L’assessore all’Ambiente del Comune di Roma Estella Marino frena sull’ampliamento e relativa accensione del gassificatore di Malagrotta, un progetto targato Colari di Cerroni, in attesa di una...
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L’assessore all’Ambiente del Comune di Roma Estella Marino frena sull’ampliamento e relativa accensione del gassificatore di Malagrotta, un progetto targato Colari di Cerroni, in attesa di una variante non sostanziale al vaglio degli uffici regionali: «Probabilmente non ha alcun senso», ha commentato la Marino rispetto all’attivazione delle linee.
I timori dei residenti della Valle Galeria, dopo la chiusura della discarica di Malagrotta, si erano infatti concentrati su questo «nuovo» impianto, incluso del resto nell’ultimo rapporto di dicembre Confservizi Lazio che invece stralciava l’altro progetto, sempre presentato da Cerroni, ad Albano. Il gassificatore di Malagrotta risulta fermo dopo che, nel 2011, è terminata la fase per la messa in esercizio, e ufficialmente il Colari è in attesa che ci si esprima su questa istanza di variante. Il fatto che l’assessore Marino metta il punto interrogativo per i residenti è una buona notizia: «Stiamo aspettando che la Regione presenti il Piano dei rifiuti - ha spiegato la Marino - Il tema è che, come emergeva dallo studio illustrato a dicembre, non c’è bisogno di altri inceneritori perché molti comuni, compreso Roma, sono orientati verso la raccolta differenziata e diminuiscono la produzione di materiale: verificheremo in conferenza dei servizi, probabilmente non ha nessun senso un altro gassificatore, stiamo aspettando le carte». Vicino al gassificatore c’è poi l’inceneritore di rifiuti ospedalieri gestito da Ama: su questo la Marino ha precisato che «non è un piacere avere un impianto di quel tipo e, considerando anche che sta diventando obsoleto, stiamo verificando se è possibile togliere l’Ama dalla gestione di quel tipo di rifiuti, questo tema potrebbe non essere "trattato" dall’azienda. Se poi però tutto il bacino del Lazio si appoggia su quell’inceneritore bisogna trovare una soluzione alternativa, quindi o delocalizzare l’impianto o appoggiarsi su un’altra struttura, stiamo ragionando con l’Ama». Tornano al Colari di Cerroni, che attraverso le sue tre linee di trattamento meccanico biologico ancora lavora la metà dei rifiuti romani giornalmente prodotti, dopo l’arresto dell’imprenditore è rimasto «congelato» anche il progetto per la copertura della discarica di Malagrotta, il cosiddetto "capping": «È stata Roma Capitale a chiedere al Colari di presentare un nuovo progetto di capping della discarica, visto che rispetto a quello approvato nel 2008 la morfologia del sito è cambiata. Ancora non ho avuto modo di visionarlo».
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