domenica 26 gennaio 2014

27 gennaio giornata della memoria "se questo è un uomo" di Primo Levi

SE QUESTO È UN UOMO
Quel capolavoro che faticò a essere letto
CLASSE 1919, Primo Levi nasce a Torino in una famiglia ebraica non particolarmente
osservante. Dopo il diploma al liceo D’Azeglio, si iscrive all’università
giusto un anno prima delle leggi razziali (1938) e questo gli consente
di terminare gli studi: laurea in Chimica nel 1941, un lavoro a Milano e
l’entrata nel Partito d’Azione l’anno successivo. Partigiano in Val d’Aosta dopo
l’8 settembre, viene catturato dai fascisti nel dicembre 1943. Inizia a questo
punto la sua seconda vita: deportato nel lager di Auschwitz, in Polonia,
racconterà la sua storia di prigioniero e la sua fortunosa sopravvivenza in Se questo è un uomo,
il suo libro più famoso insieme a La tregua, che è invece la cronaca - asciutta come nel
suo stile - del suo terribile viaggio di ritorno in Italia. Nel dopoguerra tornò a fare il chimico,
anche perché Se questo è un uomo - pubblicato nel 1947 da un piccolo editore - non ebbe

alcun successo: solo con la ristampa Einaudi del 1956 diventò il libro imprescindibile sull’Olocausto che è oggi. Primo Levi è morto nel 1987: cadde, o si gettò, nella tromba delle
scale della sua casa torinese. “L’esperienza di Auschwitz - disse - è stata tale per me da
spazzare qualsiasi resto di educazione religiosa: c’è Auschwitz, quindi non può esserci Dio
Il fatto quoridiano 26 gennaio 2014

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