Pontinia (LT) dall'ambiente, alla difesa dei diritti civili e sociali, dalla politica alla tecnica. Si riportano stralciriportandone autori. Nota: qualora si ritenga la pubblicazione (o i commenti) siano lesivi o notizie superate si prega di comunicarlo con mail giorgio.libralato@gmail.com e saranno rimossi. Oppure allo stesso modo si può esercitare il diritto di replica. Qualora si ritenga che una pubblicazione o parte di essa ledano i diritti di copyright o di autore saranno rimossi
domenica 31 maggio 2015
Parco d’Abruzzo, mamma cervo difende il suo cucciolo dall’attacco di un lupo
e immagini, girate dalla guida Pietro Santucci e condivisa sui social mostra una cerva nel tentativo di difendere il suo piccolo da un attacco di un lupo nel parco nazionale d’Abruzzo. Ai ripetuti attacchi dell’animale, la cerbiatta è sempre intervenuta, così il cerbiatto si è salvato. Il filmato è stato pubblicato sulla pagina Facebook di Paesaggi d’Abruzzo
Formia resta casalese “Nessuno vuole vivere nelle case tolte ai boss” LE FAMIGLIE SENZA TETTO RIFIUTANO GLI ALLOGGI CONFISCATI IL SINDACO: “È DIFFICILE, I BARDELLINO VIVONO A DUE PASSI”
NEL SUD PONTINO Schiavone la chiamava “provincia di Casale”. Oggi le signore di camorra frequentano i locali chic e i cronisti subiscono intimidazioni
di
Andrea
Palladino
Formia
L’aveva
pensata come
una
piccola
cittadella
inespugnabile.
Una
via
che
sale verso il monte, separata
dalla
statale Appia, poco
prima
che si inizi a intravedere
il
mare. Una villa, contornata
da
dépendance
e
appartamenti.
Un
simbolo per rendersi
riconoscibili
in maniera
tale
che chiunque, passando
da
quelle parti, potesse guardare
e
sussurrare: “Ecco, è lì
che
vive Ernesto Bardellino, il
fratello
del capo storico dei casalesi”.
Via
Unità d’Italia, Formia, è a
meno
di un chilometro da un
altro
simbolo, il Maracuja, l’ex
discoteca
e albergo di Cipriano
Chianese,
l’avvocato della
monnezza
accusato
oggi a Napoli
di
disastro ambientale. A
qualche
passo da un locale
molto
chic, dove spesso si affaccia
Katia
Bidognetti, figlia
di
“Cicciotto ’e mezzanotte”, il
boss
che ha regnato per decenni
insieme
a Francesco
“Sandokan”
Schiavone su
Terra
di Lavoro, oltre il fiume
Garigliano.
A pochi metri dalla
bella
residenza di Mario Cosentino,
fratello
del più noto
Nicola,
il deputato del Pdl che
per
un ventennio ha avuto in
mano
la Campania.
La
“cittadella” di Ernesto BarBardellino
– ex
sindaco socialista
di
San Cipriano d’Aversa e
fratello
di Antonio, il capo
storico
dei casalesi ucciso nel
1988
–oggi vale più di un simbolo
nel
sud pontino. Sequestrata,
poi
confiscata, alla fine
espugnata
e affidata al Comune,
dopo
un tira e molla durato
anni.
Tutto in mano allo
Stato.
O quasi, visto che in
quella
stessa via una casa la
moglie
e il figlio di don Ernesto
l’hanno
mantenuta, salvandola
dai
provvedimenti
del
tribunale. Così, tanto per
far
capire a tutti come vanno
le
cose. Cinque appartamenti.
Una
quindicina di locali, più
servizi.
È quanto ha ora a disposizione
il
Comune di Formia,
da
destinare a famiglie
senza
casa, messe sotto sfratto
da
una crisi che da queste parti
morde
come non mai. Un modo
per
far vedere che alla fine
lo
Stato caccia i cattivi, facendo
vincere
i buoni. Ma non
qui,
non a Formia, città che
Carmine
Schiavone chiamava
“provincia
di Casal di Principe”.
Qui
certi nomi pesano.
PRIMA
sono state le
ditte locali
a
non voler mettere piede
in
quegli appartamenti, rinunciando
ai
lavori per sistemare i
locali.
Poi uno a uno gli assegnatari,
che
hanno preferito
rimanere
senza una casa. Certi
sgarbi,
si sa, è meglio non farli.
Alla
fine di cinque appartamenti
solo
uno ha un inquilino,
mentre
i cantieri sono
stati
affidati a una società di
fuori
Formia. Gli altri? Vuoti.
“Con
i Bardellino che continuano
a
vivere a pochi passi è
una
situazione difficile”, spiega
il
sindaco Sandro Bartolomeo,
Pd,
al suo secondo mandato.
Appena
aveva preso possesso
dei
beni confiscati, un
anno
e mezzo fa, aveva assicurato
a
tutti che in pochi giorni
gli
appartamenti sarebbero
stati
assegnati. “Abbiamo difficoltà
a
far andare le famiglie
in
quelle case”, dice oggi.
Ernesto
Bardellino a Formia è
arrivato
alla fine degli anni 70,
comprando
da un imprenditore
locale
le concessioni per
costruire
villette e case nel parco
Solemar.
Da allora questa
zona
del sud del Lazio la chiamano
la
“Svizzera dei casalesi”.
Cemento
e locali, turismo,
logistica.
Scriveva già nel 1991
la
commissione antimafia presieduta
da
Gennaro Chiaromonte:
“Nel
sud pontino, ha
osservato
la Prefettura, il trasferimento
di
elementi della
camorra
(clan Bardellino,
Moccia,
Magliulo, Iovine-
Schiavone,
di gruppi di
Mondragone)
e della ’ndran -
gheta
ha provocato ‘l’aumento
dei
reati di rapina, estorsione,
intimidazioni
a titolari di cantieri,
furti,
usura, acquisti di
locali
pubblici, allo scopo di riciclare,
con
investimenti apparentemente
leciti,
i proventi
delle
attività illecite’”.
