Pontinia (LT) dall'ambiente, alla difesa dei diritti civili e sociali, dalla politica alla tecnica. Si riportano stralciriportandone autori. Nota: qualora si ritenga la pubblicazione (o i commenti) siano lesivi o notizie superate si prega di comunicarlo con mail giorgio.libralato@gmail.com e saranno rimossi. Oppure allo stesso modo si può esercitare il diritto di replica. Qualora si ritenga che una pubblicazione o parte di essa ledano i diritti di copyright o di autore saranno rimossi
giovedì 31 maggio 2012
cittadini parte civile contro Ecoambiente a Montello
E l’associazione Acqua Pulita
vuole costituirsi parte civile
Il comitato per l’Acqua pulita ha
chiesto ieri al Giudice per l'udienza
preliminare, Guido Marcelli,
di essere ammesso come parte
civile nel processo. Un passaggio
chiave per l'associazione che nei
mesi scorsi ha raccolto centinaia
di firme di adesione e che ora è
pronta a dare il via ad una class
action per rivendicare il diritto al
risarcimento dei danni ambientali;
danni che sarebbero stati provocati
dall’inquinamento delle
falde acquifere sottostanti il sito
di via Monfalcone che ospita le
discariche dei rifiuti. Come spiegato
dai promotori, l'iniziativa
vuole essere anche un segnale per
l’intera collettività pontina in materia
di autotutela sul fronte della
salute e contro la cattiva amministrazione.
Il comitato è appoggiato
dalla Fondazione Cristoforo
Colombo di Latina che infatti
fornisce assistenza legale all'associazione.
Sull’ammissibilità del
comitato a costituirsi parte civile
nel procedimento, così come
s ul l ’analoga richiesta dell’e nt e
provinciale, dovrà pronunciarsi il
Gup che scioglierà la riserva soltanto
nel corso della prossima
udienza fissata davanti al Tribunale
di Latina il prossimo 13
luglio.
L.G. Latina Oggi 31 maggio 2012
Malagrotta minaccia a salute e ambiente 2 mesi di tempo da Ue
Dall’Ue due mesi per decidere su Malagrotta: “Minaccia a salute e ambiente”
L'Italia è stata ammonita dalla Commissione europea sulle discariche laziali: "Rifiuti non trattati adeguatamente prima di essere depositati nel centro di raccolta. Le autorità italiane hanno due mesi di tempo per conformarsi alle normative comunitarie"
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/31/lue-ci-richiama-sulla-discarica-di-malagrotta-seria-minaccia-alla-salute-umana-e/247532/
di Redazione Il Fatto Quotidiano |
“Le discariche che operano in violazione della normativa dell’Ue sui rifiuti costituiscono una seria minaccia alla salute umana e all’ambiente”. Ammonizione dalla Commissione europea all’Italia sulle discariche laziali, con particolare riferimento a quella di Malagrotta (Roma), ritenuta non a norma perché contiene rifiuti che non sono stati trattati adeguatamente prima di essere depositati nel centro di raccolta. Le autorità italiane avranno quindi due mesi di tempo per conformarsi alle normative comunitarie sullo smaltimento dei rifiuti, passati i quali la Corte europea di Giustizia interverrà con un’ammenda. Nel documento diffuso oggi da Bruxelles si legge: “Vista l’interpretazione restrittiva della definizione di sufficiente pre-trattamento dei rifiuti da parte delle autorità italiane, la discarica di Malagrotta nella regione Lazio contiene rifiuti che non hanno subito il pretrattamento prescritto”.
Quello di Malagrotta non è l’unico sito di stoccaggio nel mirino dell’Unione europea che, nel richiamo, ha sottolineato che nel Lazio altre discariche potrebbero contenere rifiuti non conformi e quindi pericolosi perché, continua il testo della Commissione: ”Da un’indagine condotta da Bruxelles è infatti emerso che nella discarica di Malagrotta, e forse in altre discariche del Lazio, parte dei rifiuti vengono interrati senza essere prima trattati. Nel piano di gestione dei rifiuti per la regione Lazio adottato nel gennaio 2012 sono state riscontrate contraddizioni tra la capacità di trattamento meccanico-biologico nel Lazio e il quantitativo di rifiuti prodotto nella Regione”.
Poi dall’Unione europea forniscono anche dati precisi: “Il deficit di capacità ammonta a quasi 127mila tonnellate all’anno nella provincia di Latina, e a più di 1 milione di tonnellate in quella di Roma. Di conseguenza un rilevante quantitativo di rifiuti viene interrato senza subire un adeguato pretrattamento”. Secondo le autorità italiane, però, i rifiuti interrati a Malagrotta dovrebbero essere considerati come se avessero subito un pretrattamento, in quanto sono stati sminuzzati prima di essere interrati. Per Bruxelles però questo “non è sufficiente“, perché “occorre un trattamento meccanico-biologico dei rifiuti per stabilizzarne il contenuto organico, processo atto a ridurre il possibile inquinamento“.
Oltre alla questione dello smaltimento rifiuti, dall’Unione ci inviano altri ammonimenti. La Commissione chiede all’Italia – con l’invio di un secondo avvertimento ufficiale – “di conformare entro due mesi la legislazione nazionale alle ultime norme in materia di equipaggiamento marittimo introdotte dalla normativa europea”. Anche in questo caso scaduti i termini la Commissione potrà adire la Corte di giustizia. L’ultimo richiamo riguarda il comparto difesa: Roma infatti non ha ancora recepito le norme europee relative al settore che avrebbero dovuto essere integrate, al più tardi, il 30 giugno del 2011. Se entro due mesi ciò non accadesse la Commissione potrà deferirle alla Corte di giustizia della Ue.
Pontinia Trasco si cercano soluzioni per tutelare i lavoratori
Pontinia, Comune all’opera per tutelare i posti
Trasco da smantellare,
si cercano soluzioni
Tombolillo: i lavoratori vanno reintegrati
MOMENTO delicato per
la Trasco. Oltre a colpire
direttamente i lavoratori
della società partecipata la
legge nazionale ha quasi
azzerato lo sforzo che da
anni stanno portando
avanti amministratori comunali
come il sindaco
Tombolillo e il vice sindaco
Pedretti. Infatti, oltre
al l’indignazione di tutta
l’opposizione sono arrivate
le parole
dure dei due
p r i n c i p a l i
r a p p r e s e ntanti
della
nuova Giunta.
«Non condivido
assolutamente
la
posizione di
h a s c r i t t o
quella legge
– aff e r m a
con forza Pedretti
-. Pontinia
è una
realtà in cui
l a s o c i e t à
par tecip ata
dava ottimi
risultati sia in termini di
servizi sia in termini economici.
Oltre a ciò dava
lavoro a molte famiglie
della città. Con la divisione
dei servizi e l’affida -
mento tramite bandi si è
andato a scombinare un
sistema che funzionava.
Adesso spero solo che i
sette lavoratori rimasti
fuori da giugno possano
rientrare tramite i bandi
comunali». Se la delusione
di Pedretti è molta figuriamoci
quella del sindaco
Tombolillo che, nella costituzione
della Trasco
c’ha investito buona parte
della sua esperienza politica.
«Per la società partecipata
– afferma Tombolillo
– ho dato anche una parte
importante della mia vita
economica (riferendosi ai
soldi restituiti per la sentenza
della Corte dei Conti).
Per i servizi strumentali
(manutenzione del verde)
siamo stati costretti ad
intervenire subito, per
quelli pubblici locali, come
la raccolta differenziata,
le mense e il trasporto
pubblico, cercheremo di
trovare altre soluzioni». In
effetti, dopo la sentenza
della Corte dei Conti, il
sindaco Tombolillo aveve
restituito la somma imputatagli
accendendo un mutuo,
nonostante la sentenza
sia stata impugnata. Intanto
il primo cittadino
domani sarà a Venezia per
una riunione per il patto
dei sindaci di tutta Italia.
In questa occasione sicuramente
ci sarà un confronto
con altre realtà di
tutta Italia in modo da
poter trovare qualche soluzione
utile a risolvere il
problema. Per quanto riguarda
i lavoratori della
Trasco, che a breve avranno
un incontro con i sindacati,
la situazione va affrontata
subito. In modo
particolare, i primi a rischiare
il posto sono i dipendenti
che si occupano
della manutenzione del
verde, servizio che non
verrà più rinnovato alla
Trasco già da giugno. Per
quanto riguarda invece le
mense scolastiche il problema
nell’imminente non
si pone ma comunque c’è.
La Trasco, in accordo con
il Comune e la dirigenza
scolastica aveva promosso
nelle scuole il menù a chilometro
zero, utilizzando
prodotti locali, un fiore
all’occhiello per il Comune
e per la provincia. E’
ovvio quindi che si cerchino
soluzioni per dare continuità
al servizio.
Riccardo A. Colabattista http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0beccb/pag26sabaudia.pdf
Pontinia acquisto terreni ex Onc per parcheggio
Pontinia, l’acquisizione dei terreni
Parcheggi in arrivo,
le proposte in Regione
L'Assessore Franco Pedretti si sta impegnando per
acquisire aree ancora di proprietà della Regione da
destinare alla realizzazione di parcheggi per auto nel
centro cittadino. Una richiesta quella delle soste che di
continuo viene riproposta dai cittadini. Per questo, tramite
il consigliere Claudio Moscardelli, ieri ha incontrato
l'assessore Armeni delegato al Demanio e Patrimonio,
presente lo stesso Moscardelli, il cosigliere Stefano
Boschetto e il capo-settore architetto Coccia. Pedretti ha
chiesto formalmente all'assessore Armeni di attivare la
procedura per vendere al comune di Pontinia le due aree
ancora di propietà regionale, la prima di mq. 3140 sita in
via Mameli e l'altra di mq. 1600 in via Giulio Cesare da
adibire in altrettanti parcheggi a disposizione dei cittadini.
Pedretti ha colto l'occasione per chiedere ad Armeni le
modalità da adottare per acquisire al patrimonio comunale
anche l'ex cantoniera del Consorzio Bonifica esistente
a Quartaccio che rischia di crollare per mancanza di
manutenzione.
A.S.
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0beccb/pag26sabaudia.pdf
Ecoambiente sotto accusa inquinamento discarica, Pontinia la Trasco
http://ww7.virtualnewspaper.it/quotidiano/books/120531latina/index.html#/8/Discarica la provincia chiede i danni. Borgo Montello 20 anni di misteri. La provincia si costituisce parte civile. nessuna conferma dell'annuncio dell'assessore e vice sindaco di Latina Fabrizio Cirilli che aveva annunciato la costituzione di parte civile da parte del comune di Latina. Si costituisce parte civile anche un comitato di cittadini.
Anche la Provincia vuole un risarcimento danni da «Ecoambiente». Ieri, nell'udienza preliminare in cui il giudice Guido Marcelli doveva decidere se rinviare a giudizio i vertici della società che gestisce la discarica di Borgo Montello dove vengono smaltiti i rifiuti del Comune di Latina, Vincenzo Rondoni e Bruno Landi, rispettivamente presidente del CdA e amministratore delegato di «Ecoambiente», e Nicola Colucci, imprenditore che insieme ai fratelli gestisce larga parte del ciclo dei rifiuti in Italia, accusati di adulterazione di acque destinate all'alimentazione umana, rendendole pericolose per la salute pubblica, l'ente di via Costa ha presentato tramite l'avvocato Ilda Coluzzi una richiesta di costituzione di parte civile e depositato un'ampia documentazione.
La stessa richiesta è stata quindi avanzata dal Comitato «Acqua pulita», tramite il presidente Luciano Proietti, rappresentato dall'avvocato Giuseppe Poscia, che ha depositato copia dello statuto del comitato e l'elenco degli aderenti. Per esaminare soprattutto la documentazione tecnica sulla discarica presentata dalla Provincia, i difensori dei tre imputati, gli avvocati De Angelis, Gaetano e Luigi Marino hanno quindi chiesto un rinvio dell'udienza, che il giudice ha aggiornato al 13 luglio. Tra un mese e mezzo, dunque, il giudice per l'udienza preliminare Guido Marcelli dovrà decidere se ammettere le parti civili e poi decidere sulla richiesta di giudizio avanzata dal pm Giuseppe Miliano. Il 13 luglio, però, sono previste anche delle eccezioni da parte delle difese e potrebbero essere ascoltati, come paventato da questi ultimi, sia Landi che Colucci.
Le prime indagini sulle falde acquifere sottostanti la discarica di Montello sono state compiute nel 2005 dalla polizia provinciale. Monitorando i pozzi spia, erano emerse percentuali alte di arsenico, ferro, cromo e nichel. Venne coinvolta negli accertamenti l'Arpa e il sostituto procuratore Miliano aprì un'inchiesta. Gli inquirenti, certi dell'inquinamento delle falde acquifere, dovuto sembra al percolato, ovvero al liquido prodotto dalla «macerazione» dei rifiuti, cercarono di stabilire se quanto stava accadendo era da addebitare a «Ecoambiente» o a «Indeco», la società che si occupa del sito dove vengono smaltiti i rifiuti degli altri Comuni della provincia. Venne eseguito anche un incidente probatorio, che non fece però piena chiarezza su tale aspetto. Per il perito, utilizzando anche dei traccianti, non vi sarebbe stata prova che ad inquinare fosse «Ecoambiente». Restò così il dubbio su quanto avvenuto a Montello prima della gestione della società incriminata, in particolare nel bacino comunale S0, sotto accusa anche per i cosiddetti fusti tossici. Alla luce di una nuova consulenza tecnica, effettuata all'ing. Rodolfo Napoli, il sostituto Miliano ha poi chiesto il rinvio a giudizio di Rondoni, Landi e infine anche Colucci, ritenendoli responsabili dell'omesso controllo sugli invasi S0, S1, S2 e S3 e della mancata impermeabilizzazione degli stessi, nonostante l'ordinanza emessa nel 1998 dal sindaco di Latina, la relazione dell'Enea del 1995-96 e le comunicazioni dell'Arpa, inquinando così le falde acquifere.
Clemente Pistilli
http://ww7.virtualnewspaper.it/quotidiano/books/120531latina/index.html#/26/ Pontinia la Trasco al lavoro fino all'ultimo giorno. intervista all'amministratore unico della società: Gobbo continueremo a garantire servizi economici con la migliore qualità possibile
http://www.latina24ore.it/latina/43134/inquinamento-a-montello-processo-la-via-residenti-parte-civile
Inquinamento a Montello, processo al via: residenti parte civile
31/05/2012, di Redazione (online) (modificato il 31/05/2012 alle 9:34 am).
Zinco, piombo e rame nelle acque della falda che si trova nei pressi della discarica di Borgo Montello. Il caso dell’inquinamento nell’area, più volte denunciato da diversi esponenti politici, arriva finalmente in tribunale con la prima udienza preliminare che si è svolta ieri mattina.
L’inchiesta è del sostituto procuratore Giuseppe Miliano, specializzato in reati ambientali, che ha chiesto il rinvio a giudizio per tre persone: Vincenzo Rondoni, Nicola Colucci e Bruno Landi. Il giudice Marcelli ha rinviato l’udienza al 13 luglio quando deciderà sul rinvio a giudizio e sulla richiesta di costituzione di parte civile avanzata dai residenti della zona, attraverso il comitato «Acqua Pulita», e dalla Provincia di Latina.
