sabato 31 maggio 2014

europee M5S, Grillo secondo Travaglio va con i nuclearisti, xenofobi, nazionalisti, difende Farage e attacca i Verdi. Replica: “Noi ci siamo, ma no a insulti”

Il partito verde europeo risponde alle critiche sul blog di Grillo. Il portavoce italiano Bonelli: "Post contro Monica Frassoni incomprensibile. Dispiace. Siamo amici dei 5 stelle, ma perché non è venuto a trovare anche noi a Bruxelles?". Il tedesco Butikofer al fattoquotidiano.it: "Difficile cooperare stando così le cose. Si chiariscano le idee su dove vogliono sedere, se con i democratici o con gli anti-europeisti"

di  | 31 maggio 2014 Sembrava la terza via. Quella capace di mettere d’accordo tutti, chi non vuole alleanze e chi cerca gli indipendentisti dell’Ukip. Poi è arrivato il blog di Beppe Grillo ed è tutto da rifare. Se i Verdi aprono uno spiraglio per il dialogo e per la formazione di un gruppo insieme nel parlamento Ue, il leader del Movimento 5 stelle chiude la porta e va avanti con il sostegno a Nigel Farage. Solo ventiquattro ore prima la verde Monica Frassoni aveva detto al Fatto.it: “Siamo pronti ad incontrarli“. Un’apertura che aveva fatto tirare un sospiro di sollievo a tanti, tra eletti e attivisti. Ci ha pensato il leader a spegnere gli entusiasmi: poco dopo sul blog compaiono due articoli, uno per sostenere Farage (“Nel 2011 difese la sovranità dell’Italia”) e uno per attaccare la copresidente dei Verdi (“In campagna elettorale ci ha criticato”). E il dialogo diventa ancora più complesso: “Stando così le cose”, commenta a ilfattoquotidiano.it il copresidente dell’European Green party e deputato tedesco in Ue Reinhard Butikofer, “io non vedo come sia possibile cooperare. Aspettiamo. Ma prima i grillini devono chiarirsi le idee: vogliono sedersi con un partito democratico, anti-autoritario e pro Europa, oppure fare un’alleanza con gli autoritari, anti-europei e conservatori? Questa è la domanda a cui Grillo e i suoi devono rispondere”. E aggiunge: “Se sfiduciano il leader e le idee anti-europeiste, forse potremo dialogare”. Parole molto dure, pronunciate non appena pubblicato l’articolo sul sito 5 Stelle: “In Europa”, commenta il portavoce dei Verdi italiani Angelo Bonelli, “conta molto la forma. L’attacco di Grillo è incomprensibile. Noi siamo sempre qui ad aspettare un loro passo, ma leggendo l’articolo contro Monica non sembrano esserci grandi spiragli. Grillo conosce molto bene i Verdi: anzi diciamo che i 5 Stelle sono nostri amici. E’ venuto più volte nei nostri uffici a Bruxelles, perché non è passato a trovarci? Vederlo andare a pranzo con Farage è stato un duro colpo”.
Tutto da rifare quindi. I Verdi assicurano che non è cambiato nulla, anche se l’attacco personale sul blog rende ora tutto più difficile. “Il leader dell’Ukip è un avversario politico. Rappresenta un universo culturale opposto al nostro. Ci siamo più volte scontrati su temi a cui noi temiamo molto: prima fra tutti la moratoria sul nucleare. I Verdi in Europa portano avanti una dura lotta contro l’austerità, la Merkel e il fiscal compact. ma l’obiettivo è migliorare l’Unione europea, non distruggerla. Noi non abbiamo niente in comune con chi nega i cambiamenti climatici,vuole centrali nucleari e a carbone, vuole la privatizzazione di beni comuni e dello stato sociale, sostiene aumento delle spese militari e ha posizioni intolleranti nei confronti di immigrati e delle persone omosessuali”. Due gli articoli pubblicati dai 5 stelle per giustificare le posizioni di Farage e assicurare gli elettori che si tratta “di una persona non razzista e contro le discriminazioni”. “La casa dei Verdi”, conclude Bonelli, “è aperta a chiunque condivida i contenuti e alcuni principi. Per esempio tra di noi abbiamo anche gli indipendentisti catalani o scozzesi: ma tutti sono pro Europa. E’ una condizione imprescindibile. Grillo ha detto che farà un’alleanza strategica e non programmatica per avere le cariche e i finanziamenti? Noi non ragioniamo così”. 
Se in Italia sono abituati ai toni del leader 5 stelle, più difficile da digerire la posizione oltre confine. Il tedesco Butikofer fino a poche ore fa concordava nell’idea di aspettare un contatto, ma l’attacco alla collega ha gelato il dialogo. Nessuno tra i “grillini”, come li chiama il deputato, ha cercato il gruppo: “Noi stiamo aspettando. Non sono i Verdi che devono fare il primo passo. E’ Beppe Grillo che deve muoversi. Se sono interessati si facciano sentire”. Non tutti gli eletti del Movimento 5 stelle concordano con la decisione di andare con Farage e sarà, stando alle regole interne, la rete con un referendum online a decidere dove si siederanno gli eurodeputati: “Grillo vuole l’Europa come comunità? Deve smetterla di prendere in giro le persone. Io non so cosa pensano i ‘grillini’ perché il loro leader non permette agli altri di esprimere posizioni diverse. Se non sono d’accordo con Grillo, lo sfiducino e poi potremo parlare”. A preoccupare è stata la scelta di avvicinare l’Ukip: “Non spetta a me”, continua Butikofer, “dire che tipo di politico è Farage. Gli italiani si informino e si facciano una loro idea. Per me è un populista, autocrate, anti-europeo e reazionario. I Verdi non possono fidarsi di Beppe Grillo, non dopo che è andato a cercare l’Ukip”. Butikofer dice che non si muoveranno per cercare i 5 stelle, ma staranno ad aspettare ancora: “Noi siamo qui”. http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05/31/m5s-grillo-difende-farage-e-attacca-i-verdi-replica-noi-ci-siamo-ma-no-a-insulti/1008441/

Il sistema «atomico» delle scorie a Borgo Sabotino

http://ilmanifesto.it/il-sistema-atomico-delle-scorie-a-borgo-sabotino/

Depo­siti prov­vi­sori per rifiuti radioat­tivi, cemento, subap­palti, società casa­lesi e nomi inquie­tanti. Imprese che nascono all’improvviso, ope­rano nell’ombra e poi scom­pa­iono attra­verso il clas­sico mec­ca­ni­smo delle sca­tole cinesi. Non stiamo par­lando di una “sem­plice” sto­ria di maz­zette, come quella che inte­ressa le cen­trali nucleari di Salug­gia e Trino Ver­cel­lese, finite sotto inda­gine da parte della pro­cura di Milano nell’ambito della più com­plessa inchie­sta rela­tiva alla rea­liz­za­zione dell’Expo 2015. In essa sono coin­volti il gruppo Mal­tauro, i soliti fac­cen­dieri di turno e due ex alti diri­genti della Sogin, la società par­te­ci­pata al 100% dal mini­stero dell’Economia che si deve occu­pare dello sman­tel­la­mento degli impianti nucleari del nostro paese. Que­sta sto­ria è ben più inquie­tante e riguarda la costru­zione del depo­sito prov­vi­so­rio di sco­rie nucleari che dovrebbe acco­gliere i rifiuti radioat­tivi pro­ve­nienti dallo sman­tel­la­mento della cen­trale ato­mica di Latina, a soli 60 km da Roma. Una sto­ria che pro­prio nella capi­tale ha visto svol­gere le trame più impor­tanti con il bando ini­ziale per la rea­liz­za­zione dell’impianto, poi gestite sostan­zial­mente dalle parti di Casal di Prin­cipe (Caserta).

