In
Italia ci sono 90 mila metri cubi di rifiuti
radioattivi
distribuiti in 23 siti in undici regioni,
da
trattare e smaltire e 8 impianti nucleari da
smantellare.
Per la gestione in sicurezza di queste
attività
è nato l’Osservatorio indipendente che ha
anche
l’obiettivo di assicurare processi trasparenti,
condivisi
e partecipati per la realizzazione di un
Parco
tecnologico e un deposito nazionale.
Attualmente
i rifiuti radioattivi prodotti quotidianamente
sono
raccolti presso i siti di produzione,
mentre
quelli derivanti dal settore sanitario, della
ricerca
e dall’industria sono detenuti in aree di
stoccaggio
provvisorio. Una situazione complessiva
che
richiede una soluzione allineata ai migliori
standard
internazionali di sicurezza.
L’Osservatorio
per la Chiusura del Ciclo Nucleare,
organismo
indipendente promosso dalla Fondazione
per
lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione
con
Sogin, è stato presentato a Roma dal presidente
dalla
fondazione per lo sviluppo sostenibile Edo
Ronchi.
L’osservatorio, presieduto da Stefano Leoni,
si
propone di “contribuire a una corretta informazione
scevra
da condizionamenti su questa
tematica
ponendosi l’obiettivo di approfondire gli
aspetti
tecnici e tecnologici, nonché le implicazioni
economiche,
sociali e ambientali delle attività di
bonifica
dei siti nucleari e di gestione e messa in
sicurezza
dei rifiuti radioattivi”.
il fatto quotidiano 22 marzo 2014
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