La mafia nel piatto Boom di truffe a tavola Alessandro De Pascale “Terra” 21 giugno 2011
Olio trattato con la clorofilla, falso extra vergine servito nei ristoranti. Ma anche formaggi e pomodori falsamente indicati come Dop o biologici, concentrati indicati come nazionali ma provenienti dalla Cina, alimenti in cattive condizioni o scaduti. Nel corso del 2010 superano le 11mila tonnellate i prodotti agroalimentari sequestrati dai Nuclei antifrodi carabinieri (Nac), per un valore che supera i 22,5 milioni di euro. Sono i dati contenuti nel rapporto “Contro le frodi alimentari.
Al servizio dei cittadini”, appena pubblicato dal Nac. Lo speciale nucleo dei carabinieri, che ha sede a Roma, Parma e Salerno, lo scorso anno ha effettuato controlli in 1.375 aziende italiane, sequestrando beni e conti correnti per 115 milioni di euro. Fondi e prodotti sottratti ad un circuito illegale che, ormai, anche in questo comparto, ha creato un vero e proprio giro d’affari parallelo con ripercussioni dirette sulle tavole degli italiani: aumento dei prezzi, riduzione della qualità dei prodotti acquistati e pesanti danni sia per le imprese del Made in Italy ortofrutticolo che per l’Unione europea.
Proprio gli aiuti comunitari alle produzioni agricole illegalmente percepiti, accertati lo scorso anno, superano i 17 milioni di euro.
Con oltre 500 soggetti economici denunciati grazie a rilevazioni satellitari, controlli diretti sui campi e indagini finanziarie. I militari del Nac hanno infatti scoperto fatturazioni per operazioni inesistenti e fittizie intestazioni di terreni agricoli, risultati non coltivati o addirittura di proprietà di altri ignari soggetti. «La rilevanza economica e sociale degli interventi finanziari comunitari nel comparto agroalimentare - precisa il colonnello Maurizio Delli Santi, comandante del Nac - pone l’esigenza di assicurare un sistema di controlli sempre più efficace e incisivo, che eviti indebite destinazioni che possono alimentare anche il circuito illegale dei finanziamenti alle organizzazioni criminali ». Proprio su quest’ultimo punto verrà presentato oggi a Roma il primo rapporto sulle Agromafie, realizzato da Eurispes e Coldiretti.
Anche lo studio del Nac dei carabinieri denuncia che «le linee evolutive della criminalità organizzata evidenziano un sicuro interesse oltre che per il traffico di sostanze stupefacenti anche per la gestione della “criminalità d’affari”». Proprio «in tale ottica va collocata la linea di basso profilo tenuta tanto dalle organizzazioni criminali tradizionali, quanto dalle nuove forme di criminalità transnazionali che sembrano essere orientate alla rimodulazione delle attività verso vere e proprie forme di imprenditorialità criminale». Un modo in più per «assicurare il controllo del territorio in cui i criminali sono veri e propri soggetti economici che operano con il metodo dei condizionamenti dei mercati, della corruzione dei pubblici funzionari, dello sfruttamento della manodopera clandestina, delle frodi alimentari e dell’agropirateria », conferma l’apposito nucleo dell’Arma
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