I
CITTADINI
”Abbiamo
bevuto
per
vent’anni
sostanze
pericolose
che
resteranno
nella
falda per altri
10
mila anni”
di
Loredana
Di Cesare
Imbottigliavo
l’acqua dalla fontanella
del
mio paese, a Castiglione a Casauria,
e
la portavo con me a Roma, perché
ero
convinto che fosse pura, invece resterà
contaminata
per almeno 10mila
anni.
E oggi non abbiamo nessun colpevole”.
A
parlare è il professore Fausto
Croce,
il chimico nato nel paesino del
Pescarese
che, nel 2007, dopo la scoperta
della
discarica abusiva di Bussi, iniziò
ad
analizzare le acque dei pozzi
Sant’Angelo
e per primo scoprì una
realtà
devastante: “I livelli di contaminanti
presenti
erano altissimi”.
LA
SENTENZA del
“processo Bussi”, però,
ieri
ha certificato che non vi fu alcun
avvelenamento
delle acque: il fatto non
sussiste
e i dirigenti della Montedison
sono
stati assolti. “Il disastro ce l’abbia -
mo,
esiste e ce lo teniamo: abbiamo bevuto
quest’acqua
inquinata per decenni
ma
non c’è nessun colpevole”, è l’amaro
commento
di Augusto De Sanctis, del
Forum
Acque Abruzzo, subito dopo la
sentenza
della Corte d’Assise di Chieti.
Almeno
700mila persone hanno bevuto
l’acqua
che l’Istituto superiore di Sanità
ha
giudicato contaminata. Ed è proprio
questo,
al di là delle assoluzioni, a scatenare
lo
sdegno di chi per oltre vent’an -
ni
s’è abbeverato all’Acquedotto Giardino.
E
c’è una domanda che apre scenari
inquietanti:
“Se non possiamo fidarci del
parere
dell’istituto Superiore di Sanità
che
ha certificato l’inidoneità di quelle
acque
al consumo umano, di chi dobbiamo
fidarci?”,
conclude De Sanctis. Lo
Stato
sbugiarda se stesso, quindi, e solo le
motivazioni,
previste tra 45 giorni, spiegheranno
come
e perché. Nel frattempo
restano
la rabbia e lo sdegno. “La rabbia è
tanta
– dice il Sindaco di Bussi Salvatore
La
Gatta – di fronte a una sentenza che
crea
alibi a chi, come
Montedison
ha prodotto
inquinamento
per
anni e non ha alcuna
responsabilità
di
bonifica
del sito”. E La
Gatta
ora si augura che,
come
“per il processo
Eternit
sulle morti causate
dall’amianto
–
nessun
colpevole secondo
la
Cassazione,
ndr
- cresca lo
sdegno
dell’opinione
pubblica
anche
per questa sentenza”. Anche la senatrice
del
Pd, Stefania Pezzopane, ricorda
il
processo Eternit: “Come nel
processo
Eternit, anche per la discarica
di
Bussi, dobbiamo prendere atto
dell’assoluzione
di tutti gli imputati”.
PER
LEGAMBIENTE è
“una vera vergogna”
ma
l’associazione guidata da Vittorio
Cogliati
Dezza e Giuseppe Di Marco,
presidente
nazionale e regionale, annuncia
che
“continuerà la battaglia su
Bussi”.
Per Tommaso Navarra, il legale
che
rappresenta il Wwf, anch’essa costituitasi
parte
civile, l’unico dato positivo è
che
almeno è accertato il disastro ambientale:
“La
sentenza
dice
che il disastro c’è,
non
afferisce alla volontà
degli
imputati,
ma
a una responsabilità
a
titolo di colpa".
Maurizio
Acerbo, segretario
nazionale
di
Rifondazione
comunista,
nel
2007 fu il primo
a
denunciare in Parlamento
che
migliaia di
persone
avevano bevuto
per
anni acqua contaminata:
“I
tumori non si prescrivono –
commenta
- e la sentenza grida vendetta.
Mi
aspettavo che qualcuno dovesse rispondere
per
un simile disastro ambientale,
invece
apprendo che in Abruzzo
l'avvelenamento
non sussiste, come la
corruzione,
e se non si può negare che il
disastro
sussiste, allora si trasforma in
colposo
e scatta la prescrizione. Siamo
stati
avvelenati per anni, ma a pagarne le
conseguenze
sono solo i cittadini e la loro
salute”.
il fatto quotidiano 20 dicembre 2014
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