LO SHOW DA FAZIO ALL’ULTIMO SANREMO

Tutto ini­zia con un invo­lon­ta­rio colpo di tea­tro durante la prima serata del Festi­val di San­remo di quest’anno. Fazio aveva appena ini­ziato a par­lare quando nel buio della sala qual­cuno ini­ziò a gri­dare. Erano due uomini che minac­cia­vano di but­tarsi dai piani alti del Tea­tro Ari­ston. Otten­nero che il noto pre­sen­ta­tore leg­gesse in diretta la loro lettera-appello, anche a nome dei loro com­pa­gni di lavoro. Da oltre un anno non rice­ve­vano lo sti­pen­dio. Da lì il loro gesto dispe­rato pro­prio all’inizio del più popo­lare pro­gramma di intrat­te­ni­mento della tele­vi­sione ita­liana. Nei fatti era l’ennesimo ten­ta­tivo di por­tare l’attenzione dell’opinione pub­blica su una ver­tenza occu­pa­zio­nale che ormai non aveva lasciato alter­na­tiva agli autori della pro­te­sta. Il giorno dopo le cro­na­che ripor­ta­rono vaghi rife­ri­menti al loro gesto.
Ma chi erano quei due lavo­ra­tori e quale tipo di ver­tenza sta­vano rap­pre­sen­tando con quell’eclatante azione?
Erano due dipen­denti del Cub, il Con­sor­zio Unico di Bacino, che si occupa dello smal­ti­mento dei rifiuti nelle pro­vince di Caserta e Napoli. Un Con­sor­zio com­mis­sa­riato lo scorso anno a seguito di un’inchiesta della Pro­cura della Repub­blica di Santa Maria Capua Vetere (Ce). Le ipo­tesi di reato con­te­state erano truffa aggra­vata ai danni di un ente pub­blico, falso ideo­lo­gico e abuso d’ufficio. Secondo i magi­strati la truffa con­si­steva nel creare falsi pre­sup­po­sti di urgenza per ese­guire deter­mi­nati lavori di neces­sità dell’ente appal­tante. In sostanza si trat­te­rebbe (le inda­gini sono ancora in corso) di una delle tante «emer­genze» tipi­ca­mente ita­liane. «Emer­genze» che negli ultimi anni stanno accom­pa­gnando quasi tutti gli affari delle varie cric­che degli appalti pubblici.

L’EMERGENZA PERENNE

Il mec­ca­ni­smo è sem­plice: con le «emer­genze» sal­tano tutte le pro­ce­dure pre­vi­ste dalla nor­ma­tiva euro­pea per le gare ad evi­denza comu­ni­ta­ria. In que­sto caso gli appalti, oppor­tu­na­mente fra­zio­nati per stare sotto la soglia di spesa pre­vi­sta per la gara pub­blica (anche se si tratta di un unico inter­vento com­ples­sivo), veni­vano affi­dati sem­pre e solo a due ditte, natu­ral­mente a prezzi gon­fiati. Secondo l’accusa ad avvan­tag­giarsi del mec­ca­ni­smo truf­fal­dino erano sem­pre due aziende del posto: la Edil Eco Sud Srl e la Green Impre­sit Srl, i cui ammi­ni­stra­tori di fatto, secondo gli inqui­renti, erano rispet­ti­va­mente Luigi e Fran­ce­sco Caprio. Tant’è che alla fine dello scorso mese di set­tem­bre il tri­bu­nale di Santa Maria Capua Vetere ha emesso un prov­ve­di­mento di seque­stro pre­ven­tivo nei con­fronti di entrambe le società. Gli ille­citi accer­tati risal­gono agli anni 2009 e 2010. Pro­prio men­tre una delle due società inda­gate, la Green Impre­sit Srl, aveva rice­vuto in sub appalto la rea­liz­za­zione del cosid­detto depo­sito prov­vi­so­rio delle sco­rie deri­vanti dallo sman­tel­la­mento della vec­chia cen­trale nucleare di Borgo Sabo­tino a Latina. Un appalto red­di­ti­zio, più con­si­stente di quelli sotto inda­gine nel caser­tano ma anche dai con­torni inquietanti.

IL DEPO­SITO PROV­VI­SO­RIO DELLE SCORIE

La vicenda della rea­liz­za­zione di que­sto deli­cato impianto era ini­ziata nel 2003, quando il governo Ber­lu­sconi dichiarò l’emergenza (una delle tante) per lo smal­ti­mento di rifiuti nucleari in tutto il paese. Causa rischio ter­ro­ri­smo scattò una pro­ce­dura che doveva por­tare alla messa in sicu­rezza di tutti i nostri impianti ato­mici. Un rischio giu­di­cato da alcuni esperti pari a zero, visto che tutte quelle strut­ture erano ormai ferme da decenni e svuo­tate dal corpo del reat­tore del com­bu­sti­bile ato­mico. Ma per la logica delle «emer­genze» que­sto era solo un det­ta­glio. Nel ruolo di Com­mis­sa­rio Straor­di­na­rio venne nomi­nato il gene­rale Carlo Jean (con­su­lente mili­tare dell’ex Pre­si­dente della Repub­blica Fran­ce­sco Cos­siga), da poco nomi­nato dallo stesso governo Ber­lu­sconi pre­si­dente della Sogin. Con il prov­ve­di­mento com­mis­sa­riale ven­nero sospese oltre 20 leggi nazio­nali, tra cui quelle edi­li­zie, i vin­coli pae­sag­gi­stici e per­sino lo Sta­tuto dei Lavo­ra­tori. Ina­spet­tata infine fu la deci­sione di indi­vi­duare a Scan­zano Jonico la sede del depo­sito unico nazio­nale di tutte le sco­rie nucleari del nostro paese. Non se ne fe fece nulla per la pro­te­sta delle popo­la­zioni, ma solo ora è chiara anche l’intera que­stione. Per­ché le «emer­genze» costruite a tavo­lino hanno sem­pre un piano B.

