Achille Occhetto L’ultimo segretario del Pci compie 80 anni
Oggi è distante da ogni scena, la politica vive nella sua memoria
Molti che avevano
seguito la mia proposta
non avevano capito
il punto centrale:
u n’uscita dalla crisi
del comunismo,
ma ancorata
ai nostri valori
Non condivido la tesi
che Renzi non abbia
un progetto: lui ne ha
uno, nascosto, il suo
torto è proprio quello
di non esplicitarlo. Il
suo gruppo di potere?
È la nota finanza
B iog ra f i a
AC H I L L E
O CC H E T TO
Nato a Torino
il 3 marzo del
1936. Ultimo
s e g re t a r i o
del Partito
Co m u n i s t a
Italiano e il
primo del Pds
(fino al 1994).
Nel 2013 ha
p u b b l i c a to :
“La gioiosa
m a cc h i n a
da guerra.
Veleni, sogni
e speranze
della sinistra”.
» ALESSANDRO FERRUCCI S
ciarpa poggiata sul collo, taccuino
in mano (“ho preso degli
appunti per la nostra
ch ia cch ie rat a”), completo
blu, la casa tipica di un uomo
di sinistra, con una storia di sinistra,
tra vecchi libri di E inaudi
ed Editori Riuniti, simboli,
il colore rosso che emerge
tra quadri e ricordi, una foto
con Ho Chi Minh in Vietnam,
giornali. Achille Occhetto
tra pochi giorni compie
80 anni, eppure i gesti, i
modi, il tono della voce sono
quelli di vent’anni fa. “Ma sono
fuori da certi giochi...”.
Quando è iniziato il suo allontanamento
dalla politic
a?
Nel momento in cui ho capito
che gli obiettivi fondamentali
per cui mi ero impegnato, e
che hanno avuto il loro fulcro
nella svolta della Bolognina
(il 1989 quando è iniziato il
percorso di addio al Pci), erano
stati messi da parte.
In che senso?
Molti che avevano seguito la
mia proposta non avevano capito
il punto centrale: un’uscita
da sinistra dalla crisi del
comunismo.
Lei picconatore di Falce e
Mar tello.
In realtà voglio dare notizia a
tutti colori i quali ancora oggi
me l’attribuiscono: la fine del
comunismo non è stata determinata
da me, è
stata una crisi
mondiale. Ho
solo cercato di
uscirne con una
nuova sinistra.
C om un qu e
quell’idea ancora
vive in molti
movimenti europei,
come Podemos
in Spagna
o in Grecia.
Se guardiamo
i sondaggi, in
Italia la sinistra
è sotto il
cinque per
cento. A meno
che non includiamo
il Pd...
Bisogna vedere
cosa s’int en de
per sinistra, io
credo che l’e s igenza
di una sinistra, cioè
quella di una formazione
che si muova su una linea di
mutamento profondo nelle
società neo-liberiste,
sia molto diffusa. Dobbiamo
guardare agli avvenimenti
in grande, come
negli Stati Uniti con Sanders,
politico che si dichiara
socialista e socialdemocratico,
di
chiave europea, ma con
un consenso sempre
maggiore tra i giovani.
Arriviamo all’Italia.
Il discorso si lega a Renzi,
alla collocazione del
Partito democratico e al
grande inganno che si è
costruito davanti alla sinistra.
Quale inganno?
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