Oggetto: l’agricoltura pontina, la qualità e il risparmio
Il Sole 24 ore di oggi in edicola affronta l’argomento agricoltura di qualità, vendita diretta dei prodotti, tracciabilità e risparmio.
Difatti la prima pagina dell’inserto Affari privati propone 3 servizi “ Il buon prezzo si coltiva in città”, “regole severe per i cibi griffati della tradizione”, “l’etichetta sulla merce dichiara origine e azienda” oltre agli specchietti riepilogativi della “spesa contadina” e dei vari indirizzi utili.
In sostanza viene ripreso e confermato ciò che i verdi della regione Lazio, sotto la spinta della presidente regionale e senatrice, membro da 2 legislature della commissione agricoltura del Senato Loredana De Petris propone da anni, con l’ausilio e l’approvazione di associazione dei consumatori, commercianti e produttori agricoli.
Cioè con la vendita diretta oltre alle garanzie per i produttori, al migliore rapporto con il territorio, si salvaguarda la qualità e si ottengono prezzi ridotti del 30% con buona soddisfazione di produttori e consumatori.
L’iniziativa sarà sicuramente oggetto del convegno dibattito che si svolgerà venerdi prossimo 4 aprile dal tema “le prospettive dell’agricoltura pontina” che si terrà a Pontinia presso la sala dell’Hotel Ares in via Leonardo da Vinci n. 6, alle ore 20.30.
Interverranno la senatrice Loredana De Petris, il consigliere regionale e vice presidente della commissione agricoltura alla Regione Lazio Enrico Fontana entrambi verdi de La sinistra l’arcobaleno, il presidente della CIA del Lazio Sandro Salvatori, Luca Targa presidente della Cia di Latina e Daniela Santori presidente Col diretti di Latina.
C’è molta attesa per l’incontro come testimoniano gli interventi scritti della Rete No turbogas di Pontinia che è stata invitata ad intervenire e della Lista Liberi e Forti.
Come sempre il settore agricolo vive ogni anno delle crisi che si ripercuotono anche sui servizi e sulle industrie collegate.
Pontinia 31 marzo 2008 Ecologia e Territorio Giorgio Libralato
Pontinia (LT) dall'ambiente, alla difesa dei diritti civili e sociali, dalla politica alla tecnica. Si riportano stralciriportandone autori. Nota: qualora si ritenga la pubblicazione (o i commenti) siano lesivi o notizie superate si prega di comunicarlo con mail giorgio.libralato@gmail.com e saranno rimossi. Oppure allo stesso modo si può esercitare il diritto di replica. Qualora si ritenga che una pubblicazione o parte di essa ledano i diritti di copyright o di autore saranno rimossi
lunedì 31 marzo 2008
intervista al sindaco di Pontinia Eligio Tombolillo
Questa sera su Tele In, canale 53, andrà in onda l'intervista al sindaco di Pontinia dottor Eligio Tombolillo.
Molti i temi trattati, dalle accuse dell'opposizione, al caso Trasco, alla Mira Lanza, all'energia.
Molti i temi trattati, dalle accuse dell'opposizione, al caso Trasco, alla Mira Lanza, all'energia.
sabato 29 marzo 2008
per favore aiutate i tibetani
Chi vuole aiutare i tibetani può mandare una mail all'ONU con il testo
Free Tibet. Stop to the China Olympic Games
Per farlo si può andare all'indirizzo
http://www2.beppegrillo.it/iniziative/free_tibet.php
Grazie
Giorgio Libralato
www.repubblica.it
Da New Delhi un accorato appello alla comunità internazionale
La guida spirituale parla di nuovo delle sue possibili dimissioni
Appello del Dalai Lama al mondo:
"Per favore, aiutate i tibetani"
di DANIELE MASTROGIACOMO
Il Dalai Lama a New Delhi
NEW DELHI - "Per favore, aiutate il mio popolo a risolvere la crisi del Tibet. Per favore, abbiamo bisogno dell'aiuto di tutto il mondo". In ginocchio, le mani giunte sopra la testa, con la voce spezzata dalla tensione e dal dolore, la guida spirituale del buddismo lancia un nuovo, accorato appello alla comunità internazionale. La scena è drammatica e le parole del Dalai Lama rendono l'atmosfera ancora più densa di emozioni.
Avviene di mattina presto, qui a Delhi, davanti a migliaia di persone, di ogni fede religiosa, radunate per commemorare i 60 anni dall'assassinio del Mahatma Gandhi, l'uomo della non-violenza, il leader politico che ispirò, con la sua pratica, l'attuale capo della chiesa buddista. Circondato da rappresentanti indù, musulmani, sikh e jain e da centinaia di tibetani, il Dalai Lama si dedica prima a una lunga preghiera in ricordo del padre dell'indipendenza indiana, ucciso nel 1948. Poi, dentro il mausoleo che sorge sul luogo dove Gandhi è stato cremato, lancia il suo ultimo, disperato appello: "Non abbiamo altro potere se non la giustizia, la verità, la sincerità. E' per questo che chiedo alla comunità internazionale di aiutarci. Sono qui, impotente, posso solo pregare. Il mondo può intervenire, fare qualcosa, ottenere verità e giustizia".
Parole semplici ma forti che riescono a scuotere la grande folla di religiosi, sostenitori, tibetani in esilio. Moltissimi pregano; altri pronunciano, sottovoce, in un brusio crescente, frasi e nenie che rimbombano tra le mura del masuoleo. La tensione è forte. Come l'emozione. C'è qualcuno che piange, in silenzio.
La mente viaggia verso nord, a Dharamsala, il piccolo villaggio indiano dove dal 1958 viene opsitato il governo tibetano in esilio. E poi ancora più a nord-est, dietro le cime imponenti dell'Himalaya, a Lhasa. Si pensa a quanto è accaduto, alle proteste esplose improvvise due settimane fa, ai morti, agli scomparsi, ai monaci inseguiti e bastonati, a quelli rinchiusi da 15 giorni nei monasteri, isolati dal resto del mondo, circondati dalle squadre speciali antisommossa della polizia della Repubblica popolare cinese.
Il gruppo di 26 giornalisti, selezionati tra i corrispondenti stranieri a Pechino, è già rientrati dalla visita di tre giorni organizzata dal governo cinese. La delegazione di 15 rappresentanti diplomatici di altrettanti paesi, autorizzata a recarsi in Tibet, avrà 48 ore di tempo per cercare di capire gli effetti della sommossa e della repressione, durissima, scattata l'11 marzo scorso. Pechino non sembra disposta a cedere: respinge in blocco gli appelli al dialogo e al confronto più volte lanciati dal Dalai Lama. Lo considera la mente della rivolta e lo bolla come un bandito che punta a boicottare i Giochi olimpici di agosto.
Ma le autorità di Pechino mettono in campo anche gesti distensivi. Il classico pugno di ferro in guanto di velluto. Il vicepresidente cinese delle regione autonoma del Tibet, Baema Chilain, ha assicurato che i 30 monaci che si erano rivolti alla delegezione di giornalisti denunciando i soprusi cui erano stati sottoposti dalla polizia cinese non saranno puniti. Ma pochi credono agli impegni ufficiali e temono che la situazione sia gravissima e che la repressione possa accanirsi con più forza su chiunque sia sospettato di aver partecipato alle proteste. Alla delegazione diplomatica è stato vietato di incontrarli.
Il Dalai Lama parla anche del suo futuro e non esclude di potersi presto ritirare. "Credo che nel giro di breve tempo", annuncia durante una conferenza stampa, "rassegnerò completamemte le dimissioni dalla mia carica. lo farò in modo volontario e sereno. Del resto", aggiunge con la sua consueta ironia, "sono già mezzo pensionato. Vorrà dire che consacrerò più tempo alla preparazione della mia prossima vita".
(29 marzo 2008)
Free Tibet. Stop to the China Olympic Games
Per farlo si può andare all'indirizzo
http://www2.beppegrillo.it/iniziative/free_tibet.php
Grazie
Giorgio Libralato
www.repubblica.it
Da New Delhi un accorato appello alla comunità internazionale
La guida spirituale parla di nuovo delle sue possibili dimissioni
Appello del Dalai Lama al mondo:
"Per favore, aiutate i tibetani"
di DANIELE MASTROGIACOMO
Il Dalai Lama a New Delhi
NEW DELHI - "Per favore, aiutate il mio popolo a risolvere la crisi del Tibet. Per favore, abbiamo bisogno dell'aiuto di tutto il mondo". In ginocchio, le mani giunte sopra la testa, con la voce spezzata dalla tensione e dal dolore, la guida spirituale del buddismo lancia un nuovo, accorato appello alla comunità internazionale. La scena è drammatica e le parole del Dalai Lama rendono l'atmosfera ancora più densa di emozioni.
Avviene di mattina presto, qui a Delhi, davanti a migliaia di persone, di ogni fede religiosa, radunate per commemorare i 60 anni dall'assassinio del Mahatma Gandhi, l'uomo della non-violenza, il leader politico che ispirò, con la sua pratica, l'attuale capo della chiesa buddista. Circondato da rappresentanti indù, musulmani, sikh e jain e da centinaia di tibetani, il Dalai Lama si dedica prima a una lunga preghiera in ricordo del padre dell'indipendenza indiana, ucciso nel 1948. Poi, dentro il mausoleo che sorge sul luogo dove Gandhi è stato cremato, lancia il suo ultimo, disperato appello: "Non abbiamo altro potere se non la giustizia, la verità, la sincerità. E' per questo che chiedo alla comunità internazionale di aiutarci. Sono qui, impotente, posso solo pregare. Il mondo può intervenire, fare qualcosa, ottenere verità e giustizia".
Parole semplici ma forti che riescono a scuotere la grande folla di religiosi, sostenitori, tibetani in esilio. Moltissimi pregano; altri pronunciano, sottovoce, in un brusio crescente, frasi e nenie che rimbombano tra le mura del masuoleo. La tensione è forte. Come l'emozione. C'è qualcuno che piange, in silenzio.
La mente viaggia verso nord, a Dharamsala, il piccolo villaggio indiano dove dal 1958 viene opsitato il governo tibetano in esilio. E poi ancora più a nord-est, dietro le cime imponenti dell'Himalaya, a Lhasa. Si pensa a quanto è accaduto, alle proteste esplose improvvise due settimane fa, ai morti, agli scomparsi, ai monaci inseguiti e bastonati, a quelli rinchiusi da 15 giorni nei monasteri, isolati dal resto del mondo, circondati dalle squadre speciali antisommossa della polizia della Repubblica popolare cinese.
Il gruppo di 26 giornalisti, selezionati tra i corrispondenti stranieri a Pechino, è già rientrati dalla visita di tre giorni organizzata dal governo cinese. La delegazione di 15 rappresentanti diplomatici di altrettanti paesi, autorizzata a recarsi in Tibet, avrà 48 ore di tempo per cercare di capire gli effetti della sommossa e della repressione, durissima, scattata l'11 marzo scorso. Pechino non sembra disposta a cedere: respinge in blocco gli appelli al dialogo e al confronto più volte lanciati dal Dalai Lama. Lo considera la mente della rivolta e lo bolla come un bandito che punta a boicottare i Giochi olimpici di agosto.
Ma le autorità di Pechino mettono in campo anche gesti distensivi. Il classico pugno di ferro in guanto di velluto. Il vicepresidente cinese delle regione autonoma del Tibet, Baema Chilain, ha assicurato che i 30 monaci che si erano rivolti alla delegezione di giornalisti denunciando i soprusi cui erano stati sottoposti dalla polizia cinese non saranno puniti. Ma pochi credono agli impegni ufficiali e temono che la situazione sia gravissima e che la repressione possa accanirsi con più forza su chiunque sia sospettato di aver partecipato alle proteste. Alla delegazione diplomatica è stato vietato di incontrarli.
Il Dalai Lama parla anche del suo futuro e non esclude di potersi presto ritirare. "Credo che nel giro di breve tempo", annuncia durante una conferenza stampa, "rassegnerò completamemte le dimissioni dalla mia carica. lo farò in modo volontario e sereno. Del resto", aggiunge con la sua consueta ironia, "sono già mezzo pensionato. Vorrà dire che consacrerò più tempo alla preparazione della mia prossima vita".
(29 marzo 2008)
turbogas Aprilia e Pontinia
AGLI ASSESSORI DELLA REGIONE LAZIO Nieri, Rodano, Tibaldi e Zaratti
Oggetto: centrali a turbogas di Aprilia e Pontinia
Ho letto, apprezzato e condiviso il Vostro intervento per il rispetto di ragione, buon senso e legalità relativo al progetto contestato della turbogas di Aprilia.
Mi riferisco alla Vostra lettera inviata al Presidente Regionale Piero Marrazzo con la quale gli avete chiesto che la “giunta agisca in autotutela, annullando l’intesa sulla centrale che dovrebbe nascere sul territorio di Campo di Carne.
Tra l’altro siamo ancora in attesa, da anni, del piano regionale dell’energia che da solo potrebbe scongiurare la realizzazione di questa e di tutte le altre 12 centrali a turbogas della Regione.
Sempre che non diventino anche di più.
Mi sembra giusto e consequenziale chiederVi però il rispetto dell’impegno preso sia dal Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo nel tavolo tecnico della centrale a turbogas in risposta all’esplicita richiesta del sindaco di Pontinia dottor Eligio Tombolillo, per l’istituzione dell’apposito tavolo tecnico, sia dai commissari nominati dal Presidente, cioè l’assessore Zaratti e il capogruppo Fontana.
Questo tavolo tecnico, probabilmente, non ha avuto seguito a causa dei numerosi e urgenti problemi che riguardano l’intera regione.
Conosco, difatti, e seguo il Vostro costante e attento impegno alle esigenze di tutto il territorio regionale, la Vostra disponibilità e i risultati importanti ottenuti proprio grazie al Vostro lavoro.
Però Pontinia, la sua amministrazione e i suoi cittadini attendono la giusta attenzione e considerazione per contrastare un progetto che, Voi stessi conoscete come pericoloso per l’economia locale, l’agricoltura, la salute e l’ambiente, oltre che inutile.
Certo che sarà dato seguito quanto prima Vi saluto cordialmente, ringraziandoVi per l’attenzione e per il prezioso e importante lavoro svolto.
Pontinia 29 marzo 2008 Ecologia e Territorio Giorgio Libralato
www.studio93.it
Turbogas ad Aprilia: gli assessori regionali Zaratti, Nieri, Tibaldi e Rodano scrivono al Presidente Marrazzo.
28-03-2008
I 4 assessori della Sinistra Arcobaleno chiedono che la “giunta agisca in autotutela, annullando l’intesa sulla centrale che dovrebbe nascere sul territorio di Campo di Carne”.
________________________________________
Turbogas ad Aprilia: gli assessori regionali Zaratti, Nieri, Tibaldi e Rodano, della Sinistra Arcobaleno, scrivono al presidente Marrazzo chiedendo che la “giunta agisca in autotutela, annullando l’intesa sulla centrale che dovrebbe nascere sul territorio di Campo di Carne”. “Caro Presidente, l’annullamento da parte del Tar di Roma dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e conseguentemente dell’Autorizzazione unica per la costruzione della centrale turbogas di Aprilia, rappresenta un elemento di novità di grande rilevanza, con il quale siamo chiamati a misurarci”.
“La Giunta da te presieduta - proseguono gli assessori - ha assunto un orientamento preciso, che tu stesso hai rappresentato ai cittadini di Aprilia lo scorso 6 ottobre: nessuna tolleranza rispetto a irregolarità amministrative e a rischi per la salute dei cittadini. Per questo hai promosso un tavolo di concertazione, con lo scopo di fare piena chiarezza sia sugli atti amministrativi, sia sullo stato reale della qualità dell’aria in quel territorio. Un lavoro importante, che sebbene ancora non concluso, sta facendo emergere contraddizioni tra i dati posti a base dell’istruttoria e le reali condizioni determinatesi nel corso di questi 4 anni di procedimento autorizzativo”.
“Oggi abbiamo la possibilità concreta - aggiungono Zaratti, Nieri, Tibaldi e Rodano - di rimettere in discussione una scelta, che come più volte anche da te evidenziato, aveva compiuto gran parte del suo percorso nella precedente amministrazione.
Abbiamo l’opportunità di cambiare quella scelta, rimuovendo le ragioni di un grande conflitto in corso con una parte del territorio regionale, per far nascere proprio ad Aprilia una concreta opportunità di sviluppo per la produzione di energia rinnovabile e pulita”.
“Considerando che l’Intesa regionale del settembre 2006 - concludono gli assessori - era congruamente motivata con riferimento alle risultanze dell’AIA e ne vincolava la validità stessa alle prescrizioni contenute nell’AIA, l’annullamento da parte dei giudici amministrativi di quell’atto, fa decadere le ragioni dell’Intesa stessa. Per questo ti chiediamo che la stessa Giunta si autotuteli rispetto ad un Intesa che oggi appare priva di riferimento e vincolo”.
Oggetto: centrali a turbogas di Aprilia e Pontinia
Ho letto, apprezzato e condiviso il Vostro intervento per il rispetto di ragione, buon senso e legalità relativo al progetto contestato della turbogas di Aprilia.
Mi riferisco alla Vostra lettera inviata al Presidente Regionale Piero Marrazzo con la quale gli avete chiesto che la “giunta agisca in autotutela, annullando l’intesa sulla centrale che dovrebbe nascere sul territorio di Campo di Carne.
Tra l’altro siamo ancora in attesa, da anni, del piano regionale dell’energia che da solo potrebbe scongiurare la realizzazione di questa e di tutte le altre 12 centrali a turbogas della Regione.
Sempre che non diventino anche di più.
Mi sembra giusto e consequenziale chiederVi però il rispetto dell’impegno preso sia dal Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo nel tavolo tecnico della centrale a turbogas in risposta all’esplicita richiesta del sindaco di Pontinia dottor Eligio Tombolillo, per l’istituzione dell’apposito tavolo tecnico, sia dai commissari nominati dal Presidente, cioè l’assessore Zaratti e il capogruppo Fontana.
Questo tavolo tecnico, probabilmente, non ha avuto seguito a causa dei numerosi e urgenti problemi che riguardano l’intera regione.
Conosco, difatti, e seguo il Vostro costante e attento impegno alle esigenze di tutto il territorio regionale, la Vostra disponibilità e i risultati importanti ottenuti proprio grazie al Vostro lavoro.
Però Pontinia, la sua amministrazione e i suoi cittadini attendono la giusta attenzione e considerazione per contrastare un progetto che, Voi stessi conoscete come pericoloso per l’economia locale, l’agricoltura, la salute e l’ambiente, oltre che inutile.
Certo che sarà dato seguito quanto prima Vi saluto cordialmente, ringraziandoVi per l’attenzione e per il prezioso e importante lavoro svolto.
Pontinia 29 marzo 2008 Ecologia e Territorio Giorgio Libralato
www.studio93.it
Turbogas ad Aprilia: gli assessori regionali Zaratti, Nieri, Tibaldi e Rodano scrivono al Presidente Marrazzo.
28-03-2008
I 4 assessori della Sinistra Arcobaleno chiedono che la “giunta agisca in autotutela, annullando l’intesa sulla centrale che dovrebbe nascere sul territorio di Campo di Carne”.
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Turbogas ad Aprilia: gli assessori regionali Zaratti, Nieri, Tibaldi e Rodano, della Sinistra Arcobaleno, scrivono al presidente Marrazzo chiedendo che la “giunta agisca in autotutela, annullando l’intesa sulla centrale che dovrebbe nascere sul territorio di Campo di Carne”. “Caro Presidente, l’annullamento da parte del Tar di Roma dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e conseguentemente dell’Autorizzazione unica per la costruzione della centrale turbogas di Aprilia, rappresenta un elemento di novità di grande rilevanza, con il quale siamo chiamati a misurarci”.
“La Giunta da te presieduta - proseguono gli assessori - ha assunto un orientamento preciso, che tu stesso hai rappresentato ai cittadini di Aprilia lo scorso 6 ottobre: nessuna tolleranza rispetto a irregolarità amministrative e a rischi per la salute dei cittadini. Per questo hai promosso un tavolo di concertazione, con lo scopo di fare piena chiarezza sia sugli atti amministrativi, sia sullo stato reale della qualità dell’aria in quel territorio. Un lavoro importante, che sebbene ancora non concluso, sta facendo emergere contraddizioni tra i dati posti a base dell’istruttoria e le reali condizioni determinatesi nel corso di questi 4 anni di procedimento autorizzativo”.
“Oggi abbiamo la possibilità concreta - aggiungono Zaratti, Nieri, Tibaldi e Rodano - di rimettere in discussione una scelta, che come più volte anche da te evidenziato, aveva compiuto gran parte del suo percorso nella precedente amministrazione.
Abbiamo l’opportunità di cambiare quella scelta, rimuovendo le ragioni di un grande conflitto in corso con una parte del territorio regionale, per far nascere proprio ad Aprilia una concreta opportunità di sviluppo per la produzione di energia rinnovabile e pulita”.
“Considerando che l’Intesa regionale del settembre 2006 - concludono gli assessori - era congruamente motivata con riferimento alle risultanze dell’AIA e ne vincolava la validità stessa alle prescrizioni contenute nell’AIA, l’annullamento da parte dei giudici amministrativi di quell’atto, fa decadere le ragioni dell’Intesa stessa. Per questo ti chiediamo che la stessa Giunta si autotuteli rispetto ad un Intesa che oggi appare priva di riferimento e vincolo”.
acquistiamo le nuvole?
e se anche in provincia di Latina arrivasse una richiesta tipo questa:
AL SIGNOR PRESIDENTE DELL’AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI LATINA
AL SIGNOR Vladimir Osipov proprietario delle nuvole
Oggetto: richiesta di proprietà delle nuvole della provincia di Latina
Si richiede di essere registrato come proprietario delle nuvole della provincia di Latina per poter agire contro chi ne produce l’inquinamento.
Ringraziando per l’attenzione in attesa della registrazione della proprietà si inviano distinti saluti.
Pontinia 29 marzo 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
quale sarebbe la risposta:
- umorismo?
- scetticismo?
AMBIENTE:RUSSO SI REGISTRA PADRONE NUVOLE,CONTRO INQUINANTI
(ANSA) - MOSCA, 28 MAR - Le nuvole hanno un padrone: un ecologista russo della citta' di Ieisk, sul Mare di Azov (Russia meridionale) ha sfruttato una lacuna nella legge per affermare il suo diritto di proprieta' su tutte le nubi del pianeta. Vladimir Osipov, riferisce il quotidiano Novie Izvestia, si e' prima documentato sui precedenti, e visto che non ve n'erano, ha svolto tutte le pratiche che la legge russa prevede per rivendicare una proprieta', con tanto di timbri notarili. La 'privatizzazione' delle nuvole, ha spiegato, gli servira' per fare causa alle fabbriche che inquinano l'atmosfera, 'danneggiando' il suo. Ha anche registrato presso il ministero della giustizia una organizzazione, il 'protocollo di Ieisk' (analogo al protocollo di Kyoto), chiedendo a tutti di aderire: chi lo fara', diventera' automaticamente 'azionista' dei cieli bianchi e potra' avanzare a sua volta cause in altri paesi. I giuristi sono scettici sulla possibilita' che a Osipov venga riconosciuta la proprieta' delle nuvole: esiste infatti un elenco di oggetti dei quali si puo' rivendicare il possesso, nel quale le nubi non appaiono. Peraltro, e' un'arma a doppio taglio: se una pioggia torrenziale danneggiasse seriamente una zona, gli abitanti potrebbero rifarsi sul 'padrone delle nuvole'. (ANSA). OT
28/03/2008 13:40
© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati
AL SIGNOR PRESIDENTE DELL’AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI LATINA
AL SIGNOR Vladimir Osipov proprietario delle nuvole
Oggetto: richiesta di proprietà delle nuvole della provincia di Latina
Si richiede di essere registrato come proprietario delle nuvole della provincia di Latina per poter agire contro chi ne produce l’inquinamento.
Ringraziando per l’attenzione in attesa della registrazione della proprietà si inviano distinti saluti.
Pontinia 29 marzo 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
quale sarebbe la risposta:
- umorismo?
- scetticismo?
AMBIENTE:RUSSO SI REGISTRA PADRONE NUVOLE,CONTRO INQUINANTI
(ANSA) - MOSCA, 28 MAR - Le nuvole hanno un padrone: un ecologista russo della citta' di Ieisk, sul Mare di Azov (Russia meridionale) ha sfruttato una lacuna nella legge per affermare il suo diritto di proprieta' su tutte le nubi del pianeta. Vladimir Osipov, riferisce il quotidiano Novie Izvestia, si e' prima documentato sui precedenti, e visto che non ve n'erano, ha svolto tutte le pratiche che la legge russa prevede per rivendicare una proprieta', con tanto di timbri notarili. La 'privatizzazione' delle nuvole, ha spiegato, gli servira' per fare causa alle fabbriche che inquinano l'atmosfera, 'danneggiando' il suo. Ha anche registrato presso il ministero della giustizia una organizzazione, il 'protocollo di Ieisk' (analogo al protocollo di Kyoto), chiedendo a tutti di aderire: chi lo fara', diventera' automaticamente 'azionista' dei cieli bianchi e potra' avanzare a sua volta cause in altri paesi. I giuristi sono scettici sulla possibilita' che a Osipov venga riconosciuta la proprieta' delle nuvole: esiste infatti un elenco di oggetti dei quali si puo' rivendicare il possesso, nel quale le nubi non appaiono. Peraltro, e' un'arma a doppio taglio: se una pioggia torrenziale danneggiasse seriamente una zona, gli abitanti potrebbero rifarsi sul 'padrone delle nuvole'. (ANSA). OT
28/03/2008 13:40
© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati
i Laghi del Vescovo per giovani turisti
Nell’elenco della Regione Lazio per l’iniziativa “Giovane turista cercasi per incredibile gita alla scoperta del Lazio” comprende al secondo posto i Laghi del Vescovo, di San Carlo e di Mazzocchio (Pontinia) E6, di cui da anni ne chiedo la giusta valorizzazione e tutela.
