lunedì 1 dicembre 2014

Ue,avanti tutta a Lima per accordo vincolante su CO2 Al via Conferenza mondiale Onu sul clima

di Chiara Spegni
Avanti tutta verso un accordo globale "legalmente vincolante" taglia-CO2 da centrare a Parigi nel 2015: questo il messaggio forte e chiaro con cui l'Unione europea arriva alla conferenza Onu sul clima che si apre lunedì in Perù e che si chiuderà il 12 dicembre. "Lima sarà una pietra miliare" e una tappa "cruciale" ha detto il commissario europeo al clima, Miguel Arias Canete, che insieme al ministro dell'Ambiente italiano, Gian Luca Galletti, rappresenterà l'Unione europea ai negoziati.

"Affronteremo una sfida politica a Lima: convincere tutti gli stakeholders che abbiamo bisogno di investire nelle politiche per il clima, per salvare l'ambiente, creare posti di lavoro e sviluppare tecnologie sostenibili" ha commentato l'eurodeputato Giovanni La Via (Ncd/Ppe), che sarà alla guida della delegazione del Parlamento europeo che parteciperà alla conferenza Onu.

La pattuglia dei negoziatori in arrivo da Bruxelles lunedì prossimo non vede Lima come un possibile flop, perché "siamo in una fase molto matura: ci sono tre grandi economie in campo, cioè Ue, Usa e Cina" riferisce un alto funzionario Ue, secondo cui anche l'India, l'altro grande emettitore mondiale di CO2, "ora è sotto pressione, è chiaro che deve presentare una sua prospettiva". Perché "il tempo stringe" e bisogna far convergere le posizioni su una prima bozza di testo dell'accordo, "che dovrà essere pronta sei mesi prima della conferenza Onu di Parigi del 2015" precisa la stessa fonte comunitaria.

I nodi da sciogliere a Lima sono diversi e tutti ugualmente importanti: il primo è la classificazione di Paesi sviluppati e non sviluppati, insieme alla definizione di criteri comuni dei contributi nazionali di riduzione di CO2. "Non possiamo mettere insieme mele e pere, dobbiamo essere in grado di valutare prima di Parigi se gli impegni presi consentono di rimanere al di sotto della soglia critica del riscaldamento globale dei 2 gradi centigradi" riferisce l'alto funzionario Ue, secondo cui in questa partita "c'è chi vuole far rientrare anche gli sforzi di adattamento o di finanziamento delle azioni per il clima, mentre noi vogliamo limitarci alla riduzione della CO2". Bruxelles premerà poi per ottenere progressi nella lotta contro i cambiamenti climatici anche prima del 2020, quando dovrà entrare in vigore il nuovo accordo globale.

Un altro fattore chiave sarà quello economico. Con un impegno di 3,8 miliardi di dollari "gli Stati membri dell'Ue sono i maggiori contribuenti" del Fondo verde per il clima (che serve ad aiutare i Paesi in via di sviluppo a ridurre le emissioni di anidride carbonica e a prepararli per fronteggiare gli impatti del cambiamento climatico) circa il 40% di quanto finora raccolto, ha sottolineato Canete rispondendo alle domande degli eurodeputati. Non ultimo, rimangono da chiarire i termini di un accordo "vincolante". Le opzioni sul tavolo sono diverse e big come Usa e Cina vogliono flessibilità. A Lima la speranza è che gli annunci dei leader mondiali sulla lotta ai cambiamenti climatici abbiano il loro peso: il presidente francese Francois Hollande, il più impopolare della storia, deve assolutamente incassare un successo e a Parigi 2015 vuole "un accordo storico", così come il presidente Usa, Barack Obama, reduce dalla debacle delle elezioni di medio termine, sembra volersi avviare sulla stessa rotta.
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