martedì 23 giugno 2015

Trieste, foiba trasformata in una discarica abusiva Trovati motorini e ben 30 metri cubi di materiali: le denunce risalgono al 1994

Grotte inquinate Sono ben 385, ovvero il 12% del totale. Cento sono ostruite da rifiuti di vario genere 
» ANTONIO MASSARI L a foiba di Monrupino a nord di Trieste è profonda 126 metri, è un cimitero che raccoglie centinaia di morti ammazzati e dal 1980 è un monumento nazionale. Nella foiba Abisso Plutone, oltre agli infoibati, sono stati trovati motorini, lavatrici e ben 30 metri cubi di materiali: da oggi è un monumento alla vergogna di questo paese. È una delle 385 grotte che per la loro conformazione possiamo definire una discarica abusiva formato arcipelago. UNA DISCARICA che – nono - stante le denunce iniziate nel 1994 –non risulta censita tra le discariche abusive del Paese dell'elenco trasmesso all'Unione europea. Da ieri è oggetto di lavoro della commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti, dopo che il suo vicepresidente Stefano Vignaroli (M5S) s'è recato sul posto e ha stilato una relazione presentata ieri in Parlamento. Il dubbio, in base ai dati raccolti dagli speleologi, è che nelle grotte possano esservi sepolte anche “esplosivi e gas velenosi”. Del resto, a partire dal 1994, le Associazioni speleologiche della provincia di Trieste, bonificando gratuitamente decine di siti carsici, hanno già recuperato 300 metri cubi di materiali, inclusi resti umani, e censito quintali di idrocarburi, acque reflue provenienti dal depuratore del piazzale degli autotreni di Trieste, oli esausti, materiali ferrosi. A parte l'interessamento di un consigliere del Comune di Trieste, Roberto De Gioia, che ha stanziato 30 mila euro per quantificare l'inquinamento in 50 grotte, il presidente della federazione speleologica del Friuli Venezia Giulia, Furio Premiani, denuncia che la Regione “non ha mai risposto alle nostre sollecitazioni scritte”. Eppure il resoconto è davvero allarmante: “Le grotte censite dal Catasto Regionale delle Grotte della Venezia Giulia sono 3179 - scrivono gli speleologi - e di queste tre sono pesantemente inquinate da morchie oleose-idrocarburi, 2 sono interessate da un possibile inquinamento pesante da verificare, 10 sono state adoperate per smaltire-disperdere acque reflue da depuratori, 100 sono interessate dalla presenza di rifiuti di vario genere che devono essere caratterizzati e 270 sono state ostruite e distrutte dalle infrastrutture, dallo scarico indiscriminato di immondizie o dall’edilizia privata e non sono addirittura più rintracciabili. CO M P L E SS I VA M E N T E le grotte interessate sono 385 oltre il 12%”. “Quando sono entrato in una delle grotte – dice il vicepresidente della commissione parlamentare sui rifiuti Vignaroli –ho provato un senso di nausea soprattutto per l'indifferenza decennale delle istituzioni, che sapevano e nulla hanno fatto fino a oggi. La popolazione non era neanche informata. Quella grotta – continua – è soltanto la punta di un iceberg. La Commissione sta inviando una lettera alla presidente Deborah Serracchiani: o interviene la Regione o interveniamo noi da Roma”. I consiglieri regionali del M5s, invece, hanno annunciato che depositeranno una mozione per impegnare la Regione a iniziare la bonifica. © RIPRODUZIONE RISERVATA il fatto quotidiano 23 giugno 2015

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