RACCONTARE
oggi Formia
può
costare caro. Francesco
Furlan
e Adriano Pagano sono
due
giovani cronisti che da
qualche
anno sfidano la stampa
locale
mainstream
. La
testata
che
hanno contribuito a fondare,
H24notizie.com
, ha
coniato
il
termine “Sistema Formia”,
pubblicando
per mesi le
intercettazioni
dell’ultima inchiesta
della
Procura di Latina,
che
vede una ventina di indagati
per
associazione per delinquere
e
vari reati contro la
Pubblica
amministrazione.
Una
storia di cemento e affari
per
pochi, in pieno stile pontino.
“Qualche
giorno fa abbiamo
pubblicato
una serie di
articoli
sugli appalti assegnati
dal
Comune, che nulla hanno
a
che vedere con l’inchiesta, a
un
imprenditore locale, Lino
Pace
–raccontano al Fatto
Quotidiano
– finiti
sotto la lente
d’ingrandimento
della Ragioneria
generale
dello Stato”.
Certe
cose, da queste parti, è
meglio
lasciarle perdere: “Una
sera
aspettavo Adriano davan ti a un negozio – spiega Furlan
– e
quell’imprenditore si è avvicinato.
Prima
ha iniziato a
inveire,
poi mi ha colpito con
uno
schiaffo in pieno volto. Mi
è
andata bene, è stato fermato
dalla
moglie”. Il peggio, però, è
venuto
dopo. Ed è il silenzio.
Tanta
solidarietà dagli amici,
da
qualche collega e dall’osser -
vatorio
antimafia. Ma nessuna
telefonata
dagli amministratori
locali.
Il sindacato dei giornalisti
aveva
lanciato l’idea di
una
mobilitazione locale ma,
con
il passare dei giorni, nulla
è
accaduto. “Andiamo avanti –
raccontano
Francesco e
Adriano
– anche se dobbiamo
continuamente
guardarci le
spalle”.
L’APPARENZA
a Formia è
quella
di un equilibrio che nasce
da
accordi che non vedi. Le
indagini
della Dda di Napoli
hanno
mostrato
il radicamento
sempre
più forte di tanti
gruppi
di camorra, oltre ai clan
storicamente
radicati nel sud
pontino.
Qui vive, ad esempio,
Erminia
“Celeste” Giuliano,
meglio
conosciuta come “Lady
Camorra”.
È la sorella di Luigi,
già
capo dell’omonimo clan di
Forcella.
Qui nel 2011 la Guardia
di
finanza di Roma ha sequestrato
50
milioni di euro al
clan
Mallardo di Giugliano
che
attraverso la famiglia
Dell’Aquila
ha investito per
decenni
in questa zona del sud
del
Lazio. Ci sono poi le indagini
della
Procura di Latina,
che
qualche anno fa colpirono
la
famiglia Bardellino, con
l’operazione
“Formia Connection”.
Per
quell’inchiesta il primogenito
di
Ernesto, Angelo
Bardellino,
è ora in attesa del
giudizio
d’appello che tarda ad
arrivare.
Nel 2011 era stato
condannato
in primo grado a
sette
anni e cinque mesi per
estorsione.
Da allora si occupa
di
produzioni musicali attraverso
una
società aperta in Romania,
facendosi
fotografare
insieme
ai cantanti italiani più
noti.
Il gregge morto per l’Ilva, ora produce canapa FORNARO IN PUGLIA
di
Francesco
Casula
Èstato
dapprima il simbolo dei danni causati
dalle
emissioni nocive dello stabilimento e
poi
quello della speranza del “dopo Ilva”. A marzo
2008,
a Vincenzo Fornaro, l’Asl di Tarantonotificò
il
provvedimento con il quale gli imponeva
il
divieto di commercializzare i prodotti
derivanti
dal suo gregge e nove mesi più tardi i
veterinari
arrivarono per portargli via oltre 600
tra
pecore e capre: dalle analisi, infatti, era emerso
che
le carni di quegli animali erano profondamente
avvelenate
dalla diossina. Ulteriori
analisi
dimostrarono che quelle diossine prove-nivano da uno dei reparti
dello stabilimento siderurgico
dei
Riva. Da quel momento, Vincenzo
è
diventato il simbolo della ribellione di Taranto
al
disastro: manifestazioni, cortei, ma soprattutto
testimonianza.
La sua masseria “Carmine”, silenziosa
dopo
l’uccisione degli animali, ha rappresentato
il
deserto che l’industrializzazione
selvaggia
e la logica del massimo profitto con il
minimo
risparmio ha causato a un territorio potenzialmente
ricco
come quello tarantino. Come
tanti
altri tarantini si è costituito parte civile nel
processo
“ambiente svenduto” contro i vertici
della
fabbrica per ottenere giustizia. Ma in quel
deserto,
Vincenzo ha saputo rilanciare
la
speranza: il 5 aprile,
giorno
del suo onomastico, negli
stessi
terreni avvelenati dalla
fabbrica
ha seminato la canapa
per
un progetto sperimentale.
A
distanza di un anno le analisi
hanno
confermato la mancanza
di
metalli pesanti e ora, con
la
prossima semina, nuove analisi
dovranno
escludere anche
la
presenza di diossina e offrire
così
a Vincenzo e alla sua famiglia
l’occasione
per un nuovo
futuro
e all’intero territorio ionico la certezza
di
un’alternativa alla monocoltura dell’acciaio.
Non
solo. Se i dati dovessero andare bene la nuova
scommessa
sarà quella di ricreare la “eletta
campana”
una varietà tipica del sud Italia che
negli
anni è andata perduta. “Quello che conta –
spiegò
quel giorno al Fatto
– è il
segnale positivo
per
Taranto: la voglia di non soccombere e di
rinascere.
È la dimostrazione che quando c’è la
voglia
di fare qualcosa si può raggiungere l’obiettivo.
Non
come la politica: sono anni che ci riempiono
di
parole, noi vogliamo i fatti”. E forse per
opporsi
a quella politica, per raggiungere i “fatti”,
che
Vincenzo ha scelto di
impegnarsi
in prima persona
candidandosi
con i Verdi. Lo
scorso
anno è stato capolista alle
Europee
ottenendo quasi 3
mila
voti e quest’anno è nuovamente
in
lista per le Regionali.
