Doc. XXIII
N.
32
COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE
ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI
E SU ILLECITI AMBIENTALI AD ESSE CORRELATI
E SU ILLECITI AMBIENTALI AD ESSE CORRELATI
(Relatrici: Sen. Paola
Nugnes, Sen. Laura Puppato)
Approvata dalla Commissione nella seduta del
20 dicembre 2017
_______________
Comunicata alle Presidenze il 20 dicembre
2017
ai sensi dell’articolo 1, comma 2, della
legge 7 gennaio 2014, n. 1
LATINA (pag. 340)
La
situazione generale della provincia di Latina è stata efficacemente
rappresentata dal prefetto di Latina nella sua ampia nota del 20 febbraio 2017[1]
- integrata dalla sua audizione del 21 febbraio 2017 – della quale è utile
riportare passaggi testuali:
“Nell'ultimo
censimento generale del 2011 la provincia di Latina ha fatto registrare una
popolazione di 544.732 abitanti, con un incremento, rispetto al precedente
censimento del 2001, pari a più del 10 per cento. La vocazione agricola del
territorio pontino fa registrare una massiccia presenza di cittadini stranieri
dediti al lavoro stagionale in agricoltura. Gli stranieri regolari presenti,
48.230 al 1° gennaio 2016 con un incremento di 2481 unità rispetto all'anno precedente,
costituiscono circa l’8,4 per cento del totale della popolazione residente, che
alla stessa data ha fatto registrare 574.226 abitanti. E' da evidenziare che,
nel periodo che va da maggio ad ottobre, si registra un consistente aumento
della popolazione che raggiunge picchi di circa 2.500.000 persone […].
In
tale contesto, il vigente Piano regionale di gestione dei rifiuti prevede che
ogni Ambito Territoriale Ottimale (ATO)[2]
nel quale è suddiviso il territorio sia autosufficiente per il trattamento dei
rifiuti urbani indifferenziati (Trattamento Meccanico Biologico-TMB) e per lo
stoccaggio permanente in discarica dei rifiuti che residuano dagli impianti
stessi. Le frazioni di rifiuti raccolte separatamente per caratteristiche merceologiche,
sono destinate ad essere conferite ad impianti dedicati afferenti al libero
mercato.”
Rispetto
alla pianificazione regionale, il compendio attualmente dispone del solo
impianto di trattamento meccanico biologico di rifiuti urbani (TMB) e speciali,
con produzione di CDR con linea separata di smaltimento di rifiuti liquidi,
della RIDA Ambiente S.r.l. nel comune di Aprilia, in quanto quello della
Ecoambiente di Borgo Montello non è stato realizzato; gli invasi delle due
discariche per rifiuti speciali non pericolosi in località Borgo Montello, una
della società IND.ECO S.r.l. e l’altra della società Ecoambiente, partecipata
dal comune di Latina, hanno ormai esaurito la loro capacità ricettiva: vi sono
quattro impianti per il compostaggio delle frazioni organiche, due ad Aprilia,
uno a Pontinia ed uno a Sabaudia, in quanto quello della Ecoambiente di Borgo
Montello non è stato realizzato.
“Nel
2015 la RIDA Ambiente aveva rappresentato alla regione Lazio la difficoltà di
sostenere lo stoccaggio temporaneo dei sovvalli dei comuni serviti, per cui
aveva richiesto di poterli conferire fuori regione nelle more del citato
ampliamento. La regione, in più circostanze, nonostante le richieste della
R.I.D.A. Ambiente aveva stabilito il divieto di smaltimento fuori Regione.
Conseguentemente la predetta società impugnava i provvedimento ostativi
regionali proponendo ricorso al T.A.R. del Lazio, il quale con sentenza n.
2902/2016 del 07.03.2016 accoglieva il gravame e ordinava alla regione di
individuare, entro il termine di 180 gg. dal deposito della decisione, la
"rete integrata ed adeguata" di discariche tale da garantire
l'obiettivo dell'autosufficienza regionale "in condizioni di parità e non
discriminazione nonché di compatibilità economica con la vigente disciplina
regionale tariffaria e con i valori indicati in tal senso da vigente piano
regionale dei rifiuti".