I laghi sono inseriti nell’elenco della comunità Europea per i siti Life Natura e zona SIC e ZPS.
Sono l’unico ambito di valore turistico del comune di Pontinia che potrebbe essere valorizzato con progetti di tutela, valorizzazione e salvaguardia e con l’istituzione del monumento naturale per il quale basta una delibera di giunta regionale.
Per dare compimento all’iniziativa della Regione Lazio si devono sicuramente compiere alcuni necessari adempimenti:
- bonifica dell’area divenuta nel corso degli anni una discarica abusiva;
- recuperare la proprietà demaniale e riportare i luoghi al loro stato naturale;
- realizzare un centro idoneo per le informazioni, le escursioni e per la sicurezza.
- realizzare opere che impediscono l'accesso alle persone non autorizzate per evitare ulteriore deposito di materiale vario e discarica.
Pontinia 29 marzo 2008 Ecologia e Territorio Giorgio Libralato
Dall’elenco dei siti della Regione Lazio
PROVINCIA DI LATINA
2) Laghi del Vescovo, di San Carlo e di Mazzocchio (Pontinia) E6
Info Pro Loco Pontinia ☎ +39 07738411
http://www.regione.lazio.it/web2/contents/diserit/wordpress/dettaglio.php?id=focuson_1
Giovane turista cercasi per incredibile gita alla scoperta del Lazio
Il Progetto “Giovane turista cercasi”, lanciato dalla Regione Lazio per sostenere lo sviluppo di un turismo sostenibile e accompagnare i ragazzi alla scoperta del Lazio
Per l’anno scolastico 2007/2008 l’Assessorato al Turismo della Regione Lazio ha messo a disposizione di tutti gli studenti frequentanti il terzo anno della Scuola secondaria di primo grado della Regione un bonus di 25 euro per conoscere meglio il proprio territorio.
Ogni classe potrà scegliere il proprio itinerario inserendovi almeno uno degli oltre cento luoghi di interesse artistico e naturalistico indicati dall’Assessorato, con l’unica condizione che il sito o i siti scelti siano esterni al Comune di appartenenza dell’Istituto scolastico.
Partecipare a “Giovane turista cercasi” è semplice. I dirigenti scolastici potranno scaricare il modulo di adesione dai siti internet delle cinque Province del Lazio e inviarlo via fax, debitamente compilato, alla propria Provincia di riferimento.
A gita terminata, il dirigente scolastico dovrà inviare allo stesso recapito una lettera che certifichi l’effettivo svolgimento della visita. Per ulteriori informazioni si possono contattare i seguenti recapiti: 06/3208666 assessoratoturismoregionelazio@itoseventi.com.
Allegati:
• La brochure (pdf 933,31KB) http://www.regione.lazio.it/web2/contents/diserit/wordpress/dettaglio.php?id=focuson_1
• L'elenco dei siti (pdf 465,82KB) http://www.regione.lazio.it/web2/contents/diserit/wordpress/dettaglio.php?id=focuson_1
I laghi sono inseriti nell’elenco della comunità Europea per i siti Life Natura e zona SIC e ZPS.
Sono l’unico ambito di valore turistico del comune di Pontinia che potrebbe essere valorizzato con progetti di tutela, valorizzazione e salvaguardia e con l’istituzione del monumento naturale per il quale basta una delibera di giunta regionale.
Per dare compimento all’iniziativa della Regione Lazio si devono sicuramente compiere alcuni necessari adempimenti:
- bonifica dell’area divenuta nel corso degli anni una discarica abusiva;
- recuperare la proprietà demaniale e riportare i luoghi al loro stato naturale;
- realizzare un centro idoneo per le informazioni, le escursioni e per la sicurezza.
- realizzare opere che impediscono l'accesso alle persone non autorizzate per evitare ulteriore deposito di materiale vario e discarica.
Pontinia 29 marzo 2008 Ecologia e Territorio Giorgio Libralato
Dall’elenco dei siti della Regione Lazio
PROVINCIA DI LATINA
2) Laghi del Vescovo, di San Carlo e di Mazzocchio (Pontinia) E6
Info Pro Loco Pontinia ☎ +39 07738411
http://www.regione.lazio.it/web2/contents/diserit/wordpress/dettaglio.php?id=focuson_1
Giovane turista cercasi per incredibile gita alla scoperta del Lazio
Il Progetto “Giovane turista cercasi”, lanciato dalla Regione Lazio per sostenere lo sviluppo di un turismo sostenibile e accompagnare i ragazzi alla scoperta del Lazio
Per l’anno scolastico 2007/2008 l’Assessorato al Turismo della Regione Lazio ha messo a disposizione di tutti gli studenti frequentanti il terzo anno della Scuola secondaria di primo grado della Regione un bonus di 25 euro per conoscere meglio il proprio territorio.
Ogni classe potrà scegliere il proprio itinerario inserendovi almeno uno degli oltre cento luoghi di interesse artistico e naturalistico indicati dall’Assessorato, con l’unica condizione che il sito o i siti scelti siano esterni al Comune di appartenenza dell’Istituto scolastico.
Partecipare a “Giovane turista cercasi” è semplice. I dirigenti scolastici potranno scaricare il modulo di adesione dai siti internet delle cinque Province del Lazio e inviarlo via fax, debitamente compilato, alla propria Provincia di riferimento.
A gita terminata, il dirigente scolastico dovrà inviare allo stesso recapito una lettera che certifichi l’effettivo svolgimento della visita. Per ulteriori informazioni si possono contattare i seguenti recapiti: 06/3208666 assessoratoturismoregionelazio@itoseventi.com.
Allegati:
• La brochure (pdf 933,31KB) http://www.regione.lazio.it/web2/contents/diserit/wordpress/dettaglio.php?id=focuson_1
• L'elenco dei siti (pdf 465,82KB) http://www.regione.lazio.it/web2/contents/diserit/wordpress/dettaglio.php?id=focuson_1
venerdì 28 marzo 2008
occupazione femminile e i finanziamenti della Regione Lazio
AL SIGNOR SINDACO DEL COMUNE DI PONTINIA
Oggetto: occupazione femminile e i finanziamenti della Regione Lazio
La crisi sociale ed economica passa anche per l’occupazione femminile che ha bisogno di un rilancio, essendo l’Italia a tal proposito molto indietro nella classifica, per poter almeno parlare di pari opportunità.
Tutte le agevolazioni di legge, bandi e contributi in tal senso sono delle opportunità da cogliere e valorizzare, anche con la dovuta informazione.
Per questo motivo si chiede di dare conoscenza alla cittadinanza dell’iniziativa della Regione Lazio che, prima in Italia, la Regione Lazio stanzia fondi per progetti sperimentali contro le discriminazioni di genere e il sommerso femminile, a favore dell’occupabilita’ e della conciliazione dei tempi di lavoro e di vita. La Commissione lavoro, pari opportunita’, politiche giovanili e politiche sociali, presieduta da Giuseppe Mariani (Verdi), ha approvato all’unanimita’ lo schema di deliberazione della Giunta regionale, concernente “Approvazione criteri e modalita’ di valutazione dei progetti relativi a politiche di genere e promozione delle pari opportunita’ nel lavoro”.
Pontinia 28 marzo 2008 Ecologia e Territorio Giorgio Libralato
Queste le dichiarazioni relative da www.verdi.it di Rosanna Mutarelli.
“Iniziamo un percorso fondamentale, unico in Italia, per rimettere al centro della nostra iniziativa politica le problematiche riguardanti le pari opportunita’”, ha detto il presidente Mariani, a conclusione della seduta odierna. “Interessandoci di questo particolare settore, integriamo le politiche del lavoro con quelle delle pari opportunita’. Promuoviamo e sperimentiamo servizi per far conciliare la qualita’ della vita con la qualita’ del lavoro. Oggi con l’occupazione sempre piu’ frammentaria e precaria, con le donne che hanno i bambini da portare all’asilo, che talvolta devono prendersi cura dei genitori e dei suoceri, questo intervento si rivelera’ particolarmente utile. Si tratta di uno stanziamento di un milione di euro – ha detto l’assessore Tibaldi – per progetti sperimentali che si inseriscono in quattro tematiche fondamentali: lotta alla discriminazione, salariale e di orientamento di genere; conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro; grande questione del sommerso femminile e infine occupabilita’, vale a dire progetti di stage e tirocini finalizzati all’assunzione. Nei prossimi giorni verra’ pubblicato il bando. Ogni anno verificheremo l’efficacia dei progetti”.
Oggetto: occupazione femminile e i finanziamenti della Regione Lazio
La crisi sociale ed economica passa anche per l’occupazione femminile che ha bisogno di un rilancio, essendo l’Italia a tal proposito molto indietro nella classifica, per poter almeno parlare di pari opportunità.
Tutte le agevolazioni di legge, bandi e contributi in tal senso sono delle opportunità da cogliere e valorizzare, anche con la dovuta informazione.
Per questo motivo si chiede di dare conoscenza alla cittadinanza dell’iniziativa della Regione Lazio che, prima in Italia, la Regione Lazio stanzia fondi per progetti sperimentali contro le discriminazioni di genere e il sommerso femminile, a favore dell’occupabilita’ e della conciliazione dei tempi di lavoro e di vita. La Commissione lavoro, pari opportunita’, politiche giovanili e politiche sociali, presieduta da Giuseppe Mariani (Verdi), ha approvato all’unanimita’ lo schema di deliberazione della Giunta regionale, concernente “Approvazione criteri e modalita’ di valutazione dei progetti relativi a politiche di genere e promozione delle pari opportunita’ nel lavoro”.
Pontinia 28 marzo 2008 Ecologia e Territorio Giorgio Libralato
Queste le dichiarazioni relative da www.verdi.it di Rosanna Mutarelli.
“Iniziamo un percorso fondamentale, unico in Italia, per rimettere al centro della nostra iniziativa politica le problematiche riguardanti le pari opportunita’”, ha detto il presidente Mariani, a conclusione della seduta odierna. “Interessandoci di questo particolare settore, integriamo le politiche del lavoro con quelle delle pari opportunita’. Promuoviamo e sperimentiamo servizi per far conciliare la qualita’ della vita con la qualita’ del lavoro. Oggi con l’occupazione sempre piu’ frammentaria e precaria, con le donne che hanno i bambini da portare all’asilo, che talvolta devono prendersi cura dei genitori e dei suoceri, questo intervento si rivelera’ particolarmente utile. Si tratta di uno stanziamento di un milione di euro – ha detto l’assessore Tibaldi – per progetti sperimentali che si inseriscono in quattro tematiche fondamentali: lotta alla discriminazione, salariale e di orientamento di genere; conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro; grande questione del sommerso femminile e infine occupabilita’, vale a dire progetti di stage e tirocini finalizzati all’assunzione. Nei prossimi giorni verra’ pubblicato il bando. Ogni anno verificheremo l’efficacia dei progetti”.
Pontinia e le opportunità del solare termodinamico
AL SIGNOR SINDACO DEL COMUNE DI PONTINIA
Oggetto: opportunità per il solare termodinamico
Continuano le opportunità per cittadini, aziende ed enti locali per passare alle energie naturali e rinnovabili abbandonando le tecnologie superate, inquinanti e con combustibile in via di esaurimento perché utilizzano i combustibili fossili.
Inoltre l’uso dei combustibili fossili spesso provoca guerre, incidenti, attentati e crisi politiche, mentre le energie naturali e rinnovabili consentirebbero la vera democrazia perché a disposizione di tutti.
Questa amministrazione attenta alle esigenze dei cittadini, capace di far ripartire Pontinia, che ha inserito nel suo programma elettorale punti qualificanti per una migliore qualità delle vita e per l’uso delle nuove tecnologie per incrementare l’occupazione.
Per questi motivi il comune di Pontinia saprà dare ampio risalto all’opportunità, allegata.
Pontinia 28 marzo 2008 Ecologia e Territorio Giorgio Libralato
Solare termodinamico: in arrivo tariffe incentivanti
Da 0,22 a 0,28 euro in base alla percentuale della frazione solare
di Rossella Calabrese da www.edilportale.com
28/03/2008 - Nella seduta del 26 marzo scorso, la Conferenza Unificata ha dato il via libera al decreto ministeriale che incentiva la produzione di energia elettrica mediante impianti solari termodinamici.
Il decreto, che attua l’art. 7 del Dlgs 387/2003, prevede il riconoscimento per 25 anni di tariffe incentivanti da 0,28 a 0,22 euro per Kilowattora prodotto; la tariffa è differenziata in base alla percentuale della frazione solare:
- per gli impianti in cui la frazione solare sia sopra l’85%, la tariffa incentivante è pari a 0,28 euro;
- per gli impianti in cui la frazione solare sia tra l’85% e il 50%, la tariffa incentivante è pari a 0,25 euro;
- per gli impianti in cui la frazione solare sia sotto il 50%, la tariffa incentivante è pari a 0,22 euro.
Alla tariffa incentivante va aggiunto il prezzo di vendita dell’energia prodotta.
Sono quindi incentivate tutte le produzioni di energia elettrica attribuibili alla fonte solare, ancorché realizzate con impianti ibridi, nei quali il calore prodotto dalla fonte solare integra il calore prodotto da fonti diverse; tuttavia, la tariffa riconosciuta è decrescente al decrescere della produzione imputabile alla fonte solare. Tale soluzione risponde a due esigenze: da un lato tiene conto che un impianto solare termodinamico non ibrido necessita di un generatore di elettricità dedicato, a differenza di quanto accade in un impianto ibrido; dall’altro lato, l’attenzione agli impianti ibridi si giustifica con il fatto che, almeno nel medio termine, questa soluzione tecnologica appare la più promettente, sia nel nostro Paese che all’estero.
L’obiettivo nazionale di potenza nominale da installare è pari a circa 200 Megawatt.
Soggetto incaricato di gestire gli incentivi è il Gestore dei servizi elettrici (GSE), che si occupa anche della gestione degli incentivi alla produzione di elettricità dalle altre fonti rinnovabili, incluso il solare fotovoltaico.
I beneficiari dell’incentivazione sono le persone fisiche e giuridiche responsabili degli impianti, progettati, realizzati ed eserciti in conformità alle disposizioni del decreto.
Gli incentivi sono cumulabili con finanziamenti che rientrano nelle seguenti soglie:
- in conto capitale eccedenti il 10% del costo dell'investimento;
- in conto interessi con capitalizzazione anticipata eccedenti il 25% del costo dell'investimento.
Qualora vi siano finanziamenti che superano queste percentuali, con delibera dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, verranno ridotte le tariffe incentivanti in rapporto al finanziamento ricevuto.
Il provvedimento non ha impatto sul bilancio dello Stato, poiché gli oneri conseguenti vengono caricati sulle tariffe elettriche che trovano nella componente tariffaria A3 già la copertura economica necessaria.
Il decreto fissa stabilisce i requisiti tecnici minimi dei componenti e degli impianti che si intende incentivare:
- è stabilito l’obbligo di utilizzare termoconvettori non inquinati (a meno che gli impianti non siano situati in aree industriali);
- gli impianti devono essere dotati di sistemi di accumulo, per sfruttare una delle specificità di maggior importanza del termodinamico, cioè la possibilità di superare il grande limite delle altre tipologie di produzione di energia rinnovabile, cioè l’intermittenza,;
- la superficie captante deve essere superiore a 2500 mq e, in caso di impianti ibridi nei quali l’apporto non rinnovabile è superiore al 50%, superiore a 25000 mq.
Sono definite le procedure per l’accesso agli incentivi, le relative modalità di erogazione e le procedure autorizzative: come per il fotovoltaico, la richiesta di incentivo va inoltrata a impianto ultimato al GSE, il quale comunica, previa verifica di rispetto delle disposizioni del decreto, la tariffa incentivante riconosciuta.
(riproduzione riservata)
Oggetto: opportunità per il solare termodinamico
Continuano le opportunità per cittadini, aziende ed enti locali per passare alle energie naturali e rinnovabili abbandonando le tecnologie superate, inquinanti e con combustibile in via di esaurimento perché utilizzano i combustibili fossili.
Inoltre l’uso dei combustibili fossili spesso provoca guerre, incidenti, attentati e crisi politiche, mentre le energie naturali e rinnovabili consentirebbero la vera democrazia perché a disposizione di tutti.
Questa amministrazione attenta alle esigenze dei cittadini, capace di far ripartire Pontinia, che ha inserito nel suo programma elettorale punti qualificanti per una migliore qualità delle vita e per l’uso delle nuove tecnologie per incrementare l’occupazione.
Per questi motivi il comune di Pontinia saprà dare ampio risalto all’opportunità, allegata.
Pontinia 28 marzo 2008 Ecologia e Territorio Giorgio Libralato
Solare termodinamico: in arrivo tariffe incentivanti
Da 0,22 a 0,28 euro in base alla percentuale della frazione solare
di Rossella Calabrese da www.edilportale.com
28/03/2008 - Nella seduta del 26 marzo scorso, la Conferenza Unificata ha dato il via libera al decreto ministeriale che incentiva la produzione di energia elettrica mediante impianti solari termodinamici.
Il decreto, che attua l’art. 7 del Dlgs 387/2003, prevede il riconoscimento per 25 anni di tariffe incentivanti da 0,28 a 0,22 euro per Kilowattora prodotto; la tariffa è differenziata in base alla percentuale della frazione solare:
- per gli impianti in cui la frazione solare sia sopra l’85%, la tariffa incentivante è pari a 0,28 euro;
- per gli impianti in cui la frazione solare sia tra l’85% e il 50%, la tariffa incentivante è pari a 0,25 euro;
- per gli impianti in cui la frazione solare sia sotto il 50%, la tariffa incentivante è pari a 0,22 euro.
Alla tariffa incentivante va aggiunto il prezzo di vendita dell’energia prodotta.
Sono quindi incentivate tutte le produzioni di energia elettrica attribuibili alla fonte solare, ancorché realizzate con impianti ibridi, nei quali il calore prodotto dalla fonte solare integra il calore prodotto da fonti diverse; tuttavia, la tariffa riconosciuta è decrescente al decrescere della produzione imputabile alla fonte solare. Tale soluzione risponde a due esigenze: da un lato tiene conto che un impianto solare termodinamico non ibrido necessita di un generatore di elettricità dedicato, a differenza di quanto accade in un impianto ibrido; dall’altro lato, l’attenzione agli impianti ibridi si giustifica con il fatto che, almeno nel medio termine, questa soluzione tecnologica appare la più promettente, sia nel nostro Paese che all’estero.
L’obiettivo nazionale di potenza nominale da installare è pari a circa 200 Megawatt.
Soggetto incaricato di gestire gli incentivi è il Gestore dei servizi elettrici (GSE), che si occupa anche della gestione degli incentivi alla produzione di elettricità dalle altre fonti rinnovabili, incluso il solare fotovoltaico.
I beneficiari dell’incentivazione sono le persone fisiche e giuridiche responsabili degli impianti, progettati, realizzati ed eserciti in conformità alle disposizioni del decreto.
Gli incentivi sono cumulabili con finanziamenti che rientrano nelle seguenti soglie:
- in conto capitale eccedenti il 10% del costo dell'investimento;
- in conto interessi con capitalizzazione anticipata eccedenti il 25% del costo dell'investimento.
Qualora vi siano finanziamenti che superano queste percentuali, con delibera dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, verranno ridotte le tariffe incentivanti in rapporto al finanziamento ricevuto.
Il provvedimento non ha impatto sul bilancio dello Stato, poiché gli oneri conseguenti vengono caricati sulle tariffe elettriche che trovano nella componente tariffaria A3 già la copertura economica necessaria.
Il decreto fissa stabilisce i requisiti tecnici minimi dei componenti e degli impianti che si intende incentivare:
- è stabilito l’obbligo di utilizzare termoconvettori non inquinati (a meno che gli impianti non siano situati in aree industriali);
- gli impianti devono essere dotati di sistemi di accumulo, per sfruttare una delle specificità di maggior importanza del termodinamico, cioè la possibilità di superare il grande limite delle altre tipologie di produzione di energia rinnovabile, cioè l’intermittenza,;
- la superficie captante deve essere superiore a 2500 mq e, in caso di impianti ibridi nei quali l’apporto non rinnovabile è superiore al 50%, superiore a 25000 mq.
Sono definite le procedure per l’accesso agli incentivi, le relative modalità di erogazione e le procedure autorizzative: come per il fotovoltaico, la richiesta di incentivo va inoltrata a impianto ultimato al GSE, il quale comunica, previa verifica di rispetto delle disposizioni del decreto, la tariffa incentivante riconosciuta.
(riproduzione riservata)
Pontinia, le biomasse e Rai 3
Oggetto: Pontinia, le biomasse e Rai 3
Il contestato progetto della centrale a biomasse approvato dalla Giunta Mochi a Mazzocchio, è stato uno dei motivi della sfiducia allo stesso sindaco ed è stato respinto al mittente nella conferenza dei servizi del 30 agosto 2007 presso l’Amministrazione Provinciale di Latina.
Un progetto carente e superficiale che doveva sicuramente essere esaminato meglio dalla stessa giunta.
Come sappiamo il progetto è stato finanziato con la legge n. 488 per un importo di circa 8 milioni di euro.
Il finanziamento essendo molto datato non sappiamo se ancora viene mantenuto in piedi, privando altre aziende virtuose di importanti risorse, oppure se è stato ritirato.
Né sappiamo se parte di quel contributo sia già stato anticipato ad una Ditta che, in base alla misura della CCIAA, ha un capitale sociale di 15.000 € e che risulta INATTIVA quindi senza dipendenti.
Non era meglio dare un contributo alle ditte che invece risultano attive e produttive?
I posti di lavoro, complessivi dichiarati sono 35 e non 50 o 100.
Comunque i posti di lavoro dell'indotto per questo tipo di attività, potrebbe essere al massimo della metà di quelli fissi, quindi 17 e non 100.
Richiesto, in sede di conferenza di servizi, a quanto ammonterebbe il guadagno ad ettaro per impiantare le essenze utili all'impianto a biomasse, non è stata data risposta.
Facendo quattro conti con quel finanziamento si possono realizzare 10 aziende (nel settore metalmeccanico e per le energie rinnovabili) aventi ognuna un capannone di 1000 mq coperti, lotto di 5 mila mq, con 30/50 posti di lavoro per azienda .
Avremo 300/500 posti di lavoro, tutte di manodopera locale, a servizio di altre realtà territoriale, le aziende sarebbero autosufficienti per produzione di energia, con la parte eccedente che potrebbe essere ceduta ad altre aziende del consorzio industriale.
Calcolando l'introito che queste aziende porterebbero alle casse comunali avremo circa 100 mila euro dall'ICI e circa 50 mila euro dalle imposte sul reddito dei dipendenti, per un totale di circa 150 mila euro l'anno che non è molto distante da quanto promesso come royalty.
Non è chiaro, mi pare dove sarebbe l'interesse pubblico di questo impianto.
Anzi potrebbe essere vero il contrario, lo stesso finanziamento potrebbe essere speso meglio.
Domenica 30 marzo alle ore 21.30 la trasmissione Report di Rai 3 si occuperà, ancora, dei finanziamenti della stessa legge 488/92. La puntatai intitola appunto “a fondo perduto” di Sigfrido Ranucci.
questo si legge all’apposito indirizzo www.report.rai.it
La legge 488 del 1992 ha sostituito la Cassa del Mezzogiorno, nell'intenzione c'era la volontà, destinando contributi a fondo perduto, in parte nazionali e in parte comunitari, di portare le zone più depresse del Paese a livello di quelle più progredite d'Europa.
In oltre 10 anni lo stato ha messo sul piatto circa 80 miliardi di euro a fondo perduto e ha finanziato oltre 41.000 progetti.
Ma i risultati non sono stati quelli sperati, la Calabria per esempio è la regione italiana ad avere il triste primato delle frodi comunitarie. Nel solo 2007, ben il 37% sono avvenute in Calabria.
La 488 era nata con l'idea di sostituire i cosiddetti interventi "a pioggia" attraverso bandi di gara più rigorosi. In effetti i fondi hanno finanziato progetti e imprenditori sani, ma sono finiti anche nelle mani di truffatori e della criminalità organizzata.
E questo perchè la legge per concedere i fondi non chiede altro che il certificato antimafia, che spesso viene aggirato grazie all'uso di prestanome. Nell'inchiesta si dimostra anche che dietro l'erogazione dei fondi pubblici si nasconde spesso una regia fatta da consulenti vicini ai poteri economici e politici.