Contro
di lui ci sono nomi
del
calibro di Donato Pentassuglia,
attuale
assessore alla sanità
della
giunta Vendola: proprio
come
in tribunale, solo che
Vincenzo
ci sta perché vittima
e
Pentassuglia come imputato. il fatto quotidiano 31 maggio 2015
MOSE, LA SORPRESA NEI CONTI: MAZZACURATI S’È DATO 7 MILION
GLI UOMINI DI CANTONE SCOPRONO LA BUONUSCITA DEL PATRON DEL CONSORZIO
DOPO GLI ARRESTI Gli amministratori straordinari sono riusciti a bloccare solo l’ultima tranche da 1,15 milioni. Il bilancio ne ha 30 di perdita
di Davide Vecchi Un milione di liqui- dazione ogni due di tangenti distri- buite. Il patron del Mose, il grande burattinaio della cricca in San Marco, il “santo finanziatore”della po- litica in Laguna (e non) si era auto-riconosciuto un tratta- mento di fine rapporto dal Consorzio Venezia Nuova (Cvn) di 7 milioni di euro. I tre amministratori straordinari nominati dall’autorità anti- corruzione hanno trovato la sorpresa approvando il bilan- cio consuntivo al 31 dicembre 2014 del Cvn e hanno tentato di limitare i danni riuscendo a bloccare poco più di un mi- lione: l'ultima t ra n c h e . L’unica non ancora corrisposta.
DEL RESTO l’ottantenne Gio- vanni Mazzacurati per far an- dare avanti i lavori del Mose e ottenere i finanziamenti del Cipe si è dato un gran da fare. La mole di lavoro è riassunta nell'ordinanza di arresto a ca- rico di 35 persone emessa il 4 giugno 2014 dai magistrati ve- neziani che hanno stretto le manette attorno ai polsi, tra gli altri, all'ex governatore veneto e ministro Giancarlo Galan e all'allora sindaco di Venezia Giancarlo Orsoni. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Mazzacurati ha corrotto tutti i corruttibili. Ge- nerali della Guardia di Finanza fino ai Magistrati delle Acque,
passando per ministri, sotto- segretari, presidenti di Regio- ne, assessori, fondazioni poli- tiche, sottosegretari, finanzie- ri. Chiunque potesse essere utile alla causa. Un gran lavo- ro: corruzione, concussione, riciclaggio, finanziamento ille- cito. Oltre a 25 milioni di so- vrafatturazione e 40 milioni di euro sequestrati agli oltre cen- to indagati. I magistrati avrebbero voluto fermare anche Mazzacurati, ma lui, nel frattempo, era vo- lato a San Diego nella villa a La
Una scena della serie “G o m o r ra ”
MOSE, LA SORPRESA NEI CONTI: MAZZACURATI S’È DATO 7 MILIONI GLI UOMINI DI CANTONE SCOPRONO LA BUONUSCITA DEL PATRON DEL CONSORZIO
Jolla affittata dal 2005, dove vi- veva la moglie a spese del Con- sorzio. Ancora oggi è in Ca- lifornia. Del resto l'ingegnere era già stato detenuto agli ar- resti domiciliari nel luglio 2013 nel primo filone dell'in- chiesta.
LE DIMISSIONI dalla presi- denza del Consorzio le presen- tò il mese precedente e ven- nero accolte dal consiglio di- rettivo il 28 giugno. Infine il 20 dicembre 2013 firma l'accordo che riconosce “all'ingegnere la somma complessiva di euro 7.000.000 a completa tacita- zione di ogni pretesa e/o ri- chiesta, a qualsiasi titolo fon- data sul cessato rapporto la- vorativo”. Dell'importo previ- sto dalla transazione non è sta- ta corrisposta una parte pari a 1.154.000. Ed è intenzione de- gli amministratori straordina- ri, si legge nella nota integra- tiva al bilancio, “procedere ad un approfondimento in punto di fatto e di diritto circa la sus- sistenza di tale debito”. Ciò che è stato versato non sarà recuperabile ma gli ammini- stratori vogliono in pratica tentare di non versare quel mi- lione, considerata l'inchiesta penale e i “meriti”dell’inge - gnere. Anche perché la liqui- dazione non è l'unica sorpresa emersa dai resoconti finanzia- ri. Mazzacurati deve ancora versare alla società 317.797 eu- ro per azioni della Thetis Spa ricevute il 27 settembre 2007 e mai pagate. L'importo doveva
essere corrisposto il 31 dicem- bre 2013 ma il 18 settembre 2014 Mazzacurati, già a San Diego, ha comunicato “di non essere nella possibilità di adempiere al pagamento”. In- soluto che ovviamente grava sul conto finanziario. Bilancio che, ripulito da ogni fronzolo e riordinato correttamente dai tre amministratori nominati da Raffaele Cantone, registra una perdita di 28 milioni 700 mila euro. A fronte di debiti verso banche per 521 milioni complessivi e verso imprese controllate di 13 milioni. No- nostante i costi di produzione siano passati dai 584 milioni del 2013 ai 350 del 2014. Sa- ranno ora le imprese consor- ziate al Cvn a dover recuperare i mezzi finanziari per il ripia- namento dei conti.
Q U E ST I i risultati della gestio- ne Mazzacurati. L'ingegnere purtroppo non ricorda più nulla. Interrogato a San Diego si è sostanzialmente rimangia- to quanto raccontato ai pm di Venezia nel 2013 dopo il pri- mo arresto. Tanto che martedì scorso, ricevuto il verbale d'in- terrogatorio, il gip Alberto Scaramuzza ha stabilito che l’ingegnere “soffre di demenza senile”ed è da ritenersi “inat - tendibile”perché non è in gra- do di “ricordare pienamente i fatti avvenuti”. Chissà se si di- mentica anche di quel milione di liquidazione che deve an- cora ricevere. d.vecchi@ilfattoquotidiano.it
il fatto quotidiano 31 maggio 2015
Napoli, il parroco offre la colazione a chi va a votare
“DIMOSTRA
DI AVER esercitato
il
diritto
di voto esibendo la tua tessera
elettorale
timbrata oppure, se appartieni
alle
forze dell’ordine, passa al nostro
bar
tra le 8,30 e le 12,30 e ti offriremo
un
caffè e un cornetto. Sono a
disposizione
2 mila colazioni alla salute
di
chi non va a votare e di chi non
ha
a cuore il futuro della nostra Quarto”.