Il comitato – scrive Il Messaggero – intende tutelare gli interessi dei residenti anche attraverso una class-action in favore dei cittadini residenti a Borgo Montello e in prossimità della discarica, e di tutti coloro che si sentono danneggiati dall’inquinamento delle falde acquifere con effetti che vanno ben oltre il territorio circostante. Il progetto è ancora in fase iniziale, mentre la richiesta di costituzione come parte civile nel processo è stata formalizzata ieri dall’avvocato Alessandro Paletta che ha depositato una dettagliata documentazione, ora al vaglio del giudice.
Bruno Landi è sotto accusa in qualità di amministratore delegato della società; Vincenzo Rondoni, quale presidente del consiglio di amministrazione della società che gestisce la discarica di Borgo Montello, dove vengono smaltiti i rifiuti del Comune di Latina. Nicola Colucci deve rispondere invece dell’omesso controllo sugli invasi S1-S2-S3 e S0 e della mancata esecuzione delle opere di impermeabilizzazione degli impianti. Tutte accuse da verificare nell’eventuale processo.
L’ipotesi è che l’inquinamento provenga non solo dall’invaso S0, ma anche dagli altri: S1, S2 e S3. Le indagini, dopo un incidente probatorio nel 2007 con il professor Massimo Ottaviani e il dottor Giovanni Ziemaki, sono state poi arricchite dalla consulenza tecnica del professor Rodolfo Napoli, effettuata attraverso indagini geoelettriche, geomagnetiche, termoelettriche e con rilievi piezometrici.
La consulenza della Procura ha potuto constatare la presenza dell’inquinamento e accertarne la provenienza. L’accusa sostiene anche l’omesso controllo da parte del gestore pubblico della discarica.
Servizio pubblico questa sera da Santorio Landini, Fuksas, Rizzo, Stella Daverio
puntata di Servizio Pubblico, dal titolo “Fare le cose bene“, in onda questa sera. Il terremoto in Emilia ripropone un Paese sempre più debole, fiaccato dalla crisi economica come dal continuo sfruttamento del suo territorio. E’ il colpo di grazia per un paese in recessione o l’occasione per ripartire e dimostrare che si può creare sviluppo spendendo bene le proprie risorse?
Ospiti di Michele Santoro: l’architetto Massimiliano Fuksas, il segretario generale della Fiom-Cgil Maurizio Landini, Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella del Corriere della Sera, il critico d’arte Philippe Daverio. In collegamento dalle zone terremotate dell’Emilia, Sandro Ruotolo.http://www.unduetre.com/2012/05/31/servizio-pubblico-%E2%80%93-puntata-del-31052012-%E2%80%93-video-e-anticipazioni-fare-le-cose-bene-con-landini-e-daverio/
terremoto Emilia capannoni crollati per travi e coperture solo poggiate
Terremoto in Emilia, ecco perché i capannoni sono crollati
Gli ingegneri sismici di ReLUIS: stabilimenti costruiti senza dettagli sismici, non richiesti dalla normativa all’epoca della costruzione
di Rossella Calabrese
31/05/2012 - Edifici sbriciolati, chiese sventrate, capannoni crollati. Questo il desolante quadro lasciato dal terremoto in Emilia, dopo le due serie di forti scosse del 20 e del 29 maggio.
Mentre prosegue la fase dell’emergenza, non si può fare a meno di notare che il sisma ha abbattuto moltissimi capannoni industriali, come fossero di carta, uccidendo alcuni operai che vi lavoravano.
Edilportale ha intervistato Gaetano Manfredi, Professore Ordinario di Tecnica delle Costruzioni presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli e Presidente della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica (ReLUIS), che sta collaborando con la Protezione Civile alle attività di supporto all’emergenza in Emilia ed è già operativa sul campo nelle zone colpite.
Edilportale: Le scosse del 20 e 29 maggio hanno causato il crollo di moltissimi capannoni industriali e commerciali, con la perdita di vite umane. La causa dei collassi è riconducibile alla magnitudo del sisma?
Gaetano Manfredi: Sicuramente l’intensità del sisma è un fattore importante nel crollo di una struttura, ma in questo caso ha avuto un ruolo determinante la grande vulnerabilità di questa tipologia strutturale.
Dai sopralluoghi emergono, a vostro parere, particolari inadeguatezze dei sistemi costruttivi o dei materiali utilizzati?
I capannoni nella maggior parte dei casi sono stati costruiti senza dettagli sismici, peraltro non richiesti dalla normativa dell’epoca di costruzione. Quindi nodi tra travi e colonne senza connessioni meccaniche e piccoli appoggi. Tegoli di copertura semplicemente appoggiati. La maggior parte dei collassi è dovuta alla caduta delle travi dagli appoggi per limite di spostamento.
La zona colpita era considerata, fino a poco tempo fa, a basso rischio sismico: questo ha fatto sì che non si siano applicati sistemi costruttivi antisismici? Come si dovrebbe costruire in quelle zone?
Il problema è stato il ritardo dell’adozione della nuova mappa sismica che è avvenuta solo nel 2003. Tutte le costruzioni realizzate nella zona epicentrale prima di questa data non hanno nessuna capacità di resistere alle azioni sismiche. Oggi in quelle zone basta costruire seguendo la nuova norma tecnica e le mappe di pericolosità esistenti per essere sicuri. Il grande problema sono le costruzioni esistenti, costruite con regole vecchie e spesso senza regole sismiche.
Le caratteristiche geologiche e geotecniche dei siti colpiti possono aver amplificato o ridotto gli effetti del sisma?
Le caratteristiche del suolo sono estremamente importanti. La conformazione della zona padana, con grandi depositi alluvionali, determina amplificazioni o deamplificazioni locali. Questi effetti si sono sicuramente verificati ed hanno inciso sulle forme spettrali e quindi sulle sollecitazioni delle strutture.
Quanto tempo potrebbe durare lo sciame sismico?
Potrebbe durare anche molti mesi considerando i pochi precedenti storici.
Il Consorzio ReLUIS ha pubblicato un Report fotografico realizzato il 29 maggio a Mirandola, che illustra i danni causati dalle scosse.
(riproduzione riservata)
http://www.edilportale.com/news/2012/05/tecnologie/terremoto-in-emilia-ecco-perch%C3%A9-i-capannoni-sono-crollati_27870_12.html
L’INCHIESTA SUI CAPANNONI CROLLATI. Monta la polemica sul crollo di diversi capannoni industriali, che ha provocato diverse vittime tra lavoratori e imprenditori. Il Procuratore capo di Modena Vito Zincani ha annunciato l’apertura di un’inchiesta focalizzata proprio sui capannoni. Secondo il Procuratore, “la politica industriale a livello nazionale sulla costruzione di questi fabbricati è una politica suicida”, perché “tra magnitudo quattro e sei un sisma non è ritenuto distruttivo, ma per alcuni capannoni lo è stato”. L’indagine è affidata ai sostituti procuratori Maria Angela Sighitelli e Luca Guerzoni e punterà a verificare se sono state rispettate le norme antisismiche previste dalla direttiva regionale del 2003, ma anche se ci siano state negligenze o mancanze nella costruzione e nella progettazione e nel collaudo degli edifici stessi. Le ipotesi di reato, ancora in corso di valutazione, sono omicidio colposo plurimo, lesioni personali colpose - viene valutato anche il disastro colposo - e poi la violazione delle norme edilizie. ”Il risparmio nelle costruzioni”, ha commentato Zincani, si paga “con un prezzo di gran lunga superiore, che si calcola con vite umane”.
VIDEO – AZIENDA DISTRUTTA A MEDOLLA, LA RABBIA DEI PARENTI DELLE VITTIME
Il procuratore capo di Modena ha scritto al procuratore generale Emilio Ledonne per chiedere un coordinamento a livello regionale sulle varie inchieste aperte o che si apriranno sul sisma, comprese quelle di Ferrara, che vedono già una ventina di indagati, sempre per omicidio colposo, per i crolli di capannoni avvenuti in quella zona. La procura sta avviando le prime procedure formali, dalla localizzazione di tutti i decessi, alle identificazioni, alla ricostruzione della dinamica dei crolli.
Proprio sui crolli dei capannoni era intervenuto in mattinata anche il neopresidente di Confindustria Giorgio Squinzi: ”La polemica che sta montando mi sembra artificiosa. I capannoni come si vede dalle fotografie sui giornali di oggi, erano in assoluta normalità. E la zona non era specificata come particolarmente sismica. Sono dispiaciuto e triste per le vittime che ci sono state ma escludo la malafede dal punto di vista imprenditoriale. Non dimenticate che sono morti anche degli imprenditori direttamente nel crollo”.
Squinzi ha sottolineato che il sisma, avendo colpito una delle aree più produttive d’Italia, avrà “almeno un minimo impatto sul Pil italiano”. Nell’area che vale l’1% dell’economia del paese “probabilmente assisteremo a un fermo delle attività produttive di tre-quattro mesi”.
Per quanto riguarda le abitazioni sono stati anche i cosiddetti “vulcani di sabbia” a provocare il cedimento di molte case. “E’ un fenomeno dovuto alla liquefazione della sabbia che avviene nel sottosuolo, sotto la spinta di una fortissima pressione”, ha spiegato la ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) Paola Montone, appena rientrata da una prima campagna di rilievi nelle zone colpite dal sisma del 20 maggio.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/30/terremoto-emilia-morti-sono-trovato-quarto-operaio-delazienda-medolla/246167/
mercoledì 30 maggio 2012
Pontinia Mochi in caso di condanna pronto a restituire tutto
IL CONSIGLIERE PRECISA LA SUA POSIZIONE IN CASO DI CONDANNA «Pronto a restituire tutto»
La replica di Mochi sulla questione indennità
CONTINUA la lotta giudiziaria
all’interno del comune di
Pontinia. Dopo la vicenda
Trasco, con la Corte dei Conti
che ha emanato le sue condanne
verso alcuni esponenti del
centro sinistra, adesso è la
stessa amministrazione Tombolillo
ad andare al contrattacco
chiedendo la restituzione di
parte delle indennità percepite
da alcuni ex assessori della
giunta Mochi. Dopo l’udienza
avvenuta nella scorsa settimana
nel Tribunale di Latina e
rimandata a dicembre, il consigliere
d’opposizione, Giuseppe
Mochi, tiene a precisare
la sua posizione e quella di
alcuni suoi ex colleghi di maggioranza.
«A scanso di equivoci
dico subito che se dovessi
essere condannato – ha affermato
Mochi -, non esiterei un
momento a restituire quelle
somme che qualcuno ha avallato
per due anni e mezzo
consecutivi», riferendosi allo
stesso Tombolillo. «Voglio
però ricordare – continua Mochi
– che l’unico ad essere
condannato a restituire i soldi
è stato Tombolillo e la sua
giunta quindi non voglio assolutamente
processi sommari
su una causa completamente
inventata e suggerita al sindaco
dai suoi uomini». Infatti
secondo Mochi la delibera a
cui si fa riferimento, per le
indennità applicate ai dipendenti
pubblici che ricoprivano
una carica in consiglio comunale,
è stata fatta nel 2002 ai
tempi della seconda legislatura
Tombolillo, e mai cambiata.
«Penso che questa storia –
conclude Mochi – sarà per la
giunta Tombolillo l’ennesimo
boomerang sul quale non faremo
sconti a nessuno, perché
non si possono utilizzare i
soldi dei cittadini per voler
dimostrare l’i ndi mos tr abi le
ed intaccare la dignità delle
persone».
R.A.C. Giuseppe Mochi
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0becca/pag27sabaudia.pdf
Pontinia la fine dell'era Trasco
Pontinia, la decisione amara in Consiglio per adeguarsi alla normativa nazionale
La fine dell’era Trasco
La partecipata sarà smantellata: da giugno il verde assegnato a terzi
CON il consiglio comunale di
lunedì a Pontinia si chiude
un’epoca importante, quella della
Trasco. La società
partecipata che per
anni ha svolto molti
servizi fondamentali
per l’intera città
dovrà riorganizzarsi.
Una riorganizzazione
che ha tanto il
sapore di smantellamento.
Il comune di
Pontinia, infatti, dopo
la scottante vicenda
che ha coinvolto
il sindaco
Tombolillo e vari
amministratori, costretti
a risarcire più
di 800mila euro alle
casse comunali,
proprio per la Trasco,
non se la sentono
di rischiare e
h a n n o d e c i s o ,
all’unanimità, di seguire
letteralmente
la legge arrivata
dall’alto. Una legge
che semplicisticamente divide i
servizi in due tronconi: servizi
strumentali e servizi pubblici locali.
Nella prima categoria rientrano
quelli del taglio dell’erba e
della manutenzione degli edifici
pubblici mentre nella seconda ci
sono tutti quei servizi come trasporto,
mensa e raccolta differenziata.
Se la seconda categoria
potrà essere riorganizzata più
avanti, per la manutenzione del
verde pubblico le ripercussioni
sono immediate. Infatti già dal
prossimo mese di giugno il comune
di Pontinia ha deciso di
non rinnovare la convenzione
con la Trasco. Una decisione
importante che avrà delle ripercussioni
dirette su sette lavoratori
della Trasco che non avranno
più la possibilità di svolgere la
propria attività all’interno della
stessa partecipata. Dal prossimo
giugno l’amministrazione comunale
dovrà affidare questi servizi
a privati tramite dei bandi
pubblici. Gli amministratori cercheranno
poi di poter reinserire i
lavoratori usciti dal progetto
Trasco. Unanime è stata la condanna
ad una legge nazionale
che andrà a penalizzare fortemente
Pontinia per diversi punti
di vista: dai lavoratori che perderanno
il posto, ai servizi che
probabilmente saranno qualita-
tivamente più bassi e ai costi di
gestione che, con bandi pubblici
e aziende private, lieviteranno
quasi sicuramente. Tombolillo e
soci, dopo aver votato la riorganizzazione
all’1 e 40 di notte,
hanno mosso il primo passo verso
una vera e propria rivoluzione
forzata dei servizi pubblici. Unico
appunto da poter fare all’inte -
ra maggioranza è quella di essersi
mossa con grave ritardo senza
aver approfondito per tempo alternative
utili a salvare servizi e
lavoratori.
Riccardo A. Colabattista http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0becca/pag27sabaudia.pdf
Pontinia Mochi darà l'esempio, addio Trasco?
Stando agli articoli di giornale di oggi su Pontinia l'ex sindaco Mochi si è detto disposto a restituire gli eventuali compensi ricevuti e non dovuti. Sembra invece tramontata l'epoca della Trasco.
martedì 29 maggio 2012
amianto dati impressionanti nel Lazio
Nel Lazio sono presenti tra le 360.000 e le 700.000 tonnellate di tetti e coperture in pericoloso cemento-amianto.
