La TEPCO rileva il più alto livello di radioattività a Fukushima, dall’inizio della crisi nucleare
Traduzione di ProgettoHumus da http://www.bellona.org
La Tokio Eletric Power Company (TEPCO), l’operatore della centrale nucleare giapponese, in avaria, di Fukushima Daiichi, ha rilevato i più alti livelli di radioattività presso l’impianto, dopo il terremoto e lo tsunami di cinque mesi fa. Lo ha dichiarato, martedì, un portavoce della società.
La contaminazione radioattiva continua a diffondersi nei generi alimentari in Giappone; carne, verdure, pesce, lattè e tè mostrano livelli di tracce “eccessive” di cesio 137. Il governo ritira le derrate alimentari contaminate, le reindirizza verso gli inceneritori ed invita i produttori giapponesi a citare in giudizio la TEPCO per i risarcimenti.
A rischio anche il riso, l’alimento base della dieta giapponese: per questo le autorità di 14 prefetture inizieranno a testare i propri raccolti alla ricerca della presenza di cesio, nel contesto di un crescente timore sulla sicurezza alimentare innescato dopo l’incidente nucleare.
Questa settimana, migliaia di persone hanno protestato in Giappone contro i piani del governo di riattivare i reattori nucleari che sono stati chiusi dopo il sisma dell’11 marzo e per chiedere al paese di abbandonare l’energia atomica. Molti, nel governo, hanno ancora fiducia nel sistema nucleare, definendolo indispensabile per compensare le carenze nel settore energetico.
Il governo sta iniziando solo ora a rendere noti i dati omessi dal mese di aprile relativi ai pericoli di contaminazione radioattiva per gli addetti ai lavori che stanno cercando direttamente di gestire le conseguenze del disastro.
Lavoratori sempre più esposti alle radiazioni
Un documento appena diffuso dice che il governo giapponese ha stimato che nel mese di aprile circa 1600 addetti ai lavori sono stati esposti ad alti livelli di radioattività nel corso delle loro attività presso i reattori distrutti della centrale nucleare.
Il dato è stato pubblicato in un documento del Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria, che ha il compito di regolare l’industria nucleare giapponese a seguito di pressioni di organizzazioni sanitarie e operanti sulla sicurezza sul lavoro.
Il governo definisce “livelli di esposizione elevati per i lavoratori” quelli che superano i 50 millisievert l’anno [VEDI]. In normali condizioni, non è previsto dalla legge, per i dipendenti del settore nucleare, venire esposti a più di 100 millisievert di radioattività l’anno, ma sulla scia della crisi dell’11 marzo, il governo ha innalzato il limite di esposizione a 250.
Il documento, datato 25 aprile, esprime preoccupazione per i lavoratori di altri impianti nucleari del Giappone: “Queste condizioni di lavoro, di operare al di fuori dei limiti di legge, potrebbero riguardare molti lavoratori delle centrali giapponesi, nei prossimi anni”.
Al momento, solo sei lavoratori sono stati registrati come esposti a più di 250 millisievert l’anno e 420 a 50 millisievert l’anno. Gli ambientalisti locali fanno però notare la non affidabilità e la non completezza delle cifre ufficiali.
Picco di radiazioni a Fukushima
I nuovi, ultra-alti livelli di radiottività registrati a Fukushima Daiichi, sono stati rilevati lunedi pomeriggio, alla base delle strutture che si trovano tra i reattori n.1 e 2. Lo ha dichiarato il portavoce di TEPCO, Naoki Tsnouda.
Radiazioni definite mortali sono state misurate in fondo ad una torre di ventilazione.
La società ha dichiarato di aver subito isolato la zona e che sta studiando la causa dell’alta radioattività e come questa influenzerà i lavori di risanamento presso l’impianto.
“I livelli di radioattività registrati di 10.000 millisievert l’ora, sono abbastanza elevati che un’esposizione di 60 minuti sarebbe fatale per un essere umano in poche settimane”, ha dichiarato un ex funzionario del governo giapponese.
Continua quindi la crisi alla centrale nucleare di Fukushima. Il governo continua ad essere criticato per l’omissione dei dati e la diffusione di notizie inesatte, per la minimizzazione del pericolo radioattivo.
Gli ingegneri stanno inoltre cercando di gestire circa 100.000 tonnellate di acqua altamente contaminata, utilizzata per raffreddare i reattori durante l’emergenza ed i danni all’interno del reattore n.2 causati da un’esplosione di idrogeno.
Il Ministro giapponese per la liquidazione delle emergenze nucleari, Gosi Hosono, ha detto che le attività di pulizia e liquidazione nella zona di evacuazione di 20 km intorno alla centrale – imposta dal governo giapponese, con molto ritardo, nei giorni successivi allo tsunami – avranno inizio nel prossimo mese di settembre.
