Latina Oggi, Venerdì 4 Ottobre 2013
Esposto di Sel all’Authority, il Comitato civico approva la scelta dei sindaci dissidenti
Ultima battaglia sulle quote
Sull’operazione di acquisto «pesa» il prestito a rischio con Depfa Bank
Potrebbe essere l’ultima battaglia sull’acqua quella appena cominciata per il ritorno alla gestione pubblica del servizio. Invece forse è solo quella più importante perché na- sce da un paradosso di fondo. Questo: per dieci anni comitati, associazioni e alcuni partiti han- no duramente contestato l’asset - to privatistico del servizio idrico integrato vigente in provincia di Latina dal 2002. Nel 2011 c’è stato il referendum popolare che ha dato un sostanziale via libera alla gestione pubblica lì dove era ancora in essere e offerto la possibilità di cessare le gestioni privatistiche dove c’erano, co- me, appunto, a Latina. Un’ipo - tesi sempre ritenuta sciagurata dall’Ato4 (organismo controllo- re di Acqualatina), dalla mag- gioranza dei sindaci e ovvia- mente dalla stessa Acqualatina. Una settimana fa, invece, im- provvisamente, il presidente dell’Ato4, Armando Cusani, ha ottenuto il via libera a trattare l’acquisito delle quote dei priva- ti per far tornare la gestione in mano pubblica. Su questa svolta epocale e apparentemente in- spiegabile si è aperto il dibattito e il braccio di ferro in corso. I ricorsi all’Au t h o r i t y. Per Sinistra Ecologia e Libertà bisogna verificare cosa sta suc- cedendo dentro i conti di Ac- qualatina nonché la reale fatti- bilità di un ritorno alla gestione pubblica tramite l’acquisto del- le quote ora in mano ai privati di Idrolatina srl (gruppo Veo- lia). A questo proposito è stata presentata un’interrogazione al Ministero dell’Ambiente e un quesito all’Autorità per l’ener - gia. In teoria non ci dovrebbero essere dissensi sul ritorno alla gestione pubblica. Ma l’acqui - sito delle quote dai privati da parte dei Comuni secondo i critici (ossia Sel, Comitati per l’acqua pubblica, Rifondazio- ne, Legambiente, Verdi) com- porta la presa in carico dei molti debiti accumulati da Ac- qualatina e soprattutto l’intero onere del pegno a garanzia del prestito di Depfa Bank. La vera identità del mutuo Il prestito concesso dalla banca ad Acqualatina nel 2007 ha un pegno di garanzia sul 67% del totale delle azioni. Per adesso non tutti i consigli comunali lo hanno accettato, ma una buona metà delle 38 città dell’Ato4 lo ha fatto e quindi risponde con il proprio patrimonio mobiliare e immobiliare. L’ammontare del capitale prestato è di 114,5 mi- lioni di euro con restituzione a rate per 30 anni. A questa som- ma vanno aggiunti gli interessi, i costi trentennali dell’a d v i s o r, il cosiddetto net swap previstoda contratto (sarebbero gli im- porti del rischio) e il contratto di hedging, cioè l’assicurazio - ne stipulata per il contratto Depfa nella sua parte a rischio in quanto legata ai prodotti de- rivati. Il totale della somma da restituire alla fine dei 30 anni potrebbe essere pari a più del doppio della cifra ottenuta col mutuo. Questo non è a cono- scenza di tutti i consigli comu- nali nonostante una piccola maggioranza di sindaci (15 su 38) abbia già dato mandato al presidente Cusani di andare a trattare (in via esplorativa per ora) con Idrolatina srl. Il prezzo delle quote Nonostante si sia solo nella fase iniziale della trattativa il prezzo delle quote di Idrolatina dovrebbe essere di circa 12 milioni di euro, la metà circa della quota investita e rapporta bile al 49% in mano appunto ai soci privati di Acqualatina spa. Ciò significa che se passa l’ipo - tesi Cusani i Comuni dovreb- bero sborsare subito 12 milio- ni. Nessuno di loro ha questi soldi pro quota. Il Comitato Per tutta questa serie di ragioni il Comitato per l’acqua pubbli- ca plaude all’iniziativa degli undici sindaci contrari all’ipo - tesi di acquisto «al buio», cioè avviato senza una previa verifi- ca dell’ammontare reale dei debiti della società. «Ben 11 hanno sottoscritto un docu- mento - dice il presidente del Comitato acqua pubblica, Al- berto De Monaco - con cui rivendicano la competenza dei Comuni sulle sorti del servizio idrico. Nell’ultima assemblea hanno fatto bene ad imporsi contro l’arroganza del presi- dente Cusani che vuole a tutti i costi fare un favore ai privati prima della bancarotta. I privati hanno bisogno di vendere le quote ai Comuni perché altri- menti in caso di fallimento la Depfa Bank eserciterebbe il di- ritto di pegno e a garanzia del prestito metterebbe in vendita appunto le quote di Idrolati- na».
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