NON C’È GARA, VINCE AEDARS

Tra i poteri straor­di­nari di Carlo Jean vi era anche quello di appro­vare con atto pro­prio, pre­vio parere non vin­co­lante degli enti locali, la rea­liz­za­zione dei cosid­detti depo­siti prov­vi­sori per i rifiuti radioat­tivi. L’ordinanza per il sito di Latina fu ema­nata nel luglio 2006 e fu la prima del genere in Ita­lia. La Sogin pub­blicò il rela­tivo bando nell’estate del 2007. L’iter di legge seguito era quello della «pro­ce­dura ristretta»: in base a que­sta norma l’ente appal­tante indi­vi­dua da sé i sog­getti ido­nei ad ese­guire deter­mi­nati lavori e li invita a pre­sen­tare delle offerte. In que­sto caso gli invi­tati erano 4. In que­sto paese spesso avviene che a que­gli inviti non risponde nes­suno per cui la gara, pur in un periodo di crisi come quello attuale, viene dichia­rata deserta. Que­sto ini­zial­mente è stato il caso dell’impianto di Salug­gia oggetto delle inda­gini della pro­cura di Milano; lo si può riscon­trare dallo stesso sito della Sogin. Un appalto plu­ri­mi­lio­na­rio che appa­ren­te­mente inte­res­sava poco, tanto che non erano per­ve­nute offerte utili. Poi si è visto che di inte­resse ce ne era invece molto. Per­ché quando la gara è dichia­rata deserta le strade che si pos­sono seguire sono due: o si rifà il bando rico­min­ciando tutto dac­capo, oppure si pro­cede all’assegnazione diretta.
In questo secondo caso l’appaltante affida i lavori sostanzialmente a chi vuole
Tutto que­sto negli ultimi anni è stato reso legale da leggi che qual­cuno ha giu­sta­mente defi­nito immo­rali. Dun­que a Latina gli invi­tati erano in que­sto caso quat­tro; vinse il Con­sor­zio sta­bile Aedars, con sede a Roma, per un importo di oltre 4 milioni di euro e con un ribasso del 23% rispetto alla base d’offerta. I Con­sorzi sta­bili sono aggre­gati di società che ope­rano com­ples­si­va­mente nello stesso set­tore al fine di par­te­ci­pare alle gare pub­bli­che per poi asse­gnare ad alcuni dei suoi com­po­nenti i lavori in oggetto, pre­vio accordo interno. Que­sti Con­sorzi, soprat­tutto nel set­tore delle costru­zioni, hanno gene­ral­mente una grande impresa come capo­fila: anche la Mal­tauro sotto inchie­sta a Milano ne ha uno.
Per quanto riguarda il Con­sor­zio sta­bile Aedars, la società capo­fila si chiama Fra­cla Srl, anch’essa con sede a Roma, la quale ne detiene il 65,63% delle azioni. Poi c’è la vene­ziana Ope­rae Srl con il 12,5%, seguita da una qua­ran­tina di società con sede in tutta Ita­lia, ma soprat­tutto in Cam­pa­nia, Cala­bria e Sici­lia, che a loro volta deten­gono lo 0,52% delle azioni cia­scuna. Tra que­ste ultime tutt’oggi figura come socio pro­prio la Green Impre­sit Srl finita sotto inchie­sta a Santa Maria Capua Vetere. All’epoca dell’assegnazione dell’appalto a Latina la Fra­cla Srl era a sua volta con­trol­lata dalla Banca Fin­nat Eura­me­rica SpA (società quo­tata in Borsa) che fa capo a Giam­piero Nat­tino. Nel con­si­glio di ammi­ni­stra­zione di que­sta Banca siede tutt’oggi il noto costrut­tore Fran­ce­sco Cal­ta­gi­rone, men­tre lo stesso Giam­piero Nat­tino a sua volta siede nel cda della Cal­ta­gi­rone Edi­tore SpA. Ma tor­niamo all’esito della nostra gara. Il Con­sor­zio Aedars par­te­cipò al bando per il depo­sito prov­vi­so­rio nel capo­luogo pon­tino per conto pro­prio della Fra­cla srl Srl, non­ché della Cea Elet­tric Srl di Mon­talto Uffugo (Cosenza) e della VI.CAR. Srl di San Giu­seppe Vesu­viano (Napoli). Que­sto almeno appa­riva come accordo interno al Con­sor­zio. Lo si evince dall’esito del bando che è stato sal­vato in tempo prima che spa­risse dal sito uffi­ciale della Sogin.
Invece di pro­ce­dere alla rea­liz­za­zione dell’opera, dopo alcuni mesi, le tre società in que­stione, attra­verso un giro di trian­go­la­zioni socie­ta­rie, affi­dano i lavori ad altre ditte. Perno di tali trian­go­la­zioni divenne pro­prio la Green Impre­sit Srl di Fran­ce­sco Caprio, pro­prie­ta­rio anche di un’altra società inte­stata diret­ta­mente con il suo nome e cognome e attual­mente resi­dente a Casal di Prin­cipe (CE). All’epoca della trian­go­la­zione degli appalti per la rea­liz­za­zione del depo­sito prov­vi­so­rio di Latina la Green Impre­sit era part­ner in quell’opera della Sil­cei Srl che aveva sede a Santa Maria Capua Vetere. Lo stesso luogo dove nel frat­tempo la locale pro­cura aveva avviato l’inchiesta sulle emer­genze costruite a tavo­lino dai refe­renti del Con­sor­zio Unico di Bacino.

REA­ZIONE A CATENA, DI FALLIMENTI

Dalle parti di Latina comun­que tutto filava liscio. In par­ti­co­lare risulta che la Sil­cei, recen­te­mente dichia­rata fal­lita dal Tri­bu­nale di Iser­nia dove nel frat­tempo ne era stata tra­sfe­rita la sede, era ed è di pro­prietà di Anto­nio a Angelo Sal­zillo entrambi resi­denti a Can­cello ed Arnone (CE), nella stessa strada e presso numeri civici poco distanti tra loro. La Sil­cei con­trolla il 100% del capi­tale sociale della Società Con­sor­tile Latina a r.l. che aveva ini­zial­mente rice­vuto il sub appalto dalle tre con­sor­ziate Aedars Spa. Anche per que­sta impresa le coin­ci­denze abbon­dano. In pri­mis, pur avendo un nome pre­sunto «lati­nense» aveva la sua sede legale ini­ziale a Roma salvo poi essere tra­sfe­rita prima a Santa Maria Capua Vetere e infine a Iser­nia. Secondo poi anche que­sta società risulta oggi fal­lita, in que­sto caso con un prov­ve­di­mento del tri­bu­nale di Roma del feb­braio 2013. Dun­que il qua­dro delle tre società che mate­rial­mente si sono occu­pate della costru­zione del depo­sito prov­vi­so­rio per i rifiuti radioat­tivi della cen­trale di Latina è il seguente: la Green Impre­sit sotto inchie­sta a Santa Maria Capua Vetere, Società Con­sor­tile Latina e SILCEI dichia­rate fal­lite, quest’ultima con pro­ce­dura con­cor­da­ta­ria.
Non è pro­prio il mas­simo che ci possa atten­dere nella rea­liz­za­zione di una strut­tura stra­te­gica e deli­cata appar­te­nente alla Sogin, cioè allo stato ita­liano, e finan­ziata con denaro pubblico.

SPUN­TANO ’NDRAN­GHETA E CASALESI

Anche per­ché per i resi­denti dalle parti di Latina, in par­ti­co­lare a Borgo Mon­tello, i nomi dei tito­lari di que­ste società richia­mano alla mente brutti ricordi. In par­ti­co­lare quelli legati alle dichia­ra­zioni del pen­tito di camorra Car­mine Schia­vone che aveva indi­cato un altro Anto­nio Sal­zillo come colui che si occu­pava, fin dalla fine degli anni Ottanta, dello smal­ti­mento ille­gale di rifiuti indu­striali tossico-nocivi nella locale disca­rica. Per que­sti loschi traf­fici nel 1995 venne bar­ba­ra­mente ucciso, in seguito alle sue denunce, Don Cesare Boschin, par­roco della locale cano­nica. Quest’altro Anto­nio Sal­zillo, appa­ren­te­mente di secondo piano nelle dichia­ra­zioni del pen­tito, in realtà è il nipote diretto di Erne­sto Bar­del­lino, il «cer­vello» del clan dei Casa­lesi, messo a “farsi le ossa” nel ter­ri­to­rio pon­tino, ucciso nel marzo 2009 dall’altra fazione del suo clan ori­gi­na­rio (quello rima­sto fedele a Fran­ce­sco Schia­vone detto San­do­kan) pro­prio a Can­cello ed Arnone. Un comune che ha circa 5 mila abi­tanti, come tanti in Ita­lia, dove tutti si cono­scono bene.
Nel set­tem­bre del 2013 il Con­sor­zio sta­bile Aedars SpA a cui la Sogin aveva ini­zial­mente affi­dato l’appalto ha rice­vuto un’interdizione per infil­tra­zioni mafiose dalla Pre­fet­tura di Roma. A quanto risulta la Fra­cla Srl era diven­tata di pro­prietà di un espo­nente del clan cala­brese dei Mol­lica. Di con­se­guenza sono stati revo­cati ovun­que gli appalti che il Con­sor­zio stesso aveva in essere con enti pub­blici. In par­ti­co­lare a Quarto Oggiaro, un quar­tiere a Nord di Milano, dove doveva costruire 48 alloggi popo­lari, risultò che la Fra­cla Srl, subap­pal­tata dopo il disbrigo delle for­ma­lità anti­ma­fia, aveva in orga­nico due impie­gati e un ope­raio: deci­sa­mente poco per un appalto di tale rilevanza.

MA PER IL TAR DEL LAZIO È TUTTO OK

Qual­che set­ti­mana fa comun­que il Con­sor­zio Aedars ha vinto davanti al Tar del Lazio il ricorso con­tro il prov­ve­di­mento della Pre­fet­tura di Roma. L’infiltrazione mafiosa non risul­te­rebbe pro­vata in quanto nes­suna delle società con­sor­ziate sarebbe impu­tata di reati così gravi. Si spera nel Con­si­glio di Stato.

