giovedì 26 settembre 2013

Russia, prima condanna per Greenpeace oggi la decisione sui 30 attivisti arrestati

Altri due mesi in carcere per il fotografo Denis Siniakov, membro dell'equipaggio della Arctic Sunrise. Trenta persone, fra cui l'italiano Cristian D'Alessandro, in attesa della sentenza del tribunale di Murmansk. Se verrà accolta l'accusa di pirateria i militanti rischiano fino a 15 anni di prigione MOSCA - Due mesi agli arresti per Denis Siniakov: lo ha ordinato il tribunale di Murmansk che oggi valuterà se prolungare o meno la detenzione dei 30 attivisti di Greenpeace dell'equipaggio della nave Arctic Sunrise. Lo riferisce un tweet dell'organizzazione ambientalista: per il fotografo russo viene prolungato lo stato di detenzione fino al 24 novembre perchè, se in libertà, potrebbe tentare di fuggire dalla Russia, anche alla luce di "numerosi viaggi all'estero". Siniakov ha contestato questo argomento direttamente davanti alla corte: "Non posso nascondermi, ho un bambino a cui dar da mangiare, da portare all'asilo. Lo amo e non vado quindi da nessuna parte", ha dichiarato l'attivista.

L'imbarcazione è stata abbordata dalle forze di sicurezza russe la scorsa settimana: gli uomini di Greenpeace avevano tentato di scalare la piattaforma petrolifera Prirazlomnaya, di proprietà del gigante russo Gazprom, nell'ambito della campagna Save the Arctic. La risposta delle forze di sicurezza russe è stata modello corpi speciali: si sono calati con le corde da elciotteri, quindi hanno rimorchiato la nave costringendola ad attraccare a Murmansk. Contro i militanti, tra i quali un italiano, il 31enne Cristian D'Alessandro, è stata avanzata un'ipotesi di reato per pirateria.

Il primo attivista per cui viene confermato l'arresto, Sianiakov, è un fotografo. "L'hanno portato via dalla sala dell'udienza", scrive Greenpeace. "Oggi l'accusa intende chiedere alla corte distrettuale Lenin di Murmansk di mantenere in custodia tutti i 30 sospetti", ha spiegato il comitato investigativo sul suo sito internet. Entro oggi dovrebbe dunque essere presa una decisione: incriminare gli attivisti, rilasciarli o estendere la detenzione senza una formale incriminazione, ha spiegato il portavoce di Greenpeace Aaron Gray-Block in un comunicato. Gli attivisti sono stati tutti ascoltati da un legale alla presenza di un diplomatico proveniente dal loro Paese. Secondo il comitato investigativo tutti i membri dell'Arctic Sunrise si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Ieri lo stesso presidente russo Vladimir Putin ha detto di ritenere "assolutamente chiaro" che i militanti di Greenpeace non sono pirati, ma anche detto, secondo lui, è altrettanto lampante che "queste persone abbiano infranto le norme internazionali". http://www.repubblica.it/ambiente/2013/09/26/news/russia_prima_condanna_per_greenpeace_oggi_la_decisione_sui_30_attivisti_arrestati-67313446/?ref=HREC1-10

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