mercoledì 24 febbraio 2016

“La sinistra morì con Veltroni E Renzi punta tutto sul centro”

Achille Occhetto L’ultimo segretario del Pci compie 80 anni Oggi è distante da ogni scena, la politica vive nella sua memoria
Molti che avevano seguito la mia proposta non avevano capito il punto centrale: u n’uscita dalla crisi del comunismo, ma ancorata ai nostri valori Non condivido la tesi che Renzi non abbia un progetto: lui ne ha uno, nascosto, il suo torto è proprio quello di non esplicitarlo. Il suo gruppo di potere? È la nota finanza
 B iog ra f i a AC H I L L E O CC H E T TO Nato a Torino il 3 marzo del 1936. Ultimo s e g re t a r i o del Partito Co m u n i s t a Italiano e il primo del Pds (fino al 1994). Nel 2013 ha p u b b l i c a to : “La gioiosa m a cc h i n a da guerra. Veleni, sogni e speranze della sinistra”.
» ALESSANDRO FERRUCCI S
ciarpa poggiata sul collo, taccuino in mano (“ho preso degli appunti per la nostra ch ia cch ie rat a”), completo blu, la casa tipica di un uomo di sinistra, con una storia di sinistra, tra vecchi libri di E inaudi ed Editori Riuniti, simboli, il colore rosso che emerge tra quadri e ricordi, una foto con Ho Chi Minh in Vietnam, giornali. Achille Occhetto tra pochi giorni compie 80 anni, eppure i gesti, i modi, il tono della voce sono quelli di vent’anni fa. “Ma sono fuori da certi giochi...”. Quando è iniziato il suo allontanamento dalla politic a? Nel momento in cui ho capito che gli obiettivi fondamentali per cui mi ero impegnato, e che hanno avuto il loro fulcro nella svolta della Bolognina (il 1989 quando è iniziato il percorso di addio al Pci), erano stati messi da parte. In che senso? Molti che avevano seguito la mia proposta non avevano capito il punto centrale: un’uscita da sinistra dalla crisi del comunismo. Lei picconatore di Falce e Mar tello. In realtà voglio dare notizia a tutti colori i quali ancora oggi me l’attribuiscono: la fine del comunismo non è stata determinata da me, è stata una crisi mondiale. Ho solo cercato di uscirne con una nuova sinistra. C om un qu e quell’idea ancora vive in molti movimenti europei, come Podemos in Spagna o in Grecia. Se guardiamo i sondaggi, in Italia la sinistra è sotto il cinque per cento. A meno che non includiamo il Pd... Bisogna vedere cosa s’int en de per sinistra, io credo che l’e s igenza di una sinistra, cioè quella di una formazione che si muova su una linea di mutamento profondo nelle società neo-liberiste, sia molto diffusa. Dobbiamo guardare agli avvenimenti in grande, come negli Stati Uniti con Sanders, politico che si dichiara socialista e socialdemocratico, di chiave europea, ma con un consenso sempre maggiore tra i giovani. Arriviamo all’Italia. Il discorso si lega a Renzi, alla collocazione del Partito democratico e al grande inganno che si è costruito davanti alla sinistra. Quale inganno?

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