E SOGIN RICOMINCIA

Le sca­tole cinesi non sono infi­nite e alla fine la verità si trova. Il depo­sito prov­vi­so­rio per i rifiuti radioat­tivi di Borgo Sabo­tino, pur essendo un’opera par­ti­co­lar­mente deli­cata dal punto di vista della sicu­rezza pub­blica, non è stato ulti­mato. Anzi sono emerse per­sino delle imper­fe­zioni costrut­tive. Nel 2012 la Sogin ha dovuto effet­tuare un nuovo bando per com­ple­tare l’opera. I lavori riguar­da­vano la «sigil­la­tura di micro-fessure e fini­tura interna (così recita il titolo del nuovo bando) della strut­tura». Per tale motivo sono stati messi a gara altri 560 mila euro. L’appalto è stato aggiu­di­cato con un ribasso del 33%. Ano­ma­lie denun­ciate anche dal quin­di­ci­nale di Latina Il Caffè.
Il depo­sito è stato inau­gu­rato il 14 aprile scorso alla pre­senza di alcuni par­la­men­tari, del Pre­fetto e del Vice­sin­daco di Latina. L’attuale ammi­ni­stra­tore dele­gato di Sogin Ric­cardo Casale, a cui si deve rico­no­scere un’energica svolta nella gestione della società fin dal suo inse­dia­mento, ha rap­pre­sen­tato l’iniziativa come una grande ope­ra­zione di tra­spa­renza. Sarebbe utile che tale tra­spa­renza inte­res­sasse in pri­mis la Sogin, visto che l’esito del rela­tivo bando ini­ziale (ma anche quello della cen­trale del Gari­gliano) non com­pare più nel suo sito ufficiale.

Una società con­trol­lata al 100% dallo stato ita­liano dovrebbe chia­rire come ha con­dotto e con­trol­lato l’evoluzione di que­sta «strana» vicenda e come sia pos­si­bile affi­dare lavori così deli­cati ad un intrec­cio di società così fra­gili e dai nomi tanto inquietanti.

"Il lago di Paola e la pompa di Caterattino, è ora che Bazuro si assuma oneri e responsabilità"

Il consigliere Piero Giuliani attacca e preannuncia la richiesta di verifiche sulle attività agrituristiche

Dopo l’ultimo mistero attorno al lago di Paola, la schiuma bianca provocata da una dose massiccia di detersivo (la cui presenza nel canale romano resta inspiegabile), il consigliere comunale di maggioranza Piero Giuliani prova a rivelare la sua verità: “Siamo di fronte ad un lago privato, utilizzato da privati a spese del Comune”.
LA POMPA DI CATERATTINO. A sollecitare l’intervento del consigliere è stata una recente richiesta, da parte di Andrea Bazuro (figlio di Anna Scalfati, proprietaria del lago, e amministratore delegato dell’Azienda Vallicola del Lago di Paola), rivolta al settore Ambiente per chiedere se la pompa di Caterattino fosse funzionante. Giuliani, che non la manda a dire a nessuno, è insorto: “Le spese per la pompa sono a carico del Comune ed ha sempre funzionato. Che domanda fa Bazuro? Forse Bazuro vuole fuorviare altre responsabilità visto che gli è stato chiesto, da parte degli organi competenti, di fornire tutta la dovuta documentazione planimetrica degli edifici di sua proprietà e che, allo stato attuale, sembrerebbe, non essere in grado di esibire? O, forse, vuole ripercorrere l'iter che ha portato al risarcimento per inquinamento ai suoi avi? Il lago di Paola - afferma - è utilizzato esclusivamente dal privato con varie attività che nulla portano alla collettività”.
L'AGRITURISMO ITTICO. Giuliani annuncia che, per interesse della collettività, si adopererà per verificare, presso gli uffici dell’ente comunale e non, quali siano le attività che si svolgono sullo specchio lacustre. “Vogliamo parlare dell’agriturismo ittico?”, incalza Giuliani. “Chi svolge attività di agrituristica – spiega il consigliere – deve essere conduttore del fondo. Bazuro è conduttore dell’Ittica Lago di Paola, attività principale per effettuare agriturismo?”   
GLI ONERI DEL LAGO. Con un balzo Giuliani ritorna alla pompa di Caterattino: “Ha fatto bene il responsabile del settore Ambiente a specificare che ‘ la pompa svolge un'attività del tutto funzionale alla salute di un lago che non risulta di proprietà dell'ente e che, la stessa, integra un contributo di presidio volontario, non obbligato’. “E' ora - onclude il consigliere - che Bazuro, rivendicando la proprietà del lago, si assuma anche gli oneri e la responsabilità dei danni arrecati ai cittadini”. http://www.corrieredilatina.it/news/notizie-locali-centro/6873/-Il-lago-di-Paola-e.html

Sabaudia, non si ferma la polemica sul poligono vista mare, anche le finte associazioni ambientaliste care alla casta fanno finta di nulla

Ci sono ancora dei punti da chiarire, secondo Antonio Ciriello, portavoce del comitato cittadino Sabaudia Futura in merito alla questione del poligono. Nei giorni scorsi, sulla stampa locale era apparsa la replica del generale Cesare Alimenti a capo del Comaca che in sostanza smentiva che all’interno del poligono vi fossero ancora attività militari almeno da 16 mesi a questa parte. Per Ciriello questa sarebbe una verità parziale almeno se quanto riportato sull’albo pretorio del Comune di Sabaudia è vero. Parliamo di una serie di ordinanze che attestano l’attività all’interno del poligono compresa quella per l’interruzione delle esercitazioni per i mesi estivi. Va ricordato comunque che il poligono non viene utilizzato solo dall’esercito ma anche dalle forze di polizia. Comunque Ciriello replica e chiede lumi aggiungendo però un elemento nuovo. C’è infatti, confrontando planimetrie e cartine, un grosso punto interrogativo che riguarda l’area del poligono.
“Non è tardata ad arrivare – si legge nella nota di Ciriello –  la risposta sulla vicenda della localizzazione del poligono di tiro militare di Sabaudia. Questa volta i toni, almeno quelli del Generale Alimenti, sembrano attenuati e se ne prende atto. Tuttavia, è necessario precisare che risulta infondata l’ affermazione del Generale che ‘nessuno spara ai Pantani d’Inferno da 16 mesi’ in quanto clamorosamente smentita dall’ Ordinanza n. 20/2014 del Comando Militare della Capitale per lo svolgimento di esercitazioni “a fuoco” che dimostra che il sito è stato utilizzato nei giorni 5, 6, 8, 9, 12 e 22 maggio 2014 e anche dal 17° Reggimento Artiglieria C/A “Sforzesca”. Quanto riportato dai mezzi di informazione, pertanto, necessita di una rettifica al fine di una informazione corretta e trasparente dato che alcuni articoli di stampa sono stati incentrati proprio sul fatto che il poligono non viene più utilizzato.
Niente di personale nei confronti del Generale Alimenti, che almeno nella vicenda ci mette la faccia mentre altri nicchiano, ma siamo alle solite. Anche questa volta si parla di strumentalizzazione, di ciclica ripresentazione del problema in occasione di elezioni politiche, di provocazione, invece di rispondere ai seguenti interrogativi : l’attuale poligono di tiro è localizzato in luogo diverso da quello riportato sui documenti ufficiali ovvero si sta sparando e si è sparato per decenni al posto sbagliato? La duna ove per decenni si è sparato fa parte del poligono di tiro? E’ opportuno il permanere di un poligono di tiro in un Parco Nazionale e in area a tutela integrale? Le attività militari che per decenni hanno interessato il sito hanno portato ad un inquinamento da piombo della duna e delle aree circostanti che dovrebbe essere oggetto di bonifica? Si stanno utilizzando i sacchi ‘para palle’ o si spara ancora sulla duna? Strano che nessuno si assuma la responsabilità di dire semplicemente si o no e voglia replicare con illazioni mascherate da risposte.
E non è indispensabile che siano le Autorità militari e civili a dare le risposte in quanto potrebbero farsi carico della questione, viste le implicazioni di carattere ambientale e naturalistiche, anche quelle Associazione Ambientaliste molto attive sul territorio ma che fino ad oggi sul poligono di tiro hanno fatto finta di non vedere, non sapere e non sentire. Ciò anche alla luce dell’invito del Gen. Alimenti di sedersi intorno ad ‘un tavolo per trovare un accordo che soddisfi tutti’.
Chiediamo scusa alle parti interessate ma su questa vicenda non potrà calare il silenzio, come qualcuno pretenderebbe”.
L’altro filone da seguire per Ciriello è quindi quello delle bonifiche necessarie rispetto ad un’area in cui ad oggi, non sono stati apposte le indicazioni che delimitano solitamente le zone militari. Il che vuol dire che chiunque, nei mesi estivi parcheggiando l’auto proprio a ridosso del poligono può scendere a fare una passeggiata. Il presidente di Sabaudia Futura sembra comunque essere intenzionato ad andare avanti. Se l’ipotesi di un poligono localizzato per anni nell’area sbagliata fosse confermata, cosa potrebbe accadere? http://www.h24notizie.com/news/2014/05/31/sabaudia-non-si-ferma-la-polemica-sul-poligono-vista-mare/

caos rifiuti: commissariare Regione Lazio e comuni incapaci ad attuare la raccolta differenziata almeno al 65%

