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venerdì 27 settembre 2013
Latina caos rifiuti Il combustibile prodotto con il pre-trattamento dell’immondizia Il Cdr delle beffe Costi elevati per portarlo a bruciare al nord e al sud
DI PIERFEDERICO PERNARELLA
L
a materia prima da
che mondo è mondo
viene pagata eppure
con i rifiuti succede l’esatto
contrario: per farla trattare
bisogna pagare e anche
profumatamente. È la storia del Cdr, ossia il combustibile derivato dal trattamento dei rifiuti. Una storia
che, con l’obbligo del pretrattamento dei rifiuti prima del conferimento in discarica, riguarda molto da
vicino la provincia di Latina. Che a proprie spese sta
scontando, sia in termini di
costi che più in generale di gestione del servizio, gli
incredibili paradossi legati
a questa fase - diventata
cruciale per il territorio
pontino - nella filiera
dell’immondizia. Per portare il Cdr o il Css, altro
derivato della lavorazione
dei rifiuti, nei termovalorizzatori le società che si occupano del trattamento - sia
la «Rida» di Aprilia che la
«Saf» di Castelforte - spendono a tonnellata quasi la
stessa cifra che ricevono
per trattare l’immond izia
dei Comuni pontini. A
fronte degli 86 euro - tariffa
imposta dalla Regione Lazio - per il trattamento meccanico biologico, il costo
del conferimento del Cdr o
il Css varia tra i 75 e i 90
euro. Un costo elevato se si
considera che i termoinceneritori guadagnano tre
volte: facendosi pagare
profumatamente per prendere il Cdr; ottenendo i
contributi dell’Unione Europea e soprattutto rivendendo l’energia prodotta
dalla termocombustione
del Cdr o Css. Il Lazio,
sotto questo punto di vista,
rappresenta un caso. È la
regione con il più alto costo
per la lavorazione del Cdr.
La stessa regione in cui è
stato permesso di portare
ad un prezzo ridicolo, circa
40 euro a tonnellata, i rifiuti
nelle discarica di Manlio
Cerrroni. Costi alle stelle
per il cdr, prezzi stracciati
per le discartiche forse non
è stato un caso. Sta di fatto
che stante i costi elevati del
Lazio, sia la «Rida» di
Aprilia che la «Saf» di Castelforte preferiscono andare lontano. In Emilia Romagna, in Lombardia, ma
anche al sud, in Puglia.
Migliaia di chilometri per
portare a bruciare il Cdr.
Alla faccia del principio di
prossimità che per quanto
riguarda i rifiuti dovrebbe
essere inderogabile sia sotto il profilo del contenimento dei costi (che puntualmente ricadono sui cittadini) si sotto quello
gestionale e ambientale.
Ma Regione Lazio e la Provincia di Latina si sono
fatte trovare impreparate. E
l’ora «ics» è scattata da
oltre un anno ormai. Da
quando è stato imposto in
maniera inderogabile il rispetto dell’obbligo, sancito
dall’Unione Europea, di
pre-trattare i rifiuti prima di
portarli in discarica.
©RIPRODUZIONE RISERVATA PARADOSSI
È UNA MATERIA
PRIMA MA BISOGNA
PAGARE PER FARLA
TRATTARE
E GLI INCENERITORI
GUADAGNANO
TRE VOLTE Latina Oggi 27 settembre 2013
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