Questo invece parte del resoconto della conferenza dei servizi che ha bocciato il progetto della centrale a biomasse.
Com'era facilmente prevedibile le mie osservazioni sono state fatte proprie, oltre che dal comune di Pontinia, anche dal settore ecologia dell'amministrazione provinciale di Latina che ha giudicato il progetto incompleto, superficiale e non riferito al contesto territoriale.
Anche se qualcuno che ha poca confidenza con gli aspetti tecnici e molto con la confusione, cercando di buttarla sulla polemica, invece la conferenza dei servizi ha confermato che doveva essere preliminare per verificare il rispetto della modulistica predisposta allo scopo dalla Regione Lazio e dalla qualità dei documenti prodotti più che sulla scelta in sé.
Difatti secondo la dottoressa Valle, responsabile del procedimento il progetto è risultato molto carente, denota notevole superficialità e deve inquadrare il contesto territoriale. Non si possono utilizzare dati tecnici ed analisi riferiti ad altri comuni, oppure dati e sistemi generali riferiti all'intera provincia. Quando i dati mancano gli stessi devono derivare da appositi studi, ricerche, analisi condotte sul territorio e non altrove. Addirittura il bacino idrico è sbagliato si è confuso l'Amaseno con l'Ufente, segnale evidente che chi ha redatto la documentazione non conosce affatto Pontinia e probabilmente non la rispetta nemmeno. La carta di uso del suolo vegetazionale è generica dell'agro pontino, nel progetto non c'è alcuna considerazione o analisi dei siti SIC e ZPS, né dell'interferenza con il progetto proposto. Non c'è l'analisi della qualità dell'aria. Come da me fatto notare non c'è alcun collegamento con il progetto della turbogas né con le altre industrie insalubri di prima classe (come è quello per le biomasse) o a rischio di incidente rilevante che comunque insistono sulla zona. Non c'è quindi alcuna analisi sulla somma degli impianti e degli effetti, sulle aree di rispetto. Secondo la dottoressa Valle è quindi necessario indagare meglio il territorio. Sempre come da me osservato, manca l'analisi geologica e mancano le documentazioni, oltre che le domande che sono escluse dall'AIA relativa alle opere idrauliche e alla risorsa idrica. Poi sono state ricordate in materia geologica il mancato riferimento alle informazioni scientifiche e alla bibliografia, manca la documentazione relativa ai beni archeologici. Mancano gli studi relativi agli effetti dell'emissioni degli scarichi nei 2 corsi d'acqua (il fosso di San Carlo e il fosso adiacente). Manca gli studi sulla portata, lo studio della qualità dell'acqua nei corsi d'acqua e nelle falde, manca lo studio del suolo. Non vi sono gli studi sullo sprofondamento e sulla sub sidenza nonostante siamo in una zona geologica particolare. Manca l'indagine vegetazionale, lo studio sulla messa a dimora del verde e sulla fauna circostante. Il bosco Polverino tutelato non viene assolutamente trattato. Come ho fatto notare la documentazione sulle foto aree è sbagliata. Sempre in base alle mie osservazioni la descrizione sull'approvvigionamento delle biomasse è stato ritenuto insufficiente e generico. Inoltre manca lo studio e la proposta della riduzione di CO2 con azioni virtuose che la Pontinia Rinnovabili ha completamente trascurato. Altre osservazioni sugli schemi delle materie prime, sui flussi di entrata ed uscita, sul programma di emergenza, sulle emissioni per durata e frequenza. Addirittura comica sulle altre autorizzazioni: come da me rilevato sono riferite sono riferite ad un altro progetto, sito, impianto e società..... La giustificazione della Pontinia Rinnovabili? Dalle altre parti gli va bene così....
Il carico finale di affossamento del progetto l'ha espresso il Sindaco Tombolillo che parlato anche per conto delle amministrazioni di Priverno e Sonnino: Questi tipi di impianti qui non li vogliamo. Preghiamo la Ditta proponente di prenderne atto, chiediamo il rispetto del desiderio e della volontà delle comunità locali. In relazione alle conoscenze aggiornate sulle dinamiche territoriali, agricole, economiche ed ambientali abbiamo riconsiderato i pareri espressi.
La dottoressa Valle in apertura di seduta ha letto la nota dell'assessorato della Regione Lazio appena giunto che comunica che la VIA per l'impianto non è stata proposta dalla ditta proponente e quindi va riformulata.
In base alla comunicazione della Regione era opportuno riconsiderare il progetto.
Tra l'altro l'amministrazione provinciale aveva chiesto alla ditta Pontinia Rinnovabili,dopo la presentazione delle osservazioni, in data 25/7/7 per la quale non ha ancora avuto risposta, che essendo modificata nel contempo la normativa, qualsiasi procedura non aveva senso senza la VIA.
La Pontinia Rinnovabili ha informato che provvederà a riformulare il progetto e la documentazione in quanto toglierà dal progetto il combustibile derivante dai rifiuti, in questo modo non c'è bisogno di VIA.
Secondo la dottoressa Valle probabilmente, a questo punto, la procedura ripartirà ex novo e l'attuale progetto sarà accantonato.
La dottoressa Valle ha infini ricordato che comunque il parere del comune se contrario è vincolante.
Pontinia 28 marzo 2008 Ecologia e Territorio Giorgio Libralato
Il contestato progetto della centrale a biomasse approvato dalla Giunta Mochi a Mazzocchio, è stato uno dei motivi della sfiducia allo stesso sindaco ed è stato respinto al mittente nella conferenza dei servizi del 30 agosto 2007 presso l’Amministrazione Provinciale di Latina.
Un progetto carente e superficiale che doveva sicuramente essere esaminato meglio dalla stessa giunta.
Come sappiamo il progetto è stato finanziato con la legge n. 488 per un importo di circa 8 milioni di euro.
Il finanziamento essendo molto datato non sappiamo se ancora viene mantenuto in piedi, privando altre aziende virtuose di importanti risorse, oppure se è stato ritirato.
Né sappiamo se parte di quel contributo sia già stato anticipato ad una Ditta che, in base alla misura della CCIAA, ha un capitale sociale di 15.000 € e che risulta INATTIVA quindi senza dipendenti.
Non era meglio dare un contributo alle ditte che invece risultano attive e produttive?
I posti di lavoro, complessivi dichiarati sono 35 e non 50 o 100.
Comunque i posti di lavoro dell'indotto per questo tipo di attività, potrebbe essere al massimo della metà di quelli fissi, quindi 17 e non 100.
Richiesto, in sede di conferenza di servizi, a quanto ammonterebbe il guadagno ad ettaro per impiantare le essenze utili all'impianto a biomasse, non è stata data risposta.
Facendo quattro conti con quel finanziamento si possono realizzare 10 aziende (nel settore metalmeccanico e per le energie rinnovabili) aventi ognuna un capannone di 1000 mq coperti, lotto di 5 mila mq, con 30/50 posti di lavoro per azienda .
Avremo 300/500 posti di lavoro, tutte di manodopera locale, a servizio di altre realtà territoriale, le aziende sarebbero autosufficienti per produzione di energia, con la parte eccedente che potrebbe essere ceduta ad altre aziende del consorzio industriale.
Calcolando l'introito che queste aziende porterebbero alle casse comunali avremo circa 100 mila euro dall'ICI e circa 50 mila euro dalle imposte sul reddito dei dipendenti, per un totale di circa 150 mila euro l'anno che non è molto distante da quanto promesso come royalty.
Non è chiaro, mi pare dove sarebbe l'interesse pubblico di questo impianto.
Anzi potrebbe essere vero il contrario, lo stesso finanziamento potrebbe essere speso meglio.
Domenica 30 marzo alle ore 21.30 la trasmissione Report di Rai 3 si occuperà, ancora, dei finanziamenti della stessa legge 488/92. La puntatai intitola appunto “a fondo perduto” di Sigfrido Ranucci.
questo si legge all’apposito indirizzo www.report.rai.it
La legge 488 del 1992 ha sostituito la Cassa del Mezzogiorno, nell'intenzione c'era la volontà, destinando contributi a fondo perduto, in parte nazionali e in parte comunitari, di portare le zone più depresse del Paese a livello di quelle più progredite d'Europa.
In oltre 10 anni lo stato ha messo sul piatto circa 80 miliardi di euro a fondo perduto e ha finanziato oltre 41.000 progetti.
Ma i risultati non sono stati quelli sperati, la Calabria per esempio è la regione italiana ad avere il triste primato delle frodi comunitarie. Nel solo 2007, ben il 37% sono avvenute in Calabria.
La 488 era nata con l'idea di sostituire i cosiddetti interventi "a pioggia" attraverso bandi di gara più rigorosi. In effetti i fondi hanno finanziato progetti e imprenditori sani, ma sono finiti anche nelle mani di truffatori e della criminalità organizzata.
E questo perchè la legge per concedere i fondi non chiede altro che il certificato antimafia, che spesso viene aggirato grazie all'uso di prestanome. Nell'inchiesta si dimostra anche che dietro l'erogazione dei fondi pubblici si nasconde spesso una regia fatta da consulenti vicini ai poteri economici e politici.
Questo invece parte del resoconto della conferenza dei servizi che ha bocciato il progetto della centrale a biomasse.
Com'era facilmente prevedibile le mie osservazioni sono state fatte proprie, oltre che dal comune di Pontinia, anche dal settore ecologia dell'amministrazione provinciale di Latina che ha giudicato il progetto incompleto, superficiale e non riferito al contesto territoriale.
Anche se qualcuno che ha poca confidenza con gli aspetti tecnici e molto con la confusione, cercando di buttarla sulla polemica, invece la conferenza dei servizi ha confermato che doveva essere preliminare per verificare il rispetto della modulistica predisposta allo scopo dalla Regione Lazio e dalla qualità dei documenti prodotti più che sulla scelta in sé.
Difatti secondo la dottoressa Valle, responsabile del procedimento il progetto è risultato molto carente, denota notevole superficialità e deve inquadrare il contesto territoriale. Non si possono utilizzare dati tecnici ed analisi riferiti ad altri comuni, oppure dati e sistemi generali riferiti all'intera provincia. Quando i dati mancano gli stessi devono derivare da appositi studi, ricerche, analisi condotte sul territorio e non altrove. Addirittura il bacino idrico è sbagliato si è confuso l'Amaseno con l'Ufente, segnale evidente che chi ha redatto la documentazione non conosce affatto Pontinia e probabilmente non la rispetta nemmeno. La carta di uso del suolo vegetazionale è generica dell'agro pontino, nel progetto non c'è alcuna considerazione o analisi dei siti SIC e ZPS, né dell'interferenza con il progetto proposto. Non c'è l'analisi della qualità dell'aria. Come da me fatto notare non c'è alcun collegamento con il progetto della turbogas né con le altre industrie insalubri di prima classe (come è quello per le biomasse) o a rischio di incidente rilevante che comunque insistono sulla zona. Non c'è quindi alcuna analisi sulla somma degli impianti e degli effetti, sulle aree di rispetto. Secondo la dottoressa Valle è quindi necessario indagare meglio il territorio. Sempre come da me osservato, manca l'analisi geologica e mancano le documentazioni, oltre che le domande che sono escluse dall'AIA relativa alle opere idrauliche e alla risorsa idrica. Poi sono state ricordate in materia geologica il mancato riferimento alle informazioni scientifiche e alla bibliografia, manca la documentazione relativa ai beni archeologici. Mancano gli studi relativi agli effetti dell'emissioni degli scarichi nei 2 corsi d'acqua (il fosso di San Carlo e il fosso adiacente). Manca gli studi sulla portata, lo studio della qualità dell'acqua nei corsi d'acqua e nelle falde, manca lo studio del suolo. Non vi sono gli studi sullo sprofondamento e sulla sub sidenza nonostante siamo in una zona geologica particolare. Manca l'indagine vegetazionale, lo studio sulla messa a dimora del verde e sulla fauna circostante. Il bosco Polverino tutelato non viene assolutamente trattato. Come ho fatto notare la documentazione sulle foto aree è sbagliata. Sempre in base alle mie osservazioni la descrizione sull'approvvigionamento delle biomasse è stato ritenuto insufficiente e generico. Inoltre manca lo studio e la proposta della riduzione di CO2 con azioni virtuose che la Pontinia Rinnovabili ha completamente trascurato. Altre osservazioni sugli schemi delle materie prime, sui flussi di entrata ed uscita, sul programma di emergenza, sulle emissioni per durata e frequenza. Addirittura comica sulle altre autorizzazioni: come da me rilevato sono riferite sono riferite ad un altro progetto, sito, impianto e società..... La giustificazione della Pontinia Rinnovabili? Dalle altre parti gli va bene così....
Il carico finale di affossamento del progetto l'ha espresso il Sindaco Tombolillo che parlato anche per conto delle amministrazioni di Priverno e Sonnino: Questi tipi di impianti qui non li vogliamo. Preghiamo la Ditta proponente di prenderne atto, chiediamo il rispetto del desiderio e della volontà delle comunità locali. In relazione alle conoscenze aggiornate sulle dinamiche territoriali, agricole, economiche ed ambientali abbiamo riconsiderato i pareri espressi.
La dottoressa Valle in apertura di seduta ha letto la nota dell'assessorato della Regione Lazio appena giunto che comunica che la VIA per l'impianto non è stata proposta dalla ditta proponente e quindi va riformulata.
In base alla comunicazione della Regione era opportuno riconsiderare il progetto.
Tra l'altro l'amministrazione provinciale aveva chiesto alla ditta Pontinia Rinnovabili,dopo la presentazione delle osservazioni, in data 25/7/7 per la quale non ha ancora avuto risposta, che essendo modificata nel contempo la normativa, qualsiasi procedura non aveva senso senza la VIA.
La Pontinia Rinnovabili ha informato che provvederà a riformulare il progetto e la documentazione in quanto toglierà dal progetto il combustibile derivante dai rifiuti, in questo modo non c'è bisogno di VIA.
Secondo la dottoressa Valle probabilmente, a questo punto, la procedura ripartirà ex novo e l'attuale progetto sarà accantonato.
La dottoressa Valle ha infini ricordato che comunque il parere del comune se contrario è vincolante.
Pontinia 28 marzo 2008 Ecologia e Territorio Giorgio Libralato
giovedì 27 marzo 2008
spegniamo le luci a Pontinia
Contro le inutili e dannose centrali a turbogas e a biomasse, contro l'inquinamento atmosferico, per la diminuzione delle emissioni, per contribuire ad un futuro migliore, anche a Pontinia spegniamo sabato le luci per un'ora.
Ecologia e Territorio invita tutti i Cittadini ad aderire l'iniziativa che quest'anno coinvolge oltre a 25 capitali nel mondo anche tante città e paesi meno noti, ma sopratutto unisce idealmente tutti coloro che vogliono e chiedono un mondo migliore.
E' solo un primo passo simbolico.
Pontinia 27 marzo 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
www.wwf.it
Earth hour: luci spente per un'ora sabato 29 marzo
Forum Stampa Invia ad un amico
26/3/2008 - Si spengono le luci di 25 capitali nel mondo. Anche Roma aderisce alla campagna WWF "Earth hour" e spegne le luci del Colosseo
Mancano pochi giorni all’appuntamento lanciato dal WWF a livello mondiale e quest’anno alle 24 grandi città che avevano già dato la loro adesione si aggiunge anche Roma, che sceglie simbolicamente di spegnere le luci del Colosseo e invita i cittadini a compiere un’azione virtuosa nel segno del risparmio energetico, dalle 20 alle 21 (ora locale) del 29 marzo, per tagliare le proprie emissioni di gas serra, contribuendo concretamente alla lotta ai cambiamenti climatici in atto.
L’Earth Hour, partita da Sydney nel 2007 con il coinvolgimento dei suoi 2,2 milioni di abitanti, quest’anno è letteralmente esplosa e arriva a decine di milioni di persone in tutto il mondo. L’idea è quella di coinvolgere nello stesso giorno dell’anno e per un’ora quante più persone possibili ai capi opposti del mondo, unite in un simbolico ed eloquente messaggio: tagliare le emissioni inquinanti e agire per fermare i cambiamenti climatici. Flora e fauna in fuga verso l'alto a causa del riscaldamento globale >
“Siamo felici che Roma abbia aderito alla nostra campagna - ha commentato Michele Candotti, Direttore generale del WWF Italia – Anche l’Italia, sarà dunque presente a questo importante appuntamento e uno dei nostri monumenti più rappresentativi si spegnerà insieme all’Opera House di Sydney, al Golden Gate Bridge di S. Francisco, al più alto edificio dell’America del nord la Sears Tower di Chicago e molti altri. Compiere un gesto simbolico ma anche concreto di lotta ai cambiamenti climatici insieme ad altri milioni di persone sparse per il mondo, dà il senso della globalità e della portata del problema e lancia un segnale ai governi di inequivocabile chiarezza e potenza: i cambiamenti climatici sono qui e ora, passare all’azione è diventata una priorità assoluta”.
Per saperne di più su Earth hour, sabato 29 marzo >
La campagna WWF contro i cambiamenti climatici: GenerAzione clima >
Ascolta l'audio di Michele Candotti >
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DIARIO ESTIVO DEL CLIMA CHE CAMBIA
In vista della Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici che si terrà a Roma il 12-13 settembre 2007), il WWF Italia lancia anche in Italia la Campagna Testimoni del clima. In collaborazione con www.repubblica.it invita gli italiani a spedire il proprio Diario estivo del clima che cambia per raccontare anomalie, cambiamenti che a colpo d’occhio si possono osservare anche dai luoghi di vacanza e che possono essere ricondotti all’aumento di temperatura: fiumi in secca, comparsa di specie mai viste, colture in difficoltà, carenza di acqua. Le testimonianze verranno pubblicate anche sul sito della Conferenza nazionale.
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Ai sensi del D.Lgs. 196/03 -"Codice in Materia di Protezione dei Dati Personali"- con la partecipazione alla nostra iniziativa, autorizza il WWF al trattamento dei dati da Lei forniti. La informiamo, inoltre, che il trattamento dei suoi dati personali sara' improntato ai principi di correttezza, liceita' e trasparenza, tutelando la sua riservatezza e i suoi diritti. I suoi dati personali verranno trattati elettronicamente, esclusivamente per finalita' associative e per informarla su di esse, non saranno comunicati ad altri soggetti. Potrà inoltre ottenere, senza ritardo e gratuitamente, scrivendo al nostro Responsabile al trattamento dei dati personali (email: responsabile-dati@wwf.it ) presso Associazione Italiana per il WWF, Via Po 25c - 00198 ROMA, la conferma dei dati che la riguardano, nonche' la loro origine e la logica con cui sono trattati, la cancellazione, la trasformazione o il blocco dei dati, l'aggiornamento, la correzione o l'integrazione degli stessi.
Ecologia e Territorio invita tutti i Cittadini ad aderire l'iniziativa che quest'anno coinvolge oltre a 25 capitali nel mondo anche tante città e paesi meno noti, ma sopratutto unisce idealmente tutti coloro che vogliono e chiedono un mondo migliore.
E' solo un primo passo simbolico.
Pontinia 27 marzo 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
www.wwf.it
Earth hour: luci spente per un'ora sabato 29 marzo
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26/3/2008 - Si spengono le luci di 25 capitali nel mondo. Anche Roma aderisce alla campagna WWF "Earth hour" e spegne le luci del Colosseo
Mancano pochi giorni all’appuntamento lanciato dal WWF a livello mondiale e quest’anno alle 24 grandi città che avevano già dato la loro adesione si aggiunge anche Roma, che sceglie simbolicamente di spegnere le luci del Colosseo e invita i cittadini a compiere un’azione virtuosa nel segno del risparmio energetico, dalle 20 alle 21 (ora locale) del 29 marzo, per tagliare le proprie emissioni di gas serra, contribuendo concretamente alla lotta ai cambiamenti climatici in atto.
L’Earth Hour, partita da Sydney nel 2007 con il coinvolgimento dei suoi 2,2 milioni di abitanti, quest’anno è letteralmente esplosa e arriva a decine di milioni di persone in tutto il mondo. L’idea è quella di coinvolgere nello stesso giorno dell’anno e per un’ora quante più persone possibili ai capi opposti del mondo, unite in un simbolico ed eloquente messaggio: tagliare le emissioni inquinanti e agire per fermare i cambiamenti climatici. Flora e fauna in fuga verso l'alto a causa del riscaldamento globale >
“Siamo felici che Roma abbia aderito alla nostra campagna - ha commentato Michele Candotti, Direttore generale del WWF Italia – Anche l’Italia, sarà dunque presente a questo importante appuntamento e uno dei nostri monumenti più rappresentativi si spegnerà insieme all’Opera House di Sydney, al Golden Gate Bridge di S. Francisco, al più alto edificio dell’America del nord la Sears Tower di Chicago e molti altri. Compiere un gesto simbolico ma anche concreto di lotta ai cambiamenti climatici insieme ad altri milioni di persone sparse per il mondo, dà il senso della globalità e della portata del problema e lancia un segnale ai governi di inequivocabile chiarezza e potenza: i cambiamenti climatici sono qui e ora, passare all’azione è diventata una priorità assoluta”.
Per saperne di più su Earth hour, sabato 29 marzo >
La campagna WWF contro i cambiamenti climatici: GenerAzione clima >
Ascolta l'audio di Michele Candotti >
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DIARIO ESTIVO DEL CLIMA CHE CAMBIA
In vista della Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici che si terrà a Roma il 12-13 settembre 2007), il WWF Italia lancia anche in Italia la Campagna Testimoni del clima. In collaborazione con www.repubblica.it invita gli italiani a spedire il proprio Diario estivo del clima che cambia per raccontare anomalie, cambiamenti che a colpo d’occhio si possono osservare anche dai luoghi di vacanza e che possono essere ricondotti all’aumento di temperatura: fiumi in secca, comparsa di specie mai viste, colture in difficoltà, carenza di acqua. Le testimonianze verranno pubblicate anche sul sito della Conferenza nazionale.
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anche i bambini insegnano ai politici
La classe dei politici italiani è talmente elevata che anche i bambini
la superano e le danno il buon esempio.
Se siamo arrivati al punto che
prendono carta e penna e scrivono a chi ne dovrebbe salvaguardare la
salute, l'ambiente, la qualità della vita, garantendone un futuro, uno
qualsiasi allora c'è ancora una speranza.
Allora non è obbligatorio
morire di cancro per avvelenamento dell'ambiente, delle falde, delle
acque.
Allora anche la diossina e le PM 10, le nanoparticelle degli
inceneritori inutili e dannosi e delle centrali a turbogas altrettanto
inutili e dannosi possono essere sconfitti da questa esigenza e
speranza che non tutto è perduto.
Può essere anche attuata la raccolta
differenziata e può essere utilizzata l'energia naturale e rinnovabile.
Come ci hanno insegnato quei Paesi, quei Comuni, quelle comunità,
quegli stati che, evidentemente hanno a cuore il futuro e quindi la
vita dei propri figli e bambini.
Se i programmi elettorali li avessero
scritti i bambini.....
Pontinia 27 marzo 2008 Ecologia e Territorio
Giorgio Libralato
AMBIENTE: 2000 LETTERE BIMBI TARANTO A VENDOLA, QUI
SI MUORE
(ANSA) - BARI - ''Caro presidente, noi bambini siamo molto
preoccupati per la nostra salute. Qui tanti bambini muoiono a causa
dell'inquinamento. Faccia qualcosa'': quella di Francesca, seconda
elementare della scuola XXV Luglio di Taranto, e' una delle circa 2000
lettere che oggi un gruppo di bambini appartenenti all''Associazione di
volontariato contro l'inquinamento di Taranto' ha consegnato oggi al
presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, per chiedere piu'
attenzione da parte dei politici alle tematiche ambientali. Vendola,
intrattenendosi a lungo a parlare con i bambini, spiegando che
fabbriche grandi come l'Ilva, devono diventare quanto piu' possibile
''ecologiche'', ha annunciato che le lettere saranno raccolte in un
libro che verra' pubblicato dalla Regione. E proprio la Regione - ha
spiegato - ''e' impegnata, cosa mai fatta in passato'' in controlli
costanti dell'aria e del territorio tarantino, e in incontri per
giungere ad accordi con il governo per la bonifica del terreno, e in
confronti con l'Ilva per intese finalizzate a ridurre l'inquinamento
prodotto (la diossina emessa oggi e' di 4,9 nanogrammi su un metro
cubo, e la Regione vuole giungere ad un abbassamento di 1 nanogrammo).
''Vogliamo trasformare - ha detto Vendola - i luoghi che ora sono
simboli della morte in simboli della vita'', e tutto questo - ha
aggiunto - deve accadere soprattutto a Brindisi e a Taranto che sono
due citta' tra le piu' inquinate d'Europa. Quindi una promessa ai
bambini e un impegno preciso: ''il 21 marzo del prossimo anno, il primo
giorno di primavera, o brindero' con voi perche' abbiamo raggiunto
obiettivi significativi o saro' con voi a fare barricate''. Il
presidente dell'Associazione di volontariato, un medico pediatra, Pino
Merico, accompagnato da genitori, nel corso dell'incontro ha
sottolineato: ''La politica deve guardare negli occhi i bambini di
Taranto''. Sabato prossimo l'Associazione di volontariato bambini
contro l'inquinamento terra' a Taranto una manifestazione. Lo slogan
scelto e': ''Una sfida da vincere, una citta' da salvare''. (ANSA).