Fabrizio Cirilli assessore all'ambiente e vice sindaco del comune di Latina: in tema di rifiuti anche un bambino delle scuole elementari potrebbe far meglio della giunta Zingaretti del pd, legambiente. Giusto ma anche un bambino saprebbe far meglio dei troppi comuni che hanno la raccolta differenziata dal di sotto del 65% o addirittura del 30 o del 20%. Giusto commissariare la regione Lazio e perchè allora non commissariare tutti i comuni che non sono capaci di adottare la raccolta differenziata almeno del 65? www.ilgiornaledilatina.it/archivio/2014/05/31/index.html#p=8

Il Comitato Cittadino Acqua Pubblica Aprilia risponde ad Acqualatina Addessi: “Autogol”

“Ancora una volta [1] i vertici di Acqualatina Addessi (presidente) e Besson (amministratore delegato), rispondendo ai nostri comunicati stampa ci accusano di falso… facendo autogol.
Relativamente al nostro ultimo comunicato stampa del 24 scorso “Eredità Cusani la tariffa nella tariffa per assicurare altri 46 milioni ad Acqualatina” il gestore sostiene che abbiamo detto queste falsità:
DSCN7557AQL 1: “In primo luogo la tariffa: il Comitato continua a diffondere notizie false in merito all’approvazione del nuovo metodo tariffario con particolare riferimento, questa volta, al recupero delle partite pregresse. Si è più volte chiarito che i Sindaci ed il Gestore non hanno nulla a che vedere con l’inserimento, nelle tariffe dal 2012 in poi, dei costi relativi al recupero delle perdite pregresse in quanto tale voce è prevista dal nuovo metodo tariffario definito dall’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Servizio Idrico (AEEGSI)”.
Bugia 1: Ai sensi dell’art. 31.1 dell’allegato A alla deliberazione AEEGSI 643/2013 i conguagli relativi a periodi precedenti al 2012, “…sono quantificati ed approvati, entro il 30 giugno 2014, dagli enti d’ambito…”. Quindi per essere riconosciuti in tariffa devono essere quantificati ed approvati dalla conferenza dei sindaci entro il 30/9/2014.
Noi capiamo che il gestore fa il brutto ed il cattivo tempo con i sindaci per cui si aspetta che questi approveranno in silenzio, ma se vogliono i sindaci possono non approvare la “Tariffa nella tariffa” relativa alle gestioni 2003-2011.
acqualatinaAQL 2: “Altre ricostruzioni fantasiose seguono, da parte del Comitato, in un costrutto confuso quanto infondato e lontano dalla realtà. Un esempio per tutti è quello relativo al servizio per le isole di Ponza e Ventotene: la Società non ha mai potuto prendere in carico la gestione né, quindi, ha mai imputato alcun costo in tariffa”.
Bugia 2: Ai sensi del protocollo d’intesa Trasporto acqua isole pontine di cui alla DGR n.59 21-1-2005 “… la Regione Lazio si impegna ad assicurare… non oltre il 31 dicembre 2006, il trasporto dell’acqua alle isole. Oltre tale data, anche se per qualsiasi motivo non fossero stati realizzati gli impianti di dissalazione, il trasporto ordinario dell’acqua per le isole sarà svolto da Acqualatina S.p.A. con oneri a carico della tariffa del servizio idrico integrato di ATO4”.
Gli oneri di circa 2 milioni annui già previsti in tariffa per anni 2003 – 2005 sottoscritti all’esito del bando di gara con il quale al gestore è stato aggiudicata la gestione. Oltre 4 milioni 417mila euro per il 2008. Poi dal 2009 al 2011 sono stati inseriti costi annui di circa 3 milioni per la gestione dei dissalatori inesistenti.
Ciò che a noi non sfugge è che al gestore è stata assicurata una tariffa più alta senza sostenere questi (… ed altri) costi previsti. E siccome gli aumenti percentuali di anno si calcolano sulla tariffa precedente, la “tariffa gonfiata” con costi non pagati ha dato al gestore benefici ridondanti negli anni. Se dal primo anno di gestione fossero stati tolti i costi per il trasporto acqua alle isole, ci sarebbe stato un risparmio [2] tariffario del 5,23%. Se poi fossero stati tolti anche i costi annui di 1 milione 800mila euro dei canoni ai consorzi di bonifica non pagati, la tariffa si sarebbe ridotta [3] ulteriormente del 4,71%.
acqualatinaInoltre il gestore sostiene che “il Comitato evita, sempre e accuratamente, di parlare della morosità… che con 17 milioni di euro di debito… la città di Aprilia, dove opera il Comitato, è diventata da sola simbolo di un triste primato”.
Questo Comitato ha sempre parlato di morosità… quella del gestore. Documentata e conclamata.
Mentre per tutte le persone che aderiscono all’azione civica del Comitato chiediamo rispetto. Il gestore finché non avrà dimostrato le sue ragioni potrà solo parlare di fatturato insoluto e non di morosi perché i cittadini di Aprilia si sono messi e si mettono in gioco in prima persona, nelle regole e nella trasparenza che li ha distinti finora a beneficio di quanti o si nascondono (veri morosi) o si lamentano senza agire (in attesa che altri agiscano per loro)… come piace al gestore.
La verità è che sia il comitato che i cittadini con la loro resistenza civica e la capacità di agire in autonomia e senza tutele o sottomissioni politiche di sorte danno fastidio ai manovratori ed ai manovrati.
Altro che guerra ai morosi, qui si vuole nascondere che per inefficienza del gestore ogni anno si spendono oltre 7 milioni e 500mila euro per energia elettrica [4] che non si recuperano con le bollette e di questi ben 5 milioni e 400mila euro per perdite di rete. Vuol dire che in 10 anni sono andati sprecati oltre 50 milioni di euro per energia elettrica per perdite di rete.
La tattica di Acqualatina per coprire le sue inefficienze e utilizzare la foglia di fico della morosità è molto semplice da comprendere: mettere la “guerra tra i poveri” utenti contro utenti per azzittire il comitato sulle mille ombre dell’Acqua Politica Latina.
Peccato per loro perché tanti cittadini ed amministratori ci inviano continui attestati di stima e ci chiedono aiuto riconoscendo che senza la nostra incessante azione civica tutto sarebbe passato in cavalleria… come qualcuno sperava.
Quando Addessi e Besson desiderano, noi siamo pronti a confrontarci in pubblico … sulle loro bugie”.
Comitato cittadino acqua pubblica di Aprilia
ATO4 delibera n.6 14-7-2006 Sviluppo tariffa trentennale fino 2032
[1] comunicato stampa 10/8/ 2012 “Presidente Addessi stia calmo e si prepari al confronto pubblico” e comunicato stampa 25/1/2014 “Indimidazioni a mezzo stampa?”
[2] Per il primo anno la tariffa è stata calcolata per coprire costi totali per 76miliari470milioni di £ di cui 4miliardi per trasporto acqua alle isole. Per cui 4000/76,470 = 5,23% è il contributo del costo del trasporto acqua sulla tariffa.
[3] Per il primo anno la tariffa è stata calcolata per coprire costi totali per 76miliari470milioni di £ di cui 3miliardi600milioni per il contributo canoni ai Consorzi di Bonifica. Per cui 3600/76,470 = 4,71% è il contributo del costo canoni Consorzi.
[4] comunicato stampa 25/5/2013 “Mi faccia il piacere!” http://www.h24notizie.com/news/2014/05/31/il-comitato-cittadino-acqua-pubblica-aprilia-risponde-ad-acqualatina-autogol/

il grillotalpa, Marco Travaglio e gli errori del M5S europee 2014 tra Nigel Farage Ukip, gli xenofobi e verdi

