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sabato 27 agosto 2016
“Salvare case e vite è un valore superiore ai vincoli di bilancio” SalvatoreSettis “La prima grande opera è la messa in sicurezza, non il falso sviluppo fatto di Tav, Ponti sullo Stretto e autostrade inutili”
SILVIA TRUZZI Non è il momento delle polemiche”, si sente ripetere in queste ore di macerie e numeri neri come la morte. Ma è proprio il rispetto per chi ha perso tutto –vita,amici, caseefuturo –che impone riflessioni. Salvatore Settis –archeologo, ex direttore della Normale di Pisa, ex presidentedel Consigliosuperiore dei Beni culturali, un curriculum sterminato che va dal Getty Center di Los Angeles allo European Research Council –da tempo si occupa della tutela del paesaggio e sabato sarà ospite per undibattito sulreferendum costituzionale alla festa del Fattodi Roma. Perché è la Carta che all’articolo 9 spiega che la Repubblica italiana “tutela il paesaggio e il patrimonioartistico dellaNazione”. O almeno dovrebbe. Professore, da tempo lei ha lanciato un allarme sulla tutela del paesaggio. Forse non sufficientemente as co l t a to. Non sono certo il primo ad averlo fatto. Nel 1980, dopo il terremoto dell’Irpinia, Giovanni Urbani scriveva: “Non è necessaria nessuna competenza in economia per sapere quale sarà il saldo di una politica economica che non si è mai degnata di far entrare nei propri conti i costi del dissesto geologico, del disordine urbanistico e della incuria verso il patrimonio edilizio storico. Ci vorrebbe assai poco per calcolare il danno economico che incombe sulla penisola ove persistesse, come purtroppo certamente persisterà, l’assenza di ogni politica di difesa del suolo e di consolidamento preventivo dell’edilizia storica”. Parole che paiono scritte oggi e che invano richiamai dopo il terremoto d’Abruzzo (2009) e dopo quello d’E mi li a (2012), sostenendo, se posso autocitarmi, che la prima grande opera di cui il Paese ha bisogno è la messa in sicurezza del proprio territorio. Vale ora più che mai
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