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lunedì 3 febbraio 2014
Simeone contro proposta Zingaretti per nuova gestione servizio idrico chi difende acqualatina?
Per il consigliere FI la proposta Zingaretti è «un ritorno al passato»
Simeone «boccia» la bozza
Un ritorno al futuro nella gestione
del servizio idrico. In sintesi è
questo il giudizio di Giuseppe
Simeone rispetto alle linee guida sulla
nuova legge rispetto al servizio idrico
proposta nei giorni scorsi dalla giunta
regionale di Nicola Zingaretti.
«La delibera regionale, con cui la giunta
Zingaretti ha approvato le linee guida per la
predisposizione di una proposta di legge sul
riordino del servizio idrico integrato, ci
sembra scollegata dai processi sviluppati
negli ultimi anni e dalle esigenze reali di
questo settore - spiega Simeone - Questo
atto non innova e conferma invece l'ultradecennale
inadeguatezza della Regione Lazio
a svolgere il ruolo di governo che il processo
di riforma dei servizi idrici richiederebbe.
Non si prendono in considerazione, né
tanto meno si valorizzano, le esperienze
positive che hanno coniugato l’e ffi c i e n z a
dei servizi con un regime tariffario in linea
con quanto previsto a livello nazionale. Il
risultato è la creazione di un nuovo carrozzone:
l’Ente d'ambito regionale (E.A.R.)
che contraddice quanto previsto dalla spending
review sull’eliminazione degli sprechi,
il contenimento della spesa, l’ottimizzazio -
ne delle risorse. Il tutto con un ulteriore
allontanamento dalle esigenze effettive dei
cittadini. Oggi tariffe, piani economici finanziari,
convenzioni di gestione, regolamenti
di utenza, non sono più di competenza
della Regione o degli Enti d'Ambito, ma
dell’Autorità dell’Energia Elettrica ed il
Gas che opera con una visione nazionale e
con una logica di unificazione a tutela degli
utenti e dei consumatori. Abbiamo, dalla
Giunta Badaloni – Meta, dal 1996 in poi,
impostato un modello di gestione dei servizi
idrici che puntavano alla efficienza mettendo
insieme le esperienze dei Comuni e di
chi ha la tecnologia per gestire le risorse
idriche. L’istituzione dell’Ente di ambito
regionale, dotato di autonomia organizzativa,
amministrativa e contabile, cui affidare
i compiti delle attuali Ato costituisce pertanto,
oltre che un'operazione di retroguardia,
un clamoroso passo indietro rispetto al
processo di eliminazione degli enti superflui
e di riduzione dei costi della politica che
è alla base delle norme nazionali che, a
partire dal 2010, hanno soppresso le Autorità
d'ambito. Del tutto sbagliata, oltreché
inutile è l'ipotesi formulata nella delibera di
utilizzare un'unica Assemblea dei Sindaci,
peraltro espropriata di ogni potere e depotenziata
a funzioni meramente consultive in
materia di piani d'Ambito e carte dei servizi.
Un Ato unico regionale che mantenesse
l'attuale organizzazione in sub-ambiti oltre
a valorizzare le esperienze positive consentirebbe
alla Regione di assicurare più adeguati
livelli di operatività anche nei subambiti
che si sono dimostrati meno efficienti.
L'esperienza ha dimostrato che il livello
di funzionamento di questi organismi è
inversamente proporzionale alla sua numerosità:
la massima efficienza ed operatività
si è avuta in questi anni nell'Ato di Latina
che riunisce solo 38 Sindaci, il livello
minimo si è avuto invece nell'Ato di Roma,
il più numeroso, che, malgrado la presenza
maggioritaria del Comune di Roma, non è
stato nemmeno in grado nel 2013 di approvare
le proposte tariffarie per l'AEEG. La
stessa istituzione della figura del Garante
operata, sedici anni fa, era necessaria per
riempire il vuoto che caratterizzava il sistema
italiano nel rapporto con gli utenti ed i
consumatori. Oggi la situazione si è evoluta
sia a livello regionale con la costituzione nei
diversi ambiti degli organismi di tutela degli
utenti e dei consumatori, che a livello
nazionale, con i nuovi compiti attribuiti ad
AEEG. Con la riproposizione della figura
del Garante la delibera evidenzia la distanza
della Regione dai processi reali che si sono
determinati nel campo dei servizi idrici nel
Lazio».
Latina editoriale oggi 3 febbraio 2014
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