Alessandro De Pascale
GIUSTIZIA. Pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto legislativo 121 che, come chiedeva l’Europa, impone sanzioni penali per le condotte illecite ai danni dell’ecosistema. Entrerà in vigore il 16 agosto.
Il codice penale e quello ambientale sono appena stati modificati dal governo. Dal 16 agosto, condotte illecite come inquinamento, traffico di rifiuti e bracconaggio diventano penali. Contro l’introduzione dell’articolo 727 bis si però scagliata la Lav (Lega antivivisezione). Per la nuova norma «salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, fuori dai casi consentiti, uccide, cattura, o detiene esemplari appartenenti ad una specie animale selvatica protetta è punito con l’arresto da 1 a 6 mesi o con l’ammenda fino a 4.000 euro». Poi aggiunge: «Salvo i casi in cui l’azione riguardi una quantità trascurabile per lo stato di conservazione della specie». Per la Lav è uno «sconto ai bracconieri», perché «nel nostro ordinamento esiste da 7 anni il reato di uccisione di animali previsto dall’articolo 544 bis del codice penale», che ora «rischia di non essere più applicato, come finora è stato fatto nei casi di bracconaggio a danno dell’orso, in quanto rende di fatto impunita l’uccisione di un animale protetto, se ciò non mette in pericolo la conservazione della specie».
Il decreto legislativo in questione, pubblicato in Gazzetta ufficiale il primo agosto, è stato imposto dall’Unione europea. Lo scorso giugno Bruxelles ha infatti obbligato 12 Stati, tra cui l’Italia, a recepire nel proprio ordinamento le due direttive comunitarie (99/2008 e 123/2009) che dispongono l’introduzione di sanzioni penali per i reati ambientali. Va comunque detto che le pene stabilite dal governo Berlusconi sono irrisorie: sotto i tre anni di condizionale. Sarà per questo che la Lipu (Lega italiana protezione uccelli), pur parlando di «sanzioni importanti», aggiunge che «si poteva fare di più». Nel caso loro, «l’elemento di notevole importanza» è l’articolo 733 bis, che recita: «Chiunque, fuori dai casi consentiti, distrugge un habitat all’interno di un sito protetto o comunque lo deteriora compromettendone lo stato di conservazione, è punito con l’arresto fino a 18 mesi e con l’ammenda non inferiore a 3.000 euro».
Ma nel caso i reati siano commessi da enti o aziende la sanzioni si moltiplica di 250 volte, con l’importo stabilito dal giudice. I magistrati impegnati nel perseguimento di questi reati, plaudono al nuovo testo. Donato Ceglie, sostituto procuratore responsabile del pool per i reati ambientali della procura di Santa Maria Capua Vetere (Ce), parla di «novità estremamente positive, di nuovi strumenti nelle mani di investigatori e autorità giudiziaria che serviranno a reprimere fenomeni di inquinamento a tutti i livelli e puntare agli aspetti patrimoniali». Anche se «il recepimento è stato tardivo». La novità forse più importante è proprio l’estensione della responsabilità penale anche alle persone giuridiche (enti o società), prima previste solo per quelle fisiche (amministratori o manager).
«Potevamo ad esempio contestarla negli infortuni sul lavoro, ora anche per i crimini ambientali. Ci sarà molto lavoro da fare», conclude Ceglie. Sulla stessa linea anche il procuratore aggiunto Paolo De Chiara, che coordina la sezione Ecologia della procura di Napoli: «La responsabilità delle persone giuriche nei reati ambientali, colma una lacuna dell’Italia. Consentirà azioni più incisive e quindi non possiamo che essere soddisfatti». Altre novità riguardano i rifiuti. Per il traffico illecito le sanzioni vengono moltiplicate dalle 300 volte, per i residui non pericolosi, alle 800 di quelli radioattivi. La detenzione prevista va invece da un minimo di 6 anni di reclusione e un massimo di 8. Anche in questo caso è stata introdotta la «responsabilità per negligenza» di enti o aziende coinvolti, che risponderanno penalmente dell’illecito commesso dal loro responsabile. Le sanzioni previste vanno dall’interdizione dalla funzione pubblica fino alla revoca delle autorizzazioni ad operare nel campo specifico che ha generato la violazione della normativa.
http://www.terranews.it/news/2011/08/reati-ambientali-si-rischia-la-detenzione
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