UNA SOCIETÀ per
“sv u o t a re ” le casse
di Tirreno Power con “f i n te
co n s u l e n ze ”. È il dubbio dei
pm di Savona, che indagando
sull’i n q u i n a m e n to
di Vado Ligure hanno puntato
su alcuni colloqui tra
Andrea Mangoni (all’epoca
nel cda di Sorgenia e Tirreno
Power), Massimiliano
Salvi e la loro collaboratrice Roberta
Neri (non indagata). Scrivono i pm:
“Bisogna comprendere se i tre soci si
stiano accordando al fine di svuotare di
capitali Tirreno Power mediante finte
consulenze che giustificherebbero
contabilmente il passaggio del denaro
dalle casse di Tirreno Power a quelle
dei soci della Manesa srl”. Cioè Mangoni,
Salvi e Neri (ciascuno ha il 20 per
cento delle quote). Nessuno è stato
ancora indagato per questo
episodio che resta un filone
del tutto secondario dell’inchiesta
savonese. Ma sono
passaggi che rischiano di
creare un caso: Mangoni infatti
è uno dei top manager
più noti. Ha occupato poltrone
di primissimo piano appunto
in Sorgenia e Tirreno
Power (per questo è indagato
nell’inchiesta sulla centrale a carbone).
Molto apprezzato dal centrosinistra
ha guidato Acea (società del gas e
dell’acqua di Roma) per poi approdare
in Fincantieri. Mangoni, come testimoniano
le intercettazioni, aveva contatti
stretti con figure di primo piano del centrosinistra,
a cominciare dal sottosegretario
Claudio De Vincenti che afferma:
“Tengo moltissimo alla tua amicizia” il fatto quotidiano 24 luglio 2015
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