giovedì 10 aprile 2014

Via libera ai rifiuti a Malagrotta Il Ministro: requisizione degli impianti o poteri speciali a Comune e Regione

La soluzione per evitare l’emergenza rifiuti è stata trovata: continuare ad aggrapparsi a Malagrotta. Perché degli impianti di Manlio Cerroni, travolto dall’inchiesta giudiziaria della Procura di Roma, Comune e Regione e non riescono proprio a fare a meno. Alla fine si è deciso di percorrere la strada più facile e scontata.
Ieri, al ministero dell’Ambiente, si è tenuta la riunione tra ministro Galletti, il sindaco Marino, il governatore Zingaretti, il commissario della Provincia Carpino e il prefetto Pecoraro. Ecco la decisione che ne è scaturita: i due impianti di trattamento meccanico biologico del «Supremo» saranno requisiti, altrimenti verrà nominato un amministratore fiduciario. Comunque, l’azienda di Cerroni non farà più affari dal trattamento dei rifiuti (circa 1.500 tonnellate al giorno) ma i suoi impianti continueranno ad evitare a Roma di ritrovarsi con cumuli di immondizia per strada. La Capitale, infatti, non è in grado da sola di smaltire tutta la "monnezza" che produce. Come detto, una metà finisce a Malagrotta, l’altra parte viene portata negli impianti di altre regioni. Il ministro Galletti ha detto che Campidoglio e Regione hanno presentato un «progetto di lungo periodo» per la risoluzione del problema dei rifiuti a Roma. Questo progetto, in estrema sintesi, consiste nell’aumentare la raccolta differenziata al 65% entro il 2016. Facile a dirsi, più complicato a farsi, dal momento che servono soldi. Tanti soldi. Sia per estendere la differenziata, sia per trattare i rifiuti che vengono separati, visto che, anche in questo caso, l’Ama ricorre agli impianti che si trovano in altre regioni. Infatti, l’unico sito che potrebbe trasformare gli scarti differenziati in compost, quello di Maccarese, è fermo da mesi. Inutile estendere la differenziata se non si sa poi dove "lavorare" gli scarti. Ecco perché la soluzione adottata ieri al Ministero è continuare a servirsi degli impianti di Cerroni che trattano l’immondizia indifferenziata.
Il pretesto per continuare su questa strada e che ci troviamo in una situazione «eccezionale» dovuta all’interdizione del prefetto Pecoraro che ha colpito l’azienda di Malagrotta dopo gli scandali giudiziari. Non è nemmeno escluso che alla fine sia nominato un commissario dotato di poteri speciali (l’ultimo, Goffredo Sottile, è stato indagato) che provveda direttamente alla requisizione degli impianti. L’ipotesi, hanno detto tutti gli attori coinvolti, è ancora sul tavolo. Entro Pasqua sarà deciso quale strumento giuridico adottare per «sfilare» gli impianti a Cerroni. La requisizione potrebbe essere adottata dallo stesso prefetto Pecoraro. Altrimenti si farà ricorso all’art.191 del Testo unico sull’ambiente che permette al sindaco o al presidente della Regione di emettere un’ordinanza «in materia di tutela ambientale e sanitaria della durata di sei mesi reiterabile non più di due volte» che di fatto consente all’ente pubblico di sostituirsi al privato e nominare un’autorità indipendente che gestisca gli impianti.
Alla fine il vertice al Ministero è finito con tutti felici e contenti. Galletti lo ha definito «un incontro franco e positivo», Marino ha sottolineato i «passi in avanti di Roma» e Zingaretti si è detto soddisfatto delle «incompresioni superate». Si va avanti, ma Malagrotta resta.
Dario Martini http://www.iltempo.it/roma-capitale/cronaca/2014/04/10/via-libera-ai-rifiuti-a-malagrotta-1.1238821

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