È questo il dato più eclatante del dossier presentato questa mattina presso la sala Tirreno della Regione Lazio, in occasione dell'iniziativa di conclusione della "Campagna di Educazione e Sensibilizzazione alla Legalità Ambientale" che l'Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente Lazio ha organizzato nei mesi scorsi, grazie al contributo dell’Assessorato all’Ambiente e Cooperazione dei popoli della Regione Lazio, con la partecipazione di 1.500 studenti in 15 scuole medie e superiori della regione. Secondo le analisi del Centro regionale amianto della ASL di Viterbo, si tratta di una enorme superficie tra i 27,7 e i 53,9 milioni di metri quadri, alla quale si aggiunge la presenza di oltre un milione di tonnellate di materiali contenenti amianto ancora in uso, negli ambienti di vita e di lavoro, certamente legati ai 572 casi scientificamente accertati di mesotelioma. 1.304 siti, dei quali 1.054 si trovano in provincia di Roma, 94 in quella di Viterbo, 65 nell'area di Frosinone, 53 in quella di Latina e 34 in provincia di Rieti. "A vent'anni dalla legge che impedisce l'estrazione e l'utilizzo dell'amianto c'é ancora tanto da fare, va conclusa la mappatura delle strutture in amianto e avviate le bonifiche, approvando anche una specifica norma regionale e favorendo la sostituzione delle coperture con tetti fotovoltaici per fermare quella che è una strage silenziosa -afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. La cronaca, anche recente, racconta numerosi interventi delle Forze dell'Ordine e della Magistratura con 658 sequestri di rifiuti speciali abbandonati o smaltiti illegalmente, per un totale di 1.243 infrazioni accertate tra il 2007 e il 2010, ben 1.372 persone deferite all'autorità giudiziaria e 45 arresti." Il pericolo amianto è particolarmente sentito dai cittadini, come testimoniano i dati del Numero verde 800 92 62 48 dell'Osservatorio Regionale Ambiente e Legalità di Legambiente Lazio: nel 2011, l'8% delle situazioni denunciate (7 su 91) ha riguardato amianto specialmente delle discariche abusive, mentre ai primi posti dei pericoli ambientali risultano per il 32% l'abbattimento di alberi, per il 13% le discariche in genere, per l'11% lavori edili, per il 10% inquinamento acque e per il 9% inquinamento elettromagnetico. La nuova edizione della campagna di sensibilizzazione sulla Legalità Ambientale si conclude dopo molti mesi di incontri di formazione e discussione sui temi della legalità, della corretta gestione del territorio, della cittadinanza attiva e della stessa partecipazione democratica, con numerosi lavori e diverse forme espressive utilizzate tra gli altri dagli studenti degli istituti Neumann, della scuola media Casal Bianco, dei Licei Cavour, Majorana, Peano e Tacito presenti alla premiazione. "Con cinque edizioni della campagna per la legalità ambientale, abbiamo coinvolto migliaia di ragazzi e ragazze, sono loro il miglior presidio contro le illegalità, la criminalità, la mafia -dichiara Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. I lavori presentati e premiati, i racconti delle piccole esperienze di legalità su rifiuti, acque, amianto e nuovi inquinamenti, la creatività dimostrata dai giovani, sono ancora più importanti in un momento così drammatico per l'Italia, dopo l'attentato di Brindisi, per continuare a lavorare con forza ancora maggiore tutti i giorni per rendere migliore la nostra regione." Hanno partecipato, tra gli altri: Marco Mattei, Assessore all'Ambiente e allo Sviluppo Sostenibile della Regione Lazio; Colonnello Antonio Menga, comandante Carabinieri Provincia Frosinone; Tenente Colonnello Carlo Bellotti, Comandante Carabinieri gruppo tutela ambiente di Roma; Comandante di Fregata Antonio Lofù, Comandante in Seconda Capitaneria di Porto di Roma; Maggiore Piergiorgio Vanni, Nucleo di Polizia Tributaria Guardia di Finanza; Valentina Romoli, responsabile Ambiente e Legalità Legambiente Lazio; Antonio Turri, responsabile Libera Lazio; Michele Rucco, segretario Osservatorio Nazionale Amianto; Annamaria Virgili, presidente comitato esposti amianto Lazio. http://www.icittadini.it/index.php/ambiente/868-amianto-dati-shock-nel-lazio
Pontinia Pedretti mette in sicurezza le strade
Strade sicure,
Pedretti
interviene
sui progetti
LAVORI di messa in sicurezza per
alcune strade di Pontinia e Campo
Ioso. Come annunciato qualche
mese fa dall’assessore ai Lavori
Pubblici, Franco Pedretti, alcuni
tratti della strada migliara 49 sx,
strada Capo di Coccio, in località
Campo Ioso e la centrale via Trieste,
si rifaranno il look. Si tratta di
alcuni interventi urgenti per la sicurezza
viaria di strade di competenza
comunale. Questi interventi sono
stati rimandati più volte in attesa
di poter recuperare i soldi necessari
per effettuare i lavori. Adesso la
cifra richiesta, circa 240mila euro,
verrà recuperata dai residui di alcuni
mutui. «Abbiamo recuperato
circa 310mila euro – afferma il vice
sindaco, Franco Pedretti -. In questi
tre interventi cercheremo di portare
a compimento alcune richieste fatte
dai cittadini. La zona di Campo
Ioso verrà messa in sicurezza con il
rifacimento del tratto di Capo di
Coccio mentre parte di via Trieste,
quella inerente a borgo Pasubio,
verrà asfaltata per consentire al
traffico un miglior transito». Infatti,
dopo la nuova piantumazione
della piazza di borgo Pasubio e il
completo restyling dell’ingresso di
Pontinia lo stato disastrato
dell’asfalto andava in contrasto con
le aiuole curate. Adesso, con i soldi
disponibili, l’amministrazione comunale
completerà l’opera di restyling
di borgo Pasubio e, nello
stesso tempo, risponderà ad alcune
esigente provenienti dalla periferia in particolar modo da Campo Ioso. R.A.C. http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0bedc3/pag26sabaudia.pdf
Maxi
vincita,
la beffa
LE voci di paese e il passaparola
sono più forti di
qualsiasi strategia pubblicitaria.
Ne è esempio la storia
di una maxi vincita da
500mila euro di una maestra
della scuola di Quartaccio,
episodio che le stesse
docenti hanno smentito. La
notizia ha iniziato a circolare
per le vie della cittadina
di Pontinia due settimane fa
di venerdì giorno del mercato
settimanale. Nel giro
di 24 ore, quelle che erano
delle semplici voci e dicerie,
si sono trasformate in
«quasi» certezze, con dettagli,
luoghi e orari precisi.
Insomma, la vincita sembrava
veramente esser stata
assegnata alla maestra della
migliara 48. Quando tutto
sembrava aver preso corpo
arriva la smentita da parte
del figlio dell’interessata.
«Mia madre, purtroppo –
afferma Roberto –, non ha
vinto nulla. Il tutto è partito
da uno scherzo di una bidella
che, vedendo la vecchia
auto di mia madre (una Fiat
Panda) ha annunciato
scherzosamente, davanti ai
bambini della scuola, la sostituzione
dell’auto, con
una nuova, a causa dell’im -
portante vincita».
R.A.C.
Pontinia agricoltura all'asta tra fallimenti ed equitalia
Pontinia, la crisi raccontata nelle bacheche dei Tribunali. Un territorio che cambia
Agricoltura «in vendita»
Intere aziende finiscono all’asta: stalle terreni ma anche cantoniere
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0bedc3/pag27sabaudia.pdf
Aumentano con la crisi i beni immobili che vanno a finire
all’asta. A San Felice Circeo
come a Sabaudia, in molti hanno
perso la seconda casa, pignorata,
principalmente
seconde
case.
Molti infatti i
villini realizzati
«in altri tempi»
intere zone residenziali
in vendita
o all’asta
come ad esempio
quella di
Bella Farnia.
Ma per quanto
riguarda il Comune
di Pontinia
le cose cambiano
e gli annunci
sul sito
delle aste giudiziaria
diventano
lo specchio di
una crisi che in
profondità sta
s egnando il
comparto agricolo
zootecnico,
ovvero quello che è, era il
motore economico del territorio.
Da un prezzo base di circa
290mila euro, parte l’asta di
un’intera azienda zootecnica su
circa dieci ettari comprendente
«due unità residenziali, stalle
aperte con annessa sala mungitura,
fienile, depositi - magazzini
ed annessi agricoli». Per l’ap -
punto, negli avvisi ci sono stalle,
magazzini ma anche le case.
Le famiglie cioè che subiscono
il pignoramento perdono spesso
anche le proprie abitazioni,
che a volte sono anche case
cantoniere, pezzi di storia delle
stesse famiglie e del territorio.
Ancora un altro annuncio relativo
alcuni immobili sulla Migliara
54 in cui vengono banditi
all’asta un’ «abitazione di due
piani fuori terra. Capannone artigianale
ampliato. Stalla. Tettoia
uso deposito e magazzino.
Appezzamenti di terreno».
Prezzo base oltre 232mila euro.
Poi i terreni che partono quasi
tutti da circa 24mila euro. Molte
aziende quindi non ce la fanno,
attività storiche, di famiglia che
finiscono sommerse dalle cartelle
esattoriali. Un problema
questo per cui gli agricoltori
hanno più volte manifestato anche
a Roma. Stando ai dati del
censimento della Regione risulta
che il numero di aziende del
Lazio è crollato del 48% da 191
mila a 97 mila quando a livello
nazionale il calo è stato del
35%. Per quanto riguarda gli
occupati la diminuzione è stata
più contenuta attestandosi al
45% mentre per le giornate lavorative
impiegate c’è stato un
calo del 30% mentre a livello
nazionale è del 13%. Tra questi
dati ce n’è poi un altro, quello
relativo al ritorno alla terra degli
italiani. L’effetto domino questo,
della chiusura di altre
aziende, come accaduto nel caso
di Sabaudia dei cantieri Rizzardi.
La richiesta di lavoro in
campagna è in leggero aumento,
un dato in controtendenza
con la chiusura di molte aziende.
Il comparto agricolo come
quello zootecnico va rilanciato
ma la coperta purtroppo sembra
essere sempre troppo corta. Come
messo nero su bianco negli annunci delle aste giudiziarie. E
poi c’è un altro aspetto da considerare,
ovvero quello dei
compratori, di chi cioè in un
periodo di crisi ha la liquidità
per investire. Ma questo è un
capitolo a parte.
M.S.G.
Pontinia, Gricilli incaricata la ditta Poseidon
La ditta Poseidon sarebbe la ditta che si è aggiudicata i lavori presso i Gricilli a Pontinia
LA POSEIDON SI AGGIUDICA I LAVORI PER L’INTERVENTO AI GRICILLI
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0bedc3/pag27sabaudia.pdf
La «spiaggia» di Pontinia,
presto la riqualificazione
DOPO anni di lavoro inizia a
prendere forma il progetto di rivalutazione
della zona dei Gricilli.
Il Progetto, legato al Gal e alla
Regione Lazio, prevede la totale
pedonalizzazione della zona al
confine con il comune di Sezze,
l’installazione di tabelle informative
e staccionate in legno utili
per accompagnare i visitatori
nelle vicinanze dei laghi naturale
presenti sotto i monti lepini. Un
progetto nato molti anni fa e finanziato
solo agli inizi del 2012.
La Regione stanzierà 256mila
euro, 30mila i soldi che usciranno
fuori dalle casse comunali.
L’amministrazione comunale ha
comunque provveduto a far attivare
la ditta aggiudicatrice dei
lavori, la Poseidon Service Srl di
Latina, alla consegna d’u rg e n z a
dei lavori. Oltre a ciò è stato
scelto il progetto grafico del mar-
I laghetti
dei Gricilli
ospitano
da tempo
una sorta
di
spiaggetta
attrezzata
chio e del logotipo del progetto
dato in gestione a Luigi Veca che
ha presentato il preventivo più
conveniente dei tre richiesti, per
un somma pari a 2mila e 662
euro. Insomma, dopo tanti anni
passati a parlare di discariche
abusive, la zona dei Gricilli inizierà
tornerà al «naturale».
R.A.C.
ecco la home page de http://www.poseidonservice.it/
La Poseidon Services S.R.L. di Delle Cave Pietro nasce nel 1978.
Da allora l’azienda si è fortemente evoluta dotandosi di tecnologie all’avanguardia e personale esperto e costantemente aggiornato, addestrato ad operare nel pieno rispetto della legislazione vigente in materia di sicurezza (D.Lgs. 81/2008 ex L. 626/494)
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giornata di mobilitazione contro l'IMU partecipa anche Pontinia
IL RESPONSABILE DEL SETTORE
VISTO che l’ANCI ha indetto una giornata di mobilitazione sull’IMU che si terrà a
Venezia giovedì 31/5/2012, alla quale ha invitato i Sindaci a partecipare;
CONSIDERATA la materia trattata di estrema attualità ed interesse per tutte le
amministrazioni comunali;
VISTO che il Sindaco ha ritenuto opportuno aderire alla manifestazione;
VISTO il bilancio per il corrente esercizio finanziario in fase di elaborazione;
VISTO il Dlgs n. 267/2000;
DETERMINA
DI IMPEGNARE, per i motivi meglio descritti in narrativa, la presumibile 1) somma di
€ ,00 necessaria per spese di viaggio (carburante e autostrada) e vitto per due
persone (Sindaco e autista);
Germania alimentata per 50% con energia fotovoltaica
FOTOVOLTAICO
Germania, un weekend da record
metà paese ha funzionato con il sole
Grazie alla straordinaria produzione di 22 GWh e ai consumi ridotti, sabato scorso è stato possibile soddisfare ben il 50% del fabbisogno. La stessa quantità venerdì ha coperto il 30%
di VALERIO GUALERZI
La Germania del fotovoltaico continua a macinare record. Questa volta si tratta di un primato tutto sommato effimero in quanto legato a circostanze particolari, ma dall'enorme valore simbolico. Venerdì e sabato scorsi, secondo i dati della European Energy Exchange comunicati dalla Iwr, l'istituto di ricerca dell'industria rinnovabile, gli impianti tedeschi hanno immesso in rete la straordinaria quantità di 22 GWh di elettricità. "Un primato assoluto che in nessun altro momento in nessun altro posto al mondo era mai stato centrato", ha spiegato alla Reuters il deirettore della Iwr Norbert Allnoch.
Ancora più signifcativo del valore assoluto dell'elettricità fotovoltaica prodotta, è però forse il valore percentuale. Esclusivamente con il sole la Germania nel corso della giornata di venerdì ha soddisfatto ben il 30% del suo fabbisogno, mentre sabato, grazie al forte calo della domanda dovuta alla chiusura delle fabbriche, la quota è balzata addirittura al 50%.
Il record dei 22 GWh è stato possibile grazie ai 1,8 GW di nuova potenza installati dall'inizio del 2012 ad oggi. Impianti che si sono andati ad aggiungere agli oltre 24 GW presenti già a fine 2011. Una capacità produttiva che nel corso dell'anno passato ha permesso di coprire mediamente il 5-10% del carico di picco nazionale nei mesi invernali e il 20-30% in estate. "Questi risultati - ha sottlineato ancora Allnoch - dimostrano come la Germania sia in grado di ottenere una larga parte delle sue necessità elettriche con l'energia del sole ed è in grado di andare avanti con un minor numero di centrali a carbone, a gas e nucleari".
A fronte di un successo così clamoroso, non sono mancate anche tra i tedeschi polemiche sul costo per la collettività di un'incentivazione molto generosa. Secondo alcune stime, sostenere il fotovoltaico obbliga i consumatori a spendere circa 2 centesimi in più per ogni kWh. Ciò di cui molto spesso non si tiene invece adeguata considerazione, oltre alle forti ricadute positive sull'occupazione e l'ambiente, è che l'accresciuta produzione di fotovoltaico nel corso degli anni ha drasticamente abbassato il picco di prezzo dell’elettricità all’ingrosso 1 in Borsa nelle ore diurne.
