valutare le poste del bilancio che avrebbe portato ad un risultato diverso dal dissesto (come dimostra la stessa contabilità del comune di Pontinia degli anni interessati dal dissesto con delibere del 2007 e 2008);- che comunque errori contabili o altra metodologia contabile, pur essendo o potendo essere causa della dichiarazione del dissesto, da soli non possono portare alla revocazione dello stesso, ma solo la dimostrazione di contraffazione o una alterazione dei dati.La prima domanda: se il dissesto fosse stato dichiarato per errore o incapacità i cittadini e l’amministrazione se lo devono comunque tenere, anche se l’errore viene dimostrato come nel caso in questione?Pontinia continua a fare scuola in materia di sentenza in Italia suo malgrado.Il consiglio di stato sentenzia che le spese legali sono a carico dei ricorrenti, anche se altri hanno commesso errori contabili o di metodologia contabile. Per questi errori è stato quindi dichiarato un dissesto che si poteva evitare causando danni alla stessa amministrazione di gestione, metodologia e il costo sicuramente della commissione ministeriale che si poteva risparmiare. Senza contare la confusione che si è originata a causa di un dissesto molto discusso e del tempo che amministrativamente si è perso e che doveva essere impiegato per la normale amministrazione.Gli stessi errori hanno portato a causare danni ai cittadini, imposte e tributi locali al massimo dell’imposta, aumento del costo dei servizi, riduzione di alcuni.Per esempio anziché spendere centinaia di migliaia di euro per la commissione si potevano dare alle classe sociali più deboli, alle famiglie.Quindi le domande: i cittadini ricorrenti pagheranno le spese legali ma chi pagherà le spese dei danni recati all’amministrazione e ai cittadini? Se è un obbligo per i privati cittadini lo è anche per chi ha commesso errori, siano essi amministratori, consulenti o dipendenti? Di fronte a questa sentenza sarà l’amministrazione comunale ad attivarsi o dovranno essere ancora una volta i cittadini a chiedere questi danni e a riparare l’errore?Pontinia 21 novembre 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

L'oro napoletano di Silvio

Rifiuti senza fine di Claudio Pappaianni
Montagne di balle accatastate in una caserma. La discarica di Ferrandelle dove finisce di tutto. E 450 milioni già impegnati senza uscire dall'emergenza. Ecco la campania sei mesi dopo Silvio
Sono stati in Bosnia, a Nassiriya, in Libano. Alcuni sono ancora in Afghanistan e in Kosovo. E c'è chi è rimasto in patria a montar di guardia alle discariche e chi quei rifiuti se li è ritrovati nel cortile della base. A Persano, all'interno dell'area militare che ospita tre caserme e duemila soldati, ogni giorno arrivano oltre trecento balle delle 1.400 prodotte quotidianamente negli impianti che triturano la metà dei rifiuti campani. Più o meno un decimo della monnezza della regione viene accumulata nella base dell'esercito. È questo il segreto che permette al governo Berlusconi di mantenere pulita Napoli, evitando che il sistema vada in tilt. Ma nonostante il ricorso a questa e ad altre soluzioni di emergenza, la situazione resta altamente precaria. Nella base di Persano una piazzola è già satura: contiene 9.103 balle, che ormai nessuno osa più chiamare 'eco'. Una seconda area di scarico, più grande, in poco più di un mese è quasi esaurita. Ne sono previste almeno altre tre, per un totale di circa 70mila balle che equivalgono a 100mila tonnellate di rifiuti. "Ci hanno assicurato che saranno le prime a essere smaltite nell'inceneritore", dicono i soldati. Ma ci credono poco anche loro e il clima, fuori e dentro la caserma, è pessimo. Ogni giorno, in 12 della Brigata Garibaldi, mimetica e fez dei bersaglieri, si alternano in tre turni di guardia alla monnezza accatastata a ridosso di 42 case dove vivono le famiglie degli ufficiali.Oggi nelle città campane la spazzatura è scomparsa: qualche problema resta solo nelle zone periferiche. Ma dopo sei mesi la gestione della crisi appare un misto di leggi speciali e antichi compromessi, con zone militarizzate e altre fuori controllo. A maggio il governo Berlusconi aveva indicato una data ben precisa per il ritorno alla normalità, il 31 dicembre 2009, e una cifra altrettanto netta: 150 milioni di euro. Pochi, paragonati ai due miliardi sperperati in 14 anni di un commissariamento senza fondo. Ma troppo pochi anche rispetto alla sfida titanica di mettere ordine all'anarchia campana. Dalla fine di maggio a oggi, le casse si sono praticamente svuotate e serviranno almeno altri 40 milioni per coprire le spese correnti fino a Capodanno. Questo senza contare che per completare l'inceneritore di Acerra e allestire le discariche di Chiaiano e di Terzigno bisogna trovare subito altri 200 milioni di euro. Mentre per quelle già attive, a Savignano Irpino e Sant'Arcangelo Trimonte, i soldi - 70 milioni - ce li ha messi la Regione Campania. Sommati fanno quasi 450 milioni in tutto, tra risorse spese e stanziate fino ad ora. E la normalità appare lontana.
per leggere tutto http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Rifiuti-senza-fine/2050012&ref=hpsp

