Grotte inquinate
Sono ben 385, ovvero
il 12% del totale. Cento
sono ostruite da rifiuti
di vario genere
» ANTONIO MASSARI
L
a foiba di Monrupino a nord di Trieste è
profonda 126 metri, è un cimitero che
raccoglie centinaia di morti ammazzati
e dal 1980 è un monumento nazionale.
Nella foiba Abisso Plutone, oltre agli infoibati,
sono stati trovati motorini, lavatrici e ben 30
metri cubi di materiali: da oggi
è un monumento alla vergogna
di questo paese. È una delle
385 grotte che per la loro
conformazione possiamo definire
una discarica abusiva
formato arcipelago.
UNA DISCARICA che – nono -
stante le denunce iniziate nel
1994 –non risulta censita tra le
discariche abusive del Paese dell'elenco trasmesso
all'Unione europea. Da ieri è oggetto di
lavoro della commissione parlamentare sul ciclo
dei rifiuti, dopo che il suo vicepresidente
Stefano Vignaroli (M5S) s'è recato sul posto e
ha stilato una relazione presentata ieri in Parlamento.
Il dubbio, in base ai dati raccolti dagli
speleologi, è che nelle grotte possano esservi
sepolte anche “esplosivi e gas velenosi”. Del resto,
a partire dal 1994, le Associazioni speleologiche
della provincia di Trieste, bonificando
gratuitamente decine di siti carsici, hanno già
recuperato 300 metri cubi di
materiali, inclusi resti umani, e
censito quintali di idrocarburi,
acque reflue provenienti dal
depuratore del piazzale degli
autotreni di Trieste, oli esausti,
materiali ferrosi. A parte
l'interessamento di un consigliere
del Comune di Trieste,
Roberto De Gioia, che ha stanziato
30 mila euro per quantificare
l'inquinamento in 50 grotte, il presidente
della federazione speleologica del Friuli Venezia
Giulia, Furio Premiani, denuncia che la Regione
“non ha mai risposto alle nostre sollecitazioni
scritte”. Eppure il resoconto
è davvero allarmante:
“Le grotte censite dal Catasto
Regionale delle Grotte della
Venezia Giulia sono 3179 -
scrivono gli speleologi - e di
queste tre sono pesantemente
inquinate da morchie oleose-idrocarburi,
2 sono interessate
da un possibile inquinamento
pesante da verificare, 10 sono state adoperate
per smaltire-disperdere acque reflue
da depuratori, 100 sono interessate dalla presenza
di rifiuti di vario genere che devono essere
caratterizzati e 270 sono state ostruite e
distrutte dalle infrastrutture, dallo scarico indiscriminato
di immondizie o dall’edilizia privata
e non sono addirittura più rintracciabili.
CO M P L E SS I VA M E N T E le grotte interessate sono
385 oltre il 12%”. “Quando sono entrato in
una delle grotte – dice il vicepresidente della
commissione parlamentare sui rifiuti Vignaroli
–ho provato un senso di nausea soprattutto
per l'indifferenza decennale delle istituzioni,
che sapevano e nulla hanno fatto fino a oggi. La
popolazione non era neanche informata. Quella
grotta – continua – è soltanto la punta di un
iceberg. La Commissione sta inviando una lettera
alla presidente Deborah Serracchiani: o
interviene la Regione o interveniamo noi da
Roma”. I consiglieri regionali del M5s, invece,
hanno annunciato che depositeranno una mozione
per impegnare la Regione a iniziare la
bonifica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA il fatto quotidiano 23 giugno 2015
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