Altri governi sollecitano che la zona di evacuazione venga estesa a 70 chilometri dalla centrale, e sia gli Stati Uniti che la Norvegia hanno esortato i loro cittadini a tenersi a tale distanza.
Acqua contaminata ancora un problema letale
Il fallimento dei sistemi di raffreddamento primario, nel momento in cui l’alimentazione esterna alla centrale era paralizzata, ed il non funzionamento dei sistemi di backup con generatori diesel, inondati poi dall’acqua, hanno richiesto l’utilizzo di ogni mezzo necessario a raffreddare i reattori.
Il ciò ha significato l’utilizzo di cannoni ad acqua che sparavano quella pompata dal mare, con proprietà corrosive, sui reattori, mettendoli definitivamente fuori servizio ed irrecuperabili per un futuro utilizzo.
Ma l’accumulo di quest’acqua ha creato altri problemi frai quali il rilascio di radioattività nel mare e la contaminazione delle acque sotterranee.
L’impianto ha dovuto scaricare, a maggio, migliaia di tonnellate di acqua radioattiva nel Pacifico, sollevando le ire dei pescatori e dei governi di Corea del Sud e Cina.
Le previsioni della TEPCO dicono che la situazione non sarà completemente risolta da ottobre fino a gGennaio.
Il disastro ha causato un ripensamento dei piani del governo giapponese sull’energia nucleare. Hanno fatto seguito l’abbandono dell’atomico da parte di Germania, Svizzera ed Italia.
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Paolo Tosatti
NUCLEARE. Rilevati valori superiori ai 10mila millisievert in alcune tubazioni tra i reattori numero 1 e 2. Scoperta inoltre una perdita di 700 tonnellate di acqua contaminata nella zona di stoccaggio.
Un record a cinque cifre. Diecimila millisievert l’ora. Abbastanza da causare la morte di un uomo, esposto anche solo per un breve lasso di tempo, in un paio di settimane. A quasi cinque mesi dall’inizio della crisi nucleare nell’impianto di Fukushima, i valori di radioattività segnalati dai dosimetri in dotazione ai “bonificatori” superano ancora una volta ogni limite finora raggiunto, richiamando bruscamente l’attenzione su un disastro che non è cessato ma che sta lentamente finendo nel dimenticatoio mediatico.
La pericolosa concentrazione di sostanze radioattive è stata rilevata dai tecnici della Tokyo electric power in alcune tubazioni presenti tra i reattori numero 1 e numero 2, quelli maggiormente danneggiati dal terremoto/tsunami. Stando alla dichiarazioni ufficiali rilasciate dai responsabili della società che gestisce la centrale, i valori delle radiazioni sarebbero addirittura superiori ai 10 sievert, dunque tre volte più elevati del picco massimo di 3-4 sievert toccato a giugno. Interrogati sulle possibile cause del problema gli esperti della Tepco hanno spiegato di non avere ancora risposte certe. L’ipotesi più accreditata al momento è quella secondo cui un simile livello di radioattività sarebbe stato raggiunto a causa dell’utilizzo delle tubature come valvola di sfogo dell’aria altamente contaminata accumulatasi nel primo reattore; aria che avrebbe rilasciato enormi quantità di particelle atomiche durante il passaggio nei condotti.
Il quadro negativo della situazione è stato ulteriormente complicato dalla scoperta di 700 tonnellate di acqua contaminata nelle fondamenta di un edificio in prossimità dell’area della centrale adibita allo stoccaggio del liquido utilizzato per il raffreddamento dei reattori. Anche in questo caso la radioattività rilevata è altissima: 19mila becquerel di cesio 134 e 22mila di cesio 137 per centimetro cubo. Le due strutture sono posizionate una accanto all’altra nella zona dell’impianto utilizzata per lo smaltimento delle scorie nucleari e fino a giugno erano unite da una tubazione. Neppure in questo caso la Tokyo electric power ha saputo fornire una spiegazione dell’accaduto.
Intanto, dopo le accuse di manipolare l’opinione pubblica rivolte dal primo ministro Naoto Kan alla Nisa, l’Agenzia nipponica per la sicurezza nucleare e industriale, la stampa giapponese ha rivelato ieri un nuovo caso di comportamento ingannevole da parte dell’organismo incaricato di controllare il settore dell’energia atomica. Un ex dirigente dell’Agenzia ha riconosciuto di aver domandato 5 anni fa alla Shikoku electric power company di mobilitare il proprio personale per pilotare i risultati di una conferenza governativa sull’energia nucleare a favore dell’industria atomica. L’ex alto funzionario ha ammesso di aver operato pressioni sull’azienda perché i suoi impiegati prendessero parte attiva al meeting, in modo da evitare quanto si era verificato l’anno precedente, quando «gruppi di oppositori al nucleare avevano impedito un dibattito costruttivo sul tema».
http://www.terranews.it/news/2011/08/fukushima-nuovo-picco-dei-livelli-radioattivi
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