Poiché la regione Lazio non ottemperava a
quanto disposto dalla predetta sentenza, la RIDA Ambiente provvedeva di sua
iniziativa al conferimento dei sovvalli presso le sottonotate discariche:
anno 2016:
Civitella Paganico (GR) t. 4.508,02;
Cisa S.p.A. di Massafra (TA) t. 20.945,66;
Belvedere di Peccioli (PI) t. 41.395,40;
Lazio Ambiente di Colleferro (RM) t. 95.440,48;
nel periodo intercorso tra il 1° gennaio
2017 ed il 31 gennaio 2017:
Cisa Spa di Massafra t. 522,37;
Belvedere di Peccioli t. 2076,38;
Lazio Ambiente di Colleferro t. 4.477,96.”
RIDA
Ambiente gestisce un TBM sito in
Campoverde (Aprilia), autorizzato al trattamento di 409.200 tonnellate annue di
rifiuti; serve l'ATO di Latina, l'ATO di Colleferro e ha dato supporto anche a
Roma Capitale dopo l’incendio dell’impianto di Pontina Ambiente. La complessa situazione dell’azienda,
anche in relazione a diversi contenziosi, è stata illustrata alla Commissione
in occasione dell’audizione di Fabio Altissimi, amministratore unico, il 12
ottobre 2016.
Secondo i
dati forniti alla prefettura dalla Guardia di finanza, il volume d'affari
sviluppato dal sistema di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani è pari
a circa 400.000.000 di euro; mentre la quantità
di rifiuti prodotti in provincia nel 2015 è stata pari a 286.464,356
tonnellate, delle quali circa il 36 per cento entra nel circuito della raccolta
differenziata.
Rilevano anche alcune importanti criticità
aziendali:
“Particolare
attenzione riveste la situazione della ‘Latina Ambiente’, di cui il tribunale
di Latina il 7 dicembre 2016 ha dichiarato il fallimento, con autorizzazione
alla continuazione dell'esercizio provvisorio. Il comune, pertanto, ha
prorogato l'affidamento dei servizi di igiene urbana ed igiene edilizia, a
favore della Latina Ambiente, nei medesimi termini di cui agli accordi vigenti
(già in scadenza il 31 dicembre 2016), fino alla data del 31 marzo 2017. Nel
frattempo sono stati predisposti, a cura del Settore Ambiente del comune, tutti
gli atti idonei all'espletamento della gara ad evidenza pubblica per
l'affidamento del servizio a soggetto concessionario. Tuttavia l’amministrazione,
con deliberazione del Consiglio comunale n. 38 dell’11 novembre 2016, ha
espresso l’indirizzo in merito alla costituzione di una società in house per la gestione dei servizi di
igiene urbana e, con decreto sindacale n. 158821 del 16.11.2016, ha conferito
l’incarico del progetto di studio della fattibilità, della realizzazione e
della gestione del progetto de quo
con contestuale istituzione di una unità tecnica di progetto.
Anche per la Cisterna Ambiente S.p.A.,
società mista, per il 51 per cento del comune e per il 49 per cento dell'AMA e
della CNS, dal 2001 incaricata di provvedere alla gestione del servizio di
raccolta dei rifiuti urbani, si profila la cessazione, in considerazione della
decisione assunta dal Consiglio comunale di Cisterna nel 2015 di mettere la
società in liquidazione”.
La provincia di Latina si palesa
particolarmente sensibile ai fenomeni illeciti nel campo del ciclo dei rifiuti,
come il citato documento conferma:
“La
provincia di Latina, sta assumendo, negli ultimi anni, un ruolo sempre più
significativo in ordine ad alcune criticità di carattere ambientale, data anche
la sua posizione geografica, tra i territori della provincia di Roma e la
regione Campania.
Le forze di polizia pongono sotto attento
esame, periodicamente, aziende che svolgono attività di rottamazione, di
veicoli e parti di essi; alcuni di questi controlli sono sfociati in denunce
all'Autorità giudiziaria per reati ambientali, in particolare per gestione
illecita di rifiuti, ex articolo 256 del decreto legislativo n. 152 del 2006 (testo
unico ambientale). In diverse occasioni, a partire in particolare dal 2016,
numerosi controlli che hanno condotto a segnalazioni all'A.G., sono confluiti
nel cosiddetto sistema delle prescrizioni, ovverossia la procedura […]
introdotta con la Legge n. 68/2015 in materia di delitti contro l'ambiente.