Così
si legge nella pagina Facebook
della
parrocchia Gesù Divino
Maestro,
in via Marmolito, a Quarto
Flegreo
(Napoli), alla vigilia del voto
per
le Regionali e del ritorno al voto per
le
Comunali, dopo due anni di commissariamento
per
sospetta infiltrazione
camorristica
nel consiglio comunale
locale,
sciolto dal ministero
degli
Interni nell’estate 2013.
In
questo modo la parrocchia cerca di
combattere
l’astensionismo serpeggiante
dopo
l’esclusione da parte del
Consiglio
di Stato di 8 liste e 4 candidati
sindaci
a causa di errori nella vidimazione
delle
firme. L’iniziativa è
stata
promossa dalla Parrocchia e dall’
associazione
antiracket di Quarto.
“Siamo
apartitici - afferma il parroco
Don
Genni - vogliamo solo invitare la
gente
ad andare a votare senza condizionamenti
e
abbattere l'astensionismo”. il fatto quotidiano 31 maggio 2015
Greenpeace SVEGLIA! Renzi, hai notato anche tu che il clima sta cambiando?
News - 30 maggio, 2015
È solo la prima Giornata di azione globale, una mobilitazione mondiale di persone che chiedono di agire ora per salvare il clima: in più di 30 Paesi del mondo i cittadini sono scesi in piazza per dimostrare pacificamentecontro l'insensato sfruttamento delle fonti fossili e chiedere una rapida transizione verso un futuro energetico 100 per cento rinnovabile. Del movimento per le rinnovabili fanno parte tantissime associazioni e gruppi in rete fra loro, tra cui Greenpeace, 350.org, Avaaz, Climate Action Network, Coalizione Climat 21 e Amici della Terra Europa.
Abbiamo “dato la sveglia” al Governo: è ora di passare alle fonti rinnovabili!
Se i politici "dormono" sulle questioni energetiche, non si può dire altrettanto (fortunatamente!) dei cittadini: tutti sappiamo ormai che carbone, petrolio e false soluzioni come l'energia nucleare ci stanno portando versol'intensificarsi degli eventi climatici estremi, la distruzione di ecosistemi vitali come boschi e foreste, una drammatica diminuzione dei raccolti e un intollerabile inquinamento atmosferico.
Per questo oggi in ventidue città italiane, i nostri volontari hanno organizzato dei flash mob, invitando la classe politica a darsi una mossa abbandonando una volta per tutte l'energia sporca!
Per questo oggi in ventidue città italiane, i nostri volontari hanno organizzato dei flash mob, invitando la classe politica a darsi una mossa abbandonando una volta per tutte l'energia sporca!
È solo la prima Giornata di azione globale, una mobilitazione mondiale di persone che chiedono di agire ora per salvare il clima: in più di 30 Paesi del mondo i cittadini sono scesi in piazza per dimostrare pacificamentecontro l'insensato sfruttamento delle fonti fossili e chiedere una rapida transizione verso un futuro energetico 100 per cento rinnovabile. Del movimento per le rinnovabili fanno parte tantissime associazioni e gruppi in rete fra loro, tra cui Greenpeace, 350.org, Avaaz, Climate Action Network, Coalizione Climat 21 e Amici della Terra Europa.
Basta dormire: dobbiamo agire ora, per garantire che l'appuntamento di Parigi di fine anno, quando si terrà la Conferenza delle Parti che potrebbe segnare la storico traguardo di un nuovo accordo mondiale sui cambiamenti climatici fondato su una drastica riduzione delle emissioni di gas serra e a una rapida transizione verso le rinnovabili.
È ora di salvare il clima: moltissimi cittadini, persone come noi, si stanno facendo sentire contro centrali a carbone e miniere, chiedendo aria, acqua ed energia pulite come il solare e l'eolico! http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/SVEGLIA-Renzi-hai-notato-anche-tu-che-il-clima-sta-cambiando-/
verdi censurati LE SCELTE DI UNA VITA e L'INSOPPORTABILE CENSURA DELL'INFORMAZIONE
In queste ore si andrà al voto ma con un particolare per me insopportabile e doloroso . Da anni e anni i Verdi sono stati fatti sparire dall'informazione radiotelevisiva a partire da quella pubblica ! Eppure noi facciamo le nostre battaglie e le nostre proposte ! Sono presenti tutti nei talk show tranne i Verdi. Zero secondi di presenza dei Verdi a Ballaro', Dimartedi, Virus,Agora',1/2 ora e poi Piazza Pulita, la Gabbia ecc...... Zero secondi nei Tg che non raccontano le nostre iniziative e le nostre proposte... In sintesi ci hanno fatto sparire, per cui accade che le persone dicano : " ma i Verdi esistono ?" In nessun paese europeo una forza politica come i Verdi che ha e' la quarta forza nel parlamento europeo subisce un trattamento censorio come lo abbiamo subito noi!!
Io ho iniziato a fare politica quando avevo 25 anni per un fatto romantico .. Era il 1987 e stavo andando da Ostia, dove abitavo,in metro verso Roma per andare all'università . Un mio amico durante il tragitto mi mostra una valle e mi dice : " vedi li vogliono costruire 1,5 milioni di metri cubi di cemento " . Io mi girai e riconobbi la valle dove andavo con la mia prima ragazza : era la valle di Malafede. Iniziai a battermi per fermare quella cementificazione voluta da uno dei più potenti costruttori italiani Francesco Gaetano Caltagirone. Mi iscrissi ai Verdi nel 1992 fui eletto consigliere circoscrizionale e nel 1993 presidente circoscrizione . Mi chiamavano il Torquemada del litorale perché iniziai a fare pagare le tasse agli stabilimenti balneari ( 10 miliardi di lire ) e cominciai ad abbattere le case abusive nelle aree vincolate. Cominciai a subire intimidazioni e minacce che portarono all'incendio della mia casa e della mia macchina .