In Italia un record simile 2 era stato toccato nei giorni a ridosso delle vacanze di Pasqua, con il 60% di contributo delle rinnovabili alla rete elettrica siciliana. In questo caso si trattava però di una regione piccola e geograficamente molto particolare e di un risultato ottenuto non solo grazie al sole, ma anche grazie al vento.
(28 maggio 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.repubblica.it/ambiente/2012/05/28/news/fotovoltaico_germania_record-36091823/
appello per Fukushima rimozione combustibile nucleare
APPELLO PER UNA MORATORIA NUCLEARE IN GIAPPONE E PER LA IMMEDIATA RIMOZIONE DEL COMBUSTIBILE NUCLEARE DALL’IMPIANTO DI FUKUSHIMA
di ISDE ITALIA NETWORK
Con questo appello intendiamo rompere il muro di silenzio che, fuori dai confini giapponesi, circonda la catastrofe di Fukushima. L’attuale governo giapponese guidato dal premier Noda ha, di fatto, rinnegato la volontà espressa dal suo predecessore dopo quella catastrofe di far uscire il Paese dalla dipendenza dall’energia nucleare: ma nell’opinione pubblica il dibattito è fortissimo e l’opposizione al nucleare cresce.
Sul piano internazionale si vuol far credere che gli incidenti sono stati di poco conto, che la situazione è sotto controllo e le conseguenze per la popolazione giapponese sono minime.
Ma la situazione è completamente diversa:
■nei tre reattori funzionanti al momento dell’incidente la quantità di combustibile fuso, che nell’Unità 1 è fuoriuscito da vessel, è superiore a quella fusa in tutti gli incidenti precedenti, ed è assolutamente incontrollabile. L'affermazione che sia stato raggiunto lo "spegnimento a freddo" dei reattori danneggiati è priva di senso, in quanto tale definizione è riferibile solo ad un nocciolo integro, mentre i noccioli delle unità 1, 2, 3 risultano parzialmente o totalmente fusi, con perdita dei parametri di controllo tale per cui non si può escludere che possano riacquistare localmente configurazioni critiche con ripresa della reazione a catena.
■La situazione delle piscine del combustibile esausto non è stata risolta e con il ripetersi di scosse sismiche di notevole intensità rischia di provocare un nuovo incidente dalle conseguenze gravissime e imprevedibili, anche a causa dello stoccaggio addensato delle barre. Un gruppo di esperti dell’Ufficio di Gabinetto giapponese ritiene probabile che nei prossimi anni possa avvenire un terremoto di grado 9 nella faglia oceanica e uno tsunami con onde di altezza eccezionale che colpirebbero non solo la centrale di Fukushima, ma anche molte altre.
■Nella regione Nord Est del paese la situazione rimane estremamente preoccupante. La gravità della contaminazione radioattiva, sulla quale le autorità giapponesi hanno esercitato fin dall’inizio degli incidenti un cover-up, non accenna a diminuire. Sono migliaia le persone sradicate per sempre dalla loro terra (comprese quelle trasferite, anche di propria iniziativa, dalla zona inquinata di Fukushima), che hanno perduto il lavoro e le prospettive per il futuro e vivono in un’incertezza drammatica.
■Al contrario il governo giapponese minimizza la gravità della contaminazione, ha alzato la soglia della contaminazione per i bambini e si dimostra molto più preoccupato del ripristino della normalità apparente che di salvaguardare la salute dei cittadini.
■Il 5 maggio scorso anche l’ultimo dei 50 reattori nucleari in esercizio commerciale del Giappone, si è fermato per le periodiche revisioni (che quest’anno riguardano anche test e adeguamenti conseguenti agli incidenti di Fukushima) senza che ciò abbia pregiudicato la fornitura di energia elettrica al paese. Si apre ora una partita decisiva perché a fronte della volontà del governo e dell’industria nucleare di riattivare le centrali quanto prima, si sviluppano forti opposizioni delle popolazioni.
Riteniamo che questi problemi non riguardino solo il Giappone, ma l’intera comunità internazionale e pertanto chiediamo alle autorità giapponesi
■di non riattivare i reattori nucleari attualmente fermi;
■di intervenire urgentemente per estrarre e trasferire le barre di combustibile dalle piscine gravemente danneggiate.
■di provvedere immediatamente, anche se tardivamente, all’evacuazione dei bambini dalle zone contaminate.
■di favorire l’istituzione di un’autorità interdisciplinare e internazionale sotto l’egida dell’Onu per risolvere la situazione di Fukushima, data l’incapacità dimostrata dalla Tepco nella gestione dell’incidente.
>>>FIRMA L'APPELLO https://docs.google.com/spreadsheet/viewform?formkey=dG8xRndsTEtsS2pNdlFNYWxxb21TeWc6MQ
Primi firmatari:
Harumi Matsumoto
Yukari Saito
Chie Wada
Angelo Baracca
Massimo Bonfatti
Marcello Buiatti
Ernesto Burgio
Giulietto Chiesa
Giorgio Ferrari
Antonietta Gatti
Patrizia Gentilini
Ugo Mattei
Stefano Montanari
Giorgio Nebbia
Giorgio Parisi
Paola Pepe
Adriano Rizzoli
Roberto Romizi
Alex Zanotelli
Monica Zoppè
Alberto Zoratti
BREVI NOTE SUI PRIMI FIRMATARI
Harumi Matsumoto, artista giapponese. Voce di punta dei cittadini giapponesi contro il nucleare residenti in Italia.
Yukari Saito, giornalista e saggista giapponese, esperto linguistico dle Centro Linguistico Interdipartimentale dell’Università di Pisa, Presidente del Centro di documentazione Italo-Giapponese “Semi sotto la Neve”, attivista nella lotta per i diritti umani e contro il nucleare.
Chie Wada, presidente Ponte fra Italia e Giappone – TomoAmici.
Angelo Baracca, professore di fisica presso l’Università di Firenze. Al lavoro di ricerca e di insegnamento ha sempre affiancato l’impegno su temi di carattere sociale. Fin dagli anni Settanta è stato attivo nel movimento antinucleare ed ecopacifista. È stato tra i promotori del Comitato Scienziate/i Contro la Guerra, nato nel 1999 durante i bombardamenti nella ex-Iugoslavia.
Massimo Bonfatti, presidente di “Mondo in cammino”, attivo nelle denuncia dei fallout nucleare e nella campagna per l’indipendenza dell’OMS, coordina importanti progetti di gestione locale dei rischi radioattivi e progetti internazionali di riconciliazione interetnica ed interreligiosa.
Marcello Buiatti, professore di Genetica nell'Università di Firenze. E’ valutatore dei progetti U.E. in area biotecnologica, esperto del Comitato Economico e Sociale U.E. per le questioni relative agli organismi geneticamente modificati (OGM), membro della Commissione internazionale per il cibo e della Fondazione per la Biodiversità.
Ernesto Burgio, medico Chirurgo, Pediatra. Coordinatore Comitato Scientifico di ISDE-Italia. Membro del Comitato Scientifico di ARTAC France (Association pour la Recherche Thérapeutique Anti-Cancéreuse), di ENSSER (European Network of Scientists for Social and Environmental Responsibility).
Giulietto Chiesa, giornalista e scrittore, è stato corrispondente da Mosca per vent'anni, prima per l'Unità e poi per La Stampa. Autore di : “La menzogna nucleare. Perche tornare all'energia atomica sarebbe gravemente rischioso e completamente inutile". Ha fondato "Megachip-Democrazia nella Comunicazione e ha dato vita a Pandora Tv.
Giorgio Ferrari, diplomato in Energia Nucleare. Ha lavorato per 41 anni all’Enel, di cui circa 20, con il compito specifico di seguire la progettazione, la costruzione e di effettuare tutti i controlli sul combustibile nucleare di tutte le centrali dell’Enel (Latina, Garigliano, Trino Vercellese e Caorso).
Antonietta Gatti, fisico, scopritrice del processo con cui le polveri fini e ultrafini penetrano nell’ organismo, Consulente della Commissione Senatoriale “Uranio Impoverito”, Consulente Tecnico per Procuratore della Repubblica per il Procedimento penale per la Sindrome di Quirra.
Patrizia Gentilini, medico oncoematologo, fa parte del Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l'Ambiente e la Salute e dell'Associazione contro Leucemie, Linfomi, Mieloma (AIL), associazioni in cui ha trovato gli strumenti ideali per concretizzare il proprio impegno in difesa dell'ambiente e della salute pubblica.
Ugo Mattei, professore di diritto internazionale comparato all'Hastings College of the Law dell'Università della California a San Francisco, presso cui ricopre la cattedra di Alfred and Hanna Fromm Professor of International and Comparative Law, ed è professore di diritto civile all'Università di Torino.
Stefano Montanari, ricercatore e studioso di nanopatologie, direttore scientifico del laboratorio Nanodiagnostics di Modena, consulente di Avigolfe, l’associazione dei reduci francesi dalle guerre del Golfo e dei Balcani e della Foundation for Advancement of Science and Education di Los Angeles per i problemi sanitari legati alle nanopatologie dei sopravvissuti al crollo delle Torri Gemelle di New York.
Giorgio Nebbia, professore emerito di Merceologia dell' Università di Bari; antesignano del movimento ambientalista italiano. La notevole mole di lavoro e documenti da lui prodotti (riguardanti soprattutto l’utilizzazione dell’energia solare e la dissalazione dell’acqua di mare) depositato presso il Centro di Storia dell’Ambiente promosso dalla Fondazione Luigi Micheletti.
Giorgio Parise, uno dei più autorevoli fisici mondiali. Con Carlo Rubbia è l'unico fisico italiano membro della National Academy of Sciences degli Stati Uniti d'America. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, fra cui la Medaglia Boltzmann per i suoi contributi alla fisica statistica, il premio Dirac, il premio Galileo, il Premio Lagrange e la Medaglia Max Planck.
Paola Pepe, ha creato e gestisce sul web il Network di ISDE Italia
Adriano Rizzoli, presidente e animatore dell’associazione ecologista Nimby Trentino, attivo nelle battaglie contro gli inceneritori.
Roberto Romizi, medico, presidente ISDE Italia (International Society Doctors for the Environment), coordinatore SIASS (Scuola Ambiente Salute e Sviluppo Sostenibile). ISDE Italia è parte di ISDE Internazionale, organizzazione accreditata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, presente, con oltre 40.000 medici in 90 paesi del mondo.
Alex Zanotelli, una delle voci più chiare e autorevoli della nonviolenza in Italia. Missionario dei Padri Comboniani di Verona, ha diretto per anni la rivista “Nigrizia” conducendo inchieste sugli aiuti e sulla vendita delle armi del governo italiano ai paesi del Sud del mondo, è l’ispiratore ed il fondatore di molti movimenti che hanno l’obiettivo di creare le condizioni della pace e di una società solidale in cui gli ultimi abbiano cittadinanza.
Monica Zoppé, biologa e ricercatrice presso il Laboratorio di Terapia Genica e Molecolare, dell'Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di PISA; fa parte del comitato Scienziate e Scienziati contro la guerra.
Alberto Zoratti, laureato in Biologia, specializzato in Microbiologia e con perfezionamento in Cooperazione Internazionale, collabora ed opera nel Terzo settore. Si occupa di cambiamento climatico e di economia solidale e internazionale per l'organizzazione equosolidale Fair.
lunedì 28 maggio 2012
Pontinia, Mochi dai l'esempio e restituisci i compensi non dovuti
Pontinia, il primo cittadino chiede la restituzione dei compensi della passata giunta di centrodestra
Tutti contro tutti in tribunale
Dopo la sentenza Trasco, Tombolillo porta davanti ai giudici l’ex sindaco Mochi
LO aveva promesso il sindaco
Eligio Tombolillo: se vogliono
la guerra che guerra sia. Dopo la
sentenza della
Corte dei Conti
che ha condannato
diversi
a m mi n i st r a to r i
del centrosinistra,
tra cui anche
il primo cittadino
di Pontin
i a , a l l a
restituzione di
più di 800 mila
euro per la nascita
della Trasco,
adesso è la
volta del centrosinistra
che,
unito, richiede
la restituzione
di altri soldi
agli esponenti
questa volta del
centrodestra, in
particolar modo ad alcuni rappresentanti
della vecchia maggioranza
guidata dall’allora sindaco,
Giuseppe Mochi. Il primo
atto di questa nuova battaglia si
è avuto in settimana quando,
presso il tribunale di Latina, si è
tenuta la prima udienza del procedimento
che vede contrapposti
il centrosinistra di Tombolillo
con i vecchi esponenti del
centrodestra. Insomma, la guerra
giudiziaria è stata aperta. Sul
«campo di battaglia» ci sono tre
vicende spinose per la politica
di Pontinia: la nascita della Trasco,
l’aumento degli stipendi
della vecchia giunta Tombolillo
e, per il centrodestra, la restituzione
degli stipendi da parte di
consiglieri comunali e assessore
della giunta Mochi. Infatti, dal
maggio 2003 al dicembre 2005
alcuni esponenti del centrodestra
continuarono a prendere
l’intero stipendio dalle casse comunali
nonostante fossero dei
lavoratori dipendenti e quindi
avessero diritto a percepire solamente
il 50% del compenso previsto
per legge. Il sindaco Tombolillo
così contrattaccava Giuseppe
Mochi dopo aver
ammesso di aver pagato tutta la
sua somma dovuto al Comune
di Pontinia dopo la sentenza
Trasco: «Visto che il consigliere
d’opposizione sta interpretando
un ruolo di
giustiziere –
d i c h i a r ò
Tombo lillo
– i niz ias se
con il dare
l’esempio e
restituisca i
soldi nelle
casse comun
a l i . L u i
(Mochi) e
diversi amm
in i st ra t or i
d e l l a s u a
giunta devono
ancora
restituire dei
soldi al Comune
per il
mancato decur
tame nto
della metà
degli stipendi
». Il primo atto di questa battaglia,
andata in scena presso il
tribunale di Latina, è finita con
un nulla di fatto. Infatti i legali
dei politici coinvolti hanno fatto
valere un vizio di forma. Si torna
in aula a dicembre.
Riccardo A. Colabattista http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0bedc2/pag19sabaudia.pdf
NELLO IALONGO: GLI OPERATORI DI LATINA E SABAUDIA FACCIANO COME A FORMIA
Attenti all’erosione
«Il molo di Anzio distruggerà la costa pontina»
Riceviamo e volentieri
pubblichiamo questa nota
a firma di Nello Ialongo,
membro del Consiglio
direttivo del Parco Nazionale
del Circeo.
«Sono certamente fondate
le forti preoccupazioni del
SIB (Sindacato italiano balneare)
di Formia in ordine
alle conseguenze, per la stabilità
delle spiagge di Vindicio
e di Gianola, nonché
di quelle di Scauri e Marina
di Minturno, che potranno
derivare dalla costruzione,
accanto all’attuale molo
Vespucci, di un approdo
turistico di elevate dimensioni.
