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martedì 1 ottobre 2013
Pontinia e Sezze Spl-Trasco, la fusione tra le società è solo rinviata
Latina Oggi 1 ottobre 2013
S
litta, ma per ora non si sa a quando. Di certo
la richiesta del sindaco di Torino, avrebbe
imposto una battuta d’arresto, una riflessione sulla necessità di applicare entro il 30 settembre (ieri ndr) il comma 32 dell’art.14 del decreto
legislativo 78/2010 convertito con la legge
122/2010 che dispone come entro quella data, i
comuni con una popolazione inferiore ai 30mila
abitanti sarebbero (il condizionale è d’obbligo)
stati obbligati a mettere in liquidazione le società
già costituite qualora al 31 dicembre del 2012 non
avessero in ordine i conti degli ultimi tre esercizi;
o avessero subito riduzioni di capitale o perdite di
bilancio, tali, da costringere il comune (socio
unico) a ripianare i suoi conti.
Tutti casi entro i quali, l’Spl rientra a pieno titolo,
non fosse che, oltre al disavanzo di 380mila euro
per il 2012, ad oggi avrebbe oltre 3 milioni e 300
mila euro di crediti incagliati. Somme che nella
migliore delle ipotesi potrebbe riuscire a recuperare solo attraverso l’avvio di procedure forzose,
quanto lunghe e dall’esito incerto.
Ma tant’è.
Finora però la politica che avrebbe progettato la
fusione con la Tra.sco. Pontinia srl che come la
Spl svolge servizi pubblici locali e servizi strumentali, tra cui la raccolta e il trasporto dei rifiuti
urbani, a Sezze non avrebbe ancora avviato una
valutazione del progetto che implichi il coinvolgimento diretto delle commissioni consiliari permanenti, a partire dal quella Bilancio.. Così mentre
a Pontinia il dibattito avviato impensierisce anche
le rappresentanze sindacali coinvolte nelle vertenze che in futuro potrebbero riguardare la tenuta
dei posti di lavoro in ballo, a Sezze si poggia sul
vuoto pneumatico di un protocollo di massima.
Qualcosa che seppure fonda le sue solide radici
sulla consulenza dello studio Associato Amici cui
è stato affidato l’incarico attraverso una delibera
dell’SpL che ha affidato al sindaco di Roccagorga
Carla Amici la redazione dello studio di fattibilità
dell’impresa, a seguito dell’evoluzione normativa, dall’altra fa saltare subito agli occhi come il
cronoprogramma sia stato già in lunga parte
disatteso.
Infatti oltre alla mancata discussione in sede
politica, manca a tutt’oggi non solo l’analisi di
una piattaforma di lavoro da cui partire e da
approvare, ma tutti quei passaggi amministrativi
e contabili che la SpL spa, in forza di un evidente
rinvio preventivato, ad oggi non solo non ha
discusso, ma non sembra avere nemmeno analizzato. Insomma siamo alle chiacchiere da bar, se
non all’enunciazione di principi normativi. Ed il
dibattito, tranne che all’interno di sedi politiche
ristrette, dove la trasformazione della SpL spa in
Azienda speciale oltre ad apparire come una
soluzione attesa, sembra godere anche di un
supporto normativo sufficientemente attendibile
resta di fatto al palo.
E . F.
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