giovedì 6 febbraio 2014
Landini Fiom dà fastidio anche alla Camusso Cgil: “Non ci sono mediazioni e noi non ci arrendiamo”
COLLOQUIO CON MAURIZIO LANDINI: “STANNO APRENDO UNA CRISI DEMOCRATICA”
LA PARTITA
Il duello tra i due
ruota sull’a ccord o
per la rappresentanza
Ieri gelido faccia
a faccia al Nuovo
Pignone di Firenze
Mi sembra che andranno
avanti,
non si fermeranno.
Ma sono in
gioco diritti fondamentali e non
ci fermeremo nemmeno noi. Al
momento non c'è nessuna mediazione”.
Maurizio Landini è
lapidario. La giornata è stata
lunga, tra l'incontro con Matteo
Renzi e le polemiche che ne scaturiranno,
e poi il gelido faccia a
faccia con Susanna Camusso al
Nuovo Pignone di Firenze.
I LAVORATORI li avevano invitati
per un incontro a porte
chiuse, con l’intento di facilitare
una convergenza. Ma il risultato
non ha avuto nulla di positivo.
Anzi, Landini ne è uscito con
quella convinzione: “Andranno
avanti, andranno fino in fondo”.
L’accordo sulla rappresentanza
firmato il 10 gennaio ha
issato un muro tra i due. “La vio-
lazione dei diritti fondamentali
è evidente” dice Landini, “ed è
gravissima”. Come è gravissimo
il tentativo di “limitare le prerogative
e l’autonomia della
Fiom”. Con quell’accordo, spiega
il segretario dei metalmeccanici,
si riduce l’agibilità sindacale
della Fiom e si ledono i diritti
costituzionali dei lavoratori.
Questi concetti il leader delle tute
blu della Cgil li ha ribaditi in
un emendamento aggiuntivo al
congresso della Cgil che le strutture
di base stanno discutendo
in questi giorni. Qui, al Nuovo
Pignone, su 813 votanti, il suo
emendamento ha raccolto 750
voti. E si tratta di una fabbrica
storicamente “moderata” men -
tre oggi, a Firenze, in Toscana, la
Fiom ha recuperato consensi
interni.
La Cgil dice che l’accordo in
realtà è solo un “regolamento”
attuativo degli accordi precedenti,
accettati da Landini. Contesta,
poi, che siano previste
sanzioni nei confronti dei lavoratori
ma solo verso strutture
sindacali oltre che per gli imprenditori.
Landini ribatte che
le eventuali sanzioni “anche con
effetti pecuniari” o “che comportino
la temporanea sospensione
di diritti sindacali di fonte
contrattuale” sono applicate
alle rappresentanze
sindacali, le Rsu,
composte da singoli lavoratori.
Il secondo
motivo di contrasto riguarda
la costituzione
del “collegio di conciliazione
e arbitrato”
(vedi articolo a fianco).
LANDINI E CAMUSSO
rimangono a quel 17
gennaio, data del direttivo
nazionale oggetto
dello scontro procedurale.
“Se si pensa che qui decidiamo
tutto – disse Landini – a
me e alla Fiom non mi avete vincolato.
Sappiatelo”. Rispose Camusso:
“Su alcune delle affermazioni
fatte in questo direttivo
la parola spetterà ai nostri organismi
di garanzia”. Ma “se la
Cgil non fa votare gli iscritti e i
lavoratori interessati all’accor -
do – ribatte Landini – sta violando
lo statuto e sta aprendo
una crisi democratica nel rapporto
con i lavoratori”.
Fin qui lo scontro sindacale. Poi,
c’è il rapporto con Renzi. Con il
leader Pd, spiega il segretario
Fiom, “si è discusso di estensione
della cassa integrazione, di
ammortizzatori sociali e di crisi
aziendali”. “Renzi ha voluto capire
meglio anche se non si è intromesso
nella vicenda del sindacato”.
E si è detto interessato a
un’altra proposta della Fiom,
l’utilizzo dei fondi pensione gestiti
da lavoratori e imprese,
“non per acquistare titoli speculativi
ma per sostenere l’econo -
mia reale”. I due hanno discusso
della legge sulla rappresentanza
che Landini chiede da sempre,
la Cgil dice di volere e che Renzi
si è impegnato a offrire all’inter -
no del suo Jobs Act.
Che lo scontro sulla rappresentanza
possa essere attutito da
una legge del Parlamento, è difficile
ma non impossibile. Cgil,
Cisl e Uil non accetterebbero
una legge che sconfessi il testo
dell’accordo, ma Renzi potrebbe
forzare la mano, magari con
l’appoggio del M5S. La partita è
aperta. Resta l’irritazione di Susanna
Camusso, e di Cisl e Uil,
per la corsia preferenziale tra
Landini e Renzi. “Sarebbe bene
cambiare metodo di discussione”,
dicono. Tradotto: Renzi
dovrebbe discutere direttamente
con noi. Ma ci sarà un incontro?
“Quando ci sarà, certamente
si saprà”, chiosa Camusso.
Renzi, di fatto, è tirato in ballo.
Sal. Can.
Il fatto quotidiano 6 febbraio 2014
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