Il SIB, pur nella consapevolezza
che il nuovo
porto turistico può dare impulso
all’economia del territorio,
si dice tuttavia certo
che l’opera, così come progettata,
provocherà la
scomparsa delle splendide
spiagge che, da almeno un
secolo, e soprattutto nel dopoguerra,
hanno permesso
a Formia di essere considerata
per qualche decennio
una delle più importanti località
balneari della provincia.
Gli operatori turistici formiani
con molta determinazione
hanno rivolto un vibrante
appello affinché siano
effettuati studi specifici,
da parte di esperti qualificati
estranei all’ambiente, ai
fini della garanzia di imparzialità,
per conoscere quali
reali pericoli possano correre
le coste a sud dell’ope -
ra portuale prevista.
Di fronte a tale iniziativa
appare veramente sconcertante
che a Latina autorità
pubbliche e operatori turistici
rimangano completamente
inerti di fronte ai
pericoli ancora più angosciosi
rappresentati dalla
prevista realizzazione di un
gigantesco molo ad Anzio,
nonostante che ricerche di
elevato rigore scientifico,
commissionate a suo tempo
dalla Regione Lazio a studi
di grande esperienza e prestigio
(Studio Volta di Savona
e ISPRA), abbiano
dimostrato che tale opera
comporterà danni irreversibili
alle spiagge e alle dune
di Latina e di Sabaudia. Il
SIB di Sabaudia in più occasioni
ha espresso una forte
contrarietà all’a m p li amento
del porto di Anzio.
Occorre però che gli operatori
turistici della costa
pontina, di comune accordo,
diano luogo ad una iniziativa
con lo stesso vigore
e lo stesso orgoglio dei loro
colleghi di Formia, che tra
l’altro hanno il coraggio di
contrastare un’opera che un
vantaggio alla loro città lo
può comportare, per ottenere
dagli enti che hanno
competenza sul territorio,
l’attestazione da parte di un
organismo scientifico terzo,
del reale grado di pericolosità
per le dune e le
spiagge pontine del nuovo
molo di Anzio.
Latina ha assistito alla
bocciatura del porto di Foce
Verde per motivi di insostenibilità
dell’opera che sono
certamente comparabili
con le valutazioni scientifiche
che rendono sconsigliabile
l’opera portuale di
Anzio. Né si deve prestare
ascolto a chi intende far
credere che la distanza di
Anzio possa costituire
un ’attenuazione del rischio.
Chiunque si sia occupato
di fenomeni di tal
fatta sa bene che le conseguenze
sull’equilibrio delle
spiagge di grosse strutture
for anee
si ripercuo
tono
pu rtr opp
o s u
m o l t e
decine di
chilomet
r i . E ’
b e n e
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e r e s s e
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u n i t à
amm inis
t r a t e .
G i à a l
m o m e nt
o
dell’even -
tuale posa
delle
fondazioni del mastodontico
molo di Anzio si possono
produrre effetti devastanti
sulle spiagge di Latina
e clamorose, anche se
tardive, manifestazioni di
protesta. Di questi tempi si
impone una maggiore cautela
circa il mantenimento
dei beni della collettività».
(Nello Ialongo)
Nello Ialongo
NELLO Ialongo, membro del consiglio direttivo
dell’ente Parco nazionale del Circeo e attento studioso
dei fenomeni marini torna a sottolineare il pericolo
di nuovi fenomeni erosivi per la costa pontina,
dovuto al progetto di realizzazione di un nuovo
imponente molo ad Anzio. «Quell’opera comporterà
danni irreversibili alle spiagge e alle dune di
Latina e Sabaudia» avverte Ialongo «Se gli operatori
balneari di Formia hanno avuto il coraggio di contrastare
un’opera che avrebbe comunque portato
loro dei benefici economici, i colleghi di Latina e
Sabaudia non debbono esitare a fare altrettanto»
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0bedc2/pag07latina.pdf
Pontinia nuovo impianto fotovoltaico al posto dell'agricoltura di qualità
Dal: 28.05.2012
Al: 12.06.2012 2012/36186 Autorizzazione Unica, ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs. 29 dicembre 2003 n. 387 e s.m.i., rilasciata alla Società Suneon S.r.l. per la costruzione ed esercizio di un impianto fotovoltaico di potenza pari a 992,00 kW da realizzare nel Comune di Pontinia, località Ficuzza (F.o 55, p.lle 14 - 420 - 421 - 16 - 17 - 424 - 425 - 19), nonché delle relative opere accessorie e di connessione alla rete. Autorizzazioni e Concessioni Ecologia ed Ambiente Autorizzazione Unica Societ Suneon s.r.l.pdf
agitazione Arpa Lazio a rischio salute 6 milioni di persone
Anche l'Arpa dichiara lo stato di agitazione a rischio le analisi sul territorio e la salute di 6milioni di cittadini. Elo stesso vale per la balneazione sul litorale.
"La salute dei quasi 6 milioni di cittadini del Lazio - si legge in una nota - è fortemente a rischio. Arpa Lazio non è più in grado di controllare e, di conseguenza, di garantire la qualità dell’aria e dell’acqua né, tantomeno, di monitorare gli agenti fisici sul territorio a causa della mancanza di risorse. Le Segreterie Regionali di CGIL FP, CISL FP, UIL FPL unitamente alle Rappresentanze Sindacali Unitarie hanno proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori a partire dal primo giugno. Il rischio di non avere controlli ambientali adeguati arriva in un momento particolarmente delicato per tutte le province laziali, a partire da quella di Roma dove si sta dibattendo sul collocamento della nuova discarica. Problemi che, però, non sembrano turbare la politica regionale.
Le limitate risorse economiche e umane dell’Agenzia, già ridotte all’osso dal patto di stabilità e dal blocco delle assunzioni, rischiano di non poter garantire ancora a lungo lo svolgimento degli ordinari compiti istituzionali come il monitoraggio della qualità dell’aria (centraline), i controlli sulla balneabilità delle acque marine e lacustri, i controlli sulle discariche, i controlli sugli agenti fisici (Campi Elettromagnetici, radiazioni ionizzanti, rumore, vibrazioni ecc.), le attività di laboratorio a supporto delle Aziende Sanitarie Locali sui campioni di Acqua destinata al consumo umano e sugli alimenti.
L’inerzia della Regione mette a dura prova l’operato dell’ente preposto ai controlli ambientali a tutela della salute dei cittadini del Lazio. A fronte di un organico approvato dalla Regione Lazio di circa 750 unità di personale, l’Agenzia dispone oggi di meno di 400 lavoratori, che per un quarto sono impiegate a tempo determinato,
20 lavoratori precari a tempo determinato – che hanno garantito lo svolgimento dei compiti istituzionali di ARPA Lazio - sono stati d’improvviso licenziati ed altri circa 100 resteranno a casa alla fine dell’anno. In queste condizioni, considerato anche l’irrisolto problema dello smaltimento dei rifiuti, la Regione Lazio rischia di diventare una polveriera ecologica".
http://www.icittadini.it/index.php/primo-piano/853-roma-l-arpa-lazio-dichiara-lo-stato-di-agitazione
Trasco trattative a rilento oggi consiglio comunale Pontinia
Su La Provincia: Trasco trattative a rilento oggi se ne parla in consiglio comunale
http://ww7.virtualnewspaper.it/quotidiano/books/120528latina/index.html#/18/
domenica 27 maggio 2012
Pontinia, Trasco domani consiglio comunale
Pontinia, si cercano soluzioni per la partecipata
Dipendenti Trasco,
il caso in Consiglio
G I OV E D I ’ 24 si sarebbe
dovuto svolgere un consiglio
comunale con un solo
punto all’ordine del
giorno: approvazione del
r e n d ic o n t o
fi na nzi ar io
del 2011.
Un appuntamento
rim
a n d a t o
i mp r ovv isamente,
la
nota ufficiale
è dat
a t a 2 3
maggio (il
giorno prec
e d e n t e )
per essere
spostato alla
serata di
lunedì 28
con l’inte -
grazioni di
altri punti
a ll ’o rd in e
del giorno
in cui spiccano
le vicende
legate
alla Trasco. Dopo l’at -
tacco di Giuseppe Mochi,
la presa di posizione dei
sindacati e il punto di
vista del rappresentante
della Trasco, Sebastiano
Gobbo, nella serata di lunedì
l’argomento società
partecipata entrerà
nell’agenda politica del
consiglio comunale. Sono
due i punti all’ordine del
giorno dedicati alla Trasco:
l’uscita del Comune
di Norma dalla partecipata
e la riorganizzazione
della stessa società. Argomenti,
questi, già toccati
marginalmente durante
l’ultimo consiglio di inizio
maggio ma non appr
of ond it i.
Infatti, in
quel caso, i
due punti
al l’or di ne
del giorno
furono ritirati
di gran
f r e t t a .
Adesso c’è
stato anche
i l r i nvio
d e l l ’ a pp
u n t a m e nto
di giovedì
24. Tutto
ciò testimonia
il
nervosismo
di una sit
u a z i o n e
s c o m o d a
per la Trasco
e per
l’am mi nis
t r a z i o n e
comunale che non ha il
pieno potere decisione
sulla riorganizzazione
della società partecipata
ma che resta in attesa degli
sviluppi presenti a livello
nazionale.
R.A.C. http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0bedcd/pag31sabaudia.pdf
Ogni anno ventimila tonnellate transitano su camion attraverso la provincia
Quel traffico di fanghi
Trasportare i residui di depurazione costa quasi 3 milioni di euro
E’ un traffico strano, silenzioso,
inosservato, molto costoso,
irrisolto. E’ il traffico
dei fanghi dei sessanta depuratori
della provincia di Latina
che ogni giorno, stoccati
sui camion, attraversano in
lungo e in largo il territorio
per raggiungere gli impianti
di trattamento in Puglia e
nelle Marche. Questo «giochetto
» costa un fiume di
denaro: tre milioni di euro
l’anno per trasferire ventimila
tonnellate al costo variabile
tra i 140 e i 180 euro
a tonnellata e di questi 80
euro vengono assorbiti per il
solo trasporto, che oltre ad
inquinare ha dunque un
prezzo che incide pesantemente
sul resto. Chi paga
tutto questo? In parte i cittadini
attraverso la quota di
depurazione che sta nelle
bollette del servizio idrico;
in parte la Provincia. La storia
era in parte emersa nel
corso della presentazione
dell’ultimo bilancio di Acqualatina
spa ma è «deflagrata
» durante l’audizione
recente del presidente della
Provincia, Cusani, in Commissione
Ambiente e Territorio
del Senato. Per costruire
un impianto di trattamento
dei fanghi serve un
investimento più o meno
equivalente al costo di un
paio di anni di trasporto fuori
regione ma una scelta del
genere dovrebbe impegnare
anche la Regione oltre agli
enti locali. C’è dell’altro: la
provincia di Latina ha aumentato
il numero dei depuratori
funzionanti ma anche
la rete attuale non è sufficiente
a coprire tutto il territorio
e la realizzazione di
altre strutture può incidere
sul futuro della balneabilità
di lunghi tratti di costa. Cioè:
più depuratori si costruiscono
per migliorare la qualità
del nostro mare, più crescono
le tonnellate di fanghi
residui e con esse il costo del
trasporto e dello smaltimento
in un gioco perverso che
da un lato aiuta l’ambiente e
dall’altro lo danneggia; un
sistema che in qualche modo
fa risparmiare ma in fondo
produce uno spreco che non
è neppure prevedibile fino in
fondo. Tecnicamente quello
che serve a fermare le centinaia
di camion che trasportano
i fanghi è un impianto di
trattamento della cosiddetta
«frazione organica», che al
momento non è previsto. Ed
è peraltro tra i motivi alla
base del contenzioso in essere
tra la Provincia e la Regione
a proposito del piano rifiuti
per il Lazio. Nel quale il
«caso fanghi» è un dettaglio
minimale che, peraltro, si
porta dietro un groviglio di
interessi legati all’indo tto,
ossia lo stoccaggio, il trasporto
e infine il trattamento.
Realizzare un impianto a
Latina equivale a sottrarre
contratti al sistema attuale
dello smaltimento. Ed è probabilmente
uno dei motivi
per cui tutto resta immutato.
Graziella Di Mambro http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0bedcd/pag04latina.pdf
L’assessore e le polemiche politiche
Stefanelli: anche io
contesto le scelte
«NESSUNA divergenza con il Presidente Cusani rispetto al Piano
rifiuti regionale». Così l’assessore provinciale all’ambiente prova a
smentire le voci che lo davano per esautorato dal suo ruolo in giunta
dopo che non era stato presente alla conferenza stampa sul ricorso
contro il piano regionale dei rifiuti.
«È evidente - dice Stefanelli - che il Piano non fornisce risposte
risolutive per la questione dei rifiuti e soprattutto è gravemente carente
in ordine alla definizione delle regole di funzionamento degli Ato. Non
ho potuto prendere parte alla conferenza stampa del Presidente Cusani
per impegni personali inderogabili, ma già martedì prossimo sarò in
Commissione a confrontarmi attivamente in merito al ricorso presentato
dalla Provincia. Le mancate scelte in tema di rifiuti negli ultimi 15
anni sono da imputare ad una politica che troppo spesso si sottrae dal
prendere decisioni strutturali determinanti e di reale impatto rispetto
alle esigenze dei territori. Basta guardare alle ultime polemiche di
Alemanno su Corcolle e le dimissioni di Pecoraro dall’incarico di
commissario per l’emergenza rifiuti. In relazione alle indiscrezioni
giornalistiche circa la mia posizione all’interno dell’amministrazione
provinciale mi sento di dire che sono tranquillo ed estremamente
sereno, anche perché tutti sanno che il mio mandato è sempre stato e
sarà a totale disposizione del Presidente Cusani e dell’Udc».
«Gli errori di Cusani»
Piano regionale, il Pd smonta il ricorso al Tar
COME era nelle sue prerogative,
il presidente della Provincia ha
impugnato (da solo) il piano regionale
dei rifiuti. Poteva fare un
passaggio preliminare in Consiglio
e cercare anche il sostegno
dell’opposizione, politicamente
avversa all’esecutivo regionale
quindi abbordabile. Invece non lo
ha fatto. E adesso è arrivata, inevitabile,
la stoccata del Pd che in
una lunga nota del consigliere
provinciale Mauro Visari, scardina
non tanto il ricorso quanto il
contesto nel quale è maturata la
scelta del presidente dell’ente.
«La Provincia sul tema dei rifiuti
continua a sbagliare. - scrive
Visari - Si continua a litigare con
gli altri enti coinvolti, si continua
ad ipotizzare la costruzione di un
termovalorizzatore che non serve,
si continuano a fare dichiarazioni
di intenti, ma le decisioni
non si prendono. Le ultime dichiarazioni
di Cusani lasciano
perplessi, poiché, a mio avviso
rivelano la totale distanza che il
Presidente ha dal problema rifiuti
così come è vissuto dai cittadini.
Su gran parte del territorio provinciale
la raccolta differenziata
viene fatta poco e male, il servizio
costa troppo e l’impatto ambientale
è significativo. A Latina, grazie
alla Latina Ambiente, si sommano
altre questioni, come un
servizio di raccolta inefficiente
che sporca la città in modo indecente
».