26/03/2008 14:34
© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati
la superano e le danno il buon esempio.
Se siamo arrivati al punto che
prendono carta e penna e scrivono a chi ne dovrebbe salvaguardare la
salute, l'ambiente, la qualità della vita, garantendone un futuro, uno
qualsiasi allora c'è ancora una speranza.
Allora non è obbligatorio
morire di cancro per avvelenamento dell'ambiente, delle falde, delle
acque.
Allora anche la diossina e le PM 10, le nanoparticelle degli
inceneritori inutili e dannosi e delle centrali a turbogas altrettanto
inutili e dannosi possono essere sconfitti da questa esigenza e
speranza che non tutto è perduto.
Può essere anche attuata la raccolta
differenziata e può essere utilizzata l'energia naturale e rinnovabile.
Come ci hanno insegnato quei Paesi, quei Comuni, quelle comunità,
quegli stati che, evidentemente hanno a cuore il futuro e quindi la
vita dei propri figli e bambini.
Se i programmi elettorali li avessero
scritti i bambini.....
Pontinia 27 marzo 2008 Ecologia e Territorio
Giorgio Libralato
AMBIENTE: 2000 LETTERE BIMBI TARANTO A VENDOLA, QUI
SI MUORE
(ANSA) - BARI - ''Caro presidente, noi bambini siamo molto
preoccupati per la nostra salute. Qui tanti bambini muoiono a causa
dell'inquinamento. Faccia qualcosa'': quella di Francesca, seconda
elementare della scuola XXV Luglio di Taranto, e' una delle circa 2000
lettere che oggi un gruppo di bambini appartenenti all''Associazione di
volontariato contro l'inquinamento di Taranto' ha consegnato oggi al
presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, per chiedere piu'
attenzione da parte dei politici alle tematiche ambientali. Vendola,
intrattenendosi a lungo a parlare con i bambini, spiegando che
fabbriche grandi come l'Ilva, devono diventare quanto piu' possibile
''ecologiche'', ha annunciato che le lettere saranno raccolte in un
libro che verra' pubblicato dalla Regione. E proprio la Regione - ha
spiegato - ''e' impegnata, cosa mai fatta in passato'' in controlli
costanti dell'aria e del territorio tarantino, e in incontri per
giungere ad accordi con il governo per la bonifica del terreno, e in
confronti con l'Ilva per intese finalizzate a ridurre l'inquinamento
prodotto (la diossina emessa oggi e' di 4,9 nanogrammi su un metro
cubo, e la Regione vuole giungere ad un abbassamento di 1 nanogrammo).
''Vogliamo trasformare - ha detto Vendola - i luoghi che ora sono
simboli della morte in simboli della vita'', e tutto questo - ha
aggiunto - deve accadere soprattutto a Brindisi e a Taranto che sono
due citta' tra le piu' inquinate d'Europa. Quindi una promessa ai
bambini e un impegno preciso: ''il 21 marzo del prossimo anno, il primo
giorno di primavera, o brindero' con voi perche' abbiamo raggiunto
obiettivi significativi o saro' con voi a fare barricate''. Il
presidente dell'Associazione di volontariato, un medico pediatra, Pino
Merico, accompagnato da genitori, nel corso dell'incontro ha
sottolineato: ''La politica deve guardare negli occhi i bambini di
Taranto''. Sabato prossimo l'Associazione di volontariato bambini
contro l'inquinamento terra' a Taranto una manifestazione. Lo slogan
scelto e': ''Una sfida da vincere, una citta' da salvare''. (ANSA).
26/03/2008 14:34
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Impianti negli edifici: in vigore da oggi il nuovo Regolamento
Impianti negli edifici: in vigore da oggi il nuovo Regolamento
Obbligatorio allegare agli atti di vendita degli immobili usati la dichiarazione di conformità degli impianti
di Rossella Calabrese
da www.edilportale.com
27/03/2008 - Entra in vigore oggi il DM n. 37 del 22 gennaio 2008, che riordina la normativa sulla sicurezza degli impianti negli edifici.
Le novità
Una delle novità riguarda i contratti di compravendita di immobili usati, che dovranno riportare la garanzia del venditore in ordine alla conformità degli impianti alla vigente normativa in materia di sicurezza e contenere, in allegato, la “dichiarazione di conformità” oppure, nel caso in cui essa non sia stata prodotta o non sia più reperibile, la “dichiarazione di rispondenza” resa da un professionista iscritto all'albo per le specifiche competenze tecniche richieste, e che abbia esercitato, per almeno cinque anni, la professione nel settore impiantistico.
Tuttavia, la vendita o la locazione potrà essere effettuata anche senza la dichiarazione, ricorrendo ad una deroga esplicita: il venditore dovrà informare l’acquirente circa lo stato di non conformità degli impianti. L’assenza della dichiarazione di conformità e della clausola contrattuale può comportare, per il venditore, una multa fino a 10mila euro.
Per gli immobili nuovi non cambia nulla in quanto il rilascio del certificato di agibilità, da parte delle autorità competenti, è subordinato all’acquisizione della dichiarazione di conformità e del certificato di collaudo degli impianti installati, ove previsto dalle norme vigenti.
I contenuti
Il provvedimento si applica agli impianti elettrici, di protezione contro le scariche atmosferiche, di automazione di porte, cancelli e barriere, radiotelevisivi, elettronici, di riscaldamento, climatizzazione, condizionamento e refrigerazione, idrici, sanitari, impianti del gas, ascensori, montacarichi, scale mobili, impianti antincendio. Le norme riguardano gli impianti posti al servizio di tutti gli edifici, indipendentemente dalla loro destinazione d’uso.
Possono svolgere le attività relative agli impianti le imprese iscritte nel registro delle imprese o nell'Albo provinciale delle imprese artigiane, a condizione che il titolare o il responsabile tecnico sia in possesso dei requisiti tecnico-professionali richiesti per i lavori da realizzare.
La progettazione degli impianti può essere effettuata da un professionista iscritto negli albi professionali secondo la specifica competenza tecnica richiesta; solo per ascensori, montacarichi e scale mobili il progetto può essere redatto dal responsabile tecnico dell'impresa installatrice.
L’installazione, la trasformazione e l’ampliamento degli impianti (esclusi ascensori, montacarichi e scale mobili) richiedono la redazione di un progetto da parte di un professionista iscritto negli albi professionali secondo la specifica competenza tecnica richiesta. I progetti vanno elaborati secondo la regola dell'arte, cioè in conformità alla vigente normativa e alle indicazioni delle guide e alle norme dell'UNI, del CEI o di altri Enti di normalizzazione, e devono contenere almeno gli schemi dell'impianto e i disegni planimetrici nonchè una relazione tecnica sulla consistenza e sulla tipologia dell’intervento. Anche la realizzazione deve essere eseguita secondo la regola dell'arte.
Al termine dei lavori, l'impresa installatrice rilascia al committente la dichiarazione di conformità degli impianti, che comprende la relazione contenente la tipologia dei materiali impiegati e il progetto.
Ricordiamo infine che da oggi sono abrogati il regolamento di cui al Dpr 447/1991, gli articoli da 107 a 121 del Testo Unico dell’Edilizia (mai entrati in vigore), e la legge 46/1990, ad eccezione degli articoli 8, 14 e 16, le cui sanzioni si raddoppiano per le violazioni degli obblighi previsti dallo stesso regolamento (leggi tutto).
(riproduzione riservata)
Obbligatorio allegare agli atti di vendita degli immobili usati la dichiarazione di conformità degli impianti
di Rossella Calabrese
da www.edilportale.com
27/03/2008 - Entra in vigore oggi il DM n. 37 del 22 gennaio 2008, che riordina la normativa sulla sicurezza degli impianti negli edifici.
Le novità
Una delle novità riguarda i contratti di compravendita di immobili usati, che dovranno riportare la garanzia del venditore in ordine alla conformità degli impianti alla vigente normativa in materia di sicurezza e contenere, in allegato, la “dichiarazione di conformità” oppure, nel caso in cui essa non sia stata prodotta o non sia più reperibile, la “dichiarazione di rispondenza” resa da un professionista iscritto all'albo per le specifiche competenze tecniche richieste, e che abbia esercitato, per almeno cinque anni, la professione nel settore impiantistico.
Tuttavia, la vendita o la locazione potrà essere effettuata anche senza la dichiarazione, ricorrendo ad una deroga esplicita: il venditore dovrà informare l’acquirente circa lo stato di non conformità degli impianti. L’assenza della dichiarazione di conformità e della clausola contrattuale può comportare, per il venditore, una multa fino a 10mila euro.
Per gli immobili nuovi non cambia nulla in quanto il rilascio del certificato di agibilità, da parte delle autorità competenti, è subordinato all’acquisizione della dichiarazione di conformità e del certificato di collaudo degli impianti installati, ove previsto dalle norme vigenti.
I contenuti
Il provvedimento si applica agli impianti elettrici, di protezione contro le scariche atmosferiche, di automazione di porte, cancelli e barriere, radiotelevisivi, elettronici, di riscaldamento, climatizzazione, condizionamento e refrigerazione, idrici, sanitari, impianti del gas, ascensori, montacarichi, scale mobili, impianti antincendio. Le norme riguardano gli impianti posti al servizio di tutti gli edifici, indipendentemente dalla loro destinazione d’uso.
Possono svolgere le attività relative agli impianti le imprese iscritte nel registro delle imprese o nell'Albo provinciale delle imprese artigiane, a condizione che il titolare o il responsabile tecnico sia in possesso dei requisiti tecnico-professionali richiesti per i lavori da realizzare.
La progettazione degli impianti può essere effettuata da un professionista iscritto negli albi professionali secondo la specifica competenza tecnica richiesta; solo per ascensori, montacarichi e scale mobili il progetto può essere redatto dal responsabile tecnico dell'impresa installatrice.
L’installazione, la trasformazione e l’ampliamento degli impianti (esclusi ascensori, montacarichi e scale mobili) richiedono la redazione di un progetto da parte di un professionista iscritto negli albi professionali secondo la specifica competenza tecnica richiesta. I progetti vanno elaborati secondo la regola dell'arte, cioè in conformità alla vigente normativa e alle indicazioni delle guide e alle norme dell'UNI, del CEI o di altri Enti di normalizzazione, e devono contenere almeno gli schemi dell'impianto e i disegni planimetrici nonchè una relazione tecnica sulla consistenza e sulla tipologia dell’intervento. Anche la realizzazione deve essere eseguita secondo la regola dell'arte.
Al termine dei lavori, l'impresa installatrice rilascia al committente la dichiarazione di conformità degli impianti, che comprende la relazione contenente la tipologia dei materiali impiegati e il progetto.
Ricordiamo infine che da oggi sono abrogati il regolamento di cui al Dpr 447/1991, gli articoli da 107 a 121 del Testo Unico dell’Edilizia (mai entrati in vigore), e la legge 46/1990, ad eccezione degli articoli 8, 14 e 16, le cui sanzioni si raddoppiano per le violazioni degli obblighi previsti dallo stesso regolamento (leggi tutto).
(riproduzione riservata)
mercoledì 26 marzo 2008
stop agli aumenti ingiustificati degli alimentari
il 29 prossimo si svolgerà a Roma (Piazza Risorgimento - ore 9/13) una iniziativa nazionale della Sinistra-Arcobaleno dedicata al problema dei prezzi degli alimentari, della filiera corta e della vendita diretta, alla quale parteciperanno fra gli altri Loredana De Petris e Alfonso Pecoraro Scanio; è previsto sul posto un mercato dei produttori in vendita diretta.
PREZZI
Quasi un milione e 400 mila nuclei familiari nel nostro Paese ha difficoltà ad acquistare i beni di consumo indispensabili, mentre il livello dei prezzi, in particolare dei prodotti alimentari, sta crescendo ad un ritmo ben più elevato rispetto ai redditi reali. I prezzi degli ortaggi e della frutta si moltiplicano ad esempio fino a 10 volte nel passaggio dai campi alla tavola, con rincari spesso
speculativi ed ingiustificati a danno dei consumatori e dei produttori agricoli.
UNA POLITICA PER IL CONTENIMENTO DEI PREZZI DEI BENI DI PRIMA NECESSITà è POSSIBILE E NECESSARIA:
superare il criterio dell’inflazione programmata •
nel rinnovo dei contratti di lavoro ed introdurre la copertura dei redditi dall’inflazione ‘quotidiana’, quella provocata dall’andamento dei beni di prima
necessità;
potenziare il ruolo di
• controllo ed intervento pubblico sui prezzi più sensibili;
incentivare la vendita diretta dei prodotti • agroalimentari, istituendo in tutte le città un mercato degli agricoltori;
introdurre agevolazioni per i • Gruppi di Acquisto costituiti dai cittadini;
introdurre l’obbligo per gli alimentari di esporre il •doppio prezzo, quello di origine e quello finale;
promuovere in ogni Comune la costituzione di un •“paniere” di beni di prima necessità” offerto prezzi concordati, con agevolazioni per le famiglie più disagiate;
dare piena attuazione alla possibilità di azione •collettiva dei consumatori per il risarcimento contro lo strapotere delle grandi aziende, come previsto dall’ultima Legge finanziaria.
PREZZI
Quasi un milione e 400 mila nuclei familiari nel nostro Paese ha difficoltà ad acquistare i beni di consumo indispensabili, mentre il livello dei prezzi, in particolare dei prodotti alimentari, sta crescendo ad un ritmo ben più elevato rispetto ai redditi reali. I prezzi degli ortaggi e della frutta si moltiplicano ad esempio fino a 10 volte nel passaggio dai campi alla tavola, con rincari spesso
speculativi ed ingiustificati a danno dei consumatori e dei produttori agricoli.
UNA POLITICA PER IL CONTENIMENTO DEI PREZZI DEI BENI DI PRIMA NECESSITà è POSSIBILE E NECESSARIA:
superare il criterio dell’inflazione programmata •
nel rinnovo dei contratti di lavoro ed introdurre la copertura dei redditi dall’inflazione ‘quotidiana’, quella provocata dall’andamento dei beni di prima
necessità;
potenziare il ruolo di
• controllo ed intervento pubblico sui prezzi più sensibili;
incentivare la vendita diretta dei prodotti • agroalimentari, istituendo in tutte le città un mercato degli agricoltori;
introdurre agevolazioni per i • Gruppi di Acquisto costituiti dai cittadini;
introdurre l’obbligo per gli alimentari di esporre il •doppio prezzo, quello di origine e quello finale;
promuovere in ogni Comune la costituzione di un •“paniere” di beni di prima necessità” offerto prezzi concordati, con agevolazioni per le famiglie più disagiate;
dare piena attuazione alla possibilità di azione •collettiva dei consumatori per il risarcimento contro lo strapotere delle grandi aziende, come previsto dall’ultima Legge finanziaria.
turbogas, solidarietà ad Aprilia, forte preoccupazione per Pontinia
Oggetto: turbogas, solidarietà ad Aprilia, forte preoccupazione per Pontinia
Dopo la decisione del consiglio dei ministri della scorsa settimana che ha confermato l’autorizzazione integrata ambientale (AIA) per la costruzione della centrale a turbogas di Aprilia, oltre allo sconcerto per la decisione contraria al parere del TAR aumenta la preoccupazione.
Si esprime solidarietà a tutte quelle forze sociali (ALT, Col diretti, CIA) e ai Cittadini, ai quali si sono aggiunti le forze politiche, l’amministrazione comunale di Aprilia, con la solidarietà di 14 comuni delle province di Roma e Latina, che si sono opposte fin dall’inizio al progetto.
Tale progetto rischi di compromettere in maniera definitiva la salute e l’ambiente, ma anche l’economia e l’agricoltura.
I danni causati dalla centrale a turbogas, come dagli inceneritori, denunciati dal professor Stefano Montanari, vengono confermati oltre che da altri studi a livello italiano, università, sottoscritti dall’ordine dei medici e negli ultimi mesi anche da università tedesche e americane.
L’indicazione del ministro delle attività produttive del governo Prodi è stato chiaro ed esplicito verso la realizzazione di queste centrali inutili e dannose.
Lo stesso sarà sicuramente ministro anche di un eventuale governo Veltroni.
Ciò che preoccupa Aprilia come Pontinia che sia che vinca il PD, sia il PDL, saranno sicuramente portati avanti i progetti delle 12 centrali a turbogas già noti, oltre a quella di Borgo Sabotino, nel solo Lazio e saranno realizzati almeno 43 nuovi inceneritori.
Comunque vada saranno nanoparticelle e diossina.
Pontinia intanto è stata dimenticata da Marrazzo e dalla Regione Lazio.
Era stato promesso un apposito tavolo regionale che è stato convocato una volta ma poi annullato per indisponibilità del commissario regionale.
Il 4 aprile verranno a Pontinia il segretario regionale dei verdi, senatrice Loredana De Petris, il capogruppo dei verdi alla regione Lazio, nonché co-commissario (insieme all’assessore regionale all’ambiente) Enrico Fontana.
L’argomento turbogas sarà sicuramente uno dei più importanti.
Chi ne accetta la costruzione nel proprio territorio o in quello limitrofo accetta la distruzione dell’agricoltura che rimane senza prospettiva alcuna.
La senatrice De Petris ha inoltrato 2 interrogazioni parlamentari sull’argomento, così come il consigliere regionale Fontana è stato uno dei promotori della sospensione dei progetti regionali delle centrali in attesa del piano energetico regionale.
E’ già troppo tardi per difendere Aprilia e Pontinia?
Non credo i cittadini hanno vinto battaglie in difesa dei loro diritti civili e sociali, della salute anche quando il fronte che li voleva affossare se non distruggere aveva denaro, investimenti, forza economica, ingegneri, avvocati.
Ma i cittadini dallo loro hanno la ragione, oltre ai diritti che non saranno ceduti a nessun prezzo.
Sarà opportuno che a tutte le iniziative pubbliche di dibattito e confronto sia ricordato questo serio pericolo che grava su Pontinia e sui suoi cittadini.
E’ necessario quindi far tornare l’attenzione della cittadinanza sul pericolo centrali elettriche a turbogas e biomasse e sull’inceneritore.
Prima dell’ennesima e sbagliata decisione dall’alto.
Intanto incoraggiamo i cittadini e le associazioni di Aprilia e dintorni ad insistere e a resistere contro il mostro turbogas.
Pontinia 26 marzo 2008 Ecologia e Territorio Giorgio Libralato
Dopo la decisione del consiglio dei ministri della scorsa settimana che ha confermato l’autorizzazione integrata ambientale (AIA) per la costruzione della centrale a turbogas di Aprilia, oltre allo sconcerto per la decisione contraria al parere del TAR aumenta la preoccupazione.
Si esprime solidarietà a tutte quelle forze sociali (ALT, Col diretti, CIA) e ai Cittadini, ai quali si sono aggiunti le forze politiche, l’amministrazione comunale di Aprilia, con la solidarietà di 14 comuni delle province di Roma e Latina, che si sono opposte fin dall’inizio al progetto.
Tale progetto rischi di compromettere in maniera definitiva la salute e l’ambiente, ma anche l’economia e l’agricoltura.
I danni causati dalla centrale a turbogas, come dagli inceneritori, denunciati dal professor Stefano Montanari, vengono confermati oltre che da altri studi a livello italiano, università, sottoscritti dall’ordine dei medici e negli ultimi mesi anche da università tedesche e americane.
L’indicazione del ministro delle attività produttive del governo Prodi è stato chiaro ed esplicito verso la realizzazione di queste centrali inutili e dannose.
Lo stesso sarà sicuramente ministro anche di un eventuale governo Veltroni.
Ciò che preoccupa Aprilia come Pontinia che sia che vinca il PD, sia il PDL, saranno sicuramente portati avanti i progetti delle 12 centrali a turbogas già noti, oltre a quella di Borgo Sabotino, nel solo Lazio e saranno realizzati almeno 43 nuovi inceneritori.
Comunque vada saranno nanoparticelle e diossina.
Pontinia intanto è stata dimenticata da Marrazzo e dalla Regione Lazio.
Era stato promesso un apposito tavolo regionale che è stato convocato una volta ma poi annullato per indisponibilità del commissario regionale.
Il 4 aprile verranno a Pontinia il segretario regionale dei verdi, senatrice Loredana De Petris, il capogruppo dei verdi alla regione Lazio, nonché co-commissario (insieme all’assessore regionale all’ambiente) Enrico Fontana.
L’argomento turbogas sarà sicuramente uno dei più importanti.
Chi ne accetta la costruzione nel proprio territorio o in quello limitrofo accetta la distruzione dell’agricoltura che rimane senza prospettiva alcuna.
La senatrice De Petris ha inoltrato 2 interrogazioni parlamentari sull’argomento, così come il consigliere regionale Fontana è stato uno dei promotori della sospensione dei progetti regionali delle centrali in attesa del piano energetico regionale.
E’ già troppo tardi per difendere Aprilia e Pontinia?
Non credo i cittadini hanno vinto battaglie in difesa dei loro diritti civili e sociali, della salute anche quando il fronte che li voleva affossare se non distruggere aveva denaro, investimenti, forza economica, ingegneri, avvocati.
Ma i cittadini dallo loro hanno la ragione, oltre ai diritti che non saranno ceduti a nessun prezzo.
Sarà opportuno che a tutte le iniziative pubbliche di dibattito e confronto sia ricordato questo serio pericolo che grava su Pontinia e sui suoi cittadini.
E’ necessario quindi far tornare l’attenzione della cittadinanza sul pericolo centrali elettriche a turbogas e biomasse e sull’inceneritore.
Prima dell’ennesima e sbagliata decisione dall’alto.
Intanto incoraggiamo i cittadini e le associazioni di Aprilia e dintorni ad insistere e a resistere contro il mostro turbogas.
Pontinia 26 marzo 2008 Ecologia e Territorio Giorgio Libralato
martedì 25 marzo 2008
acqualatina bocciata da confindustria
Latina Oggi Martedì 25 Marzo 2008 3 LATINA
acqualatina Bocciati da Confindustria
La gestione attraverso gli Ato non va: troppi politici e reti ko
«PROPRIETA’ delle reti ai
comuni e gestione del servizio
ai privati». E’ questa
la conclusione a cui è giunta
l’Assoknowledge di
Confindustria dopo aver
effettuato un’indagine in
merito alla gestione del
servizio idrico integrato sul
territorio nazionale.
perchè il cavaliere potrebbe perdere
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2008/03/bertinotti-rovina-festa-lombardia.shtml?uuid=b6e359e0-f97b-11dc-86a5-00000e251029&DocRulesView=Libero
ILSOLE24ORE.COM > Italia ARCHIVIO
Se Bertinotti rovina la festa in Lombardia
| | 23 marzo 2008
Forse non ci sarà pareggio al Senato. Secondo la nuova simulazione Cise pubblicata in questa pagina Berlusconi potrebbe ottenere in questo ramo del Parlamento circa 167 seggi (160 dalle Regioni a premio, 2 in Trentino, uno in Molise e 4 dall'estero). Non sono tanti. La maggioranza è 158. Ma sono sufficienti a governare, quanto meno in condizioni normali. In ogni caso sono più di quelli che aveva Prodi. Ma non è detto che vada così. Quel che invece è certo, come si vede dalla mappa del voto, è che il Senato del 2008 sarà molto diverso da quello del 2006. Grazie alla scelta dei due maggiori contendenti di non fare coalizioni "pigliatutto" ci saranno molti meno partiti. Certamente non saranno più di sei, ma i gruppi parlamentari saranno addirittura solo tre: Pd, Pdl, Lega. Avremo un Senato meno frammentato del Bundestag tedesco perché la Sinistra Arcobaleno con 7 seggi e l'Udc con 4 non riusciranno a fare un gruppo parlamentare proprio. Eppure, se le cose per Berlusconi non girano per il verso giusto, anche in un Senato a tre la maggioranza del centro-destra non è sicura.
Il fatto è che l'esito del voto in questa Camera dipende da una complicata costellazione di fattori. Bastano piccole modifiche nella combinazione di questi fattori perché l'esito cambi. Questa simulazione permette di capire meglio il perché. In base a questi dati Pdl e alleati ottengono i 167 seggi stimati vincendo in 11 regioni su 17. In tre di queste regioni (Liguria, Abruzzo e Sardegna) il distacco tra Pdl e Pd è inferiore a 2 punti percentuali. Sono regioni decisamente in bilico. L'altra è la Calabria dove il distacco a favore del Pd è solo di 0,6 punti. Impossibile prevedere l'esito in queste condizioni. La perdita della Liguria sarebbe particolarmente costosa per Berlusconi perché significherebbe perdere probabilmente tre seggi. Lasciando tutto il resto immutato questo solo cambiamento farebbe scendere la sua maggioranza a 164 seggi, 6 seggi sopra la soglia critica di 158.
