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mercoledì 29 aprile 2015
IN FIAMME UNA FORESTA NELLA ZONA DI ESCLUSIONE DI CHERNOBYL
Oggi, una foresta di 320 ettari della Zona di esclusione, a 20 km dalla centrale di Chernobyl, è andata a fuoco.
Secondo la Bbc ucraina, sono stati evacuati due insediamenti all'interno della zona di esclusione: Cernobyl e Ivankov (Ivankov é la zona dove lavora il prof. Bandazhevsky e dove più gravi sono le conseguenze del fallout).
Zorian Shkiriak, capo del servizio di Stato per le situazioni di emergenza, sostiene che i vigili del fuoco hanno arrestato l'avanzare delle fiamme verso la centrale nucleare.
Nello spegnimento del rogo sono impegnati 182 pompieri, 32 mezzi tecnici, due elicotteri (un Mil Mi-8 e un Eurocopter) e due aerei An-32P. Stando a Ukrainska Pravda, l'incendio e' scoppiato attorno alle 12.45 ucraine (le 11.45 in Italia).
L'incendio si e' aggravato in serata dopo che il vento ha cambiato direzione. Lo riferisce il ministro dell'Interno ucraino Arsen Avakov: "L'incendio - scrive su Facebook - si e' intensificato nell'area attorno alla centrale nucleare di Cernobyl alle 18.30". Le fiamme "hanno raggiunto le cime degli alberi e i forti venti minacciano di espandere l'incendio in una zona a 20 Km dalla centrale. Circa 400 ettari di foresta sono in fiamme". Tre i principali focolai.
L'incendio nella zona di esclusione di Cernobyl si e' verificato alla vigilia della riunione, a Londra, dei contributori del fondo per il sarcofago destinato a mettere in sicurezza la centrale. Un incontro promosso dal G7 allo scopo di raccogliere altri fondi per completare la copertura dell'impianto, entro la nuova scadenza di meta' 2017. All'appello mancano 615 milioni di euro. Proprio ieri, durante il vertice Ucraina-Ue a Kiev, il presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker ha annunciato che Bruxelles stanziera' altri 70 milioni di euro, mentre la banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) intende contribuire con altri 350 milioni di euro. Il resto (195 mln) dovrebbero metterlo contributori privati.
Il premier ucraino, Arseni Iatseniuk, ha convocato una riunione urgente della Commissione per le situazioni di emergenza sull'incendio nella zona di esclusione di Cernobyl e, insieme al personale della protezione civile, "sta lavorando nelle dirette vicinanze della linea del fuoco": lo scrive su Facebook il ministro dell'interno Arsen Avakov, che sta coordinando la partenze di voli speciali dall'aeroporto di Kiev.
Senza ombra di dubbio, l'incendio ha causato un ri-fallout che aggraverà la situazione di radiocontaminazione in zona e nelle regioni verso cui i venti spingeranno i radionuclidi (Ucraina stessa e, con molta probabilità, il sud est della Bielorussia e la regione di Bryansk in Russia).
Nei prossimi giorni bisognerà vigilare sulla nuova nube radioattiva formatasi e seguirne l'evoluzione aerea unitamente ai fenomeni meteorologici (direzione del vento e precipitazioni atmosferiche). Non dimentichiamoci che la nube conterrà piccole particelle respirabili di Stronzio, Cesio, differenti isotopi di Uranio e di Plutonio e il terribile Americio 241).
Utile ricordare anche le ricerche del dr. Mousseau che proprio un anno aveva fatto presente l'alta possibilità di rischio di incendi catastrofici a causa della diminuzione, nella zona di esclusione, degli organismi viventi conosciuti come decompositori (perché si nutrono di organismi morti) come microbi, batteri, funghi, vermi, insetti ed altri (Mousseau ed il suo team lo hanno scoperto dopo aver lasciato, nel corso del 2007, 600 sacchi pieni di foglie in una zona intorno a Chernobyl. Quando, l'anno seguente, hanno raccolto i campioni hanno scoperto che i sacchi posti in una zona senza radioattività contenevano foglie decomposte per il 70%-90%, mentre quelli posizionati in un ambiente contaminato lo erano solo per circa il 40%)
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