di Marco Travaglio
Ci sono tre modi per riaversi da una sconfitta.
1) Negarla, autoconsolandosi con formulette
e scuse da Prima Repubblica (la sostanziale
tenuta, lo zoccolo duro, il consolidamento della
base, la presenza sul territorio, la stampa cattiva,
gli elettori che non hanno capito, il destino cinico
e baro). 2) Piangersi addosso, crogiolandosi,
arroccandosi e incattivire in un dorato e sdegnoso
isolamento dal mondo esterno, visto immancabilmente
come ostile e incomunicabile. 3)
Analizzare le cause dell’insuccesso, magari con
l’aiuto di qualche esperto vero, e ripartire di slancio
per rimuoverle, facendo tesoro degli errori e
guardando avanti. Le prime due reazioni non
portano lontano: sia i comodi alibi sia le lacrime
appannano la vista. Eppure è proprio altalenando
fra la prima e la seconda che si muovono i
5Stelle dopo la batosta europea. E dire che lunedì
sia Grillo (con il video autoironico sul Maalox)
sia Casaleggio (con la frase: “Dobbiamo sorridere
di più”) sembravano aver capito la lezione.
Poi, da martedì, è stato tutto un retrocedere e un
avvitarsi in cupe e cacofoniche sedute di autoincoscienza,
culminate nell’incredibile incontro
fra Grillo e il leader nazionalista, xenofobo e nuclearista
britannico Nigel Farage. Ha un bel dire
Beppe che “Nigel è simpatico”: pare che sia pure
vero, è un battutista impenitente, veste da dandy
e la sua foto giovanile in versione punk fa sbellicare.
Ma allora? De Gasperi ed Einaudi, i più
grandi statisti dell’Italia repubblicana, non
sprizzavano certo simpatia. In compenso Berlusconi,
il peggiore premier della storia repubblicana
e anche monarchica, è a suo modo e in
piccole dosi simpatico. Ma un conto sono i tratti
umani, un altro le idee e i programmi politici:
non erano stati proprio i 5Stelle a dire che in
Europa si sarebbero seduti accanto alle forze più
vicine o meno lontane al loro programma? Quello
pentastellato è semplice e scarno, sette punti
appena: nemmeno una virgola in comune con
quello dell’Ukip, che vuole cacciare dal Regno
Unito tutti i cittadini nati altrove (Italia compresa).
In compenso moltissimi punti in comune
con i Verdi, sia per le politiche ambientali ed
energetiche, sia per un’Europa intesa come comunità
dei cittadini e non come casta delle lobby
finanziarie. Se proprio Grillo voleva levarsi lo
sfizio di farsi un bicchierino con Farage, cosa
fatta capo ha (anche se quel pranzo ha sconcertato
i suoi elettori che, proprio perché non sono
né di destra né di sinistra”, non hanno nulla a
che fare con xenofobia e nazionalismo; in compenso
ha fatto felici gli avversari che non vedevano
l’ora di dipingerlo come il nuovo Hitler).
Ora però segua le regole del suo movimento e
ascolti gli eletti ed elettori, che vedono la sola
ipotesi Farage come il fumo negli occhi (anche se
l’Ukip fosse solo un taxi). Non occorre neppure
consultare la Rete per capire che la proposta indecente
verrebbe bocciata, con numeri ben più
schiaccianti di quelli che smentirono G&C sul
reato di clandestinità e sull’incontro con Renzi.
Un buon punto di ripartenza è il documento dello
staff Comunicazione che, accanto a bizzarrie
pittoresche (il trench scuro e i boccoli di Casaleggio
che fan perdere voti), contiene analisi serie
e impietose della sconfitta. Ed è pure la smentita
della leggenda nera che vuole tutti i “grillini”
teleguidati dal Capo e dal Guru. Ieri, sul sito del
Fatto , la co-presidente dei Verdi Europei Monica
Frassoni ha invitato i 5Stelle al dialogo e non ha
escluso di accoglierli nel gruppo parlamentare.
Grillo la conosce bene: nel 2007 fu proprio lei ad
aprirgli per la prima volta le porte dell’Europarlamento.
Il posto giusto per i 5S è accanto agli
ambientalisti, che potrebbero rivelarsi molto
utili nelle battaglie contro le mille Ilva (ben appoggiate
da destra e sinistra) e contro quel mostro
che è il Tav Torino-Lione (sostenuto da destra
e sinistra, in cambio di cosa magari un giorno
lo scoprirà qualche pm), oltreché contro l’Europa
dei banchieri & affaristi (amici di destra e
sinistra). L’importante è aprire gli occhi, evitando
che Grillo diventi un grillotalpa. il fatto quotidiano 31 maggio 2014


Ilva, il giudice: risarcire i condomini di Tamburi di Taranto

IL GIUDICE civile del Tribunale di Taranto ha disposto il risarcimento
nei confronti di un gruppo di cittadini residenti in uno
stabile del quartiere Tamburi per i danni subiti dall’inquinamen -
to proveniente dall’Ilva. Una prima richiesta stragiudiziale fu
avviata sin dal 2006 dagli avvocati Eligio Curci e Massimo Moretti
per conto di un condominio del rione, che si trova a poche
centinaia di metri dallo stabilimento siderurgico, sulla scorta
della sentenza di condanna in sede penale di amministratori e
dirigenti Ilva per il reato di “getto pericoloso di cose”relativa allo
sversamento di polveri dei parchi minerali. L’Ilva si oppose e nel
2008 iniziò la causa. Dopo sei anni la sentenza con il riconoscimento
del diritto al risarcimento sper l’inquinamento. I condomini
hanno ricevuto gli assegni dall’Ilva. Somme comprese
tra gli 11mila e i 15mila euro a famiglia che vanno a risarcire una
voce di danno, per la prima volta riconosciuto in sede giudiziale,
conseguente alla ridotta possibilità di godimento dell’immobile
a causa dell’inquinamento industriale proveniente dall’Ilva. il fatto quotidiano 31 maggio 2014


Scandalo dei rifiuti. La Città di Albano parte civile nel processo ai danni dell'Avvocato Cerroni.

"Questo processo - ha sottolineato - deve servire a rimarcare come, se i capi di imputazione verranno confermati, la città sia stata seriamente danneggiata dalla presenza di una discarica gestita in maniera discutibile".
Scandalo dei rifiuti. La Città di Albano parte civile nel processo ai danni dell
La Città di Albano è costituta parte civile nel processo ai danni dell'Avvocato Cerroni e del gruppo che in questi anni ha gestito gran parte dei rifiuti nella città di Roma e nell'intera regione. Lazio. "In questa vicenda la nostra città è parte lesa. - ha spiegato il sindaco di Albano, Nicola Marini - Da anni portiamo avanti una battaglia, insieme ai comitati dei cittadini, affinché si faccia chiarezza sulla situazione dei rifiuti che vede Albano protagonista, suo malgrado. Questo processo - ha sottolineato - deve servire a rimarcare come, se i capi di imputazione verranno confermati, la città di Albano sia stata seriamente danneggiata dalla presenza di una discarica gestita in maniera discutibile".

"Abbiamo sostenuto diversi procedimenti legali, a volte anche da soli, come quello contro i decreti dell'allora Ministro Clini che imponeva il trattamento dei rifiuti di Roma presso l'impianto di Roncigliano. I nostri legali sono a disposizione anche per gli altri Comuni del Bacino che vorranno costituirsi parte civile insieme a noi."

"Molti di questi ricorsi - spiega Marini - aspettano ancora di essere discussi. Ma quello che i nostri legali hanno scritto chiaramente in quelle carte sono oggi alcuni degli argomenti dell'impianto accusatorio nei confronti dell'Avvocato Cerroni e delle sue Società. Uno dei principali capi d'accusa è quello della truffa a danno dei Comuni che pagavano un servizio (il trattamento del rifiuto nell'impianto TMB), senza che questo servizio fosse svolto rispettando le tabelle regionali. Questi argomenti rappresentano il contenuto di uno specifico documento approvato nel Consiglio Comunale di Albano Laziale nel marzo 2013". 
"I fatti oggi - continua Marini - ci stanno dando ragione e dimostrano come le nostre preoccupazioni fossero fondate. Siamo convinti che la nostra azione di pressione, insieme a quella dei comitati cittadini, fatta ad ogni livello per ottenere chiarezza e tutela della salute, abbia contribuito e stia contribuendo a fare chiarezza. Ho ricevuto una nota dell'Assessore Civita nei giorni scorsi con la quale mi ha comunicato che è in procinto di convocare il Comune di Albano, invito che estenderemo a tutti i Sindaci del Bacino, per un tavolo di concertazione per una linea comune sulla situazione dei rifiuti e per valutare lo stato degli impianti.