La mia azione politica non è mai stata amata da un pezzo della sinistra italiana. Infatti quando mi fanno candidato a Taranto la sinistra ha reagito violentemente contro di me . Fui definito avvoltoio. In virtù di quella scelta fui espulso da ogni luogo della politica nazionale come se fossi un appestato . Non ho letto nessun articoli o prese di posizione di intellettuali , associazioni di rilievo nazionale che abbiano speso una parola in difesa della popolazione tarantina . Perché io penso che Taranto rappresenti il fallimento anche della sinistra italiana. Taranto non è un problema locale ma rappresenta la sfida nazionale per cambiare modello produttivo rilanciando occupazione e non vendendo la salute delle persone. Ora dopo tanti anni e tanti anni passati a far battaglie e proposte in difesa del popolo inquinato e orgoglioso della dignità integra e della mia coerenza e' arrivato il momento di far fare ad altri quello che ho fatto a partire dalla guida dei Verdi che spero sappiano trovare la giusta strada considerato che su di me pende la fatwa politica . Ho ricevuto palate di materiale organico addosso da parte di chi voleva infangarmi . Ma io non ho ricevuto nessuna avviso di garanzia . La corte dei conti con decreto ad hoc ha valutato corretta e rispettosa della legge la gestione del gruppo consigliare dei Verdi nel Lazio a differenza di altri gruppi che sono sotto processo . Detto questo c'è una forte amarezza per me vedere , come anche in queste ore, come ci sia il tentativo di screditare per distruggere . Ma io avevo deciso da tempo . Lascio la guida dei Verdi. Faro' il militante Verde, scriverò , seguirò il processo Ambiente Svenduto a Taranto. Ringrazio con molto affetto chi mi è stato vicino, gli amici di Taranto e pugliesi, gli amici verdi e non di tutta Italia. La mia amarezza profonda che diventa non sopportabile e' stata anche quella di vedere su di me un pregiudizio da parte di quegli intellettuali e della politica italiana o essere trattato come un importunatore dalle redazioni radiotelevisive solo perché chiedevo spazio e democrazia . Ma se non appari non esisti !!! E noi Verdi siamo stati espulsi come accade in un regime. Spero e sono convinto che dopo di me le cose cambino....Intanto buon voto https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=842069859174855&id=141260049255843
Io ho iniziato a fare politica quando avevo 25 anni per un fatto romantico .. Era il 1987 e stavo andando da Ostia, dove abitavo,in metro verso Roma per andare all'università . Un mio amico durante il tragitto mi mostra una valle e mi dice : " vedi li vogliono costruire 1,5 milioni di metri cubi di cemento " . Io mi girai e riconobbi la valle dove andavo con la mia prima ragazza : era la valle di Malafede. Iniziai a battermi per fermare quella cementificazione voluta da uno dei più potenti costruttori italiani Francesco Gaetano Caltagirone. Mi iscrissi ai Verdi nel 1992 fui eletto consigliere circoscrizionale e nel 1993 presidente circoscrizione . Mi chiamavano il Torquemada del litorale perché iniziai a fare pagare le tasse agli stabilimenti balneari ( 10 miliardi di lire ) e cominciai ad abbattere le case abusive nelle aree vincolate. Cominciai a subire intimidazioni e minacce che portarono all'incendio della mia casa e della mia macchina .
La mia azione politica non è mai stata amata da un pezzo della sinistra italiana. Infatti quando mi fanno candidato a Taranto la sinistra ha reagito violentemente contro di me . Fui definito avvoltoio. In virtù di quella scelta fui espulso da ogni luogo della politica nazionale come se fossi un appestato . Non ho letto nessun articoli o prese di posizione di intellettuali , associazioni di rilievo nazionale che abbiano speso una parola in difesa della popolazione tarantina . Perché io penso che Taranto rappresenti il fallimento anche della sinistra italiana. Taranto non è un problema locale ma rappresenta la sfida nazionale per cambiare modello produttivo rilanciando occupazione e non vendendo la salute delle persone. Ora dopo tanti anni e tanti anni passati a far battaglie e proposte in difesa del popolo inquinato e orgoglioso della dignità integra e della mia coerenza e' arrivato il momento di far fare ad altri quello che ho fatto a partire dalla guida dei Verdi che spero sappiano trovare la giusta strada considerato che su di me pende la fatwa politica . Ho ricevuto palate di materiale organico addosso da parte di chi voleva infangarmi . Ma io non ho ricevuto nessuna avviso di garanzia . La corte dei conti con decreto ad hoc ha valutato corretta e rispettosa della legge la gestione del gruppo consigliare dei Verdi nel Lazio a differenza di altri gruppi che sono sotto processo . Detto questo c'è una forte amarezza per me vedere , come anche in queste ore, come ci sia il tentativo di screditare per distruggere . Ma io avevo deciso da tempo . Lascio la guida dei Verdi. Faro' il militante Verde, scriverò , seguirò il processo Ambiente Svenduto a Taranto. Ringrazio con molto affetto chi mi è stato vicino, gli amici di Taranto e pugliesi, gli amici verdi e non di tutta Italia. La mia amarezza profonda che diventa non sopportabile e' stata anche quella di vedere su di me un pregiudizio da parte di quegli intellettuali e della politica italiana o essere trattato come un importunatore dalle redazioni radiotelevisive solo perché chiedevo spazio e democrazia . Ma se non appari non esisti !!! E noi Verdi siamo stati espulsi come accade in un regime. Spero e sono convinto che dopo di me le cose cambino....Intanto buon voto https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=842069859174855&id=141260049255843
Francia: il Consiglio costituzionale convalida il divieto di interrompere la fornitura d’acqua ai morosi
Si tratta di una decisione decisiva e importante, non solo per la Francia, ma anche e soprattutto per l’Italia, dove nel 2011 un referendum aveva decretato che l’acqua è un bene comune e pubblico. Il Consiglio costituzionale francese, dunque, ha convalidato il divieto totale di interruzione della fornitura d’acqua, introdotto con legge nel 2013, misura che era stata contestata da uno dei fornitori, la Saur. Il Consiglio, nella giornata di venerdì
29 maggio, ha “giudicato che l’attentato alla libertà contrattuale e la libertà d’impresa che deriva dal divieto di interruzione della fornitura non è manifestamente sproporzionato in relazione all’obiettivo perseguito dal legislatore”.
