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mercoledì 25 febbraio 2015
Centrale di Vado, decidono gli indagati
di Ferruccio Sansa
I
l destino della centrale a carbone di
Vado Ligure discusso da amministratori
pubblici indagati per concorso
in disastro ambientale doloso. Dall’al -
tra parte del tavolo - o forse sarebbe
meglio dire dalla stessa - salvo imprevisti
dovrebbe esserci la società Tirreno
Power che ha visto la sua centrale
sequestrata e i propri manager - alcuni
poi sostituiti - indagati per lo stesso
reato. Proprio uno strano vertice.
Troppi indagati per far dormire sonni
tranquilli alla gente di Vado e Savona,
da decenni costretta a vivere con l’in -
cubo dei fumi della centrale. L’appun -
tamento è fissato per oggi pomeriggio
in via della Mercede, a Roma. Oggetto
dell’incontro: “Con -
ciliare salute e lavoro”,
dicono al Ministero
dell’Ambiente.
Insomma, i limiti che
l’impianto dovrà rispettare
per non mettere
in pericolo la salute
dei cittadini. I
vincoli fissati finora
hanno suscitato la
reazione della Tirreno
Power. Che ha annunciato
ricorsi al
Tar contro l’Aia (Autorizzazione
Integrata
Ambientale). Ed ecco allora che i
protagonisti tornano intorno a un tavolo.
In parole povere: trovare una soluzione
che vada bene alla società. Soprattutto
su tre punti: i limiti delle
emissioni, la procedura di avviamento
dell’impianto (la società chiede che
non avvenga a metano, ma con olio
combustibile). Infine il nodo cruciale:
la copertura del deposito di carbone
(oggi a cielo aperto): era prevista entro
marzo, ma Tirreno Power chiede un
rinvio. E proprio questo allarma diversi
dirigenti del ministero dell’Ambien -
te e i comitati. Che dicono: “Con il ricatto
dell’occupazione si rischia di vedere
abbassati i limiti e messa a rischio
la salute”. Ma non è il solo problema.
Tanti puntano il dito sulla composizione
della delegazione. È stata annunciata
la presenza del sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio, Graziano
Del Rio. Certa la partecipazione del
ministro dell’Ambiente, Gian Luca
Galletti. Ma poi? Il presidente della Regione
Liguria, Claudio Burlando, e
l’assessore alle Attività Produttive,
Renzo Guccinelli. E qui i comitati di
Vado, Quiliano e Savona storcono il
naso: come possono due indagati per
un reato così pesante discutere l’Au -
torizzazione Integrata Ambientale?
Non solo: l’inchiesta è ancora aperta e
per le prossime settimane si annunciano
novità importanti. Si parla di intercettazioni
che potrebbero rivelare un
intervento di politici di spicco in favore
della centrale a carbone. I rapporti
tra la politica e l’impresa meno amata
dai savonesi sono sempre stati stretti.
Da destra a sinistra, da Forza Italia al
Pd, nessuno ha messo
in discussione il
colosso Tirreno Power
che in passsato
era controllato dal
Gruppo De Benedetti,
imprenditore
con tessera Pd e proprietario
del quotidiano
Repubblica.
Non solo: Tirreno
Power finanziava tra
l’altro iniziative del
Comune di Savona.
Per anni a sollevare i
problemi della salute
dei cittadini si trovavano solo comitati,
movimenti e qualche partito: parte
della sinistra, Verdi e M5S. Il Cinque
Stelle proprio ieri ha presentato un’in -
terrogazione alla Camera.
Nella perizia richiesta dalla Procura si
parla di un numero di adulti deceduti
per problemi cardiaci provocati dai fumi che varia da 250 a 340. Di morti per
malattie respiratorie stimabili tra le 90
e le 100. Non solo: gli adulti costretti al
ricovero dai fumi sarebbero 1.700 per
problemi al cuore e 1.200 per patologie
respiratorie. Si è analizzata, separatamente,
anche la situazione dei bambini:
da 350 a 450 sarebbero finiti in
ospedale per asma o malattie respiratorie.
Un numero di morti e di malattie
spesso croniche che ha portato la Procura
e gli esperti a valutare il danno a
una cifra record, tra i 770 e gli 860 milioni
di euro. il fatto quotidiano 25 febbraio 2015
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