M A L A I TA L I A Il fatto quotidiano 4 dicembre 2011
I fumi velenosi dell’inceneritore di Vercelli
SOCIETÀ FUTURA HA MESSO ONLINE UN CARTEGGIO CON GLI ENTI PUBBLICI DAL QUALE SI EVINCE CHE SI TRATTA DI UNA BOMBA ECOLOGICA
Non funziona e sarebbe già scaduto. La Procura ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta: il gip decide il 6
di Stefano Caselli Vercelli
A Vercelli la nebbia intorno al potere ha la consistenza dei fumi di un inceneritore avvolto da strani segreti. E così, c’è chi si inventa una wikileaks vercellese e la mette online. Il Julian Assange delle risaie si chiama Società Futura, un gruppo di irriducibili rompiscatole che si è messo in testa di vederci un po’ più chiaro. L’inceneritore di Vercelli è vecchio e male in arnese, brucia rifiuti da più di trent’anni ed è ormai destinato alla pensione perché troppo inquinante.
Ma il danno al territorio sopravviverà alla ciminiera: per oltre 15 anni dalla data della sua entrata in funzione, all’interno dell’impianto sono state accumulate tonnellate di scorie e ceneri di fondo che avrebbero dovuto essere smaltite in discariche per rifiuti speciali. Avrebbero, perché sono ancora lì, sottoterra; il gestore dell’impianto (la municipalizzata Atena Spa) ha cominciato a trasferire le ceneri in Germania soltanto a partire dal 1992. E lo stoccaggio delle scorie, piene di metalli pesanti nocivi per la salute di chi le maneggia, viene effettuato all’aria aperta tramite ruspe, senza nessuna precauzione apparente per i lavoratori dell’impianto.
Queste sono alcune delle informazioni che Società Futura è riuscita a ottenere dagli enti pubblici con i quali, da anni, intrattiene un’estenuante carteggio a senso (quasi) unico e che da poco ha messo interamente online (da qui l’idea della wikileaks). Un progetto di bonifica delle ceneri interrate è stato presentato nel 2003, ma il comune non ha mai convocato una Conferenza dei servizi per darvi corso. Il Cipe ha inserito la zona tra quelle gravemente contaminate del Piemonte, stanziando quasi dieci milioni di euro per la bonifica. Una cifra importante che dimostrerebbe l’alto livello di contaminazione dei terreni, ma per completare l’opera ce ne vorrebbero forse il doppio, soldi che né Atena né il Comune sembrano avere. L’impianto, inoltre, ha bruciato per anni rifiuti senza autorizzazione integrativa ambientale (aia) concessa soltanto a fine 2009. La scadenza, nonostante l’età avanzata dell’impianto, è stata prorogata dal 2012 al 2015. Il 18 ottobre c’è stato forse un incendio. Non si è riuscito a sapere nemmeno quello con certezza. L’unica cosa sicura è che l’apprendista Gabriele Follador, dipendente di una ditta esterna intervenuta quel giorno nell’impianto, aveva 26 anni. È caduto da un’impalcatura di tre metri; è morto il 3 novembre a Novara.
NESSUNO, sembra preoccuparsi più tanto di quello che respirano i vercellesi. Non la politica (salvo rare eccezioni) e nemmeno l’Arpa. Risponde l’Agenzia per l’Ambiente alle lettere di Società Futura che non esiste nessun problema “nel caso” si proceda alla bonifica, che non è mai stata fatta.
Dunque il problema esiste. Stessa musica dalla Procura della Repubblica di Vercelli. Il 18 maggio 2011 il pm titolare dell’inchiesta nata dalle denunce sull’inceneritore ha chiesto al gip di archiviare il fascicolo poiché “il locale impianto di incenerimento (…) pur rappresentando alcune criticità nel trattamento dei rifiuti urbani derivanti dalla vetusta tecnologia (…) è di fatto in possesso di tutte le autorizzazioni (…) e anche la decennale criticità derivante dalle scorie (…) è in via di soluzione attesi i fondi già stanziati”. Non funziona, però è autorizzato; è una bomba ecologica, ma prima o poi si rimedierà. Società Futura, parte offesa, ha annunciato opposizione alla richiesta d’archiviazione. Il gip deciderà il 6 dicembre.
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