PICCOLE
E MEDIE REALTÀ DELLO STIVALE DOVE SI CONIUGA RISPETTO DEL TERRITORIO
E
BILANCI IN ATTIVO. ARRIVANO DA TUTTO IL MONDO PER CAPIRE COME SI FA
MONTECHIARUGOLO
Qui
hanno sostituito
i
lampioni classici
con
quelli a led:
il
Comune ha incassato
900
mila euro
e
ridotto l’inquinamento
di
Alessandro
Ferrucci
inviato
in Emilia Romagna
C’è
una strada
per
l’Italia non
tracciata
sulle
cartine
ufficiali,
una
strada che unisce settantatré
piccoli
e medi puntini
sparsi
per tutto lo Stivale,
dall’estremo
nord al
sud.
Settantatré puntini rappresentati
dai
colori dell’a rcobaleno
parlamentare,
da
sinistra
a destra con sfumature
grilline
a seconda della
maggioranza
eletta. Sono i
“Comuni
virtuosi”, dove il
rispetto
dell’ambiente è
prioritario,
dove le differenti
amministrazioni
sono state
in
grado di coniugare la forma
alla
sostanza; l’aspetto
pratico
a quello economico.
“Ma
sa qual è il paradosso?”
Ce
lo dica lei. “Arrivano da
ogni
parte del mondo per capire
come
realizziamo i nostri
progetti,
per studiare,
per
porci le domande opportune.
E
poi applicarli a casa
loro.
Invece in Italia la diffusione
è
limitata a poche
realtà
e a livello regionale e
nazionale
troviamo il silenzio
assoluto”,
spiega Marco
Boschini,
coordinatore
dell’associazioni
dei “C o m uni
virtuosi”.
Così,
arrivare all’83,7 per
cento
di raccolta differenziata
non
è utopia a Felino, quasi
ottomila
abitanti in provincia
di
Parma, obiettivo
raggiunto
grazie a un sistema
in
grado di calibrare ad
personam
il
quantitativo prodotto
con
il costo generato,
la
chiamano “tassazione
puntuale”,
come racconta
Elisa
Leoni, assessore all’a mbiente
del
comune stesso.
OPPURE
BASTA spostarsi
venti
chilometri, arrivare a
Montechiarugolo,
e scoprire
che
è possibile segnare a bilancio
un
attivo di 900 mila
euro
con l’illuminazione a
led.
Possibile? “Se vuole le
mostro
i conti”. Ve bene. “Il
principio
è semplice – inter -
viene
Maurizio Olivieri, ex
assessore
all’ambiente, tra i
protagonisti
della svolta
energetica
nel paese emiliano
– Ogni
lampione consuma
l’anno
tra i 110 e i 120
euro;
a questi vanno aggiunti
i
costi di manutenzione, dai
venti
euro a salire, con una
media
di 40, ma nei grandi
centri
si arriva a 100 euro. I
lampioni
a led consumano
un
terzo e la manutenzione è
azzerata.
Noi a Montechiarugolo
ne
abbiamo sostituiti
3.000,
fate voi i calcoli, e tutti
sono
alimentati grazie ai
pannelli
fotovoltaici già installati
in
precedenza”. Risultato
finale:
niente inquinamento
da
petrolio e soldi in
cassa.
“L’Italia ha almeno 10
milioni
di lampioni – insiste
Olivieri
– Ha presente che risparmio?”.
Sì,
basta volerlo.
“Questi
sono due esempi –
continua
Boschini – ma ne
abbiamo
altri, e per ogni caso
sono
pronti protocolli completi
per
spiegare alle amministrazioni
interessate
come
gestire
sia la parte burocratica
che
quella pratica. Basta
copiare.
Solo copiare. Ma il
nemico
delle buone pratiche
è
la pigrizia, il non desiderio
di
intaccare una prassi, di
smetterla
di consumare il
territorio,
di riutilizzare
strutture
già esistenti e abbandonate”,
magari
anche
per
lo scarso interesse
nell’incrinare
quella prassi,
con
meccanismi non virtuosi
ben
consolidati “purtroppo a
volte
è così. In provincia di
Caserta
esiste un paese che si
chiama
Camigliano. Lì arrivano
realmente
da tutto il
mondo
per capire come è
strutturato,
per verificare come
è
organizzata la raccolta
differenziata
in una regione
dove
l’immondizia è una calamità”.
E
QUI NASCONO i
tour: “Al -
cuni
comuni non sono in
grado
di supportare le continue
richieste
dall’estero,
anche
sul piano logistico, per
questo
stiamo organizzando
una
struttura per rispondere
a
tutti i quesiti”, insiste Boschini.
Ma
dietro a una serie
di
buone notizie, ne arrivano
altre
meno positive: “Non
siamo
accompagnati dalle
politiche
regionali e da quelle
nazionali,
soprattutto per
quanto
riguarda la gestione
dei
rifiuti”. Insomma, in 73
casi
l’Italia è un modello per
chi
vuole sapere, capire, crescere.
E
noi italiani non lo
sappiamo
neanche, quando
va
bene.
Twitter:
@A_Ferrucci
il fatto quotidiano 3 giugno 2014
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