ESTERNALIZZANDO.
Il
ministro Galletti ha pronto un accordo che assegna
alla
Sogesid compiti fondamentali per almeno tre anni: “È colpa dei
tagli”
UN
LUNGO ERRORE
La
Spa del Tesoro –piena
di
“parenti di” e consulenti –
gestisce
le bonifiche da tempo:
risultati
zero, molte inchieste.
L’ad
Staderini: “Il nostro ruolo
cambierà:
sarà meno invasivo”
di
Marco
Palombi
Si
può privatizzare
un
ministero?
Teoricamente
no,
nella
pratica sì, eccome.
Quello
dell’Ambiente,
per
dire, è in via di esternalizzazione:
il
governo,
come
ha spiegato la sottosegretario
Silvia
Velo
rispondendo
a Massimo
De
Rosa (M5S),
si appresta
a
firmare un accordo
pluriennale
rinnovabili
che
affida quasi
molte
competenze del
ministero
alla Sogesid
,
spa
del Tesoro.
In
principio fu l’acqua,
poi
le bonifiche e altro
Sogesid
fu creata nel
1994
per la gestione dei
bacini
idrici al Sud. Con
la
Finanziaria 2007 di
Prodi
divenne una società
in
house del
ministero
dell’Ambiente
formalizzando
una
situazione
di
fatto: già da
qualche
anno, infatti, si
occupava
pure di bonifiche.
Oggi
Sogesid gestisce
-
tra molte altre
cose
- gli interventi nei
Sin
(Siti
di interesse nazionale)
in
tutta Italia:
da
Taranto a Brescia-
Caffaro,
dai siti
campani
alla laguna di
Venezia
fino ai laghi di
Mantova.
Interventi che
generano
un flusso di
appalti
che sta attorno ai
200
milioni di euro l’an -
no.
I risultati sono sotto
gli
occhi di tutti: i Sin inquinati
sono
ancora inquinati
e
in molti non è
conclusa
neanche la fase
di
progettazione.
Il
potere alla Spa,
al
ministero i tagli
La
convenzione quadro
che
il governo vuole firmare
con
Sogesid potrebbe
alla
fine aumentare
il
peso della società
del
Tesoro dentro quel
che
resta del ministero
dell’Ambiente:
dagli interventi
contro
il dissesto
idrogeologico
- su
cui
Matteo
Renzi vuole
investire
9 miliardi in
sette
anni - ai rifiuti, dal
lavoro
sulle infrastrutture
al
Cipe fino al contrasto
dei
cambiamenti
climatici
su cui l’Ue
punterà
l’attenzione (e i
fondi)
in futuro. Sogesid
sarà
la testa e il ministero
poco
altro. Per il governo
la
colpa è dei tagli:
“Si
consideri - ha detto la
sottosegretario
Velo alla
Camera
- che a fronte di
una
pianta organica determinata
in
945 unità
nel
2008, l’attuale dotazione
di
600 unità rideterminata
nel
2013 non
risulta
neanche coperta”.
E
non ci sono professionalità
adeguate:
non
sono mai stati indetti
i
concorsi. Così, è la
conclusione,
“il ministero
non
potrebbe svolgere
le
sue funzioni”. In
attesa
che i dipendenti
aumentino
di 230 unità,
come
proposto dal ministro
Gian
Luca Galletti,
si
appalta all’esterno il
lavoro
“per il tempo
strettamente
necessario”.
Cioè
tre anni al minimo.
Sostiene
De Rosa:
“Il
meccanismo di assegnazione
di
appalti e subappalti
continuerà
a
essere
poco trasparente
e
le bonifiche a non farsi.
Non
c’è Paese al mondo
in
cui le funzioni di un
ministero
– mentre lo si
depotenzia
– vengano
appaltate
a una spa. Si
esternalizzano
competenze
che
dovrebbero
restare
in capo allo Stato
per
dare poltrone e consulenze”.
Parenti
e consulenti:
una
torta da 16 milioni
Per
il futuro si vedrà, ma
di
sicuro il giudizio del
deputato
del Movimento
5
Stelle ha un suo fondamento
nel
passato. La
Sogesid
a fine 2013 aveva
137
dipendenti, un
fatturato
complessivo di
quasi
24 milioni e costi
per
la stessa cifra: 8,7 milioni
se
ne andavano per
il
personale
(tra
cui abbondano
parenti
e amici
di
almeno un paio di ex
ministri
nonché di funzionari
e
sindacalisti dei
dicasteri
di Ambiente e
Tesoro)
e circa altri 8
milioni
per consulenti
e
collaboratori
(circa
400
incarichi).
Pessime
referenze
e
guai coi Pm
Torniamo
al dicembre
2012.
Proprio a partire
da
dipendenti e consulenti,
la
commissione
d’inchiesta
sui rifiuti
diede
una pessima immagine
di
Sogesid: essendo
formalmente
privata
“potrebbe
sottrarsi
ai
vincoli e alle procedure
delle
leggi di contabilità
dello
Stato, nonché
assumere
personale
bypassando
le procedure
concorsuali”;
“scarsa
trasparenza
viene ravvisata
anche
nelle modalità
di
assunzione del personale
dipendente”.
Il
resto
è ancora peggio: il
lavoro
nel Sin
di Pioltello
appaltato
“allo studio di
Claudio
Tedesi,
indagato
nella
vicenda di Santa
Giulia”.
Oppure “la pluralità
di
incarichi, suscettibili
di
conflitto di
interessi,
affidati a Luigi
Pelaggi
”,
capo segreteria
del
ministro
Prestigiacomo
nominato
da
Sogesid
ovunque (e pure
lui
indagato per Pioltello).
E
ancora: per individuare
la
nuova discarica
di
Roma Sogesid,
a
sua volta incaricata
dal
prefetto
Pecoraro,
“al
termine di una procedura
ristretta
chiusa
in
tre giorni lavorativi”,
ha
affidato il compito allo
“studio
Tenoin di
Napoli”
che
aveva lavorato
alla
discarica di Chiaiano,
“ora
chiusa per disastro
ambientale”.
Sfortunata
-
ma si potrebbero
citare
anche altri casi
-
la collaborazione con
Gianfranco
Mascazzini,
già
direttore generale
del
ministero, divenuto
consulente
Sogesid dopo
la
pensione: anche lui
è
finito in diverse inchieste
sulle
bonifiche.
Il
manager d’area:
“Vedrete,
cambierà”
Il
cda, invece, è stato rinnovato
da
poco, ad agosto:
ha
tre membri nominati
dai
ministeri di
Economia,
Ambiente e
Infrastrutture.
Il presidente
e
ad è l’ingegner
Marco
Staderini,
68enne
manager
di area Udc,
partito
in cui milita il
ministro
dell’Ambiente
Galletti.
“Io ho lavorato
30
anni nel privato e solo
dopo
ho fatto un esperienza
in
Rai indicato
dall’Udc:
vorrei essere
giudicato
dai risultati”,
spiega
al Fatto
.
Quanto al
rapporto
col ministero,
dice,
“dopo la firma
cambierà:
nei prossimi
tre
anni forniremo solo
assistenza
tecnica, e ne
abbiamo
la competenza,
e
non più persone. Sarà
un
supporto non invasivo
alla
decisione politica
e
per tutti gli appalti saranno
indette
gare”.
il fatto quotidiano 17 dicembre 2014
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