giovedì 6 febbraio 2014

Letta s'inventa pure il condono per i grandi inquinatori Eni Enel Caffaro Snia E.On Lucchin Mol group

IL GOVERNO FESTEGGIA IL DECRETO SULLA TERRA DEI FUOCHI. ENI, ENEL E GLI ALTRI
INVECE BRINDANO A “DESTINAZIONE ITALIA” E AL MAXISCONTO SULLE BONIFICHE
SI SALVI CHI PUÒ
Da Porto Torres a Rovigo,
da Brescia a Piombino
a Mantova: le imprese
non pagheranno i danni
causati in 37 grandi
emergenze ambientali
di Marco Palombi
La faccenda è talmente
enorme che lo stesso
servizio Studi della
Camera non ha potuto
che farla notare con inusitata
crudezza: andrebbe indagata,
scrive, “la compatibilità
con il principio comunitario chi
inquina paga”. Di cosa stanno
parlando? Dell’articolo 4 del
decreto Destinazione Italia, fortemente
voluto dal ministero
dello Sviluppo economico,
quello intitolato “Misure volte a
favorire la realizzazione delle
bonifiche dei siti di interesse
nazionale” e di cui vi parliamo
nel giorno in cui la politica si fa
bella dell’approvazione del decreto
per contrastare l’emer -
genza ambientale nella Terra
dei Fuochi.
IN SOSTANZA, quello di cui vi
parliamo è una sorta di condono:
le grandi aziende che hanno
inquinato il territorio italiano,
spesso violando la legge, creando
le cinquanta e più Terre dei
Fuochi che costellano la penisola,
ottengono un bello sconto su
quanto devono alla comunità
nazionale in risarcimento del
danno. Di più: se saranno così
gentili da firmare l’ennesimo
Accordo di programma” col
governo per le bonifiche, la collettività
pagherà un bel pezzo
del dovuto, gli inquinatori
avranno un credito d’imposta
da 70 milioni e potranno pure
costruire nuovi impianti produttivi
sui siti inquinati.
Cosa prescrive, infatti, l’artico -
lato sponsorizzato dal ministero
per lo Sviluppo economico? Che
per tutti i Siti di interesse nazionale
(SIN) il modello “chi inquina
paga”, imposto dalla legislazione
europea, non vale se “i fatti
che hanno causato l’inquina -
mento sono antecedenti al 30
aprile 2007”. Basta l’accordino
con l’esecutivo e questo “esclu -
de ogni altro obbligo di bonifica
e riparazione ambientale e fa venir
meno l’onere reale per tutti i
fatti antecedenti all’accordo
medesimo”.
Trasportato in quel disastro che
è la situazione delle bonifiche
ambientali in Italia questo significa
che dei 39 Sin attualmente
riconosciuti ne restano fuori solo
due: l’Ilva, che ha già la sua
legge ad hoc, e il sito di Bussi sul
Tirino, in Abruzzo, dove sono
sfortunati e hanno ottenuto il
bollino “Sin” solo nel 2008.
PER TUTTIgli altri inquinatori è
un giorno di festa: citando un
po’ a caso si va dall’Eni (Porto
Torres, Priolo, eccetera) all’Enel
(Porto Tolle, a Rovigo); dalla
multinazionale tedesca E.On
di ieri la notizia che il direttore
della centrale termoelettrica di
Porto Torres è indagato proprio
per reati ambientali) alla Saras
che fu della famiglia Moratti e
ora è in mani russe (Sarroch, in
Sardegna); dalla Lucchini a
Piombino agli ungheresi di Mol
Group , che hanno acquisito a
Mantova la raffineria della italiana
IES, fino alla Caffaro di
Brescia, oggi di proprietà della
malmessa Snia spa.
Tra i pochi ad accorgersi di questo
ennesimo tentativo di accollare
alla collettività danni causati
da imprese private vanno segnalati
il M5S e i Verdi. “Ci provarono
già nel decreto del Fare
scrivendo che le bonifiche dovevano
essere ‘economicamente
sostenibili’, oggi lo fanno in un
altro modo ma l’obiettivo è lo
stesso: non applicare il principio
che chi inquina poi paga”, dice la
deputata 5 Stelle Federica Daga:
Non solo. Il decreto non rende
nemmeno le bonifiche obbligatorie:
si dice alle imprese ‘o fai la
bonifica o la messa in sicurezza’.
E così si lascia un pezzo enorme
del paese a fare i conti con l’emergenza
sanitaria”.
Sulla stessa linea il leader dei
Verdi, Angelo Bonelli: “Questo è
un’operazione dalla portata incredibile:
è un terremoto nella
legislatura ambientale italiana.
Voglio ricordare che il nostro
paese sta già subendo moltissime
procedure di infrazione europee
in materia di ambiente e
di bonifiche ambientali, ora si
decide addirittura di disapplicare
unilaterlamente la legislazione
comunitaria. Faccio un appello
al ministero dell’Ambien -
te: ritiri la norma. Che gli inquinatori
abbiano un condono, in
parte persino premiale, è semplicemente
allucinante”.
Q U E ST ’ULTIMO riferimento di
Bonelli è a due previsioni del decreto
a cui abbiamo già accennato.
Non solo lo Stato sgrava
dalle loro responsabilità gli autori
di enormi disastri ambientali,
ma per convincerli a ricevere
il favore senza protestare gli
dà pure qualche incentivo: basta
firmare il famoso “Accordo di
programma” e si ha diritto a un
credito d’imposta che vale 20
milioni quest’anno e cinquanta
il prossimo e poi a costruire nei
SIN nuovi impianti (un rigassificatore,
diciamo, o un inceneritore)
automaticamente dichiarati
di “pubblica utilità” e
dunque beneficiati di procedura
autorizzativa superaccelerata.
Tradotto: non solo non pagheranno
per il danno, ma ai grandi
gruppi di cui sopra viene pure

garantito un futuro profitto.
Il fatto quotidiano 6 febbraio 2014

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