Anche Visari come molti altri
osservatori e amministratori pur
dello stesso partito di Cusani, sottolinea
come da un ente importante
qual è quello di via Costa ci
si aspetti «coordinamento e non
litigiosità; la capacità di studiare
il fenomeno così come si dipana
sulla nostra provincia e saper proporre
soluzioni nuove; investimenti
per finanziare la costruzione
sul territorio di tutti gli impianti
intermedi che servono».
Sullo sfondo della discussione
sempre lo stesso problema: le discariche.
«I gestori - ricorda ancora
Visari - più volte e dati alla
mano hanno fatto sapere che la
capacità di ricezione dei rifiuti è
piuttosto limitata. Stando a quanto
affermato le discariche sarebbero
esaurite entro meno di 3
anni. Su questo la Provincia non
dice nulla. Vorremmo sapere se
per Latina c’è davvero
un rischio ‘Napoli’ o si
tratta di allarmismo fatto
ad arte dalle società per
ottenere vantaggi attraverso
una gestione emergenziale
della raccolta. Le
percentuali di raccolta differenziata
sono ancora
troppo basse. I piccoli Comuni
riescono a garantire
un buon livello, mentre i
centri più grandi appaiono in
difficoltà. Il problema è che
nessuna soluzione sarà praticabile
senza che si realizzi una
riduzione consistente del conferimento
in discarica. Molti
osservatori negli anni hanno segnalato
le infiltrazioni del crimine
organizzato nel sistema rifiuti
su questo territorio. Ciò che mi ha
sempre stupito è stata la totale
indifferenza della Provincia che
non ha mai ritenuto di dover promuovere
iniziative tese a rendere
questo business e l’e c o no m i a
pontina meno
permeabili
alle infil
t r az i o ni ,
n e m m e n o
quando sono
sopravvenute
inchieste e
i n d a g i n i .
Credo che ci
sia davvero materia a sufficienza
per un consiglio provinciale
straordinario sui rifiuti e quella
sarà la sede opportuna per confrontarsi
su tutto e magari decidere
insieme cosa fare. Al di là dei
proclami».
L’affidamento per gli indifferenziati è bloccato. Le richieste
Raccolta, bandi in ritardo
DOPO l’approvazione del Pef
2012, il piano economico finanziario
del servizio
rifiuti, le procedure
di assegnazione
degli
appalti per la
raccolta degli
« in d iff e re n zi ati
» fuori dai cassonetti
sono rimaste
bloccate.
Secondo il Pd
consiliare, il servizio
è sospeso e
sta provocando
pesanti effetti sul decoro urbano.
Pronta l’interreogazione del Pd
all’assessore all’ambiente Cirilli.
«Si è deciso di affidare il servizio
alle cooperative sociali - ha
detto Giorgio De Marchis, capogruppo
Pd - costerà oltre 300
mila euro come stabilito nel Pef
2012 approvato dalla maggioranza.
Siamo convinti che i servizi
previsti nel Pef, precedentemente
eseguiti dalla Latina Ambiente,
vadano affidati nel
rispetto delle disposizioni legislative
vigenti, ovvero con un
bando ad evidenza pubblica. Ricordo
che - continua De Marchis
- il conferimento della gestione
di servizi pubblici locali avviene
in favore di imprenditori o di
società in qualunque forma costituite
individuati mediante procedure
competitive ad evidenza
pubblica, nel rispetto dei principi
del Trattato sul funzionamento
dell’Ue e dei principi generali
relativi ai contratti pubblici e, in
particolare, dei principi di economicità,
imparzialità, trasparenza,
adeguata pubblicità, non discriminazione,
parità di trattamento,
mutuo riconoscimento e proporzionalità,
proprio nel rispetto di
questa impostazione sarebbe opportuno
che Latina Ambiente
procedesse alla definizione del
bando nel minor tempo possibile
». Il Pd inolterà nei prossimi
giorni una richiesta di parere all'Autorità
Garante per la Concorrenza
ed il Mercato in merito
all'affidamento dei servizi di
igiene urbana previsti nel Pef.
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0bedcd/pag05latina.pdf
discarica Borgo Montello minacce al pm che indaga
Latina, minacce al pm che indaga sulla discarica di Borgo Montello
Recapitata al magistrato Giuseppe Miliano una lettera con una pallottola. Proprio la settimana prossima inizierà davanti al Gup l'udienza per diversi reati connessi alla discarica, cui sono legati molti misteri della camorra e un lungo traffico di rifiuti pericolosi
di Andrea Palladino | 27 maggio 2012
“Una pallottola costa solo 50 centesimi”. Una minaccia chiara, diretta e preoccupante quella ricevuta nei giorni scorsi dal Pm di Latina Giuseppe Miliano, magistrato che da diversi anni segue i reati ambientali nel sud pontino. Nel suo archivio ha moltissime indagini delicate, soprattutto sul sistema di gestione dei rifiuti nella zona compresa tra il fiume Astura e il Garigliano, fino alle porte con la provincia di Caserta. Sua è la firma sulla richiesta – poi accolta – di custodia cautelare per Romolo Del Balzo, ex presidente della commissione lavori pubblici della Regione Lazio, coinvolto in una gestione più che sospetta dei servizi ambientali a Minturno, che ha portato in carcere un importante imprenditore del settore. E sua è l’inchiesta sulla Terracina Ambiente, il gestore della monnezza che vede tra i soci il gruppo Colucci, principale azienda attiva nella raccolta e gestione dei rifiuti in provincia di Latina.
Il fascicolo più delicato riguarda, però, la collina di veleni e misteri al confine con il comune di Nettuno, Borgo Montello. Una discarica nata negli anni ’70 come una semplice buca dove finivano i sacchetti di immondizia di Latina, divenuta oggi il secondo invaso della regione Lazio, diviso a metà tra la Ind.eco (Gruppo Grossi di Milano) e la Ecoambiente (azienda mista con all’interno il comune di Latina, la Unendo di Colucci e il gruppo dell’avvocato Manlio Cerroni). Martedì prossimo inizierà davanti al Gup l’udienza per decidere il rinvio a giudizio di diversi manager e direttori di Ecoambiente, indagati dal pm Giuseppe Miliano per avvelenamento delle falde acquifere. Un processo chiave, che dovrà ricostruire una parte della storia di questo piccolo borgo di 3000 abitanti, dove nel 1995 don Cesare Boschin, il parroco in prima fila nella lotta contro la discarica, venne trovato incaprettato nella sua canonica. Fu un omicidio rimasto senza colpevoli e senza una verità, che ancora oggi rappresenta un vero mistero. Solo due mesi fa un giornalista di una testata locale, La Provincia, aveva chiesto di poter consultare il fascicolo chiuso in archivio tra i casi irrisolti e senza neanche un sospettato. Nulla da fare, il procuratore di Latina Andrea De Gasperis - noto per aver condotto le prime indagini sulla morte di Ilaria Alpi – ha negato l’accesso.
E’ una procura di frontiera quella dove lavora il Pm Giuseppe Miliano. Mentre apriva la lettera con le minacce, a Borgo Montello le ruspe iniziavano a scavare il vecchio sito S0, alla ricerca dei fusti tossici. Un collaboratore di giustizia dei casalesi - Carmine Schiavone - fin dal 1996 aveva raccontato che quella discarica, negli anni ’80, era zona loro. Decine di “soldati” pagati all’epoca 3 milioni di lire presidiavano il territorio, dal Garigliano fino alle porte di Roma. Nomi mai usciti fuori, indagini condotte con grandi difficoltà dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma che hanno portato alla scoperta di quel cartello attivo nella città di Fondi guidato dai fratelli Tripodo, recentemente condannati come esponenti della ‘ndrangheta in provincia di Latina. Gruppi criminali cresciuti negli ultimi trent’anni grazie ad un’alleanza – confermata da diverse sentenze – stretta con i casalesi.
Tra gli affari più redditizi – ricordava Schiavone – c’erano i rifiuti e quella collina di Borgo Montello, dove alcuni esponenti incensurati e insospettabili della famiglia Schiavone di Casal di Principe acquistarono delle terre, vendute recentemente al gruppo Ind.eco, pronto a sfruttarle per ampliare gli impianti di trattamento dei rifiuti. Mentre la discarica cresceva i viaggi dei camion sospetti continuavano. Gli abitanti ancora oggi ricordano la meticolosità di don Cesare Boschin nell’annotare quello che accadeva. Ogni domenica andava a visitare le famiglie dei coloni veneti che contornano la discarica, vendendo le copie di Famiglia cristiana. E ascoltava. Le donne gli raccontavano con preoccupazione di viaggi realizzati dai figli verso la Toscana e l’Emilia Romagna, alla guida di camion che tornavano carichi di bidoni. I cacciatori ancora oggi hanno davanti agli occhi le montagne di rifiuti farmaceutici che incontravano attorno all’invaso ufficiale dove finiva la monnezza della provincia di Latina. Racconti che sono stati puntualmente riscontrati dalle analisi che il Pm Giuseppe Miliano e l’Arpa Lazio hanno realizzato negli ultimi due anni nella zona di Borgo Montello, scoprendo quei veleni di origine industriale che hanno contaminato le falde acquifere.
Sulle minacce al magistrato di Latina c’è il massimo riserbo. Nessun commento è trapelato dalla Procura, nessuna pista sembra per ora prevalere. Ma un segnale inquietante ed importante per quella terra di ‘ndrangheta e camorra chiamata provincia di Latina, alle porte della capitale.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/27/latina-minacce-miliano-responsabile-dellinchiesta-borgo-montello/242979/
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+ Fondi provincia di ‘ndrangheta, nella sentenza tutti gli affari e i rapport... http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/20/fondi-provincia-ndrangheta-nella-sentenza-affari-rapporti-politica/178953/
Pontinia contro l'ignoranza a la speculazione promuoviamo i Gricilli luogo del cuore
La questione della discarica di Corcolle nelle vicinanze di Villa Adriana è l'esempio che quando cultura, informazione, storia vengono difese e valorizzate i progetti frutto solo della speculazione (in certi casi anche il malaffare) che vogliono distruggere storia e cultura, economia, posti di lavoro, salute e ambiente vengono respinti. Ma è un esempio che dovrebbe insegnare qualcosa alla bistrattata provincia di Latina e a Pontinia. Dagli anni '80 propongo iniziative, progetti, finanziamenti per coniugare posti di lavoro (20 fissi + 20 stagionali) con la tutela, valorizzazione, salvaguardia del patrimonio unico rappresentato dai Laghi del Vescovo, Gricilli, sorgente Fontana di Muro, la vasca di espansione, l'Ufente. Per questo ripropongo ad ogni edizione dei Luoghi del Cuore del Fai questo sito http://www.iluoghidelcuore.it/laghi-dei-gricilli-o-del-vescovo. L'ignoranza degli amministratori, la loro scarsa attenzione dimostrata nel passato viene leggermente attenuata dall'adesione al progetto e al finanziamento della via dei Laghi. Ma è ancora poco. Basta chiedere ai cittadini di Pontinia, a quanti conoscono le caratteristiche (o addirittura l'esistenza) di questo sito. Una maggiore conoscenza avrebbe, forse, salvato i poderi (e una parte del paesaggio della bonifica) dalle mire speculative. Invece Pontinia è il comune delle occasioni perse, dei progetti scomparsi, degli annunci dimenticati. Oggi su un quotidiano locale c'è una lucida analisi: http://ww7.virtualnewspaper.it/quotidiano/books/120527latina/index.html#/26/ "crisi che paga in particolar modo .. il centrodestra" "anche se pure il centrosinistra ...impiegati come sono ad asserragliarsi sempre di più nel palazzo comunale, circondati da avvocati che cercano anche il più insignificante cavillo... il contatto con la cittadinanza sembra essersi perso irrimediabilmente...". L'unico argomento politico è quello contabile e giudiziario. Dove regna, tanto per cambiare, la solita crassa ignoranza. Altrimenti non si spiegherebbe il dissesto inesistente (secondo la Corte dei Conti nel 2005, il Ministero dell'Interno, 2 sentenze del TAR che entrano nel merito contabile) giustificato dal Consiglio di Stato con ripetuti errori (di metodo o di calcolo) dell'amministrazione di destra che le aveva decretato. Il Consiglio di Stato afferma che se è frutto di ripetuti errori non è annullabile a meno che non ci sia una sentenza che evidenzi il dolo penale. Magari quello su cui indaga la Procura per presente false richieste di rimborso e risarcimento proprio per avvalorare il dissesto. Ma non mi interessa perseguire i colpevoli (o gli incapaci) anche se questo era l'invito esplicito del Consiglio di Stato. Mi interessa la politica del fare, del condividere, del crescere, dell'evoluzione, della modernizzazione. Per questo propongo oltre alla valorizzazione dei Gricilli, l'agricoltura di qualità, legata alla cultura, alla storia alla socializzazione, alla gestione diretta dell'acqua pubblica (che farebbe risparmiare i cittadini, aumentare i posti di lavoro, migliorare il servizio), la differenziata vera (altri posti di lavoro, risparmi per i cittadini, nuove materie prime recuperate, miglioramento ambientale, nuove aziende). Ma a Pontinia sotto i colpi della speculazione non scompaiono solo i poderi, la zona agricola per fare posto alla speculazione di 10 mila mc mascherati da campi da golf, ma anche la Sep (nessuno ne parla più secondo la logica pontiniana), il mega centro commerciale quello dell'investimento di 80 milioni di euro, 350 posti di lavoro. E dove sono finiti gli oltre 10 milioni di euro di investimento nel consorzio industriale nell'area di Mazzocchio? E i fanghi sull'Ufente di cui il parlamento ha chiesto 4 volte notizie inutilmente? E il progetto di riqualificazione dell'ex Hilme? Tutto sparito come le rotatorie di Borgo Pasubio e Casal Traiano? C'è proprio la necessità a Pontinia della politica del fare abbandonando e seppellendo quella delle denunce, delle procure, della corte dei conti che i cittadini interpretano come lotta di potere. Come scrive il Giornalista: "crisi che paga in particolar modo .. il centrodestra" "anche se pure il centrosinistra ...impiegati come sono ad asserragliarsi sempre di più nel palazzo comunale, circondati da avvocati che cercano anche il più insignificante cavillo... il contatto con la cittadinanza sembra essersi perso irrimediabilmente...".
Pontinia: politici e Trasco 8 anni di tensioni e di tempo perso
http://ww7.virtualnewspaper.it/quotidiano/books/120527latina/index.html#/26/ Tratto dall'articolo di oggi di Graziano Lanzidei su La Provincia "crisi che paga in particolar modo .. il centrodestra" "anche se pure il centrosinistra ...impiegati come sono ad asserragliarsi sempre di più nel palazzo comunale, circondati da avvocati che cercano anche il più insignificante cavillo... il contatto con la cittadinanza sembra essersi perso irrimediabilmente..."
Questo era il mio comunicato dopo aver letto la determinazione per i ruoli coattivi riportata sotto:
Nuovo atto di questa politica del gioco al massacro. Degli attacchi e ritorsioni personali. A chi giova questo terrorismo, questa cultura della paura? perché dividere e distruggere? Pensavo, penso che la politica sia favorire la convivenza, migliorare la qualità della vita, socializzazione, collaborazione. La ricerca di ciò che ci unisce non di ciò che ci divide. Credevo fosse un obiettivo sentirsi solidali, per qualcuno italiani, laziali, pontini, pontiniani, patrioti, cittadini. Comunque umani. Pontinia ha bisogni di progetti condivisi, per la difesa della famiglia, delle classi sociali più deboli, per la ricerca, costruzione, difesa del posto di lavoro. Perché si continua invece questa guerra? a chi giova? Il dissesto è stato dichiarato inesistente del ministero dell'interno (quando ancora era retto dalla destra, la stessa coalizione espressione di quella incomprensibile e scomparsa prematuramente a Pontinia), giustificato da ripetuti errori (di calcolo o di metodo) dell'amministrazione. Perchè ancora si persevera su questi errori?
