Valentina Perugini
AMBIENTE. Il decreto che doveva recepire le direttive Ue su reati verso la fauna e l’ambiente riduce le pene per chi uccide o distrugge habitat naturali. E introduce l’uccisione “trascurabile”.
«Un provvedimento pericoloso e dannoso per la protezione della fauna selvatica»: questo il commento della Lav. Assai più conciso del Decreto legislativo pubblicato ieri dal governo: Attuazione delle direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell’ambiente, nonché della direttiva relativa all’inquinamento provocato dalle navi e all’introduzione di sanzioni per violazioni. Il motivo della bocciatura senza appello è presto detto. Ogni anno, in Italia, si uccidono per divertimento circa 100 milioni di animali. La caccia è la prima causa di queste morti. Ma non l’unica visto che c’è anche il bracconaggio. Tecniche al limite della legalità, o totalmente proibite dalla legge, che contribuiscono alla distruzione del patrimonio faunistico delle nostre terre. Queste due pratiche provocano danni di vario tipo all’ambiente: l’alterazione degli equilibri ecologici naturali, la diffusione di malattie fra gli animali, fino all’estinzione della specie.
Il nuovo decreto, istituendo l’articolo 727-bis del Codice penale, prevede sanzioni contravvenzionali per chi “uccide, cattura o detiene esemplari appartenenti ad una specie animale selvatica protetta”, inferiori a quelle della normativa vigente. Una decisione che porta l’Italia al di sotto della sensibilità europea alla salvaguardia dell’ambiente. La direttiva 2008/99 all’articolo 5, infatti, intima agli Stati membri di “adottare le misure necessarie per assicurare che i reati siano puniti con sanzioni penali efficaci, proporzionate e dissuasive”. Il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha firmato quindi un decreto che peggiora la norma già vigente, contraddicendo le promesse fatte a seguito degli appelli della Lav a maggio, proprio in relazione allo Schema di Decreto Legislativo, che di fatto prevedeva sconti ai bracconieri.
La norma approvata introduce inoltre la non applicazione della sanzione per l’uccisione di una quantità di animali definita “trascurabile”. «Come si può ritenere l’uccisione di un animale trascurabile e quantificarla? - osservano gli animalisti - oltre che inutile, questo decreto è moralmente inaccettabile perché rende la morte degli animali un mero fatto quantitativo e crea diversa tutela per gli animali». Il decreto ha istituito inoltre l’articolo 773-bis, che riduce le sanzioni dirette alla punizione per la “Distruzione o deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto”, prevedendo l’arresto per non oltre 18 mesi ed un’ammenda non inferiore a 3.000 euro. Alleviando la preoccupazione per ecomafiosi e speculatori, e danneggiando l’impegno di magistrratura, forze dell’ordine e addetti ai lavori che chiedono da 15 anni l’istituzione dei “delitti contro l’ambiente” all’interno del codice penale. «La Lav tenterà tutte le strade, compresa quella del ricorso in sede europea, per far in modo che lo spirito e gli obiettivi della direttiva di Bruxelles non vengano calpestati così». La battaglia è aperta.
http://www.terranews.it/news/2011/08/legge-ammazza-animali-la-lav-annuncia-battaglia
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