Negli ultimi 70 anni le morie di massa sono in aumento tra gli animali, sia per frequenza sia per gravita', e colpiscono soprattutto uccelli, pesci ed invertebrati marini. Lo rivela un nuovo studio compiuta da ricercatori di Yale e di Berkley, che individua le cause del fenomeno in una crescita delle epidemie, nella biotossicita' e in molteplici fattori di stress. L'analisi riportata su Proceedings of National Academy of Sciences, nota che dal 1940 ad oggi sono stati classificati 727 eventi di decessi in massa tra gli animali. Differenti pero' le risposte delle specie: sono stati colpiti soprattutto uccelli, pesci ed invertebrati marini; le morie di mammiferi sono rimaste piu' meno invariate negli anni, mentre sono diminuite per anfibi e rane. Nel complesso le malattie sono state le principali colpevoli degli eventi (26% dei casi) seguite immediatamente dopo dai processi direttamente influenzati dal clima. Il 25% degli eventi di mortalita' di massa delle specie risulta strettamente collegato con condizioni atmosferiche estreme, che provocano stress termico o mancanza di cibo. L'effetto serra ha avuto effetti devastanti soprattutto in relazione al mare. Il piu' evidente fattore di biotossicita' e' infatti rappresentato dalla riduzione dell'ossigeno presente nell'acqua provocato dall'eccessivo proliferare di alghe, determinato a sua volta dall'aumento della temperatura. Gli eventi peggiori - notano infine i ricercatori - sono stati quelli scaturiti da piu' cause concatenate.
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