Giorgio Libralato
DETERMINAZIONE COMUNE DI PONTINIA
DEL 24-05-2012 N.69
Oggetto: Approvazione ruoli coattivi a seguito di sentenza di condanna Corte dei Conti 402/2011
IL RESPONSABILE DEL SETTORE
CONSIDERATA la sentenza esecutiva della Corte dei Conti Sez. Prima Centr. 402/2011 con la quale diversi ex amministratori dell’Ente sono stati condannati al risarcimento nei confronti dell’Ente stesso per danno erariale con individuazione delle somme dovute nella stessa sentenza e successiva richiesta da parte della Corte dei Conti di individuare un responsabile del procedimento in grado di curare il recupero delle somme dovute;
VISTO che tali soggetti, nonostante le richieste di definizione del recupero, non hanno manifestato alcuna volontà finalizzata al versamento volontario delle somme dovute, legittimando da parte del responsabile del procedimento l’avvio della procedurali riscossione coattiva a mezzo ruolo;
DATO ATTO che per la riscossione coattiva della sentenza sopra indicata è stata elaborata la minuta di ruolo, successivamente inviata all’agente della riscossione mediante la procedura telematica;
RITENUTA necessaria l’approvazione del ruolo relativo alle somme indicate nel seguente elenco:
Prot. RUW/120023004/RUOR9420
Numero ruolo Numero articoli Ammontare Descrizione
2012/003289 1 207.587,00 Risarcimento danno
1 2.611,89 Interessi
1 1.035,28 Spese
Totale parziale 211.234,17
2012/003564 3 276.782,00 Risarcimento danno
3 3.482,50 Interessi
3 1.380,38 Spese
Totale parziale 281.644,88
Totale complessivo 492.879,05
VISTI
· Il DPR 24 giugno 1998 n. 260
· Il DPR 28 gennaio 1988 n. 43
· Il D.Lgs. 15 settembre 1997 n. 446
· Il D.Lgs 18 Agosto 2000 n. 267
DETERMINA
DI APPROVARE e rendere esecutivo per i motivi rappresentati in premessa i ruoli sopra indicati;
La presente determinazione sarà pubblicata all’Albo Pretorio on-line del Comune ed inserita nella raccolta di cui all’Art. 183 comma 9 del D.Lgs 18 Agosto 2000 n.267 e ss.mm.ii..
VISTO PER REGOLARITÀ TECNICA VISTO: PER LA REGOLARITÀ CONTABILE
E COPERTURA FINANZIARIA
Il Responsabile del Settore Il Responsabile del Settore Finanziario
F.to DOTT. LICCI SIMONE F.to DOTT. LICCI SIMONE
sabato 26 maggio 2012
Laghi dei Gricilli Pontinia segnala il luogo del cuore
E' l'unico sito SIC - ZPS del comune di Pontinia
E' inserito nell'elenco della Regione Lazio dei posti da visitare in gita per le scuole medie
E' un posto importante per la flora e la fauna e per le particolari condizioni pre bonifica
E' minacciato dall'ignoranza e dalla scarsa attenzione
Contribuisci a segnalarlo per valorizzarlo http://www.iluoghidelcuore.it/laghi-dei-gricilli-o-del-vescovo
discarica Borgo Montello i cittadini parte civile contro inquinamento falde
Il comitato per l’Acqua pulita ha raccolto centinaia di firme: parte la class action
Un fronte anti inquinamento
Il gruppo chiederà al Gup di essere ammesso come parte civile nel processo
HANNO raccolto centinaia
di firme di adesione al comitato
civico «Acqua pulita» e
adesso sono pronti per
dare il via alla class
action con la quale intendono
rivendicare il
diritto al risarcimento
per i danni ambientali
provocati dall’in qu inamento
delle falde
acquifere che scorrono
sotto il sito di via
Monfalcone che ospita
le discariche dei rifiuti.
Il comitato, sostenuto
dall’ass oc iaz
i o n e I l P a t t o -
Fondazione Colombo,
sarà presente martedì
prossimo 30 maggio
all’udienza preliminare
contro gli
amministratori di una
delle discariche di
borgo Montello, e
chiederà di essere ammesso
come parte civile
nel processo per
l’ipotesi di inquinamento
ambientale.
«Si tratta di un reato
plurioffensivo, che
mette a repentaglio la
salute pubblica, e pertanto
riteniamo che il
Tribunale vorrà concederci
l’ammissione
alla costituzione come parte
civile - spiega Luciano
Proietti, presidente del comitato
Acqua pulita - La
nostra iniziativa vuole essere
un segnale per l’intera
collettività pontina che ha il
diritto di autotutelarsi sul
fronte della salute e contro
la cattiva amministrazione
».
Proietti non fa sconti al
Comune di Latina, che nella
veste di socio di una delle
imprese che gestiscono le
discariche di via Monfalcone,
avrebbe dovuto intervenire
già a suo tempo per
garantire l’incolumità e la
salute dei cittadini, oltre che
salvaguardare una zona di
pregio ambientale come è la
valle dell’Astura.
«Il numero delle sottoscrizioni
e delle adesioni alla
nostra class action testimonia
la voglia di partecipazione
diretta dei cittadini alle
questioni più serie che investono
la comunità - aggiunge
Luciano Proietti - E’ per
questo che auspico che
l’amministrazione municipale
dia un segnale forte,
ponendo una rinnovata attenzione
alle problematiche
legate alla gestione dei rifiuti e all’inquinamento delle
falde acquifere. Potrebbe
farlo ripristinando i giusti
perimetri delle cosiddette
zone rossa e verde, ormai
datati e non più adeguati alla
crescita della discarica, in
modo tale che le famiglie
dei residenti della zona possano
godere delle previste
esenzioni o riduzioni della
tariffa Tia». http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0bedcc/pag05latina.pdf
rifiuti provincia Latina: le contraddizioni di Cusani
«Il ciclo delle acque è un modello nazionale». Ma in negativo
Le contraddizioni
Una serie di citazioni del presidente non reggono, ecco perché
NEL corso della conferenza stampa il
presidente Cusani ha anche fatto una
serie di affermazioni afferenti la politica
e il ciclo delle acque, oltre che i
rifiuti. E di queste, gran parte non
corrisponde ai fatti né alle scelte operate
dalla Provincia medesima negli
ultimi anni. Proviamo a farne un elenco
di sicuro incompleto.
«... il ciclo delle acque e la sua
gestione in provincia di Latina costituiscono
un modello...»
La gestione del servizio idrico della
provincia di Latina ha dato vita ad un
dibattito ampio e asperrimo dal quale
si è dipanato il referendum del 2011
sul ritorno alla gestione pubblica dopo
il «pessimo» esempio privatistico
dell’Ato di Latina.
«... il piano regionale dei rifiuti è
illegittimo anche perché consente di
creare discariche di rifiuti non pericolosi
in aree incluse in Natura 2000,
tipo le zps...»
Contro la istituzione delle zps (zone
a protezione speciale) l’amministra -
zione provinciale di Latina ha presentato
ricorso chiedendone l’abolizione;
invocarle adesso in funzione del ricorso
contro il piano rifiuti è perlomeno
curioso.
«...in questi anni è stato detto che la
Provincia di Latina vuole un termovalorizzatore,
chi lo ha detto e scritto
ha detto una cosa falsa...»
Ancora in queste ore l’amministra -
zione provinciale di Latina, nel proporre
il ricorso, vuole dare esecutività
al suo piano dei rifiuti che prevede,
appunto, un impianto di trattamento di
nuova tecnologia pur in previsione di
una riduzione pari a zero del rifiuto.
Tutte le alternative, ossia la costruzione
degli impianti di trattamento meccanico
biologico sono state bloccate da
ricorsi dell’amministrazione provinciale.
«.... gli impianti di trattamento devono
essere di prossimità, ossia il più
vicino possibile al luogo di produzione
dei rifiuti; lo dice l’Unione Europea
e in questo piano è un parametro
che non viene rispettato...»
Tutti i Comuni del sud pontino (tranne
Formia) sono inseriti dal piano regionale
nell’ambito che conferisce i
rifiuti nell’impianto esistente di San
Vittore del Lazio (Frosinone) che dista
dall’area del sud pontino tra i 20 e i 25
chilometri (la discarica di Montello ne
dista 90 ed è quella l’area di un possibile
altro impianto, pur più moderno).
«... In un piano regionale fatto bene,
con un impianto adeguato chi ha
detto che non vogliamo accogliere
anche i rifiuti di Roma o delle altre
Regioni? Potrebbe essere addirittura
un indotto economico...»
E’ questa la prova migliore che (forse)
un altro impianto di valorizzazione
non serve; non ci sarebbero rifiuti a
sufficienza in provincia di Latina per
alimentarlo. E’ esattamente ciò che
succede già a San Vittore del Lazio: il
termovalorizzatore brucia al di sotto
della sua potenza perché non ha materiale
e potrebbe accogliere altri rifiuti,
compresi quelli di Latina.
«... questo ricorso non è un atto
contro la presidente Polverini, so
che domani si dirà : ‘Cusani contro
Po l ve r i n i ’, non è questo; il nostro è
un atto dovuto...»
Il presidente della Provincia di Latina
e il Governatore del Lazio non presenziano
cerimonie comuni da oltre un
anno e nessuna decisione della Regione
viene giudicata positivamente in via
Costa, dai fondi per il sociale, ai piani
turistici, ai vincoli per i parchi. Il ricorso
inerente la gestione dei rifiuti in
effetti è solo un dettaglio.
G. D. M. http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc5de0bedcc/pag03latina.pdf
discarica Corcolle per adesso Villa Adriana è salva, scempio dei beni culturali evitato
IFIUTI, RITIRATA TECNICA
VILLA ADRIANA È SALVA
Il governo rinuncia alla discarica di Corcolle e “licenzia” il prefetto
Giuseppe Pecoraro. Settis: “Ma sui Beni culturali siamo allo sfascio”
La decisione di Monti dopo un mini vertice a Palazzo Chigi.
“Il Paese non capirebbe”. Il premier recepisce le crescenti
proteste di cui è stato portavoce Celentano ieri sul Fatto
Il Fatto quotidiano 26 maggio 2012
Ha vinto la civiltà
di Antonio Padellaro
Davanti alla sciagurata decisione di aprire
una discarica di rifiuti accanto a Villa
Adriana, patrimonio dell’Umanità, c’era -
vamo appellati alla sensibilità civile e istituzionale
di Monti e dei suoi ministri. Non è possibile,
scrivevamo, che personalità europee, illustri
cattedratici e gran commis dello Stato si comportino
come quei politicanti da quattro soldi
che hanno ridotto l’Italia in brandelli.
Infatti, con una decisione che fa onore a questo
governo, Villa Adriana è stata salvata dallo stupro
organizzato a cura delle solite cricche affaristiche
con buoni addentellati nella Pubblica amministrazione.
Una volta tanto è la civiltà che sconfigge
la barbarie.
Ciò non avviene per caso ma per la combinazione
positiva di due fondamentali fattori di dem
o c ra z i a .
Prima di tutto c’è la pressione esercitata da un
giornalismo libero che non ha timore di disturbare
il manovratore. Lo rivendichiamo con orgoglio
noi del Fatto Quotidiano che alle prime notizie
sullo scempio che si stava perpetrando non abbiamo
perso tempo. Le nostre inchieste sulla discarica
di Corcolle che già “p u z z ava ” (e non solo
a causa dell’immondizia), unite alla sollevazione
dei nostri lettori, cui ha dato voce forte e chiara (è
il caso di dirlo) Adriano Celentano, hanno agito
da detonatore.
Si chiama opinione pubblica: quando si fa sentire
e ottiene il giusto la democrazia è più forte. Oggi
possiamo dirlo con orgoglio.
Tuttavia, la pressione della libera stampa non sarebbe
stata sufficiente senza un governo capace
di riflettere e di cambiare strada. Monti e alcuni
ministri hanno probabilmente capito che la scelta
iniziale era condizionata da valutazioni parziali
e orientate non verso il bene collettivo, ma a favore
di interessi privati anche oscuri. Conseguenza
inevitabile, le dimissioni del prefetto di Roma
Pecoraro responsabile del malsano progetto, assieme
al presidente della Regione
Lazio Polverini non nuova a imprese
del genere.
Un cambiamento di rotta che con
il governo precedente, ne siamo
certi, non sarebbe accaduto. Oggi
possiamo dirlo con maggior fiducia:
qualcosa sta cambiando.
Il nuovo commissario tra immondizia e razze equine
Goffredo Sottile, il nuovo
commissario per i rifiuti del Lazio,
con l’immondizia ha già avuto a che
fare, essendo stato commissario delegato per
l’emergenza rifiuti in Calabria. Romano, classe
1940, ha intrapreso la carriera prefettizia nel
1969. Un uomo di lungo corso, che ha prestato
servizio presso le Prefetture di Nuoro,
Frosinone (Capo di Gabinetto) e a Roma,
presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, in
qualità di Capo della Segreteria Tecnica del
sottosegretario delegato ai Servizi di
Informazione, e il ministero dell’Interno, dove, in
ultimo, fino alla nomina a Prefetto, ha svolto le
funzioni di vicecapo di Gabinetto e, per molti
anni, quella di Segretario del Comitato
Nazionale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.
Nel 2007, su proposta dell’allora ministro Paolo
De Castro, fu nominato presidente dell’Unire ,
Unione nazionale per l’incremento delle razze
equine. La sua voglia di trasparenza e pulizia non
gli ha portato molti consensi. Lo scorso anno è
stato anche vicepresidente generale del Club
Alpino italiano.
VILLA ADRIANA È SALVA
Il governo rinuncia alla discarica a Corcolle
Prefetto costretto alle dimissioni da Commissario
di Malcom Pagani
Per somigliare definitivamente
a Gianni Letta, il
sottosegretario Antonio
Catricalà dovrà studiare
a lungo. Il primo vero esame
affaristico-politico dell’e ra
tecnica lo boccia inesorabilmente
e, in un’afosa mattina
romana di inizio estate, trascina
a fondo la fredda logica della
devastazione del patrimonio
artistico. Villa Adriana è
salva. La discarica di Corcolle
non si farà. Il commissario
straordinario Giuseppe Pecoraro
vede il mondo ribaltarsi
in una notte. Da padroncino
dell’emergenza rifiuti a rifiuto
da licenziare in tronco con lo
struggente espediente delle
dimissioni su richiesta, a sole
48 ore dalla fiducia governati va .
SOSTITUITO da Goffredo
Sottile, il grande amico di Luigi
Bisignani ha il profilo sgualcito
di un uomo che perde due
partite in un sol colpo. Aveva
affidato la consulenza sulla cava
nei pressi di Tivoli a un vecchio
amico di famiglia e al suo
consulente. Sognava di diventare
Capo della Polizia. Rimarrà
invece, fino alla prevista sostituzione,
Prefetto di Roma.
