Pontinia (LT) dall'ambiente, alla difesa dei diritti civili e sociali, dalla politica alla tecnica. Si riportano stralciriportandone autori. Nota: qualora si ritenga la pubblicazione (o i commenti) siano lesivi o notizie superate si prega di comunicarlo con mail giorgio.libralato@gmail.com e saranno rimossi. Oppure allo stesso modo si può esercitare il diritto di replica. Qualora si ritenga che una pubblicazione o parte di essa ledano i diritti di copyright o di autore saranno rimossi
venerdì 24 gennaio 2014
Corsa alla conquista delle aziende che producono nell'area dop roghi e minacce dai biomassisti di Farneto Maenza e Priverno
Il Lazio meridionale nella sfera d'interessi delle famiglie campane dell'agroalimentare
L’opzione sulla filiera
Corsa alla conquista delle aziende che producono nell'area dop
L’ULTIMO INCENDIO DOLOSO
NELLA VALEL DI FARNETO SI È REGISTRATO
MENO DI UNA SETTIMANA FA
LE INDAGINI SONO TUTTORA IN CORSO
C’è poco da stare allegri
se dopo un anno aspetti
ancora che il latte che
hai prodotto - anticipando costi
e rischi - ti venga pagato. E’
quanto accade tra gli allevatori
di bufale di questa zona. Ma
loro, dopo aver subito per un
pò di anni, si sono decisi ed
hanno cercato d’incontrare più
aziende campane, disposte a
«lavorare» il latte delle loro
bufale, ed a pagarlo con puntualità.
Così dopo l’i n t e r r eg n o
dei fratelli Mandara, cui aveva
aperto il passo l’azienda Onorati,
quel ciclo, durato poco
più di un anno e mezzo, intorno
al 2008 si è interrotto per le
note vicende che hanno colpito
quest’azienda. Loro da quel
punto in poi si sono attrezzati
ed hanno iniziato a cercare
nuovi conferitori. Alcuni facendo
qualche passo in avanti,
altri tornando indietro. Così
che oggi su quel lembo di terra
lavorano cinque aziende campane
che ritirano il latte, i cui
nomi balzati all’onore delle
cronache, sono quelli dei
Mandara, Garofalo, Galvi,
Spinosa ed ora anche quello di
Roberto Battaglia. L’u om o
che fece arrestare nella sua
azienda il cugino del boss casertano
Sandokan, Luigi
Schiavone, mentre incassava
140mila euro di pizzo da suo
padre. Anche qui, qualcuno di
loro dichiara di avere difficoltà
economiche e quindi di non
riuscire a saldare le fatture
prima dei 120/150 giorni, perchè
lo Stato non restituisce i
crediti IVA. Ora smatellare
aziende che da quattro generazioni
vivono grazie alla loro
unica attività, non è certo cosa
semplice, così che un’a re a
strettamente agricola, di punto
in bianco non può diventare
altro. Dovrebbe coltivare la
sua vocazione. Di certo qui c’è
qualcuno che ha pestato i piedi
a qualcun’altro. E non è chiaro
se di mezzo ci sia il latte, il
fotovoltaico, o l’impianto di
biogas. O se tutte queste cose
messe insieme - costituendo
una filiera econcomica di pregio
- siano già oggetto d’inte -
resse. Un’idea «soffiata» in
tempi di magra, potrebbe aver
impensierito chi aveva in animo
di riprodurre o meglio, di
anticipare, ciò che altri hanno
promosso e reso tangibile?
Ora su questo piano si scontra
la contrarietà all’impianto di
biogas. Una contestazione che
seppur legittima, mette fuori
strada chi dovrebbe comprendere
e risolvere il caso. Le
aziende messe in ginocchio da
un incendio sono già fuori gioco.
Ora la paura assilla chi
durante la notte è costretto a
fare le ronde nel timore di
nuovi raid incendiari. Roghi
improvvisi che si propagano e
distruggono anni di sacrifici.
La vita inchiodata senza domeniche
e festivi, pioggia o
sole. Mentre dall’altra parte
non ci sono nemmeno più
compagnie di assicurazione
pronte a stipulare polizze per
la salvaguardia di fienili, il cui
valore di merce, oscilla tra i 50
ed i 100 mila euro. E una
buona azione, vista con occhio
vigile. La sfiducia che inizia a
diffondersi tra chi non si è mai
sentito accettato in un territorio,
ed oggi con «le bufale»
cerca di arricchirsi, a dispetto
di chi fuori da questo contesto
di gerarchie e sudditanze, non
avrebbe altre chances.
Latina Editoriale Oggi 24 gennaio 2014
Nessun commento:
Posta un commento