Il 14 aprile una serie di auto blu provenienti da Roma ha varcato i cancelli della centrale nucleare di Latina; era una nutrita delegazione di Parlamentari delle Commissioni Ambiente e Attività Produttive di Camera e Senato che ha fatto visita al sito. I dirigenti della Sogin hanno illustrato anche i lavori in corso per il deposito "temporaneo" in corso di realizzazione, una struttura di 25.000 metri cubi che ospiterà tonnellate di rifiuti radioattivi ad una manciata di chilometri dal centro di Latina. L'unica notizia trapelata è che i nostri deputati hanno "verificato l'assoluto rispetto delle condizioni di sicurezza".
Ci mancherebbe altro!
Ma non è questo il problema, non ho dubbi che siano rispettate le norme di sicurezza, piuttosto sono violate le più elementari norme di trasparenza e partecipazione.
Da una parte non mi risulta che nessun Parlamentare si sia sentito in dovere di informare della visita e del suo esito la popolazione o le istituzioni, quasi come se si trattasse di materia riservata.
Dall'altra è la Sogin che viola apertamente gli accordi con amministrazioni ed istituzioni locali.
Con una nota ufficiale dell'aprile 2012 i responsabili della società hanno trasmesso al Sindaco di Latina, alla Provincia di Latina ed alla Regione Lazio il "piano comunicazioni". Un documento nel quale, tra l'altro, si precisa che: "Sogin cura sistematicamente i rapporti con le istituzioni e le comunità locali allo scopo di favorire la conoscenza delle attività di bonifica ambientale" finalizzato a "sostenere e migliorare il rapporto di fiducia con la comunità pontina". La strategia del piano, precisava la società di gestione degli impianti nucleari, mirava a"diffondere in modo semplice, esaustivo e trasparente i dati e le informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori, sulle attività in corso e sugli esiti dei diversi monitoraggi effettuati" ed era rivolto alle Istituzioni locali (regione, provincia di Latina e comuni interessati), ai comitati civici, istituti scolastici, opinione pubblica, associazioni ambientaliste e delle imprese oltre che ai media locali.
Più che un piano di comunicazioni si tratta di un "piano con le comunicazioni"!
Sfido chiunque dei soggetti destinatari di quel documento a riconoscere di aver ricevuto informazioni sulla situazione della centrale nucleare del Sabotino, sui lavori in corso per il deposito temporaneo e sulla garanzia che essa non venga utilizzato per ospitare residui provenienti da fuori Latina. Non mi risulta neanche che il piano di sicurezza sia stato oggetto di dettagliata comunicazione ai residenti, per non parlare di eventuali esercitazioni in caso di allarme.
Ho posto la questione alle commissioni Salute e Ambiente della Provincia di Latina i cui componenti, in modo unanime, hanno concordato sulla proposta di pretendere dalla Sogin il rispetto di quel piano e di informare le istituzioni locali interessate, programmando un sopralluogo che coinvolga le Amministrazioni provinciale e comunale e i rappresentanti delle comunità direttamente interessate e delle associazioni ambientaliste territoriali.
Ci mancherebbe altro!
Ma non è questo il problema, non ho dubbi che siano rispettate le norme di sicurezza, piuttosto sono violate le più elementari norme di trasparenza e partecipazione.
Da una parte non mi risulta che nessun Parlamentare si sia sentito in dovere di informare della visita e del suo esito la popolazione o le istituzioni, quasi come se si trattasse di materia riservata.
Dall'altra è la Sogin che viola apertamente gli accordi con amministrazioni ed istituzioni locali.
Con una nota ufficiale dell'aprile 2012 i responsabili della società hanno trasmesso al Sindaco di Latina, alla Provincia di Latina ed alla Regione Lazio il "piano comunicazioni". Un documento nel quale, tra l'altro, si precisa che: "Sogin cura sistematicamente i rapporti con le istituzioni e le comunità locali allo scopo di favorire la conoscenza delle attività di bonifica ambientale" finalizzato a "sostenere e migliorare il rapporto di fiducia con la comunità pontina". La strategia del piano, precisava la società di gestione degli impianti nucleari, mirava a"diffondere in modo semplice, esaustivo e trasparente i dati e le informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori, sulle attività in corso e sugli esiti dei diversi monitoraggi effettuati" ed era rivolto alle Istituzioni locali (regione, provincia di Latina e comuni interessati), ai comitati civici, istituti scolastici, opinione pubblica, associazioni ambientaliste e delle imprese oltre che ai media locali.
Più che un piano di comunicazioni si tratta di un "piano con le comunicazioni"!
Sfido chiunque dei soggetti destinatari di quel documento a riconoscere di aver ricevuto informazioni sulla situazione della centrale nucleare del Sabotino, sui lavori in corso per il deposito temporaneo e sulla garanzia che essa non venga utilizzato per ospitare residui provenienti da fuori Latina. Non mi risulta neanche che il piano di sicurezza sia stato oggetto di dettagliata comunicazione ai residenti, per non parlare di eventuali esercitazioni in caso di allarme.
Ho posto la questione alle commissioni Salute e Ambiente della Provincia di Latina i cui componenti, in modo unanime, hanno concordato sulla proposta di pretendere dalla Sogin il rispetto di quel piano e di informare le istituzioni locali interessate, programmando un sopralluogo che coinvolga le Amministrazioni provinciale e comunale e i rappresentanti delle comunità direttamente interessate e delle associazioni ambientaliste territoriali.
Giuseppe Pannone
consigliere provinciale Pd Latina
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