Questo è uno dei fattori di incertezza. Ma la partita non si gioca solo nelle regioni in bilico. Se così fosse il sistema non sarebbe "caotico" come in realtà è. Prendiamo il caso della Lombardia che non è assolutamente una delle regioni incerte visto che il Pd non ha alcuna chance di vincere. Eppure la solidità della maggioranza di Berlusconi potrebbe comunque dipendere da come andranno le cose in questa regione. Come abbiamo fatto notare in un precedente articolo (si veda Il Sole-24 Ore del 2 marzo) per avere una maggioranza sicura al Senato Berlusconi deve stravincere nelle sue regioni e deve perdere bene nelle altre. La simulazione Cise dà a Pdl-Lega 30 seggi sui 47 in Lombardia. La quota premio sono 26 seggi. Questo vuol dire che nei 167 seggi totali stimati ci sono 4 seggi oltre il premio in Lombardia ( e uno in più in Veneto). Ma questo risultato eccezionale è dovuto al fatto che Sinistra Arcobaleno e Udc vengono entrambe date sotto la soglia dell'8% in questa regione e quindi senza seggi. Nel 2006 la soglia corrispondeva a circa 470mila voti. Come si vede nella tabella la Sinistra arriva a 396mila e l'Udc a 308mila. Se una sola o entrambe queste liste superassero la soglia dell'8% il surplus di seggi per il Cavaliere in Lombardia si ridurrebbe e così la sua maggioranza a livello nazionale. Stesso discorso si può fare in Veneto dove il seggio in più per il Pdl potrebbe sparire se l'Udc superasse qui la soglia. In Emilia, una regione dove il Pdl difficilmente vincerà il premio, il fatto che la Sinistra Arcobaleno superi la soglia o meno farà una differenza di due seggi per il Cavaliere. Nella simulazione Cise con la Sinistra sotto la soglia Pdl-Lega prendono 9 seggi, ma con la Sinistra sopra l'8% i seggi per Berlusconi diventano 7. In sintesi, Sinistra Arcobaleno e Udc giocheranno un ruolo rilevante in queste elezioni. Da qui i ripetuti appelli berlusconiani al voto utile che per essere veramente utile al Cavaliere deve essere tale che i simpatizzanti di Bertinotti votino Veltroni e quelli di Casini votino Pdl.
Nella lotteria del Senato il Lazio merita una trattazione a parte perché alla fine la partita decisiva questa volta si svolgerà forse proprio qui. Se le cose vanno come nella simulazione, Pdl e alleati prenderebbero 15 seggi, ma in questo caso la procedura che abbiamo utilizzato sicuramente sottostima i voti al partito di Storace. Difficile prevedere se la Destra arriverà a prendere qui i circa 260mila voti che le consentirebbero di superare la soglia. Ma il punto importante è in realtà un altro. Se Pdl e alleati perdessero in questa regione 200mila o più voti rispetto a quelli indicati in tabella, non importa se a favore di Storace o di Casini o di entrambi, potrebbero non vincere il premio. In questo caso invece di incassare 15 seggi ne potrebbero prendere un massimo di 10 se solo uno dei piccoli partiti supera la soglia e un minimo di 6 se la superano tutti e tre (Sinistra, Udc e Destra). Questo vuol dire che nel Lazio Berlusconi potrebbe perdere dai 5 ai 9 seggi. Nella peggiore delle ipotesi questa regione da sola potrebbe decretare la sconfitta del Cavaliere al Senato. In conclusione, solo la sera del 14 aprile si saprà l'esito della lotteria. D'altronde, se non fosse così, che lotteria sarebbe?
ILSOLE24ORE.COM > Italia ARCHIVIO
Se Bertinotti rovina la festa in Lombardia
| | 23 marzo 2008
Forse non ci sarà pareggio al Senato. Secondo la nuova simulazione Cise pubblicata in questa pagina Berlusconi potrebbe ottenere in questo ramo del Parlamento circa 167 seggi (160 dalle Regioni a premio, 2 in Trentino, uno in Molise e 4 dall'estero). Non sono tanti. La maggioranza è 158. Ma sono sufficienti a governare, quanto meno in condizioni normali. In ogni caso sono più di quelli che aveva Prodi. Ma non è detto che vada così. Quel che invece è certo, come si vede dalla mappa del voto, è che il Senato del 2008 sarà molto diverso da quello del 2006. Grazie alla scelta dei due maggiori contendenti di non fare coalizioni "pigliatutto" ci saranno molti meno partiti. Certamente non saranno più di sei, ma i gruppi parlamentari saranno addirittura solo tre: Pd, Pdl, Lega. Avremo un Senato meno frammentato del Bundestag tedesco perché la Sinistra Arcobaleno con 7 seggi e l'Udc con 4 non riusciranno a fare un gruppo parlamentare proprio. Eppure, se le cose per Berlusconi non girano per il verso giusto, anche in un Senato a tre la maggioranza del centro-destra non è sicura.
Il fatto è che l'esito del voto in questa Camera dipende da una complicata costellazione di fattori. Bastano piccole modifiche nella combinazione di questi fattori perché l'esito cambi. Questa simulazione permette di capire meglio il perché. In base a questi dati Pdl e alleati ottengono i 167 seggi stimati vincendo in 11 regioni su 17. In tre di queste regioni (Liguria, Abruzzo e Sardegna) il distacco tra Pdl e Pd è inferiore a 2 punti percentuali. Sono regioni decisamente in bilico. L'altra è la Calabria dove il distacco a favore del Pd è solo di 0,6 punti. Impossibile prevedere l'esito in queste condizioni. La perdita della Liguria sarebbe particolarmente costosa per Berlusconi perché significherebbe perdere probabilmente tre seggi. Lasciando tutto il resto immutato questo solo cambiamento farebbe scendere la sua maggioranza a 164 seggi, 6 seggi sopra la soglia critica di 158.
Questo è uno dei fattori di incertezza. Ma la partita non si gioca solo nelle regioni in bilico. Se così fosse il sistema non sarebbe "caotico" come in realtà è. Prendiamo il caso della Lombardia che non è assolutamente una delle regioni incerte visto che il Pd non ha alcuna chance di vincere. Eppure la solidità della maggioranza di Berlusconi potrebbe comunque dipendere da come andranno le cose in questa regione. Come abbiamo fatto notare in un precedente articolo (si veda Il Sole-24 Ore del 2 marzo) per avere una maggioranza sicura al Senato Berlusconi deve stravincere nelle sue regioni e deve perdere bene nelle altre. La simulazione Cise dà a Pdl-Lega 30 seggi sui 47 in Lombardia. La quota premio sono 26 seggi. Questo vuol dire che nei 167 seggi totali stimati ci sono 4 seggi oltre il premio in Lombardia ( e uno in più in Veneto). Ma questo risultato eccezionale è dovuto al fatto che Sinistra Arcobaleno e Udc vengono entrambe date sotto la soglia dell'8% in questa regione e quindi senza seggi. Nel 2006 la soglia corrispondeva a circa 470mila voti. Come si vede nella tabella la Sinistra arriva a 396mila e l'Udc a 308mila. Se una sola o entrambe queste liste superassero la soglia dell'8% il surplus di seggi per il Cavaliere in Lombardia si ridurrebbe e così la sua maggioranza a livello nazionale. Stesso discorso si può fare in Veneto dove il seggio in più per il Pdl potrebbe sparire se l'Udc superasse qui la soglia. In Emilia, una regione dove il Pdl difficilmente vincerà il premio, il fatto che la Sinistra Arcobaleno superi la soglia o meno farà una differenza di due seggi per il Cavaliere. Nella simulazione Cise con la Sinistra sotto la soglia Pdl-Lega prendono 9 seggi, ma con la Sinistra sopra l'8% i seggi per Berlusconi diventano 7. In sintesi, Sinistra Arcobaleno e Udc giocheranno un ruolo rilevante in queste elezioni. Da qui i ripetuti appelli berlusconiani al voto utile che per essere veramente utile al Cavaliere deve essere tale che i simpatizzanti di Bertinotti votino Veltroni e quelli di Casini votino Pdl.
Nella lotteria del Senato il Lazio merita una trattazione a parte perché alla fine la partita decisiva questa volta si svolgerà forse proprio qui. Se le cose vanno come nella simulazione, Pdl e alleati prenderebbero 15 seggi, ma in questo caso la procedura che abbiamo utilizzato sicuramente sottostima i voti al partito di Storace. Difficile prevedere se la Destra arriverà a prendere qui i circa 260mila voti che le consentirebbero di superare la soglia. Ma il punto importante è in realtà un altro. Se Pdl e alleati perdessero in questa regione 200mila o più voti rispetto a quelli indicati in tabella, non importa se a favore di Storace o di Casini o di entrambi, potrebbero non vincere il premio. In questo caso invece di incassare 15 seggi ne potrebbero prendere un massimo di 10 se solo uno dei piccoli partiti supera la soglia e un minimo di 6 se la superano tutti e tre (Sinistra, Udc e Destra). Questo vuol dire che nel Lazio Berlusconi potrebbe perdere dai 5 ai 9 seggi. Nella peggiore delle ipotesi questa regione da sola potrebbe decretare la sconfitta del Cavaliere al Senato. In conclusione, solo la sera del 14 aprile si saprà l'esito della lotteria. D'altronde, se non fosse così, che lotteria sarebbe?
lunedì 24 marzo 2008
Sabaudia, Pontinia e i comuni ricicloni
Oggetto: Sabaudia, Pontinia e i comuni ricicloni
Sembrerebbe, dalle notizie riportate in questi giorni sulle cronache locali, che i dati del comune di Sabaudia sulla raccolta differenziata siano stati aumentati rispetto ai dati reali.
Questo lo verificherà la magistratura.
Potrebbe anche essere, se l’ipotesi riportata dagli organi di informazione venisse confermata, che il comune di Sabaudia e quindi i suoi cittadini, abbia ricevuto dall’amministrazione provinciale un contributo non dovuto.
Il riferimento è ai contributi che l’amministrazione provinciale elargisce ogni anno ai comuni che ottengono i migliori risultati nella raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani.
Sempre se venisse confermata tale ipotesi, i comuni che invece, al posto di quello di Sabaudia, avrebbero dovuto ottenere un contributo per la riduzione dei costi della differenziata tale contributo non l’hanno certo ricevuto con danno loro e dei loro cittadini amministrati.
Tra questi ci potrebbe essere quello di Pontinia.
Pontinia 24 marzo 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Domenica 23 Marzo 2008 IL MESSAGGERO "comune riciclone? sì ma col trucco"
di EBE PIERINI
U na vera e propria moltiplicazione dei rifiuti umidi. Nel tragitto tra Sabaudia e Pontinia l'immondizia sarebbe lievitata. E' quanto cercherà di chiarire la procura della Repubblica di Latina. In sostanza sarebbero stati trasportati rifiuti organici provenienti dal Comune di Sabaudia presso la Sep di Pontinia ma sarebbero stati contraffatti i modulari aumentando la quantità dei quintali conferiti poi diventati concime organico. Per denaro? Per innalzare la percentuale di raccolta differenziata a Sabaudia? L'indagine ha preso il via nell'ottobre del 2006 allorquando il Consorzio Formula Ambiente, che gestisce il servizio di raccolta rifiuti del comune, ha presentato un esposto nel quale si professa parte lesa e fa riferimento alle dichiarazioni di un dipendente che avrebbe ammesso l'alterazione dei pesi dei rifiuti. Esiste infatti una registrazione audio effettuata, pare fortuitamente, tra due dipendenti della Formula Ambiente, nella quale si fa riferimento a presunte pressioni subite da uno dei due da parte dell'ex assessore all'ambiente Enrico Gambacurta affinché venissero gonfiati i quantitativi. Su disposizione del pm Giuseppe Miliano il Nipaf ha effettuato controlli sui camion del trasporto rifiuti e sui formulari che attestano le avvenute operazioni di scarico. E quattro persone sono finite sul registro degli indagati. Si tratta appunto dell'ex assessore all'Ambiente; di A.L., il dipendente che avrebbe fatto ammissioni in merito alle alterazioni; di A.D. e V.U. rispettivamente pesista e amministratore delegato della Sep. L'accusa è quella di truffa in concorso tra loro. Pare che attraverso un controllo incrociato tra formulari e targhe dei camion utilizzati sia emerso che in alcuni giorni sarebbe stato dichiarato lo scarico di quantitativi 4 - 5 volte superiori alla portata del mezzo utilizzato che è di 10 quintali. A conti fatti, se dovessero essere confermate le accuse, il Comune di Sabaudia avrebbe subito un danno economico di circa 20.000 euro. E sembra anche che, ripercorrendo la tracciabilità dei rifiuti, sia risultato che uno stesso autista avrebbe, nel medesimo orario, con due mezzi diversi, conferito rifiuti presso la Sep. Il consorzio Formula Ambiente si è difeso sostenendo che non avrebbe avuto nessun interesse ad alterare i pesi in quanto viene retribuito mensilmente dall'ente. Nei prossimi giorni le persone coinvolte nell'indagine saranno con ogni probabilità sentite dal pm Miliano. «Sono completamente estraneo alla vicenda - dichiara Enrico Gambacurta - I pesi dovevano essere vidimati da ditta e settore ambiente. Come mai nessuno si è accorto dei pesi eccessivi? La mia unica colpa è stata quella di non essermi sostituito a chi era deputato a effettuare quei controlli».
Sembrerebbe, dalle notizie riportate in questi giorni sulle cronache locali, che i dati del comune di Sabaudia sulla raccolta differenziata siano stati aumentati rispetto ai dati reali.
Questo lo verificherà la magistratura.
Potrebbe anche essere, se l’ipotesi riportata dagli organi di informazione venisse confermata, che il comune di Sabaudia e quindi i suoi cittadini, abbia ricevuto dall’amministrazione provinciale un contributo non dovuto.
Il riferimento è ai contributi che l’amministrazione provinciale elargisce ogni anno ai comuni che ottengono i migliori risultati nella raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani.
Sempre se venisse confermata tale ipotesi, i comuni che invece, al posto di quello di Sabaudia, avrebbero dovuto ottenere un contributo per la riduzione dei costi della differenziata tale contributo non l’hanno certo ricevuto con danno loro e dei loro cittadini amministrati.
Tra questi ci potrebbe essere quello di Pontinia.
Pontinia 24 marzo 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Domenica 23 Marzo 2008 IL MESSAGGERO "comune riciclone? sì ma col trucco"
di EBE PIERINI
U na vera e propria moltiplicazione dei rifiuti umidi. Nel tragitto tra Sabaudia e Pontinia l'immondizia sarebbe lievitata. E' quanto cercherà di chiarire la procura della Repubblica di Latina. In sostanza sarebbero stati trasportati rifiuti organici provenienti dal Comune di Sabaudia presso la Sep di Pontinia ma sarebbero stati contraffatti i modulari aumentando la quantità dei quintali conferiti poi diventati concime organico. Per denaro? Per innalzare la percentuale di raccolta differenziata a Sabaudia? L'indagine ha preso il via nell'ottobre del 2006 allorquando il Consorzio Formula Ambiente, che gestisce il servizio di raccolta rifiuti del comune, ha presentato un esposto nel quale si professa parte lesa e fa riferimento alle dichiarazioni di un dipendente che avrebbe ammesso l'alterazione dei pesi dei rifiuti. Esiste infatti una registrazione audio effettuata, pare fortuitamente, tra due dipendenti della Formula Ambiente, nella quale si fa riferimento a presunte pressioni subite da uno dei due da parte dell'ex assessore all'ambiente Enrico Gambacurta affinché venissero gonfiati i quantitativi. Su disposizione del pm Giuseppe Miliano il Nipaf ha effettuato controlli sui camion del trasporto rifiuti e sui formulari che attestano le avvenute operazioni di scarico. E quattro persone sono finite sul registro degli indagati. Si tratta appunto dell'ex assessore all'Ambiente; di A.L., il dipendente che avrebbe fatto ammissioni in merito alle alterazioni; di A.D. e V.U. rispettivamente pesista e amministratore delegato della Sep. L'accusa è quella di truffa in concorso tra loro. Pare che attraverso un controllo incrociato tra formulari e targhe dei camion utilizzati sia emerso che in alcuni giorni sarebbe stato dichiarato lo scarico di quantitativi 4 - 5 volte superiori alla portata del mezzo utilizzato che è di 10 quintali. A conti fatti, se dovessero essere confermate le accuse, il Comune di Sabaudia avrebbe subito un danno economico di circa 20.000 euro. E sembra anche che, ripercorrendo la tracciabilità dei rifiuti, sia risultato che uno stesso autista avrebbe, nel medesimo orario, con due mezzi diversi, conferito rifiuti presso la Sep. Il consorzio Formula Ambiente si è difeso sostenendo che non avrebbe avuto nessun interesse ad alterare i pesi in quanto viene retribuito mensilmente dall'ente. Nei prossimi giorni le persone coinvolte nell'indagine saranno con ogni probabilità sentite dal pm Miliano. «Sono completamente estraneo alla vicenda - dichiara Enrico Gambacurta - I pesi dovevano essere vidimati da ditta e settore ambiente. Come mai nessuno si è accorto dei pesi eccessivi? La mia unica colpa è stata quella di non essermi sostituito a chi era deputato a effettuare quei controlli».
illuminazione pubblica e risparmio energetico
AL SIGNOR SINDACO DEL COMUNE DI PONTINIA
Oggetto: illuminazione pubblica e risparmio energetico
L’amministrazione comunale di Pontinia per convinzione tecnica e scientifica e sotto la spinta dell’opinione pubblica si è dichiarata contraria all’unanimità alla centrale a turbogas e a maggioranza contro quella a biomasse.
Qualsiasi amministrazione pubblica ha l’obbligo anche di farlo migliorando i servizi a favore della comunità nell’economia possibile e attuabile.
Oltre ad attuare impianti di energia naturale e rinnovabile, per seguire con coerenza pratica quanto richiesto dalla cittadinanza e deliberato in consiglio comunale, è necessario risparmiare diminuendo il consumo di energia e quindi di emissioni in atmosfera.
Pontinia non è Torraca (vedere Report del 16 marzo) né ci si illude di avere imprenditori pronti all’efficienza energetica, come alle nuove tecnologie, alla sperimentazione che desiderano coordinarsi con gli amministratori (e viceversa) per il bene della comunità.
Però sono diversi anni (4 per la precisione) che propongo, a questa amministrazione comunale, un sistema semplice ed efficace di illuminazione pubblica che riduce almeno del 30% i consumi elettrici, riduce i costi fissi, raddoppia la durata delle lampade e dimezza i costi di manutenzione, con un apparato denominato “dibawatt”.
Non sarebbe il caso di prenderlo in considerazione?
Grazie dell’attenzione.
Saluti.
Pontinia 24 marzo 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Comunicati stampa http://www.legambiente.eu/globali/archivi/news.php?idArchivio=2&id=4416
20/03/2008 14:14 L'illuminazione pubblica risparmia con dibawatt
3.660.000 kwh e 2.200 tonnellate di CO2 risparmiati in un anno con l’innovazione tecnologica che taglia i consumi delle lampade esterne
Tra le innovazioni tecnologiche per il risparmio energetico è arrivato dibawatt, l’alimentatore elettronico che ottimizza l’efficienza delle lampade di illuminazione esterna. E’ progettato e creato da Eligent, la società del Gruppo Sorgenia dedicata allo sviluppo di soluzioni per l’efficienza energetica della pubblica illuminazione, a cui partecipa anche Legambiente.
I dibawatt installati da quando è stato dato il via alla tecnologia, a dicembre 2006, sono circa 100.000, ripartiti in 150 Comuni. Nell’ultimo anno, hanno prodotto un risparmio di 3.660.000 kwh: un taglio di 807 tep, ovvero di 2.200 tonnellate di emissioni di CO2 equivalente.
“Il risparmio energetico è una delle maggiori sfide del prossimo futuro - dichiara Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente – e in questa scommessa l’illuminazione pubblica gioca un ruolo rilevante. Nel settore viene sprecata spesso molta energia, con pesanti ripercussioni sui livelli di emissioni, oltre che economiche. Fortunatamente la tecnologia ha già messo a punto diversi sistemi per evitare gli sprechi e tagliare la Co2, facendo un piacere all’ambiente e alle tasche dei comuni. E’ importante continuare a lavorare in questo senso”.
Un apparato dibawatt assicura la riduzione immediata di almeno il 30% dei consumi elettrici, la riduzione dei costi fissi per la potenza impegnata, il raddoppio della durata delle lampade, con il dimezzamento dei costi di manutenzione. Installato fra la lampada e la rete elettrica, ingloba le funzioni tipicamente svolte da accenditore, reattore e condensatore, con componenti elettronici testati per funzionare in condizioni ambientali estreme. All’accensione aumenta gradatamente la potenza assorbita dalla lampada, che stabilizza poi durante il suo funzionamento.
Oggetto: illuminazione pubblica e risparmio energetico
L’amministrazione comunale di Pontinia per convinzione tecnica e scientifica e sotto la spinta dell’opinione pubblica si è dichiarata contraria all’unanimità alla centrale a turbogas e a maggioranza contro quella a biomasse.
Qualsiasi amministrazione pubblica ha l’obbligo anche di farlo migliorando i servizi a favore della comunità nell’economia possibile e attuabile.
Oltre ad attuare impianti di energia naturale e rinnovabile, per seguire con coerenza pratica quanto richiesto dalla cittadinanza e deliberato in consiglio comunale, è necessario risparmiare diminuendo il consumo di energia e quindi di emissioni in atmosfera.
Pontinia non è Torraca (vedere Report del 16 marzo) né ci si illude di avere imprenditori pronti all’efficienza energetica, come alle nuove tecnologie, alla sperimentazione che desiderano coordinarsi con gli amministratori (e viceversa) per il bene della comunità.
Però sono diversi anni (4 per la precisione) che propongo, a questa amministrazione comunale, un sistema semplice ed efficace di illuminazione pubblica che riduce almeno del 30% i consumi elettrici, riduce i costi fissi, raddoppia la durata delle lampade e dimezza i costi di manutenzione, con un apparato denominato “dibawatt”.
Non sarebbe il caso di prenderlo in considerazione?
Grazie dell’attenzione.
Saluti.
Pontinia 24 marzo 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Comunicati stampa http://www.legambiente.eu/globali/archivi/news.php?idArchivio=2&id=4416
20/03/2008 14:14 L'illuminazione pubblica risparmia con dibawatt
3.660.000 kwh e 2.200 tonnellate di CO2 risparmiati in un anno con l’innovazione tecnologica che taglia i consumi delle lampade esterne
Tra le innovazioni tecnologiche per il risparmio energetico è arrivato dibawatt, l’alimentatore elettronico che ottimizza l’efficienza delle lampade di illuminazione esterna. E’ progettato e creato da Eligent, la società del Gruppo Sorgenia dedicata allo sviluppo di soluzioni per l’efficienza energetica della pubblica illuminazione, a cui partecipa anche Legambiente.
I dibawatt installati da quando è stato dato il via alla tecnologia, a dicembre 2006, sono circa 100.000, ripartiti in 150 Comuni. Nell’ultimo anno, hanno prodotto un risparmio di 3.660.000 kwh: un taglio di 807 tep, ovvero di 2.200 tonnellate di emissioni di CO2 equivalente.
“Il risparmio energetico è una delle maggiori sfide del prossimo futuro - dichiara Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente – e in questa scommessa l’illuminazione pubblica gioca un ruolo rilevante. Nel settore viene sprecata spesso molta energia, con pesanti ripercussioni sui livelli di emissioni, oltre che economiche. Fortunatamente la tecnologia ha già messo a punto diversi sistemi per evitare gli sprechi e tagliare la Co2, facendo un piacere all’ambiente e alle tasche dei comuni. E’ importante continuare a lavorare in questo senso”.
Un apparato dibawatt assicura la riduzione immediata di almeno il 30% dei consumi elettrici, la riduzione dei costi fissi per la potenza impegnata, il raddoppio della durata delle lampade, con il dimezzamento dei costi di manutenzione. Installato fra la lampada e la rete elettrica, ingloba le funzioni tipicamente svolte da accenditore, reattore e condensatore, con componenti elettronici testati per funzionare in condizioni ambientali estreme. All’accensione aumenta gradatamente la potenza assorbita dalla lampada, che stabilizza poi durante il suo funzionamento.
Pontinia problemi di viabilità, cosa fa l'amministrazione provinciale?
Oggetto: Pontinia problemi di viabilità, cosa fa l'amministrazione provinciale?
Mercoledì sera verso le ore 20 ennesimo incidente all’incrocio di Borgo Pasubio che dovrebbe essere sostituito da una rotonda, come ho richiesto da anni e come promesso da 3 anni da un’amministrazione provinciale.
Percorrendo, invece, la via del Tavolato (la strada che da Pontinia arriva a Casal Traiano e quindi porta a Latina) ci si rende conto di quanto mancanza di manutenzione, lavori sbagliati possano provocare incidenti e danni notevoli.
Dopo che per anni ne ho denunciato la pericolosità all’Ente che ne dovrebbe curare la manutenzione, cioè l’amministrazione provinciale, la stessa non ha saputo fare altro che installare dei cartelli con il limite di 50 km/h.
Dopo piogge e freddo la scarsa consistenza ne determina buche che diventano pericolose voragini a causa del ristagno d’acqua che le copre interamente.
Se le condizioni metereologiche sono buone, se c’è visibilità, se non vengono macchine in senso contrario, se non si deve superare biciclette, moto, trattori o altro si rischia qualche ruota.
Se invece le condizioni sopra citate sono sfavorevoli si rischia un incidente anche grave.
