Sabaudia,
la causa al culmine di una lunga querelle sugli accessi al mare
DI
FEDERICO DOMENICHELLI
Depositato
in tribunale il ricorso
promosso
da Fabrizio
Ghiro,
presidente
de
ll ’associazione «Beatrice» e
dall’associazione
«Luca Coscioni
».
Ad essere citato in giudizio è il
Comune
di Sabaudia per la ben
nota
vicenda degli accessi in spiaggia
«impossibili»
per le persone
diversamente
abili. In oltre trenta
pagine,
i ricorrenti, difesi dall’av -
vocato
Alessandro Gerardi, ripercorrono
l’intera
vicenda che ha origini
lontane
nel tempo e che sembrava
essere
arrivata ad un punto di
svolta
nell’estate del 2013. Circa un
anno
fa, difatti, a seguito di un
incontro
tra Fabrizio Ghiro e il
sindaco
Maurizio Lucci, era stata
ipotizzata
la creazione di una spiaggia
priva
di barriere architettoniche
sul
lungomare di Sabaudia, caratterizzato
invece
da passerelle e accessi
sulla
spiaggia «strutturalmente
inidonei»
per le persone diversamente
abili.
Una presa di posizione,
quella
del primo cittadino, alla luce
anche
dell’istituzione di una spiaggia
dedicata
ai cani e autorizzata in
via
sperimentale nel 2013 e nel
2014
senza alcun bando, per cui
con
affidamento diretto. E ciò sarebbe
potuto
avvenire anche per la
spiaggia
per disabili, ma così non è
stato.
Il progetto per lo stabilimento,
caratterizzato
da strutture amovibili,
era
stato presentato il 25
novembre
2013 e la scelta era ricaduta
su
un tratto di spiaggia in
passato
riservata ai diversamente
abili
con tanto di passerella e pedana,
ma
che poi, per ragioni ignote,
è
sparita nel nulla facendo posto
alle
file di ombrelloni dei privati. In
seguito
ai vari incontri, si erano già
delimitati
in zona sei parcheggi
riservati
ai disabili (spesso e volentieri
occupati
da chi non ne avrebbe
il
diritto) e alla fine, però, nulla è
stato
fatto fuorché la passerella realizzata
in
quel punto a fine agosto a
spese
del Comune di Sabaudia,
opera
che secondo i ricorrenti sarebbe
«assolutamente
inidonea a
garantire
l’accesso alla spiaggia e al
mare
per i disabili». Per cui di fatto
a
Sabaudia non esisteva e non esiste
tutt’oggi
uno stabilimento fruibile
alla
persone diversamente abili,
sebbene
la sua presenza sia uno dei
requisiti
per l’ottenimento della
Bandiera
Blu, e la sua realizzazione
continua
a rimanere un bel progetto
esistente
solo sulla carta. Tale condotta
– si
legge nel ricorso - «comprime
inevitabilimente
il diritto
all’eguaglianza,
alla non discriminazione
»
di Fabrizio Ghiro in quanto
persona
diversamente abili e ovviamente
di
tutte le altre persone
disabili.
E proprio su questo aspetto
è
focalizzato il ricorso, volto a ottenere,
oltre
ad un risarcimento danni
complessivo
quantificato dai ricorrenti
in
26 mila euro, la cessazione
della
«discriminazione» attraverso
la
pronta realizzazione (entro e non
oltre
tre mesi) di ogni opera che
garantisca
il diritto alla mobilità
delle
persone disabili rendendo loro
possibile
la fruizione del lungomare.
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IL
QUOTIDIANO - Martedì 30 Settembre 2014
20
Pontinia
Sabaudia Circeo
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