Questa volta la decisione
di
scendere in strada è stata presa dagli
studenti.
Con loro le associazioni ambientaliste,
i
precari, disoccupati, comitati,
operai,
e liberi cittadini. Ma la partecipazione
a
differenza del 15 dicembre di due anni fa
quando
a manifestare c'erano oltre 30 mila
persone,
è stata deludente. “Abbiamo superato
la
soglia della sopportazione, abbiamo
pagato
il nostro contributo in malattie, morte, disoccupazione,
degrado”
dice Alessandro, 21 anni che ammette:
“Una
grande delusione, ci aspettavamo di vedere la città con
noi”.
In piazza anche Aurelio, papà di Alessandro, il ragazzo di
16
anni simbolo della rivolta ambientalista, ucciso da un tumore.
Tiene
in alto la foto del figlio “il guerrigliero buono”come
lo
chiamavano gli amici che prima di morire ha detto: ”Voglio
respirare
ad occhi chiusi”. Reggono lo striscione “Più cultura
meno
industria” gli studenti del liceo classico. C'è anche il
leader
dei Verdi Angelo Bonelli, il solo a non far mai mancare la
sua
presenza accanto ai cittadini e ai loro diritti negati che sul
decreto
in cantiere del governo si dice molto preoccupato.
il fatto quotidiano 20 dicembre 2014
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