Colpevole l’inerzia della regione Piemonte e del sindaco di Asti. Rischiamo pesanti multe (che pagheremo noi). Ci deve essere qualcosa ad Asti che suggerisce ai sindaci di mettere a disposizione il territorio, l’ambiente, a chi vuole evitare i costi di smaltimento in discarica. L’ex sindaco di Asti Giorgio Galvagno, anche parlamentare di Forza Italia, patteggiò una pena di sei mesi di carcere per avere inquinato le falde acquifere. Ciononostante i cittadini lo hanno rieletto nel 2007 con il 56 per cento dei voti.
Se più della maggioranza degli elettori di Asti ha portato in trionfo chi aveva minacciato la loro salute inquinando le falde acquifere, è ipotizzabile che chi promette guerra agli inquinatori rischia seriamente di perdere il consenso e la poltrona. Alla poltrona è particolarmente affezionato l’attuale sindaco, il giovane avvocato Fabrizio Brignolo del PD, che fino a venerdì scorso di cariche ne aveva ben tre: oltre ad essere il primo cittadino e consigliere d’amministrazione della Cassa di risparmio di Asti, era anche presidente della Provincia. Il tribunale civile ha però rilevato un’incompatibilità e ha deciso che non si potesse fare allo stesso tempo il consigliere d’amministrazione della Cassa di risparmio e il presidente della Provincia perché «Brignolo» scrive il giudice «è in grado di incidere anche solo “potenzialmente o indirettamente” sulle decisioni del comitato esecutivo della Cassa di risparmio di Asti che “svolge il servizio di tesoreria della provincia”.
La vicenda è scaturita da una denuncia dei consiglieri del Movimento 5 Stelle assistiti dall’avvocato Alberto Pasta che, tra l’altro, ha ricoperto la carica di assessore all’ambiente nella giunta comunale di Brignolo prima di dimettersi. Stesso partito, idee diverse. Ci sono anche molti cittadini, tra cui Mario Paracchino, che da anni denunciano lo stato di degrado e abbandono in cui versa il Sito di importanza Comunitaria (SIC) gli Stagni di Belangero, istituito a tutela di una fauna rara che andrebbe protetta. Invece è sommersa da amianto, immondizia, olii esausti, cavi elettrici (che vengono bruciati inquinando l’aria, o gettati nel Tanaro). Il Comune “avrebbe dovuto posizionare sbarre, ma non ha provveduto”, racconta l’ex assessore Alberto Pasta, “C’erano i progetti e gli stanziamenti previsti a bilancio. Si trattava di sbarre assolutamente robuste e difficilmente amovibili. Perché Brignolo non ha provveduto?”. Il Sindaco invece sostiene che le sbarre vengano sistematicamente divelte, e nega che “ci siano distese di eternit e che quando viene individuata una discarica abusiva di amianto il Comune provvede a rimuoverlo secondo le procedure”.
Noi non abbiamo visto le sbarre ma sversamenti abusivi di amianto. E se è dimostrato che c’è già una mappatura dell’amianto dell’ARPA, è anche vero che “servirebbe una carta aggiornata in tempo reale del territorio comunale con evidenziate le situazioni a rischio su cui intervenire, come proposi io come assessore” ricorda l’avvocato Alberto Pasta. Inoltre il sindaco Brignolo “dimentica di dire che per attuare questo progetto io come assessore avevo richiesto un co-finanziamento alla Fondazione Cassa di risparmio di Asti, ma non mi risulta che abbia risposto” (la stessa Cassa di risparmio nel cui CDA tutt’ora siede il sindaco).
All’interno del SIC gli Stagni di Belangero c’è incredibilmente anche un poligono di tiro a volo abusivo che ha inquinato la zona disseminando migliaia di piattelli di ceramica e pallini di piombo fino a 30/40 cm sottoterra. “Un provvedimento della Provincia per la bonifica è stata fatta nel novembre 2013 e un’ordinanza di demolizione è pendente davanti al Tar” dichiara il sindaco Brignolo. Procedure che vanno avanti a rilento a causa della nostra burocrazia.
Il primo cittadino Brignolo intanto resta nelle sue stanze silenziose e tranquille, lontane dai rumori molesti che giungono da quell’oasi di pace che dovrebbe essere il SIC Stagni di Belangero quando le moto da cross cominciano a girare sulla pista fangosa. Peccato sia abusiva. Ce n’è un’altra poco oltre, in un altro SIC dell’astigiano, il sito di Valmanera.
La Regione Piemonte annovera sul proprio territorio 60 SIC ma molti sono privi di un ente gestore. È la pesante eredità lasciata da Cota, l’ex governatore leghista, ma il subentrante Chiamparino non sta ponendo rimedio, dopo un anno dal suo insediamento. Trovare un ente gestore è l’unico sistema per presidiare e controllare seriamente i SIC. I comuni possono farne richiesta direttamente alla Regione.
Per gli Stagni di Belangero il Sindaco di Asti si è “dimenticato” (memore forse del successo del suo predecessore, Galvagno), mentre è in attesa dell’approvazione del piano del SIC di Valmanera. “Peccato che nel frattempo il Comune ha approvato la variante del piano regolatore che “sana” il motocross all’interno del SIC e che è stata presentata alla Regione, così facendo la Regione ha fermato la pratica di gestione del SIC di Valmanera”, è quanto denuncia l’ex assessore all’ambiente Alberto Pasta. Ma il giorno in cui arriverà una ispezione della Commissione Europea per verificare lo stato di gestione dei SIC cosa accadrà? Senza fare troppo i conti, pagheremo noi le multe milionarie.
24 marzo 2015 | 08:54
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