Un
filone rosso unisce gli interessi: quello
sui
rifiuti. Un filo nero mette insieme
una
serie di personaggi della Roma
criminale
e colletti bianchi dai ruoli eccellenti
nella
capitale e in giro per il Lazio. Il nome che
fa
eco (ma non è l’unico) è quello di Gianmario
Baruchello,
che a Latina nel campo delle discariche
ha
fatto di tutto negli ultimi venti anni:
consulente
del gruppo Cerroni, ha redatto tutti i
progetti
delle discariche, i collaudi, il piano per
la
realizzazione del polder che doveva impermeabilizzare
i
vecchi siti e salvare le falde, le
verifiche,
le relazioni ambientali. E ora sappiamo
che
tante, troppe cose non vanno a Montello.
Ad
ogni modo Baruchello è uno dei cento
indagati
nell’inchiesta condotta dal Ros di Roma
con
il coordinamento del Procuratore Giuseppe
Pignatone.
Il mondo dei rifiuti risulta effettivamente
essere
una miniera d’oro per tutti. Ma
ancor
più per certe cooperative che hanno inquinato
gli
appalti di Ama e che avevano cominciato
a
tendere una fitta rete di rapporti e contratti per
entrare
nella gestione dei rifiuti anche in provincia
di
Latina. Per esempio Cns, che partecipa in
Cisterna
Ambiente proprio insieme ad Ama e si
occupa
del servizio rifiuti in quella città. Come
si
evince dagli atti Cns era una creatura «affidata
»
a Salvatore Forlenza che in un passaggio
delle
intercettazioni parla anche della Indeco
(società
che gestisce i rifiuti in uno degli invasi
di
Montello): «... Indeco ha inviato dichiarazione
di
non disponibilita al conferimento ad Ama», è
il
contenuto del messaggio che riceve appunto
Forlenza.
In altri colloqui intercettati ancora tra
Forlenza
e Salvatore Buzzi della coop 29 Giugno:
«...Buzzi
accennava infatti ad una ‘bu s t a ’
contenente
’5000,00’ che Forlenza sarebbe dovuto
passare
a prelevare... il dato che si ritiene
utile
ribadire è che C.N.S., come già ampiamente
evidenziato,
risultava funzionale allo stesso
Buzzi
per l’ottenimento dei lavori di raccolta dei
rifiuti
per le gare indette da Ama spa... successivamente
all’accordo
raggiunto per la gara AMA
n.
30/2013, Franco Cancelli della cooperativa
Edera
avrebbe detto a Buzzi di pagare una
tangente
a Eugenio Patanè, consigliere regionale
del
Pd». E ancora a proposito della coop 29
Giugno
viene rilevato che «tutti e quattro i lotti
(dell’appalto
Ama ndc), erano stati successivamente
affidati
dall’aggiudicataria Cns, alle cooperative
di
Salvatore Buzzi.... Infatti, nella relazione
si
legge: ‘Alla fine dell’anno 2012 la
cooperativa
ha avviato, insieme alla cooperativa
29
Giugno Servizi, la gestione integrale dei
servizi
di raccolta differenziata del rifiuto organico
(lotti
2, 3, 4, 5) e del multimateriale (lotto 4)
eseguiti
in qualità si associata di CNS e per conto
di
Ama spa». Osserva altresì la Procura che «non
meno
rilevante appare la capacità di interlocuzione
espressa
dal sodalizio nei confronti del
gruppo
Casamonica, noto clan familiare attivo
nel
quadrante sud-est della città e dedito a una
vasta
gamma di attività delittuose nei settori del
narcotraffico,
dell’usura, del riciclaggio e altro.
Come
si vedrà meglio più avanti il sodalizio
diretto
da Massimo Carminati aveva acquisito un
appalto
per l’ampliamento e la gestione del
Campo
Nomadi di Castel Romano attraverso la
cooperativa
Ati 29 Giugno presieduta da Buzzi
Salvatore...
il territorio in esame rientrava in
quello
in cui era maggiore la permeabilità all’in -
fluenza
del clan Casamonica, senza contare la
natura
della popolazione (nomade) con cui il
sodalizio
del Carminati si sarebbe dovuto relazionare...
Per
tali motivazioni, l’o rga n i z z a z i o n e
facente
capo al Carminati si avvaleva del supporto
fornito
dal clan presente in quel contesto, in
modo
da tenere sotto controllo le problematiche
che
sarebbero potute sorgere nel rapporto con i
nomadi».
IL
QUOTIDIANO - Mercoledì 3 Dicembre 2014
8
Latina
Nessun commento:
Posta un commento