Il
12 gennaio convocata la riunione con Arpa, Asl e Regione Lazio. Il
tentativo di sbloccare l’Aia
Il
futuro incerto di Ecoambiente
Dopo
i licenziamenti il Comune cerca di superare il gap sulla bonifica. Ma
forse non basta
Gli
annunciati licenziamenti
di
Ecoambiente
soffiano
sul
fuoco
già acceso delle polemiche
legate
alla gestio
gestione
degli
invasi della discaeica
e
del ciclo dei rifiuti in
generale.
Come si sa
Ecoambiente
è partecipata
da
Latina Ambiente e dal
gruppo
Cerroni. Sia la prima
che
il secondo hanno
avuto
guai, ma la decisione
di
avviare le procedure per
licenziare
undici dipendenti
viene
motivata dai
vertici
di Ecoambiente con
i
ritardi, forse la impossibilità,
di
costruire l’impianto
di
trattamento meccanico
biologico
che la società
aveva
progettato di realizzare
proprio
a Montello.
Ecoambiente
gestiva invasi
per
lo stoccaggio indifferenziato
dei
rifiuti, ma da
quando
questa attività è
stata
vietata dall’Ue può
accogliere
solo materiale
pre
trattato proveniente da
altri
impianti; se ne costruisce
uno
suo potrà affiancare
l’attività
di trattamento
dei
rifiuti indifferenziati
all’i
nva s o .
Rebus
Aia
Per
costruire l’impiante però
serve
l’Aia (autorizzazione)
della
Regione Lazio che ancora
non
arriva, perché sono
stati
riscontrati in conferenza
di
servizi problemi sulla bonifica
dei
siti gestiti in precedenza
nella
discarica e sul
capping
che doveva isolare le
falde.
Ostacolo finora non superato.
Ma
il 31 dicembre il
Comune
di Latina ha convocato
una
nuova riunione tecnica
(per
il 12 gennaio) dedicata
proprio
«alle attività di
bonifica
dell’area di Borgo
Montello»;
sono stati invitati
anche
Regione Lazio, Provincia,
Asl
e Arpa oltre che
Ecoambiente
e l’altro gestore
degli
invasi, Indeco srl.
Bonifica
coi buchi
Obiettivo
dichiarato «la valutazione
congiunta
delle attività
di
bonifica e messa in
sicurezza
operativa in corso».
Lo
scoglio da superare è dunque
la
bonifica più che l’Aia
perché
quest’ultima è legata
al
completamento della bonifica.
E
tutto sembrava filare
per
il verso giusto fin quando
non
è arrivata la perizia tecnica
del
consulente del Tribunale
per
il processo (a Ecoambiente)
sull’inquin
amento
delle
falde. Questa perizia denuncia
chiaramente
ciò che
l’Arpa
e la Asl non avevano
«notato»,
ossia l’inadeguatez -
za
delle operazioni di bonifica
fatte
sinora. Solo alla luce di
questa
perizia la Regiona Lazio,
che
pure a sua volta non
si
era accorta di ciò che accadeva
a
Borgo Montello, ha
bloccato
la procedura
dell’Aia
e, di conseguenza, il
via
libera alla costruzione
del
l’impianto di tmb. C’è
dell’altro
sullo sfondo di questa
vicenda
ambientale ed è la
sorte
della Latina Ambiente,
società
detenuta a maggioranza
dal
Comune di Latina che,
a
sua volta, controlla Ecoambiente.
Destino
comune
E
dunque il destino finanziario
di
questi tre soci è indissolubilmente
legato.
Si sa che il
progetto
della maggioranza
del
Comune di Latina è quello
di
trasformare Latina Ambiente
spa
in una municipalizzata,
nonostante
i divieti che
pure
sussistono, circa la creazione
di
nuove company pubbliche
in
Italia, visti i risultati
di
quelli esistenti. L’ultima
ricapitalizzazione
della Latina
Ambiente
risale a poco più
di
un anno fa, come ricorda in
una
nota il consigliere comunale
Enzo
De Amicis, Operazione
che
si rese necessaria
per
coprire un deficit di 1,4
milioni
di euro; la rivalutazione
fu
pari a 1,2 milioni di
euro.
Allora nessuno si preoccupava
ancora
della mancata
autorizzazione
del’impianto
di
tmb di Ecoambiente, che
pure
non era stato rilasciato
dalla
Regione ma era solo in
itinere.
Ricapitalizzazione
inutile
Come
fu possibile non accorgersi
già
lo scorso anno che la
sola
ricapitalizzazione non
sarebbe
stata sufficiente a salvare
la
rete delle due società
che
stanno dietro il servizio
dei
rifiuti di Latina e che
«gravano»
sul bilancio
d
el l ’ente, una direttamente
l’altra
per via indiretta? Oggi,
a
un anno di distanza, anche
De
Amicis parla di «azzardo
contabile
fatto nel novembre
del
2013 con la delibera del
consiglio
comunale sulla ricapitalizzazione
»
perché, «bisognava
capire
che l’a t t iv i t à
della
società non poteva consentire
la
rivalutazione del valore
della
quota societaria»
proprio
perché già si sapeva
che
senza l’impianto di tmb
l’attività
della partecipata
Ecoambiente
si sarebbe drasticamente
ridotta
al solo conferimento
di
materiale trattato
da
altri impianti. Troppo poco
per
andare avanti. Ma ciò che
aggrava
la posizione del Comune
per
la verità è altro: in
questi
mesi si è sempre detto
che
nessuno avrebbe voluto
mai
altri rifiuti a Montello se
non
quelli provenienti dalla
provincia
di Latina.
L’iter
dei rifiuti
Ma
per far sopravvivere
Ecoambiente
ed evitare i licenziamenti
già
avviati è «necessario
»
far arrivare altri rifiuti,
quelli
che dovranno alimentare
l’impianto
tmb che
ora
tutti ritengono indispensabile.
E
non si sa quali delle
due
versioni sia più valida, se
la
prima di diniego a rifiuti
provenienti
da fuori provincia,
o
la seconda sulla volontà
di
un impianto che proprio
quei
rifiuti dovrà trattare.
IL
QUOTIDIANO - Venerdì 2 Gennaio 2015
Latina
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