Tale incontro, ci comunica sempre l'Assessore, avverrà subito dopo la pubblicazione dell'atteso Decreto Ministeriale che dovrebbe consentire di superare le problematiche legate all'esistenza di provvedimenti interdittivi in capo alle Società del Gruppo Cerroni, tra cui anche la Pontina Ambiente.
Mai come questa volta avremmo voluto avere torto. Purtroppo tutto quello che abbiamo detto sembra si stia drammaticamente avverando. Ed allora la necessità della costituzione come parte lesa in questo processo deve servire a rimarcare come, se i capi di imputazione verranno confermati, la città di Albano sia stata seriamente danneggiata dalla presenza di una discarica gestita in maniera discutibile, visti gli atti dell'indagine, e come questa situazione possa aver causato problemi di varia e diversa natura (sulla tipologia dei quali si esprimeranno i giudici) e per i quali è giusto che i cittadini di Albano vengano risarciti e tutelati." http://www.studio93.it/news/scandalo-dei-rifiuti-la-citta-di-albano-parte-civile-nel-processo-ai-danni-dellavvocato-cerroni

RIFIUTI e veleni N MOLISE - Scavi a SESTO CAMPANO (Is), parla un testimone

RIFIUTI IN MOLISE - Scavi a SESTO CAMPANO (Is), maggio 2014
Parla una testimone: "Questi terreni sono stati tutti scavati... Conosco Moscardino, non è una brava persona". https://www.youtube.com/watch?v=KxOGk9eupuQ&feature=share
RIFIUTI IN MOLISE Scavi a SESTO CAMPANO (Is) maggio 2014 Parla una testimone: "Questi terreni sono stati tutti scavati... Conosco Moscardino, non è una brava...
YOUTUBE.COM

LA MAPPA DELLE NAVI A PERDERE

La mappa è stata realizzata utilizzando i dati raccolti nel 2009 da il manifesto, rielaborati dal sito infondoalmar.info.
La ricerca è partita dalle indagini realizzate dal capitano Natale De Grazia. I nomi delle navi sono stati confermati consultando i registri dei Lloyd’s ed estrapolando le informazioni ufficiali (luogo dell’affondamento, data, numero IMO, etc.).
La mappa viene aggiornata costantemente inserendo le informazioni raccolte.
Per elaborare il livello di attenzione (1-minimo / 3-massimo) sono stati utilizzati alcuni dati estrapolati dai registri: tipologia della nave, materiale caricato, condizioni meteo, incidenti precedenti, presenza o meno di naufraghi, altri elementi investigativi o storici.Questo dato deve essere considerato indicativo, non essendoci – al momento – dati di riscontro giudiziari rispetto all’ipotesi di affondamenti dolosi.
Versione 1.0 – 31 maggio 2014 http://toxicleaks.org/geografia-dei-veleni/la-mappa-delle-navi-perdere/

Dopo 12 anni fallisce la società «Bagnoli Futura» doveva portare i rifiuti da Napoli a Formia con l'accordo del sindaco

Bonifiche. Una brutta storia italiana. Soldi spesi inutilmente, terreni e spiagge restano inquinati. E’ il risultato di una classe dirigente incapace 
Il tri­bu­nale di Napoli ha dichia­rato il fal­li­mento della società «Bagnoli futura», che da 12 anni si occu­pava della tra­sfor­ma­zione urbana di Bagnoli, uno dei siti più belli del mondo che fu per decenni un’area industriale.
Alla «Bagnoli futura» nel 2002 venne affi­dato il com­pito di boni­fi­care i suoli, effet­tuare le opere di urba­niz­za­zione (fogne, strade, attrez­za­ture pub­bli­che) e, una volta valo­riz­zati i suoli, di ven­derli ai pri­vati che ci avreb­bero potuto costruire le volu­me­trie pre­vi­ste dal piano. Fu così affi­data alla «Bagnoli futura» la rea­liz­za­zione di un piano indu­striale privo di qual­siasi senso eco­no­mico; que­sta società avrebbe dovuto sob­bar­carsi di tutte le ope­ra­zioni costose (boni­fica, infra­strut­ture e attrez­za­ture), lasciando ai pri­vati (cui sareb­bero stati ven­duti i suoli) la parte più red­di­ti­zia dell’operazione, ossia il pro­fitto dell’immobiliarista. Non esi­ste una sola società di tra­sfor­ma­zione urbana in Europa cui sia stata affi­data una mis­sione così anti­e­co­no­mica. Si può dire che la «Bagnoli futura» fosse desti­nata a fal­lire. A que­sto si è poi aggiunta l’incapacità di tutte le ammi­ni­stra­zioni che si sono suc­ce­dute sino ad oggi di gestire un’operazione com­plessa come la tra­sfor­ma­zione urbana di un sito ex indu­striale. E il fal­li­mento è dive­nuto inevitabile.
Non esi­ste que­stione che sia sorta a Bagnoli che non si sia tra­sfor­mata in un gro­vi­glio giuridico-amministrativo ine­stri­ca­bile e non abbia pre­sen­tato aspetti para­dos­sali. Penso all’esproprio dei suoli ex Ilva che fu annul­lato dal Tar (per­ché fatto dal comune in una forma così gros­so­lana che si ebbe pudore per­sino ad appel­lare la sen­tenza al Con­si­glio di Stato); ciò che costrinse il comune ad acqui­stare a caro prezzo (circa 70 milioni di euro) quei suoli (ancora inqui­nati, si badi!) dal pro­prie­tari (su cui sarebbe invece dovuto gra­vare l’onere della boni­fica, in base al prin­ci­pio del «chi inquina paga»). Penso alla infi­nita vicenda della boni­fica di que­sti suoli, affi­data ini­zial­mente a una società di Stato nel 1996 (che spese circa 300 miliardi delle vec­chie lire, ma per garan­tire con­ti­nuità al lavoro degli ultimi ope­rai Ital­si­der, piut­to­sto che per boni­fi­care). Per que­sto il com­pito del disin­qui­na­mento venne poi affi­dato alla «Bagnoli futura» (che ha speso cifre ancora più ingenti) che avrebbe boni­fi­cato circa due terzi dell’area. Il con­di­zio­nale è d’obbligo per­ché que­sta boni­fica è oggetto di un’inchiesta della magi­stra­tura, che ne con­te­sta la bontà. Dagli atti giu­di­ziari emer­ge­rebbe che dopo la boni­fica, in alcuni punti, le cose si siano addi­rit­tura aggra­vate. Sono stati rin­viati a giu­di­zio ammi­ni­stra­tori del Mini­stero dell’ambiente, del Comune di Napoli e della stessa «Bagnoli futura».
Anche l’attuale ammi­ni­stra­zione non è esente da colpe. Ben­ché in cam­pa­gna elet­to­rale avesse denun­ciato gli spre­chi e le inef­fi­cienze di que­sta società, rac­co­gliendo così un forte con­senso pro­prio a Bagnoli, una volta inse­diata non ha fatto altro che con­ti­nuare il fal­li­men­tare dise­gno delle pre­ce­denti giunte di centro-sinistra. Scel­le­ra­ta­mente, poi, nel 2012, que­sta ammi­ni­stra­zione rica­pi­ta­lizzò la «Bagnoli futura» (con finanze ora­mai allo stremo) attra­verso il con­fe­ri­mento ad essa di opere pub­bli­che rea­liz­zate con fondi comu­ni­tari, che adesso saranno aggre­dite dai creditori.
Si tratta cer­ta­mente di un fal­li­mento per l’intera città, soprat­tutto per un ex quar­tiere ope­raio cui era stato pro­messo un risar­ci­mento (un parco verde e il ripri­stino della spiag­gia) per aver sop­por­tato per anni un’industria inqui­nante, e che si trova oggi in un quar­tiere ancora degra­dato, con suoli e mare che non si sa nep­pure se sono più inqui­nati di prima.
Il fal­li­mento di «Bagnoli futura» coin­cide con quello di un’intera classe diri­gente senza qua­lità, locale e nazio­nale, pub­blica (Ilva; Fin­tecna), e pri­vata (indu­striali e costrut­tori pre­senti nel con­si­glio di ammi­ni­stra­zione della società). Per amore di verità ricor­diamo che c’è stato anche chi ha con umiltà e spi­rito di ser­vi­zio ha pro­po­sto la strada da seguire, restando iso­lato. Que­sto non serve a cam­biare la situa­zione, ma almeno a met­tere tutti sugli attenti: le solu­zioni al disa­stro attuale saranno date da chi lo ha pro­dotto o da chi ha ten­tato invano di evitarlo?

