domenica 4 gennaio 2015

Sigilli all’oleodotto di Fiumicino FURTI E SVERSAMENTO DI KEROSENE HANNO DANNEGGIATO L’AMBIENTE TRA CIVITAVECCHIA E L’AEROPORTO MORIA DI PESCI

Le perdite hanno fatto strage della fauna marina,
compresi anfibi e nutrie. Serviranno autobotti
se mancherà il carburante per rifornire gli aerei
L’oleodotto di Fiumicino–Civitavecchia va
fermato perché c’è il rischio costante che altri
furti possano far riversare ulteriore carburante
sui terreni e le acque di Fiumicino, già devastate
dallo sversamento di 30 mila litri di kerosene lo
scorso novembre che ha provocato gravi danni
ambientali e non solo.
QUESTE, IN SINTESI, le ragioni che hanno portato
il gip del Tribunale di Civitavecchia, Massimo
Marasca, a emettere il decreto di sequestro
dell’oleodotto che collega Civitavecchia con l’ae -
roporto di Fiumicino. Si tratta di un impianto di
proprietà dall’Eni adesso chiuso, in attesa dell’ in -
stallazione di “adeguati sistemi di controllo atti ad
impedire ulteriori reati”, come scrive il giudice.
Un’operazione che potrebbe richiedere tempo,
forse anche qualche settimana. Nel frattempo si
potrebbero essere utilizzate autobotti o anche un
altro oleodotto, già in uso per un anno durante
alcune operazioni di manutenzione nel 2010. Infatti
ci potrebbero essere problemi per gli aerei che
partono da Fiumicino anche se al momento la situazione
è sotto controllo, grazie alle scorte di cherosene
che consentono di rifornire senza problemi
lo scalo romano. Ma la vera preoccupazione dei
magistrati riguarda i danni ambientali per la flora
e la fauna locale ma anche per la “salute umana”,
come scrive il gip nel decreto di sequestro.
I fatti risalgono alla notte tra il 5 ed il 6 novembre,
quando l’ennesimo furto sulle condotte dell’oleo -
dotto ha causato la perdita di kerosene, provocando
ingenti danni, causando la morte di pesci, molluschi,
crostacei, uccelli, anfibi e nutrie.
IL TRIBUNALE DI CIVITAVECCHIA, su denuncia
proprio dell’Eni, ha aperto un’inchiesta. I risultati
delle indagini affidate ai carabinieri del Noe hanno
fatto il resto portando al sequestro
dell’impianto che attraversa
per 70 chilometri la dorsale nord
tirrenica, interessando i comuni
di Civitavecchia, Santa Marinella,
Cerveteri, Ladispoli, Fiumicino
ed anche la zona sud-ovest di
Roma.
Plaudono alla decisione
del tribunale
le associazioni
ambientaliste, Lipu
e Wwf in testa,
mentre il sindaco
di Fiumicino,
Esterino Montino,
annuncia che il suo comune si costituirà parte civile
nel processo giudiziario. “Un disastro senza
precedenti”, lo aveva definito Montino, dopo aver
visto le immagini di pesci e nutrie riversi esanimi
sulle sponde dei canali. Tra qualche giorno partirà
la Conferenza dei servizi che, sulla base del piano
presentato dall’Eni, darà il via alla bonifica vera e
propria delle aree interessate, mentre l’ente si appresta
ad installare innovativi sistemi di monitoraggio
a prova di ladro.

Il fatto quotidiano 4 gennaio 2015

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