di Mariassunta D'Alessio | 21 novembre 2014 Quando mi sono trasferita nella Nuova Latina, quartiere giovane tra il mare e il centro, con la Pontina a dividere, i progetti di collegamento viario e la valorizzazione dei nuovi insediamenti erano precisi e chiari. Il Q4, sarebbe dovuto diventare un centro direzionale con tanto verde. Non c’era ancora una strada ma collegamenti di fortuna che variavano di giorno in giorno. Con angoscia ricordo, e capitava molto spesso, di trovarmi le strade improvvisamente sbarrate da cantieri, con reali difficoltà a raggiungere la mia abitazione. Senza pudore chiusero una via storica, la via Lunga, per farci dei palazzoni ad alta densità abitativa. A noi, abitanti dei nuovi quartieri, non rimase che attraversare la pericolosissima Pontina. All’epoca non c’erano i social. La rabbia si sbolliva negli incontri serali dei comitati spontanei. Senza effetto però. Prima che ti organizzavi per i dovuti reclami ne passava di tempo…
Oggi qualcosa è cambiato perché tutti sanno e si indignano nello stesso momento. E la voce di uno, diventa boato. Latina ha sopportato e subìto troppo in questi anni e l’abbattimento di un albero per far posto a una palazzina, una settimana fa, ha dato il “la” alla rabbia. Una rabbia che comincia a diventare intensa e diffusa a causa di innumerevoli e prossime colate di cemento che abbatteranno per sempre il desiderio di libertà e voglia di piedi nudi nel parco.
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