LA
PROVINCIA
PONTINA
COSÌ
«SIMILE»
A ROMA
LA
POLITICA E OLTRE
DI
GRAZIELLA DI
MAMBRO
Baruchello
chi? Un ingegnere.
Ma
non uno qualunque,
perché
ogni volta che emerge
una
tetra storia di rifiuti spunta
anche
il suo nome. E, infatti, è
accaduto
di nuovo. C’è anche Baruchello
tra
i cento indagati di «Mondo
di
mezzo», l’indagine sulla mafia
a
Roma che non ha precedenti nel
Lazio,
neppure se si affonda la ricerca
nell’archivio
peggiore tra banda
della
Magliana e Fondi. Cosa c’en -
tra
Baruchello con la mafia? Nulla.
Ma
col «mondo di sopra», dei vivi e
dei
colletti bianchi così ben descritto
da
Massimo Carminati sì che c’en -
tra.
Perché è lui l’ingegnere della
bonifica
di Borgo Montello e quello
di
quasi tutte le altre discariche del
gruppo
di Manlio Cerroni, arrestato
a
gennaio, oggi sotto processo, e già
meritevole
del titolo di ottavo re di
Roma.
Tutti si sono fidati di Baruchello
quando
è stato progettato il
polder
che doveva isolare di siti oggi
gestiti
da Ecoambiente (la partecipata
di
Latina Ambiente) e salvare le
falde.
Oggi si sa che il pericolo non
è
passato anzi ci sono fortissimi
dubbi
sul buon esito di quella bonifica.
Però
Baruchello non è l’unico
tassello
che unisce Latina alla capitale
e
alla sua mafia specifica scoperta
con
l’inchiesta della Procura di
Roma.
Perché Latina è così vicina a
Roma,
così simile e così «assuefatta
»
che a leggere l’ordinanza si ritrovano
mille
similitudini, nomi ricorrenti,
legami.
Non ci sono solo la
villa
di Riccardo Mancini o la carica
di
Salvatore Forlenza a provarlo. E’
la
metodologia che sconvolge. A
Latina
e nel resto della provincia è
sempre
la stessa ramificazione di
piccole
società e coop a svolgere i
servizi
per le pubbliche amministrazioni
e
gli enti pubblici, nomi che si
ripetono.
Non mafia, certo, Ma non
è
neppure una coincidenza. A fare la
spunta
delle coop che si occupano di
assistenza
agli immigrati e di verde
e
si servizi quanta politica si intravede?
Moltissima.
A sommare le analogie
ci
si sono messe in questi anni
le
società partecipate e una è certamente
la
Latina Ambiente, attraversata
da
un management che ha lasciato
macerie,
debiti, bollette altissime
e
un servizio supportato grazie
ai
mille spacchettamenti del verde,
affidato
alle coop e mai veramente
entrato
dentro un appalto serio. Chi
controlla
cosa fanno le partecipate
in
tema di forniture e consulenze?
Non
c’è obbligo di appalto trasparente
al
di sotto di una certa soglia e
quindi
si procede a vista. Se si
sfogliano
poi i contratti si scorge che
i
beneficiari hanno padrini politici
eccellenti.
E’ successo tante volte
con
Acqualatina. I servizi pubblici
essenziali
sono diventanti nell’ulti -
mo
decennio la più bella torta da
conquistare.
E’ accaduto a Roma
(con
Ama) e si è visto tantissime
volte
in questa provincia. Che da
Roma
ha sempre mutuato molto
quando
si è trattato di fenomeni
negativ
i.
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IL
QUOTIDIANO - Giovedì 4 Dicembre 2014
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Latina
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