martedì 2 febbraio 2016

Clima, Italia a rischio desertificazione

Il Po è sceso di due metri, molti laghi sono a secco o quasi. E intanto a gennaio fioriscono le primule e proliferano gli insetti. Coldiretti lancia l'allarme: "Si intervenga subito per evitare ricadute sull'economia agricola"
Poca pioggia,  poca neve sulle cime montuose, temperature troppo alte. Il rischio per i bacini idrici italiani è quello della desertificazione. È Coldiretti a lanciare l'allarme siccità a causa dell'andamento climatico. Nel mese di gennaio è caduta circa il 60% di acqua in meno rispetto alla media e dicembre 2015 è stato il più secco da 215 anni. In novembre, poi, piogge sono praticamente dimezzate. Sul grande fiume Po sembra essere in estate con livelli idrometrici inferiori di circa due metri rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo le rilevazioni effettuate dalla Coldiretti a Pontelagoscuro a fine gennaio.

La situazione - scrive Coldiretti - è grave anche nei laghi che a fine gennaio si trovano prossimi ai minimi storici del periodo con il lago Maggiore che è al 17% della sua capacità e il lago di Como che è addirittura sceso al 12% mentre quello di Garda al 33%. A preoccupare - continua l'associazione - è la mancanza di neve sulle montagne che rappresenta una scorta importante per garantire gli afflussi idrici determinanti per i raccolti agricoli nei prossimi mesi. Secondo Coldiretti bisogna intervenire subito, portando acqua ai laghi e alzando il deflusso minimo vitale per evitare rischi di desertificazione del territorio con gravi ricadute sull'economia agricola e sull'equilibrio ambientale.

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Ad aggravare gli effetti negativi della mancanza di pioggia è il grande caldo con il 2015 che si è classificato in Italia come l'anno più bollente della storia recente con una temperatura superiore di 1,42 gradi la media di riferimento che ha provocato lo sconvolgimento dell'ambiente dove si trovano mandorli, susini e peschi fioriti in grande anticipo, sulla base dell'analisi di Coldiretti su dati Isac Cnr. Il risultato è che nei giorni della merla di fine gennaio, che secondo tradizione sono i più freddi dell'anno, nei prati ci sono primule, viole e margherite mentre le mimose sono già fiorite da tempo in netto anticipo rispetto alla festa della donne ma nelle campagne si teme una serie compromissione dei raccolti per il possibile prossimo e improvviso abbassamento della temperatura. A colpire i raccolti - precisa la Coldiretti - sono anche le forti infestazioni degli insetti patogeni che proliferano per effetto del caldo fuori stagionehttp://www.repubblica.it/ambiente/2016/01/30/news/clima_italia_a_rischio_desertificazione-132363096/?ref=HRLV-17

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