Sicuramente anche la manutenzione ordinaria che dovrebbe liberare i canaletti di scolo delle acque meteoriche (che ristagnano anche per l’errata pendenza del manto stradale) non viene effettuata.
Basterebbe un piccolo intervento settimanale o mensile a seconda delle condizioni per prevenire incidenti, fenomeni di acqua planning e le buche.
Speriamo questa manutenzione (ho contato 22 buche pericolose in 3 km, una ogni 140 metri circa) avvenga prima dell’ennesimo evitabile incidente.
In genere le condizioni metereologiche vengono previste con un buon anticipo, una volta tanto le azioni potrebbero essere preventive.
Costerebbero meno e garantirebbero meglio la sicurezza.
Pontinia 24 marzo 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Mercoledì sera verso le ore 20 ennesimo incidente all’incrocio di Borgo Pasubio che dovrebbe essere sostituito da una rotonda, come ho richiesto da anni e come promesso da 3 anni da un’amministrazione provinciale.
Percorrendo, invece, la via del Tavolato (la strada che da Pontinia arriva a Casal Traiano e quindi porta a Latina) ci si rende conto di quanto mancanza di manutenzione, lavori sbagliati possano provocare incidenti e danni notevoli.
Dopo che per anni ne ho denunciato la pericolosità all’Ente che ne dovrebbe curare la manutenzione, cioè l’amministrazione provinciale, la stessa non ha saputo fare altro che installare dei cartelli con il limite di 50 km/h.
Dopo piogge e freddo la scarsa consistenza ne determina buche che diventano pericolose voragini a causa del ristagno d’acqua che le copre interamente.
Se le condizioni metereologiche sono buone, se c’è visibilità, se non vengono macchine in senso contrario, se non si deve superare biciclette, moto, trattori o altro si rischia qualche ruota.
Se invece le condizioni sopra citate sono sfavorevoli si rischia un incidente anche grave.
Sicuramente anche la manutenzione ordinaria che dovrebbe liberare i canaletti di scolo delle acque meteoriche (che ristagnano anche per l’errata pendenza del manto stradale) non viene effettuata.
Basterebbe un piccolo intervento settimanale o mensile a seconda delle condizioni per prevenire incidenti, fenomeni di acqua planning e le buche.
Speriamo questa manutenzione (ho contato 22 buche pericolose in 3 km, una ogni 140 metri circa) avvenga prima dell’ennesimo evitabile incidente.
In genere le condizioni metereologiche vengono previste con un buon anticipo, una volta tanto le azioni potrebbero essere preventive.
Costerebbero meno e garantirebbero meglio la sicurezza.
Pontinia 24 marzo 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
sabato 22 marzo 2008
Buona Pasqua
auguro a tutti coloro che leggono, e a tutte le persone care, giornate serene e gioiose, da trascorrere nell'armonia con le persone in sintonia e vicinanza.
A chi è cristiano che questa Pasqua o Passaggio avvenga nella gioia del perdono, dell'amicizia e dell'amore della settimana più importante della liturgia.
Altrettanto auguro a coloro che professano altre religioni la gioia della condivisione del messaggio comune per un mondo migliore e più umano.
In 2 parole Buona Pasqua.
Giorgio Libralato
A chi è cristiano che questa Pasqua o Passaggio avvenga nella gioia del perdono, dell'amicizia e dell'amore della settimana più importante della liturgia.
Altrettanto auguro a coloro che professano altre religioni la gioia della condivisione del messaggio comune per un mondo migliore e più umano.
In 2 parole Buona Pasqua.
Giorgio Libralato
venerdì 21 marzo 2008
per il ritorno alla gestione pubblica nella giornata mondiale dell'acqua
Il fronte delle amministrazioni comunali per il ritorno alla gestione dell'acqua pubblica sicuramente si allargherà dopo le prossime elezioni.
Dopo Bassiano, Formia, Cori, Pontinia, Amaseno, Anzio altri comuni si sono interessati all'unica gestione attenta ai problemi sociali, alla tutela dei diritti civili, all'efficienza e alla trasparenza invocata.
Tra queste amministrazioni spicca Aprilia che ha chiesto ai comuni che hanno adottato le delibere per l'uscita dalla società attuale l'acqua il testo della stessa delibera.
Pontinia gliel'ha inviata più di un mese fa.
Il comune di Pontinia si è intanto già costituito legalmente affianco dei cittadini e della amministrazioni comunali che contestanto la società, come è stata data l'opportunità dal Tribunale di Latina.
Intanto arrivano sempre nuovi segnali e documenti che fanno ritenere urgente e non rinviabile la gestione dell'acqua pubblica che dalla provincia di Latina si è allargata all'intera nazione superandone anche i confini.
Domani è la giornata mondiale dell'acqua.
Un momento ulteriore per riflettere sulla scomparsa in corso di alcune specie di pesci nelle nostre acque, così come sul binomio acqua - rifiuti (non per niente una socità nota ai pontini per la gestione dell'acqua è interessata anche alla costruzione degli inceneritori), alla questione dell'inquinamento, al riciclo e riuso almeno dell'acqua piovana.
Pontinia è arrivata la primavera liberiamo l'Italia non turiamoci il naso ed esprimiamo un voto pulito Ecologia e Territorio Giorgio Libralato
ACQUA: LEGAMBIENTE, CAMPAGNA PER QUELLA RUBINETTO IN LOCALI
(ANSA) - ROMA, 20 MAR - Acqua del rubinetto al posto della minerale nei locali pubblici. In occasione della giornata mondiale dell'acqua che si festeggia il 22 marzo, Legambiente e Altraeconomia rilanciano ''Imbrocchiamola'', la campagna nazionale della rivista dei consumatori nata per promuovere nei ristoranti, nelle pizzerie e nei bar l'uso di una semplice caraffa con acqua del rubinetto, anche perche' non esiste nessun obbligo di legge a vendere esclusivamente le bottiglie di minerale, mentre esistono ragioni, ambientali ed economiche, per scegliere quella dell'acquedotto. Secondo quanto riferiscono gli ambientalisti, sono quasi 600 gli esercizi pubblici segnalati negli ultimi 12 mesi dai lettori di Altreconomia sul sito www.imbrocchiamola.org in tutta Italia, nessuna regione esclusa. Da oggi, ognuno di questi potra' esporre l'adesivo della campagna in bella mostra sulla vetrina del locale: e' quello il segnale sulla possibilita' di ordinare una brocca di acqua del rubinetto senza essere guardati male dal ristoratore. A Milano sono gia' ventidue i ristoranti che hanno aderito all'iniziativa. L'Italia, ricorda Legambiente, e' il Paese in cui si ha il maggior consumo di acqua in bottiglia nel mondo, con 194 litri pro capite solo nel 2006 (oltre mezzo litro a testa al giorno). Un dato in costante aumento, triplicato in poco piu' di 20 anni (nel 1985 erano appena 65 litri), e con esso anche il volume di affari per i produttori di acqua minerale è aumentato e di molto. Nel 2006, in Italia, erano attive 189 fonti e 304 marche di acque minerali in grado di generare un volume di affari di 2,2 miliardi di euro, grazie all'imbottigliamento di 12 miliardi di litri di acqua (Beverfood). L'acqua alle industrie che la imbottigliano poi costa poco. Sono solo otto infatti, spiega Legambiente, le regioni italiane che prevedono un canone in base alla quantita' di acqua imbottigliata: si va dai 3 euro ogni mille litri prelevati in Veneto ai 5 centesimi ogni mille litri della Campania. (ANSA). Y62-CR
20/03/2008 16:15
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OMS-UNICEF: GIORNATA ACQUA; 2,6 MLD PRIVI SERVIZI IGIENICI
(ANSA) - GINEVRA, 20 MAR - Almeno 2,6 miliardi di esseri umani (tra cui 980 milioni di bambini) nel mondo non hanno ancora acceso a servizi igienici di qualita' e sono esposti a gravi rischi sanitari, hanno ricordato oggi l'ORganizzazione mondiale della sanita' (Oms) e l'Unicef in un appello congiunto all'azione in occasione della Giornata mondiale dell'acqua. La situazione e' particolarmente grave in Africa, dove sei abitanti su dieci non hano accesso servizi igienici di qualita' - un gabinetto decente che consente di evacuare le acque sporche. Secondo il Direttore dell'Oms Margaret Chan, ''L'accesso ai servizi igienici e' un elemento fondamentale della salute pubblica''. ''Sappiamo che semplici interventi possono ridurre di un terzo il rischio di contrarre malattie come la dissenteria''. Oms e Unicef, stimano che tra il 1990 e il 2004, nel mondo, oltre 1 miliardo e 200 milioni di persone abbiano guadagnato accesso ai servizi igienici di qualita', un progresso, ma se le tendenze attuali proseguiranno 2,4 miliardi di persine ne saranno ancora escluse nel 2015. Il 2008 e' stato proclamato Anno Internazionale dei Servizi igienici dall'Assemblea Generale dell'Onu nel 2006, con l'obiettivo di accelerare i progressi verso l'Obiettivo di Sviluppo del Millennio che punta a dimezzare entro il 2015 la quota della popolazione globale priva di servizi igienici adeguati entro il 2015. Un migliore accesso ai servizi igienici significa avere a disposizione latrine pulite e sicure e un sistema per lo smaltimento delle acque nere per prevenire la trasmissione di agenti patogeni attraverso le feci. Servizi igienici adeguati e semplici abitudini igieniche quali il lavaggio delle mani - se possibile con sapone - possono evitare che batteri, virus e parassiti presenti negli escrementi umani contaminino le risorse d'acqua, il suolo e gli alimenti. Questa contaminazione e' infatti la principale causa della diarrea, la seconda causa di mortalita' infantile nei Paesi in via di sviluppo. XBV
20/03/2008 16:08
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ACQUA: PECORARO, IMPORTANTE RISPARMIO E RIUSO RISORSA IDRICA
(ANSA) - ROMA, 20 MAR - Serve sostenere il rinnovamento ''dell'agricoltura per usare meno acqua, dell'industria per il riciclo della risorsa, ma anche nei sistemi urbani dove in molti casi bisogna usare acqua recuperata e riutilizzata invece di sprecarne altra''. Cosi' il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, alla vigilia della Giornata mondiale dell'Acqua di sabato, a margine della conferenza stampa della prima delle '5 giornate verdi' dedicata all'energia oggi a Roma. Secondo Pecoraro ''bisogna avere una cultura del risparmio idrico, della tutela della risorsa e non dello spreco'', ricordando come ''non bisogna aspettare la siccita' per fare degli interventi'' e l'approvazione del recente piano di bacino dell'Arno. In particolare, ha spiegato il ministro dell'Ambiente ''occorre rivedere tutto il sistema delle concessioni nel nostro Paese, che risalgono addirittura all'unita' d'Italia''. (ANSA). Y62-BR
20/03/2008 16:08
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ANIMALI: SOS 10 PESCI ACQUA DOLCE, DA ANGUILLA A TROTA/ANSA
(ANSA) - ROMA, 20 MAR - Scompaiono i pesci d'acqua dolce italiani, veri 'termometri' della qualita' ambientale per fiumi, laghi e lagune. Tra nomi noti e altri tipici di alcune localita', sono in particolare dieci le specie piu' in pericolo: l'anguilla, il ghiozzo di ruscello, il panzarolo, il carpione del Garda, la trota marmorata, il carpione di Fibreno, la trota macrostigma, lo storione cobice, la lampreda di ruscello e la lampreda padana. Nuota sicuro il cavedano, un pesce capace di vivere persino in mezzo ad acque inquinate da scarichi industriali. Questo l'allarme lanciato oggi dal nuovo dossier del Wwf ''2008. Acque in Italia. L'emergenza continua: a rischio molte specie di pesci'', presentato alla vigilia della Giornata mondiale dell'acqua del 22 marzo. Nel bilancio presentato dagli ambientalisti sui nostri pesci d'acqua dolce, di circa 50 specie autoctone tre sono gia' estinte, mentre 22 rischiano lo stesso destino, con un diverso grado di pericolo. ''I pesci rappresentano senza dubbio una delle componenti biologiche piu' significative e a rischio degli ecosistemi di acque dolci - afferma Andrea Agapito Ludovici, responsabile acque del Wwf Italia - e rivestono anche una notevole importanza per il loro valore commerciale e ricreativo''. Ma la scomparsa di pesci tipicamente italiani, spiegano gli ambientalisti, e' solo un sintomo della gravita' della situazione delle acque interne. Quali le cause di questa emergenza secondo il Wwf? Dalla gestione inefficiente della rete idrografica superficiale alla distruzione di habitat naturali, con canalizzazioni, dighe, traverse, inquinamento, introduzione di specie 'straniere', oltre ad una confusione normativa, alla frammentazione di competenze e risorse e alla tardiva o mancata applicazione di direttive comunitarie. Di qui l'appello degli ambientalisti alle istituzioni, per il coinvolgimento di tutte le autorita' competenti. Volendo dare un quadro piu' dettagliato della top ten dei pesci piu' a rischio stilata dal Wwf, si comincia dall'anguilla, una delle specie piu' importanti per la pesca e per l'acquacoltura. Poi c'e' il ghiozzo di ruscello, un animale che vive solo in pochi fiumi dell'Italia centrale e in acque limpide e ben ossigenate; poi c'e' il panzarolo, che abita esclusivamente nella regione padana, mentre il carpione del Garda sopravvive solo in acque pulitissime, ed e' ad alto rischio sia per la pesca eccessiva sia per l'inquinamento delle acque del lago. La trota marmorata invece, presente in alcuni corsi d'acqua a Nord, non solo e' tra le prede piu' ambite dai pescatori sportivi ma viene anche minacciata nei periodi di riproduzione da interventi vari, come la costruzione di argini artificiali e prelievi di ghiaia. Tra le altre specie che stanno scomparendo il Wwf segnala il carpione di Fibreno, che vive unicamente in questo piccolo lago dell'Italia centrale, la trota macrostigma, che abita nelle regioni peninsulari tirreniche, Corsica, Sardegna e Sicilia, ed e' colpita da numerosi estinzioni 'locali', mentre lo storione cobice, nel bacino del Po e in alcuni fiumi del Veneto, migra tra gli estuari dei fiumi per poi risalire nel periodo di riproduzione i grandi fiumi, per poi finire in pasto ai pescatori professionisti. Infine, la lampreda di ruscella, tipica delle aree peninsulari tirreniche, e' sempre meno presente a causa del degrado degli habitat, un destino condiviso dalla lampreda padana.(ANSA). Y62-VI
20/03/2008 10:27
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Dopo Bassiano, Formia, Cori, Pontinia, Amaseno, Anzio altri comuni si sono interessati all'unica gestione attenta ai problemi sociali, alla tutela dei diritti civili, all'efficienza e alla trasparenza invocata.
Tra queste amministrazioni spicca Aprilia che ha chiesto ai comuni che hanno adottato le delibere per l'uscita dalla società attuale l'acqua il testo della stessa delibera.
Pontinia gliel'ha inviata più di un mese fa.
Il comune di Pontinia si è intanto già costituito legalmente affianco dei cittadini e della amministrazioni comunali che contestanto la società, come è stata data l'opportunità dal Tribunale di Latina.
Intanto arrivano sempre nuovi segnali e documenti che fanno ritenere urgente e non rinviabile la gestione dell'acqua pubblica che dalla provincia di Latina si è allargata all'intera nazione superandone anche i confini.
Domani è la giornata mondiale dell'acqua.
Un momento ulteriore per riflettere sulla scomparsa in corso di alcune specie di pesci nelle nostre acque, così come sul binomio acqua - rifiuti (non per niente una socità nota ai pontini per la gestione dell'acqua è interessata anche alla costruzione degli inceneritori), alla questione dell'inquinamento, al riciclo e riuso almeno dell'acqua piovana.
Pontinia è arrivata la primavera liberiamo l'Italia non turiamoci il naso ed esprimiamo un voto pulito Ecologia e Territorio Giorgio Libralato
ACQUA: LEGAMBIENTE, CAMPAGNA PER QUELLA RUBINETTO IN LOCALI
(ANSA) - ROMA, 20 MAR - Acqua del rubinetto al posto della minerale nei locali pubblici. In occasione della giornata mondiale dell'acqua che si festeggia il 22 marzo, Legambiente e Altraeconomia rilanciano ''Imbrocchiamola'', la campagna nazionale della rivista dei consumatori nata per promuovere nei ristoranti, nelle pizzerie e nei bar l'uso di una semplice caraffa con acqua del rubinetto, anche perche' non esiste nessun obbligo di legge a vendere esclusivamente le bottiglie di minerale, mentre esistono ragioni, ambientali ed economiche, per scegliere quella dell'acquedotto. Secondo quanto riferiscono gli ambientalisti, sono quasi 600 gli esercizi pubblici segnalati negli ultimi 12 mesi dai lettori di Altreconomia sul sito www.imbrocchiamola.org in tutta Italia, nessuna regione esclusa. Da oggi, ognuno di questi potra' esporre l'adesivo della campagna in bella mostra sulla vetrina del locale: e' quello il segnale sulla possibilita' di ordinare una brocca di acqua del rubinetto senza essere guardati male dal ristoratore. A Milano sono gia' ventidue i ristoranti che hanno aderito all'iniziativa. L'Italia, ricorda Legambiente, e' il Paese in cui si ha il maggior consumo di acqua in bottiglia nel mondo, con 194 litri pro capite solo nel 2006 (oltre mezzo litro a testa al giorno). Un dato in costante aumento, triplicato in poco piu' di 20 anni (nel 1985 erano appena 65 litri), e con esso anche il volume di affari per i produttori di acqua minerale è aumentato e di molto. Nel 2006, in Italia, erano attive 189 fonti e 304 marche di acque minerali in grado di generare un volume di affari di 2,2 miliardi di euro, grazie all'imbottigliamento di 12 miliardi di litri di acqua (Beverfood). L'acqua alle industrie che la imbottigliano poi costa poco. Sono solo otto infatti, spiega Legambiente, le regioni italiane che prevedono un canone in base alla quantita' di acqua imbottigliata: si va dai 3 euro ogni mille litri prelevati in Veneto ai 5 centesimi ogni mille litri della Campania. (ANSA). Y62-CR
20/03/2008 16:15
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OMS-UNICEF: GIORNATA ACQUA; 2,6 MLD PRIVI SERVIZI IGIENICI
(ANSA) - GINEVRA, 20 MAR - Almeno 2,6 miliardi di esseri umani (tra cui 980 milioni di bambini) nel mondo non hanno ancora acceso a servizi igienici di qualita' e sono esposti a gravi rischi sanitari, hanno ricordato oggi l'ORganizzazione mondiale della sanita' (Oms) e l'Unicef in un appello congiunto all'azione in occasione della Giornata mondiale dell'acqua. La situazione e' particolarmente grave in Africa, dove sei abitanti su dieci non hano accesso servizi igienici di qualita' - un gabinetto decente che consente di evacuare le acque sporche. Secondo il Direttore dell'Oms Margaret Chan, ''L'accesso ai servizi igienici e' un elemento fondamentale della salute pubblica''. ''Sappiamo che semplici interventi possono ridurre di un terzo il rischio di contrarre malattie come la dissenteria''. Oms e Unicef, stimano che tra il 1990 e il 2004, nel mondo, oltre 1 miliardo e 200 milioni di persone abbiano guadagnato accesso ai servizi igienici di qualita', un progresso, ma se le tendenze attuali proseguiranno 2,4 miliardi di persine ne saranno ancora escluse nel 2015. Il 2008 e' stato proclamato Anno Internazionale dei Servizi igienici dall'Assemblea Generale dell'Onu nel 2006, con l'obiettivo di accelerare i progressi verso l'Obiettivo di Sviluppo del Millennio che punta a dimezzare entro il 2015 la quota della popolazione globale priva di servizi igienici adeguati entro il 2015. Un migliore accesso ai servizi igienici significa avere a disposizione latrine pulite e sicure e un sistema per lo smaltimento delle acque nere per prevenire la trasmissione di agenti patogeni attraverso le feci. Servizi igienici adeguati e semplici abitudini igieniche quali il lavaggio delle mani - se possibile con sapone - possono evitare che batteri, virus e parassiti presenti negli escrementi umani contaminino le risorse d'acqua, il suolo e gli alimenti. Questa contaminazione e' infatti la principale causa della diarrea, la seconda causa di mortalita' infantile nei Paesi in via di sviluppo. XBV
20/03/2008 16:08
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ACQUA: PECORARO, IMPORTANTE RISPARMIO E RIUSO RISORSA IDRICA
(ANSA) - ROMA, 20 MAR - Serve sostenere il rinnovamento ''dell'agricoltura per usare meno acqua, dell'industria per il riciclo della risorsa, ma anche nei sistemi urbani dove in molti casi bisogna usare acqua recuperata e riutilizzata invece di sprecarne altra''. Cosi' il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, alla vigilia della Giornata mondiale dell'Acqua di sabato, a margine della conferenza stampa della prima delle '5 giornate verdi' dedicata all'energia oggi a Roma. Secondo Pecoraro ''bisogna avere una cultura del risparmio idrico, della tutela della risorsa e non dello spreco'', ricordando come ''non bisogna aspettare la siccita' per fare degli interventi'' e l'approvazione del recente piano di bacino dell'Arno. In particolare, ha spiegato il ministro dell'Ambiente ''occorre rivedere tutto il sistema delle concessioni nel nostro Paese, che risalgono addirittura all'unita' d'Italia''. (ANSA). Y62-BR
20/03/2008 16:08
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ANIMALI: SOS 10 PESCI ACQUA DOLCE, DA ANGUILLA A TROTA/ANSA
(ANSA) - ROMA, 20 MAR - Scompaiono i pesci d'acqua dolce italiani, veri 'termometri' della qualita' ambientale per fiumi, laghi e lagune. Tra nomi noti e altri tipici di alcune localita', sono in particolare dieci le specie piu' in pericolo: l'anguilla, il ghiozzo di ruscello, il panzarolo, il carpione del Garda, la trota marmorata, il carpione di Fibreno, la trota macrostigma, lo storione cobice, la lampreda di ruscello e la lampreda padana. Nuota sicuro il cavedano, un pesce capace di vivere persino in mezzo ad acque inquinate da scarichi industriali. Questo l'allarme lanciato oggi dal nuovo dossier del Wwf ''2008. Acque in Italia. L'emergenza continua: a rischio molte specie di pesci'', presentato alla vigilia della Giornata mondiale dell'acqua del 22 marzo. Nel bilancio presentato dagli ambientalisti sui nostri pesci d'acqua dolce, di circa 50 specie autoctone tre sono gia' estinte, mentre 22 rischiano lo stesso destino, con un diverso grado di pericolo. ''I pesci rappresentano senza dubbio una delle componenti biologiche piu' significative e a rischio degli ecosistemi di acque dolci - afferma Andrea Agapito Ludovici, responsabile acque del Wwf Italia - e rivestono anche una notevole importanza per il loro valore commerciale e ricreativo''. Ma la scomparsa di pesci tipicamente italiani, spiegano gli ambientalisti, e' solo un sintomo della gravita' della situazione delle acque interne. Quali le cause di questa emergenza secondo il Wwf? Dalla gestione inefficiente della rete idrografica superficiale alla distruzione di habitat naturali, con canalizzazioni, dighe, traverse, inquinamento, introduzione di specie 'straniere', oltre ad una confusione normativa, alla frammentazione di competenze e risorse e alla tardiva o mancata applicazione di direttive comunitarie. Di qui l'appello degli ambientalisti alle istituzioni, per il coinvolgimento di tutte le autorita' competenti. Volendo dare un quadro piu' dettagliato della top ten dei pesci piu' a rischio stilata dal Wwf, si comincia dall'anguilla, una delle specie piu' importanti per la pesca e per l'acquacoltura. Poi c'e' il ghiozzo di ruscello, un animale che vive solo in pochi fiumi dell'Italia centrale e in acque limpide e ben ossigenate; poi c'e' il panzarolo, che abita esclusivamente nella regione padana, mentre il carpione del Garda sopravvive solo in acque pulitissime, ed e' ad alto rischio sia per la pesca eccessiva sia per l'inquinamento delle acque del lago. La trota marmorata invece, presente in alcuni corsi d'acqua a Nord, non solo e' tra le prede piu' ambite dai pescatori sportivi ma viene anche minacciata nei periodi di riproduzione da interventi vari, come la costruzione di argini artificiali e prelievi di ghiaia. Tra le altre specie che stanno scomparendo il Wwf segnala il carpione di Fibreno, che vive unicamente in questo piccolo lago dell'Italia centrale, la trota macrostigma, che abita nelle regioni peninsulari tirreniche, Corsica, Sardegna e Sicilia, ed e' colpita da numerosi estinzioni 'locali', mentre lo storione cobice, nel bacino del Po e in alcuni fiumi del Veneto, migra tra gli estuari dei fiumi per poi risalire nel periodo di riproduzione i grandi fiumi, per poi finire in pasto ai pescatori professionisti. Infine, la lampreda di ruscella, tipica delle aree peninsulari tirreniche, e' sempre meno presente a causa del degrado degli habitat, un destino condiviso dalla lampreda padana.(ANSA). Y62-VI
20/03/2008 10:27
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Latina e Garigliano nuove centrali nucleari
Latina farà sempre la sua parte nel nucleare voluto dalla destra (PDL), dal centro (PD, Rutelli, udc, Casini) e presenta 2 siti adatti alla realizzazione di 15 nuove centrali in Italia.