Un altro settore, nel campo dei rifiuti,
che vede una capillare attenzione da parte delle forze di polizia impegnate
nella tutela ambientale, è quello dello smaltimento/trattamento di rifiuti
solidi urbani, e soprattutto il cd. compost, risultato della bio-ossidazione e
dell'umificazione di materie organiche.
Le aziende che operano in tale settore non
sono particolarmente numerose in provincia. Per alcune di esse sono state
riscontrate notevoli criticità nel trattamento dei rifiuti organici; si sono
svolte numerose attività di controllo sia di carattere investigativo, sia con
reiterati accessi alle aziende, collaborazioni con Enti terzi, quali ARPA, e
unità di supporto specialistiche nelle indagini scientifiche. Attualmente è
incardinato, oltre ad altri procedimenti penali presso la procura di Latina,
anche un procedimento penale, presso la Direzione distrettuale antimafia di
Roma, con ipotesi di reato di attività organizzata di traffico illecito di
rifiuti disciplinato dall'articolo 260 decreto legislativo n. 152 del 2006 (p.p.
3940/2014).
Nel
gennaio [2017] la D.D.A. di Roma ha ipotizzato un traffico organizzato di
rifiuti in cui sarebbero coinvolte diverse aziende di trattamento, che
conferivano rifiuti pericolosi in una discarica di Frosinone nella quale
potevano invece essere smaltiti solo rifiuti non pericolosi. Le investigazioni,
supportate da una cospicua attività tecnica, hanno coinvolto aziende operanti
nelle province di Frosinone, Roma e Latina. In questa provincia le aziende
coinvolte sono state la Centro Servizi Ambientali (CSA) S.r.l. di Castelforte e
la Refecta S.r.l. di Cisterna di Latina, entrambe operanti nel trattamento dei
rifiuti, le quali, nel biennio 2014-15, avrebbero conferito ad una azienda di
Frosinone significativi quantitativi di rifiuti pericolosi declassificandoli in
non pericolosi, con la complicità di diversi laboratori di analisi chimica.
Anche nell'attività di recupero di rifiuti
si assiste al proliferare di aziende che operano in regime di cd. procedura
semplificata (articoli 214-216 decreto legislativo n. 152 del 2006). Al
riguardo le forze di polizia hanno evidenziato che, sulla base di diversi
monitoraggi e successive ricognizioni, sono emerse, per questa tipologia di
aziende, diffuse criticità sotto il profilo dell’osservanza delle disposizioni
ambientali. In particolare si assiste ad un significativo incremento sul
territorio provinciale di aziende che trattano i rifiuti, o che hanno chiesto
le autorizzazioni di rito per impiantarne di nuove, talvolta con capacità di
lavorazione superiori alle attuali esigenze della provincia, segno evidente che
il territorio viene individuato, a torto o a ragione, potenzialmente
caratterizzato da possibili sviluppi in questo specifico settore.
Nel territorio provinciale insistono altresì
aziende che trattano rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche
(RAEE). Le attività di controllo hanno riguardato sia i soggetti che, nell’ambito
della raccolta e trasporto di tali rifiuti, non rispettano la normativa di
settore, con contestazioni di gestione illecita oltre che di numerose fattispecie
di violazioni amministrative (specie i distributori al dettaglio, anche
comunque importanti centri di elettronica di rilevanza nazionale) sia una
ricognizione dei centri di raccolta comunali, i quali, spesso attraverso le
aziende municipalizzate, effettuano la raccolta di rifiuti elettrici ed
elettronici domestici, sia dai privati che dalle ditte, per poi destinarle a
recupero o smaltimento, attraverso convenzioni con sistemi collettivi (cd.
consorzi).
Altro fenomeno
segnalato dalle forze di polizia di tutela ambientale è quello relativo al
traffico illecito di rifiuti transfrontaliero.
In particolare, in molti casi intermediari
o aziende, spesso riconducibili a brokers
di nazionalità estera, per eludere gli adempimenti necessari a dimostrare la
tracciabilità del rifiuto e i conseguenti controlli ambientali, attestano che
lo stesso sia un bene usato, destinato all'esportazione in paesi in via di
sviluppo. Al riguardo, è stata intensificata la collaborazione con l'Agenzia
delle Dogane e dei Monopoli, per eventuali transiti di carichi sospetti dal
porto di Gaeta”[3].