turbogas pochi spicci e nuova beffa

Aprilia Secondo le compensazioni minime stabilite dal decreto Marzano, sono previsti appena 5 milioni e 600 mila euro distribuiti in 7 anni e da dividersi tra tutti i Comuni limitrofi
Turbogas, pochi spicci e nuova beffa
Riccardo Toffoli APRILIA Appena 5 milioni e 600mila euro distribuiti in 7 anni e da dividersi tra tutti i Comuni limitrofi. È questa la torta, molto «magra» per Aprilia, delle compensazioni minime previste dal decreto Marzano per la realizzazione della centrale turbogas.
0,20 centesimi di euro per ogni megawatt di produzione a iniziare dalla messa in marcia commerciale dell'energia. Un bottino molto magro perché il Comune ha interrotto le trattative al tavolo regionale nel 2006 preferendole un no categorico. Prima dell'autorizzazione ministeriale, si era convocato in Regione un tavolo proprio per le compensazioni con le parti in causa: la Regione, l'amministrazione apriliana e Sorgenia, la ditta che è pronta a costruire la turbogas. E dopo vari incontri si era giunti a una bozza i cui contenuti non erano stati mai finora resi noti. La Sorgenia garantiva alla sola amministrazione comunale ben 13 milioni e 500mila euro. Ben il doppio di quanto prevede la normativa. Una torta che non andava divisa, tra l'altro, con nessun comune limitrofo. Nella cifra si prevedevano sgravi per tutti i cittadini per le bollette di energia elettrica. I residenti di Campo di Carne avrebbero avuto energia gratis per i 7 anni successivi e così le utenze comunali. Attualmente il Comune, da conti effettuati sulle ultime fatture, paga mediamente all'Enel circa 990mila euro all'anno. In più Sorgenia si impegnava a realizzare opere pubbliche, tra cui fognature e strade. La firma dell'accordo non arrivò. Il risultato? La torta si è rimpicciolita e gli invitati sono aumentati. Per un semplice parallelo, a Termoli il no categorico alla trattativa ha portato il Comune a non ottenere ancora nulla delle compensazioni previste dalla Marzano, eppure sono già due anni che la centrale è in marcia. «Nessuno mai si è occupato di questo» spiega Paolo Di Cesare capogruppo dei Verdi. Intanto il fronte del no si è dato appuntamento per il 14 dicembre per una manifestazione di piazza, mentre la Rete ha deciso di avviare una battaglia giudiziaria contro gli ultimi provvedimenti. Previsto per la metà di dicembre il Consiglio regionale e la richiesta di un tavolo di confronto presso il Ministero dello sviluppo economico.
http://iltempo.ilsole24ore.com/latina/2008/11/23/955277-turbogas_pochi_spicci_nuova_beffa.shtml 23/11/2008

rinnovabili, le associazioni si rivolgono al governo

Rinnovabili: le associazioni si rivolgono al Governo APER, Assoelettrica e Assosolare chiedono l’adesione agli obiettivi UE

18/11/2008 – La lotta ai cambiamenti climatici come opportunità di competitività e di progresso tecnologico e sociale. Questo il presupposto alle richieste avanzate da APER, Assoelettrica e Assosolare in una lettera aperta indirizzata al Governo affinché aderisca alle politiche europee per l’utilizzo delle FER.

Pubblicato su alcuni quotidiani nazionali, il documento sostiene che “una chiara politica di promozione delle fonti rinnovabili e della filiera industriale ad esse collegata può significare per l’Italia nei prossimi dodici anni investimenti privati per oltre 50 miliardi di Euro e la creazione di nuova occupazione per più di 100.000 addetti, offrendo inoltre un importante contributo allo sviluppo economico e sociale”.

Per arrivare a questo obiettivo, le tre Associazioni identificano alcune azioni che il Governo italiano dovrà intraprendere. Innanzitutto l’avvio di una più incisiva politica di promozione dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili, che contempli obiettivi realistici e coerenti con i target individuati a livello EU; un Testo Unico per le FER in grado di armonizzare in maniera chiara e duratura una realtà normativa attualmente confusa; la semplificazione dei processi autorizzativi; un forte sviluppo delle rete elettrica per agevolare l’accesso e il collegamento degli impianti; facilitare il progresso di tecnologie sempre più avanzate attraverso investimenti in ricerca e infine la diffusione di una cultura delle FER solida e referenziata, volta a promuovere l’accettabilità sociale degli impianti intergrati nel territorio.

Solo in questo modo, i costi connessi al perseguimento degli obiettivi europei saranno compensati dai vantaggi conseguibili in termini di efficienza, occupazione e crescita economica.


Fonte: Aper(riproduzione riservata)
Lettera aperta http://www.edilportale.com/edilnews/NpopUp.asp?idDoc=13287&iDCat=27