La società Saur aveva depositato una interrogazione prioritaria di costituzionalità, dopo essere stata chiamata in giudizio da un cliente per interruzione di fornitura. Il Consiglio costituzionale “ha rigettato la richiesta del distributore”, che aveva denunciato “un attentato alla libertà contrattuale e alla libertà d’impresa”. La legge Brottes del 15 aprile 2013, il cui decreto di applicazione è del 27 febbraio 2014, vieta ad ogni distributore di interrompere la fornitura dell’acqua nella residenza principale, anche in caso di morosità fino alla durata di un anno. È la stessa legge che istituisce la tregua invernale per la fornitura di elettricità e di gas, a beneficio di tutti i consumatori, senza distinzione di reddito.
France Libertés si è detta felice della decisione del Consiglio costituzionale: “il verdetto è senza appello”, scrive in un comunicato, “questa decisione è l’esito di una lunga battaglia per il rispetto della legge e della dignità dei più sfavoriti”. Un cliente della Saur, al quale il gestore aveva interrotto la fornitura per molti mesi, aveva depositato alla fine del 2014 un ricorso dinanzi al Tribunale di Amiens, in Picardia. Il Tribunale di Grande Istanza di Amiens aveva ordinato il ripristino immediato della fornitura ed ha rimesso il giudizio al Consiglio costituzionale dopo che la Saur aveva depositato l’interrogazione prioritaria.
La giustizia francese ha condannato molti distributori, tra i quali la Lyonnaise des eaux, Veolia eau e il gestore pubblico Noreade, per aver interrotto la fornitura dell’acqua per molti mesi ai clienti morosi. Nella legge sulla transizione energetica, l’Assemblea legislativa francese ha conservato il divieto generalizzato di interruzione della fornitura dell’acqua, che però il Senato aveva soppresso. Ai distributori è stata tuttavia concessa la possibilità di ridurre l’addebito, come accade nel caso della fornitura elettrica. Ora, la sentenza del Consiglio costituzionale afferma un chiaro principio di civiltà, che speriamo possa essere seguito dai Parlamenti di tutti i Paesi europei, ad iniziare dall’Italia. http://www.jobsnews.it/2015/05/francia-il-consiglio-costituzionale-convalida-il-divieto-di-interrompere-la-fornitura-dacqua-ai-morosi/
Mario Piccolino, indaga l’antimafia. Pista delle sale slot sull’omicidio di Formia
L'inchiesta sull'avvocato-blogger ucciso in studio con un colpo in fronte passa alla Dda di Roma. Gli inquirenti esaminano i video di sorveglianza per tracciare il percorso del killer solitario, che ha agito freddamente a volto scoperto. Il sindaco, amico della vittima: "Qui interessi camorristici, ma mai un assassinio". E indica un possibile movente nella battaglia contro il gioco d'azzardo Freddo, impassibile. Pronto a sparire nel nulla, come un’ombra. Il killer dell’avvocato e blogger di Formia Mario Piccolino è – molto probabilmente – venuto da fuori città, un professionista chiamato per colpire senza sbagliare. Un unico colpo in fronte e una modalità che non lascia dubbi sul contesto mafioso, tanto da far trasferire, già da ieri, il coordinamento delle indagini dalla Procura di Cassino alla Direzione distrettuale antimafia di Roma, nella mani del procuratore Giuseppe Pignatone. La squadra mobile di Latina sta per ora verificando le immagini delle telecamere di sorveglianza della città, per individuare la via di fuga del killer. Bocche cucite sulla possibile identità dell’omicida, che ha agito a volto scoperto, scendendo tranquillamente in strada con la pistola in pugno dopo aver ucciso Piccolino. E uno scenario, quello che appare come sfondo dell’agguato, per nulla semplice da interpretare, con una complessità legata anche alla personalità della vittima. Scomodo, spesso provocatore, pronto ad attaccare dal suo blog pubblicando fotografie e commenti sulla vita politica di Formia.
La città, il giorno dopo l’agguato, appare sotto shock: “Non ci sono dubbi – spiega il sindaco Sandro Bartolomeo, amico dell’avvocato ucciso –, c’è un salto di qualità che spaventa. Sono certo che quest’area del sud del Lazio fosse da tempo toccata da interessi camorristici, per gli investimenti avviati tanto tempo fa, ma è la prima volta che si ricorre all’omicidio. E ha un significato simbolico molto forte, come se ci avessero detto ‘possiamo fare quello che vogliamo’”. Parole ripetute anche ieri mattina nel consiglio comunale straordinario, dedicato alla legalità, che ha visto la presenza dei sindaci di Minturno, Castelforte, Gaeta e Itri e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Sessa Amici. Sui possibili moventi il sindaco prova a ragionare intorno a un’ipotesi: “Stiamo facendo, come amministrazione, una lotta sulle sale con slot machine e Mario Piccolino era molto attento a queste cose sul suo blog. Ci sono tante piste, ma in ogni caso escludo il movente personale, sia per la modalità dell’esecuzione, fredda, in pieno giorno e con volto scoperto, sia per il carattere della vittima, che conoscevo molto bene. Un rompiscatole, non c’è dubbio, ma uno spirito libero che non si fermava di fronte a nulla”.