Le polizia giudiziarie stanno altresì
conducendo indagini che traggono origine da episodi qualificabili come
intimidatori di operatori del settore[4].
Dal canto suo, il Questore di
Latina, nella audizione del 21 febbraio 2017, aggiungeva che "bisogna capire che l'area del nord
della provincia, quella che si sviluppa tra Borgo San Michele e soprattutto
Borgo Montello, ha una vocazione storica per l'interramento dei rifiuti. L'area
si chiama ‘Le ferriere’ perché fin dal XVII secolo c'era un'attività di
escavazione, quindi sono vere e proprie cave (la località che oggi si chiama
Borgo Montello era la vecchia conca) per estrarre il ferro; con il passare dei
secoli si sono formate delle conche naturali, delle cave che sembravano quasi
invitare chi volesse fare affari. C'è anche una situazione geologica
particolare: quest'area appartiene ad un'area di terra emersa dove per secoli
intorno c'era la palude, che è un terreno che ha forti infiltrazioni di falde
acquifere, quindi poco si presta allo stoccaggio dei rifiuti. Tenete presente
che, essendo palude, era disabitata, mentre questa è l'unica area emersa ed è
destinata alla produzione vinicola. Gli interessi della camorra nella zona sono
essenzialmente dovuti ad alcune dichiarazioni che abbiamo riscontrato
nell'attività di polizia giudiziaria dovuta a collaboratori di giustizia del
clan dei Casalesi".[5]
Sotto
il profilo più specificamente giudiziario, il procuratore della Repubblica di
Latina, Andrea De Gasperis, nella audizione del 21 febbraio 2017, oltre alla
vicenda della discarica di Borgo Montello, ha evidenziato la presenza di alcune
discariche abusive risalenti nel tempo e in fase di bonifica, precisando che
"praticamente la maggioranza dei reati ambientali sono reati «di ordinaria
contravvenzione», di ordinaria amministrazione, che si definiscono in via
amministrativa, perché i responsabili risanano […] Vicende di pubblica
amministrazione e inquinamento non ce ne sono". (pag. 344)
[1]
Doc. n. 1753/1-2; si veda anche, con riferimento ad alcune indagini citate
nella nota, quanto dettagliato dal comando legione carabinieri Lazio del 25
gennaio 2017 (Doc. n. 1691/1); nel Doc. n. 2290/1 la prefettura di Latina offre
un quadro ampio delle attività di prevenzione e polizia.
[2] Il sub-ATO di
Latina comprende il territorio di 28 dei 33 comuni della provincia e 2 della
Provincia di Roma: Aprilia, Bassiano, Campodimele, Castelforte, Cisterna di
Latina, Cori, Fondi, Formia, Itri, Latina, Lenola, Maenza, Monte San Biagio,
Norma, Pontinia, Ponza, Priverno, Prossedi, Roccagorga, Rocca Massima,
Roccasecca dei Volsci, Sabaudia, San Felice Circeo, Sermoneta, Sezze, Sonnino,
Sperlonga, Terracina, Ventotene, Anzio (RM), Nettuno(RM). I restanti Comuni
della Provincia, ovvero Gaeta, Minturno, Santi Cosma e Damiano, Castelforte,
Spigno Saturnia, sono invece compresi nel sub-ATO di Frosinone, nel cui ambito
rientra anche l'impianto di Trattamento meccanico dei rifiuti della “Centro
Servizi Ambientali s.r.l.” di Castelforte.
[3] Le forze di
polizia territoriali e la Capitaneria di Porto nel biennio 2015-2016 hanno
effettuato, complessivamente, 2079 controlli. Le comunicazioni di notizie di
reato sono state nello stesso periodo 150 e le sanzioni amministrative 103.
L'ARPA Lazio ha eseguito, nel biennio, 212 controlli, di cui 193 ai depuratori
e 19 ad aziende che svolgono attività di trattamento/smaltimento dei rifiuti.
[4] Su questi episodi
v. § 7.6
[5] Dei problemi
storici della discarica di Borgo Montello e degli interessi manifestati dalla
criminalità organizzata si tratterà nel § 7
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