Resta un mistero l'ubicazione delle scorie, lo smaltimento dove tenerle per decine di migliaia di anni.
Altrettanto rimane un mistero su come fronteggiare le morti provocate dalle emissioni e dal materiale contaminato.
Però intanto arriveranno i soldi per pagare le amministrazioni (non i cittadini, nè i parenti delle vittime) che hanno ospitato e ospiteranno le centrali.
Ovviamente non ci sono le condizioni economiche per avviare i progetti ma questo in Italia non è un problema.
Si sono iniziate centinaia di grandi opere nella penisola senza finanziamenti adatti e che non saranno mai (con questo metodo) ultimate.
La provincia di Latina poi ne ha esperienza passata e presente.
L'importante è progettare e farci campagne elettorali tanto poi ci sono i cittadini da salassare.
Se non basta lasceremeo debiti alle generazioni future.
Pontinia è arrivata la primavera Ecologia e Territorio Giorgio Libralato
NUCLEARE: PROVOCAZIONE SA, ECCO 15 SITI PER CENTRALI
(ANSA) - FIRENZE, 20 MAR - Quindici siti per centrali nucleari di piccole dimensioni, 12 siti per centrali nucleari piu' grandi. La mappa e' stata stilata provocatoriamente da Fabio Roggiolani, consigliere regionale toscano dei Verdi, responsabile nazionale energia del Sole che ride e candidato alla Camera per la Sinistra Arcobaleno. ''Abbiamo fatto fare questo studio - afferma Roggiolani - dopo il ritorno al nucleare bipartisan, proposto da Guido Possa di Forza Italia e subito accettato dal ministro Pierluigi Bersani. Vediamo se gli elettori di quelle zone vogliono un futuro nucleare o uno basato sulle rinnovabili''. I siti vanno da nord a sud: Trino (Vicenza), Fossano (Cuneo), Caorso (Piacenza), Monfalcone (Gorizia), Chioggia (Venezia), Ravenna, Scarlino (Grosseto), San Benedetto (Ascoli Piceno), Latina, Garigliano (Caserta), Termoli (Campobasso), Mola (Bari), Scanzano Jonico (Matera), Palma (Agrigento) e Oristano. Sono stati individuati tramite una ricerca commissionata a Francesco Meneguzzo del Cnr, che ha valutato la popolosita', il rischio sismico e il rischio alluvionale. Nella relazione dello studio, Meneguzzo precisa anche che ''il costo del nucleare e' molto superiore alle alternative esistenti''. ''Siamo nelle condizioni - conclude Roggiolani, che ha partecipato a una manifestazione sulle rinnovabili a Firenze - di produrre la stessa quantita' di energia con il solare e l'eolico''. (ANSA). YG2-GRO
20/03/2008 16:10
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Resta un mistero l'ubicazione delle scorie, lo smaltimento dove tenerle per decine di migliaia di anni.
Altrettanto rimane un mistero su come fronteggiare le morti provocate dalle emissioni e dal materiale contaminato.
Però intanto arriveranno i soldi per pagare le amministrazioni (non i cittadini, nè i parenti delle vittime) che hanno ospitato e ospiteranno le centrali.
Ovviamente non ci sono le condizioni economiche per avviare i progetti ma questo in Italia non è un problema.
Si sono iniziate centinaia di grandi opere nella penisola senza finanziamenti adatti e che non saranno mai (con questo metodo) ultimate.
La provincia di Latina poi ne ha esperienza passata e presente.
L'importante è progettare e farci campagne elettorali tanto poi ci sono i cittadini da salassare.
Se non basta lasceremeo debiti alle generazioni future.
Pontinia è arrivata la primavera Ecologia e Territorio Giorgio Libralato
NUCLEARE: PROVOCAZIONE SA, ECCO 15 SITI PER CENTRALI
(ANSA) - FIRENZE, 20 MAR - Quindici siti per centrali nucleari di piccole dimensioni, 12 siti per centrali nucleari piu' grandi. La mappa e' stata stilata provocatoriamente da Fabio Roggiolani, consigliere regionale toscano dei Verdi, responsabile nazionale energia del Sole che ride e candidato alla Camera per la Sinistra Arcobaleno. ''Abbiamo fatto fare questo studio - afferma Roggiolani - dopo il ritorno al nucleare bipartisan, proposto da Guido Possa di Forza Italia e subito accettato dal ministro Pierluigi Bersani. Vediamo se gli elettori di quelle zone vogliono un futuro nucleare o uno basato sulle rinnovabili''. I siti vanno da nord a sud: Trino (Vicenza), Fossano (Cuneo), Caorso (Piacenza), Monfalcone (Gorizia), Chioggia (Venezia), Ravenna, Scarlino (Grosseto), San Benedetto (Ascoli Piceno), Latina, Garigliano (Caserta), Termoli (Campobasso), Mola (Bari), Scanzano Jonico (Matera), Palma (Agrigento) e Oristano. Sono stati individuati tramite una ricerca commissionata a Francesco Meneguzzo del Cnr, che ha valutato la popolosita', il rischio sismico e il rischio alluvionale. Nella relazione dello studio, Meneguzzo precisa anche che ''il costo del nucleare e' molto superiore alle alternative esistenti''. ''Siamo nelle condizioni - conclude Roggiolani, che ha partecipato a una manifestazione sulle rinnovabili a Firenze - di produrre la stessa quantita' di energia con il solare e l'eolico''. (ANSA). YG2-GRO
20/03/2008 16:10
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Codice beni culturali e paesaggio: ok del CdM alle modifiche
Codice beni culturali e paesaggio: ok del CdM alle modifiche
Sarà obbligatorio ma non vincolante il parere della Soprintendenza sulle autorizzazioni paesaggistiche
di Rossella Calabrese
21/03/2008 - Sono stati approvati dal Consiglio dei Ministri, due decreti legislativi che modificano il Codice dei beni culturali e del paesaggio (Dlgs 42/2004).
Sui due provvedimenti, che innovano rispettivamente la disciplina in materia di paesaggio e quella in materia di beni culturali, hanno già espresso parere favorevole la Conferenza unificata e le Commissioni parlamentari (leggi tutto www.edilportale.com).
Il decreto relativo al paesaggio innova in materia di nozione di paesaggio, pianificazione paesistica, regime delle autorizzazioni paesaggistiche. In primo luogo è stata formulata una nuova definizione di “paesaggio” in linea con i principi della Convenzione europea del paesaggio e con le finalità di tutela del Codice.
Viene stabilito che il piano paesaggistico, la cui redazione rientra tra le competenze delle Regioni, è elaborato congiuntamente dal Ministero dei beni culturali e dalle Regioni, per le parti che riguardano beni paesaggistici.
In tema di autorizzazioni paesaggistiche è attribuito alle Soprintendenze il compito di emettere un parere vincolante preventivo sulla conformità dell’intervento ai piani paesaggistici ed ai vincoli. Su questo punto è stata accolta la richiesta della Conferenza Unificata di modificare la natura del parere, da vincolante a meramente obbligatorio, quando il Ministero abbia positivamente vagliato l’avvenuto adeguamento degli strumenti urbanistici alle prescrizioni dei piani paesaggistici. Il termine entro cui le Soprintendenze devono pronunciarsi passa da sessanta a quarantacinque giorni, e alla scadenza può essere indetta una conferenza di servizi nell’ambito della quale il soprintendente ha ulteriori 15 giorni per emettere il parere. In mancanza, la decisione è rimessa all Regione o al Comune delegato. La delegabilità ai Comuni del potere di autorizzazione è limitata ai casi in cui essi dispongano di adeguati uffici tecnici ed assicurino la separazione tra gli uffici che valutano gli aspetti urbanistici e quelli che valutano gli aspetti paesaggistici.
Il nuovo decreto introduce l’obbligo di rivedere entro un anno i vincoli esistenti, allo scopo di specificare le regole da rispettare in virtù del vincolo.
Sarà istituita presso il Ministero dei beni culturali un’apposita struttura tecnica incaricata di assistere i Comuni nella demolizione degli ecomostri. La disposizione si aggiunge a quella contenuta nella Finanziaria 2008 che stanzia 15 milioni di Euro all’anno, a partire dal 2008, per interventi di recupero del paesaggio.
Il decreto relativo ai beni culturali ridefinisce la disciplina della dismissione o utilizzo a scopo di valorizzazione economica del patrimonio culturale immobiliare di proprietà pubblica, recuperando l'impianto normativo del Dpr 283/2000, il regolamento che disciplinava le alienazioni dei beni del demanio storico-artistico e che era stato espressamente abrogato dal Codice.
Il nuovo decreto prevede che la richiesta di autorizzazione sia corredata da maggiori indicazioni: oltre alla destinazione d'uso del bene e al programma delle misure per garantirne la conservazione, già previste, il proprietario deve indicare obiettivi, tempi e modalità di valorizzazione che si intendono conseguire con l'alienazione, la destinazione d'uso del bene prevista e le modalità di fruizione pubblica. L'autorizzazione non potrà essere rilasciata qualora la destinazione d'uso proposta, in seguito alla alienazione, sia suscettibile di arrecare pregiudizio alla conservazione e fruizione del bene, o risulti incompatibile con il suo carattere storico-artistico. Sono poi dettati requisiti specifici qualora la richiesta di alienazione riguardi immobili utilizzati a scopo abitativo o commerciale.
(riproduzione riservata)
Sarà obbligatorio ma non vincolante il parere della Soprintendenza sulle autorizzazioni paesaggistiche
di Rossella Calabrese
21/03/2008 - Sono stati approvati dal Consiglio dei Ministri, due decreti legislativi che modificano il Codice dei beni culturali e del paesaggio (Dlgs 42/2004).
Sui due provvedimenti, che innovano rispettivamente la disciplina in materia di paesaggio e quella in materia di beni culturali, hanno già espresso parere favorevole la Conferenza unificata e le Commissioni parlamentari (leggi tutto www.edilportale.com).
Il decreto relativo al paesaggio innova in materia di nozione di paesaggio, pianificazione paesistica, regime delle autorizzazioni paesaggistiche. In primo luogo è stata formulata una nuova definizione di “paesaggio” in linea con i principi della Convenzione europea del paesaggio e con le finalità di tutela del Codice.
Viene stabilito che il piano paesaggistico, la cui redazione rientra tra le competenze delle Regioni, è elaborato congiuntamente dal Ministero dei beni culturali e dalle Regioni, per le parti che riguardano beni paesaggistici.
In tema di autorizzazioni paesaggistiche è attribuito alle Soprintendenze il compito di emettere un parere vincolante preventivo sulla conformità dell’intervento ai piani paesaggistici ed ai vincoli. Su questo punto è stata accolta la richiesta della Conferenza Unificata di modificare la natura del parere, da vincolante a meramente obbligatorio, quando il Ministero abbia positivamente vagliato l’avvenuto adeguamento degli strumenti urbanistici alle prescrizioni dei piani paesaggistici. Il termine entro cui le Soprintendenze devono pronunciarsi passa da sessanta a quarantacinque giorni, e alla scadenza può essere indetta una conferenza di servizi nell’ambito della quale il soprintendente ha ulteriori 15 giorni per emettere il parere. In mancanza, la decisione è rimessa all Regione o al Comune delegato. La delegabilità ai Comuni del potere di autorizzazione è limitata ai casi in cui essi dispongano di adeguati uffici tecnici ed assicurino la separazione tra gli uffici che valutano gli aspetti urbanistici e quelli che valutano gli aspetti paesaggistici.
Il nuovo decreto introduce l’obbligo di rivedere entro un anno i vincoli esistenti, allo scopo di specificare le regole da rispettare in virtù del vincolo.
Sarà istituita presso il Ministero dei beni culturali un’apposita struttura tecnica incaricata di assistere i Comuni nella demolizione degli ecomostri. La disposizione si aggiunge a quella contenuta nella Finanziaria 2008 che stanzia 15 milioni di Euro all’anno, a partire dal 2008, per interventi di recupero del paesaggio.
Il decreto relativo ai beni culturali ridefinisce la disciplina della dismissione o utilizzo a scopo di valorizzazione economica del patrimonio culturale immobiliare di proprietà pubblica, recuperando l'impianto normativo del Dpr 283/2000, il regolamento che disciplinava le alienazioni dei beni del demanio storico-artistico e che era stato espressamente abrogato dal Codice.
Il nuovo decreto prevede che la richiesta di autorizzazione sia corredata da maggiori indicazioni: oltre alla destinazione d'uso del bene e al programma delle misure per garantirne la conservazione, già previste, il proprietario deve indicare obiettivi, tempi e modalità di valorizzazione che si intendono conseguire con l'alienazione, la destinazione d'uso del bene prevista e le modalità di fruizione pubblica. L'autorizzazione non potrà essere rilasciata qualora la destinazione d'uso proposta, in seguito alla alienazione, sia suscettibile di arrecare pregiudizio alla conservazione e fruizione del bene, o risulti incompatibile con il suo carattere storico-artistico. Sono poi dettati requisiti specifici qualora la richiesta di alienazione riguardi immobili utilizzati a scopo abitativo o commerciale.
(riproduzione riservata)
giovedì 20 marzo 2008
Veltroni e il tg1, perché?
Veltroni e il tg1, perché?
In questi giorni il tg1 delle 13.30 fa vedere le tappe di Veltroni, ieri con una piazza piena di gente, oggi un teatro. Alcune domande sulla “stranezza” delle immagini:
1) tranne qualche rara eccezione (evidentemente di candidati locali) come mai non c’è alcuna ripresa in primo piano?
2) alcune inquadrature hanno un campo visivo ristretto, stile Berlusconi a San Babila, perché? Lo stesso Veltroni viene ripreso da molto vicino.
3) è pensabile che in questo periodo, di mattina, tanta gente si possa recare a questi appuntamenti? Non lavora nessuno in Italia?
4) Durante la bruttissima campagna elettorale del 2001 di Rutelli lo stesso candidato premier veniva inquadrato dalle telecamere del tg rai in ambiente sempre pieni di gente. Poi Striscia la notizia smascherava l’inganno facendo vedere che in realtà la platea era scarsa. C’è forse qualcosa di male se si manda in onda la realtà?
5) Oppure si pensa che anche altre coalizioni facciano altrettanto?
6) Per esempio Casini viene ripreso ogni giorno che parla, parla (senza dire nulla come sempre, ma questo è altro argomento) con sempre lo stesso sfondo. In realtà potrebbe essere nel suo studio a parlare ad uso e consumo del tg. Ci rappresentano un fatto reale oppure è la variante del “panino”?
In questi giorni il tg1 delle 13.30 fa vedere le tappe di Veltroni, ieri con una piazza piena di gente, oggi un teatro. Alcune domande sulla “stranezza” delle immagini:
1) tranne qualche rara eccezione (evidentemente di candidati locali) come mai non c’è alcuna ripresa in primo piano?
2) alcune inquadrature hanno un campo visivo ristretto, stile Berlusconi a San Babila, perché? Lo stesso Veltroni viene ripreso da molto vicino.
3) è pensabile che in questo periodo, di mattina, tanta gente si possa recare a questi appuntamenti? Non lavora nessuno in Italia?
4) Durante la bruttissima campagna elettorale del 2001 di Rutelli lo stesso candidato premier veniva inquadrato dalle telecamere del tg rai in ambiente sempre pieni di gente. Poi Striscia la notizia smascherava l’inganno facendo vedere che in realtà la platea era scarsa. C’è forse qualcosa di male se si manda in onda la realtà?
5) Oppure si pensa che anche altre coalizioni facciano altrettanto?
6) Per esempio Casini viene ripreso ogni giorno che parla, parla (senza dire nulla come sempre, ma questo è altro argomento) con sempre lo stesso sfondo. In realtà potrebbe essere nel suo studio a parlare ad uso e consumo del tg. Ci rappresentano un fatto reale oppure è la variante del “panino”?
chiediamo di far parte del Trentino e diventare città del sole
Oggetto: chiediamo di far parte del Trentino per diventare la città del sole
Penso che l’amministrazione comunale di Pontinia dovrebbe chiedere di far parte del Trentino Alto Adige per diventare una città attenta all’ambiente, alla salute, all’economia dei cittadini e anche la città del sole.
Nemmeno da paragonare l’esposizione solare, le caratteristiche atmosferiche e la quantità di energia che si potrebbe catturare dal sole.
Se l’umanità vuole sopravvivere a sé stessa deve cambiare combustibile e deve puntare sull’energia naturale e rinnovabile.
Non lo dicono degli utopisti o degli ambientalisti come facevano fin dagli anni 50, dagli anni 70 lo dicono gli scienziati, ma da qualche anno lo dicono statisti mondiali (per fare un esempio Blair e Gore e oggi addirittura Bush), soprattutto lo affermano economisti e le aziende della Silicon Valley.
Addirittura anche le aziende petrolifere puntano sull’energia naturale e rinnovabile.
Qualcuno parla del partito del no.
E’ chiaro che se uno domanda: vuoi essere investito da scarichi che producono tumori e malattie gravi la risposta è no.
Altrettanto ovvio se uno chiede: posso danneggiare la tua economia e quella delle future generazioni per specularci la risposta è no.
Basta chiederlo ad un bambino e non ad un partito politico.
Per questi motivi le amministrazioni comunali devono dare l’esempio e puntare sulle energie naturali e rinnovabili. Non è una scelta è un obbligo. A meno che uno non voglia il male di sé stesso, del suo territorio e dei cittadini che amministra.
Per questo ancora una volta, impariamo dagli esempi positivi e virtuosi.
Basta copiare.
Pontinia 20 marzo 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
ECO-ENERGIA:DA SOLE A VENTO, 40% COMUNI USA FONTI VERDI/ANSA
(ANSA) - ROMA - Sono sempre di piu' i comuni italiani, specie piccoli centri, che puntano sulle fonti verdi, dal sole al vento, per soddisfare il proprio fabbisogno energetico. Nel giro di un anno sono infatti raddoppiate le amministrazioni che si sono date da fare in questo senso, toccando quota 3.190 comuni sugli oltre 8.000 del Belpaese che hanno investito su almeno un impianto fra solare fotovoltaico e termico, eolico, geotermia, biomasse e piccoli impianti idroelettrici, arrivando quindi al 39% del totale, cioe' 1.928 comuni in piu' rispetto al 2007. Questo il principale dato emerso dal rapporto Comuni rinnovabili 2008 di Legambiente, presentato questa mattina a Roma, dove a fare la parte del leone sono i piccoli centri, ben 1.664 comuni con meno di 5.000 abitanti. Tanti gli impianti installati, con un autentico boom del solare fotovoltaico per oltre 90 MW di pannelli. In cima alla classifica dei piu' virtuosi, i cosiddetti '100% rinnovabili' si piazza Dobbiaco (Bz), seguito da Rio di Pusteria (Bz) e Cavalese (Tn). Dobbiaco, con i suoi 3.248 abitanti, e' l'unica amministrazione a soddisfare completamente con energie pulite sia il suo fabbisogno termico sia quello elettrico.
''Ora il futuro e' il sole, vogliamo puntare sul fotovoltaico'' spiega Bernhard Mair, il sindaco di Dobbiaco, il primo comune autosufficiente grazie ad una centrale termica, impianti fotovoltaici e mini-idroelettrico. Il caso di Dobbiaco non e' isolato, secondo i dati del dossier le rinnovabili sono un'alternativa concreta al fabbisogno energetico in 188 Comuni, dove il riscaldamento, l'acqua calda per usi sanitari, l' elettricita' vengono prodotti interamente da fonti pulite: 172 sono quelli autosufficienti nella produzione di energia elettrica, grazie a eolico e mini idroelettrico; 16 quelli che riescono a soddisfare completamente il fabbisogno termico delle famiglie grazie al teleriscaldamento da rinnovabile. Al primo posto per il solare termico si piazza Selva di Val Gardena (Bz), mentre Prato allo Stelvio (Bz) e' al top per il solare fotovoltaico, mentre Catania, Roma e Siena sono i comuni che hanno installato rispettivamente piu' pannelli solari termici sugli edifici pubblici, mentre Prato, San Germano Chisone (To) e Foggia quelli ad avere piu' pannelli fotovoltaici nell'edilizia comunale.
''Gia' oggi sono centinaia i comuni che producono piu' energia elettrica di quella che consumano'' afferma Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente, che ricorda come le fonti rinnovabili convengano anche ai cittadini che ''pagano bollette meno salate e respirano un'aria piu' pulita''. Anche in vista degli obiettivi fissati dall'Unione europea, secondo Zanchini ''occorre semplificare le procedure per l'approvazione e la realizzazione degli impianti'' e ''bisogna inoltre avere il coraggio di introdurre l'obbligo di un contributo minimo delle fonti energetiche rinnovabili, per il fabbisogno termico ed elettrico, in tutti i nuovi interventi edilizi''. (ANSA).
Penso che l’amministrazione comunale di Pontinia dovrebbe chiedere di far parte del Trentino Alto Adige per diventare una città attenta all’ambiente, alla salute, all’economia dei cittadini e anche la città del sole.
Nemmeno da paragonare l’esposizione solare, le caratteristiche atmosferiche e la quantità di energia che si potrebbe catturare dal sole.
Se l’umanità vuole sopravvivere a sé stessa deve cambiare combustibile e deve puntare sull’energia naturale e rinnovabile.
Non lo dicono degli utopisti o degli ambientalisti come facevano fin dagli anni 50, dagli anni 70 lo dicono gli scienziati, ma da qualche anno lo dicono statisti mondiali (per fare un esempio Blair e Gore e oggi addirittura Bush), soprattutto lo affermano economisti e le aziende della Silicon Valley.
Addirittura anche le aziende petrolifere puntano sull’energia naturale e rinnovabile.
Qualcuno parla del partito del no.
E’ chiaro che se uno domanda: vuoi essere investito da scarichi che producono tumori e malattie gravi la risposta è no.
Altrettanto ovvio se uno chiede: posso danneggiare la tua economia e quella delle future generazioni per specularci la risposta è no.
Basta chiederlo ad un bambino e non ad un partito politico.
Per questi motivi le amministrazioni comunali devono dare l’esempio e puntare sulle energie naturali e rinnovabili. Non è una scelta è un obbligo. A meno che uno non voglia il male di sé stesso, del suo territorio e dei cittadini che amministra.
Per questo ancora una volta, impariamo dagli esempi positivi e virtuosi.
Basta copiare.
Pontinia 20 marzo 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
ECO-ENERGIA:DA SOLE A VENTO, 40% COMUNI USA FONTI VERDI/ANSA
(ANSA) - ROMA - Sono sempre di piu' i comuni italiani, specie piccoli centri, che puntano sulle fonti verdi, dal sole al vento, per soddisfare il proprio fabbisogno energetico. Nel giro di un anno sono infatti raddoppiate le amministrazioni che si sono date da fare in questo senso, toccando quota 3.190 comuni sugli oltre 8.000 del Belpaese che hanno investito su almeno un impianto fra solare fotovoltaico e termico, eolico, geotermia, biomasse e piccoli impianti idroelettrici, arrivando quindi al 39% del totale, cioe' 1.928 comuni in piu' rispetto al 2007. Questo il principale dato emerso dal rapporto Comuni rinnovabili 2008 di Legambiente, presentato questa mattina a Roma, dove a fare la parte del leone sono i piccoli centri, ben 1.664 comuni con meno di 5.000 abitanti. Tanti gli impianti installati, con un autentico boom del solare fotovoltaico per oltre 90 MW di pannelli. In cima alla classifica dei piu' virtuosi, i cosiddetti '100% rinnovabili' si piazza Dobbiaco (Bz), seguito da Rio di Pusteria (Bz) e Cavalese (Tn). Dobbiaco, con i suoi 3.248 abitanti, e' l'unica amministrazione a soddisfare completamente con energie pulite sia il suo fabbisogno termico sia quello elettrico.
''Ora il futuro e' il sole, vogliamo puntare sul fotovoltaico'' spiega Bernhard Mair, il sindaco di Dobbiaco, il primo comune autosufficiente grazie ad una centrale termica, impianti fotovoltaici e mini-idroelettrico. Il caso di Dobbiaco non e' isolato, secondo i dati del dossier le rinnovabili sono un'alternativa concreta al fabbisogno energetico in 188 Comuni, dove il riscaldamento, l'acqua calda per usi sanitari, l' elettricita' vengono prodotti interamente da fonti pulite: 172 sono quelli autosufficienti nella produzione di energia elettrica, grazie a eolico e mini idroelettrico; 16 quelli che riescono a soddisfare completamente il fabbisogno termico delle famiglie grazie al teleriscaldamento da rinnovabile. Al primo posto per il solare termico si piazza Selva di Val Gardena (Bz), mentre Prato allo Stelvio (Bz) e' al top per il solare fotovoltaico, mentre Catania, Roma e Siena sono i comuni che hanno installato rispettivamente piu' pannelli solari termici sugli edifici pubblici, mentre Prato, San Germano Chisone (To) e Foggia quelli ad avere piu' pannelli fotovoltaici nell'edilizia comunale.
