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venerdì 25 maggio 2012
Villa Adriana sfregio al patrimonio della discarica
La dimora più amata dall’imperatore
Sfregio al patrimonio dell’Unesco
Il ministro dei
Beni culturali
minaccia
le dimissioni
La Cancellieri
e la Severino:
il caso in Cdm
Il complesso
a rc h e o l o g i c o ,
vasto più di
Pompei, è già
pericolante
“l’immondizia
lo ucciderebbe”
di Silvia D’Onghia
S empre dritti per il Canòpo, a
sinistra per le Grandi terme e
il palazzo residenziale, per la discarica
invece in fondo a destra.
Chissà se tra qualche anno le
guide di Villa Adriana daranno
questo tipo di indicazione, magari
col naso tappato per evitare
di respirare la puzza.
E CHISSÀ cosa avrebbe detto il
grande imperatore nel vedere
che dal luogo da lui più amato
sulla faccia della terra si scorgeranno
– qualora la decisione dovesse
essere confermata – mon -
tagne di immondizia accanto all’incredibile
distesa di Roma. Rifiuti
ed eternità, a poche centinaia
di metri gli uni dall’altra. Evidentemente
a distruggere il patrimonio
mondiale dell’Unesco
non bastavano incuria e mancanza
di fondi, tagli ai beni archeologici
e abbandono. Se i rifiuti ci
saranno, e con loro la puzza insopportabile
(chi abita vicino a
Malagrotta può confermarlo), i
pochi turisti stranieri che oggi visitano
Villa Adriana di certo sceglieranno
altri siti. E l’ultima dimora
dell’imperatore romano
morirà definitivamente. Si tornerà
alla tarda antichità, quando la
Villa fu usata come enorme cava
di mattoni e marmi per la costruzione
della vicina città di Tivoli.
Già adesso, come il Fatto ha documentato,
l’area archeologica
– vasta più di Pompei – versa in
quasi totale stato di abbandono,
con volte e muri pericolanti, accessi
interdetti e mosaici lasciati
marcire sotto la pioggia. Le Piccole
terme sono chiuse, ogni
camminamento sotterraneo è
vietato (persino il portico sotto
la Peschiera, volte affrescate e incisioni
storiche come la firma
dell’architetto Piranesi). Il Teatro
marittimo, una piccola villa
isolata da un canale circolare, è
diventata dimora tranquilla per
le tartarughe. Eppure Villa Adriana,
inserita nel 1999 nell’elenco
dei patrimoni mondiali dell’Une -
sco, è definita come uno “straor -
dinario complesso di costruzioni,
non ancora sufficientemente
studiato” da Ranuccio Bianchi
Bandinelli nel suo testo sull’ar -
cheologia romana che si studia
all’università. “Lavoro qui da nove
anni e quelmuretto l’ho sempre
visto crollato”, spiegano le
guide davanti ai turisti increduli.
COSÌ COME “increduli e indignati”
si dicono i comitati di
quartiere, che ora chiedono una
mobilitazione istituzionale da
parte di tutte le forze politiche
contrarie alla discarica. E se la direttrice
di Villa Adriana, Benedetta
Adembri, non vuole commentare
la direzione in cui sta
andando il governo, Gianni Innocenti
sa bene cosa dire: “La discarica
potrebbe essere esiziale
anche per il complesso archeologico.
Sappiamo bene che non
sarà provvisoria perchè prevede
un investimento, da parte dello
Stato, pari a quello per i terremotati”.
Eppure il Prefetto Pecoraro
vuole andare avanti a tutti i costi.
“È l’unico sito a non essere di
Cerroni (il proprietario di Malagrotta,
ndr). Evidentemente si
vuole togliere a Cerroni una larga
fetta del giro d’affari, visto che
il piano rifiuti prevede di andare
avanti con le discariche ancora
per molti anni”. “Ricordo che tra
meno di un mese l’Unesco ha
messo all’ordine del giorno la
possibilità di togliere il prestigioso
sigillo a Villa Adriana nel caso
la discarica venisse aperta”, spiega
il principe Urbano Barberini
annunciando una “p ro t e s t a
bianca”, una campagna internazionale
di stampa per salvare il
luogo più amato dall’imperato -
re .
Il Fatto quotidiano 24 maggio 2012
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