di
Marco
Lillo
Quando
il regista Matteo
Garrone
scelse proprio
l’area
di servizio di Luigi
Gallo
a Villa Di Briano
per
girare una scena del film Gomorra
del
2008 non poteva immaginare
di
avere piazzato i camion
del
suo set, secondo la Procura di
Napoli,
nel luogo simbolo del potere
dei
fratelli Cosentino. Quel
tempio
all’illegalità e all’assenza di
mercato
rappresentava il segno del
potere
dei Cosentino su quelle terre
ma il
regista probabilmente non
poteva
saperlo. La scena del film
ispirato
al best seller di Roberto Saviano
mostrava
una fuga di latitanti.
Quella
descritta dal proprietario
dell’area
di servizio, Luigi Gallo, il
23
dicembre del 2011 ai Carabinieri,
è
invece una lunga serie di pressioni
che
iniziano nel 2002 e finiscono
nel
2011.
I
FRATELLI COSENTINO, insieme
ai
tre
tecnici comunali che ostacolano
l’impianto
di Gallo per favorire
l’impianto
vicino e anche ai due dirigenti
della
Kuwait Petroleum che
favoriscono
la presa dell’impianto
da
parte del suo rivale più potente,
sono i
protagonisti di un lungo assedio.
La
prima fase dell’estorsione
punta,
secondo i pm, a uccidere nella
culla
la pompa di benzina di Luigi
Gallo.
La seconda fase invece è mirata
a
favorire l’acquisto da parte del
gruppo
guidato da Giovanni Cosentino
per
pochi spiccioli dell’im -
pianto
di Gallo, indebitato fino al
collo
con la Kuwait Petroleum, i cui
dirigenti,
secondo la ricostruzione
dell’acccusa,
si scambiavano favori
e sms
con lo stesso Cosentino.
Nel
2008 quando Garrone passa di
qua a
caccia di location si innamora
di
questo scheletro desolato che
sembra
porre al passante una domanda
angosciosa
sulla ragione
della
mancata apertura. La risposta,
secondo
i pm, si trova a 5 chilometri
di
distanza, sulla stessa direttrice: a
Casal
di Principe dove splende l’area
di
servizio Eni della Aversana
Petroli,
il gruppo da 100 milioni di
euro
di fatturato amministrato da
Giovanni
Cosentino, 59 anni, e di
proprietà
sua e dei tre fratelli Aurelio,
47
anni, Palmiro 53 anni e Mario
48
anni, mentre Nicola, 55 anni,
si
dedica alla politica. I carabinieri
hanno
sorriso quando hanno sentito
il
manager Q8 che ricordava la
scena
del film mentre loro lo intercettavano
per
sentire i suoi commenti
dopo
l’interrogatorio. Proprio
quell’area
di servizio della Q8
abbandonata
era l’oggetto delle domande
poste
al dirigente della Rete
di
Roma della Kuwait Petroleum,
Giovanni
Adamiano, dagli uomini
del
Reparto Operativo di Caserta
guidati
dal colonnello Giancarlo
Scafuri
il 2 febbraio del 2012.
Alle
otto di sera, mentre torna a casa
Adamiano,
che poi è finito giovedì
agli
arresti domiciliari, racconta al
telefono
al figlio il tema dell’inda -
gine:
“Ti ricordi quella scena del
film
Gomorra che io ti dicevo è stata
girata…
quella scena del film Gomorra,
quando
incomincia che l'avevano
girato
su un nostro impianto,
che
non aveva mai aperto, che
avevamo
dato dei soldi, che poi avevamo
cercato
di.. di fare aprire attraverso
una
trattativa che aveva
coinvolto
Cosentino… vabbè comunque
sono
cose che succedono
nel
settore”. Poi aggiunge: “Questo
(Gallo,
Ndr) ha denunciato a Cosentino
penso
questo che s'è inventato,
che ha
fatto, che ha detto, non
lo so…
come se noi avessimo in
qualche
modo espropriato quell'impianto
attraverso
Cosentino”.
Luigi
Gallo conferma la storia del
film:
“nessuno mi chiese nulla perché
l’area
di servizio era abbandonata.
Quando
mi dissero della scena
di
Gomorra andai a vedere il film.
Effettivamente
era la mia area di
servizio.
Si vedevano dei latitanti
che
uscivano da dietro il distributore
e
scappavano”.
In
quella scena quindi Matteo Garrone
ritraeva
una camorra tradizionale:
delinquenti
con la faccia cattiva
che
parlano in dialetto e sparano.
Il
film dell’ordinanza di arresto
ci
racconta il volto della camorra
imprenditrice,
come quella di Pasquale
e
Antonio Zagaria, i fratelli
del
boss del clan dei Casalesi Michele
Zagaria,
latitante per 16 anni fino
al
dicembre del 2011. I due fratelli
sono
stati ‘arrestati’ nell’operazione
contro
i fratelli Cosentino perché
accusati
anche loro di una diversa
estorsione
ai danni di Gallo per i lavori
di
costruzione del distributore.
Lo
scheletro del film Gomorra era
opera
loro.
Quando
racconta a Enrico Reccia la
storia
delle angherie subìte però
Gallo
ce l’ha più con Giovanni Cosentino
che
con i fratelli Zagaria:
“La
colpa è solo sua … io la coscienza
mia la
tengo a posto …Ha voluto
far
succedere la fine del mondo
(…)ma
stanno un sacco di gente
coinvolta,
solo della Q8 ce ne saranno
tre o
quattro… (...) Enrì, una cattiveria
com'è
questa, guarda, non
l'ho
mai vista eh! Ma non l'ho vista
manco
ma neanche con Zagaria”. il fatto quotidiano 5 aprile 2014
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