''Gia' oggi sono centinaia i comuni che producono piu' energia elettrica di quella che consumano'' afferma Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente, che ricorda come le fonti rinnovabili convengano anche ai cittadini che ''pagano bollette meno salate e respirano un'aria piu' pulita''. Anche in vista degli obiettivi fissati dall'Unione europea, secondo Zanchini ''occorre semplificare le procedure per l'approvazione e la realizzazione degli impianti'' e ''bisogna inoltre avere il coraggio di introdurre l'obbligo di un contributo minimo delle fonti energetiche rinnovabili, per il fabbisogno termico ed elettrico, in tutti i nuovi interventi edilizi''. (ANSA).
clima, c’è bisogno del coordinamento della provincia
Mentre l’amministrazione provinciale di Latina sembra attraversare la prima crisi di governo dopo 4 anni per motivi elettorali c’è bisogno di coordinamento sul clima.
L’amministrazione provinciale di Latina in carica ha ancora 1 anno davanti per dimostrare che sul fronte dei rifiuti farà qualcosa che significhi almeno raggiungere gli obiettivi minimi di legge, è ancora molto indietro su tutta una serie di programmazione e gestione del territorio.
Sull’acqua il caso è diventato prima nazionale e poi internazionale per via di migliaia di contestazioni che hanno originato addirittura una delle poche proposte di legge di iniziativa popolare.
Proprio delll’acqua il 22 marzo ci sarà la giornata mondiale che speriamo serva a ispirare gli amministratori provinciali cambiando una gestione che, appunto, in base alle contestazione appare non gradita.
Le amministrazioni locali, come spiegherà la ferenza Europea sul Clima che si svolgera' dal 2 al 4 aprile a Rovigo, su iniziativa di quella Provincia e dell'Iclei, associazione internazionale di governi locali per lo sviluppo sostenibile, sono fondamentali. ''Grandi obiettivi come quelli di Kyoto sono raggiungibili solo se si traducono in comportamenti quotidiani a livello locale - ha rilevato Massimo Rossi dell'Upi (Unione Province d' Italia), presentando l'iniziativa - e per questo sono cruciali le azioni convergenti dei Comuni, coordinati dalle Province''. . Basti pensare che, e' stato ricordato, un km percorso in auto produce 200 grammi di emissioni, ma in Italia solo il 4% della mobilita' si compie in bicicletta, contro il 27% dell'Olanda. Il 20% delle emissioni di Co2 in Italia deriva dai sistemi locali, chiamando in causa proprio le politiche territoriali su questioni che vanno dalla mobilita' ai consumi energetici e ai riscaldamenti domestici. Un 20% che corrisponde anche alla quota di riduzione delle emissioni entro il 2020 confermato come obiettivo nei giorni scorsi a Bruxelles.
Quindi speriamo che quest’ultimo anno sarà impiegato per lasciare un buon ricordo sui cittadini e soprattutto dare un contributo decisivo nella salvaguardia, tutela, programmazione, territoriale e ambientale.
Anche allontanando progetti sbagliati e dannosi per il territorio, centrali elettriche e inceneritori, ma anche puntare sul trasporto pubblico, sulla rotaia, la differenziata spinta, sulla gestione pubblica dell’acqua.
Pontinia 20 marzo 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
CLIMA: RIDUZIONE GLOBALE CO2 PASSA ANCHE PER GOVERNI LOCALI
(ANSA) - ROMA, 18 MAR - Il 20% delle emissioni di Co2 in Italia deriva dai sistemi locali, chiamando in causa proprio le politiche territoriali su questioni che vanno dalla mobilita' ai consumi energetici e ai riscaldamenti domestici. Un 20% che corrisponde anche alla quota di riduzione delle emissioni entro il 2020 confermato come obiettivo nei giorni scorsi a Bruxelles. Si gioca su queste cifre la rilevanza della Conferenza Europea sul Clima che si svolgera' dal 2 al 4 aprile a Rovigo, su iniziativa di quella Provincia e dell'Iclei, associazione internazionale di governi locali per lo sviluppo sostenibile. ''Grandi obiettivi come quelli di Kyoto sono raggiungibili solo se si traducono in comportamenti quotidiani a livello locale - ha rilevato Massimo Rossi dell'Upi (Unione Province d' Italia), presentando l'iniziativa - e per questo sono cruciali le azioni convergenti dei Comuni, coordinati dalle Province''. Proprio le buone pratiche avviate in campo internazionale saranno tema del confronto a Rovigo, centrato non solo su come mitigare i cambiamenti climatici, ma anche sulle azioni territoriali coordinate di adattamento a quelli gia' avvenuti. Un tema quest'ultimo - ha rilevato Marike van Staden dell'Iclei (Local Government for Sustainibility) - entrato di recente nel dibattito. Ed e' importante, ha aggiunto, che ad esserne coinvolti non siano soltanto grandi citta' come Roma e Milano, ma anche i centri medio-piccoli come Rovigo. Ma Stoccolma ''ha gia' ridotto le emissioni del 25% - ha ricordato van Staden - con l'obiettivo di azzerarle del tutto entro il 2020-2030''. In Italia intanto e' ancora il numero 20 a tornare. ''Quel 20% di emissioni da noi corrispondono a 20 tonnellate di Co2 - ha notato Emilio D'Alessio, del Coordinamento nazionale Agende 21 Locali - e il ruolo degli enti locali e' essenziale anche nel comunicare alla gente gli effetti dei comportamenti''. Basti pensare che, e' stato ricordato, un km percorso in auto produce 200 grammi di emissioni, ma in Italia solo il 4% della mobilita' si compie in bicicletta, contro il 27% dell'Olanda. Mentre i ritardi italiani sugli obiettivi di Kyoto del 2012 - ha aggiunto D'Alessio - si traducono in 2,5 miliardi di euro che il Paese dovra' trasferire a quelli che di emissioni ne producono meno, quando sarebbe molto piu' utile versarne una parte alle Province per azioni virtuose locali. Ma nella direzione delle buone pratiche si e' gia' mossa proprio la Provincia di Rovigo, ha evidenziato il suo presidente Federico Saccardin, anche alla luce delle ''contraddizioni'' del territorio. Tanto da candidarsi appunto come sede della Conferenza, da cui usciranno specifiche linee guida per le politiche locali. L'incontro, cui partecipano circa 30 Paesi, e' sostenuto anche da Intelligent Energy Europe, ministero dell'Ambiente, Regione Veneto e Anci. (ANSA). BOR
18/03/2008 14:57
© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati
L’amministrazione provinciale di Latina in carica ha ancora 1 anno davanti per dimostrare che sul fronte dei rifiuti farà qualcosa che significhi almeno raggiungere gli obiettivi minimi di legge, è ancora molto indietro su tutta una serie di programmazione e gestione del territorio.
Sull’acqua il caso è diventato prima nazionale e poi internazionale per via di migliaia di contestazioni che hanno originato addirittura una delle poche proposte di legge di iniziativa popolare.
Proprio delll’acqua il 22 marzo ci sarà la giornata mondiale che speriamo serva a ispirare gli amministratori provinciali cambiando una gestione che, appunto, in base alle contestazione appare non gradita.
Le amministrazioni locali, come spiegherà la ferenza Europea sul Clima che si svolgera' dal 2 al 4 aprile a Rovigo, su iniziativa di quella Provincia e dell'Iclei, associazione internazionale di governi locali per lo sviluppo sostenibile, sono fondamentali. ''Grandi obiettivi come quelli di Kyoto sono raggiungibili solo se si traducono in comportamenti quotidiani a livello locale - ha rilevato Massimo Rossi dell'Upi (Unione Province d' Italia), presentando l'iniziativa - e per questo sono cruciali le azioni convergenti dei Comuni, coordinati dalle Province''. . Basti pensare che, e' stato ricordato, un km percorso in auto produce 200 grammi di emissioni, ma in Italia solo il 4% della mobilita' si compie in bicicletta, contro il 27% dell'Olanda. Il 20% delle emissioni di Co2 in Italia deriva dai sistemi locali, chiamando in causa proprio le politiche territoriali su questioni che vanno dalla mobilita' ai consumi energetici e ai riscaldamenti domestici. Un 20% che corrisponde anche alla quota di riduzione delle emissioni entro il 2020 confermato come obiettivo nei giorni scorsi a Bruxelles.
Quindi speriamo che quest’ultimo anno sarà impiegato per lasciare un buon ricordo sui cittadini e soprattutto dare un contributo decisivo nella salvaguardia, tutela, programmazione, territoriale e ambientale.
Anche allontanando progetti sbagliati e dannosi per il territorio, centrali elettriche e inceneritori, ma anche puntare sul trasporto pubblico, sulla rotaia, la differenziata spinta, sulla gestione pubblica dell’acqua.
Pontinia 20 marzo 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
CLIMA: RIDUZIONE GLOBALE CO2 PASSA ANCHE PER GOVERNI LOCALI
(ANSA) - ROMA, 18 MAR - Il 20% delle emissioni di Co2 in Italia deriva dai sistemi locali, chiamando in causa proprio le politiche territoriali su questioni che vanno dalla mobilita' ai consumi energetici e ai riscaldamenti domestici. Un 20% che corrisponde anche alla quota di riduzione delle emissioni entro il 2020 confermato come obiettivo nei giorni scorsi a Bruxelles. Si gioca su queste cifre la rilevanza della Conferenza Europea sul Clima che si svolgera' dal 2 al 4 aprile a Rovigo, su iniziativa di quella Provincia e dell'Iclei, associazione internazionale di governi locali per lo sviluppo sostenibile. ''Grandi obiettivi come quelli di Kyoto sono raggiungibili solo se si traducono in comportamenti quotidiani a livello locale - ha rilevato Massimo Rossi dell'Upi (Unione Province d' Italia), presentando l'iniziativa - e per questo sono cruciali le azioni convergenti dei Comuni, coordinati dalle Province''. Proprio le buone pratiche avviate in campo internazionale saranno tema del confronto a Rovigo, centrato non solo su come mitigare i cambiamenti climatici, ma anche sulle azioni territoriali coordinate di adattamento a quelli gia' avvenuti. Un tema quest'ultimo - ha rilevato Marike van Staden dell'Iclei (Local Government for Sustainibility) - entrato di recente nel dibattito. Ed e' importante, ha aggiunto, che ad esserne coinvolti non siano soltanto grandi citta' come Roma e Milano, ma anche i centri medio-piccoli come Rovigo. Ma Stoccolma ''ha gia' ridotto le emissioni del 25% - ha ricordato van Staden - con l'obiettivo di azzerarle del tutto entro il 2020-2030''. In Italia intanto e' ancora il numero 20 a tornare. ''Quel 20% di emissioni da noi corrispondono a 20 tonnellate di Co2 - ha notato Emilio D'Alessio, del Coordinamento nazionale Agende 21 Locali - e il ruolo degli enti locali e' essenziale anche nel comunicare alla gente gli effetti dei comportamenti''. Basti pensare che, e' stato ricordato, un km percorso in auto produce 200 grammi di emissioni, ma in Italia solo il 4% della mobilita' si compie in bicicletta, contro il 27% dell'Olanda. Mentre i ritardi italiani sugli obiettivi di Kyoto del 2012 - ha aggiunto D'Alessio - si traducono in 2,5 miliardi di euro che il Paese dovra' trasferire a quelli che di emissioni ne producono meno, quando sarebbe molto piu' utile versarne una parte alle Province per azioni virtuose locali. Ma nella direzione delle buone pratiche si e' gia' mossa proprio la Provincia di Rovigo, ha evidenziato il suo presidente Federico Saccardin, anche alla luce delle ''contraddizioni'' del territorio. Tanto da candidarsi appunto come sede della Conferenza, da cui usciranno specifiche linee guida per le politiche locali. L'incontro, cui partecipano circa 30 Paesi, e' sostenuto anche da Intelligent Energy Europe, ministero dell'Ambiente, Regione Veneto e Anci. (ANSA). BOR
18/03/2008 14:57
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manifesti selvaggi
La Lista Civica Liberi e Forti che nelle elezioni politiche sostiene “il Popolo della Libertà”, invita tutti a rendere sempre ordinate e pulite le città anche durante l’attuale campagna elettorale. Quindi sottoscrivono un Patto con gli Elettori perché i manifesti siano affissi solo sui tabelloni appositamente sistemati dalle Amministrazioni Comunali al numero assegnato dall’Ufficio Elettorale.
Quindi durante la campagna elettorale ci atterremo scrupolosamente a quando deciso dagli uffici elettorali del Comune.
Questa iniziativa della Lista Civica Liberi e Forti è mirata a far comprendere che l’intervento di propaganda nelle città sia dignitoso e rispettoso del senso civico, nel rispetto di tutti i cittadini.
Il Presidente
Giuseppe Anitori
Pontinia, 19 marzo 2008
Grazie dell'informazione.
Nel passato ho fotografato più volte e denunciato agli organi competenti persone che attaccavano manifesti fuori dagli spazi consentiti.
Tra questi anche un ex segretario di partito di an.
Inoltre ho fotografato manifesti fuori posto di fi, an, udc, oltre ad altri partiti.
Non solo proprio il candidato sindaco della lista liberi e forti aveva manifesti dappertutto compresi alberi, pali e segnali stradali.
Addirittura nei comuni di Latina, Sabaudia, Sezze, Terracina, Sonnino, Priverno.
Lo spazio dei verdi è stato occupato anche da Berlusconi.
In risposta a queste denunce il Prefetto qualche anno fa aveva convocato tutte le amministrazioni comunali e i partiti per evitare l'ennesimo scempio.
Eravamo presenti 3 segretari provinciali (oltre ai verdi lo sdi e la Mussolini).
Bastava scendere in piazza della Libertà.
Quando siamo saliti sugli spazi pubblicitari commerciali (quindi al di fuori degli spazi consentiti) c'erano i manifesti abusivi di un candidato di an.
Quando siamo scesi sopra quei manifesti c'erano i manifesti di un altro candidato, sempre di an.
Con tanto di nome e cognome.
Quindi mentre noi adempiamo al nostro dovere c'è sempre quello che sotto gli occhi di tutti, in pieno giorno, si fa gioco delle regole.
Spesso fa parte proprio di quello che oggi si chiama pdl.
Giorgio Libralato
Quindi durante la campagna elettorale ci atterremo scrupolosamente a quando deciso dagli uffici elettorali del Comune.
Questa iniziativa della Lista Civica Liberi e Forti è mirata a far comprendere che l’intervento di propaganda nelle città sia dignitoso e rispettoso del senso civico, nel rispetto di tutti i cittadini.
Il Presidente
Giuseppe Anitori
Pontinia, 19 marzo 2008
Grazie dell'informazione.
Nel passato ho fotografato più volte e denunciato agli organi competenti persone che attaccavano manifesti fuori dagli spazi consentiti.
Tra questi anche un ex segretario di partito di an.
Inoltre ho fotografato manifesti fuori posto di fi, an, udc, oltre ad altri partiti.
Non solo proprio il candidato sindaco della lista liberi e forti aveva manifesti dappertutto compresi alberi, pali e segnali stradali.
Addirittura nei comuni di Latina, Sabaudia, Sezze, Terracina, Sonnino, Priverno.
Lo spazio dei verdi è stato occupato anche da Berlusconi.
In risposta a queste denunce il Prefetto qualche anno fa aveva convocato tutte le amministrazioni comunali e i partiti per evitare l'ennesimo scempio.
Eravamo presenti 3 segretari provinciali (oltre ai verdi lo sdi e la Mussolini).
Bastava scendere in piazza della Libertà.
Quando siamo saliti sugli spazi pubblicitari commerciali (quindi al di fuori degli spazi consentiti) c'erano i manifesti abusivi di un candidato di an.
Quando siamo scesi sopra quei manifesti c'erano i manifesti di un altro candidato, sempre di an.
Con tanto di nome e cognome.
Quindi mentre noi adempiamo al nostro dovere c'è sempre quello che sotto gli occhi di tutti, in pieno giorno, si fa gioco delle regole.
Spesso fa parte proprio di quello che oggi si chiama pdl.
Giorgio Libralato
Pontinia, no a nuove emissioni, no alle centrali a biomasse e a turbogas, no all’inceneritore
Oggetto: Pontinia, no a nuove emissioni, no alle centrali a biomasse e a turbogas, no all’inceneritore
Sappiamo che i progetti delle centrali elettriche progettate a Pontinia che sarebbero dovute essere alimentate a biomasse e a turbogas sono sbagliate da un punto di visto tecnico, insufficienti come documentazione prodotta, come certificato dall’amministrazione provinciale e dall’Apat e dal Ministero dell’ambiente.
Sappiamo anche che sono inutili in quanto il Lazio produce già il doppio dell’energia che consuma, che l’Italia consuma per l’87% l’energia prodotta nella penisola e che l’esportazione dell’energia è maggiore dell’importazione.
E’ noto che i progetti delle centrali a biomasse e a turbogas, insieme, arriverebbero a meno di 50 nuovi posti di lavoro, che invece la produzione di energia naturale e rinnovabile per alimentare l’intero comune di Pontinia ne creerebbe 5 volte tanto.
Altrettanto è noto che le 2 centrali non porterebbero alcun beneficio né alle tasse comunali (l’ici sarebbe pari a quella che già adesso dovrebbero corrispondere), né all’illuminazione pubblica locale, in quanto andrebbe nella cabina di trasformazione di Sezze.
Gli studi del settore evidenziano tutti i danni (sempre più gravi dalle nuove scoperte delle università straniere dopo gli studi del professor Stefano Montanari) all’apparato respiratorio e in genere la produzione di tumori causati dagli impianti a biomasse, a turbogas e degli inceneritori.
Tutte le previsioni sulle emissioni in atmosfera in Italia sono saltate, anziché diminuirle sono aumentate. Ciascuno deve fare la sua parte. A cominciare dall’Italia, dal Lazio e da Pontinia che ha già una situazione di emissioni e quindi di malattie gravi dell’apparato respiratorio, oltre la soglia di pericolo e la media regionale.
Per questi motivi l’amministrazione comunale di Pontinia è schierata contro le 2 centrali.
Pontinia 20 marzo 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
ENERGIA: ENEA, UE DEVE TAGLIARE 50% EMISSIONI CO2 ENTRO 2050
(ANSA) - ROMA, 18 MAR - Gli scenari dell'Agenzia Internazionale dell'Energia indicano che, a livello mondiale, la domanda di energia crescera' del 55% entro il 2030 con tendenza al raddoppio prima del 2050. In un quadro di questo tipo, le emissioni di CO2 passerebbero dagli attuali 26 a circa 42 miliardi di tonnellate all'anno nel 2030, per raggiungere livelli dell'ordine di 58 miliardi di tonnellate nel 2050. Per questo bisogna elaborare strategie per ridurre del 50-60%, entro il 2050, le emissioni globali di gas serra. Un 'taglio' che impone di introdurre nuove tecnologie energetiche. E su questo fronte sono necessari interventi nel breve termine, perche' le azioni intraprese nei prossimi 10-15 anni saranno determinanti sul lungo termine. Se n'e' discusso nel corso di un convegno organizzato dall'Enea in cui e' stato presentato il dossier ''Tecnologie per l'energia: quali innovazioni e strategie industriali in Europa? Il Set Plan e le sue proposte''. L'incontro e' stato l'occasione per fare il punto sul Set Plan (Strategic Energy Technology Plan), stilato dalla Commissione Ue nel 2007 per affrontare le sfide del clima e dell'energia, che punta il dito contro la stagnazione degli investimenti in ricerca e sviluppo dei paesi membri negli ultimi due decenni. In base alle cifre sottolineate nel dossier, il costo di una azione tempestiva in questo campo e' dell'ordine dell'1% del prodotto interno lordo globale su base annua, di gran lunga inferiore ai danni derivanti dall'inazione, (stimati nell'ordine del 5% del Pil) o da azioni ritardate nel tempo. Ma ''le attuali tendenze e le relative proiezioni per il futuro - sottolinea il dossier - mostrano che non siamo sulla strada giusta per realizzare gli obiettivi della politica energetica''. Basti dire che ''se i governi dell'Ue investissero oggi agli stessi livelli degli anni Ottanta, la spesa pubblica totale dell'Ue per lo sviluppo di tecnologie energetiche sarebbe quattro volte superiore all'attuale livello di investimenti di circa 2,5 miliardi di euro all'anno''. I piani su cui l'Europa deve muoversi sono molteplici. E numerose sono le iniziative da intraprendere nei prossimi 10 anni: rendere commerciali le tecnologie di cattura di Co2, raddoppiare la capacita' eolica, dimostrare la fattibilita' commerciale su larga scala del fotovoltaico e del solare a concentrazione, sfruttare le potenzialita' del nucleare individuando soluzioni definitive per le scorie, rendere competitiva la produzione di biocombustibili di seconda generazione. (ANSA). BOS
18/03/2008 13:22
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Sappiamo che i progetti delle centrali elettriche progettate a Pontinia che sarebbero dovute essere alimentate a biomasse e a turbogas sono sbagliate da un punto di visto tecnico, insufficienti come documentazione prodotta, come certificato dall’amministrazione provinciale e dall’Apat e dal Ministero dell’ambiente.
Sappiamo anche che sono inutili in quanto il Lazio produce già il doppio dell’energia che consuma, che l’Italia consuma per l’87% l’energia prodotta nella penisola e che l’esportazione dell’energia è maggiore dell’importazione.
E’ noto che i progetti delle centrali a biomasse e a turbogas, insieme, arriverebbero a meno di 50 nuovi posti di lavoro, che invece la produzione di energia naturale e rinnovabile per alimentare l’intero comune di Pontinia ne creerebbe 5 volte tanto.
Altrettanto è noto che le 2 centrali non porterebbero alcun beneficio né alle tasse comunali (l’ici sarebbe pari a quella che già adesso dovrebbero corrispondere), né all’illuminazione pubblica locale, in quanto andrebbe nella cabina di trasformazione di Sezze.
Gli studi del settore evidenziano tutti i danni (sempre più gravi dalle nuove scoperte delle università straniere dopo gli studi del professor Stefano Montanari) all’apparato respiratorio e in genere la produzione di tumori causati dagli impianti a biomasse, a turbogas e degli inceneritori.
Tutte le previsioni sulle emissioni in atmosfera in Italia sono saltate, anziché diminuirle sono aumentate. Ciascuno deve fare la sua parte. A cominciare dall’Italia, dal Lazio e da Pontinia che ha già una situazione di emissioni e quindi di malattie gravi dell’apparato respiratorio, oltre la soglia di pericolo e la media regionale.
Per questi motivi l’amministrazione comunale di Pontinia è schierata contro le 2 centrali.
Pontinia 20 marzo 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
ENERGIA: ENEA, UE DEVE TAGLIARE 50% EMISSIONI CO2 ENTRO 2050
(ANSA) - ROMA, 18 MAR - Gli scenari dell'Agenzia Internazionale dell'Energia indicano che, a livello mondiale, la domanda di energia crescera' del 55% entro il 2030 con tendenza al raddoppio prima del 2050. In un quadro di questo tipo, le emissioni di CO2 passerebbero dagli attuali 26 a circa 42 miliardi di tonnellate all'anno nel 2030, per raggiungere livelli dell'ordine di 58 miliardi di tonnellate nel 2050. Per questo bisogna elaborare strategie per ridurre del 50-60%, entro il 2050, le emissioni globali di gas serra. Un 'taglio' che impone di introdurre nuove tecnologie energetiche. E su questo fronte sono necessari interventi nel breve termine, perche' le azioni intraprese nei prossimi 10-15 anni saranno determinanti sul lungo termine. Se n'e' discusso nel corso di un convegno organizzato dall'Enea in cui e' stato presentato il dossier ''Tecnologie per l'energia: quali innovazioni e strategie industriali in Europa? Il Set Plan e le sue proposte''. L'incontro e' stato l'occasione per fare il punto sul Set Plan (Strategic Energy Technology Plan), stilato dalla Commissione Ue nel 2007 per affrontare le sfide del clima e dell'energia, che punta il dito contro la stagnazione degli investimenti in ricerca e sviluppo dei paesi membri negli ultimi due decenni. In base alle cifre sottolineate nel dossier, il costo di una azione tempestiva in questo campo e' dell'ordine dell'1% del prodotto interno lordo globale su base annua, di gran lunga inferiore ai danni derivanti dall'inazione, (stimati nell'ordine del 5% del Pil) o da azioni ritardate nel tempo. Ma ''le attuali tendenze e le relative proiezioni per il futuro - sottolinea il dossier - mostrano che non siamo sulla strada giusta per realizzare gli obiettivi della politica energetica''. Basti dire che ''se i governi dell'Ue investissero oggi agli stessi livelli degli anni Ottanta, la spesa pubblica totale dell'Ue per lo sviluppo di tecnologie energetiche sarebbe quattro volte superiore all'attuale livello di investimenti di circa 2,5 miliardi di euro all'anno''. I piani su cui l'Europa deve muoversi sono molteplici. E numerose sono le iniziative da intraprendere nei prossimi 10 anni: rendere commerciali le tecnologie di cattura di Co2, raddoppiare la capacita' eolica, dimostrare la fattibilita' commerciale su larga scala del fotovoltaico e del solare a concentrazione, sfruttare le potenzialita' del nucleare individuando soluzioni definitive per le scorie, rendere competitiva la produzione di biocombustibili di seconda generazione. (ANSA). BOS
18/03/2008 13:22
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