Nel pomeriggio di ieri il sindaco Bartolomeo ha partecipato ad una riunione convocata dal prefetto di Latina, insieme al procuratore di Cassino Paolo Auriemma. Nel dossier discusso, oltre all’omicidio di Formia, c’era la situazione complessiva del Sud pontino e l’ormai storico radicamento delle mafie. Dal Garigliano fino ad Aprilia, alle porte della capitale. http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05/31/mario-piccolino-indaga-lantimafia-pista-delle-sale-slot-sullomicidio-di-formia/1734735/
di Andrea Palladino | 31 maggio 2015
gli impresentabili: De Luca il pd sapeva tutto, la base è con me. Bindi ho appplicato le regole. Mr Mose buco da 30 milioni ma ne prende 7 di buona uscita. Affari, nomine e veleni sui beni sequestrati a cosa nostra
Parla la presidente dell’Antimafia Bindi: “Sulle liste i partiti non devono aspettare le sentenze. Amareggiata dalle botte che ho preso dal mio partito. Ma non sono sola”. Oggi le Amministrative tratto da http://www.ilfattoquotidiano.it/
IN EDICOLA DOMENICA 31 MAGGIO: ROSY BINDI SFIDA RENZI: “IO HO LA COSCIENZA PULITA”
ESCLUSIVA: PARLA ROSY BINDI: “HO SOLO APPLICATO LE REGOLE”
È il giorno delle Regionali. Ma la vigilia del voto è stata tutt’altro che serena, con l’inserimento di Vincenzo De Luca nella lista degli impresentabili dell’Antimafia e le polemiche che ne sono seguite.
Nell’intervista a Luca De Carolis, Rosy Bindi però difende l’operato della Commissione da lei presieduta. E ribatte alle accuse dei vertici del Pd: “Io sono tranquilla: mi hanno attaccata in massa, ma la gente è con me”.
E sull’ipotesi di una sua sostituzione sfida Matteo Renzi: “Anche se ci provano, non ci riescono”.
È il giorno delle Regionali. Ma la vigilia del voto è stata tutt’altro che serena, con l’inserimento di Vincenzo De Luca nella lista degli impresentabili dell’Antimafia e le polemiche che ne sono seguite.
Nell’intervista a Luca De Carolis, Rosy Bindi però difende l’operato della Commissione da lei presieduta. E ribatte alle accuse dei vertici del Pd: “Io sono tranquilla: mi hanno attaccata in massa, ma la gente è con me”.
E sull’ipotesi di una sua sostituzione sfida Matteo Renzi: “Anche se ci provano, non ci riescono”.
L’editoriale di Marco Travaglio
DE LUCA, IL PROCESSO FANTASMA E LA PRESCRIZIONE CHE NON C’È
Vincenzo Iurillo spiega perché la Commissione Antimafia di Rosy Bindi è stata un po’ imprecisa sulla situazione del candidato Pd in Campania
Vincenzo Iurillo spiega perché la Commissione Antimafia di Rosy Bindi è stata un po’ imprecisa sulla situazione del candidato Pd in Campania
IL FLOP DEL TFR IN BUSTA PAGA
Secondo il governo avrebbe dovuto rilanciare i consumi, ma solo lo 0,1% lo ha richiesto. Di Carlo Di Foggia
Secondo il governo avrebbe dovuto rilanciare i consumi, ma solo lo 0,1% lo ha richiesto. Di Carlo Di Foggia
FOCUS – AFFARI SOSPETTI: IL CERCHIO MAGICO DEI BENI SEQUESTRATI
Sandra Rizza e Giuseppe Pipitone spiegano le ombre sui meccanismi di confisca e riassegnazione dei beni sequestrati alla mafia
Sandra Rizza e Giuseppe Pipitone spiegano le ombre sui meccanismi di confisca e riassegnazione dei beni sequestrati alla mafia
CINA, LA NUOVA GRANDE MURAGLIA
A 200 miglia dalle Filippine, Pechino costruisce isole artificiali per gestire gas e petrolio. Di Cecilia Attanasio Ghezzi
A 200 miglia dalle Filippine, Pechino costruisce isole artificiali per gestire gas e petrolio. Di Cecilia Attanasio Ghezzi
ESCLUSIVA – OZPETEK : “IL CINEMA NEGA L’AMORE TRA FROCI”
L’intervista di Malcom Pagani al regista turco
L’intervista di Malcom Pagani al regista turco
CONTE, IMPRESENTABILE DEL PALLONE
Non solo la politica. E non solo Blatter alla Fifa. Anche il nostro calcio ai suoi personaggi impresentabili, a partire dal ct della nazionale che detta regole alla Procura. Di Paolo Ziliani
Non solo la politica. E non solo Blatter alla Fifa. Anche il nostro calcio ai suoi personaggi impresentabili, a partire dal ct della nazionale che detta regole alla Procura. Di Paolo Ziliani
IL MERCATO DELL’ODIO NON CONOSCE CRISI
Il commento di Furio Colombo
Il commento di Furio Colombo
di F. Q. | 30 maggio 2015
il caso della crisi morale e politica al comune di Latina nel rilancio del M5S. Società miste carrozzone delle partecipate dall'Ater ad Acqualatina. Da forza Italia nuovo siluro al sindaco da sfiduciare Giovanni di Giorgi. Omicidio Piccolino indaga l'antimafia. Lido di Latina 400 parcheggi in meno, tutti al mare ma in bus. Fondi e Ventotene alle urne per rinnovo consiglio comunale
IL GIORNALE DI LATINA
PRIMA PAGINA DEL 31 MAGGIO
IN EDICOLA IN ABBINAMENTO CON IL TEMPO https://www.facebook.com/www.ilgiornaledilatina.it/photos/a.603383373072304.1073741828.602561603154481/809258375818135/?type=1&theater
scandalo urbanistica al comune di Latina, variante Malvaso a Borgo Piave controperizia del Pm. Oggi si vota a Fondi e Ventotene per il rinnovo dei consigli comunali. Formia l'assassinio dell'avvocato blogger con modalità mafiosa in un video
La prima pagina di oggi
LATINA OGGI E LA STAMPA IN ABBINAMENTO IN EDICOLA https://www.facebook.com/latinaoggieditoriale/photos/a.137264413146362.1073741829.136411303231673/402984753240992/?type=1&theater
sabato 30 maggio 2015
Delitti contro l’ambiente: Sulla Gazzetta ufficiale la legge sugli Ecoreati
29/05/2015 - Sulla Gazzetta ufficiale n. 122 del 28 maggio 2015 è stata pubblicata la legge 22 maggio 2015, n. 68recante “Disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente” che entra in vigore oggi stesso.