Intorno alla sua figura obliqua,
volano stracci e insulti (“ir responsa
bile”) tra Renata Polverini
e Gianni Alemanno. Il sindaco,
convinto teorico della
giravolta in corso d’opera, tira
in ballo la Provincia: “La competenza
per individuare le
aree idonee o non idonee allo
smaltimento di rifiuti è sua” e
Zingaretti, lesto, risponde parlando
di “stop alle discariche”
e guarda lo spettacolo dall’uscio,
come è di moda, a propria
insaputa: “Non è vero.
Non c’entriamo nulla”. Ieri
mattina, facendo slittare il previsto
Cdm di 40 minuti, nello
studio privato del premier a
Palazzo Chigi si è svolto un
prevertice. Cinque personaggi
in cerca d’autore. Facce tirate.
Gelo. Il titolare dell’Ambiente
Clini, reduce dal Brasile,
quello dell’Interno Cancellieri,
Monti, Ornaghi e il sottosegretario
Catricalà, uno degli
sponsor dello scempio. Incredulo.
Teso. Il premier, di
pessimo umore per la sottovalutazione
complessiva dell’intera
vicenda, aveva trascorso il
pomeriggio precedente ad
ascoltare lo sdegno di un altro
presidente, quello onorario
del Fai, l’amica quasi novantenne
Giulia Maria Mozzoni
Crespi. La fondatrice del Fondo
ambiente italiano, una donna
che dopo aver guidato giganti
dell’editoria, si occupa
di tutela dei capolavori dal
1975, avrebbe ricordato a
Monti la sua recente presenza
nel Cda della creatura nata per
impedire orrori e saccheggi e
chiesto “saggezza e dignità”.
Monti l’ha ascoltata. Poi ha fatto
lo stesso con Anna Maria
Cancellieri, combattiva: “Pe -
coraro è stanco, va immediatamente
sostituito” e impegnata
a descrivere i contraccolpi
anche mediatici che
un’accentuata insistenza governativa
avrebbe fatto deflagrare:
“I giornali ci descrivono
per quelli che non siamo. Il
Paese non capirebbe. Dobbiamo
fermarci”. Poi, dopo aver
registrato la contrarietà di Catricalà
al passo indietro: “Mi
adeguo, ma è un manifesto di
debolezza”, è stata la volta di
Clini e Ornaghi. Il primo, laconico,
ha ricordato l’opposizione
formale del suo ministero
.
IL SECONDO, messo di
fronte a un dilemma amletico,
ha scelto, per una volta, di essere.
“Se andiamo avanti, rimetto
oggi stesso il mandato”.
Un’opzione coraggiosa, una di
quelle curve annunciate da
cui fuggire è impossibile. Con
le dimissioni del rettore della
Cattolica sul tavolo e lo spettro
di una minicrisi di governo,
Monti, concentrato per
l’intera assise, si è deciso. Incarico
di commissario straordinario
conferito al Prefetto
Sottile per cercare rapidamente
un nuovo sito che sostituisca
Malagrotta (Quadro Alto,
Riano, è il preferito di Clini ma
in corsa c’è anche il vicino
Pian dell’Olmo) e rapido passaggio
collegiale in Consiglio
dei ministri per esporre la sindone
di Clini e Ornaghi e il
“sacr ificio” di Pecoraro. Nel
pomeriggio, dopo mesi di critiche
aspre, mentre Clini ammetteva
l’addio ufficiale al
progetto: “Direi di sì”, Ornaghi
ha assaporato la revanche.
Il salvataggio di Villa Adriana
gli vale il plauso di mezzo arco
costituzionale, compreso
quello del nemico di ieri, l’archeologo
Carandini, in prima
fila nel pomeriggio con Veltroni
e mezzo Pd al “Teatro dei
Ser vi”. Ornaghi, comprensibilmente
retorico, incassa senza
esagerare. Ma è raggiante:
“Qui non ci sono né vincitori
né vinti. Hanno prevalso ragionevolezza
e buon senso. L’unica trionfatrice è la cultura”.
L’altra faccia della luna è l’ovale
di Renata Polverini. Il governatore
non si aspettava un
finale del genere. Su Corcolle
e sul suo indotto, lavorativo ed
elettorale, aveva puntato moltissimo
un rilevante segmento
di centrodestra laziale. Polverini
non si dà pace e prima difende
Pecoraro: “Ha subìto
un’aggressione assolutamente
ver gognosa” poi rende, anche
plasticamente, la decomposizione
in corso nel fu Pdl.
IL BERSAGLIO è l’antico
sodale Gianni Alemanno, prima
favorevole e poi contrario
alla discarica: “Rimettiamo al
Sindaco e al consiglio comunale
le loro competenze”. Tradotto:
trovino rapidamente il
sito perché – si rivela Renata –
minacciando: “Non sono disponibile
a firmare la proroga
di Malagrotta e soprattutto” le
sfugge in un lampo rivelatorio:
“Non sono disposta ad andare
verso una soluzione che mantenga
un monopolio privato in
questa città”. Allora, a guardare
oltre capitelli, profili, colonne
e appelli, si trattava di questo.
La discarica era un affare.
Corcolle un nome privo di
senso. Bisognava indebolire
Manlio Cerroni, il paperone
dell’immondizia dal cuore cattocomunista.
Togliergli un potere
incalcolabile. Ridistribuire,
non solo geograficamente,
il prodotto di un’equazione.
Di un paradosso della modernità
precipitato in duemila anni
di storia. Ciò che mangiamo.
Chi fa sparire i resti. Quanto
costa il disturbo. Sopra Roma
volano i gabbiani. Fino a
ieri vigilavano gli avvoltoi.
SCEMPIO EVITATO
“Ma sui Beni culturali siamo allo sbando”
“Ora paghiamo
i tagli voluti
da Berlusconi
Il ministro
Ornaghi si è
fatto notare per
la sua assenza”
Alessandro Ferrucci
P rofessore Salvatore Settis,
ci spiega l’impor tanza
di Villa Adriana?
È uno dei siti archeologici
più importanti al mondo: la
Villa privata di un Imperatore
molto particolare.
Da che punto di vista?
Adriano era un architetto, un
uomo colto, amante della
cultura greca. Le fonti ci rivelano
che lui stesso progettava.
E la Villa era una residenza
arredata in modo
straordinario: le sue statue e i
suoi mosaici sono nei grandi
musei del mondo, da quando
si è iniziato a scavare nel
’600. Poi c’era un’i n t e gra z i one
straordinaria con il paesaggio,
che negli ultimi anni
è andata progressivamente
persa a causa dell’incuria e
dei pochi fondi. Oltre al calo
dei visitatori nonostante il
bollino Unesco.
Magari questa storia ha
portato nuova notorietà
alla Villa...
Sarebbe bello, ma lo Stato deve
tornare a curarla come
merita, stiamo pagando il taglio
ai Beni culturali voluto
da Berlusconi nel 2008.
Oltre un miliardo...
Di più: ci avviciniamo al miliardo
e mezzo di euro. E ora
si iniziano a vedere gli effetti
di una politica del genere.
Perché solo adesso?
Semplice: progressivamente
stanno terminando i fondi
già programmati e stanziati.
L’incuria di Villa Adriana è il
corrispettivo esatto dei crolli
di Pompei o della Domus Aurea
a Roma. Ma in Italia abbiamo
anche altre situazioni
p re o c c u p a n t i .
Come la Cappella degli
Scrovegni a Padova.
Un caso clamoroso! Lì gli affreschi
di Giotto, incunabolo
di tutta la pittura occidentale
europea, sono in pericolo. A
pochissima distanza hanno
iniziato a scavare le fondamenta
per realizzare due torri
enormi, quando in tutta la
zona incide una falda acquifera
che già penetra nei sotterranei
della Cappella.
Il ministro Ornaghi è inter
venuto?
Totalmente assente. C’è
qualche timida iniziativa della
Soprintendenza locale,
niente più.
Possibile?
Purtroppo è così. In compenso
il sindaco di Firenze,
Renzi, ha dichiarato che Ornaghi
andrà a Palazzo Vecchio
per visitare quei buchi
orribili sugli affreschi di Vasari.
Vogliono cercare un
Leonardo che non c’è.
A questo punto le chiedo
un giudizio generale sul
tecnico Ornaghi.
Premesso: non è un tecnico
dei Beni culturali e questo lui
lo sa benissimo. Per fortuna
nel caso di Corcolle si è fatto
sentire, aiutato dall’inter vento
del ministro Clini. Spero
vivamente che l’episodio segni
una svolta nel suo impegno
al Mibac. Per adesso
sembra aver avuto pochissima
voglia di fare il ministro.
Però ha trovato il tempo
per commissariare il Maxxi
a Roma.
Lasciamo perdere. Pensi: in
quel caso ha defenestrato
uno dei migliori funzionari
italiani, Pio Baldi, in un altro
ha legittimato Marino Massimo
De Caro, mercante di libri,
sospettato di furti, a dirigere
la biblioteca Girolamini.
Lei prima ha nominato
Clini. Il ministro dell’A mbiente,
assieme a Ornaghi,
si è occupato di “i nchini”
dopo la tragedia
della Concordia. A Venezia
le navi da crociera entrano
ancora.
Il governo dopo essersi stracciato
le vesti per il disastro
del Giglio, ha trovato una soluzione:
le grandi navi non si
possono avvicinare a meno
di 400 metri dalla costa, con
l’eccezione di Venezia. Quindi,
il luogo più delicato d’Italia
non è tutelato.
Magari non c’è pericolo...
A marzo ero a Venezia quando
una di queste navi ha rotto
gli ormeggi. Per fortuna
sono intervenuti due rimorchiatori
che erano nei paraggi.
Forse per risolvere il problema
aspettano un incidente.
Quando è all’estero, qual
è l’aspetto che più la colpisce.
Cosa vorrebbe impor
tare?
Al Louvre o al Prado gente
come De Caro non sarebbe
mai entrata. Da noi non si ragiona
per competenze, ma
per amicizie. Eppure Ornaghi
non sente l’esigenza di
scusarsi. Almeno il suo predecessore,
Galan, ha ammesso
di averlo preso su consiglio
di Dell’Utr i
“Abbiamo fermato i barbari
del Terzo millennio”
I COMITATI RILANCIANO: “NE S SUN’ALTRA CAVA,
SERVE UN PIANO SERIO PER I RIFIUTI DEL LAZIO”
“Grazie a chi
si è schierato
con noi: Franca
Valeri, Antonio
P a d e l l a ro ,
Sabina Guzzanti
e gli altri”
di Nello Trocchia
Nei pressi della Villa
campeggia una scritta:
“Adriano scatena
l'inferno”. Una invocazione,
una preghiera laica
impressa su uno striscione
per scongiurare l'incubo
pattumiera. Sotto un cuore
diventato il simbolo della
protesta anti-discarica. Protesta
pacifica che ha attraversato
l'oceano con le petizioni
firmate da docenti e
presidi di facoltà internazionali.
“Il mondo ha sollevato
un bel vallo – ricorda il musicista
e attivista anti-discarica
Alberto Marchetti – come
quello che aveva fatto
Adriano per fermare i barbari,
noi abbiamo fermato i
barbari del Terzo millennio”.
Dopo 7 mesi la battaglia è
vinta, i comitati si ritrovano
nel primo pomeriggio per
festeggiare davanti alla Villa
Adriana che ormai è salva. Il
nuovo sito previsto per il
dopo Malagrotta, il mega invaso
che serve Roma da 30
anni, non sarà realizzato a
700 metri dalla zona di rispetto
della residenza dell'imperatore
Adriano. La notizia
arriva a metà mattina: il
Consiglio dei ministri ha
detto no alla discarica in zona
Corcolle, al confine tra
Roma e Tivoli, il prefetto
Giuseppe Pecoraro si è dimesso
da commissario per
l'emergenza. Parte un
tam-tam di messaggi tra i
componenti del comitato
che fin dall'inizio si sono
mobilitati in difesa del sito,
patrimonio dell'Unesco.
“Ieri il ministro dei Beni culturali
Lorenzo Ornaghi – r icorda
Gianni Innocenti, comitato
anti-discarica – è venuto
a Corcolle, quello che
non ha fatto il commissario
Pecoraro. Ornaghi si è reso
conto che da Villa Adriana si
vedeva la parete della cava
dove sarebbe sorta la discarica.
Così ha vinto il buon
senso”.
AL BRINDISI di metà pomeriggio
arrivano tutti. I comitati
mettono in fila le personalità
del mondo della cultura
e del cinema che si sono
spesi per la villa: “Franca Valeri,
Sabina Guzzanti, Philippe
Daverio, Antonio Padellaro,
Urbano Barberini”. I turisti
e le scolaresche guardano
divertiti i festeggiamenti.
Gabriella Cinelli gestisce il
ristorante di famiglia di fronte
alla villa, prende emozionata
il libro dei ricordi. “Ha
vinto la memoria. Villa Adriana
ha sorpreso gli intellettuali
del mondo della cultura. In
questo volume ho conservato
le firme dei grandi da Fellini
a Togliatti, da Mastroianni
a Bergman”. Una vittoria
che è anche una dedica racchiusa
nei versi di Adriano:
Animula, vagula, blandula, piccola
anima smarrita e soave.
“L'idea folle di Pecoraro –
conclude Gabriella – se realizzata,
avrebbe sconfitto la
nostra anima”. E c'è chi evoca
una staffetta culturale in
difesa del sito, patrimonio
dell'Unesco. “Abitavo nella
villa – ricorda Tito – mio padre
era custode, ricordo la
battaglia condotta negli anni
Sessanta per salvare la residenza
dell'imperatore.
Quando mi hanno detto che
volevano fare la discarica ho
pensato che la storia si ripete”.
Vittorina è una professoressa
in pensione, insegnava
italiano e latino al liceo:
“È stato evitato uno sfregio.
Abbiamo festeggiato alla
notizia delle dimissioni di
Giuseppe Pecoraro”. Il prefetto
che esce sconfitto così
come la governatrice del Lazio
Renata Polverini che aveva
difeso la scelta di Corcolle.
Un brindisi che è anche
consape volezza.
I RIFIUTI prodotti dalla
città di Roma ora dovranno
trovare un altro buco e si sono
persi sette mesi inseguendo
siti inidonei, mentre la
raccolta differenziata, nella
capitale, è ferma al 25 per
cento. La legge prevede che
si raggiunga il 65 per cento
entro il dicembre di quest'anno.
Sono circa due mila
le tonnellate che ogni giorno
finiscono in discarica senza
alcun trattamento in violazione
della normativa vigente.
“Non è sufficiente – r icorda
Gianni Innocenti – s a l va re
Corcolle e condannare un'altra
cava. Fino a quando non
ci sarà un piano serio dei rifiuti
nel Lazio, non si può
gioire completamente”.
Arriva il momento del brindisi
liberatorio. I comitati si
fanno immortalare in una foto
e tra i più giovani c'è Giuliano
che, con la villa alle
spalle, scrigno di storia e memoria,
evoca Peppino Impastato,
intellettuale e giornalista,
ucciso dalla mafia nel
1978: “Aveva ragione lui.
Brindiamo alla bellezza”.