di Antonella Mariotti La Stampa ALESSANDRIA. Ore 17,51. Per un bel po’ questa sarà la mia ora incubo, perché ho imparato che il Coronavirus ha una gran memoria. La prima febbre - 39,6 - è arrivata venerdì 13 marzo alle 17,51. Poi è tornata, ogni giorno a quell’ora: alta, violenta, e così per otto lunghi giorni e per otto allucinanti notti. L’ho combattuta, aiutata dal mio meraviglioso medico Aldo Alpa. che ha insistito per avere un tampone a casa per me e non ha perso tempo:
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