Saluggia, rifiuti radioattivi: scontro Guidi-Cinquestelle

Inter­pel­lanza urgente dell’M5S sulle sco­rie nucleari degli impianti di Salug­gia, nel ver­cel­lese, al mini­stero dello Svi­luppo. Mirko Busto, della Com­mis­sione Ambiente della Camera, denun­cia gli appalti asse­gnati alla Sogin e alla Mal­tauro, su cui sta inda­gando la magi­stra­tura per il giro di tan­genti legate all’Expo. «Siamo pre­oc­cu­pati – sostiene Busto – per la torta più grande: il depo­sito unico delle sco­rie nazio­nali che in teo­ria entro il 2025 dovrebbe con­te­nere 90 mila metri cubi di rifiuti radioat­tivi. Abbiamo chie­sto al governo di veri­fi­care la reale capa­cità e pro­fes­sio­na­lità della cor­data Malturo-Saipem inca­ri­cate di effet­tuare il lavoro Cemex». «La rispo­sta? Una difesa a spada tratta non solo della Sogin, con­trol­lata pro­prio dal governo, ma anche delle stesse aziende che “hanno una sto­ria indu­striale di rilievo”». http://ilmanifesto.it/saluggia-rifiuti-radioattivi-scontro-guidi-cinquestelle/

Pontinia In fiore 30, 31 maggio 1 e 2 giugno, il risultato delle elezioni europee, analisi del voto, Cima, Medici, Subiaco, Clini e Montello

nella pagina di Pontinia de il settimanale di Latina si parla di 
Pontinia e la politica il risultato delle europee, analisi del voto, il ruolo del pd, e l'avanzata di Paolo Cima su Carlo Medici e Luigi Subiaco, ancora ladri nelle villette e nelle campagne, Ambiente tra rifiuti e cittadini onorari Clini e i cittadini di Borgo Montello sempre dimenticati


Pontinia ieri oggi domani 80.mo anniversario posa prima pietra
Iniziano le manifestazioni per l'80.mo anniversario della posa della prima pietra di Pontinia avvenuta il 19 dicembre 1934. Questo il programma al Teatro Fellini in piazza Indipendenza a Pontinia: martedi 27 maggio h.10,30 inaugurazione della mostra accoglienza delle autorità, 11,30 saluto delle scolaresche coro delle classi quinte, 17,00  viaggio nella memoria storica filmato a cura della scuola primaria di Quartaccio, 18,00 il paese delle acque filmato a cura della scuola primaria Don Milani.
Mercoledì 28 maggio ore 17,00 canti e filastrocche nei diversi dialetti presenti nel territorio di Pontinia a cura delle classi prima e seconda della scuola primaria Montiani; 18,00 ilastrocca la storia di Pontinia storia recitata in presenza a cura della classe terza della scuola primaria Montiani, 18.30 il mio territorio attraverso l'arte e la poesia classi quarta e quinta della scuola primaria Montiani. Giovedi 29 maggio ore 17,00 io abito a Pontinia mini recital a cura delle classi prime della scuola primaria di Borgo Pasubio 18,00 Pontinia eco-green city filmato a cura delle classi quinte della scuola primaria di Borgo Pasubio, venerdi 30 maggio ore 16,30 conclusione della manifestazione, 17,30 premiazione del concorso Pontinia ieri oggi e domani. La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e dalle ore 16,30 aqlle ore 19,00

TARI, regolamento servizi e consulta sportiva in consiglio comunale
Il consiglio comunale di giovedì ha deliberato su 2 argomenti importanti: il regolamento della consulta sportiva e la TARI, la nuova imposta sui rifiuti che certamente non mancherà di far discutere e il regolamento per l'affidamento dei servizi in economia. Ormai il consiglio comunale si è attestato con le nuove situazioni e i nuovi equilibri in maggioranza. Non ci dovrebbero essere altri cambi nelle nomine, dimissioni.
la politica a Pontinia verso il 2016 e il successore di Eligio Tombolillo
La politica locale è ferma al 2004, con la dichiarazione del dissesto rivelatosi inesistente, le posizioni, gli schieramenti e le alleanze si sono divisi tra colpevolisti e giustizialisti (pdl allora AN e FI, udc) e invece a tutela della solidarietà, della vita sociale ed economica. Questa frattura che si tenta periodicamente di rivitalizzare tra vivere civile e aule di tribunale torna periodicamente a galla. C’è stato nel 2005 il tentativo dell’allora centro sinistra con incontri e dibattiti sui temi di riportare gli argomenti sui temi, sull’analisi dei problemi e sulle risposte che dovevano essere condivise perché a favore dei cittadini. Gestione pubblica ed efficiente dell’acqua, del ciclo dei rifiuti con la raccolta differenziata, tutela e valorizzazione del territorio e delle aziende agricole, miglioramento della rete viaria, messa in sicurezza di strade e trasporti, spazi per l’aggregazione, le associazioni, i giovani. Poi c’è stato il cineforum elemento importante di discussione per temi che vengono volutamente nascosti e disinformati dal sistema che comanda il bel paese. Infine timidamente la nuova direzione del pd sta tentando di riportare il confronto politico tra i cittadini cui non sono più abituati dai un consiglio comunale chiamato a ratificare decisioni prese al di fuori. C’è il rischio nel 2016 che la parte giustizialista e colpevolista del pdl torni riproponendo i suoi tristi teoremi. Proprio per la debolezza e l’inconsistenza di una classe dirigente che ha approfittato delle rielezioni Tombolillo, semplicemente passando sul carro del vincitore preannunciato. Per questo i successori designati (Medici e Subiaco sembrano i più accreditati) rischiano sorprese.
Tra europee e politica locale
Come facilmente previsto le campagne elettorali diventano sempre più brutte e lontane dalle esigenze dei cittadini, trasformate in un ring di livello bassissimo dai padroni dei 3 partiti o forze politiche più votati. E’ evidente che in ogni partito o forza politica gli elettori ed una parte (finora lasciata ai margini) della classe dirigente è meglio, di molto, dei 3 padroni e senz’altro più vicini ai problemi dei cittadini. Il voto delle europee, come l’esperienza insegna, non avrà nessuna ripercussione sulla vita politica locale nemmeno in prospettiva 2016. I candidati locali esprimono una provincia che tra strade che franano e continue chiusure di aziende sta arrivando al collasso. La provincia di Latina non ricorda alcun intervento importante dei parlamentari europei nel nostro territorio.
La follia delle centrali a biogas e biomasse
Dio perdona sempre il creato e la natura, se tu non lo custodisci ci distruggeranno” lo ha detto Papa Francesco e lo ha detto domenica il Vescovo di Assisi per la 2.a marcia della pace per la tutela dell’aria, del suolo, dell’acqua, del mangiare sano contro le emissioni cancerogene delle centrali a biomasse e a biogas. Troppi sono i progetti nella provincia di Latina che dovrebbero essere governati per custodire creato e natura. Queste centrali emettono una serie di inquinanti, polveri ultrafini sensibili che entrano dentro l’organismo umano, arrivano al sangue e al cervello, creano tumori, malattie degenerative, cardiovascolari, diminuiscono la fertilità, modifica della personalità creando aggressività. Lo custodiamo questo creato oppure ci autodistruggiamo?