La legge prevede l'introduzione di nuovi delitti a salvaguardia dell'ambiente, introducendo pene più gravi rispetto al sistema sanzionatorio che attualmente punisce la lesione dell'ambiente, prevalentemente, attraverso contravvenzioni e sanzioni amministrative previste dal Codice dell'ambiente (D.lgs. n. 152 del 2006).
Con il provvedimento viene inserito nel codice penale il nuovo Titolo VI-bis (dei delitti contro l’ambiente), che comprende i seguenti nuovi reati:
La legge prevede l'introduzione di nuovi delitti a salvaguardia dell'ambiente, introducendo pene più gravi rispetto al sistema sanzionatorio che attualmente punisce la lesione dell'ambiente, prevalentemente, attraverso contravvenzioni e sanzioni amministrative previste dal Codice dell'ambiente (D.lgs. n. 152 del 2006).
Con il provvedimento viene inserito nel codice penale il nuovo Titolo VI-bis (dei delitti contro l’ambiente), che comprende i seguenti nuovi reati:
- inquinamento ambientale;
- morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale;
- disastro ambientale;
- delitti colposi contro l’ambiente;
- traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività;
- impedimento del controllo;
- omessa bonifica.
Per l’inquinamento ambientale è prevista una pena da 2 a 6 anni di carcereda 10mila a 100mila euro per chiunque abusivamente provoca “una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili: delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo; di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna”. Sono, inoltre, peviste aggravanti in caso di lesioni o morte a una o più persone: da 2 anni e 6 mesi fino a 7 anni per lesioni che comportino più di 20 giorni di malattia; da 3 a 8 anni per lesioni gravi; da 4 a 9 per lesioni gravissime; da 5 a 10 in caso di morte.
Per chi provoca un disastro ambientale è prevista la pena della reclusione da 5 a 15 anni. Costituiscono disastro ambientale “alternativamente: l’alterazione irreversibile dell’equilibrio di un ecosistema; l’alterazione dell’equilibrio di un ecosistema la cui eliminazione risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti eccezionali; l’offesa alla pubblica incolumità in ragione della rilevanza del fatto per l’estensione della compromissione o dei suoi effetti lesivi ovvero per il numero delle persone offese o esposte a pericolo”.
Nel caso di traffico e abbandono di materiale ad alta radiattività sono previsti da 2 a 6 anni di carcere ed una multa da 10mila a 50mila euro per “chiunque, abusivamente, cede, acquista, riceve, trasporta, importa, esporta, procura ad altri, detiene, trasferisce, abbandona o si disfa illegittimamente di materiale ad alta radioattività”.
Il condannato viene, in ogni caso, obbligato al recupero o, dove tecnicamente possibile, al ripristino dello stato dei luoghi.
In allegato il testo integrale della legge http://www.lavoripubblici.it/news/2015/05/ambiente/Delitti-contro-l-ambiente-Sulla-Gazzetta-ufficiale-la-legge-sugli-Ecoreati_15266.html
A cura di Gianluca Oreto
Greenpeace, flash mob in piazze contro carbone, petrolio In 30 Paesi 'Global Day of Action' in vista vertice Parigi
- ROMA - Si è svolto in 30 Paesi del mondo il 'Global Day of Action', con migliaia di persone scese nelle strade e nelle piazze per dimostrare pacificamente a favore della salvaguardia del clima e contro le fonti fossili, chiedendo una rapida transizione verso un futuro energetico 100 per cento rinnovabile. Lo rende noto Greenpeace, nel sottolineare che questo Global Day of Action è il primo di una serie di tre appuntamenti previsti da qui a fine anno, quando si terrà la Conferenza delle Parti di Parigi, evento che potrebbe segnare la storico traguardo di un nuovo accordo mondiale sui cambiamenti climatici. È anche il risultato dell'impegno congiunto di movimenti e organizzazioni come Coalition Climat 21, CAN, 350.org, Avaaz, Friends of the Earth, WWF. Per questa mobilitazione Greenpeace ha adottato lo slogan #GetupAnd - "un esplicito invito ad agire in prima persona", osserva l'organizzazione ambientalista.
"Questa iniziativa segna la nascita di un movimento globale che in vista del vertice di Parigi si impegna a fare pressione su leader politici ed economici per chiedere un futuro 100 per cento rinnovabile", dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. "Con i nostri flash mob in 24 città italiane - aggiunge Boraschi - vogliamo suonare la sveglia al governo e all'opinione pubblica" Secondo Greenpeace, "la linea adottata dal governo italiano è palesemente contraddittoria. A fronte di molti proclami e iniziative - come gli Stati Generali del Clima che si terranno a Roma il prossimo 22 giugno - l'indirizzo concreto è quello di cercare di sfruttare le misere riserve petrolifere del Paese, in mare e a terra, in barba a ogni impegno di riduzione delle emissioni. Nel frattempo si continua a penalizzare la crescita delle energie pulite e a non fare nulla per superare in fretta l'uso del carbone".
"Questa iniziativa segna la nascita di un movimento globale che in vista del vertice di Parigi si impegna a fare pressione su leader politici ed economici per chiedere un futuro 100 per cento rinnovabile", dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. "Con i nostri flash mob in 24 città italiane - aggiunge Boraschi - vogliamo suonare la sveglia al governo e all'opinione pubblica" Secondo Greenpeace, "la linea adottata dal governo italiano è palesemente contraddittoria. A fronte di molti proclami e iniziative - come gli Stati Generali del Clima che si terranno a Roma il prossimo 22 giugno - l'indirizzo concreto è quello di cercare di sfruttare le misere riserve petrolifere del Paese, in mare e a terra, in barba a ogni impegno di riduzione delle emissioni. Nel frattempo si continua a penalizzare la crescita delle energie pulite e a non fare nulla per superare in fretta l'uso del carbone".